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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 468
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 8:05
da Amadeus
mi sa che sei rimasto l'ultimo a reggere Santoro... :lol: 8-)

io facevo zapping durante la pubblicità ( c'era il film EMPEROR su rai3 ) e una volta ho beccato Sgarbi ( puah) e una volta ho beccato Santoro che parlava di Dudù della Pascale e della mancanza di altre signorine...voleva essere spiritoso ma era di uno squallore assoluto.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 12:28
da camillobenso
Amadeus ha scritto:mi sa che sei rimasto l'ultimo a reggere Santoro... :lol: 8-)

io facevo zapping durante la pubblicità ( c'era il film EMPEROR su rai3 ) e una volta ho beccato Sgarbi ( puah) e una volta ho beccato Santoro che parlava di Dudù della Pascale e della mancanza di altre signorine...voleva essere spiritoso ma era di uno squallore assoluto.

La saturazione da talk, è un fenomeno assai diffuso da queste parti.

Come non dargli torto.

Da quando sono comparsi in Tv, nell’ultimo ventennio, alla fine hanno ottenuto l’effetto opposto.

La grande fuga dei fruitori di notizie politiche.

L’anamnesi porta inevitabilmente ad individuare nella presenza costante dei politici la genesi profonda della malattia.

La ripetizioni continua di parole che alla fine si sono dimostrate vuote, portano alla saturazione.

Quello che i politici non hanno compreso, forse neppure i loro spin doctor, è che la televisione già di per sé è un animale dinamico.

Ha bisogno in continuazione di cose nuove da dare in pasto al suo pubblico.

Anche i programmi più fortunati e meglio riusciti, hanno sempre bisogno di ritocchi nel corso di una stagione.

In modo particolare possiamo osservare Crozza. Certe imitazioni riuscitissime creano attesa. Ma il comico genovese non insiste oltre la terza imitazione di fila. Poi alterna e riprende più in là il personaggio.

Buone le imitazioni, su Bossi e Maroni, oppure su Napolitano, o Brunetta. Ma se fosse una costante, anche lui riuscirebbe alla fine a stancare. Siamo fatti così.

Da qui l’intelligenza e la conoscenza della scienza della comunicazione del Kojak della Lanterna, che lo spinge ad alternare i vari personaggi.

Non è così per talk politici. Vent’anni di “Uffa che barba, uffa che noia che barba, che noia”

Meglio la presenza dei giornalisti, anche se in parte sono il braccio armato dei politici.

Anch’io mi annoi a morte ad ascoltare sempre le stesse promesse da marinaio dei politici, ma da buon masochista, come ripeto sempre da queste parti, pur facendomi il fegato grosso come il gozzo dei rospi, li osservo per capire cosa sta accadendo.

Negli ultimi 11 giorni la protesta che si sta piano piano trasformando in rivolta è entrata a forza nei talk.

In quelli giornalieri il più attento al fenomeno è Gerardo greco di Agorà.

Ieri sera però il tema non è sfuggito a San Toro, perché in queste cose ha fiuto.

La presenza di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo è stato già un buon motivo di ascolto, perché da Rizzo e Stella non sono mai uscite stupidate tutte le volte che sono comparsi in Tv.

E’ un balsamo in mezzo a questa morta gora avvilente.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 13:28
da camillobenso
Sfascisti - 136


……..Salutame a soreta - 4
http://www.youtube.com/watch?v=zpYjZPRH_ac


Portoni girevoli
(Massimo Gramellini).
20/12/2013 di triskel182


Com’è volgare e sessista la tempesta che si è abbattuta su Marianna Madia, fresca responsabile del lavoro nel Pd renziano, che alla sua prima uscita ha sbagliato portone e anziché dal ministro del Lavoro si è fatta ricevere da quello dell’Industria.

Entrambi i ministeri si trovano in via Veneto: è facile sbagliarsi, anche perché si tratta di una via piuttosto lunga. A noi risulta che Madia, sedutasi davanti a Zanonato (Industria), lo abbia immediatamente riconosciuto come tale. Secondo Il Tempo, invece, la laboriosa democratica avrebbe animatamente discusso con Zanonato della sua materia (sua della Madia) e si sarebbe accorta dell’equivoco solo quando il titolare dell’Industria ha pronunciato la più italiana delle frasi «Non è di mia competenza»: in questo caso con qualche ragione. Zanonato l’avrebbe quindi accompagnata alla finestra: «Il ministero del Lavoro è dall’altra parte della strada. Hai sbagliato indirizzo». E ministro: quello giusto si fa chiamare Giovannini.

