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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 471
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 22/12/2013, 20:30
da camillobenso
iospero ha scritto:Tornando all'Ilva di Ta al disastro ambientale e ai morti accertati di tumore come conseguenza provata
credo che non si possa cavarsela così con una sentenza della Cassazione che assolve i Riva.
A questo punto o sono colpevoli i parlamentari che non sono capaci di fare delle leggi chuare o sbagliano i giudici della Cassazione, il reato c'è , ci saranno i colpevoli.

Sono poco informato sugli ultimi sviluppi sull'Ilva, ma a naso mi sembra di capire che la restituzione possa riguardare solo la procedura di sequestro dei fondi dei Riva avanzata dalla Procura di Taranto.

Se mi sente Berlusconi, vuole subito la grazia. Ho qualche dubbio che la politica non ci abbia messo il naso, oramai anche lì siamo al disastro. Cmq, non sono sicuro non conoscendo fatti e motivazione.

Per il resto deve rimanere tutto in piedi, disastro ambientale e morti non possono essere cancellati.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 22/12/2013, 21:51
da camillobenso
Da IFQ:

CATTIVERIE

Ilva, la Cassazione
annulla il sequestro di
beni. 8 miliardi tornano
ai Riva. Adesso, c'è attesa
anche degli 11.500 morti.
Kotiomkin

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 22/12/2013, 22:14
da camillobenso
Ilva, Cassazione annulla sequestro: 8,1 miliardi restituiti a Riva Fire
I custodi giudiziari degli impianti dell’area a caldo del siderurgico tarantino, avevano stimato una cifra equivalente alle somme che nel corso degli anni la società avrebbe risparmiato non adeguando gli impianti. Ora la sesta sezione penale ha accolto il ricorso presentato dai legali Coppi e Paliero, e ha disposto la restituzione alle holding di tutti i beni

di Francesco Casula | 20 dicembre 2013Commenti (1131)


Era stato uno dei sequestri più pesanti della storia italiana, ma ora le tasche dei Riva, sotto indagine per disastro ambientale nell’ambito dell’inchiesta Ilva, tornano piene. La Corte di Cassazione ha stabilito che i beni della holding Riva Fire, società proprietaria di Ilva spa, non andavano confiscati e ha annullato senza rinvio il decreto di sequestro confermato dal riesame nel giugno scorso dal tribunale del riesame di Taranto. Un decreto di sequestro per equivalente, firmato nel maggio scorso dal gip Patrizia Todisco su richiesta della procura ionica, che imponeva di mettere i sigilli a beni per 8,1 miliardi di euro.

Il provvedimento era stato impugnato dai legali delle società del Gruppo Riva e poche ore fa è arrivata la decisione della suprema corte che ha dato ragione al collegio difensivo degli industriali. La stima di oltre 8 miliardi era stata formulata dai custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Mario Tagarelli come il costo totale degli interventi necessari al ripristino funzionale degli impianti dell’area a caldo per un possibile risanamento ambientale. La società Riva Fire, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe ottenuto negli anni un notevole vantaggio economico attraverso quella che i magistrati definiscono una “consapevole omissione” degli interventi nell’Ilva per la protezione e salvaguardia dell’incolumità dell’ambiente, degli operai e dei cittadini di Taranto. In sostanza 8,1 miliardi erano i soldi che secondo l’accusa i Riva avrebbero risparmiato evitando di ammodernare gli impianti della fabbrica che secondo i periti del tribunale, oggi “genera malattia e morte”.

A firmare i ricorsi sono stati i legali Franco Coppi e Carlo Enrico Paliero, ma in un primo momento era stato anche Enrico Bondi, all’epoca amministratore delegato dell’Ilva, a volerlo. Dopo la nomina come commissario straordinario affidatogli dal governo Letta, Bondi ritirò l’istanza presentata per conto dell’Ilva per segnare una discontinuità con la gestione della famiglia Riva. Su richiesta del pool di inquirenti composto dal procuratore Franco Sebastio, dall’aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani, il gip Todisco aveva autorizzato il sequestro di denaro, conti correnti, quote societarie nella disponibilità della società Riva Fire, per le violazioni ambientali alla legge 231/01 che sancisce la responsabilità giuridica delle imprese per i reati commessi dai propri dirigenti.

In realtà finora, gli uomini della Guardia di finanza erano riusciti a individuare solo due miliardi rispetto agli otto richiesti. Dal sequestro sarebbero dovuti rimanere fuori i beni e le finanze riconducibili alla società di Ilva spa poiché il gip Todisco aveva infatti chiarito che i beni della società potevano essere aggrediti solo nel caso in cui non siano strettamente indispensabili all’esercizio dell’attività produttiva nello stabilimento di Taranto. L’accusa nei confronti di Emilio, Nicola e Fabio Riva è di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. Per Fabio Riva, inoltre, tra i capi di imputazione c’è anche quello di corruzione in atti giudiziari per aver versato la presunta tangente all’ex perito della procura Lorenzo Liberti per ammorbidire la perizia sull’Ilva. Tra le società indagate ci sono Ilva spa e Riva Fire spa, rispettivamente “controllata” e “controllante” ai cui vertici si sono succeduti negli anni proprio Emilio, Fabio e Nicola Riva.

