LA LIBIA E' VICINA
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
LA GUERRA ASIMMETRICA
Cosa s’intende per guerra asimmetrica?
Per Guerra Asimmetrica si intende “la guerra tra due o più soggetti o gruppi le cui rispettive forze militari differiscono in modo significativo”
La guerra tra l’Isis e l’Europa è una guerra asimmetrica?
La risposta è si.
Le Forze Armate della Ue, riferite alle sole Francia, Germania e Gran Bretagna, sono di tutto rispetto a cui vanno naturalmente sommate tutte le altre.
Le Forze Armate del Califfato, sono pressoché inesistenti o in via di formazione utilizzando gli arsenali sottratti agli avversari vinti.
Eppure, Davide intende comunque in modo determinato sfidare Golia.
L’obiettivo finale rimane comunque poco chiaro. Anche se alle truppe si continua ad inculcare che si tratta di Jihad totale. Non stupisce più di tanto perché agli uomini che vanno a morire per una causa, una motivazione bisogna pur fornirla.
La stampa britannica svela stamani la disponibilità di documenti segreti jihadisti, che rivelano l’intenzione di portare il caos nel Sud dell’Europa. Perché proprio nel Sud dell’Europa rimane poco chiaro. Però all’interno di una guerra asimmetrica può rappresentare sicuramente un obiettivo.
Secondo il Daily Telegraph che cita «documenti segreti dei jihadisti» l’Isis sarebbe intenzionato a utilizzare la Libia per portare il caos nel sud dell’Europa. «Stando a uno dei principali reclutatori dello Stato islamico in Libia, l’Isis vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati nel Mediterraneo e attaccare le «compagnie marittime e le navi dei Crociati». I piani segreti dell’Isis contro il sud dell’Europa sono contenuti in un documento, di cui il think tank anti-terrorismo britannico Quilliam è entrato in possesso (http://www.quilliamfoundation.org). La grande quantità di armi che circolano in Libia e la sua vicinanza con «gli stati crociati» rendono il Paese il punto di partenza ideale per l’Isis, scrive Abu Arhim al-Libim che, secondo gli analisti, è una figura di spicco dello Stato islamico. Al-Libim cita in particolare la possibilità per i jihadisti di «utilizzare e sfruttare in modo strategico i tanti barconi di “immigrati clandestini” che partono dalle coste libiche» attraverso i quali«l’Isis può «portare il caos nel sud dell’Europa e colpire le compagnie marittime e le navi dei Crociati».
Sempre nell’ambito della guerra asimmetrica, il Califfato dispone però di mezzi che non devono essere sottovalutati.
“Il Giornale” stamani titola in prima pagina:
SIAMO NEL MIRINO
Arriva la bomba umana
Il Califfato non ha problemi di denaro per fornire le imbarcazioni. Con il petrolio sul mercato nero, incassa dai 4 agli 8 milioni di dollari al giorno. Materiale umano da mettere su quei barconi ne ha quanto ne vuole.
Infatti, nel giro di poco tempo potrebbe riversare in Italia centinaia di migliaia di immigrati.
Il disonorevole Cicchitto, membro della Commissione Esteri, avvertiva, quattro mesi fa, che se non si cercava di mettere subito mano al caos libico, aveva stimano che circa un milione di persone si sarebbe riversato sulle coste italiane.
E’ probabile che il disonorevole Cicchitto questa volta abbia detto la verità. O su per giù.
Ovvio che metterebbe in crisi il Bel Paese.
Lo metterebbe in conflitto con se stesso.
Sempre stamani, la bella Tatiana dagli occhi straordinariamente luminosi, che si occupa dei “sentiment” di Agorà, (sondaggi alla buona), ha potuto rilevare che il 79 % del pubblico che seguiva Agorà stamani, teme che con i barconi arrivino i terroristi. Se il test si allarga su scala nazionale, per via che questo è un Paese di destra, è ipotizzabile che la percezione potrebbe salire anche al 90 %.