È da ieri che la Rete, sadica, si sganascia dalle risate. Una mortificazione immeritata: Madia ha ricevuto da Renzi la delega al Lavoro, non ai navigatori satellitari. Non è tenuta a orientarsi tra i palazzi del potere: che poi, si sa, sono tutti uguali. Ad aggiungere confusione ulteriore, il ministero del Lavoro adesso si chiama «del Welfare», chiaramente per fare un dispetto a lei. E poi, in un Paese dove il direttore di un carcere non si accorge di avere tra i detenuti un serial killer, Madia si è invece subito resa conto che Zanonato era Zanonato. Non sapeva cosa ci facesse lì, è vero. Ma qualche volta, a giudicare dai risultati del governo, non lo sappiamo nemmeno noi.

Da La Stampa del 20/12/2013.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 18:34
da camillobenso
Sfascisti - 137


……..Salutame a soreta - 5
http://www.youtube.com/watch?v=zpYjZPRH_ac



Se i mangia patate si trovassero nelle nostre condizioni la Germania sarebbe già crollata tutta quanta in soli 15 giorni. Lo aveva raccontato un responsabile delle vendite di una ditta di macchine utensili tedesco nel 1974, quarant’anni fa, in visita ad una filiale milanese.

Era basito da come viaggiavamo in mezzo al caos senza scomporci più di tanto.

E non aveva ancora visto niente, perché pur nel procedere incerto di quegli anni la situazione economica non era assolutamente paragonabile a quella di oggi.

Quando ordinavi prodotti vari per le aziende, dovevi aspettare 120 gg per la consegna.

Oggi è l’esatto contrario, non c’è lavoro.

L’assetto sociale era più difficoltoso, perché eravamo in piena “Notte della Repubblica”, le Br erano in azione, e nelle strade rossi e neri si scontravano continuamente.

La piccola e media borghesia però non erano state scientificamente distrutte come ora. Questo è un pericolo per la tenuta sociale.

Questa settimana i “Forconi”che il Corriere ieri ha definito “moderati” hanno trovato la solidarietà della titolare della “Grappa Nonino”, una donna, che per quanto visto in televisione per il momento ha dato dimostrazione di buona capacità manageriale, e di una buona visione sociale.

Anche Squinzi, l’altro giorno ha mostrato comprensione per il movimento dei Forconi, anche se in quel movimento ci sta dentro di tutto.

Evidentemente fa riferimento a quelle imprese che non ce la fanno più.

Quelle imprese che non hanno santi in paradiso, che tradotto dal politichese significa che non fanno parte delle lobby che hanno condizionato questa legge di stabilità, e non solo, e non vedono in questa legge finanziaria che ci siano elementi per una minima di sopravvivenza.

Lettanipote non ci fa mancare assolutamente niente del berlusconismo. Balle, balle, balle.

E’ convinto che se ce l’ha fatta Berlusconi a fottere gli italiani, può farcela anche lui. E’ convinto, malgrado, si sta registrando un risveglio, che il popolo italiano sia strutturalmente stupido.

Basta raccontargli quattro balle in croce e tutto si aggiusta.

Durante l’estate e ad inizio autunno, raccontava che la recessione stava per finire e che dovevamo agganciarci alla ripresa. Napolitano gli teneva bordone raccontando che tutto doveva rimanere fermo per usufruire della ripresa.

Berlusconi all’inizio del 2011, ha raccontato per due volte che la crisi in Italia non c’era che ristoranti, alberghi, luoghi di villeggiatura erano pieni, e che bisognava prenotare per prendere un ‘aereo.

NapoLetta hanno fatto la stessa cosa usando altri termini.

Ci vuole un bravo padre di famiglia e non Babbo Natale”, ha dichiarato oggi Lettanipote, facendo finta di non sapere che non avendo preso i provvedimenti adeguati in economia questo Paese è destinato a soccombere prossimamente qui su questo schermo.

