Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti – 111

Il cetriolo star - 8
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.


http://www.youtube.com/watch?v=0_kBxlmbAzs


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Però inizia dal 2018.


Zorprezinen


La cassa del Pd è in rosso, questo è il lascito della premiata ditta Dalemoni
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti – 112

Il cetriolo star - 9
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.





il Fatto 11.12.13
La Ditta lascia Renzi in rosso
Il sindaco trova un Pd forte ma senza soldi
Sposetti (Tesoriere Ds) “Non avrete la nostra cassa”

di Carlo Tecce

Ormai dismessa, e sconfitta, la “ditta” che fu di Pier Luigi Bersani lascia a Matteo Renzi un partito in rosso, ultima impronta cromatica che rimanda al passato.

Il tesoriere Antonio Misiani, in carica ancora per pochi giorni, mollerà la cassa in virtuale salute, ma fragile, molto fragile: 4 milioni di euro di passivo a dicembre, almeno 7-8 per l’anno prossimo, se passa la legge sui rimborsi elettorali, pronta a Palazzo Madama per l’estremo timbro.

Eppure il Partito democratico, pensato liquido e scoperto ben solido con 207 dipendenti, avrebbe parenti, non proprio lontani, estremamente ricchi: i Democratici di Sinistra, cancellati e milionari, che controllano un patrimonio valutato mezzo miliardo di euro. Circa 60 fondazioni locali, decentrate e autonome per non perire col debito di 200 milioni di euro verso le banche, gestiscono 2400 immobili e un centinaio di cimeli, libroni, reliquie, documenti, fotografie: cinquant’anni di sinistra e comunismo italiano.
I dirigenti che hanno perso e la cassaforte blindata
Il guardiano, tesoriere a vita, è il senatore Ugo Sposetti, mai convertito al renzismo: il contrario esatto.

Il giovane Pd, concepito da Democratici di Sinistra e Margherita di Rutelli, fu la conseguenza di un matrimonio con separazione dei beni.

E non sorprende, allora, ascoltare Sposetti pungente come sempre, definitivo come non mai: “Usano le sedi del Pci, nessuno li caccia: o mi sbaglio? Non possiamo toccare le vecchie proprietà perché abbiamo dei creditori e 23 stipendi da pagare. Se vendiamo è per ristrutturare”.

Sposetti-pensiero tradotto: non li sfrattiamo, ci dicano grazie. Con precisione chirurgica, aggiunge, e diventa serissimo: “I soggetti giuridici sono diversi. Non possiamo dare nulla a Renzi: il sottoscritto, però, il primo gennaio vuole la tessera”.

Con drammatica lungimiranza, in via del Nazareno, dove s’installa la macchina democratica, già s’intravedono i primi scatoloni. Non le prime rassegnazioni.

Il rosso nei bilanci non pare spaventare il segretario: ma la nuova gestione, la ditta fiorentina, dovrà trovare una soluzione.

Il promesso tesoriere, successore di Misiani, puntuale a far quadrare entrate e uscite (a ottobre liquidità di 12,5 milioni), era Lorenzo Guerini, ex sindaco di Lodi, ora portavoce di Renzi.

Guerini ha preferito sottoporsi alle torture dei giornalisti pur di non impazzire con la calcolatrice.

La deputata Maria Elena Boschi, nominata per le riforme fra i 12 in segreteria, annuncia cure dimagranti: addio consulenze, meno impiegati, zero sprechi. Non semplice. Perché soltanto le spese per il personale superano i dieci milioni di euro e la piccola Youdem di Chiara Geloni, devota a Bersani sino al patibolo, s’è ridotta per non sforare i 2 milioni.

Il destino di Youdem pare deciso: il segnale sarà staccato, o giù di lì. I renziani vogliono cambiare verso, dicono. Hanno pensato, presto, di traslocare dal Nazareno, troppi i 600.000 euro d’affitto.

Poi Renzi s’è accorto che il mercato romano non offre di meglio per 3.000 metri quadri, compresa la terrazza panoramica e l’attico per la sala stampa.


La nuova legge sui rimborsi e le donazioni dei privati
Il 2014 non sarà, forse, il momento per la volata a Palazzo Chigi. Più facile che sia l’anno, stavolta giusto, per il (finto) arrivederci ai rimborsi elettorali, scarnificati fino a scomparire nel 2017: -25% ogni anno rispetto ai 24,8 milioni pubblici incassati da Misiani lo scorso luglio.

I partiti dovranno sopravvivere con i contributi di società e privati sino a 300.000 euro e donazioni tramite Irpef (tassa sui redditi) del 2x1000.

Questa è la legge che ha sostenuto Enrico Letta e che Matteo Renzi voleva ancora più netta. Vuol dire che il segretario s’immagina un partito più leggero, più legato ai capitali privati, ai propri militanti. Senza scomodare l’immaginazione, però, adesso ci sono 207 dipendenti che aspettano risposte e un po’ di milioni da coprire. Ma non chiedete una mano a Sposetti. La vecchia ditta un po’ di rosso lo vuole mantenere.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti – 113

Il cetriolo star - 10
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.


