mariok ha scritto:A me sembra che la querelle su chi sarebbe il candidato premier è una presa per i fondelli ad uso dei barbari longobardi.
Tanto lo sanno benissimo che non vinceranno e che quindi il problema non si pone.
Così come non ho avuto mai il minimo dubbio sul fatto che all'ultimo momento quest'alleanza si sarebbe fatta.
Maroni ha un'ambizione che lo divora. Ora punta alla presidenza della regione Lombardia ed ha bisogno del caimano. Se poi, grazie all'alleanza con il pdl, ci esce pure qualche senatore in più, non è che la cosa gli dispiaccia.
Ora, mi sembra, che tutto il problema consista nella balla che devono inventarsi per prendere per i fondelli le loro rispettiva basi.
però l'accordo tra nazi-padani e bananas ancora non c'è.
non nego che lo ritengo probabile,ma ad oggi non c'è.
Né ieri ci sono stati contatti diretti tra Maroni e Berlusconi.
anzi, Bobo si è negato a telefono per tutto il giorno, ha lasciato parlare i suoi, dando l'impressione di voler alzare il prezzo dell'alleanza.
E per la prima volta non si è presentato a Gemonio a casa di Umberto Bossi per il tradizionale pranzo del fagiano.
Nei rituali celtici è un segnale significativo.
La tradizione vuole che a inizio anno un amico del Senatùr porti un fagiano, per un banchetto ben augurante tra Umberto e i fedelissimi.
Stavolta Maroni non si è presentato e non si è presentato nemmeno Roberto Calderoli, lasciando così da soli di fronte al ricco fagiano Giulio Tremonti e Umberto Bossi.
Il segretario della Lega ha voluto evitare di confrontarsi sullo stato dell'arte della trattativa con la mummia cinese,
visto che Bossi considera quasi dilettantesco il modo in cui è stata gestita.
Un episodio che rivela come il negoziato sia difficile.
Così come lo rivela la solita minaccia del Cavaliere, ripetuta nel consueto diluvio di dichiarazioni alle tv locali, di far cadere Piemonte e Veneto in caso di mancato accordo con la Lega.
La verità è che lo stallo riguarda sempre lo stesso punto, il più dolente:
chi sarà il candidato premier.
Berlusconi fino a pochi giorni fa ha dato rassicurazioni sulla sua intenzione di non fare il candidato premier, limitandosi al ruolo di capo della coalizione.
E ha proposto a Maroni una formula per uscire dall'impasse:
ognuno indica il suo, e il più votato va a palazzo Chigi.
Un trucco consentito dall'attuale legge elettorale che non obbliga a indicare il premier ma solo il capo della coalizione.
Il problema non è solo che al concreto Maroni questo espediente non convince affatto, perché un conto sono i cavilli, un conto è la percezione della gente.
E se Berlusconi imperversa in tv parlando a nome di tutti rischia la rivolta delle ramazze in casa.
C'è di più.
Nell'ultimo colloquio che c'è stato tra Berlusconi e Maroni, il Cavaliere è tornato indietro, spiegando che non può permettersi di
non fare il candidato premier.
Un sondaggio della fedelissima Ghisleri parla chiaro:
se il suo elettorato capisce che non è lui il candidato per palazzo Chigi, si mobilita di meno.
E poi, c'è la questione della televisione e dei confronti con Monti e Bersani:
quando si siederà davanti ai candidati premier di centro e sinistra, come fa a giocare all'attacco se presta il fianco all'accusa di non poter parlare a nome della coalizione?
e aggiungo che se Bersani non è proprio grullo,
dovrebbe rifiutarsi di confrontarsi con chi non è un candidato premier come lui...
insomma:
Maroni rischia grosso, fare l'alleanza con la mummia cinese non gli da nessuna certezza di vincere alle regionali,
(ad oggi sta dietro 2-3 punti ad Ambrosoli) e rischia di perdere un'altra consistente fetta del già decimato elettorato che gli è rimasto.
ma siccome Maroni è un ambizioso pirlone,
e vuol sedersi al Pirellone,
ritengo che l'alleanza in qualche modo la farà.