“Il dissequestro di 8,1 miliardi delle società della famiglia Riva è una pessima notizia per il futuro di Taranto”, secondo Angelo Bonelli (Verdi) che aggiunge: “Quel sequestro era una polizza sulla vita per la città e per la salute dei cittadini”. Di parere opposto Antonio Gozzi, presidente di Federacciai: “Accogliamo con grande soddisfazione la sentenza della Corte di Cassazione che, dopo lunghi mesi di unilateralità e accanimento giudiziario nei confronti della famiglia Riva, ha finalmente giudicato con pieno spirito di terzietà l’intera vicenda”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... re/821426/

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 22/12/2013, 22:29
da camillobenso
Se stiamo alle reazioni della vox populi, questa sentenza ha iniettato altro veleno su di una parte di italiani, che va a sommarsi all'alto grado di tossicità sin qui raggiunto.



umbertosky • 15 ore fa
IN ITALIA CI VUOLE UNA SERIA ED ONESTA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CHE RIDIA ALLA CITTADINANZA ITALIANA FIDUCIA NELL'OPERATO DEI GIUDICI DI QUALSIASI ORDINE E GRADO E NON LA CONVINZIONE CHE I POTENTATI SIANO INTOCCABILI.
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umbertosky • 15 ore fa
POSSIBILE CHE TUTTE LE VOLTE CHE I PROCESSI CHE ARRIVANO CON SENTENZE DI CONDANNA DEGLI IMPUTATI IN CASSAZIONE VENGANO COMPLETAMENTE RIBALTATI RISPETTO ALLE SENTENZE EMESSE DAI TRIBUNALI DI PRIMO E SECONDO GRADO ?E' FORSE IL SOLO COMPITO DELLA CASSAZIONE CANCELLARE LE SENTENZE DI CONDANNA DEI POTENTI ?
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umbertosky • 15 ore fa
UNA SENTENZA ASSURDA CHE CANCELLA IL GIUDIZIO DI COLPEVOLEZZA EMESSO DAI GIUDICI INQUIRENTI CHE VALUTANDO I FATTI CONDANNANO I RIVA A RISARCIRE LE VITTIME ED A BONIFICARE L' ILVA. GRAVE IL FATTO CHE GLI 8 MLD RITORNINO HAI RIVA E NON ALLA BONIFICA DELLA FABBRICA CHE CONTINUA AD INQUINARE ED A UCCIDERE VITTIME INNOCENTI.IL CSM DOVREBBE INTERVENIRE PER CANCELLARE UN VERO OBBRORIO GIURIDICO
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bibi boni • un giorno fa
Sono arrivati i panettoni anche a Taranto.
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newpirate • un giorno fa
IL VA lore dei soldi
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newpirate • un giorno fa
prendendo lo spunto da cattiverie sul fatto chiederei al csm se ha previsto che i familiari degli 11500 morti siano da risarcire e se si con che soldi
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dipendente • un giorno fa
Un amico ha urtato un palo della luce. Aveva la patente scaduta e l'assicurazione non ha pagato. Il comune gli ha chiesto i danni. Se l' ilva ha danneggiato l'ambiente il comune chieda i danni e il responsabile paghi. O no ?
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Vitellozzo Vitellozzi • un giorno fa
Questo paese non crescera mai finchè non ci sarà giustizia
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Cecco Botti Vitellozzo Vitellozzi • un giorno fa
non crescerá mai finché ci saranno i voti di scambio e le clientele di partito che offrono intere generazioni di impieghi pubblici e mini lobby intorno alle galassie finanziate con i soldi pubblici
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gianluca Cecco Botti • 11 ore fa
guarda che i grandi numeri li fa il popolo e non le lobby. il popolo italiano ci mette del suo senza percepir denaro, anzi paga.
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Groppone Da Figulle • un giorno fa
Buon Natale.
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bella degli escoli • un giorno fa
Mi piacerebbe tanto che bastasse una sentenza a far tornare tutte le vittime di quei criminali
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corriora • un giorno fa
Grande festa a casa Vendola.
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Roberto Damario • un giorno fa
chi d ivoi ha avuto a che fare con processi dove c erano danni da risarcire sà che è una sentenza ridicola,come avviene spesso quando l avvocato è coppi,vedere paolo franceschetti,suo collega, e vi sarà rivelata una verità sconcertante,sconcertante perchè il tutto torna
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taranto Roberto Damario • un giorno fa
Secondo la tesi difensiva, la legge 231/2001, a cui hanno fatto riferimento gli inquirenti, prevede il sequestro dei beni nei confronti delle società, anche per reati ambientali, ma solo a partire dal 2011, mentre le contestazioni dell’accusa partono dal 1995.

