Re: Renzi
Inviato: 02/08/2016, 16:39
2 AGO 2016 09:29
1. IN BARBA AI PROCLAMI DI VITTORIA DI RENZI, LE BANCHE ITALIANE SONO SOTTO ATTACCO
2. IL MERCATO NON SI FIDA DEL PIANO DI SALVATAGGIO DI MPS, TEME CHE ANCHE GLI ALTRI ISTITUTI SIANO ''INFETTATI'' DAI CREDITI "MARCI". L'UNICA VIA DI USCITA E' IL BAIL-IN, OVVERO COSTRINGERE AZIONISTI, OBBLIGAZIONISTI E RISPARMIATORI A PERDERE I PROPRI RISPARMI
3. DOPO IL TRACOLLO DI IERI DI UNICREDIT CHE DOVRÀ AFFRONTARE UNA MASSICCIA RICAPITALIZZAZIONE, TRA 5 E 8 MILIARDI (A PICCO ANCHE INTESA SANPAOLO CHE PURE È RISULTATA TRA LE MIGLIORI BANCHE D'EUROPA AGLI STRESS TEST), QUESTA MATTINA PEGGIORA ANCORA PIAZZA AFFARI: SONO STATE SOSPESE UNICREDIT, MPS, UBI BANCA, SAIPEM E FCA
BORSA: MILANO PEGGIORA (-1,6%), SOSPESE MPS, UNICREDIT
(ANSA) - Peggiora ancora Piazza Affari dopo le prime contrattazioni. L'indice Ftse Mib cede l'1,57% mentre sono state sospese Unicredit, Mps, Ubi Banca, Saipem e Fca. Soffre ancora una volta il comparto bancario mentre le vendite colpiscono tutto il listino.
1 - BANCHE A PICCO IN BORSA I NOSTRI RISPARMI SOTTO ATTACCO
Cinzia Meoni per “il Giornale”
Banche italiane sotto scacco e, con loro, i risparmi degli italiani. L'esito tutto sommato positivo degli stress test, pubblicati venerdì sera a mercato chiuso, non è bastato a sostenere i titoli in Borsa appesantita anche dai dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti con il rallentamento dell' Ism, l'indice che misura l'attività del sistema manifatturiero.
Il mercato, dopo l'ennesimo piano di salvataggio sistemico di Mps, teme il contagio, ovvero che anche le banche più solide, chiamate ad accollarsi il peso dei buchi di bilancio altrui, prima o poi siano «infettate». A quel punto, l'unica via di risalita passerebbe dalla strada del bail-in ovvero coinvolgendo azionisti, obbligazionisti e risparmiatori. Uno scenario estremo, ma che diventa terreno fertile per la speculazione, anche internazionale, che da mesi tiene in scacco gli istituti di credito.
Piazza Affari, dopo un avvio positivo, è stata così travolta dalle vendite sui bancari. A salvarsi, tra le big, è stata solo Monte Paschi, peraltro protetta dal divieto di vendite allo scoperto da parte della Consob. La tempesta ha invece travolto Unicredit (-9,4% a 1,9 euro) per cui l' Eba, l' Authority che ha curato gli stress, ha calcolato una solidità patrimoniale del 7,1% nel caso l' Europa cadesse in una profonda recessione.
Abbastanza per dare maggiore forza al timore della Borsa che Unicredit dovrà affrontare una massiccia ricapitalizzazione, secondo alcuni analisti tra 5 e 8 miliardi. A picco anche Banco Popolare (-5% a 2,39 euro), Ubi (-6,2% a 2,5 euiro), Carige (-6,8% a 0,31 euro), Popolare Milano (-6,2% a 0,4 euro), Bper (-5,6% a 3,4 euro) e Credem (-2,65% a 5,52 euro). E non è stata risparmiata Intesa Sanpaolo (-3,5% a 1,9 euro) che pure, con un indice Cet1 al 10,2% calcolato nelle peggiori ipotesi di recessione, è risultata tra le migliori banche d' Europa agli stress test.
«Il mercato intravede un rischio sistemico del settore bancario» sostiene un esperto del settore che preferisce l'anonimato, secondo cui «il timore è quello che dalle banche più solide a livello patrimoniale, siano drenate risorse a sostegno dei salvataggi di sistema, allargando quindi la portata del contagio».
