Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 169


2014 a schede


Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale

8 – 1 – 28 dicembre 2013


Visto da casa Dc.

Dopo le balle infinite raccontateci dai vari quotidiani dopo l’8 dicembre su “ bacini & bacini”, tra Retta e Lenzi, il momento storico della svolta dei quarantenni Dicci finalmente al potere ( con Alfango & forza Roma, forza Lupi, so’ finiti i tempi cupi….), il Dna democristiano delle faide di potere che abbiamo conosciuto nella seconda metà del novecento oggi ritorna prepotentemente a galla.

Il podere è il podere,…amigo garo…..”
(Ciriacos De Mitas – uno degli uomini più podendi, della Dc degli anni ’80. L’uomo della Magna Grecia per l’avvocato nazionale)

Negli ultimi giorni i renziani avevano avanzato la richiesta di rimpasto. Solo i democristiani rampanti potevano avanzare una simile richiesta. Il secondo governo Lettanipote ottiene il via libera l’11 di dicembre e dopo 10 giorni i renziani avanzavano la richiesta di un rimpasto.

Pensano che la politica sia un gioco di società. Adesso sembra che il rimpasto non basta più :

Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”.
("Qui si fa l'Italia o si muore". Frase attribuita dallo scrittore G. C. Abba a Giuseppe Garibaldi)

E’ il segnale che il Caimano in coma aspettava da tempo. Il governo Lettanipote fatto cadere per mano dei piddini.

Nessuna informativa da parte di Grillo, ma questa sera gongola pure lui.

La nuova strana alleanza, Renzi-Grillo-Berlusconi contro la vecchia strana alleanza Lettanipote-Alfango-Napolitano.

Immagine


TG7 ore 20,00: “Carfagna: Le elezioni si avvicinano…”


Per la serie “Poltrone & sofà” senza lo sponsor di Sabrina Ferilli:


Governo, Faraone (segreteria Pd) a Letta: ‘Filotto impressionante di errori, marchette’
Il responsabile Welfare del partito nominato da Matteo Renzi attacca il premier e l'esecutivo: "Serve un cambio di passo radicale o si muore". Legge di stabilità? "E' di galleggiamento"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 dicembre 2013
Commenti (4)

La nuova segreteria Pd targata Matteo Renzi avverte il governo Letta. “Un filotto impressionante” di errori, quelli commessi dall’esecutivo, sostiene Davide Faraone, responsabile Welfare del Partito democratico e collaboratore del sindaco di Firenze, in un post su Facebook chiede al governo e al premier un cambio radicale di passo.

“Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”.

“Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in Parlamento, con il suo bicameralismo perfetto (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto.

Così non va”, sottolinea Faraone su Fb. “Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte”.

Poi via all’elenco di quelli che, a suo avviso, sono errori.

“Non elencherò gli errori del passato, ma – osserva Faraone – se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di galleggiamento (poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale.

Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti alti, utili per il Paese, non per legittimare decine e decine di inutili marchette, incalza Faraone.

“E poi sul Milleproroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono.

Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord.

E poi i soldi Ue parcellizzati per il Sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli.

O ancora le deroghe al Patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività”, elenca.

“Questo Pd, con le grandi speranze che suscita, l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità,non può permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”, conclude Faraone.

*******

28 DIC 2013 13:16
IL FURBETTO DEL RIMPASTINO - RENZI CAVALCA LA FIGURACCIA DI LETTA SUL “SALVA ROMA” E VUOLE CAMBIARE (ALMENO) I MINISTRI CANCELLIERI E GIOVANNINI
Sarà un gennaio di fuoco: il sindaco dice ai suoi “siamo carichissimi, inonderemo Palazzo Chigi con le nostre proposte” - Dall’altra parte il duo Napo-Letta deve proteggere i suoi ministri, soprattutto quelli di nomina quirinalizia - Sullo sfondo, il primo vero scazzo tra Boldrini e Grasso…

Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

Il segretario del Pd Matteo Renzi incalza Enrico Letta su un rimpasto di governo, una nuova squadra di ministri che dia il segno del cambiamento. In un messaggio all'esecutivo e alle Camere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede «massimo rigore» sui decreti. Per il premier nel 2014 «serve il riordino del processo legislativo ». Forza Italia e M5S premono per l'impeachment del Colle. Per il lavoro sono stati sbloccati 6 miliardi di fondi Ue.

Letta accusa il colpo d'immagine per l'esecutivo, vara il "mille proroghe" e corre ai ripari annunciando lo sblocco di 6 miliardi di fondi europei: «Dobbiamo cambiare passo, ci saranno altri blitz per dare fiato all'economia». Da Palazzo Vecchio, Matteo Renzi osserva l'ingorgo istituzionale tenendosi a distanza. Prepara il pressing di gennaio per segnare una svolta. «Siamo caricatissimi - dice ai suoi interlocutori -, inonderemo Palazzo Chigi con le nostre proposte per il patto di coalizione».
Ma per aumentare la pressione su Letta, il segretario del Pd lavora anche su una richiesta molto più onerosa: il rimpasto, una squadra di ministri rinnovata che dia l'impronta di un cambiamento. «Il governo è debole - spiega uno degli uomini più vicini al sindaco - e le idee nuove camminano sulle
gambe delle persone».

LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Nella mattinata, Laura Boldrini legge in aula il testo di un messaggio del capo dello Stato inviato ai presidenti di Camera e Senato e per conoscenza a Letta. «Dovete verificare con il massimo rigore l'ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione», scrive il capo dello Stato. È una sferzata che coinvolge soprattutto Palazzo Madama.

È lì che il decreto salva Roma, poi bocciato dal Colle, è stato riempito di quelle che i 5stelle chiamano marchette e chi li ha presentati "emendamenti microsettoriali", comunque estranei alla materia del provvedimento. Con la sua lettera, Napolitano apre anche un varco per le riforme. Suggerisce un intervento sui regolamenti parlamentari. Ma non è questo il punto. In realtà, accelera sulle modifiche alla Costituzione, a partire dalla richiesta di Renzi per la fine del bicameralismo, ossia l'abolizione del Senato. E naturalmente per una revisione della legge elettorale.

LETTA: CI SERVA DA SCOSSA
In consiglio dei ministri, il premier avverte i colleghi: «Gli interventi in Parlamento devono servire a togliere, non a mettere ». Gli aiuti a Roma e la norma contro gli affitti d'oro finiscono nel decreto "mille proproghe". I finanziamenti a pioggia, invece, nel cestino della carta straccia. «Ma questa lezione - ammette Letta - deve servirci da scossa. È uno stimolo in più per fare le riforme nel 2014». L'iter delle leggi non funziona, non si può continuare a "giocare" con un tira e molla delle due Camere. Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello proporrà, nell'accordo di coalizione per il 2014, una norma «che impedisca il proliferare della spesa attraverso mille rivoli ed emendamenti».

IL RIMPASTO DI RENZI
Il segretario del Pd è pronto a far salire l'intensità del suo pressing su Letta e Napolitano, anche se è stato proprio il presidente della Repubblica a creare una situazione favorevole per gli interventi decisivi di gennaio. «I tre milioni di persone che hanno votato alle primarie mi hanno dato un mandato in nome del cambiamento e dell'efficienza della politica. Il pasticcio del salva Roma va in un'altra direzione», spiega il sindaco.
Per questo, il patto di governo, che sarà siglato entro il 15, deve portare soprattutto la sua firma. Riforma elettorale, abolizione del Senato, job act, cultura. Ma non basta. «Il tema del rimpasto esiste eccome, solo che non voglio essere io a porlo », dice Renzi. Oggi però ha una sponda: Mario Monti. Infatti, il sindaco appoggia la richiesta di Scelta civica di un riequilibrio dei ministri. «Ci sono due rappresentanti centristi nell'esecutivo, Mauro e D'Alia. Dopo la loro scissione, entrambi stanno con Casini. Non va bene», è il ragionamento dei renziani. Il partito del Professore può essere lo strumento per mettere Letta al corde.

LAVORO E GIUSTIZIA NEL MIRINO
Nel mirino del segretario, ci sono il Lavoro, guidato da Enrico Giovannini, e la Giustizia retta da Annamaria Cancellieri, molto stimata da Napolitano. Il rimpasto perciò è una materia delicata. Renzi rischia di entrare di nuovo in rotta di collisione con il Colle. Non vuole farlo, perché c'è un disgelo tra i due. Semmai, il Quirinale si aspetta una maggiore presenza del segretario sulla scena. Per sbloccare soprattutto il capitolo riforme. Poi, c'è la frenata di Letta. Il premier sa che i rimpasti indeboliscono i governi, non li rafforzano. A meno che non siano il frutto di un accordo generale, condiviso. Accordo che al momento non si vede all'orizzonte.