Soldi ai partiti, Letta accelera su abolizione. Ma manca ancora la legge sulle lobby
Il testo varato dal governo entrerà a regime nel 2017. La sfida per Renzi sta proprio su questo aspetto sollevato anche da Grillo: vedere chi rinuncerà. Per il Pd è una questione non da poco, visto l'apparato costoso e qualche centinaio di dipendenti. Ma il vero punto resta un testo per regolare i finanziamenti alle forze politiche ed evitare il dilagare della corruzione: le norme nate sotto il governo Monti sono sepolte nei cassetti del Senato

di Sara Nicoli | 13 dicembre 2013Commenti (534)


Solo qualche settimana fa avevamo ricordato come la politica abbia sempre trovato il modo di disattendere la volontà dei cittadini, confermata dal referendum del ’93 indetto dai Radicali, sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti attraverso una serie di artifici linguistici che rimodellavano la forma lasciando intatta la sostanza del denaro pubblico elargito a pioggia sulle segreterie politiche. E avevamo anche riportato la notizia di un intervento della Corte dei Conti che aveva chiesto alla Consulta di dichiarare illegittime tutte le leggi sul finanziamento varate dal 1993 ad oggi, sempre in virtù della violazione della volontà popolare stabilita dal referendum. Questioni che, con altre, hanno indotto Enrico Letta a sbrigarsi a mettere mano a quello che il Parlamento, ma in particolare il Senato, non sembrava aver voglia di concludere. La legge approvata dalla Camera il 16 ottobre scorso, infatti, era stata insabbiata dentro la commissione Affari Costituzionali del Senato, bloccata dalla discussione (altrettanto inutile) sul cambio della legge elettorale, ora passato nella disponibilità di Montecitorio, e niente l’avrebbe fatta riemergere; il patto tra i rappresentanti della partitocrazia più pura e trasversale era chiaro: nessuna intenzione di privarsi della loro unica fonte di sostentamento. E di parassitismo.

Letta, dunque, ha mantenuto una parte della promessa fatta ad aprile, quella di metter mano ad un decreto per sveltire la pratica dell’abolizione che, comunque, entrerà a regime nel 2017 e fino ad allora i partiti continueranno a intascare il denaro pubblico sotto forma di rimborsi. La sfida che si apre, a questo punto, sta proprio su questo aspetto, messo in evidenza con una certa perfidia da Grillo, a caldo delle dichiarazioni di Letta. E cioè vedere quali partiti rinunceranno, fin da subito, anche alla parte di denaro che gli spetterebbe da qui al 2017.

Gli occhi sono puntati soprattutto sul Pd, l’unico partito che possiede ancora un costosissimo apparato e conta qualche centinaio di dipendenti. Le scelte di Renzi, insomma, sono nel mirino. Da una parte, infatti, c’è senz’altro la voglia, da parte del sindaco di Firenze, di azzerare un’era e aprire un nuovo capitolo della vita politica del Pd, rinunciando fin da subito ai 45 milioni di euro di rimborsi solo per l’anno in corso in modo – anche – da mettere a tacere Grillo e i suoi. Dall’altra, però, Renzi deve anche fare i conti con diversi posti di lavoro, non solo di quelli dell’apparato ma anche dei semplici dipendenti del Nazareno. Rinunciare a quei rimborsi significa licenziare fin da subito quasi 300 persone e questo nessun segretario appena eletto se lo può permettere, nonostante si sia appena all’inizio di quella che tradizionalmente viene definita “luna di miele” tra i neoeletti, l’apparato vecchio stile e i media. Renzi, probabilmente, annuncerà domenica, all’assemblea di Milano che lo incoronerà segretario, il tipo di soluzione che intende intraprendere; è il partito stesso, ora, a chiedergli chiarezza. Un messaggio trasversale, comunque, Renzi lo ha ricevuto nei giorni scorsi da parte dello storico tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti. Che senza tanti giri di parole gli ha detto: non pensare di poter prendere i soldi delle fondazioni, quelli sono soldi dei Ds: è un “tesoretto” di cui nessuno ti darà mai le chiavi, non ci contare proprio. La scelta, viste le premesse, è dunque difficile per Renzi, molto più di quanto si creda.

La vicenda, dunque, non si chiude qui, né si chiude oggi con la decisione del governo. Perché all’appello manca anche una fetta importante della torta dal punto di vista dell’ordinamento del sistema, ovvero una legge sulle lobby. Quella – per intendersi – che voleva varare il governo Monti e che istituiva l’elenco ufficiale dei lobbisti. Ebbene, quella legge doveva stabilire chi e come poteva far parte di un gruppo di pressione, regolava i rapporti tra le stesse lobby con le amministrazioni pubbliche, garantiva trasparenza dei contatti rendendo pubblica sul web ogni richiesta, dettava un codice di comportamento, punendo i trasgressori e persino chi dispensava regali oltre i 150 euro. Uno strumento importante che, però, è rimasto nei cassetti polverosi del Senato. Adesso, con l’abolizione del finanziamento ai partiti sarà bene che qualcuno lo faccia riemergere. Per evitare che all’abolizione del finanziamento corrisponda l’immediato dilagare della corruzione politica. Molto più di quanto si sia mai visto prima.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... by/812556/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Vox populi