Nelle prossime settimane Lettanipote gli passerà la voglia di fare lo spiritoso e di trattare gli italiani extracasta come degli utili idioti.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 18:40
da iospero
L’ex banchiere Modiano: “Con prelievo forzoso al 10% gettito di 113 miliardi”
Il marito dell'onorevole Pollastrini (Pd), nonché ex braccio destro di Alessandro Profumo in Unicredit e di Corrado Passera in Intesa torna alla carica sulla patrimoniale una tantum a carico delle famiglie più ricche
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 20 dicembre 2013
Commenti (2366)
Pietro Modiano
L’ultima spiaggia per l’Italia? Un prelievo una tantum del 10% sulla fascia più ricca della popolazione. A tornare alla carica è stato l’ex banchiere Pietro Modiano oggi presidente di Nomisma, della società degli aeroporti milanesi Sea e, benché in uscita, della Tassara, la holding di uno dei più importanti debitori di Intesa Sanpaolo, Romain Zaleski che quest’estate ha ottenuto l’ennesima moratoria sul suo debito di oltre 2 milairdi di euro verso il sistema bancario.

“Si stima che la ricchezza liquida delle famiglie italiane – al netto di attività reali, titoli di stato e partecipazioni in società di persone – sia pari a circa 2.400 miliardi. Si può, inoltre, stimare che Il 47,5% di questo ammontare, ovvero 1.130 miliardi, sia posseduto dal 10 % più ricco delle famiglie italiane – si legge nell’editoriale della newsletter di dicembre di Nomisma scritto da Modiano e dal capo economista Sergio De Nardis -. Un prelievo una tantum del 10% su questa fascia darebbe luogo a un gettito di entrate per lo stato di 113 miliardi di euro, 7 punti percentuali di PIL, da distribuire a favore delle famiglie più povere e delle imprese”.

Secondo gli autori, “se questa tassa sul patrimonio venisse pagata in quattro rate annuali di 28 miliardi, il bilancio pubblico potrebbe fornire uno stimolo equivalente nell’arco di un quadriennio all’economia, modificandone il sentiero di crescita. Gli effetti positivi sul PIL deriverebbero dal fatto che il trasferimento di risorse a favore delle famiglie disagiate e delle imprese stimolerebbe aumenti di domanda (interna ed estera) largamente superiori alla contrazione dei consumi a cui andrebbe incontro il decile di famiglie più ricche”.

In dettaglio per il marito dell’onorevole Pollastrini (Pd), “una manovra di prelievo straordinario sulla ricchezza e redistribuzione alle famiglie disagiate e alle imprese della dimensione ipotizzata, che si avviasse nel 2014 e si ripetesse nel successivo triennio (fino al 2017) porterebbe fra cinque anni, nel 2018, a un PIL più elevato di circa il 4,5% rispetto al livello di uno scenario di base. Il tasso di crescita dell’economia nel quinquennio 2013-2018 aumenterebbe di quasi un punto all’anno passando dall’1,2% dell’andamento tendenziale al 2,1% nell’ipotesi con manovra. La più forte crescita dell’economia si tradurrebbe in un rapporto debito/PIL nel 2018 più basso di circa cinque punti percentuali”.

Secondo il centro studi fondato tra gli altri da Romano Prodi nel 1981 con il sostegno di banche come la Bnl, quindi, la strada per reperire le risorse necessarie a un rilancio dell’economia italiana passa per una mobilitazione straordinaria del risparmio di chi possiede di più a favore delle fasce più povere della popolazione e delle imprese che devono confrontarsi con la competizione internazionale, come ha ribadito l’istituto in una nota.

“La manovra può essere fatta senza aprire contenziosi in Europa e nel rispetto delle regole di bilancio iscritte in Costituzione. La somministrazione dello stimolo su un periodo di più anni consentirebbe di modificare in modo significativo il tasso di sviluppo dell’economia anche se non esaurisce il “da farsi” per l’economia italiana – sottolinea ancora Nomisma -. Bisogna continuare a portare avanti le riforme in direzione della razionalizzazione della spesa pubblica, della lotta all’evasione, della semplificazione della burocrazia e della politica; solo così si riuscirà a dare seguito nel lungo periodo allo sviluppo dell’economia italiana una volta che gli effetti della manovra saranno venuti meno”.