Renzi ha fatto sapere a Palazzo Chigi che lui punta tutto sul patto di governo e sui documenti preparati dalla segreteria. «Ma è vero che il partito di Alfano è sovradimensionato con 5 ministri e il Pd è fuori da dicasteri di peso: Giustizia, Esteri, Interno, Difesa», dice una fonte vicinissima al sindaco. La partita per un vero patto Letta-Renzi è solo all'inizio. Manca la fiducia reciproca. Anche se il premier, dopo il 2014, giura che non si metterà di traverso. «Ho già il biglietto prepagato per l'Australia con data aprile 2015», scherza sempre con i suoi collaboratori.

Sullo sfondo si affaccia il primo vero momento di frizione tra i presidenti delle due Camere. Laura Boldrini considera la bacchettata di Napolitano rivolta esclusivamente a Grasso. E i suoi uffici ricordano che la presidente già a giugno aveva avvertito il collega di Palazzo Madama prendendo spunto da una lettera del presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia.

«Al Senato vengono spesso introdotte numerose e sostanziali modifiche che non sono coerenti con i criteri di ammissibilità adottati dalla Camera», era la segnalazione di Boccia. Boldrini ne parlò con Grasso, lo invitò «a porre fine alla vistosa diversità di disciplina». Convocò una riunione dei capigruppo e dei presidenti di commissione per mettere a verbale di averne parlato con il presidente del Senato. Ma non è servito. Sei mesi dopo è scoppiato il caso del decreto salva Roma.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti - 170


2014 a schede


Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale

8 – 2 – 28 dicembre 2013


Il Pd di Renzi contro il governo Letta
"Marchette ed errori imperdonabili"

Faraone, responsabile Welfare del partito, attacca. E altri si accodano. Forza Italia: "Elezioni"
Il Pd di Renzi contro il governo Letta "Marchette ed errori imperdonabili"
Il membro della segreteria del Partito democratico Davide Faraone, nominato da Matteo Renzi all'indomani del trionfo alle Primarie attacca l'esecutivo e le scelte del premier Letta: "Questo Pd con le grandi speanze che suscita non può permettersi questo governo e i suoi errori. Cambio di passo radicale o si muore". Il renziano Andrea Marcucci si accoda: "Tanti motivi di insoddisfazione". Forza Italia attacca. Mara Carfagna: "Le elezioni si avvicinano". Maurizio Gasparri: "Governo finito"


^^^^^^^^^^

Luigi • un minuto fa
Uhè, ha parlato il Faraone Tuttammè!
Strano, non mi ero accorto di tutti questi errori... Avevo contato solo le cose volute...
Questi non ci fanno, ci sono... ci sono, eccome...
Poveri stuPDni che li votano ancora...
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il calmo • un minuto fa
ma faraone è quello mafioso?
Un'altra persona sta scrivendoMostra 2 nuove risposte1 •Rispondi•Condividi ›

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sardissimus • 2 minuti fa
"Il membro della segreteria del Partito democratico Davide Faraone,...."
membro in che senso??
Un'altra persona sta scrivendoMostra una nuova risposta •Rispondi•Condividi ›

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trasportatore del pomeriggio • 3 minuti fa
e così barzelletta ha mangiato il panettone ma i krapfen di Carnevale non riuscirà nemmeno ad odorarli..... già tanto se riuscirà ad addentare il carbone e la cenere della Befana!
2 •Rispondi•Condividi ›

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gattamix trasportatore del pomeriggio • 2 minuti fa −
NEMMENO LE FRAPPE O LE CHIACCHIERE CHE DIR SI VOGLIA.... GIUSTAMENTE ,AGGIUNGO.
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IndroM trasportatore del pomeriggio • 3 minuti fa
gli offriranno le " bugie " ! ;)
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trasportatore del pomeriggio IndroM • 2 minuti fa
quelle è lui che le dà un tanto al quintale.....
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amanda • 4 minuti fa
ora la serracchiani in quanto renziana verrà venerata...
•Rispondi•Condividi ›



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Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale

8 – 1 – 28 dicembre 2013


Visto da casa Dc.

Dopo le balle infinite raccontateci dai vari quotidiani dopo l’8 dicembre su “ bacini & bacini”, tra Retta e Lenzi, il momento storico della svolta dei quarantenni Dicci finalmente al potere ( con Alfango & forza Roma, forza Lupi, so’ finiti i tempi cupi….), il Dna democristiano delle faide di potere che abbiamo conosciuto nella seconda metà del novecento oggi ritorna prepotentemente a galla.

Il podere è il podere,…amigo garo…..”
(Ciriacos De Mitas – uno degli uomini più podendi, della Dc degli anni ’80. L’uomo della Magna Grecia per l’avvocato nazionale)

Negli ultimi giorni i renziani avevano avanzato la richiesta di rimpasto. Solo i democristiani rampanti potevano avanzare una simile richiesta. Il secondo governo Lettanipote ottiene il via libera l’11 di dicembre e dopo 10 giorni i renziani avanzavano la richiesta di un rimpasto.

Pensano che la politica sia un gioco di società. Adesso sembra che il rimpasto non basta più :

Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”.
("Qui si fa l'Italia o si muore". Frase attribuita dallo scrittore G. C. Abba a Giuseppe Garibaldi)

E’ il segnale che il Caimano in coma aspettava da tempo. Il governo Lettanipote fatto cadere per mano dei piddini.

Nessuna informativa da parte di Grillo, ma questa sera gongola pure lui.

La nuova strana alleanza, Renzi-Grillo-Berlusconi contro la vecchia strana alleanza Lettanipote-Alfango-Napolitano.

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TG7 ore 20,00: “Carfagna: Le elezioni si avvicinano…”


Per la serie “Poltrone & sofà” senza lo sponsor di Sabrina Ferilli:


Governo, Faraone (segreteria Pd) a Letta: ‘Filotto impressionante di errori, marchette’
Il responsabile Welfare del partito nominato da Matteo Renzi attacca il premier e l'esecutivo: "Serve un cambio di passo radicale o si muore". Legge di stabilità? "E' di galleggiamento"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 dicembre 2013
Commenti (4)

La nuova segreteria Pd targata Matteo Renzi avverte il governo Letta. “Un filotto impressionante” di errori, quelli commessi dall’esecutivo, sostiene Davide Faraone, responsabile Welfare del Partito democratico e collaboratore del sindaco di Firenze, in un post su Facebook chiede al governo e al premier un cambio radicale di passo.

“Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”.

“Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in Parlamento, con il suo bicameralismo perfetto (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto.

Così non va”, sottolinea Faraone su Fb. “Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte”.

Poi via all’elenco di quelli che, a suo avviso, sono errori.

“Non elencherò gli errori del passato, ma – osserva Faraone – se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di galleggiamento (poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale.

Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti alti, utili per il Paese, non per legittimare decine e decine di inutili marchette, incalza Faraone.

“E poi sul Milleproroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono.

Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord.

E poi i soldi Ue parcellizzati per il Sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli.

O ancora le deroghe al Patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività”, elenca.

“Questo Pd, con le grandi speranze che suscita, l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità,non può permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”, conclude Faraone.

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28 DIC 2013 13:16
IL FURBETTO DEL RIMPASTINO - RENZI CAVALCA LA FIGURACCIA DI LETTA SUL “SALVA ROMA” E VUOLE CAMBIARE (ALMENO) I MINISTRI CANCELLIERI E GIOVANNINI
Sarà un gennaio di fuoco: il sindaco dice ai suoi “siamo carichissimi, inonderemo Palazzo Chigi con le nostre proposte” - Dall’altra parte il duo Napo-Letta deve proteggere i suoi ministri, soprattutto quelli di nomina quirinalizia - Sullo sfondo, il primo vero scazzo tra Boldrini e Grasso…

Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

Il segretario del Pd Matteo Renzi incalza Enrico Letta su un rimpasto di governo, una nuova squadra di ministri che dia il segno del cambiamento. In un messaggio all'esecutivo e alle Camere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede «massimo rigore» sui decreti. Per il premier nel 2014 «serve il riordino del processo legislativo ». Forza Italia e M5S premono per l'impeachment del Colle. Per il lavoro sono stati sbloccati 6 miliardi di fondi Ue.

Letta accusa il colpo d'immagine per l'esecutivo, vara il "mille proroghe" e corre ai ripari annunciando lo sblocco di 6 miliardi di fondi europei: «Dobbiamo cambiare passo, ci saranno altri blitz per dare fiato all'economia». Da Palazzo Vecchio, Matteo Renzi osserva l'ingorgo istituzionale tenendosi a distanza. Prepara il pressing di gennaio per segnare una svolta. «Siamo caricatissimi - dice ai suoi interlocutori -, inonderemo Palazzo Chigi con le nostre proposte per il patto di coalizione».
Ma per aumentare la pressione su Letta, il segretario del Pd lavora anche su una richiesta molto più onerosa: il rimpasto, una squadra di ministri rinnovata che dia l'impronta di un cambiamento. «Il governo è debole - spiega uno degli uomini più vicini al sindaco - e le idee nuove camminano sulle
gambe delle persone».

LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Nella mattinata, Laura Boldrini legge in aula il testo di un messaggio del capo dello Stato inviato ai presidenti di Camera e Senato e per conoscenza a Letta. «Dovete verificare con il massimo rigore l'ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione», scrive il capo dello Stato. È una sferzata che coinvolge soprattutto Palazzo Madama.

È lì che il decreto salva Roma, poi bocciato dal Colle, è stato riempito di quelle che i 5stelle chiamano marchette e chi li ha presentati "emendamenti microsettoriali", comunque estranei alla materia del provvedimento. Con la sua lettera, Napolitano apre anche un varco per le riforme. Suggerisce un intervento sui regolamenti parlamentari. Ma non è questo il punto. In realtà, accelera sulle modifiche alla Costituzione, a partire dalla richiesta di Renzi per la fine del bicameralismo, ossia l'abolizione del Senato. E naturalmente per una revisione della legge elettorale.

LETTA: CI SERVA DA SCOSSA
In consiglio dei ministri, il premier avverte i colleghi: «Gli interventi in Parlamento devono servire a togliere, non a mettere ». Gli aiuti a Roma e la norma contro gli affitti d'oro finiscono nel decreto "mille proproghe". I finanziamenti a pioggia, invece, nel cestino della carta straccia. «Ma questa lezione - ammette Letta - deve servirci da scossa. È uno stimolo in più per fare le riforme nel 2014». L'iter delle leggi non funziona, non si può continuare a "giocare" con un tira e molla delle due Camere. Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello proporrà, nell'accordo di coalizione per il 2014, una norma «che impedisca il proliferare della spesa attraverso mille rivoli ed emendamenti».

IL RIMPASTO DI RENZI
Il segretario del Pd è pronto a far salire l'intensità del suo pressing su Letta e Napolitano, anche se è stato proprio il presidente della Repubblica a creare una situazione favorevole per gli interventi decisivi di gennaio. «I tre milioni di persone che hanno votato alle primarie mi hanno dato un mandato in nome del cambiamento e dell'efficienza della politica. Il pasticcio del salva Roma va in un'altra direzione», spiega il sindaco.
Per questo, il patto di governo, che sarà siglato entro il 15, deve portare soprattutto la sua firma. Riforma elettorale, abolizione del Senato, job act, cultura. Ma non basta. «Il tema del rimpasto esiste eccome, solo che non voglio essere io a porlo », dice Renzi. Oggi però ha una sponda: Mario Monti. Infatti, il sindaco appoggia la richiesta di Scelta civica di un riequilibrio dei ministri. «Ci sono due rappresentanti centristi nell'esecutivo, Mauro e D'Alia. Dopo la loro scissione, entrambi stanno con Casini. Non va bene», è il ragionamento dei renziani. Il partito del Professore può essere lo strumento per mettere Letta al corde.

LAVORO E GIUSTIZIA NEL MIRINO
Nel mirino del segretario, ci sono il Lavoro, guidato da Enrico Giovannini, e la Giustizia retta da Annamaria Cancellieri, molto stimata da Napolitano. Il rimpasto perciò è una materia delicata. Renzi rischia di entrare di nuovo in rotta di collisione con il Colle. Non vuole farlo, perché c'è un disgelo tra i due. Semmai, il Quirinale si aspetta una maggiore presenza del segretario sulla scena. Per sbloccare soprattutto il capitolo riforme. Poi, c'è la frenata di Letta. Il premier sa che i rimpasti indeboliscono i governi, non li rafforzano. A meno che non siano il frutto di un accordo generale, condiviso. Accordo che al momento non si vede all'orizzonte.

Renzi ha fatto sapere a Palazzo Chigi che lui punta tutto sul patto di governo e sui documenti preparati dalla segreteria. «Ma è vero che il partito di Alfano è sovradimensionato con 5 ministri e il Pd è fuori da dicasteri di peso: Giustizia, Esteri, Interno, Difesa», dice una fonte vicinissima al sindaco. La partita per un vero patto Letta-Renzi è solo all'inizio. Manca la fiducia reciproca. Anche se il premier, dopo il 2014, giura che non si metterà di traverso. «Ho già il biglietto prepagato per l'Australia con data aprile 2015», scherza sempre con i suoi collaboratori.

Sullo sfondo si affaccia il primo vero momento di frizione tra i presidenti delle due Camere. Laura Boldrini considera la bacchettata di Napolitano rivolta esclusivamente a Grasso. E i suoi uffici ricordano che la presidente già a giugno aveva avvertito il collega di Palazzo Madama prendendo spunto da una lettera del presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia.

«Al Senato vengono spesso introdotte numerose e sostanziali modifiche che non sono coerenti con i criteri di ammissibilità adottati dalla Camera», era la segnalazione di Boccia. Boldrini ne parlò con Grasso, lo invitò «a porre fine alla vistosa diversità di disciplina». Convocò una riunione dei capigruppo e dei presidenti di commissione per mettere a verbale di averne parlato con il presidente del Senato. Ma non è servito. Sei mesi dopo è scoppiato il caso del decreto salva Roma.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti 171

2014 a schede



Scheda – 9 – Le istituzioni

9 – 1 – 29 dicembre 2013


Un ruolo di garanzia che è venuto meno. Napolitano si è fatto garante della casta e non popolo italiano.


Napolitano e gli equilibri scomparsi
Se il presidente chiudesse la propria esperienza al Colle in coincidenza con la fine del governo Letta, sarebbe la conferma che davvero il famoso ruolo di supplenza ‘re Giorgio’ l’ha svolto per dovere e non per altro
di Alessandro Gilioli


26 dic
Napolitano, la supplenza, la fine

È ovvio che la richiesta di impeachment per Napolitano, quella di Grillo intendo dire, non andrà nessuna parte – al netto della sua valenza in termini di comunicazione, o se preferite di propaganda.

E non andrà nessuna parte non solo per una questione di peso parlamentare del M5S, ma anche perché quello che viene sbrigativamente chiamato ‘impeachment’ è invece un procedimento di messa in stato d’accusa per alto tradimento o attentato alla Costituzione, cose molto difficili da provare: tra l’altro perché Napolitano, nella sua scaltrezza, è sempre rimasto sul confine dei limiti formali della Carta, pur avendo assunto poteri che nessun predecessore aveva neppure sfiorato.

Prendete anche l’ultima invasione di campo, quella sul ‘SalvaRoma’: formalmente ha deciso tutto Letta e l’intervento del Colle, per quanto esplicito, è stato appunto informale.
Lo stesso dicasi quando, contravvenendo al suo ruolo super partes, haattaccato l’opposizione: lo ha fatto senza citarla e in ogni caso non con un atto istituzionale.
Eppure, nell’Italia che entra nel 2014, il problema Napolitano esiste.
Esiste non solo per le forzature costituzionali compiute (ma vi immaginate se al posto suo ci fosse stato Berlusconi?) ma anche per una questione politicasostanziale.

Intendo dire: Napolitano ha iniziato più fortemente a esondare quando ha imposto di fatto – come condizione per la sua rielezione – una formula di governo basata sull’accordo tra l’establishment del vecchio Pd in rotta e Berlusconi.
Entrambi i soggetti in questione, da allora, per motivi diversi sono però finiti nel limbo dell’emarginazione: Berlusconi all’opposizione, l’ex gruppone di comando del Pd spazzato via dalle primarie.

Che cosa è rimasto quindi di quel ricatto d’aprile? Solo Letta e il suo esecutivo, nato con due azionisti forti oggi spariti, quindi turacciolo di sughero tra i marosi, oltre che burattino fragile manovrato dal Colle.

Ecco: è qui la fine di Napolitano.

Nella fine dei suoi disegni, del suo progetto politico. Nell’inutilità, anzi nel nocumento che ormai per questo rappresenta.
Anche i suoi fan più accaldati possono ringraziarlo molto, se credono, del ruolo che ha svolto qualche mese fa, ma quel ruolo è decisamente over ormai: andato, finito, concluso. E magari oggi gli dovrebbero spiegare che è un po’ patetico continuare a recitare sul palco mentre gli operai stanno portando via le luci.
Detta in soldoni, Napolitano è rimasto al Quirinale per garantire equilibri che nel frattempo sono cambiati. Ed è accordo stabilito che i loro epigoni sbilenchi si prolunghino al massimo un altro anno e spiccioli, per via del semestre europeo di presidenza italiana (seconda metà del 2014).

Il problema è che in Italia l’incarico presidenziale è di sette anni: quindi, se la salute lo assiste – Napolitano potrebbe rimanere al Colle fino al 2020.
Ha intenzione di farlo? Non credo, anche per semplici motivi biologici.
E quindi?

Una soluzione ci sarebbe, semplice semplice: vale a dire un impegno, volontario o reclamato dalle forze politiche, a chiudere la propria esperienza al Colle in coincidenza con la fine del governo Letta di cui è appunto rimasto l’unico burattinaio, e comunque non oltre la primavera del 2015.

