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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 454
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 0:08
da camillobenso
Sfascisti - 61


Paolo Barnard, di cui non si riesce avere informazioni in rete
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Attenzione: questa pagina è stata oscurata e bloccata a scopo cautelativo a causa di una possibile controversia legale. Verrà eventualmente ripristinata alla fine della vicenda che la riguarda.
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Barnard,

accusa il duo Casaleggio Grillo, di fare da apripista a poteri che stanno sopra di loro.


Anche questa bomba è destinata a lasciare il segno.


Ma la domanda sorge spontanea.

Perché la 7 di Cairo decide di affidare a Gianluigi Paragone, una trasmissione di denuncia che supera di gran lunga i talk a cui siamo abituati.

Solo per fare audience per risollevare i conti in rosso della rete, o dietro Cairo ci sta dietro altro che con le denunce intende fare saltare il sistema?

In passato questo compito di giornalismo inchiesta fuori dalle righe se lo era assunto Santoro. Poi qualcuno ha cominciato a sostenere che Santoro si è imborghesito.

Chi lavora per farci saltare?

E' oggi più chiaro perché mesi e mesi fa ho più volte accennato che si muovevano per portarci agli scontri di piazza e alla guerra civile?


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Sfascisti - 62

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 0:37
da camillobenso
Sfascisti - 62


Dove potete leggere degli estratti del libro di Sandra Bonsanti:

Il grande gioco del potere

Chiarelettere editore.


http://www.chiarelettere.it/libro/rever ... 904675.php


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Sfascisti - 63

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 1:12
da camillobenso
Sfascisti - 63


CRONACHE
03/12/2013
Roma, disoccupati assaltano sede Pd
Cinquanta persone in commissariato

I manifestanti: «Volevamo far sentire la nostra voce». Bloccati dalla polizia

http://www.lastampa.it/2013/12/03/itali ... agina.html

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Sfascisti - 64

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 7:03
da camillobenso
Sfascisti - 64


Bocciato Porcellum, Padellaro: “Sentenza come bomba, si delegittima tutto”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/12/ ... to/256615/


Il video-editoriale del direttore de il Fatto Quotidiano sulla decisione della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum. “La sentenza può avere effetti devastanti sulla politica italiana, come una bomba atomica, visto che ora potrebbe rendere incostituzionale tutto ciò che deriva da questa legge elettorale. Parliamo del Parlamento eletto da una legge incostituzionale, del governo frutto del Parlamento e dell’elezione del Presidente della Repubblica. Tra qualche settimana, quando usciranno le motivazione della sentenza, sarà la stessa Corte Costituzionale a poter mettere dei limiti a questa situazione paradossale”


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Sfascisti - 65

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 11:06
da peanuts
Discarica e dintorni dicono che il parlamento è delegittimato dopo la sentenza e che bisogna votare. I giornali al loro servizio anche

Se lo sono scordato tutti chi ha fatto il porcellum a suo tempo?

Io no, facce da culo

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 12:51
da iospero
Non c'è legge elettorale che dia più dignità alla politica, oggi è necessario invece modificare l'art. della Costituzione relativo ai referendum restituendo ai cittadini quella sovranità popolare prevista dalla stessa Costituzione e attualmente calpestata dalle Istituzioni. 1) I partiti si presentano agli elettori presentando i programmi 2) se nessun partito ottiene la maggioranza devono trattare per giungere ad un programma concordato
3) il programma concordato deve ottenere l'approvazione dei cittadini nel dettaglio
con un Sì o un NO o NON SO.. Questa sarebbe finalmente una DEMOCRAZIA.

Non sarebbe nemmeno necessario modificare l'art. della Costituzione relativo al referendum se nei partiti gli iscritti potessero veramente avere la possibilità di decidere a maggioramnza i vari punti dei programmi e qualora questi dovessero essere cambiati in seguito ad accordi fra i partiti dovrebbero nuoivamente essere sottoposti all'approvazione della base.
Solo così avrebbe senso iscriversi ad un partito e il governo sarebbe finalmente un governo democratico.