I soliti cavilli tanto cari agli azzeccagarbugli.
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umbertosky • un giorno fa
da sempre la cassazione romana viene considerata il porto delle nebbie.Non è possibile ne tollerabile che sentenze di colpevolezza confermate in prima e seconda istanza dai tribunali vengano, con un colpo di spugna, cancellati dalla corte di cassazione che CASSA tutto senza alcun un riguardo di quei giudici che cercano, su dati di fatto, di fare giustizia.I RIVA si sono dimostrati essere capi di una impreditoria predatoria fatta solo per accumulare profitti che, nel caso specifico, sono stati smistati in paradisi fiscali dove risulta difficile ritrovarli. L'esempio dell'ILVA di Taranto è la prova provata di un enorme scempio ambientale compiuto a danno dei cittadini di Taranto.Dopo indagini lunghe e complesse accertata la responsabilità dei RIVA da parte dei tribunali ECCO che arrriva il dissequestro totale dei beni dei RIVA occulttati in tutti i paradisi fiscali del mondo. Quindi il compito precipuo della CASSAZIONE è quello di cassare tutte le sentenze dei tribunali di prima e seconda istanza. C'era un certo primo presidente della CASSAZIONE che veniva chiamato : IL GIUDICE AMMAZZA SENTENZE PER LA SUA ABILITà DI CANCELLARE PROCESSI CHE AVEVANO IMPEGNATO I VARI GIUDICI PER ANNI.ORA IL PROBLEMA SI RIPRESENTA :SBAGLIA LA CORTE DI CASSAZIONE OPPURE TUTTI QUEI GIUDICI CHE ,A SEGUITO DLLE LORO INDAGINI E CONDANNE HANNO SOTTOPOSTO I BENI DEI RIVA AL SEQUESTRO DEI LORO BENI PER TUTELARE CITTADINI E LO STATO ?
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balui01 umbertosky • un giorno fa
Quel Giudice ammazzasentenze si chiamava Carnevale, infatti (per stare con il proverbio) ogni scherzo vale. Però le sentenze sono una cosa seria, in special modo duelle di Cassazione che sono vita o morte per l'attore principale che é sempre l'imputato. Ma oggi ci sono altri gradi di Giudizio come la Corte di Straburgo, quindi questi grandi Giudici burloni hanno altro da fare.
Forse tra poco ci sarà in campo la "moviola" quindi anche chi deve dire l'ultima parola dovrà stare più attento.
Sul sequestro Riva ci sono pareri contrastanti, perché gli organi di controllo non possono stare anni senza dire nulla e poi, in una giornata con più nervosismo degli altri, magari per fatti storti personali sequestrano 8 miliardi. A quel punto si scatenano altre forze, e chi più ne ha , né mette. Il finale lo abbiamo visto !!!
Ridategli i soldi altrimenti 10.000 operai e più perdono il lavoro !!!! Quindi anche chi ha potere legislativo deve guardare le cose in maniera più ampia !! Tutto qui.
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Marco Orsi • un giorno fa
8,1 miliardi di euro ... Buon Natale riva !
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corriora Marco Orsi • un giorno fa
e auguri all'amico Vendola.
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bernanos • un giorno fa
chissa' se qualche giudice o giudici della cassazione degli 8 miliardi e passa sbloccati si sono messi d'accordo per una bella mazzetta,ricordiamoci che i riva sono molto esperti di mazzette Giudici oltretutto che si portano a casa un'appannaggio minimo di 300mila euro all'anno.D'altra parte chi indaga su di loro dato che sono all'apice del sistema? nessuno.A pensare male si fa peccato, ma molte volte ci si azzecca Vale purtroppo il detto "nazione corrotta manager infetti".Alla fine sono sempre quelli che pagano dipendenti e pensionati.
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alberto1 bernanos • un giorno fa
nel "porto delle nebbie" giudici e politica lavorano per il bene del paese
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jooas • un giorno fa
Ora li faranno scomparire come gli altri e...chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato scurdammece o' passato simme italian paisa'.
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Bersagliere • un giorno fa
Vendola mantiene le promesse. Ricordate quando disse:
"Dica che non mi sono defilato".
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rosgiuu • un giorno fa
Certo che gli hanno restituito i soldi, altrimenti come fanno a pagare le tangenti per calmare le acque?
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riccardo saccani • un giorno fa
Ma si dategli pure un indennizzo a sti sterminatori e vaiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Doolin_Dalton • un giorno fa
...come al solito, non si entra nel merito della faccenda.

La Cassazione ha stabilito, in base alla Legge, che il sequestro è illegittimo, quindi il Magistrato che lo ha disposto, ha sbagliato qualcosa nel suo operato.

La Cassazione non doveva entrare in altre faccende, si discuteva solo della Legittimità del sequestro e delle modalità con le quali è avvenuto.
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Francescog Doolin_Dalton • un giorno fa
..."non doveva entrare in altre faccende": è proprio qui il problema della legge italiana (che NON fa giustizia), va a comparti stagni...
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newpirate • un giorno fa
per una volta sto' con berlusconi.ha sborsato 500 milionbi di euro a de benedetti ma non ha ammazzato nessuno.questi-è accertato- sono col loro comportamento criminale gli autori di centinaia di omicidi e gli restituiscono somme che servirebbero per la bonifica,non hanno ritenuto opportuno trattenerne una parte per risarcire gli eredi delle vittime
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lela • un giorno fa
Perchè immaginavo che sarebbe finita così?
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Doolin_Dalton lela • un giorno fa
...forse perchè il Magistrato non ha fatto bene il suo lavoro.
...non si può pretendere che i verdetti giusti della Cassazione siano solo quelli graditi.
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rudy49 • un giorno fa
una mano lava l'altra!viva la corea europea
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rudy49 • un giorno fa
corea del nord d'europa=itaGLIa!
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taranto • un giorno fa
La difesa è riuscita a dimostrare che i soldi non spesi dalla "controllata" non avrebbero arrecato vantaggi economici alla "controllante".
Le sentenze si accettano, e fanno giurisprudenza.