Sarebbe cosa dignitosa per lui e sarebbe conferma per noi – elettori, cittadini – che non ci saranno inopportuni accanimenti terapeutici.
E che davvero il famoso ruolo di supplenza ‘re Giorgio’ l’ha svolto per dovere e non per altro.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti 172

2014 a schede


Scheda – 1 – La priorità assoluta del 2014 è la ripresa economica e il lavoro, lavoro, lavoro.


1 - 3 - 29 dicembre 2013


VOTA PDc UN PARTITO CATTOLICO CON EX COMUNISTI DELL'EX PARTITO DEI LAVORATORI


Non sono precario
sono povero


Il racconto di un professionista con la partita Iva: 'Non mi resta più nulla. Continuo a lavorare un giorno dopo l’altro come un fantasma, e quando passo davanti alle vetrine di Natale guardo dritto'. La sua esperienza purtroppo è comune a quella di molti altri. Raccontela qui


Cristo non aveva la partita Iva
24 dicembre 2013

Ieri ho pubblicato questo status sul mio profilo Facebook. Citavo un amico – che per ovvie ragioni rimarrà anonimo – che fa un lavoro simile al mio, nel mondo dell’informazione. Purtroppo i suoi introiti da precario non gli permettono di vivere una vita tranquilla: “Ogni volta che compra qualcosa alla cassa ha il terrore di venire umiliato se gli respingono la carta”. Sono tanti come lui che vivono davvero con pochissimo, senza tutele, sindacati o ammortizzatori sociali. E non lo danno a vedere: il senso della vergogna è più forte della necessità di denuncia. Voglio ringraziarlo, quindi, per aver accettato di pubblicare questo post su L’isola dei cassintegrati.

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Ieri ho fatto la spesa per i giorni di Natale, non la facevo per bene da due o tre settimane.

Anche perché pure cercando tutte le offerte nei discount, come ho sempre fatto, spendi 50 euro e non compri quasi nulla: ti ritrovi con due buste piene, le svuoti sul tavolo di casa. Ti rendi conto che durerà davvero poco.

Il momento peggiore ogni volta è alla cassa: il terrore che la mia carta (non di credito, per carità, e chi me la concederebbe) venga respinta.

E pensare che non prelevo al bancomat prima di entrare al supermercato proprio perché il pensiero di togliere altri soldi dal conto mi fa stare male.

È già successo altre volte che alla cassa non mi accettassero il pagamento: alcune è semplicemente la connessione della mia banca a non funzionare. Ho scelto una banca da due soldi e un conto online gratuito per non avere spese, non potrei permettermelo e quindi non posso aspettarmi granché.

Sono anche andato in banca a spiegare la situazione: mi hanno trattato come l’ultimo dei pezzenti, facendomi capire che con un conto gratuito non avevo alcun diritto.

“E cambia banca”, direte voi. Non ce l’ho fatta. Presentarmi a un altro impiegato, spiegargli quanto prendo, rifare tutto da capo…. l’umiliazione, una volta di più. Non ce la faccio.

Altre volte la carta non ha funzionato perché erano finiti i soldi. Non mi avevano pagato delle fatture, nonostante avessi passato ore e giorni al telefono da un ufficio all’altro, per cercare di capire una buona volta quando sarei stato pagato (e quanto).

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Alla fine impari a non pensare più a nulla, a fregartene di tutto.
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Da quanti giorni mangi solo pasta? Non importa. Cosa avranno pensato di te le persone in fila alla cassa, o la cassiera? Non importa. Non è successo. Torno a casa e faccio il mio lavoro, il peggio possibile, tanto non mi pagheranno, tanto non mi importa più di nulla.

Ormai ho tagliato tutto quello che potevo: non viaggio mai, esco solo per una birra con gli amici il weekend, non faccio vacanze, non compro nulla.

Non riesco a “mettere da parte” nulla.

Ho 33 anni e la partita iva: di quella miseria che guadagno pago il 33 per cento di tasse allo Stato, che in realtà diventa un 50 per cento se conti l’anticipo sulle tasse del prossimo anno.

E i mille euro che si prende il commercialista.

La maggior parte dei miei soldi se li prende l’Inps, eppure non posso sapere neanche quanto prenderò di pensione da vecchio, anche se sembrano tutti concordi nel dire che sarà una cifra ridicola.

E se domani al lavoro mi danno un calcio in culo, per qualsiasi ragione, non ho alcun sussidio.

Una volta sono andato a un sindacato importante a spiegare la mia situazione, mi hanno detto che non possono farci nulla.

E hanno ragione, è tutto in regola.

Mi sento in trappola, in prigione, ho la claustrofobia, e non c’è nulla che possa fare per uscirne.

Non sono precario, sono povero, povero in canna.

A forza di fare economie sulla mia vita e di cercare di lavorare il più possibile, correndo da una parte all’altra per risolvere tutti quei problemi che capitano sempre quando non hai un soldo… alla fine non so più cosa è rimasto della persona che ero.

Nulla, quasi nulla.

Io non so chi sono.

Continuo a lavorare un giorno dopo l’altro come un fantasma, e quando passo davanti alle vetrine di natale, io, continuo a guardare dritto.

Andrò a dormire e domani mi alzerò, indosserò la camicia e la giacca buona e fingerò un’altra volta di essere una persona normale, con una vita normale. Proprio come voi.



http://www.isoladeicassintegrati.com/20 ... rtita-iva/


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Scheda – 1 – La priorità assoluta del 2014 è la ripresa economica e il lavoro, lavoro, lavoro.

1 -2 - 26 dicembre 2013


Ghe pensi mi 2.0

Un, due, tre pronti via.


Immagino che per Renzi sia un grandissima soddisfazione essere eletto grazie ai voti della sinistra per fare politiche di destra.

Immagino che lo sarebbero anche i sinistri quel giorno che ottenessero una grande maggioranza alle urne con i voti della destra, per fare una politica di sinistra.

Trombare gli avversari da sempre grande soddisfazione in questo contesto.





Vi piace il Renzi che asfalta l’articolo 18?
di Pierfranco Pellizzetti | 24 dicembre 2013Commenti (831)


Vi è piaciuto il Renzitriciclo? E adesso godetevelo mentre pedala.

Siamo ormai così mitridizzati da vent’anni di fanfaluche reazionarie che abbiamo smarrito perfino l’energia per reazioni minime.

Sicché quando Renzi-nuovo-che-avanza collega l’occupabilità alla precarizzazione (la cervellotica equazione per cui i giovani non sarebbero assunti vigente l’ombrellino malandato dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori), non abbiamo neppure voglia di stare lì a ripetere quanto già si disse a Mario Monti e prima ancora a Silvio Berlusconi in coppia con l’allora presidente di Confindustria Antonio pazzariello D’Amato: mettere in alternativa diritto al lavoro e diritti del lavoro è quanto di più bieco si possa immaginare (nel lessico a tormentone del neo segretario PD, “fare”).

Ma è anche una mossa al tempo furba e stupida. Furba perché manda un segnale alle categorie di cui si cerca il consenso: io sono dalla vostra parte. Dalla parte di questi ceti imprenditorial-manageriali cui si assicura la tutela dell’unico modo di fare impresa alla loro portata: la tecnica bastone/carota.

Stupida perché non inverte la caduta libera nel declino del nostro sistema d’impresa che non riesce da decenni a immettere sul mercato prodotti che suscitino interesse e relative richieste, limitandosi a ricicciare sempre la stessa gamma di beni (del resto copiabilissimi e stracopiati), limitata ai prodotti per la persona e per la casa.

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Tanto che lo stesso attuale presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a suo tempo aveva dichiarato che «la licenziabilità dei dipendenti è l’ultimo dei nostri problemi».
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Ma ora il leader della categoria e di Mapei annusa lo spirito dei tempi e si imbarca sullo stracolmo risciò renziano, dichiarando esattamente il contrario.

Lo spirito dei tempi di perdurante clima reazionario, per cui il solito finanziere di fede renziana spiega dalla Gruber che il male oscuro italiano è rappresentato da quei nababbi di colletti blu ipergarantiti (con il loro migliaio di euro nella busta paga) che vampirizzano i non garantiti. L’ennesima variazione sul tema della mistificazione terroristica della guerra degli ultimi contro i penultimi. Così nessuno si accorge che i primi stanno espropriando il resto del Paese.

In passato ci avevano provato con la mascalzonata di mettere i padri (occupati) contro i figli (inoccupati); ma poi i diretti interessati si accorsero di essere entrambi nell’identica condizione di precarizzati.

Ci mette del suo l’imprenditore all’orecchio di Renzi, l’Oscar Farinetti esperto di ricette gastronomiche che si cimenta in quelle economiche: «il lavoro garantito per chi non ha voglia di lavorare è un delitto».

Insomma, come scriveva Norma Rangeri su il Manifesto, «secondo lui la tutela dal licenziamento illegittimo andrebbe abolita perché in realtà l’articolo 18 è solo un grande scudo dietro il quale si ammassa l’esercito dei fannulloni».