IMPORTANTE
Nelle prossime settimane, i 475mila iscritti del partito socialdemocratico (Spd) voteranno sul programma di governo che i propri dirigenti hanno concordato con Angela Merkel, e il 14 dicembre emetteranno la loro sentenza.

MI SEMBRA UN BUON MODO DI PROCEDERE pur avendo un sistema elettorale proporzionale.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 22:17
da camillobenso
Sfascisti - 65

Assalto a Fort Apache - 7


il Fatto 5.12.13
Festeggiano gli inciucisti Renzi teme la fregatura
di Carlo Tecce


LETTA E ALFANO PROVANO A INTRAPPOLARE IL SINDACO DI FIRENZE CHE VOLEVA COMANDARE LA PARTITA. E LUI: “SI TORNA INDIETRO, ALLA PRIMA REPUBBLICA”

I pezzi di Porcellum rotolano in Parlamento, fra i piedi di Enrico Letta, Angelino Alfano e, soprattutto, di Matteo Renzi: il governo può inciampare e neanche il Partito democratico, prevedibile, pare stabile.

Con l’intervento dei giudici, però, il Sindaco (non di ottimo umore) ha ricevuto una brutta notizia perché non può dettare i tempi dei giochi.

Conseguenze: Palazzo Chigi non conferma “patti”, anzi smentisce perché non vuole infastidire Alfano che col drappello di diversamente berlusconiani sostiene il respiratore all’esecutivo.

I rapporti di forza sono capovolti: Enrico&Angelino, felici per la ventata di proporzionale da “grande inciucio”, rivendicano il comando.

E il Quirinale non vuole urne nei prossimi dodici mesi.

Renzi intravede il pericoloso: “Torniamo indietro di vent’anni: ecco la Prima Repubblica. La scelta è discutibile”.

BEPPE GRILLO s’è liberato di quel fascino autoritario che dava la legge di Roberto Calderoli con l’insaccato di nominati messi lista.

E così, risoluto, il Movimento Cinque Stelle vuole che le Camere, “stracolme di parlamentari illegittimi”, siano sciolte: “Voto subito con il Mattarellum”.

E Forza Italia, compianta la defunta porcata, osserva, attende, perché vuole evitare di cadere in trappole: rischiano di rafforzare lo scissionista Alfano. Correre in campagna elettorale, presto.

La Consulta ha tagliato le zampe e la testa al Porcellum e l’ha trasformato in un sistema proporzionale: ora sembra appetitoso soltanto a quei raminghi di centristi che vogliono le larghe intese a vita.

Il promesso segretario Renzi ha comunicato la sua proposta e vuole garanzie da Letta: non private al telefono, ma pubbliche durante il voto di fiducia di mercoledì in Parlamento.

Al sindaco di Firenze vanno bene le preferenze, ma insiste con un Mattarellum corretto: collegi uninominali e premio di maggioranza, non eccessivo, a portata di Pd, per governare senza Scilipoti di turno.

E per blindare l’accordo, Renzi vuole imporre un disegno di revisione costituzionale per abolire il Senato. Desideri che si scontrano con le esigenze di Letta e di Alfano.

L’ex discepolo del Cavaliere vuole (almeno) un anno di tempo per completare la crescita lontana da palazzo Grazioli, per creare una struttura di partito e scongiurare un ritorno dal Capo per un’alleanza umiliante.

Alfano, non competente in materia, s’affida al ministro Gaetano Quagliariello, irritato per i movimenti dei renziani in Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama.

Da troppi mesi, il Senato ha preso in ostaggio la legge elettorale, e non fa mai un passo in avanti: ora c’è l’obbligo dei giudici costituzionali e, superata la tesissima seduta di ieri, sono costretti a dare un segnale di vivacità.