Ora giochiamo alla guerra. Al Risiko de’ noantri.
Con la propaganda si può far credere che, per terrorizzare i tricolori, questo sia possibile.
Ma in effetti si possono introdurre basse percentuali di terroristi attraverso la futura mega invasione. Anche perché i controlli diventeranno serrati in quel canale.
Come ha dimostrato sempre Agorà stamani, ci sono altre porte d’ingresso nello stivalone. Come ad esempio Gorizia, dove stanno fluendo sempre più immigrati dal Medio Oriente e dall’Asia. Immigrati a cui é stato rifiutato il diritto d’asilo negli altri paesi europei, e che quindi tenta la fortuna a Gorizia.
Non è il caso in questa fase di inviare terroristi a Lampedusa o sulle coste siciliane. L’importante è farlo credere.
Ma non dimentichiamo che abbiamo a che fare con chi dispone di un’entrata giornaliera di 4/8 milioni di dollari al giorno. Se si vogliono inviare terroristi in italia e in Europa li si fanno viaggiare comodamente con Alitalia, Air France, Lufthansa, vestiti elegantemente, e con mogli, amanti e figli al seguito.
Il problema, se dovessero veramente usare la “bomba umana”, saranno Salvini e le destre. Senza contare che anche nei piddini e nella sinistra si registra una grande insofferenza verso gli immigrati già ora.
Se ci fosse quel tipo di invasione, Alfano e Romina e Capitan Paràkulos non dormirebbero la notte. E neppure le angeliche Serracchiani e Boschi.
IL FRONTE SUD
LA GUERRA ASIMMETRICA
Cosa s’intende per guerra asimmetrica?
Per Guerra Asimmetrica si intende “la guerra tra due o più soggetti o gruppi le cui rispettive forze militari differiscono in modo significativo”
La guerra tra l’Isis e l’Europa è una guerra asimmetrica?
La risposta è si.
Le Forze Armate della Ue, riferite alle sole Francia, Germania e Gran Bretagna, sono di tutto rispetto a cui vanno naturalmente sommate tutte le altre.
Le Forze Armate del Califfato, sono pressoché inesistenti o in via di formazione utilizzando gli arsenali sottratti agli avversari vinti.
Eppure, Davide intende comunque in modo determinato sfidare Golia.
L’obiettivo finale rimane comunque poco chiaro. Anche se alle truppe si continua ad inculcare che si tratta di Jihad totale. Non stupisce più di tanto perché agli uomini che vanno a morire per una causa, una motivazione bisogna pur fornirla.
La stampa britannica svela stamani la disponibilità di documenti segreti jihadisti, che rivelano l’intenzione di portare il caos nel Sud dell’Europa. Perché proprio nel Sud dell’Europa rimane poco chiaro. Però all’interno di una guerra asimmetrica può rappresentare sicuramente un obiettivo.
Secondo il Daily Telegraph che cita «documenti segreti dei jihadisti» l’Isis sarebbe intenzionato a utilizzare la Libia per portare il caos nel sud dell’Europa. «Stando a uno dei principali reclutatori dello Stato islamico in Libia, l’Isis vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati nel Mediterraneo e attaccare le «compagnie marittime e le navi dei Crociati». I piani segreti dell’Isis contro il sud dell’Europa sono contenuti in un documento, di cui il think tank anti-terrorismo britannico Quilliam è entrato in possesso (http://www.quilliamfoundation.org). La grande quantità di armi che circolano in Libia e la sua vicinanza con «gli stati crociati» rendono il Paese il punto di partenza ideale per l’Isis, scrive Abu Arhim al-Libim che, secondo gli analisti, è una figura di spicco dello Stato islamico. Al-Libim cita in particolare la possibilità per i jihadisti di «utilizzare e sfruttare in modo strategico i tanti barconi di “immigrati clandestini” che partono dalle coste libiche» attraverso i quali«l’Isis può «portare il caos nel sud dell’Europa e colpire le compagnie marittime e le navi dei Crociati».