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Questo è il grande esperto del lavoro, su cui il quotidiano comunista adombra il sospetto di perquisizioni corporali ai dipendenti per verificare che non abbiano in tasca una fetta di prosciutto… Queste sono le idee, questo il nuovo: roba scaduta da almeno vent’anni, quando Tony Blair svendette gli operai inglesi e la Sinistra tutta ai circoli finanziari (traendone non pochi vantaggi, politici e non).
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Ci sarebbe un’alternativa? Certo che si. Fermo restando che la tragedia sociale in atto richiede misure tampone per bloccare temporaneamente la catastrofe. Per poi partire – però – con azioni che rimuovano le ragioni intrinseche di tale catastrofe, non rimosse dalle manovre congiunturali: avviare – come nei Paesi dell’Occidente avanzato – politiche industriali che riqualifichino le nostre specializzazioni riposizionandole in settori a maggiore tasso di competitività e compatibili con i livelli remunerativi/occupazionali di una grande democrazia. Su due piani: un collegamento organico pianificato tra comunità della ricerca e comunità d’impresa per valorizzare antiche e nuove competenze (ad esempio dalla meccatronica cara a Sylos Labini alla robotica e all’infomobilità); un’accompagnamento all’imprenditorializzazione per settori attualmente afflitti da logiche di rendita parassitaria, in primis il turismo.


Altri lo hanno già fatto, dalla Finlandia alla Danimarca (per lasciar stare la solita Germania). Soltanto che ci vorrebbe una forte tensione innovativa reale, che i giovani conservatori alla Renzi e Letta non coltivano proprio, inseguendo l’apprezzamento dei ricchi e dell’establishment.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... 18/824616/

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1 -1 - 25 dicembre 2013


La sciura Maria, la mitica casalinga di Voghera, il prossimo anno compie 60 anni. Per lei è il sesto giro di boa della sua vita terrena. Auguri mitica sciura Maria, la mamma ha fatto a sua insaputa un autentico capolavoro.

Sessant’anni, come si dice in gergo, portati benissimo. Oggi, come quando aveva 20 anni, la sciura Maria è quel tipo di donna che viene definita abitualmente “un autentico bocconcino di prima classe”, quando non si usa il lessico corrente introdotto anche da Crozza nella Tv post Bernabei.

Il destino gli ha riservato la fortuna della vincita della lotteria femminile permanente . Gli ha regalato la bellezza mista ad una naturale grazia. Ingrediente che tutte le donne sanno che valore abbia durante la vita su questo pianeta.

Ha sempre avuto in questi anni tutte le cosine a posto, le curve giuste al posto giusto. Un gran bel paio di gambe, come continuano ad ammirare estasiati con gran soddisfazione anche i maschietti più giovani, tanto da sottolineare con insistenza che la mitica casalinga di Voghera fa ancora oggi una spietata concorrenza alle loro coetanee.

Potrebbe portare senza il minimo imbarazzo la minigonna che portava quarant’anni fa, non sfigurando affatto con le sbarbine di oggi, anzi. Potendo anche fare altresì la gioia dei carrozzieri vogheresi oggi in crisi tremenda di lavoro, quando passa per le vie del centro di Voghera.

Occhi verdi malandrini incastonati su di un bel viso che il tempo si rifiuta di fare il suo corso, e che osservandola tutta nel suo insieme quando passa per le strade di Voghera, anche Papa Francesco sarebbe indotto, malgrado l’età e l’alto seggio, in tentazione.

Solo le donne vogheresi, eccezion fatta per qualche amica sincera di sempre, non la amano. Soprattutto quelle meno belle, che covano un’invidia naturale mai sopita da almeno quarant’anni. Adesso la rabbia e l’invidia sono aumentate con l’avanzare dell’età, perché nella fase della vita in cui a loro viene resa finalmente giustizia dall’invecchiamento, si accorgono che Maria sembra essere una strana predestinata. Il tempo si è volutamente scordato di lei. “Ma porcaccia la miseriaccia”, continuano a ripetersi le donne vogheresi, perché tutto a lei? Già,…perché?

Non solo è bella, ma è sempre stata dotata di intelligenza viva, dinamica, accattavinante. Il suo unico inconveniente, se così possiamo chiamarlo, è quello di essere cresciuta all’interno di una famiglia catto comunista di sessant’anni fa. Niente di straordinariamente rigida o particolare come educazione, ma è stata l’instillazione continua e la sorveglianza della messa in pratica sin da bambina di determinati valori, che la bella e prorompente Maria, pur ben cosciente del patrimonio ambulante che si portava appresso, non ha scelto l’investimento sociale del suo estimato patrimonio di grande valore, ma ha scelto, a differenza della totalità delle sue colleghe altrettanto patrimonialmente dotate, di rimanere dentro i binari dell’educazione che le era stata instillata da piccola e da ragazzetta.

Al termine della terza media, in casa necessitava uno stipendio in più per tirare avanti, e quindi, la bella Maria, pur a malincuore ha abbandonato gli studi ed è andata a lavorare in fabbrica a Voghera.

Dal 2001, da quando il Caimano è tornato alla guida del Paese, le difficoltà familiari si sono fatte maggiormente sentire. Soprattutto a partire dall’autunno del 2008, quando a causa di giochi truffaldini, il Caimano era tornato poco prima a sedersi di nuovo sulla poltrona di Palazzo Chigi, quando soprattutto nel mondo Occidentale era scoppiato lo scandalo dei derivati della Lehman Brothers.

Già pratica di crisi precedenti, la mitica sciura Maria ha dovuto dare fondo a tutta la sua esperienza ed intelligenza per far quadrare il bilancio familiare, con un marito esodato, un figlio che lavora ed una figlia laureata che non riesce a trovare lavoro.

La casalinga di Voghera meriterebbe d’insegnare economia domestica nei migliori atenei del vecchio continente.

A Lettuccio Babbo Natale, la mitica Maria avrebbe molto da insegnare in materia economica. Per non parlare poi del segretario del Piddì, che in materia di lavoro si rifà ancora ad Ichino. Li mortacci sua!!!!!
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

INFERNO ATOMICO

Speciale Servizio Pubblico tra poco su La7

Da non perdere secondo Gaia Tortora
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

…"con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole"…..
(Pietro Lunardi – Palermo - 24 agosto 2001)-
http://www.repubblica.it/online/politic ... mafia.html

*

“ Tutto parte dall’assenza dello Stato e forse della nostra democrazia così come noi, in buona fede, l’abbiamo appassionatamente costruita e che si sta sgretolando nelle nostre mani. Da lì dobbiamo ricominciare”
(Giuseppe Fava – Intervista del 29 dicembre 1983 ad Enzo Biagi . Cosa Nostra uccide Fava una settimana dopo)







Sfascisti 173

2014 a schede



Scheda – 10 – Criminalità organizzata, criminalità politica e lo Stato italiano, settore potere e settore cittadini elettori. Oggi morto e defunto.

10 – 1 – 29 dicembre 2013


Questa sera il terremoto con epicentro a Nord di Napoli, 5 gradi della scala Richter, passa in secondo piano.

Questa sera San Toro, ha fatto esplodere un’autentica bomba atomica, con lo speciale di Servizio Pubblico dal titolo: INFERNO ATOMICO.

*


Esame di coscienza
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'esame di coscienza è per la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, la pratica spirituale, propedeutica al sacramento della penitenza, con cui il credente richiama alla memoria i propri peccati con la volontà di non commetterli più e cercando così di migliorare la propria vita. Per estensione, l'esame di coscienza è anche un'intima riflessione su se stessi, sul proprio operato. In questa seconda accezione l'esame di coscienza è presente in molte diverse culture laiche e religiose.

Civiltà greco-romana
L'esame di coscienza era un pratica già presente tra i pitagorici, gli stoici e gli epicurei. Per gli adepti delle scuole filosofiche ellenistico-romane l'esame di coscienza era il mezzo per rendersi conto quotidianamente della misura in cui si erano adempiuti o meno i propri doveri. Era dunque un mezzo per valutare il proprio progresso sulla «via della perfezione», ovvero sulla via del conseguimento della padronanza di sé, del dominio ottenuto sulle proprie passioni.

Ebraismo
Nell'ebraismo l'esame di coscienza è una dimensione essenziale della preghiera. Secondo il rabbino David Rosen: «La preghiera è il modo in cui gli esseri umani esprimono il loro rapporto con Dio. All'interno della tradizione ebraica essa può assumere diversi aspetti. Il termine ebraico lehitpallel è la forma riflessiva del verbo palel, giudicare. In altre parole il termine "pregare" intende un'azione di autogiudizio, di riflessione sulla propria vita, di considerazione della direzione presa, di introspezione. Insomma, il compito principale della preghiera consiste in un'opera di autoanalisi e di introspezione al cospetto di Dio, di esame di se stessi di fronte alla verità e alla realtà. Il suo scopo principale non è di chiedere qualcosa a Dio, ma piuttosto di darci la possibilità di migliorare».[1]

Cristianesimo
Anche nel mondo cristiano l'esame di coscienza è una pratica importante, da utilizzare frequentemente, ad esempio la sera prima di addormentarsi in accordo con la raccomandazione del Salmo 4,5b: "nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore" (traduzione Nuova CEI). In particolare le chiese che praticano il sacramento della penitenza raccomandano che esso sia preceduto dall'esame di coscienza. L'articolo 1454 del Catechismo della Chiesa Cattolica recita: «È bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un esame di coscienza fatto alla luce della Parola di Dio. I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere di Paolo: il Discorso della Montagna e gli insegnamenti apostolici». In nota il Catechismo propone come insegnamenti apostolici alcuni capitoli tratti dalle lettere di Paolo e precisamente Rom 12-15; 1 Cor 12-13; Gal 5; Ef 4-6.