I democratici di Renzi non abboccano e chiedono ai senatori di “revocare” l’impegno e riprendere da Montecitorio, dove il Partito democratico rappresenta il 55 per cento dell’emiciclo.

Lo stesso Roberto Giachetti, che non interrompe lo sciopero della fame contro la porcata di Calderoli - va avanti da oltre 60 giorni con 3 cappuccini al dì – s’aspetta che dal 9 dicembre, incoronato Renzi, si riparta da Montecitorio.

La Commissione, ancora una volta, ha rinviato con unanime imbarazzo, ignorando gli ordini del giorno di Lega e M5S (ritorno al Mattarellum). Quagliariello non consegna il fragile Ncd al sindaco fiorentino: “Il caso scoppiato in Commissione, per il dissenso dei renziani rispetto al comitato ristretto sulla legge elettorale, è una discussione senza senso.

Non possiamo procedere con maggioranze variabili”. Traduzione: noi governiamo insieme ancor più di prima senza il Cavaliere, insieme scriviamo il successore del Porcellum.

Alfano vuole un patto con Letta che vuole un patto con Renzi, e viceversa.

Il presidente del Consiglio non abbraccia Matteo e coccola Angelino, e poi trasmette un paio di righe pilatesche e timorose: “Ora non ci sono alibi, il Parlamento agisca”. E lui, che fa?

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/12/2013, 22:32
da camillobenso
Sfascisti - 66

Nel Paese delle Meraviglie - 9


il Fatto 5.12.13
Larghe intese per sempre
di Salvatore Cannavò

SENZA I PREMI DEL PORCELLUM I DUE GRANDI PARTITI SAREBBERO CONDANNATI A GOVERNARE INSIEME PER I PROSSIMI DECENNI
COSTRETTI DAI TANTI CONSENSI CONQUISTATI DAI CINQUE STELLE DI GRILLO


Senza il Porcellum la geografia del Parlamento sarebbe stata molto diversa. Il Movimento 5 Stelle avrebbe avuto un exploit molto superiore a quello, già storico, ottenuto lo scorso febbraio. Il Pd avrebbe quasi dimezzato i seggi e sarebbe stato costretto alle larghe intese per i prossimi venti anni.

NELLA SIMULAZIONE che presentiamo in questa pagina, formulata eliminando il premio di maggioranza, nazionale, alla Camera, e quelli, regionali, al Senato, il Pd sarebbe ancora il primo partito con 177 seggi a Montecitorio e 110 al Palazzo Madama. Grazie ai seggi guadagnati nelle circoscrizioni estere e a un vantaggioso calcolo sui resti, scavalcherebbe il Movimento 5 Stelle che pure, alla Camera, ha avuto 45 mila voti in più. Grillo però avrebbe potuto intestarsi 170 deputati e 85 senatori. Si tratta di un’ipotesi del tutto accademica, senza l’attuale legge ce ne sarebbe stata un’altra, forse il vecchio “mattarellum”. Ma il gioco delle torte aiuta a capire quanto ghiotta sia stata la rendita di posizione che il Porcellum ha garantito al vincitore di turno. La legge “porcata” è stata pensata per due scopi: impedire, nel 2006, che l’allora Unione di Prodi facesse il pieno al Senato, ma anche garantire al vincitore di prendersi tutto con un premio di maggioranza esorbitante. Proprio quello che la Consulta ha sanzionato. Logico, quindi, che i suoi effetti siano stati vertiginosi per chi ha vinto le elezioni – stavolta il Pd, ma la volta precedente il vantaggio è toccato a Berlusconi – e frustranti per le opposizioni. Il Pdl, considerato nel suo insieme, prima della scissione di Alfano, avendo perso le elezioni a febbraio, ha ottenuto solo 98 seggi. Senza il premio di maggioranza del Porcellum ne avrebbe avuti
135. Al Senato, invece, dove il premio si calcola su base regionale, sarebbe stato penalizzato. Svantaggio da “porcellum” anche per Scelta civica o per la Lega nord che però, sempre per il gioco dei premi regionali, ha avuto dei benefici al Senato.
La rendita ideata nel 2005 da Roberto Calderoli ora è destinata a polverizzarsi. La Corte costituzionale ha garantito che l’attuale Parlamento potrà modificare la legge elettorale. Il problema è capire in quale direzione si andrà. Le ipotesi, al lordo delle manovre politiche e delle tattiche che i vari gruppi metteranno in campo, sono sostanzialmente quattro.
Rimanere nel solco dell’attuale legge – una legge, di fatto, proporzionale con un assurdo premio di maggioranza – aggiustando il premio e vincolandolo al raggiungimento di una determinata soglia. La proposta di Luciano Violante, che ha diversi estimatori sia nel Pd che nella stessa Forza Italia, è quella di fissare la soglia al 45%. Solo il partito o la coalizione che la raggiunge potrebbe beneficiare del premio di governabilità. Altrimenti si resta in un proporzionale rafforzato con effetti analoghi a quelli simulati nel nostro grafico.