Dr. Jek • 25 minuti fa −
ecco come far diventarei politici le put tane del lobbisti
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Sandro Buonomo • 37 minuti fa
hanno tolto finanziamento...............e state sempre a lamentarvi.....!!!!!!! SAPETE SOLO CONTESTARE .............. come bimbi capricciosi e vizziati
One other person is typing…Mostra 2 nuove risposte2 7 •Rispondi•Condividi ›


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emilioenza Sandro Buonomo • 20 minuti fa
che faccia intelligente che hai, lo si capisce anche dal commento
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arrivo io emilioenza • 17 minuti fa
lei per non mostrare la sua intelligenza, nasconde la faccia!
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Elettrociccio arrivo io • 12 minuti fa
Perché per dimostrare intelligenza non serve, basta sapersi esprimere........ma l'espressione facciale può dire molto in fatto di stụpidità.
Arrivi tu.......ma anche tu.......senza faccia!!
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emilioenza arrivo io • 12 minuti fa
anche lei
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sethi Sandro Buonomo • 24 minuti fa
Devi aggiungere per completezza: hanno tolto pure l'IMU..........e state sempre a lamentarvi.....!!!!!!! SAPETE SOLO CONTESTARE .............. come bimbi capricciosi e vizziati.

2014-2015-2016-2017 DEVI USARE IL FUTURO: TOGLIERANNO NEL 2017!!!
e probabilmente come per IMU c'è dietro la fregatura: BALLS OF STEEL colpisce ancora! E tu te le bevi ancora...
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Elettrociccio Sandro Buonomo • 30 minuti fa
Non hanno ancora tolto un cạzzọ, te stanno a cojọnạ'..........e ce caschi ancora (italiano medio=zero memoria)
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Fo Secondo Sandro Buonomo • 31 minuti fa
Direi che il provvedimento adottato in cdm risulta essere una discreta abolizione, se non una presa in giro visto la sentenza di pochi giorni fa in cui si sosteneva che il referendum del 93 era stato più volte violato adottando escamotage lessicali e raggiri d'occasione. Contestare si, ma se non legge le motivazioni a supporto, mi sembra che il suo commento sia superficiale in larga parte. E mi fermo qui.
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aureliano2 • 40 minuti fa
ma come mai il gabibbo invece di delirare come al solito, non ci racconta cosa ha mandato a fare secchi dal banana?
I suoi elettori sono ansiosi di conoscere i termini degli accordi.
E sicuramente anche i suoi parlamentari.
Difficilmente avranno parlato del finanziamento pubblico ai partiti.
Facilmente avranno toccato l'argomento del finanziamento privato al conto corrente del gabibbo.
E allora facci sapere gabibbo dalla famosa casa di vetro: quanto valgono i tuoi elettori? E quanto vale in euro tutto il movimento?
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arrivo io aureliano2 • 16 minuti fa
Becchi, non secchi. Un nome un programma.
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Fo Secondo aureliano2 • 26 minuti fa
Ma ha timore di inserire nomi o sta cercando di farci ridere?
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aureliano2 Fo Secondo • 24 minuti fa
legenda:

Gabibbo= Grillo
Banana=Berlusconi
movimento= Movimento 5Stelle
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Fo Secondo aureliano2 • 22 minuti fa
Allora sta cercando di farci ridere. Grazie.
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aureliano2 Fo Secondo • 21 minuti fa
bravo, ridi felice, siete all'incanto.
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Elettrociccio aureliano2 • 22 minuti fa
Ha, ecco.......lo stupidario dei PDoti!!!
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aureliano2 Elettrociccio • 22 minuti fa
tu invece me pari galileo!
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Guest aureliano2 • 27 minuti fa
Ma si vergogna di inserire nomi o cerca di farci ridere?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti – 114

Uomini contro - 14



Training autogeno

(Massimo Gramellini).
13/12/2013 di triskel182


Disordini al confine di Ventimiglia, bombe carta all’università La Sapienza, minacce di morte a una sindacalista che si rifiuta di aderire al movimento dei forconi. E poi il leader di un grande partito che chiede le dimissioni del Capo dello Stato e il leader di un altro che dichiara: se mi arrestano ci sarà la rivoluzione. Chiunque scorra lo scarno notiziario di giornata sarà portato a pensare che l’Italia sia seduta sull’orlo di una guerra civile. Chiunque, ma non un italiano. In lui prevale sempre la sensazione, e la tentazione, dell’accomodamento. Da noi le parole volano grosse ma pesano poco e le conseguenze dei gesti non sono mai inesorabili né tantomeno definitive.