L’uscita di Modiano giunta a pochi giorni dalla vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Pd, non è nuova. L’ex braccio destro di Alessandro Profumo in Unicredit e di Corrado Passera in Intesa poi autore di un memorabile riconoscimento degli errori fatti nella distribuzione dei derivati, è almeno dal 2011 che sostiene la necessità di una patrimoniale per uscire dalla crisi. Due anni fa, però, le cifre in gioco erano almeno il doppio: all’epoca il presidente di Nomisma parlava di un prelievo una tantum sui redditi dei “benestanti”, in riferimento a una fascia pari al 20% della popolazione che posseva ingenti patrimoni, con unae una base imponibile di 2.200 – 5000 miliardi.

Di una manovra così è bene che il governo non ne parli, queste cose si fanno da un giorno all'altro senza preavviso. La cosa avrebbe veramente successo se contemporaneamente si mettessero gradualmente a posto l'eliminazione degli sprechi a tutti i livelli e una lotta seria alla grande evasione ( banche commerciali e banca d’Italia, BCE,Vaticano, case di giochi d’azzardo ecc, grandi gruppi industriali e finanziari).

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 18:57
da camillobenso
L’ex banchiere Modiano: “Con prelievo forzoso al 10% gettito di 113 miliardi”

***

Tieni conto che il prossimo anno il ragioniere generale dello Stato deve poter contare su 50 miliardi per il Fiscal Compact

Contenuti[modifica | modifica sorgente]
L'accordo prevede per i paesi contraenti, secondo i parametri di Maastricht fissati dal Trattato CE[8][9], l'inserimento, in ciascun ordinamento statale (con norme di rango costituzionale, o comunque nella legislazione nazionale ordinaria), di diverse clausole o vincoli tra le quali:
1. obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio (art. 3, c. 1),[10]
2. obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del PIL)

3. significativa riduzione del debito pubblico al ritmo di un ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell'arco di un ventennio (artt. 3 e 4).
4. impegno a coordinare i piani di emissione del debito col Consiglio dell'Unione e con la Commissione europea (art. 6).

http://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_bilancio_europeo

**

Come funziona il contatore del debito pubblico
Il calcolatore del debito pubblico italiano fornisce una stima dello stock di debito in tempo reale. La base di partenza è costituita dai dati forniti dalla Banca d'Italia.

Poiché i dati rilasciati si riferiscono a due mesi prima, il calcolatore del debito stima l'ammontare per i mesi successivi sulla base dei dati storici. Si tratta dunque di una previsione, e in quanto tale, soggetta a possibili errori di misurazione/previsione.


Per approfondire: http://www.brunoleoni.it

http://www.borsaforextradingfinanza.net ... 07662.html

Aprite questo link e a fine articolo troverete in funzione il contatore del debito italiano.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 19:43
da iospero
Scriveva Gallino su repubblica:
Un regolamento del Consiglio Europeo ha dilazionato al 2015 l’applicazione cogente dell’articolo 4 del Fiscal Compact, ma non è escluso che anche questo trattato sarà pensionato come già successo al Patto per la Stabilità e la Crescita. In un’Europa oberata dal debito, privato e sovrano, l’economia di molti paesi non ha la capacità di ripagare simili “rate”, pena la propria autodistruzione.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 20:17
da camillobenso
iospero ha scritto:Scriveva Gallino su repubblica:
Un regolamento del Consiglio Europeo ha dilazionato al 2015 l’applicazione cogente dell’articolo 4 del Fiscal Compact, ma non è escluso che anche questo trattato sarà pensionato come già successo al Patto per la Stabilità e la Crescita. In un’Europa oberata dal debito, privato e sovrano, l’economia di molti paesi non ha la capacità di ripagare simili “rate”, pena la propria autodistruzione.

Vero, sulla parte dell'autodistruzione, ma come può garantire la Ue questo governo preda delle cosche?


Mucchetti, oggi senatore Pd, nell'ottobre 2011, sulla 7, aveva dichiarato che si potevano portare nelle casse dello Stato 300 miliardi.