***

Domanda:

L’esame di coscienza è solo una pratica dei credenti oppure può essere esteso anche ai non credenti?

Non vedo, non sento, non parlo, è stato l’atteggiamento prevalente degli italiani dopo il 25 aprile 1945.

E’ successo di tutto in questi 68 anni, fino alla bomba atomica sganciata questa sera.

Ribadisco quanto già espresso due giorni fa :

“Il diritto alla speranza è un sacrosanto diritto privato”.

Quante volte però in questi ultimi 50 anni abbiamo chiuso gli occhi piegandoci alla speranza che la classe politica risolvesse i problemi che non si sono mai risolti?

Il confronto tra le due ragazze e Carmine Schiavone presenta un alto grado sociologico per la compressione dello stato dell’arte della situazione italiana in generale. UN DIALOGO CHE LA TELEVIONE ITALIANA NON ERA MAI STATA IN GRADO DI TRASMETTERE PRIMA D'ORA.

Un ringraziamento particolare a Sandro Ruotolo, per il coraggio civile dimostrato per avere realizzato questo speciale di Servizio Pubblico.
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

Camillo Benso conte
....Allora come oggi, credo che per attuare una società comunista occorre che ogni individuo possegga una cultura di altissimo livello.
Lascio a te, caro pancho, l’onere di stabilire se questa cultura ad altissimo livello è un patrimonio dell’attuale società italiana.
Secondo me siamo lontani migliaia e migliaia di secoli.
Di conseguenza, parlare oggi di comunismo è un perfetto non senso....
Hai perfettamente ragione che per attuare una vera societa' comunista occorre una societa' il cui individuo abbia an alto livello sia politico che etico che morale. Hai ragione su questo ma quando mai in ragione di questo ho proposto questo?

Se, come disse qualcuno, l'evoluzione di una societa' va per gradi non credi sia venuto il tempo di avere un minimo di cambiamento il cui obiettivo finale cmq possa essere lo stesso o almeno una societa' in cui l'uomo possa essere al centro di tutto questo e non il contrario?

Poi, chiamala come vuoi se a qualcuno un determinato termine puo' far fastidio.

I fatti concreti sono quelli che contano. Che ne dici?

Dobbiamo mollare proprio adesso per il fatto che tutto questo ora gira al contrario per colpa di una fottuta volonta' politica e perché no anche di molti di noi?

Quale sia la strada e' un po' un dilemma ed e' per questo che faccio fatica a criticare alcune scelte di molti ns. compagni.

Proprio in questi giorni in mio amico ex segretario del PD poi passato a SEL con incarichi provinciali, mi ha confidato che alle ultima primarie del PD si e' presentato pure lui ai gazebo(criticato per questo da alcuni compagni)e ha votato pure x Renzi.

Io, facevo notare che contrariamente a lui avevo preferito Civati . Ed avevo pure spiegato il perché.(qui non sto' a ripetermi visto che oramai conoscete le mie scelte)

Come vedi pur essendo, a grandi linee, della stessa idea politica, abbiamo avuto entrambi visioni diverse sul come arrivare allo stesso obiettivo.

La sua scelta, come poi mi ha spiegato, avveniva per un processo di cambiamento per gradi(cioe' quello che sopra citavo) e quindi per un cambiamento, anche se minimo, che doveva avvenire immediatamente.
Questo, non lo si poteva protrarre oltre. La mia scelta,mi faceva notare, non avrebbe in alcun modo avuto alcuna possibilita' di un pur minimo cambiamento.

Chi dei due avrebbe ragione?

Difficile a dirlo anche se gli obiettivi sono gli stessi pur sapendo che spesso determinate vie sbagliate qualche volta possono portare al fallimento degli stessi obiettivi.

Vedremo...

Vedi, caro amico, quanto lavoro abbiamo davanti se vogliamo dar una mano ai ns. figli.

Se i ns. vecchi( in casa ne ho avuti piu' di qualcuno) avessero "ceduto" e si fossero scoraggiati in quel nefasto ventennio fascista, forse ora, non credi, staremo qui a raccontarcela in questo forum?

Cercano in tutti i modo di sfiaccarci lavorandoci ai fianchi come in un ring ma appunto per questo dobbiamo dimostrare loro che la ns. battaglia sara' ancora piu' dura di quello che potrebbero lor signori pensare.

Nel mio veneto(una vandea piu' che bianca) ne ho incontrato di peggio di queste situazioni.

Probabilmente sono vaccinato a queste situazioni + di alcuni di voi.


un salutone da Juan il compagno
Ultima modifica di pancho il 30/12/2013, 0:03, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti - 174


2014 a schede




Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale

8 – 3 – 29 dicembre 2013


Visto da destra


Alfano, ultima chiamata
Renzi fa capire che il governo ha i giorni contati. Adesso il vicepremier ha l'occasione per riscattarsi Se stacca lui la spina, può rimediare al suo tradimento. Altrimenti scomparirà come Fini


Alessandro Sallusti - Dom, 29/12/2013 - 20:46

Renzi sta per mollare Letta al suo destino. «O si cambia, o si muore», ha fatto dire ieri dai suoi il neo segretario Pd, riferendosi al governo degli incapaci e pasticcioni (giusto per usare un eufemismo salva querela).

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E siccome il premier non può cambiare neppure una virgola del suo governo tanto è prigioniero dell'imbroglio che lo ha generato, ecco che il trapasso è inevitabile.
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È solo questione di decidere il quando, ma sarà molto presto.

Più che un funerale sarà una liberazione.

E se non vogliono passare alla storia come i fessi che più fessi non si può, Alfano e i suoi hanno l'occasione della vita per riscattare il tradimento e rientrare in gioco.

Facciano loro la prima mossa, tolgano l'inutile appoggio al governo della sinistra senza aspettare che sia Renzi a farlo.

Che cos'ha da perdere il Nuovo Centrodestra? Se continua così farà la fine di Fini, nella migliore delle ipotesi quella di Monti. Cioè una brutta fine.

Perché è chiaro che il cambiamento posto come condizione dal sindaco di Firenze prevede di isolare ancora di più, sia numericamente che politicamente, la componente alfaniana al governo.

Del resto Renzi lo aveva detto già settimane fa: non si può governare con Formigoni e Giovanardi.

Intendeva ovviamente dire: mai pari dignità con Alfano, nei confronti del quale - non è un segreto - non ha stima né rispetto.

Lasciare il pallino in mano a Renzi sarebbe un suicidio, sia nell'immediato che in chiave elettorale.

Chiunque staccherà la spina a questo vergognoso governo non potrà che averne benefici nelle urne come tutti i liberatori.

E ricomporre in qualche modo la frattura del centrodestra non sarà impresa impossibile.

A Cicchitto probabilmente sì, ma ad Alfano e ancora di più a Berlusconi non manca certo la fantasia.

Se le cose non andranno così, se Alfano non riuscirà a liberarsi dal plagio di Napolitano e di chissà chi altri, allora vorrà dire che l'uomo non solo non è all'altezza della sua ambizione, non solo sarà a vita servo della sinistra, ma significa che è complice se non addirittura artefice del governo delle marchette, delle ruberie e delle furberie.
Ma sempre da vice. Vice mediocre.


http://www.ilgiornale.it/news/interni/l ... 79076.html

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Ora Renzi disconosce Letta:
"Niente in comune con lui"

Andrea Indini

Renzi prepara alla spallata: "Con Letta e Alfano non ho niente in comune". Rimpasto più vicino: in bilico le poltrone di Cancellieri e Saccomanni, ma Napolitano le difende

http://www.ilgiornale.it/news/interni/o ... 79089.html


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Il governo ha le traveggole:
"Tasse in calo, segnale forte"

Ma nel 2014 nuova stangata
Sergio Rame

Letta incensa il governo: "Tasse in calo". E Alfano: "Abbiamo invertito la tendenza". Ma Brunetta: "Nel 2014 la pressione fiscale aumenterà di mezzo punto"


http://www.ilgiornale.it/news/interni/l ... 79102.html

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GOVERNO AL CAPOLINEA
ASSALTO ALLA POLTRONA
Rimpasto alle porte
Ecco chi entra e chi esce

APPROFONDIMENTO. Renzi-bomba su Alfano e Letta: "A casa, adesso tocca a me". E Matteo cambia i loro uomini
APPROFONDIMENTO. Dal Pd un avviso di sfratto al premier. I renziani sparano contro il governo: "Ora basta, andate tutti a casa"
APPROFONDIMENTO. Matteo ingrassa la Casta, Una poltrona d'oro per il suo amico: un "regalino" da 167mila euro che pagheremo noi...