C’è un’atmosfera cupa in giro: i tartassati se la prendono con i garantiti, i garantiti con gli evasori e tutti vogliono mandare a casa i politici, ma a casa di chi? La stragrande maggioranza gradirebbe tornare subito al voto con qualunque sistema, anche quello delle assemblee di condominio, pur di sciogliere questa cappa insopportabile. Renzi piace per gli stessi motivi che inducono Crozza a sbertucciarlo: fa training autogeno ai depressi e sparge ottimismo da tutti i nei. Il nostro resta un Paese di rassegnati al peggio che non vedono l’ora di tuffarsi sul lieto fine, a costo di prendere una panciata. Gli italiani sono incarogniti, e con molte ragioni, eppure quando posano il forcone o la tastiera fumante del computer invocano parole di speranza ed esempi positivi. Basta davvero poco per bruciarli, ma basta ancora meno per riaccenderli. (Faccio un po’ di training autogeno anch’io…).

Da La Stampa del 13/12/2013.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti – 115

Il cetriolo star - 11
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.


Come mai i tricolori amano i supercetrioloni???

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«Abolito finanziamento partiti
Potere in mano ai cittadini»

http://www.unita.it/?refresh_ce


E' il caso di dire che gli italiani meritano di essere trattati in questo modo, come degli scemi strutturali a credere a queste maxi baggianate........Il potere in mano ai cittadini.

Ma come si fa ad avere un pelo sullo stomaco di questi tipo nel fottere il prossimo.

Eppure sono anche cattolici!!!!

Il Papa dovrebbe scomunicarli.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti – 116

Uomini contro - 15



Lombardia, rimborsi irregolari per mezzo milione contestati a ex consiglieri
regionali Pdl e Lega
La Corte dei conti: spese personali ed estranee a mandato

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-4


1. Regione Piemonte, Cota si fa rimborsare un paio di mutande. Ce l ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Cattiverie‎
2 giorni fa - Regione Piemonte, Cota si fa rimborsare un paio di mutande. ... L'effetto Mozart è un mito: “Studiare musica non rende più intelligenti” • Forconi ...


2. Torino: in consiglio regionale il M5S porta scontrini e mutande - Video
video.corriere.it/...mutande/da94e5d8-61bd-11e3-9835-2b4fbcb116d9‎
3 giorni fa - Torino: in consiglio regionale il M5S porta scontrini e mutande: ... con fondi pubblici per cui il presidente della Regione, Cota, è indagato.


Appalti truccati e tangenti, arrestati un sindaco e tre assessori - Il ...
http://www.ilgiorno.it › Monza Brianza‎
2 giorni fa - Monza, 11 novembre 2013 - Un sindaco di un comune del Mil


1. Notizie Monza Brianza - Il Giorno
http://www.ilgiorno.it/monza/‎
Il Giorno - Monza Brianza: news e ultime notizie in tempo reale. ... Chiede tangente da 14mila euro per una certificazione: arrestato tecnico della Provincia.



E’ difficile pensare che gli italiani non scendano in piazza
Ultima modifica di camillobenso il 14/12/2013, 19:22, modificato 1 volta in totale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti – 117

Il cetriolo star - 12
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.



Vero o falso? Non lo sapremo mai.

L’occhiello de” Il Fatto Quotidiano” di oggi riporta:

Renzi aveva promesso una “sorpresina” per domani sui soldi ai partiti.
Letta gliel’ha rovinata per decreto. Ora tocca al segretario Pd: che si inventerà?


Non sapremo mai se quanto riporta Il Fatto sia vero o meno. Solo Ghe pensi mi 2.0 domani può chiarirlo.

Potrebbe dire anche che quella non era la “zorpresinen” e tirare fuori qualcos’altro per non fare brutta figura.

Che sia quella o meno la “zorprezinen”, rimane il fatto che Maria Antonietta Letta, ha scelto questo tema per accontentare Matteuccio, perché al popolo boccalone dei maxi cetrioloni, questa proposta piacerà senz’altro. Con quali conseguenze, se si cade dalla padella alla brace, poco importa.

L’importante è far credere, come riportava ieri l’Unità.it:

«Abolito finanziamento partiti
Potere in mano ai cittadini»

http://www.youtube.com/watch?v=oy7rgG-v_8E

I vecchietti renziani over ’80 di queste parti, stamani erano partiti in quarta a sparare a zero contro Maria Antonietta, come sempre. Mettendo in evidenza “la cazzata” del premier. Non avevano compreso che la sollecitazione rapida era opera di Matteuccio loro, di due giorni fa al premier.

I giochi democristiani non finiscono mai
erding
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da erding »

«Abolito finanziamento partiti
Potere in mano ai cittadini»



1. I partiti e i movimenti politici ai quali, alla data di entrata in vigore della presente legge,
è riconosciuto il finanziamento pubblico ai sensi della legge 6 luglio 2012, n. 96,
e della legge 3 giugno 1999, n. 157, in relazione alle elezioni svoltesi anteriormente alla data di entrata in vigore
della presente legge, il cui termine di erogazione non è ancora scaduto alla data medesima,
continuano ad usufruirne nell'esercizio finanziario in corso e nei tre esercizi successivi, nelle seguenti misure:

a) nell'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge,
il finanziamento è riconosciuto integralmente
;

b) nel primo, nel secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge,
il finanziamento è ridotto nella misura, rispettivamente, del 25, del 50 e del 75 per cento dell'importo spettante.

