Sfascisti 194
2014 a schede
Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale
8 – 6 – 14 gennaio 2014
Moriremo democristiani
<<
Moriremo democristiani>>. Non è una battuta delle solite, di quelle che ci si scambia con una certa frequenza sul tavolo di lettura quotidianamente per esorcizzare il peso dello sconforto e il disgusto che emerge dall’apprendimento delle notizie della carta stampata.
Quella che ha fatto ieri l’anziano ex addetto alla qualità dell’Alfa Romeo arrivato dalla Puglia da ragazzo non era una battuta, ma una constatazione.
Una costatazione amara perché da trent’anni si manifestava a sinistra la voglia e la necessità di cambiare. Il regime democristiano subito nei quarant’anni precedenti, spingeva i più disperatamente verso una forte necessità di cambiamento, verso il superamento dell’esperienza della Prima Repubblica.
Ma non è andata così, perché la vecchia Dc muore nel 1994, ma in questi ultimi sette anni si è fatta risentire con le seconde, ma soprattutto terze generazioni.
Anche perché nel frattempo la sinistra è morta e gli elettori sinistri si sono riciclati nel Pd credendo che fosse un partito di sinistra.
Cacciari, di recente ha fatto presente che la classe dirigente ex Pci ed ex Margherita del Pd si è suicidata.
Sarei un po’ più prudente nel fare questa affermazione, perché è vero che è stata sconfitta l’8 dicembre scorso, ma in modo particolare gli ex Ds hanno solo fatto tre passi indietro.
Non sono spariti, anche perché depositari di un congruo patrimonio, soprattutto immobiliare, gestito sempre da Sposetti. Con quel patrimonio si rifaranno sentire a tempo debito.
Il Pd oggi è diventato interamente democristiano e la guerra in corso ci riporta direttamente indietro nel tempo, al periodo compreso tra il dopo De Gasperi fino al 1994, caratterizzato esclusivamente dalle continue e laceranti lotte intestine tra le correnti per la gestione del potere.
Per comprendere la profondità del democristianesimo, per chi non l’avesse vista, oggi si può rivedere la puntata di Otto e mezzo con la partecipazione del ministro Dario Franceschini.
Un perfetto e autentico muro di gomma democristiano di terza generazione, che nulla ha a che invidiare quelli della prima e seconda generazione.
La nuova lotta di potere si sta svolgendo tra Letta e Renzi. Letta che rappresenta il conservatorismo dell’esistente, e Renzi che vuole prendere il potere, né più né meno dei vecchi Andreotti, Rumor, Fanfani, Forlani, Moro, Gava, Colombo, ecc.
Entrambi possono essere riclassificati come dorotei, ma come allora di fazioni diverse, perché hanno caratteristiche diverse.
Ha scritto ieri Fabrizio d’Esposito per Il Fatto:
Dal rottamatore al doroteo
Renzi sui atti spinosi parla solo a microfoni spenti: “Nunzia cadrà da sola, Letta è salvo”
I vecchi democristiani facevano così. Anzi, i dorotei, per essere più precisi. Obliqui o trasversali, dissimulavano, eludevano, depistavano, ti sorridevano ma ti accoltellavano alle spalle. Tutto per diventare o rimanere centrali nel Sistema. Tattica, quasi mai strategia. Il doroteismo, come anche il realismo togliattiano (Napolitano) e il gestionismo andreottiano (Enrico Letta), è ormai un carattere antropologico dell’italico potere. A guardare i fatti, Matteo Renzi si sta guadagnando i galloni del perfetto Rottamatore doroteo, un ossimoro dal gusto gattopardesco.
Zero parole su Nunzia
Il doroteismo renziano è esploso con il caso De Girolamo. Lui, il segretario del Pd, continua a non dire una parola sul ministro dell’Agricoltura, moglie del lettian-renziano Francesco Boccia. Silenzio. Anche quando il Corriere della Sera, domenica scorsa, gli dedica un’intera pagina di intervista. Allo stesso tempo, però, il sindaco di Firenze manda i suoi avanti a minacciare: “De Girolamo deve chiarire”. Almeno, sull’affaire Cancellieri-Ligresti, Renzi si pronunciò a scoppio ritardato. Adesso, niente. Una farsa, meglio una sceneggiata per fare ammuina, senza richiesta di dimissioni o di mozione di sfiducia.
Surreale l’apertura di domenica scorsa di Repubblica: “De Girolamo, Pd all’attacco”. Un titolone appeso alla frasetta di un renziano anonimo contro il ministro. Un po’ poco. Eppure il renzismo funziona così. Una, dieci, cento, mille facce dorotee.
Mentre a tarda notte del 14 gennaio su sito del corriere si può leggere:
Renzi: legge elettorale, no ad Alfano
«Riforme, subito ius soli e unioni civili»
Nella diretta Twitter con gli elettori, il leader pd boccia la proposta Ncd sul Senato: «Clamoroso passo indietro». E poi spinge su unioni civili
e ius soli per la cittadinanza
La situazione economica è gravissima, e certamente le unione civili e lo ius soli non sono di certo delle priorità.
Ma questa presa di posizione serve solo ad innervosire l’Ncd e Alfano, spingendolo alla frattura con Letta, in modo tale che la colpa della caduta del governo ricada sull’alleato di destra.
Tutto continua senza soluzione di continuità con i giochetti di sempre in perfetto stile doroteo.
Il tema sulla stampa si era già presentato quando era stato fatto il nome di Faraone.
Adesso però come per la Liguria è esploso il caso Sicilia, e i primi ad attaccare sono ovviamente i giornali di destra, che cercheranno di controbilanciare il caso De Girolamo.
Notizie relative a il renziano faraone
Sicilia, inchiesta spese pazze indagato il renziano Faraone
il Giornale - 4 ore fa
Guai giudiziari per il renziano Faraone. Tra gli indagati nell'inchiesta sull'uso illecito dei fondi destinati ai Gruppi dell'Ars c'è anche Davide ...
Sicilia, indagato l'on.renziano Faraone
Rai News - 4 ore fa
Pd, il renziano Faraone indagato per peculato alla Regione Sicilia ...
http://www.liberoquotidiano.it/.../Pd-- ... -peculato-...
5 ore fa - Il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone è indagato a Palermo per peculato in merito alle presunte spese folli da 10 milioni di euro di 83 ...
Per TurboRenzi la prima consistente grana al suo gruppo.
La guerra democristiana entra nel vivo.
Letta torna dal Messico, in grande difficoltà per la tenuta del suo governo, ma respira per la prima grana del suo avverario.
Nel novembre del 2011, il Paese aveva bisogno della nuova coppia De Gasperi-Einaudi.
Invece ci siamo trovati con la coppia Monti – Fornero.
Poi è arrivato Letta l’imbalsamatore dello status quo. Dall’8 di dicembre entra in scena TurboRenzi.
Finiremo come il Concordia davanti all’isola Del Giglio.