«I problemi delle banche italiane sono essenzialmente due: la redditività sempre più ardua da ottenere in questo scenario di mercato con tassi rasoterra e la colossale massa di sofferenze che sommerge il settore», sostiene Stefano Gianti di Swissquote. In effetti, le banche italiane pur avendo registrato dati patrimoniali buoni, sono vittime del virus dei deteriorati: «Un terzo circa dei non performing loan europei pesa sulle banche italiane e rimane, oggi, un problema insoluto», aggiunge Gianti.
Il futuro delle banche italiane deve quindi passare da un graduale smaltimento delle sofferenze. E non solo da soluzioni dettate dall' emergenza come è avvenuto per Mps. Se è vero che il sistema sta salvando Rocca Salimbeni, garantendo la futura ricapitalizzazione da 5 miliardi e concorrendo a rilevare parte delle sofferenze del Monte al 33% del nominale, non è affatto detto che una simile e costosa soluzione possa essere replicata in futuro per altre situazioni che lo richiedessero. Insomma il salvataggio di Mps ha aperto la strada a una voragine di dubbi.
Senza considerare che anche l'esito della maxi-ricapitalizzazione di Mps non è così scontato. «Permangono incertezze sulle modalità della cartolarizzazione (delle sofferenze ndr)» commenta Luca Comi di Icbi. Non solo. Per l' analista l' aumento di capitale del Monte potrebbe risolversi con molto inoptato e quindi con il conseguente rischio di un elevato accollo da parte delle banche del consorzio di garanzia. Le quali probabilmente proporranno una struttura dell' aumento iper-diluitiva, così da assicurarsi un prezzo di sottoscrizione molto basso.
2 - CURARE LA POLMONITE CON L' ASPIRINA
Nicola Porro per “il Giornale”
Ieri le banche hanno ripreso a soffrire, eccome, in Borsa. Anche quelle, come Intesa, che sono state giudicate dai controlli europei (stress test) tra le più solide al mondo. Ciò avviene, per di più, all'indomani delle roboanti dichiarazioni di Matteo Renzi sul salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, la grande malata. I mercati hanno ripreso a non fidarsi più dell'Italia. Passare uno stress test conta poco: i rischi che ci riserva il futuro, come i cigni neri, non sono prevedibili da un modello statistico-matematico. Sono imprevedibili. Certo, essere bocciati a un test vuol dire essere messi male, già oggi.
Questi famigerati stress test sono dunque un termometro che misura la temperatura oggi, ma non la forza dei nostri anticorpi, come pretendono di fare. E allora cosa sta succedendo? Semplice: nessuno si fida del salvataggio di Mps. Le sue azioni, ieri, hanno tenuto solo perché si tratta di un titolo che non si può vendere allo scoperto, e la cui capitalizzazione è talmente ridotta (20 volte meno di Intesa) che i suoi movimenti sono determinati da pochi scambi.
Eppure, tutti dicono che Jp Morgan e Atlante hanno salvato la banca senese? Col cavolo. In un mondo, si veda Mediaset-Vivendi, in cui si stracciano persino i contratti firmati, qualcuno si fida forse del fatto che la banca d' affari americana tra sei mesi porti a Siena i cinque miliardi promessi, posto che non ha firmato alcuna garanzia vincolante?
Ci possiamo, al massimo, sperare. Non siamo in un mercato che vive di speranze; in sei mesi, il mondo cambia. Pensate che Jp Morgan abbia qualche obbligo morale con Renzi? Pazzi, se lo credete. Mps non è ancora al sicuro e quindi non è scongiurato il rischio sistemico per le nostre banche. Anche quelle che godono di migliore forma.
C'era un'alternativa? Certo. Invece di mettere in piedi questo cervellotico piano di salvataggio di cui nessuno si fida (che, nota Luigi Zingales, peraltro prevede aiuti di Stato) si sarebbe dovuto tagliare la testa all'orso, quello che tira giù i mercati borsistici: già che c'eravamo, fare un vero e proprio salvataggio di Stato.
Certo a Bruxelles ci vorrebbe un politico, non un degnissimo economista come Padoan, che non può certo rompere con le tecnocrazie da cui proviene e dalle quali ritornerà. Il rischio è che come dieci anni fa abbiamo sottovalutato la condizione delle nostre banche non ricapitalizzandole, mentre tutti gli Stati lo facevano, anche oggi commettiamo lo stesso errore di presunzione: ci ostiniamo a curare una polmonite con l' aspirina.