Da Facebook:
Erri De Luca
Fine dei soldi pubblici ai partiti. Da subito? No, dopo la prossima olimpiade.

Mario Z
Il cittadino "normale" può detrarre, dalle spese mediche il 19%.
Il cittadino che "donerà" 20000 euro ai partiti potrà detrarre il 37%.
Come cittadino, più che detrazione, lo chiamerei RICICLAGGIO

Continuano a prenderci per il c...
erding
Messaggi: 1188
Iscritto il: 21/02/2012, 22:55

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da erding »

Spese folli, la grande abbuffata delle Regioni. Indagini in tre su quattro

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 dicembre 2013

Sedici su venti. Da nord a sud. A destra, centro e sinistra. Ben più della metà dei consigli regionali italiani è finito in un’inchiesta della magistratura o della Corte dei Conti per spese folli e scontrini impossibili. Le quattro eccezioni sono Veneto, Abruzzo, Toscana e Trentino Alto Adige (sfiorate da altre indagini, ma non sui rimborsi allegri). Ecco le cifre e i casi più clamorosi.


VALLE D’AOSTA

L’indagine va verso la chiusura. La Guardia di finanza ha consegnato alla procura gli ultimi atti dell’inchiesta sui rimborsi del Consiglio regionale. Ora la palla passa al procuratore capo Marilinda Mineccia che deciderà quali consiglieri indagare e quali archiviare. Ancora non c’è una stima delle spese rimborsate ingiustamente, ma si ipotizzano già il reato di peculato e di finanziamento illecito ai partiti politici nei confronti di sei gruppi: Union Valdotaine, Federation autonomiste, Stella Alpina, Pdl, Alpe e Pd. Le indagini erano iniziate più di un anno fa a partire dalle spese sospette del Partito democratico per l’acquisto di alimenti e premi per la Festa Democratica, oltre che sul pagamento dei contributi dei consiglieri. Ad agosto la sezione di controllo della Corte dei conti ha diffuso un rapporto sui rimborsi ai gruppi consiliari nel 2012: 101.236 euro per l’Alpe, 40,5 mila alla Federation Autonomiste, 81 mila per il Pdl, quasi 61 mila per il Pd, 81 mila pure per “Stella alpina” e ben 236.217 euro all’Union Valdotain.

PIEMONTE

Si sono fatti rimborsare il tosaerba, i campanacci per i bovini, le consolle per i figli. Qualcuno è andato oltre: Roberto Boniperti (Gruppo Misto) ha presentato una fattura da oltre 9mila euro tra gadget fascisti e busti di Mussolini. Poi c’è il regalo di nozze fatto dal presidente Roberto Cota (Lega) all’assessore Michele Coppola. Il governatore s’è pure comprato mutande verde leghista a Boston ma si è giustificato dando la colpa alla segretaria, colpevole di non aver separato le ricevute. Dalle migliaia di pagine dell’indagine sulla “Rimborsopoli” piemontese, chiusa dopo circa un anno di attività della guardia di Finanza e della procura, emerge di tutto. I consiglieri indagati sono 43 su 60 eletti. Sono quasi 2 milioni di euro, le spese incongrue fatte rimborsare dai politici coi soldi pubblici. Il più spendaccione? Michele Dell’Utri del gruppo monoconsigliere “Moderati”: si è fatto restituire 190 mila euro destinati a sondaggi telefonici sulla popolazione. A ruota segue Michele Giovine dei “Pensionati per Cota”: ha ottenuto 144 mila euro facendosi rimborsare spese per la compagna, la sorella, la madre e il padre. Che genere di spese? Multe, carburante, medicine, cosmetici, biglietti per teatro o per Juventus-Milan e altro ancora. Dulcis in fundo, di nuovo Cota, il governatore leghista che voleva tagliare i costi della politica e invece si è fatto rendere più di 25 mila euro. Tra le sue spese moltissime cene: cinque in una sola sera, adesempio. Oppure caffè presi a Torino mentre lui era a Bruxelles. E i regali per altri matrimoni, oltre a quello dell’assessore Coppola. E ancora: 1.500 euro di eleganti penne da regalare in occasioni ufficiali, 530 euro di foulard per portavoce e cravatte per collaboratori e autisti, e un libro antico per Giulio Tremonti.

LIGURIA

Mutandine di pizzo, cibo per gatti, cento animali in ceramica, soggiorni alle terme e altro ancora. Sono le spese dei consiglieri liguri emerse finora. Per il momento gli indagati dalla Procura di Genova per i rimborsi gonfiati sono 11, ma gli inquirenti sono ancora al lavoro: nei primi giorni di novembre la guardia di Finanza ha acquisito documenti di Pd, Lega Nord, Sel, FdS e delle liste civiche Noi con Burlando e Liguria Viva. I tronconi delle indagini sono due. Il primo vede indagati per peculato quattro consiglieri dell’Idv: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa (passati a Diritti e Libertà), Stefano Quaini (passato a Sel) e Maruska Piredda. A marzo è stata la volta di cinque consiglieri legati del centro-destra: Luigi Morgillo, Alessio Saso e Franco Rocca (Pdl), Aldo Siri (Lista Biasotti) e Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto). Infine due indagati dell’Udc: Marco Limoncini e l’ex presidente del consiglio Rosario Monteleone, che si è dimesso a ottobre proprio in seguito allo scandalo. I due centristi hanno prelevato 189 mila euro in contanti dai conti del gruppo, metà dei quali sarebbe sparito senza giustificativi.