http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... rone-.html

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ANSA
Giamapolo Pansa
I vecchi meglio dei giovani, ecco perché Re Giorgio si beve Renzi...
Il Bestiario. Il pregio del Capo dello Stato è la sua vecchiaia. Matteo non ha l'esperienza sufficiente
http://www.liberoquotidiano.it/news/lib ... Renzi.html


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Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale

8 – 2 – 28 dicembre 2013


Il Pd di Renzi contro il governo Letta
"Marchette ed errori imperdonabili"

Faraone, responsabile Welfare del partito, attacca. E altri si accodano. Forza Italia: "Elezioni"
Il Pd di Renzi contro il governo Letta "Marchette ed errori imperdonabili"
Il membro della segreteria del Partito democratico Davide Faraone, nominato da Matteo Renzi all'indomani del trionfo alle Primarie attacca l'esecutivo e le scelte del premier Letta: "Questo Pd con le grandi speanze che suscita non può permettersi questo governo e i suoi errori. Cambio di passo radicale o si muore". Il renziano Andrea Marcucci si accoda: "Tanti motivi di insoddisfazione". Forza Italia attacca. Mara Carfagna: "Le elezioni si avvicinano". Maurizio Gasparri: "Governo finito"


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Luigi • un minuto fa
Uhè, ha parlato il Faraone Tuttammè!
Strano, non mi ero accorto di tutti questi errori... Avevo contato solo le cose volute...
Questi non ci fanno, ci sono... ci sono, eccome...
Poveri stuPDni che li votano ancora...
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il calmo • un minuto fa
ma faraone è quello mafioso?
Un'altra persona sta scrivendoMostra 2 nuove risposte1 •Rispondi•Condividi ›

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sardissimus • 2 minuti fa
"Il membro della segreteria del Partito democratico Davide Faraone,...."
membro in che senso??
Un'altra persona sta scrivendoMostra una nuova risposta •Rispondi•Condividi ›

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trasportatore del pomeriggio • 3 minuti fa
e così barzelletta ha mangiato il panettone ma i krapfen di Carnevale non riuscirà nemmeno ad odorarli..... già tanto se riuscirà ad addentare il carbone e la cenere della Befana!
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gattamix trasportatore del pomeriggio • 2 minuti fa −
NEMMENO LE FRAPPE O LE CHIACCHIERE CHE DIR SI VOGLIA.... GIUSTAMENTE ,AGGIUNGO.
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IndroM trasportatore del pomeriggio • 3 minuti fa
gli offriranno le " bugie " ! ;)
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trasportatore del pomeriggio IndroM • 2 minuti fa
quelle è lui che le dà un tanto al quintale.....
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amanda • 4 minuti fa
ora la serracchiani in quanto renziana verrà venerata...
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Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale

8 – 1 – 28 dicembre 2013


Visto da casa Dc.

Dopo le balle infinite raccontateci dai vari quotidiani dopo l’8 dicembre su “ bacini & bacini”, tra Retta e Lenzi, il momento storico della svolta dei quarantenni Dicci finalmente al potere ( con Alfango & forza Roma, forza Lupi, so’ finiti i tempi cupi….), il Dna democristiano delle faide di potere che abbiamo conosciuto nella seconda metà del novecento oggi ritorna prepotentemente a galla.

Il podere è il podere,…amigo garo…..”
(Ciriacos De Mitas – uno degli uomini più podendi, della Dc degli anni ’80. L’uomo della Magna Grecia per l’avvocato nazionale)

Negli ultimi giorni i renziani avevano avanzato la richiesta di rimpasto. Solo i democristiani rampanti potevano avanzare una simile richiesta. Il secondo governo Lettanipote ottiene il via libera l’11 di dicembre e dopo 10 giorni i renziani avanzavano la richiesta di un rimpasto.

Pensano che la politica sia un gioco di società. Adesso sembra che il rimpasto non basta più :

Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”.
("Qui si fa l'Italia o si muore". Frase attribuita dallo scrittore G. C. Abba a Giuseppe Garibaldi)

E’ il segnale che il Caimano in coma aspettava da tempo. Il governo Lettanipote fatto cadere per mano dei piddini.

Nessuna informativa da parte di Grillo, ma questa sera gongola pure lui.

La nuova strana alleanza, Renzi-Grillo-Berlusconi contro la vecchia strana alleanza Lettanipote-Alfango-Napolitano.

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TG7 ore 20,00: “Carfagna: Le elezioni si avvicinano…”


Per la serie “Poltrone & sofà” senza lo sponsor di Sabrina Ferilli:


Governo, Faraone (segreteria Pd) a Letta: ‘Filotto impressionante di errori, marchette’
Il responsabile Welfare del partito nominato da Matteo Renzi attacca il premier e l'esecutivo: "Serve un cambio di passo radicale o si muore". Legge di stabilità? "E' di galleggiamento"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 dicembre 2013
Commenti (4)

La nuova segreteria Pd targata Matteo Renzi avverte il governo Letta. “Un filotto impressionante” di errori, quelli commessi dall’esecutivo, sostiene Davide Faraone, responsabile Welfare del Partito democratico e collaboratore del sindaco di Firenze, in un post su Facebook chiede al governo e al premier un cambio radicale di passo.

“Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”.

“Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in Parlamento, con il suo bicameralismo perfetto (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto.

Così non va”, sottolinea Faraone su Fb. “Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte”.

Poi via all’elenco di quelli che, a suo avviso, sono errori.

“Non elencherò gli errori del passato, ma – osserva Faraone – se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di galleggiamento (poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale.

Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti alti, utili per il Paese, non per legittimare decine e decine di inutili marchette, incalza Faraone.

“E poi sul Milleproroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono.

Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord.

E poi i soldi Ue parcellizzati per il Sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli.

O ancora le deroghe al Patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività”, elenca.

“Questo Pd, con le grandi speranze che suscita, l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità,non può permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”, conclude Faraone.

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28 DIC 2013 13:16
IL FURBETTO DEL RIMPASTINO - RENZI CAVALCA LA FIGURACCIA DI LETTA SUL “SALVA ROMA” E VUOLE CAMBIARE (ALMENO) I MINISTRI CANCELLIERI E GIOVANNINI
Sarà un gennaio di fuoco: il sindaco dice ai suoi “siamo carichissimi, inonderemo Palazzo Chigi con le nostre proposte” - Dall’altra parte il duo Napo-Letta deve proteggere i suoi ministri, soprattutto quelli di nomina quirinalizia - Sullo sfondo, il primo vero scazzo tra Boldrini e Grasso…

Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

Il segretario del Pd Matteo Renzi incalza Enrico Letta su un rimpasto di governo, una nuova squadra di ministri che dia il segno del cambiamento. In un messaggio all'esecutivo e alle Camere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede «massimo rigore» sui decreti. Per il premier nel 2014 «serve il riordino del processo legislativo ». Forza Italia e M5S premono per l'impeachment del Colle. Per il lavoro sono stati sbloccati 6 miliardi di fondi Ue.

Letta accusa il colpo d'immagine per l'esecutivo, vara il "mille proroghe" e corre ai ripari annunciando lo sblocco di 6 miliardi di fondi europei: «Dobbiamo cambiare passo, ci saranno altri blitz per dare fiato all'economia». Da Palazzo Vecchio, Matteo Renzi osserva l'ingorgo istituzionale tenendosi a distanza. Prepara il pressing di gennaio per segnare una svolta. «Siamo caricatissimi - dice ai suoi interlocutori -, inonderemo Palazzo Chigi con le nostre proposte per il patto di coalizione».
Ma per aumentare la pressione su Letta, il segretario del Pd lavora anche su una richiesta molto più onerosa: il rimpasto, una squadra di ministri rinnovata che dia l'impronta di un cambiamento. «Il governo è debole - spiega uno degli uomini più vicini al sindaco - e le idee nuove camminano sulle
gambe delle persone».

LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Nella mattinata, Laura Boldrini legge in aula il testo di un messaggio del capo dello Stato inviato ai presidenti di Camera e Senato e per conoscenza a Letta. «Dovete verificare con il massimo rigore l'ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione», scrive il capo dello Stato. È una sferzata che coinvolge soprattutto Palazzo Madama.

È lì che il decreto salva Roma, poi bocciato dal Colle, è stato riempito di quelle che i 5stelle chiamano marchette e chi li ha presentati "emendamenti microsettoriali", comunque estranei alla materia del provvedimento. Con la sua lettera, Napolitano apre anche un varco per le riforme. Suggerisce un intervento sui regolamenti parlamentari. Ma non è questo il punto. In realtà, accelera sulle modifiche alla Costituzione, a partire dalla richiesta di Renzi per la fine del bicameralismo, ossia l'abolizione del Senato. E naturalmente per una revisione della legge elettorale.