Chissà cosa succederebbe se qualcuno riuscisse a dimostrare che i 40 miliardi di valore dei beni confiscati e sequestrati alla mafi4 non siano "causalità" delle attività illecite.
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titoves • un giorno fa
è tornato carnevale !!!
viva i cattolici romani
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rigel • un giorno fa
Colpisce l'annullamento senza rinvio. Il che farebbe, ripeto farebbe, dubitare delle decisioni prese nei gradi pecedenti. Attendiamo le motivazioni. Almeno.
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titoves • un giorno fa
la vecchia è amica pure dei Riva !!!
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alberto1 • un giorno fa
un giudice blocca otto miliardi che potrebbero servire a mettere a norma gli impianti che uccidono ? Ma dove crede di essere,in un paese civile?
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Francesca alberto1 • un giorno fa
incivile, l'Italia è un paese incivile!
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balui01 Francesca • un giorno fa
Non é un paese incivile, ma un paese comandato da caste che nemmeno comandano, chi comanda é il pupazzaro, quello che tira i fili dei pupazzi, il bello sta nel fatto che quasi nessuno sa chi può essere !!! O forse si !!!
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sudnord • un giorno fa
da 40 anni ilva italsider inquina,da decenni costruzioni abusive vengono costruite sulla costa distruggono il paesaggio bene tutelato dalla costituzione,mai visto magistrati e forze dell'ordine fare qualcosa,in q
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Piddu • un giorno fa
Sicuramente il rottamaio userà questi soldi per risanare gli impianti e rendere migliore la vita dei suoi schiavi che con la loro miseria hanno reso il grande manager della tangente ultramiliardario. Questo 1nf4m3 andrebbe espropriato di tutti i suoi averi e non sarebbe acora abbastanza x riparare i danni che ha cagionato con la sua inutile esistenza.
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balui01 Piddu • un giorno fa
Per lei uno che da lavoro a 40000 persone é un infame ?

Parla anche di inutile vita !!!
Che altro gli possiamo dire ad uno che con tanti miliardi, ancora rischia perlomeno guai per dare lavoro a tante persone, invece di immergersi in acque blue e fregarsene altamente del mondo che lo circonda ??
Dopo queste sue parole, non pensa che molti imprenditori che rischiano veramente la vita per portare avanti un lavoro che toglie tanta disoccupazione sia spinto a lavorare ancora ?
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Piddu balui01 • 2 ore fa
L'hai fatto almeno l'esame di terza media? Sei talmente capra che meriteresti di vivere a ridosso dell'ilva. Con tuo inutile amico rottamaio ovviamente-
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Alberto Antinori • un giorno fa
...mortacci loro...
Brutta storia questa.
qualcos'altro x queste festivita' quando l'attenzione del pubblico cala??

a mio avviso qui vuole un RESET TOTALE...
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Daniel Fortesque • un giorno fa
C'era una canzone di tanti anni fa, che faceva: ":

"♪♫ 'na vota ca scì, 'na vota ca no,
'na vota ca scì, 'na vota ca scì, 'na vota ca no,
e zumpa di qua, e zumpa di là,
ballava 'cuscì la 'gnòra Conce' co' 'Menic'Anto' ♫♪"
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esasperato • un giorno fa
vorrei leggere la motivazione; se è lecito uccidere migliaia di persone impunemente, be allora possiamo riaprire i lager!!
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Riccardo Dawkins • un giorno fa
L'unica speranza e' che questi soldi servano tutti, ma proprio tutti, ai riva e ai politici che glie li hanno fatti avere, per procurarsi farmaci salvavita. Invano.
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carlo ciarlo • un giorno fa
Come si fa a pensare che una famiglia, i Riva, siano possessori di 8,1 miliardi di Euro? Forse la risposta potrebbe essere questa: Che avendo comprato la vecchia Italsider, per una manciata di lire, abbia sfruttato i lavoratori, abbia distrutto il territorio nel senso ambientale procurandone la morte non solo ai lavoratori ma anche ai loro familiari; Che abbia avuto per troppo tempo l'aiuto della politica collusa foraggiandola sia a livello centrale e locale e forse, per pagare meno tasse, ha fatto transitare il capitale nei paesi fiscali. Forse attraverso questo percorso, è dovuto l'arricchimento della famiglia Riva. E adesso, interviene la Corte di Cassazione, che stabilisce per Legge, la restituzione del maltolto.
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andrea bove • un giorno fa −
Non è possibile!!! I Riva si passeranno sicuramente un buon natale a differenza di molte persone soprattutto le tante di taranto che ignare sono state avvelenate. Oltre alla galera si è scappato anche i costi di bonifica.
Giustizia di M
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Bastian • un giorno fa
Come al solito...
Gli scriffi togati fanno e disfanno, e MAI pagano i propri errori.
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 23/12/2013, 10:33
da iospero
Ilva di Taranto
Giudici che smentiscono altri giudici. Fosse un episodio isolato, ci potrebbe anche stare. Ma il guaio è che si verifica con una certa frequenza (oltre a questo caso, vedi delitto di Perugia, delitto di Garlasco, caso Stevanin, e così via...). Evidentemente qualche magistrato (di Tribunale, o di Cassazione) non sa fare il suo mestiere, e passi, ce ne sono tanti, di professionisti che sbagliano: ma questi ultimi, di solito, pagano di tasca propria i danni causati colposamente, se non hanno una assicurazione che copra la responsabilità civile professionale. Nel caso dei magistrati, paga lo Stato (cioè i cittadini). Quando paga.
E allora, perchè in questo paese di legulei, dobbiamo pagare fior di quattrini i magistrati di Cassazione?
Alla fine tutte le sentenze si basano su articoli di legge che, a quanto pare, vanno interpretate , e allora paghiamo un gettone di presenza ad una giuria popolare fatta dai tanti legulei disoccupoati.
Certo bisognerebbe cambiare la cOSTITUZIONE.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 23/12/2013, 11:12
da peanuts
brunetta: "le proposte di Renzi sul lavoro sono simili alle nostre, se ne può discutere"

Poi dici che a uno gli viene da votare Democrazia Atea...