Adesso che non è più un giornalista economico del Corriere potrebbe darsi da fare per mettere in pratica quanto dichiarato.

Solo che oggi forse riesce a toccare con mano il muro di gomma.

Chi detiene forti capitali non intende versare del proprio a chi spreca denaro, come ad esempio il bando di concorso per 215 auto blu blindate-

Detto da Travaglio (non tutti sono così) i ladri non intendono regalare i propri soldi ad altri ladri.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 20:31
da camillobenso
"con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole"
Pietro Lunardi - 24 agosto 2001

Sfascisti - 138


……..Salutame a soreta - 6

http://www.youtube.com/watch?v=zpYjZPRH_ac



Mafia, i giudici: “Dell’Utri mediatore del patto tra Berlusconi e Cosa nostra”
(Condannato in Corte d’Appello - 5 settembre 2013)

Un vero e proprio patto che ha visto sedersi allo stesso tavolo due contraenti d’eccezione: da una parte Silvio Berlusconi, dall’altra parte Cosa Nostra. Mediatore dell’accordo era Marcello Dell’Utri. L’ex premier elargiva somme di denaro ai boss, che in cambio gli avevano assicurato protezione totale, grazie a Vittorio Mangano, non solo lo stalliere di Arcore appassionato di cavalli che divenne eroe di B e Dell’Utri, ma soprattutto boss di Porta Nuova spedito a Villa San Martinoper fare da bodyguard all’allora imprenditore meneghino su mandato della Piovra.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... io/702083/


Marcello Dell'Utri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Marcello Dell'Utri (Palermo, 11 settembre 1941) è un politico edirigente d'azienda italiano, già senatore[1] per il Popolo della Libertà e prima di Forza Italia. Il 25 marzo 2013 la terza sezione della corte di Appello di Palermo ha condannato Dell'Utri in secondo grado di giudizio con pena di 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza[2] considera Marcello Dell'Utri il tramite intermediario tra Mafia e Silvio Berlusconi. Dell'Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi sin dagli anni settanta, socio in Publitalia '80 e dirigente Fininvest, nel 1993 fondò con lui Forza Italia.



Presso INIM e Bresciano Costruzioni[modifica | modifica sorgente]
Nel 1977 si dimette da Edilnord e viene assunto alla Inim di Filippo Alberto Rapisarda, che ha relazioni con personalità di spicco della mafia quali Ciancimino, Francesco Paolo Alamia e i Cuntrera-Caruana. In un rapporto della Criminalpol del 1981 la società Inim è definita, assieme alla consorella Raca, "società commerciale gestita dalla mafia di cui la mafia si serve per riciclare il denaro sporco provento di illeciti".[


Dell’Utri era il responsabile della Mafia SpA al Nord.

Berlusconi nel 2011, quando decade da premier non è più un uomo interessante per il Potere forte “Vaticano SpA”.

Nell’agosto 2013, quando viene condannato definitivamente dalla Cassazione non è più interessante per la Mafia SpA.

Però la premiata ditta ha bisogno dei suoi rappresentanti in Parlamento. Lì ha sempre avuti

Dalla fine dell’800.

Da chi è rappresentata la Mafia Spa oggi in Parlamento, dopo la caduta di Berlusconi?

1. Gioco d'azzardo, il governo punta a intascare 140 milioni di euro - Il ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Lobby‎
1 giorno fa - Nella legge di Stabilità è stato confermato trenta nuove concessioni per le sale Bingo, 7mila Videolottery, le slot machine collegate in rete ...

*

Pd, votato emendamento sulle slot machine. Renzi: "Una cosa ...
http://www.polisblog.it › Partito Democratico PD‎
Valutazione: 3,6 - ‎7 voti
1 giorno fa - Il Pd lo ha votato, Matteo Renzi è furioso. ... il governo se la legge di Stabilità verrà approvata così com'è (cosa molto probabile visto che è stata ...