UN’ALTRA SOLUZIONE è il ritorno al Mattarellum, quella più semplice dal punto di vista legislativo perché basta un tratto di penna per abolire l’attuale legge. In tal caso si tornerebbe a un sistema misto in cui il 75% dei seggi viene assegnato su base uninominale in 475 diversi collegi e il 25% determinato con sistema proporzionale e soglia di sbarramento al 4%. È l’ipotesi preferita dal Movimento 5 Stelle.
Le ultime due soluzioni rappresentano due varianti di un sistema unico, il doppio turno. Il Pd lo propone da tempo, ma con scarsa convinzione. A rilanciarlo con forza è stato Renzi quando ha detto di volere una legge analoga a quella con cui si eleggono i sindaci – doppio turno con ballottaggio dei primi due candidati che non raggiungono il 50% –. Il Pdl ha sempre sostenuto di poter discutere di questa ipotesi, ma solo se agganciata a un sistema semi-presidenziale alla francese con elezione diretta del presidente della Repubblica.

Ci sono voluti otto anni per definire incostituzionale “la porcata”. Ora il Parlamento potrebbe avere solo poche settimane a disposizione per varare un nuovo testo prima di essere accusato di illegittimità incostituzionale. Il sistema politico italiano ieri è stato sanzionato nel peggiore dei modi. E ora, come la maionese, rischia di impazzire.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 06/12/2013, 0:15
da camillobenso
Sfascisti - 67

Bildelberg - 1

Della Valle a Servizio Pubblico, spara a zero sulla classe politica.

Tutte cose condivisibili, ..ma se non racconta nel dettaglio cosa ci sta e come funziona il retrobottega, dove si agisce in maniera completamente all’opposto di quello che si racconta in pubblico, non serve a niente. E’ il solito bla, bla, bla improduttivo.

E’ solito teatrino della politica degli ultimi 50 anni.

Se così non fosse, non ci sarebbe stato il crollo della prima Repubblica e oggi il crollo della seconda Repubblica, con lo sfascio totale del Paese sotto ogni punto di vista.

Nessuno lo fa mai in tv, non si parla mai di chi veramente comanda in Italia e nel mondo.

Nel piano superiore della casta, ci stanno i poteri forti. E sopra ancora i stanno coloro che effettivamente hanno in mano le redini del mondo.

Se non si fanno i conti con queste due realtà è una guerra persa in partenza.


Da
IL CLUB BILDELBERG
LA STORIA SEGRETA
DEI PADRONI DEL MONDO


L’organizzazione occulta
che ha tra i protagonisti
molti personaggi della vita
politica,economica
e finanziaria italiana.


di Daniel Estulin


Conferenza Stampa
Parlamento Europeo, 2010



Signore e signori, oggi ci troviamo nella posizione di cambiare la storia. Finalmente ho la certezza che l’umanità abbia un futuro. Una popolazione che una volta era demoralizzata e senza uno scopo morale sta uscendo da un prolungato torpore. In questo clima generale di risveglio, la gente comincia a porsi le domande giuste. Non si chiede più <<Cosa posso guadagnarci?>>, ma piuttosto <<Qual è la cosa giusta?>>.