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 23/12/2013, 13:21
da camillobenso
Sfascisti - 149


L’Italia allo sfascio – 1

Il fantasma della Buonanima che faceva arrivare i treni in orario aleggia sopra il cielo del Bel Paese - 1



Non è certo una notizia che si dovrebbe pubblicare all’anti vigilia di Natale, ma la cruda realtà è questa.

CARE AMICHE E CARI AMICI DEL FORUM, ANNUNZIO VOBIS CHE QUI NON C’E’ PIU’ NIENTE DA FARE.



Mi piacerebbe che in molti di voi mi smentissero con argomenti validi e sopprattutto sostenibili, in modo particolare il mio amico “Pancho”, se passa da queste parti.

Non è assolutamente per spirito polemico che mi rivolgo a lui, ma perché in alto 3D ha affermato che lui continua a combattere e non molla.

E’ Natale (cazzarola come passa il tempo, mi sembra l’altro ieri quando il 1° di agosto hanno condannato Silvietto), e a Pancho chiediamo in regalo un pacchetto di iniezioni di fiducia, che ci convincano che vale la pena di credere che sia utile continuare a combattere in questa Italia totalmente allo sfascio e piena di macerie.


Le pirlate non si fermano neppure all’anti vigilia di Natale.

Omnibus di stamani.

Con un’ora di ritardo si presenta un’ospite politico in forza ai Verdi. E’ arrivato da Napoli su di un treno ad alta velocità. Il suddetto treno è stato costretto ad una sosta di un’ora circa, nella tratta Napoli – Roma.

La sua descrizione del fatto è ampia, ma si può sintetizzare in :

1) La telefonata di mammà, che steva, giustamente, preoccupata per l’assenza del pargolo alla puntata odierna di Omnibùs.

2) La rivolta “borghese” dei viaggiatori (questo ci deve far riflettere, perché è la rivolta della borghesia che muove la Rivoluzione franzosa) contro il capotreno che si ripara nel suo bugigattolo.

3) Le cinque motivazioni tutte diverse addotte dal capotreno circa l’interruzione dl servizio. Una di queste è il furto dei cavi di rame.

4) Dopo l’interruzione pubblicitaria, il conduttore si collega con l’addetto alle relazioni pubbliche di Trenitalia, che si scusa e giustifica che l’inconveniente è dovuto al furto di cavi di rame. Il circuito non si chiude e di conseguenza si interrompe il servizio.

5) Eccoli qua i signori della presa per il culo dei merli scemi tricolori. Se il treno è in moto e all’improvviso si ferma significa che il furto è avvenuto in quel momento. Ma il paraculo di Trenitalia racconta che il furto è avvenuto nella notte. Questo significa che come tanti, crede che gli italiani siano scemi, scemi, scemi, assai, assai.
Per individuare il guasto, che può essere avvenuto lungo tutta la tratta Napoli – Roma, ci vuol tempo. Dopodiché deve partire la squadra di tecnici per recarsi sul luogo. E ci vuole il suo tempo. Stendere i nuovi cavi. Effettuare i collegamenti, fare le prove di collaudo per valutare l’intervento. Non basta una sola ora, ci vogliono ore.

6) Il parlamentare dei verdi ribatte che non può essere questa la motivazione, perché i pendolari a bordo del treno hanno raccontato che questi inconvenienti avvengono tutti i giorni.

Quando si va ad esplorare tutti i settori della vita nazionale ci si accorge che tutto funziona in questo modo.

E’ un’Italia allo sfascio, allo sbando.

Le incazzature degli indigeni di queste parti, che ascoltano Tv e leggono giornali sono alle stelle.

Il fronte di chi si è arreso all’evidenza è alto.

Quello che fa specie è che nella maggior parte è gente che proviene dalla sinistra.

Basta, non ce la faccio più accada, quel che accada, basta che cambi la musica

Oppure quella di questa mattina di un rosso, rosso.

Non me ne frega più niente, anche se arriva l’uomo forte che ci mette tutti in riga. Tanto per me non cambia niente. Le decisioni le vuol prendere lui? E che le prenda, anche perché se vado a votare non cambia niente. Fanno sempre i cazzi che vogliono a Roma. Il mio voto non serve a niente

Quando si arriva a questi punti, la presenza del fantasma del fu Cavaliere Buonanima Amilcare, Andrea, Benito Mussolini da Predappio si fa sentire. Eccome si fa sentire.

Continua in:
Il fantasma della Buonanima che faceva arrivare i treni in orario aleggia sopra il cielo del Bel Paese - 2

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 23/12/2013, 16:32
da camillobenso
Giovanotti!!,…a Roma c’è la guerra,.. è inutile che ce lo nascondemo,………….Ma stiamo attenti eccellentissimi padri,…che quando un esercito è in borghese è un esercito di popolo, e cor popolo ce se sbatte sempre il grugno…Garibaldi è alle porte… e Satana con il cappello da bersagliere avanza su Porta Pia…
Mons. Colombo – In nome del Papa Re.

http://www.youtube.com/watch?v=YlSfRqfMOXs




Sfascisti - 150


L’Italia allo sfascio – 2

Il fantasma della Buonanima che faceva arrivare i treni in orario aleggia sopra il cielo del Bel Paese - 2



La seconda notizia degna di attenzione, nella puntata di Omnibus di stamani, è quella di un emendamento a firma Finocchiaro, passato, che sintetizzato recita:

Quando si vende una casa, il compratore deposita su di un conto bancario il dovuto. L’importo non va direttamente al venditore come oggi, ma solo dopo 30 giorni.