Sempre nell’ambito della guerra asimmetrica, il Califfato dispone però di mezzi che non devono essere sottovalutati.
“Il Giornale” stamani titola in prima pagina:
SIAMO NEL MIRINO
Arriva la bomba umana
Il Califfato non ha problemi di denaro per fornire le imbarcazioni. Con il petrolio sul mercato nero, incassa dai 4 agli 8 milioni di dollari al giorno. Materiale umano da mettere su quei barconi ne ha quanto ne vuole.
Infatti, nel giro di poco tempo potrebbe riversare in Italia centinaia di migliaia di immigrati.
Il disonorevole Cicchitto, membro della Commissione Esteri, avvertiva, quattro mesi fa, che se non si cercava di mettere subito mano al caos libico, aveva stimano che circa un milione di persone si sarebbe riversato sulle coste italiane.
E’ probabile che il disonorevole Cicchitto questa volta abbia detto la verità. O su per giù.
Ovvio che metterebbe in crisi il Bel Paese.
Lo metterebbe in conflitto con se stesso.
Sempre stamani, la bella Tatiana dagli occhi straordinariamente luminosi, che si occupa dei “sentiment” di Agorà, (sondaggi alla buona), ha potuto rilevare che il 79 % del pubblico che seguiva Agorà stamani, teme che con i barconi arrivino i terroristi. Se il test si allarga su scala nazionale, per via che questo è un Paese di destra, è ipotizzabile che la percezione potrebbe salire anche al 90 %.
Ora giochiamo alla guerra. Al Risiko de’ noantri.
Con la propaganda si può far credere che, per terrorizzare i tricolori, questo sia possibile.
Ma in effetti si possono introdurre basse percentuali di terroristi attraverso la futura mega invasione. Anche perché i controlli diventeranno serrati in quel canale.
Come ha dimostrato sempre Agorà stamani, ci sono altre porte d’ingresso nello stivalone. Come ad esempio Gorizia, dove stanno fluendo sempre più immigrati dal Medio Oriente e dall’Asia. Immigrati a cui é stato rifiutato il diritto d’asilo negli altri paesi europei, e che quindi tenta la fortuna a Gorizia.
Non è il caso in questa fase di inviare terroristi a Lampedusa o sulle coste siciliane. L’importante è farlo credere.
Ma non dimentichiamo che abbiamo a che fare con chi dispone di un’entrata giornaliera di 4/8 milioni di dollari al giorno. Se si vogliono inviare terroristi in italia e in Europa li si fanno viaggiare comodamente con Alitalia, Air France, Lufthansa, vestiti elegantemente, e con mogli, amanti e figli al seguito.
Il problema, se dovessero veramente usare la “bomba umana”, saranno Salvini e le destre. Senza contare che anche nei piddini e nella sinistra si registra una grande insofferenza verso gli immigrati già ora.
Se ci fosse quel tipo di invasione, Alfano e Romina e Capitan Paràkulos non dormirebbero la notte. E neppure le angeliche Serracchiani e Boschi.
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
LA GUERRA ASIMMETRICA
Libia, ambasciatore Egitto a Londra: “Rischio barconi di terroristi verso Italia”
Mondo
Secondo media locali, Il Cairo pensa ad attacchi di terra. In particolare è stata evocata la "task force 999", un’unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche. Il presidente Al-Sisi: "Minaccia jihadisti colpisce tutto il Mediterraneo"
di F. Q. | 18 febbraio 2015 COMMENTI
C’è il rischio che “barconi pieni di terroristi” arrivino sulle coste italiane. Lo ha detto l’ambasciatore d’Egitto a Londra, Nasser Kamel, sottolineando che è necessario agire il più in fretta possibile per fermare l’avanzata dell’Isis in Libia.
“Sirte è a soli trecento chilometri dall’Italia”, ha aggiunto.
Intanto il Cairo continua a contrastare Isis e dopo i raid aerei di ieri ha compiuto una incursione di terra a Derna, la città conquistata dall’Isis nell’est della Libia.