E’ un fenomeno internazionale di risposta e reazione a una percezione avvertita con estrema acutezza che il mondo intero sia condannato alla catastrofe, a meno che noi, le persone, non facciamo qualcosa per impedirlo.

Ho scritto un libro sul tema del gruppo Bilderberg che in certa misura è diventato il catalizzatore di un movimento a livello mondiale. Ora, non abbiamo molto tempo, così vorrei spiegarvi cos’è il gruppo Bildelberg e perché va fermato.

Nel mondo della finanza internazionale ci sono coloro che pilotano gli eventi, e coloro che agli eventi reagiscono. Se questi ultimi sono più conosciuti, più numerosi e apparentemente più potenti, il vero potere è nelle mani dei primi. Al centro del sistema finanziario globale c’è l’oligarchia finanziaria oggi rappresentata dal gruppo Bildelberg.

Si tratta di un’organizzazione dinamica in quanto cambia con i tempi, assorbe e crea le nuove parti che la compongono mentre espelle le parti in via di deterioramento. I membri di questa organizzazione vanno e vengono, ma il sistema in sé non è finora cambiato. E’ un sistema che si auto perpetua, una ragnatela virtuale di interessi finanziari, politici, economici e industriali intrecciati tra di loro.

Tuttavia, il gruppo Bildelberg non è una società segreta, né un occhio maligno che vede tutto. Non ci sono complotti,anche se molte persone nelle loro fantasie infantili pensano sia così. Non c’è un gruppo di persone, per importanti che siano, che si riunisce in una stanza buia intorno a un tavolo tenendosi per mano con gli occhi fissi su una sfera di cristallo e pianifica il futuro del mondo.

E’ un incontro di persone che rappresentano una certa ideologia.
Non si tratta come troppi erroneamente pensano di un Unico governo mondiale o un Nuovo ordine mondiale, quanto piuttosto dell’ideologia di una SOCIETA’ PER AZIONI MONDIALE.

Nel lontano 1968, a una conferenza Bildelberg tenuta in Canada, George Ball, allora sottosegretario per gli affari economici di J.F. Kennedy, e di Johnson aveva affermato: <<Dove si trova una base legittima che permetta ai manager dei grandi gruppi industriali di prendere decisioni che possano influenzare profondamente la vita economica delle nazioni verso i cui governi essi hanno una responsabilità che è solo limitata?>>.

L’idea che sta alla base di ogni singola conferenza di Bildelberg è creare ciò che per loro stessa definizione è L’ARISTOCRAZIA DI INTENTI fra l’élite europea e nordamericana, così da individuare il miglior modo di amministrare il pianeta.

In altre parole, la creazione di una rete mondiale di megacartelli più potente di qualsiasi nazione sulla Terra, destinata a controllare i bisogni vitali del resto dell’umanità, per il bene e il vantaggio di tutti noi, IL POPOLINO. COME ESSI STESSI CI DEFINISCONO.

Continua in:
Bildelberg - 2

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 06/12/2013, 13:22
da camillobenso
Sfascisti - 68