L’interesse bancario deve poi essere devoluto al finanziamento delle piccole e medie imprese.

Madonna Finocchiaro, a nome dell’intero Piddì, s’è infilata una mutandina con dildo gigante per sodomizzare uno a uno 47 milioni d’italiani adulti.

Hanno partorito un mostro.

1) Con l’aria che tira nessuno compra in contanti, a meno che non appartenga alla Mafia SpA o alla Mafia cinese. Tutto viene rateizzato negli anni. Ergo gli importi sono bassini, e di conseguenza anche gli interessi bancari sono altrettanto bassini. Con quei soldi, madonna Finocchiaro finanzia solo su’ nonno in carriola.

2) Il mercato immobiliare è fermo causa crisi. Ergo ci fa le pippe.

3) Tutto per non intaccare la loro torta spartitoria. Mica madonna Finocchiaro ha proposto di dare un taglio agli affitti d’oro della torta “Magna tu che mangio anch’io” delle larghissime intese. Oltre al resto,... per finanziare le medie e piccole imprese.

4) Mica poi se la sentono di fare quello che hanno fatto i penta stellati con la riduzione dell’appannaggio. Ma semo matti????

5) Se le piccole e medie imprese dovessero aspettare la manna di madonna Finocchiaro, si potrebbero impiccare tutte e quante IMMEDIATAMENTE. Quei soldi servono subito, domani. Dopodomani è già tardi.


Il fantasma della Buonanima che faceva arrivare i treni in orario aleggia sopra il cielo del Bel Paese, è nervoso, è in agitazione. Il giorno del ritorno e della vendetta si avvicina.

E grazie a chi??? Proprio a li ex komunisti.

Giovanotti e giovannotte, un’ esamino de coscienza ce lo volemo fa???

Ragazzi e ragazze, donne e uomini tra il 1943 e il 1945, sono stati appesi per il collo con i ganci da macellaio, come si fa con i quarti di bue, agli alberi dei viali alberati del Nord dai fascisti, come monito a chi si ribellava.

Altri/e sono morti sotto tortura.

Altri/e sono stati mandati a morire nei campi di sterminio nazisti.

Altri/e sono morti/e negli scontri a fuoco con le forze nazifasciste.

E tutto per arrivare 70 anni dopo a sto schifo degli sfascisti?????

Ma semo matti???

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 23/12/2013, 17:07
da camillobenso
Giovanotti!!,…a Roma c’è la guerra,.. è inutile che ce lo nascondemo,………….Ma stiamo attenti eccellentissimi padri,…che quando un esercito è in borghese è un esercito di popolo, e cor popolo ce se sbatte sempre il grugno…Garibaldi è alle porte… e Satana con il cappello da bersagliere avanza su Porta Pia…
Mons. Colombo – In nome del Papa Re.

http://www.youtube.com/watch?v=YlSfRqfMOXs


Sfascisti - 151

……..Salutame a soreta - 15



DECRETI E LOBBY
Da salva Roma a salva tutti
Assalto per i milioni a pioggia

Fondi per i treni valdostani, per il paese di Padre Pio e per i teatri di Napoli e Venezia


ROMA - «Nelle lanterne semaforiche, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, le lampade ad incandescenza, quando necessitino di sostituzione, devono essere sostituite con lampade a basso consumo energetico, ivi comprese le lampade realizzate con tecnologia a Led». Con una prosa piuttosto incerta e supremo sprezzo del ridicolo, nel passaggio in Senato del decreto cosiddetto salva Roma hanno infilato anche questo. Certo è arduo immaginare che in un Paese normale serva una legge approvata dal Parlamento per cambiare le lampadine fulminate dei semafori. Ma questa è la prova che di normalità, quando qui si fanno le leggi, è davvero difficile parlare.

Prendiamo il decreto di cui sopra. Il governo l’aveva fatto per risolvere la rogna degli 864 milioni di debiti spuntati nei conti di Roma Capitale, ma già sapendo di far partire una diligenza destinata all’assalto generalizzato. E a palazzo Madama ci è stato caricato di tutto. Venti milioni per tappare i buchi del trasporto pubblico calabrese. Ventitré per i treni valdostani. Mezzo milione per il Comune di Pietrelcina, paese di Padre Pio. Uno per le scuole di Marsciano, in Umbria. Un altro per il restauro del palazzo municipale di Sciacca. Ancora mezzo per la torre anticorsara di Porto Palo. Un milione a Frosinone, tre a Pescara, 25 addirittura a Brindisi. Quindi norme per il Teatro San Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia, una minisanatoria per i chioschi sulle spiagge, disposizioni sulle slot machine, sulle isole minori, sulla Croce Rossa, sul terremoto dell’Emilia-Romagna, sui beni sequestrati alla criminalità organizzata. E perfino l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015.

Per non parlare di alcune perle, nel solco della tradizione di estrema trasparenza delle leggi made in Italy. Esempio: «All’articolo 1 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, il comma 4-bis è abrogato». Abrogato al pari del «terzo comma dell’articolo 2 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 10 aprile 1948, n. 421, ratificato, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 1957, n. 104». Chi ci capisce qualcosa? Alla faccia di quella norma approvata dal Parlamento quattro anni fa, che imporrebbe di scrivere le leggi in modo chiaro e comprensibile a tutti, senza costringere i cittadini a scavare nei codici e nelle Gazzette ufficiali di cinquant’anni prima per capire di che si tratta.