Martedì 17 febbraio alcuni media egiziani e uno saudita avevano riferito che, dopo i raid aerei, l’Egitto stava prendendo in considerazione attacchi di terra.
In particolare era stata evocata la “task force 999“, un’unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche.
L’operazione ha portato, secondo fonti libiche ed egiziane, alla cattura di “55 elementi del Daesh”, ovvero di Isis. Oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, alla Camera ha spiegato che l’Italia intende seguire la via di una “soluzione politica”.
Ieri l’Egitto ha bombardato le postazioni Isis in Libia
L’Egitto ieri ha continuato a bombardare le postazioni dell’Isis in Libia e ha esortato la comunità internazionale ad unirsi alla sua campagna aerea, estendendo al Nordafrica i raid contro lo Stato islamico in Siria e Iraq.
Ma in serata, dopo una telefonata tra Renzi e Hollande nella quale si è ribadita la piena identità di vedute sulla centralità di una “iniziativa diplomatica” in ambito Onu, e alla vigilia di una riunione del Consiglio di Sicurezza, l’Occidente si è mostrato mostra unito su una soluzione “politica” del conflitto.
Il tutto mentre – secondo al Jazeera – le milizie di Misurata, vicine al governo islamista di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, avrebbero conquistato Sirte, la città occupata di recente dallo Stato islamico, per liberarla dai jihadisti.
Il presidente egiziano Al-Sisi: “Minaccia jihadisti colpisce tutto il Mediterraneo”
“Quattro mesi fa mi sono incontrato con il presidente francese e gli ho detto che occorreva prestare grande attenzione, che quanto stava accadendo in Libia avrebbe trasformato questo Paese in una minaccia terroristica per tutta la regione, non soltanto per l’Egitto, ma anche per il bacino del Mediterraneo e per l’Europa”, dice in un’intervista a Europe 1, riportata da Repubblica, Abdel Fattah Al Sisi, capo dello Stato egiziano.
“È indispensabile pertanto affrontare il problema, perché la missione non è stata portata a termine dai nostri amici europei – aggiunge -. Noi abbiamo abbandonato il popolo libico alla mercé delle milizie estremiste”.
“Dobbiamo puntellare la legalità e sostenere il popolo nelle sue scelte. Il Parlamento eletto è l’espressione del popolo, come l’esercito nazionale libico e il governo libico. Le milizie che intendono aderire dovranno consegnare le loro armi e dovranno lavorare nel rispetto della legalità”. Inoltre “bisogna togliere l’embargo sulle armi destinate all’esercito libico per consentirgli di difendere il suo popolo, il suo Paese e le sue scelte”. Al Sisi chiede una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché una coalizione intervenga in Libia, “non ci sono alternative”.
Il premier libico: “Terroristi vicini al confine tunisino”
Il premier libico Abdallah Al Thani ha detto alla radio tunisina Express Fm che membri dell’Isis e di Boko Haram hanno raggiunto o stanno raggiungendo i gruppi terroristici presenti in Libia e ha precisato che questi ultimi si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia.
Al Thani ha affermato che gli attacchi aerei su postazioni Isis in Libia sono state eseguite con l’approvazione del governo libico e che il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rifiutato di fornire armi allo Stato libico per la sua lotta contro il terrorismo.
Intanto, la Tunisia ha dispiegato lungo il confine di terra e di mare con la Libia unità dell’esercito, rafforzate da unità della Guardia nazionale e della Dogana, per difendersi da “eventuali minacce contro l’integrità territoriale del Paese” ed “impedire ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi”, ha detto il colonnello Belhassen Oueslati, portavoce del ministero della Difesa.