LETTA: CI SERVA DA SCOSSA
In consiglio dei ministri, il premier avverte i colleghi: «Gli interventi in Parlamento devono servire a togliere, non a mettere ». Gli aiuti a Roma e la norma contro gli affitti d'oro finiscono nel decreto "mille proproghe". I finanziamenti a pioggia, invece, nel cestino della carta straccia. «Ma questa lezione - ammette Letta - deve servirci da scossa. È uno stimolo in più per fare le riforme nel 2014». L'iter delle leggi non funziona, non si può continuare a "giocare" con un tira e molla delle due Camere. Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello proporrà, nell'accordo di coalizione per il 2014, una norma «che impedisca il proliferare della spesa attraverso mille rivoli ed emendamenti».

IL RIMPASTO DI RENZI
Il segretario del Pd è pronto a far salire l'intensità del suo pressing su Letta e Napolitano, anche se è stato proprio il presidente della Repubblica a creare una situazione favorevole per gli interventi decisivi di gennaio. «I tre milioni di persone che hanno votato alle primarie mi hanno dato un mandato in nome del cambiamento e dell'efficienza della politica. Il pasticcio del salva Roma va in un'altra direzione», spiega il sindaco.
Per questo, il patto di governo, che sarà siglato entro il 15, deve portare soprattutto la sua firma. Riforma elettorale, abolizione del Senato, job act, cultura. Ma non basta. «Il tema del rimpasto esiste eccome, solo che non voglio essere io a porlo », dice Renzi. Oggi però ha una sponda: Mario Monti. Infatti, il sindaco appoggia la richiesta di Scelta civica di un riequilibrio dei ministri. «Ci sono due rappresentanti centristi nell'esecutivo, Mauro e D'Alia. Dopo la loro scissione, entrambi stanno con Casini. Non va bene», è il ragionamento dei renziani. Il partito del Professore può essere lo strumento per mettere Letta al corde.

LAVORO E GIUSTIZIA NEL MIRINO
Nel mirino del segretario, ci sono il Lavoro, guidato da Enrico Giovannini, e la Giustizia retta da Annamaria Cancellieri, molto stimata da Napolitano. Il rimpasto perciò è una materia delicata. Renzi rischia di entrare di nuovo in rotta di collisione con il Colle. Non vuole farlo, perché c'è un disgelo tra i due. Semmai, il Quirinale si aspetta una maggiore presenza del segretario sulla scena. Per sbloccare soprattutto il capitolo riforme. Poi, c'è la frenata di Letta. Il premier sa che i rimpasti indeboliscono i governi, non li rafforzano. A meno che non siano il frutto di un accordo generale, condiviso. Accordo che al momento non si vede all'orizzonte.

Renzi ha fatto sapere a Palazzo Chigi che lui punta tutto sul patto di governo e sui documenti preparati dalla segreteria. «Ma è vero che il partito di Alfano è sovradimensionato con 5 ministri e il Pd è fuori da dicasteri di peso: Giustizia, Esteri, Interno, Difesa», dice una fonte vicinissima al sindaco. La partita per un vero patto Letta-Renzi è solo all'inizio. Manca la fiducia reciproca. Anche se il premier, dopo il 2014, giura che non si metterà di traverso. «Ho già il biglietto prepagato per l'Australia con data aprile 2015», scherza sempre con i suoi collaboratori.

Sullo sfondo si affaccia il primo vero momento di frizione tra i presidenti delle due Camere. Laura Boldrini considera la bacchettata di Napolitano rivolta esclusivamente a Grasso. E i suoi uffici ricordano che la presidente già a giugno aveva avvertito il collega di Palazzo Madama prendendo spunto da una lettera del presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia.

«Al Senato vengono spesso introdotte numerose e sostanziali modifiche che non sono coerenti con i criteri di ammissibilità adottati dalla Camera», era la segnalazione di Boccia. Boldrini ne parlò con Grasso, lo invitò «a porre fine alla vistosa diversità di disciplina». Convocò una riunione dei capigruppo e dei presidenti di commissione per mettere a verbale di averne parlato con il presidente del Senato. Ma non è servito. Sei mesi dopo è scoppiato il caso del decreto salva Roma.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Vedi, caro amico, quanto lavoro abbiamo davanti se vogliamo dar una mano ai ns. figli.
pancho

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Questa preoccupazione mi è sembrato avvertirla negli over ’70 di queste parti. Non si preoccupano più per il loro futuro, ma per quello dei loro figli e nipoti.

E’ una preoccupazione naturale a quell’età, anche se non per tutti perché c’è chi la pensa diversamente in modo egoistico.

Quello che faccio fatica a fargli comprendere è che lo stato dell’arte, e gli eventi che ne potrebbero conseguire dovranno obbligatoriamente pesare anche su di loro, che invece si considerano immuni da tutto.

Ed è forse pensando a figli e nipoti che hanno creduto che votando Renzi avrebbero potuto cambiare qualcosa a loro favore.

Un’indagine della settimana appena trascorsa ci ha fatto saper che Renzi è stato sostenuto soprattutto dalla sinistra.

Non mi stupisce affatto perché è quanto ho registrato da queste parti.

E’ un fenomeno piuttosto preoccupante in quanto significa che la sinistra ha perso le capacità di valutare i suoi uomini.

Se ne è accorto anche Sartori, oppure Freccero, o Zanonato che ha precisato che Renzi cerca di fiutare il vento da che parte tira e poi si schiera.

Sartori ha capito che non è di destra né di sinistra, ma ha solo e soltanto una forte ansia per arrivare al potere.

Lo hanno capito anche a destra. Ha scritto Adalberto Signore - Dom, 29/12/2013 - 08:55, per il Giornale


I due (Berlusconi – Renzi - ndt) si assomigliano sotto diversi punti di vista, primo fra tutti la capacità di comunicare nelle sue diverse sfumature.

Così, il primo a cogliere che per il governo Letta la strada si sta facendo davvero in salita è Silvio Berlusconi.

Non tanto perché ormai da mesi scruta con attenzione le mosse di Matteo Renzi, sempre più convinto che il segretario del Pd non si possa permettere di aspettare il 2015 perché arriverebbe alle urne decisamente logorato.

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Quanto perché ieri il sindaco di Firenze ha usato una tattica cara all'ex premier, lasciando andare avanti i suoi fedelissimi a dire che «un rimpasto non basta» e che «l'esecutivo necessita di un cambio radicale» ma guardandosi bene dall'intervenire in prima persona sulla vicenda.
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Il Cavaliere è più o meno da quando è entrato in politica che le sue partite le gioca esattamente così, lasciandosi sempre aperto il cosiddetto piano B fino a un minuto prima di chiudere la pratica.

Lo schema, insomma, è identico.

E lascia intendere che Renzi abbia intenzione di alzare l'asticella fin quando gli è possibile.

***

Il governo Letta – Napolitano ha fallito, non ha più niente da esprimere. La destra è allo sbando. La sinistra non ha nessun uomo in grado di prendere in mano la situazione.

La soluzione non può essere di certo Renzi.

Ieri mattina ho sentito il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, ad Omnibus. Siamo alle solite vecchie patacche che ripetono sempre le stesse cose ma non danno indicazioni precise sulla strada da intraprendere.

Non basta fare titoli, bisogna saper indicare come se ne esce da questa situazione.

Alla domanda sulla mafia, ha risposto che Renzi è contrario alla mafia. Sai che roba.

Anche gli uomini della mafia in Parlamento dichiarano che sono contro la mafia.

Siamo in un vuoto di potere e di uomini da fare spavento.

Non si sa come andremo a finire a breve.

Sarà un percorso obbligato pieno di incognite che dovremo attraversare, con quali esiti in questo momento non si può prevedere.

In un caos di questo genere non verrà varata nessuna legge elettorale nuova perché tutti vogliono vincere non si metteranno d’accordo per cambiarla.

Ma anche cambiandola non serve a niente, perché non è la legge elettorale da cambiare ma l’attuale intero parco politico che è arrivato alla fine, ma che Napolitano tiene in vita con le bombole di ossigeno.

Se avessimo la migliore legge elettorale del mondo non cambierebbe nulla perché è il livello dei politici che è scadente ai massimi livelli.

E’ come mettere la pelliccia di visone alla scrofa.

Di veramente pratico al nostro livello, per aiutare i nostri figli e nipoti, in questo momento vedo ben poco.

Stiamo subendo tutti insieme la forza del destino.

Molti invocano il voto, da Grillo, a Berlusconi e anche nascostamente da Renzi, perché dubito che se cade Letta, Napolitano dia l’incarico a lui.

Non possiamo neppure ripetere l’esperienza Monti, con magari un altro, perché i partiti sono quelli che sono.

Se andiamo a votare non cambia nulla.

Non ci sono uomini e classi dirigenti adatte.

Questo è il top dei top del caos. Non si vede la via d’uscita.
peanuts
Messaggi: 2102
Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Ma voi non avete l'impressione che siamo vicini alle urne?
SC che vuole ministeri, Renzi che litiga con scendiletta... siamo verso la conclusione?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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