Ma tant’è. Quella norma, voluta dall’ex ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, non è mai, e sottolineiamo mai, stata applicata. Né hanno avuto seguito i reiterati richiami dei presidenti della Repubblica, prima Carlo Azeglio Ciampi e poi Giorgio Napolitano, a evitare di produrre grovigli sterminati di norme incomprensibili che si sovrappongono ad altre norme incomprensibili, con rimandi a decreti ministeriali che espropriano il Parlamento del potere legislativo e talvolta non vengono neppure emanati. Non è servita di lezione nemmeno la vicenda incredibile della finanziaria 2007, costituita da un unico articolo di 1364 commi. La sera prima dell’approvazione si seppe che nella confusione generale una manina aveva inserito una norma per tagliare le unghie alla Corte dei conti. Il premier Romano Prodi andò su tutte le furie e impose di eliminarla. Gli esperti degli uffici legislativi la cercarono nel testo tutta la notte senza però riuscire a trovarla. La finanziaria fu così approvata con il comma incriminato (il numero 1346) che fu eliminato il giorno dopo, una volta finalmente rintracciato, con un altro decreto legge. L’autore del misterioso geroglifico era un senatore della maggioranza, Pietro Fuda: presidente della commissione parlamentare per la Semplificazione della legislazione. Nientemeno.
Ma c’è ben poco da fare. Senza eliminare il bicameralismo perfetto, che esaspera i passaggi parlamentari in un ping pong infinito fra Camera e Senato, sarà impossibile uscirne. Anche se, a giudicare da quello che capita nelle Regioni dove quel problema non esiste, qualche grossa responsabilità ce l’hanno di sicuro le persone. Il bilancio della Regione Lazio che si discute in queste ore, per esempio. Sul testo della giunta si è riversata una massa di 5.300 emendamenti capaci di far dilatare il fascicolo d’aula a 8.172 pagine. Denuncia nel suo sito la consigliera regionale Teresa Petrangolini che i 653.760 fogli necessari a stampare le 80 copie di quel fascicolo saranno abbattuti 8,28 pini alti quindici metri.

Non c’è governo che negli ultimi anni non abbia dovuto mettere in campo maxiemendamenti con relativi voti di fiducia per far passare finanziarie, decreti omnibus, leggi milleproroghe... Un delirio legislativo al quale nessuno è riuscito a sottrarsi. Ci aveva provato Giulio Tremonti, trasformando la legge finanziaria in «legge di Stabilità». Doveva essere una semplice tabellina di numeri sul modello della legge britannica: prendere o lasciare. Aveva faticato non poco, il superministro delle stagioni berlusconiane. Di «legge di stabilità» ne aveva parlato per primo Giuliano Amato, in quel terribile 1992. Poi Tremonti aveva rilanciato il concetto nel 2002, riuscendo però a imporla solo nel 2009. Ma a poco a poco il Parlamento e le lobby se la sono mangiata, cosicché di «stabilità» rimane solo il titolo. Siamo dunque tornati alla vecchia finanziaria, l’ultimo treno che passa e sicuramente arriva in stazione: perciò i vagoni devono essere capienti e ospitali. Esattamente come quelli degli altri provvedimenti che necessariamente vanno approvati, tipo il decreto salva Roma o la legge milleproroghe, ormai un classico dell’orrore cui già si sta pensando di rifilare le cose non partite con i convogli precedenti.

La frenesia è tale che i vagoni vanno pericolosamente a sbattere gli uni contro gli altri, manovrati da interessi contrapposti. E la confusione, niente affatto casuale, è tale da permettere ogni colpo basso. Dice tutto il caso degli affitti d’oro. Nella «manovrina» approvata dal Senato il 13 dicembre spunta una norma grillina che dà allo Stato diritto di recesso con soli trenta giorni di preavviso dai contratti d’affitto stipulati con privati. Se un locale non serve più, la pubblica amministrazione lo può lasciare senza essere costretta a pagare l’affitto fino alla scadenza del contratto. Il minimo sindacale, insomma. L’obiettivo? I lucrosi contratti della Milano 90 srl di Sergio Scarpellini con la Camera per gli uffici dei deputati. Ma il 19 dicembre, sempre al Senato, ecco un emendamento del Pd, catapultato in un altro decreto, che la cancella. La cosa finisce sui giornali e scoppia un putiferio: il 21 dicembre la norma viene ripristinata alla Camera in un terzo decreto ancora, quel salva Roma di cui parlavamo. Senza però sapere che nel frattempo si era già provveduto, prima della guerra degli emendamenti, ad aprire un paracadute nella legge di Stabilità. In che modo? Escludendo dal diritto di recesso non solo i palazzi dei ricchi fondi immobiliari, ma anche quelli di proprietà di chi ha investito negli stessi fondi. Si mormora che l’inciso possa rappresentare un assist a Scarpellini. Sarà vero? Viene in mente la celebre battuta di Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca...»

23 dicembre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sergio Rizzo

http://www.corriere.it/politica/13_dice ... 9bd6.shtml

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 23/12/2013, 17:41
da camillobenso
Giovanotti!!,…a Roma c’è la guerra,.. è inutile che ce lo nascondemo,………….Ma stiamo attenti eccellentissimi padri,…che quando un esercito è in borghese è un esercito di popolo, e cor popolo ce se sbatte sempre il grugno…Garibaldi è alle porte… e Satana con il cappello da bersagliere avanza su Porta Pia…
Mons. Colombo – In nome del Papa Re.

http://www.youtube.com/watch?v=YlSfRqfMOXs

……..Salutame a soreta - 16




E’ l’anti vigilia di Natale e quindi la gente si muove di più. E’ facile quindi incontrare vecchi amici che non si frequentano.