Nel Paese delle Meraviglie - 10

http://www.youtube.com/watch?v=zpYjZPRH_ac


Mi ricordo mutande verdi


(Marco Travaglio).
06/12/2013 di triskel182


Immagine


Fra le spese istituzionali per 25.410,66 euro che lo sgovernatore leghista piemontese Roberto Cota s’è fatto rimborsare in due anni e mezzo dalla Regione, c’è un paio di boxer di color padano verde-kiwi, modello “Chappytrunk”, taglia L, costo 40 euro, acquistati il 6 agosto 2011 a Boston dove lo statista novarese era in missione istituzionale per “corso di formazione e visita al Mit”. Pareva brutto, vista anche la calura, indossare dei normali pantaloni, consumandoli a spese proprie. Molto meglio i pratici mutandoni padani, anch’essi istituzionali. Per la Procura, che ha chiuso le indagini a carico del Cota e di 42 consiglieri regionali in vista del processo, questo si chiama peculato. Per l’erede di Cattaneo (che Dio lo perdoni), “è solo fango dei feticisti della penna” che la Procura dovrebbe ignorare e anzi – chissà perché – “sostenermi”. Sì, ma le mutande verdi? “Colpa della mia segretaria: le ha inserite per errore in nota spese”. La malcapitata si chiama Michela Carossa ed è figlia del capogruppo leghista: i valori della famiglia. Resta da capire perché, se non voleva il rimborso, lo statista padano le abbia passato il relativo scontrino. Ma quella di scaricare tutto sulla signorina dell’ufficio accanto è un vecchio refrain dei politici: il Cha cha cha della segretaria di arboriana memoria. La penultima è quella di Bersani. Ma chi non ricorda Enza Tomaselli, segretaria tuttofare di Craxi? O Barbara Ceolin e Nadia Bolgan, quelle di De Michelis, che – confidò la prima ai pm – “aveva una segreteria di 50 persone, quasi tutte donne incontrate di passaggio e senz’alcuna preparazione professionale: eran lì solo perché gli piacevano, ciascuna pensava di esser la favorita del-l’harem”. Però si resero utilissime nella stesura del suo opus magnum “Dove andiamo a ballare stasera”, guida alle discoteche d’Italia. Poi la mitica Eliana Pensieroso, segretaria del banchiere Pacini Battaglia, addetta alla fascettatura delle mazzette il cui fruscio fu captato dalle cimici ipersensibili degli inquirenti. Ma il precedente più illustre risale al 1986. Un giorno il professor Luigi Firpo, glorioso storico torinese, si imbatté in Silvio Berlusconi che, intervistato da una delle sue tv, sfoggiava cultura declamando brani scelti dalla sua prefazione all’Utopia di Tommaso Moro. “Ma quel testo è il mio!”, balzò sulla sedia Firpo. Si procurò la preziosa edizione numerata by Silvio Berlusconi Editore e scoprì che l’erudito palazzinaro aveva copiato interi brani della sua introduzione a Thomas More e la sua traduzione integrale dal latino, limitandosi a metterci la firma. Allora prese carta e penna, gli intimò di ritirare subito tutte le copie dal mercato e annunciò querela per plagio. Pochi giorni dopo lo chiamò un Cavaliere piagnucolante: “La prego, non mi rovini con uno scandalo, è stata tutta colpa della mia segretaria”. Cioè tentò di far credere che la segretaria potesse aver copiato prefazione e traduzione dell’Utopia a sua insaputa, anzi contro la sua volontà. Firpo capì subito con che razza di cazzaro stava parlando e decise di prendersene gioco, seguitando a minacciare di mettere in piazza lo scandalo e rifiutando le scuse e le offerte di riparazione che il pover’ometto, ormai ridotto a stalker, gli faceva in telefonate quotidiane, accompagnate da regali sempre più costosi. A Natale un corriere da Segrate scaricò in casa Firpo un gigantesco bouquet di orchidee e un pacco dono con una valigetta in coccodrillo con le cifre ‘LF’ in oro. Sul biglietto era scritto: “Natale 1986. Molti cordiali auguri ed a presto… Spero! Per carità, non mi rovini!!! Silvio Berlusconi”. Firpo, vecchio burlone, rispedì tutto al mittente con un biglietto beffardo: “Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma sono un vecchio professore abituato alla sua borsa sdrucita. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi”. “Da quel giorno – ricorda Laura – non lo sentimmo mai più”. Ma ora c’è Cota il mutandiere, e ho detto tutto.

Da Il Fatto Quotidiano del 06/12/2013.