LOMBARDIA

A Milano il condominio con il più alto numero di indagati nel 2012 è stato il Pirellone, sede del governo lombardo. Per vari reati diversi, dal presidente Roberto Formigoni al presidente del consiglio regionale Davide Boni (Lega), ma molti accomunati dall’indagine sui rimborsi spese: complessivamente 62 consiglieri hanno “truccato” gli scontrini per circa due milioni di euro.

Il più creativo è stato l’ex capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli che, dopo aver pagato il pranzo di nozze della figlia a carico della Regione e aver fatto avere una consulenza al neogenero con la licenza di terza media, ha tentato di giustificarsi così: “Tutta colpa di mia moglie, ma ora mi separo”. Nicole Minetti spese oltre diecimila euro in sushi e Renzo Bossi il Trota, non contento dei “contributi” delle casse leghiste, è riuscito a farsi rimborsare qualunque cosa. Anche i cioccolatini.

FRIULI VENEZIA GIULIA

La Procura di Trieste indaga su oltre venti consiglieri regionali, con l’ipotesi di peculato. A quanto risulta dalla documentazione contabile acquisita dalla guardia di Finanza, nel solo 2011 gli otto gruppi consiliari avrebbero speso una cifra pari a 2,7 milioni di euro. Tra le voci di spesa difficilmente riconducibili all’attività politica, documentate da scontrini e ricevute, ci sono richieste di rimborsi per pranzi, cene, viaggi e pernottamenti. Al capogruppo Pdl Alessandro Colautti, per esempio, sono contestati una cena da 58 euro a San Valentino, un soggiorno in Austria da 403 euro, 98 euro pagati per il parcheggio a Udine, 123 per una notte a Parigi e – udite udite – 35 per la pulizia del cane. Le indagini coinvolgono anche cinque consiglieri dell’attuale legislatura, presieduta da Debora Serracchiani.

EMILIA ROMAGNA

Beccati non una ma ben due volte a farsi rimborsare un po’ di tutto. Dai 30 euro che Silvia Noè (Udc) ha speso per un regalo al figlio dell’assessore Gian Carlo Muzzarelli, agli 8.000 euro che nel 2010 il Pd pagò per zamponi e panettoni, fino ai 50 centesimi che Thomas Casadei (Pd) s’è fatto restituire dopo aver usato un wc pubblico a gettoni. Marco Monari, capogruppo del Pd fino allo scandalo ‘spese pazze’, per esempio, avrebbe pagato 500 euro per una penna e, assieme a Roberto Montanari (Pd), 1.700 euro per un viaggio ad Amalfi. Soldi pubblici. Sia Matteo Riva, gruppo misto, sia l’ex capogruppo Pdl, Luigi Giuseppe Villani, poi, avrebbero tentato di mettere a rimborso gioielli di Tiffany: a Riva i revisori dei conti dissero che le due collane da 120 euro doveva acquistarle di tasca propria, mentre il gioiello da 480 euro attribuito a Villani fu pagato dai contribuenti. E poi ci sono le cene. Recordman è il pidiellino Luca Bartolini, che al ristorante ha speso 44.000 euro in 19 mesi, seguito da Villani, 43.000 euro, e da Monari, che avrebbe pasteggiato in locali come il San Domenico di Imola, due stelle Michelin, le Calandre, 340 o 689 euro a cena, o la Rosetta, 423 euro, spendendo in totale circa 30.000 euro. Ma anche i 20.000 euro per le auto blu, tra giugno 2010 e agosto 2011, del consigliere Vasco Errani, che avrebbe a disposizione, come presidente della Regione, un’auto 24 ore al giorno, sono al vaglio della Procura di Bologna, che ha iscritto nel registro degli indagati tutti e nove i capigruppo dei partiti eletti.

UMBRIA

La corte dei Conti ha controllato i bilanci 2012 dei singoli gruppi della Regione e ha scoperto i partiti hanno speso un milione e mezzo. In particolare su collaboratori co. co. pro che in realtà non erano indicati. Poi le ormai solite spese: fatture per cene, alberghi ed eventi vari. Il presidente del consiglio regionale, Eros Brega, è inoltre imputato per peculato, falso ideologico, calunnia e concussione per la gestione dei fondi devoluti per gli Eventi Valentiniani nel periodo compreso fra il 2000 e il 2004, quando era assessore alla Cultura a Terni. Brega ha chiesto e ottenuto il rito immediato.