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/12/2013, 20:54
da camillobenso
"con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole"
Pietro Lunardi - 24 agosto 2001

Sfascisti - 139


……..Salutame a soreta - 7
http://www.youtube.com/watch?v=zpYjZPRH_ac




Slot machine, Renzi corregge in corsa il Pd: “Pazzesco, cambieremo la porcata”
Il segretario: "Ho già parlato con il capogruppo Speranza, la bloccheremo". Imbarazzo nella maggioranza. I popolari di Mauro: "Ci avevano detto che era un provvedimento regolatore, ma condividiamo perplessità e contrarietà". Nuove regole per il mercato dei concessionari. Che però hanno più tempo per aderire alla sanatoria Imu

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 dicembre 2013Commenti (510)
Renzi e Letta


Il casinò diventa un casino. Il Senato approva le nuove regole per le slot machine nei locali, ma con una norma – approvata con un emendamento al decreto Salva Roma della senatrice Federica Chiavaroli (Nuovo Centrodestra) - limita i poteri degli enti locali in tema di lotta alla diffusione della ludopatia. Più precisamente Comuni o Regioni che si dotano di norme restrittive contro il gioco d’azzardo, qualora diminuiscano le entrate dell’erario, subiranno tagli ai trasferimenti per l’anno successivo. Così è di nuovo il segretario del Pd Matteo Renzi a piombare al posto dell’autista e a strappare di mano al partito il volante: “E’ pazzesco, allucinante – commenta scandalizzato – Ho chiamato Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria che ha già parlato con Roberto Speranza (capogruppo democratico alla Camera dove tornerà tra pochi giorni, ndr) e stanno cercando tecnicamente una soluzione. O un ordine del giorno o altro perché è stata votata una cosa inaccettabile”. La chiama la “porcata” e assicura che il Pd la bloccherà. Anche a costo di far decadere il decreto, come spiegano i deputati vicini al segretario Michele Anzaldi, Luigi Bobba e Angelo Rughetti.


Imbarazzo nella maggioranza: “Concertazione tra Stato e Comuni”
Ma a petto della decisione di Renzi i parlamentari della maggioranza sembrano un po’ balbettare: “E’ stato accolto l’ordine del giorno da me presentato che sblocca l’attuazione del comma 1 dell’emendamento 1.150 sui giochi d’azzardo – interviene la relatrice del provvedimento, Magda Zanoni (Pd) – Con questo testo impegniamo il Governo ad avviare in via preventiva una concertazione con Comuni e regioni al fine di evitare la collocazione di sale gioco in prossimità di luoghi sensibili e di rimuoverle qualora fossero così collocate“. Poi l’assicurazione dei colleghi democratici Stefano Lepri, Vannino Chiti, Emanuela Granaiola, Donella Mattesini, Venera Padua, Silvana Amati e Carlo Pegorer: “L’emendamento espressamente richiesto ieri dal governo e approvato al Senato è da considerare temporaneo e di sola di natura finanziaria, visto che la Delega fiscale, già approvata alla Camera e di prossima discussione a gennaio al Senato, impegna il Governo a ridurre e a concentrare il gioco d’azzardo in ambienti sicuri e controllati”. Ma la diapositiva di quello che è successo è stampigliata nelle parole di Lucio Romano e Andrea Olivero, che rappresentano Per l’Italia, cioè i popolari di Mario Mauro fuoriusciti da Scelta Civica: “Abbiamo votato un emendamento con il parere favorevole del governo e dei relatori in Aula, che era stato illustrato come regolatore del settore. In realtà anche noi condividiamo le perplessità e la contrarietà che si sta da più parti manifestando in queste ore. Ovviamente non è possibile ‘punire’ i Comuni che hanno rinunciato alle accise, cioè agli introiti connessi al gioco d’azzardo”. La stessa Chiavaroli spiega che le norme servono solo a non far andare fuori strada i conti: “Pensi che io organizzo anche corsi per la lotta alla ludopatia…”

Zingaretti: “Contrasteremo queste norme”. Nencini (Psi): “Noi lasciati soli a combattere”
Nel frattempo si moltiplicano le critiche al provvedimento approvato dal Senato. C’è chi arriva a minacciare una sorta di “boicottaggio”, come il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: “Orgogliosi di aver fatto tra leprime Regioni d’Italia, pochi mesi fa, una legge contro la ludopatia e le slot machine, non accetteremo mai e contrasteremo in tutti i modi norme statali che limitano la sacrosanta battaglia, anche degli Enti locali, contro il gioco d’azzardo e le mafie che spesso si nascondono dietro”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il sindaco di Genova Marco Doria.