1. IN BARBA AI PROCLAMI DI VITTORIA DI RENZI, LE BANCHE ITALIANE SONO SOTTO ATTACCO
2. IL MERCATO NON SI FIDA DEL PIANO DI SALVATAGGIO DI MPS, TEME CHE ANCHE GLI ALTRI ISTITUTI SIANO ''INFETTATI'' DAI CREDITI "MARCI". L'UNICA VIA DI USCITA E' IL BAIL-IN, OVVERO COSTRINGERE AZIONISTI, OBBLIGAZIONISTI E RISPARMIATORI A PERDERE I PROPRI RISPARMI
3. DOPO IL TRACOLLO DI IERI DI UNICREDIT CHE DOVRÀ AFFRONTARE UNA MASSICCIA RICAPITALIZZAZIONE, TRA 5 E 8 MILIARDI (A PICCO ANCHE INTESA SANPAOLO CHE PURE È RISULTATA TRA LE MIGLIORI BANCHE D'EUROPA AGLI STRESS TEST), QUESTA MATTINA PEGGIORA ANCORA PIAZZA AFFARI: SONO STATE SOSPESE UNICREDIT, MPS, UBI BANCA, SAIPEM E FCA
BORSA: MILANO PEGGIORA (-1,6%), SOSPESE MPS, UNICREDIT
(ANSA) - Peggiora ancora Piazza Affari dopo le prime contrattazioni. L'indice Ftse Mib cede l'1,57% mentre sono state sospese Unicredit, Mps, Ubi Banca, Saipem e Fca. Soffre ancora una volta il comparto bancario mentre le vendite colpiscono tutto il listino.
1 - BANCHE A PICCO IN BORSA I NOSTRI RISPARMI SOTTO ATTACCO
Cinzia Meoni per “il Giornale”
Banche italiane sotto scacco e, con loro, i risparmi degli italiani. L'esito tutto sommato positivo degli stress test, pubblicati venerdì sera a mercato chiuso, non è bastato a sostenere i titoli in Borsa appesantita anche dai dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti con il rallentamento dell' Ism, l'indice che misura l'attività del sistema manifatturiero.
Il mercato, dopo l'ennesimo piano di salvataggio sistemico di Mps, teme il contagio, ovvero che anche le banche più solide, chiamate ad accollarsi il peso dei buchi di bilancio altrui, prima o poi siano «infettate». A quel punto, l'unica via di risalita passerebbe dalla strada del bail-in ovvero coinvolgendo azionisti, obbligazionisti e risparmiatori. Uno scenario estremo, ma che diventa terreno fertile per la speculazione, anche internazionale, che da mesi tiene in scacco gli istituti di credito.
Piazza Affari, dopo un avvio positivo, è stata così travolta dalle vendite sui bancari. A salvarsi, tra le big, è stata solo Monte Paschi, peraltro protetta dal divieto di vendite allo scoperto da parte della Consob. La tempesta ha invece travolto Unicredit (-9,4% a 1,9 euro) per cui l' Eba, l' Authority che ha curato gli stress, ha calcolato una solidità patrimoniale del 7,1% nel caso l' Europa cadesse in una profonda recessione.
Abbastanza per dare maggiore forza al timore della Borsa che Unicredit dovrà affrontare una massiccia ricapitalizzazione, secondo alcuni analisti tra 5 e 8 miliardi. A picco anche Banco Popolare (-5% a 2,39 euro), Ubi (-6,2% a 2,5 euiro), Carige (-6,8% a 0,31 euro), Popolare Milano (-6,2% a 0,4 euro), Bper (-5,6% a 3,4 euro) e Credem (-2,65% a 5,52 euro). E non è stata risparmiata Intesa Sanpaolo (-3,5% a 1,9 euro) che pure, con un indice Cet1 al 10,2% calcolato nelle peggiori ipotesi di recessione, è risultata tra le migliori banche d' Europa agli stress test.
«Il mercato intravede un rischio sistemico del settore bancario» sostiene un esperto del settore che preferisce l'anonimato, secondo cui «il timore è quello che dalle banche più solide a livello patrimoniale, siano drenate risorse a sostegno dei salvataggi di sistema, allargando quindi la portata del contagio».