MARCHE

Sono 42 i consiglieri (di tutti i partiti) sotto inchiesta per peculato. Le spese folli dei gruppi regionali ammontano a un milione di euro complessivi per il 2011 e il 2012. Soldi per ristoranti, telefoni, viaggi, ritiri spirituali. C’è addirittura chi ha fatto beneficenza privata con i rimborsi pubblici. Un consigliere del Pdci, Raffaele Bucciarelli, ha acquistato un manuale erotico da 16 euro e si è giustificato affermando di averlo fatto in quanto “fondatore della commissione pari opportunità”. Erminio Marinelli, unico consigliere del gruppo “per le Marche”, ha avuto la geniale idea di farsi rimborsare l’organizzazione di un congresso sulla sanità regionale che si sarebbe tenuto il 31 dicembre 2012, tra un fuoco d’artificio e l’altro.

LAZIO

Non c’era solo “Batman” Fiorito e il Pdl: l’ultima inchiesta sui rimborsi nella Regione Lazio parte dalla Procura di Rieti e riguarda il Pd. L’indagine si concentra sui 2 milioni di euro rendicontati dal gruppo Pd alla Regione Lazio, le accuse variano dal “falso” al “peculato”, e nel registro degli indagati – nell’inchiesta condotta dal procuratore Giuseppe Saieva – sono stati iscritti quattro politici e 10 imprenditori: parliamo del tesoriere regionale del Pd, Mario Perilli, del sindaco di Fiumicino (all’epoca capogruppo in Regione) Esterino Montino, dell’ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini e infine di Enzo Foschi, oggi capo della segreteria del sindaco di Roma. Nel mirino degli inquirenti spese ingenti che riguardano televisioni e giornalisti, compensi per collaboratori, circa 700mila euro per stampa e manifesti, spese d’albergo e noleggio auto, bar e ristoranti. Tra le cifre sospette ben 4.500 euro spesi in un’enoteca. Lo scandalo Pd segue di oltre un anno quello del Pdl che ha visto come protagonista il “federale di Anagni” Franco Fiorito, condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi con l’a ccusa di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dei fondi del gruppo del Pdl. Fiorito – sostiene l’accusa – ha usato il denaro del gruppo per acquistare auto, case e vacanze in Costa Smeralda. L’inchiesta della Procura di Roma è alle battute finali e tra gli indagati c’è anche Carlo De Romanis, famoso per le feste in maschera nella capitale, che deve rispondere dei finanziamenti all’Associazione giovani del Ppe. Indagato anche l’ex tesoriere dell’Idv, Vincenzo Maruccio, che avrebbe speso oltre 100mila euro in preda al vizio delle slot machine.

CAMPANIA

Sono 53 i consiglieri regionali indagati dalla Procura di Napoli. L’accusa per tutti è di peculato. Gli inquirenti hanno ricostruito le modalità di spesa, per 2,5 milioni di euro, nel biennio 2010-2012. Anche in questo caso l’inchiesta – condotta dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Giancarlo Novelli – ha setacciato migliaia di scontrini e fatture, ricomponendo il puzzle dei rimborsi. Come spendono i consiglieri campani i nostri soldi? Cialde di caffè, sigarette, sfogliatelle, addirittura tintura per capelli. Il Pdl ha speso 11mila euro tra bar e pasticcerie con frequenti salti in enoteca per acquistare vini di qualità. C’è poi un’uscita che lascia senza parole: 190 euro, destinati ai rimborsi, sono stati utilizzati per ripianare un furto dalla cassa del gruppo Pdl. Il nuovo Psi ha acquistato occhiali da vista, farmaci e anche una Barbie. E poi le irrinunciabili cene e decine di cd e dvd. Nel gruppo misto hanno pensato di pagarsi anche la tassa sulla spazzatura, la Tarsu, e dagli atti della guardia di Finanza è possibile ricavare la speciale classifica tra partiti: al primo posto, per l’utilizzo irregolare dei fondi, si piazzano Idv e Udeur – a pari merito – con il 95 per cento delle spese sospette. Segue il Nuovo Psi, con il 91 per cento. Al quarto posto c’è il Pdl, con l’89 per cento, che deve spiegare agli inquirenti come ha speso 728mila euro. Nell’indagine sono coinvolti anche tre parlamentari: il senatore Domenico De Siano (Pdl), la deputata Eva Longo (Pdl) e il collega Pd Umberto Del Basso De Caro. Il Presidente della Regione, Stefano Caldoro non risulta nell’elenco degli indagati.

MOLISE

Nel fascicolo dell’inchiesta della Procura di Campobasso, sui rimborsi della Regione Molise, si analizzano centinaia di fatture e ricevute riferite agli anni tra il 2009 e il 2011. Non ci sono solo gelati, pizze, cd, regali, pranzi e cene al ristorante. Tra le spese fatte con i soldi pubblici dai 30 consiglieri del piccolo Molise c’è anche chi avrebbe messo in nota spese del gruppo il rimborso di uno spettacolo di lap dance in un locale notturno della Capitale. L’indagine – condotta dal procuratore Nicola D’Angelo – coinvolge molti consiglieri in carica nel biennio preso in esame, che devono rispondere di un “buco” che secondo le Fiamme gialle supera i 2 milioni di euro l’anno. Reati ipotizzati: appropriazione indebita e peculato.