“Da mesi il Psi – scrive il segretario Riccardo Nencini - conduce in perfetta solitudine, accompagnato dal solito silenzio dei media una campagna contro i danni che provoca ai cittadini e alle loro famiglie la diffusione massiccia di giochi d’azzardo e di apparecchi come le slot machines, collocati in luoghi pubblici e di facile accesso”. “Siamo felici – continua – che oggi altri denuncino quello che noi ieri abbiamo sostenuto da soli”. Nencini, intervenuto al Senato, aveva commentato l’emendamento come “estremamente grave. Da un comportamento virtuoso di un’istituzione pubblica non ne discende un premio bensì una penalità. Non abbasseremo la guardia”. Il segretario socialista assicura che il suo partito proseguirà la sua battaglia: “Lo abbiamo fatto fuori dal Parlamento, lo faremo in Aula e non abbasseremo la guardia”.

Giudizio senza appello anche da parte dell’associazione Libera: “Un grave errore – è il commento in una nota – Una decisione inaccettabile visti i numeri della ludopatia, un problema sociale, economico e sanitario nel nostro paese. Si trovi una soluzione per bloccare un provvedimento che penalizza di fatto quei comuni che contrastano gioco d’azzardo”. “Siamo sconcertati – chiosa la capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Giorgia Meloni – L’Italia è in mano a un esecutivo schiavo delle lobby che ha la faccia tosta di definirsi ‘responsabile’. Vergogna”.

Nuove regole per il mercato dei concessionari
Intanto lo stesso Palazzo Madama ha dato l’ok anche a nuove regole per l’uscita dal mercato dei concessionari delle slot machine. Un emendamento al decreto Salva Roma riguarda gli apparecchi prevede una procedura ad hoc in caso di revoca o decadenza della concessione stabilendo che l’operatore continui l’attività per 90 giorni per consentire il subentro degli altri concessionari nella gestione dei diritti Videolotteries (sono 50mila in totale) in proporzione a quelli già posseduti, rispettando così la par condicio in relazione alle quote di mercato.

Novità anche per le 372mila slot machine legali: il testo prevede la risoluzione di diritto dei contratti coi gestori (e con gli esercenti) in modo da consentire a questi ultimi la stipula di nuovi contratti con altri concessionari, garantendo la continuità aziendale e i livelli occupazionali. L’adozione del provvedimento si lega anche alla vicenda delle maxi multe a carico dei concessionari che non hanno aderito, qualche settimana fa, alla sanatoria prevista dal decreto Imu: la sentenza di primo grado (l’udienza del secondo grado è prevista il 31 gennaio 2014) ha stabilito che Bplus debba versare alla Corte dei Conti 845 milioni di euro, Hbg 200 milioni, Gmatica 150 milioni e Codere 115 milioni. L’obiettivo – spiega la relazione tecnica del ministero dell’Economia che accompagna il provvedimento – è tamponare le “situazioni di crisi” per salvaguardare la rete legale, tutelare gli interessi occupazionali ed erariali, assicurare la par condicio tra gli altri concessionari evitando posizioni dominanti. Attualmente, è scritto ancora, mancano “le disposizioni legislative finalizzate a regolamentare il trasferimento delle attività svolte dal concessionario uscente”.

Più tempo ai concessionari per aderire a sanatoria Imu
Intanto però – come spiega l’agenzia politica Public Policy – viene dato più tempo ai concessionari di slot per aderire alla sanatoria disposta dal decreto Imu e per pagare. I concessionari avranno ora tempo fino al 15 gennaio 2014 (e non 15 ottobre 2013) per presentare la domanda di sanatoria e fino al 15 febbraio 2014 per pagare il 25% del proprio debito. Anche questo emendamento al decreto è stato presentato dal Nuovo Centrodestra. L’emendamento amplia anche i confini della sanatoria, aprendoli anche “ai giudizi per i quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, pende giudizio di revocazione innanzi alle competenti sezioni giurisdizionali d’appello. In questo caso, il calcolo della somma per la definizione del giudizio è operato con riferimento al danno quantificato nella sentenza d’appello sottoposta a revocazione ed essa non può eccedere il venti per cento del danno liquidato in sentenza”.