«I problemi delle banche italiane sono essenzialmente due: la redditività sempre più ardua da ottenere in questo scenario di mercato con tassi rasoterra e la colossale massa di sofferenze che sommerge il settore», sostiene Stefano Gianti di Swissquote. In effetti, le banche italiane pur avendo registrato dati patrimoniali buoni, sono vittime del virus dei deteriorati: «Un terzo circa dei non performing loan europei pesa sulle banche italiane e rimane, oggi, un problema insoluto», aggiunge Gianti.
Il futuro delle banche italiane deve quindi passare da un graduale smaltimento delle sofferenze. E non solo da soluzioni dettate dall' emergenza come è avvenuto per Mps. Se è vero che il sistema sta salvando Rocca Salimbeni, garantendo la futura ricapitalizzazione da 5 miliardi e concorrendo a rilevare parte delle sofferenze del Monte al 33% del nominale, non è affatto detto che una simile e costosa soluzione possa essere replicata in futuro per altre situazioni che lo richiedessero. Insomma il salvataggio di Mps ha aperto la strada a una voragine di dubbi.
Senza considerare che anche l'esito della maxi-ricapitalizzazione di Mps non è così scontato. «Permangono incertezze sulle modalità della cartolarizzazione (delle sofferenze ndr)» commenta Luca Comi di Icbi. Non solo. Per l' analista l' aumento di capitale del Monte potrebbe risolversi con molto inoptato e quindi con il conseguente rischio di un elevato accollo da parte delle banche del consorzio di garanzia. Le quali probabilmente proporranno una struttura dell' aumento iper-diluitiva, così da assicurarsi un prezzo di sottoscrizione molto basso.
2 - CURARE LA POLMONITE CON L' ASPIRINA
Nicola Porro per “il Giornale”
Ieri le banche hanno ripreso a soffrire, eccome, in Borsa. Anche quelle, come Intesa, che sono state giudicate dai controlli europei (stress test) tra le più solide al mondo. Ciò avviene, per di più, all'indomani delle roboanti dichiarazioni di Matteo Renzi sul salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, la grande malata. I mercati hanno ripreso a non fidarsi più dell'Italia. Passare uno stress test conta poco: i rischi che ci riserva il futuro, come i cigni neri, non sono prevedibili da un modello statistico-matematico. Sono imprevedibili. Certo, essere bocciati a un test vuol dire essere messi male, già oggi.
Questi famigerati stress test sono dunque un termometro che misura la temperatura oggi, ma non la forza dei nostri anticorpi, come pretendono di fare. E allora cosa sta succedendo? Semplice: nessuno si fida del salvataggio di Mps. Le sue azioni, ieri, hanno tenuto solo perché si tratta di un titolo che non si può vendere allo scoperto, e la cui capitalizzazione è talmente ridotta (20 volte meno di Intesa) che i suoi movimenti sono determinati da pochi scambi.
Eppure, tutti dicono che Jp Morgan e Atlante hanno salvato la banca senese? Col cavolo. In un mondo, si veda Mediaset-Vivendi, in cui si stracciano persino i contratti firmati, qualcuno si fida forse del fatto che la banca d' affari americana tra sei mesi porti a Siena i cinque miliardi promessi, posto che non ha firmato alcuna garanzia vincolante?
Ci possiamo, al massimo, sperare. Non siamo in un mercato che vive di speranze; in sei mesi, il mondo cambia. Pensate che Jp Morgan abbia qualche obbligo morale con Renzi? Pazzi, se lo credete. Mps non è ancora al sicuro e quindi non è scongiurato il rischio sistemico per le nostre banche. Anche quelle che godono di migliore forma.
C'era un'alternativa? Certo. Invece di mettere in piedi questo cervellotico piano di salvataggio di cui nessuno si fida (che, nota Luigi Zingales, peraltro prevede aiuti di Stato) si sarebbe dovuto tagliare la testa all'orso, quello che tira giù i mercati borsistici: già che c'eravamo, fare un vero e proprio salvataggio di Stato.
Certo a Bruxelles ci vorrebbe un politico, non un degnissimo economista come Padoan, che non può certo rompere con le tecnocrazie da cui proviene e dalle quali ritornerà. Il rischio è che come dieci anni fa abbiamo sottovalutato la condizione delle nostre banche non ricapitalizzandole, mentre tutti gli Stati lo facevano, anche oggi commettiamo lo stesso errore di presunzione: ci ostiniamo a curare una polmonite con l' aspirina.