BASILICATA

È l’aprile 2013 quando la Procura di Potenza ordina gli arresti domiciliari per tre assessori Vincenzo Viti (Pd), Rosa Mastrosimone (Idv) e Nicola Pagliuca (Pdl). Per altri 8 consiglieri ottiene il divieto di dimora. La “rimborsopoli” lucana conta 48 indagati. L’inchiesta porta alle dimissioni dell’ex governatore Vito De Filippo e dell’intera giunta. La procura sequestra 170 mila euro. Tra le giustificazioni più surreali spicca quella di Vincenzo Ruggiero (ex Udc): 15 mila euro spesi per le presunte prestazioni di una “collaboratrice” che, secondo l’accusa, non sembrano collegate ad “attività lavorative”. Interrogata, la donna racconta di aver eseguito il suo lavoro direttamente a casa di Ruggiero e di aver tenuto segreta la collaborazione al marito. Alla fantasia non c’è limite. Rosa Mastrosimone ha allegato 105 ricevute fiscali dello stesso ristorante: il gestore, però, dichiara di non averla mai vista. Il capitolo pasti è, come sempre, il più variegato: ricevute alterate negli importi, casi clamorosi di ubiquità, con consiglieri che, mentre erano in viaggio a Roma, pranzavano a Matera. Le ultime elezioni in Basilicata hanno registrato la più bassa affluenza di sempre: ha votato soltanto il 48 per cento degli elettori. E nelle urne, all’interno della scheda, molti hanno infilato per protesta uno scontrino.

CALABRIA

La “rimborsopoli” calabrese conta tredici indagati: sei politici di centrosinistra e sette di centrodestra. La somma nel mirino degli investigatori, in un totale di diversi milioni di euro utilizzati dai consiglieri, oscilla tra i 600 mila e il milione di euro spesi illecitamente. Tra i nomi eccellenti troviamo l’ex governatore del Pd Agazio Loiero e il senatore (eletto con Grande Sud, ora nel Ncd) Giovanni Bilardi. Le accuse spaziano dal peculato al falso alla truffa. E tra fatture e scontrini è emerso di tutto. Un biglietto per assistere a uno spettacolo di lap dance, per esempio, e un tagliando del gratta e vinci. E soprattutto viaggi ingiustificati sia all’estero sia in Italia. C’è persino chi ha affittato un intero pullman a Chianciano. Una gran voglia di condividere, insomma, che porta un singolo consigliere a rendicontare ben 66 coperti in un solo ristorante e in solo giorno. Non è l’unico: la Finanza registra scontrini per ripetuti pranzi per comitive da 20 fino a 25 commensali. E poi i vini, con fatture che passano dai 30 ai 780 euro. Tra le spese spacciate per “attività consiliare” anche materiale elettrico acquistato nei ferramenta e l’arredo bagni e detersivi. Poi il “rimborso” per le bollette della Tarsu. E, se non bastasse, persino una multa della polizia stradale. Che tanto si può dire “andavo a un appuntamento di lavoro”.

PUGLIA

Non ci sono indagini della Procura sulle spese del consiglio regionale presieduto da Vendola. Ma il rapporto della Corte dei Conti ha portato alla luce una condotta tutt’altro che edificante. Nel 2012, 9 degli 11 rendiconti presentati dai gruppi sono risultati essere irregolari. Consiglieri e assessori, tanto a destra quanto a sinistra, non hanno risparmiato le richieste di rimborso nemmeno per caffè, bottigliette d’acqua, cornetti e cappuccini. Spiccano gli 800 euro di panettoni rimborsati al gruppo I Moderati e Popolari, le richieste del Pdl per gli abbonamenti a Gazzetta, Corriere dello Sport e Tuttosport e le sponsorizzazioni dell’Udc ad alcuni tornei di calcetto.

SICILIA

A fine 2012 l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio (Pdl), si è presentato spontaneamente in procura per consegnare la documentazione contabile del consiglio regionale. Solo in quell’anno, i gruppi del parlamentino siciliano hanno speso 12,6 milioni di euro. I magistrati indagano sui capigruppo Antonello Cracolici (Pd), Giulia Adamo (Pdl), Francesco Musotto (Mpa) e Rudy Maira (Pid) per spese non istituzionali o ingiustificate. Tra le fatture, i pm hanno trovato anche l’acquisto di auto e i regali di nozze.

SARDEGNA

In Sardegna le inchieste sono due. L’ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Mario Diana, è finito in carcere in custodia cautelare per aver distratto circa 250 mila euro di fondi pubblici e aver utilizzato decine di migliaia di euro per incontri e dibattiti non attinenti – secondo la procura – all’attività politica. In carcere anche Carlo Sanjust (Pdl) che si sarebbe appropriato di 23 mila euro pubblici per pagare le spese del suo matrimonio e altri 27 mila euro destinati a corsi di formazione. L’inchiesta-bis riguarda altri 38 consiglieri regionali di Pdl, Udc e Pd (tra cui anche Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del centrosinistra). In tutto, ad oggi, risultano indagati complessivamente 53 consiglieri sardi (alcuni ancora in carica).

di Loredana Di Cesare, Andrea Giambartolomei e Tommaso Rodano

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ta/813519/


Intanto... il debito pubblico in continuo aumento a fronte di servizi sempre più scadenti.
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