La lingua batte dove il dente duole, recita un vecchio detto italiano.

La crisi e lo scivolamento continuo verso il basso è quindi un discorso d’obbligo.

Sono in molti a percepire cosa sta accadendo, e quando chiedi il loro parere sul perché sta accadendo tutto questo, la risposta è univoca: “PERCHE’ NOI ITALIANI SIAMO FATTI COSI’,……..PERCHE’ NON SAPPIAMO VIVERE ALL’INTERNO DI UNA DEMOCRAZIA,……E ALLA FINE DEVE ARRIVARE SEMPRE L’UOMO NERO CHE CI FACCIA FILARE

Lo si nota anche da quanto scrive il celebratissimo Panebianco:

Non è difficile spiegare perché la legge di Stabilità varata dal governo sia così tragicamente inadeguata (Alberto Alesina sul Corriere di ieri), perché non sia possibile rilanciare la crescita mediante un percorso virtuoso di tagli alla spesa e di riduzione della pressione fiscale. Accade perché interessi, tradizioni culturali, e regole del gioco fanno sinergia e remano contro, impediscono che lo «Stato corporativo» venga scalfito.


Porcaccia la miseriaccia, ma è mai possibile che solo in due di coloro che contano (Romiti e Sapelli) abbiano capito che siamo in sala rianimazione del Pronto soccorso e che per salvare la vita di questo stramaledetto Paese occorre una terapia d’urto, una terapia shock???????????

La manovra shock deve riguardare l’intero sistema italiano, non basta la politica del cerotto praticata sin qui da Monti e da Letta. (Berlusconi e Tremonti non li voglio neppur sentire nominare)

******


IL PESO DELLO STATO CORPORATIVO
Maggioranze inconfessabili




Non è difficile spiegare perché la legge di Stabilità varata dal governo sia così tragicamente inadeguata (Alberto Alesina sul Corriere di ieri), perché non sia possibile rilanciare la crescita mediante un percorso virtuoso di tagli alla spesa e di riduzione della pressione fiscale. Accade perché interessi, tradizioni culturali, e regole del gioco fanno sinergia e remano contro, impediscono che lo «Stato corporativo» venga scalfito.

La maggioranza bipartitica che si è formata sulla questione delle aziende municipalizzate a Roma dice, a proposito di Stato corporativo, tutto ciò che c’è da sapere.

Qui non si vuole infierire su Berlusconi o sull’onorevole Brunetta ma è stato uno dei loro, il senatore di Forza Italia Francesco Aracri (un originale interprete della Rivoluzione liberale), a proporre l’emendamento che dà ai sindacati il potere di veto sui licenziamenti nelle municipalizzate di Roma.

E nemmeno si vuole infierire su Matteo Renzi ma sono stati i suoi a votare l’emendamento del suddetto senatore mentre veniva respinta (per veto Cgil) una proposta di Linda Lanzillotta che andava nella direzione opposta (Sergio Rizzo, Corriere di ieri a pagina 5).

Fossi al posto di Enrico Letta , che è uomo colto e intelligente, anziché difendere l’indifendibile, spiegherei al Paese perché qui da noi ciò che ci si propone inizialmente di fare — vedi la parabola tragicomica della spending review — non può essere fatto (da nessuno: Renzi se ne accorgerà presto), le ragioni per cui è al di là delle umane capacità innescare in Italia un percorso virtuoso di sviluppo. Potenza delle lobbies che, in Parlamento, nell’amministrazione, negli enti locali (i sindaci vogliono soldi ma si guardano bene dal mettere le mani nelle municipalizzate in deficit), negli organi della giustizia amministrativa, stanno a guardia della spesa pubblica? Certamente. Forza di una tradizione culturale che avalla e legittima l’azione delle suddette lobbies? Sicuro. Regole del gioco, costituzionali e non, costruite per impedire inversioni di marcia? Detto e ridetto.

Sostengono i cantori dello Stato corporativo che così si tutela la pace sociale. Ma il punto è che quando tali pratiche diventano incompatibili con lo sviluppo (e oggi lo sono), e l’impoverimento del Paese avanza inesorabilmente, finisce per gonfiarsi l’esercito dei non tutelati, o dei non più tutelabili, e, alla fine, anche la pace sociale viene meno. A causa della rivolta, e dell’assedio, degli esclusi. Dopo le elezioni della primavera scorsa e l’impasse politico che ne seguì, per un breve momento, sembrò entrata nella consapevolezza dei più l’idea che occorresse cambiare le regole del gioco, sbarazzarsi di ciò che di sbagliato o inadeguato c’è nella Costituzione del ’48. È tutto già finito. E si capisce: con una Costituzione diversa, i governi italiani potrebbero disporre di una forza simile a quella che detengono i governi delle altre grandi democrazie europee. Ma il partito trasversale della spesa e delle tasse non può accettarlo. Le regole del gioco attuali lo proteggono. Con altre regole potrebbe, un giorno, essere sfidato o minacciato. Peter Praet, capo economista della Bce (su La Stampa di ieri) dice che siamo stati bravi, abbiamo messo sotto controllo i conti.

C’è solo — egli nota — il piccolo dettaglio che lo abbiamo fatto a colpi di tasse anziché di tagli. Moriremo per asfissia da tasse ma con i conti (forse) in ordine. Sono soddisfazioni.

23 dicembre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Angelo Panebianco

http://www.corriere.it/editoriali/13_di ... 9bd6.shtml