Le forze armate tunisine possono contare su 27mila uomini dell’esercito, 4.000 dell’Aviazione e 4.500 di Marina.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... s/1435245/
IL FRONTE SUD
LA GUERRA ASIMMETRICA
Libia, ambasciatore Egitto a Londra: “Rischio barconi di terroristi verso Italia”
Mondo
Secondo media locali, Il Cairo pensa ad attacchi di terra. In particolare è stata evocata la "task force 999", un’unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche. Il presidente Al-Sisi: "Minaccia jihadisti colpisce tutto il Mediterraneo"
di F. Q. | 18 febbraio 2015 COMMENTI
C’è il rischio che “barconi pieni di terroristi” arrivino sulle coste italiane. Lo ha detto l’ambasciatore d’Egitto a Londra, Nasser Kamel, sottolineando che è necessario agire il più in fretta possibile per fermare l’avanzata dell’Isis in Libia.
“Sirte è a soli trecento chilometri dall’Italia”, ha aggiunto.
Intanto il Cairo continua a contrastare Isis e dopo i raid aerei di ieri ha compiuto una incursione di terra a Derna, la città conquistata dall’Isis nell’est della Libia.
Martedì 17 febbraio alcuni media egiziani e uno saudita avevano riferito che, dopo i raid aerei, l’Egitto stava prendendo in considerazione attacchi di terra.
In particolare era stata evocata la “task force 999“, un’unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche.
L’operazione ha portato, secondo fonti libiche ed egiziane, alla cattura di “55 elementi del Daesh”, ovvero di Isis. Oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, alla Camera ha spiegato che l’Italia intende seguire la via di una “soluzione politica”.
Ieri l’Egitto ha bombardato le postazioni Isis in Libia
L’Egitto ieri ha continuato a bombardare le postazioni dell’Isis in Libia e ha esortato la comunità internazionale ad unirsi alla sua campagna aerea, estendendo al Nordafrica i raid contro lo Stato islamico in Siria e Iraq.
Ma in serata, dopo una telefonata tra Renzi e Hollande nella quale si è ribadita la piena identità di vedute sulla centralità di una “iniziativa diplomatica” in ambito Onu, e alla vigilia di una riunione del Consiglio di Sicurezza, l’Occidente si è mostrato mostra unito su una soluzione “politica” del conflitto.
Il tutto mentre – secondo al Jazeera – le milizie di Misurata, vicine al governo islamista di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, avrebbero conquistato Sirte, la città occupata di recente dallo Stato islamico, per liberarla dai jihadisti.
Il presidente egiziano Al-Sisi: “Minaccia jihadisti colpisce tutto il Mediterraneo”
“Quattro mesi fa mi sono incontrato con il presidente francese e gli ho detto che occorreva prestare grande attenzione, che quanto stava accadendo in Libia avrebbe trasformato questo Paese in una minaccia terroristica per tutta la regione, non soltanto per l’Egitto, ma anche per il bacino del Mediterraneo e per l’Europa”, dice in un’intervista a Europe 1, riportata da Repubblica, Abdel Fattah Al Sisi, capo dello Stato egiziano.
“È indispensabile pertanto affrontare il problema, perché la missione non è stata portata a termine dai nostri amici europei – aggiunge -. Noi abbiamo abbandonato il popolo libico alla mercé delle milizie estremiste”.
“Dobbiamo puntellare la legalità e sostenere il popolo nelle sue scelte. Il Parlamento eletto è l’espressione del popolo, come l’esercito nazionale libico e il governo libico. Le milizie che intendono aderire dovranno consegnare le loro armi e dovranno lavorare nel rispetto della legalità”. Inoltre “bisogna togliere l’embargo sulle armi destinate all’esercito libico per consentirgli di difendere il suo popolo, il suo Paese e le sue scelte”. Al Sisi chiede una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché una coalizione intervenga in Libia, “non ci sono alternative”.
Il premier libico: “Terroristi vicini al confine tunisino”
Il premier libico Abdallah Al Thani ha detto alla radio tunisina Express Fm che membri dell’Isis e di Boko Haram hanno raggiunto o stanno raggiungendo i gruppi terroristici presenti in Libia e ha precisato che questi ultimi si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia.
Al Thani ha affermato che gli attacchi aerei su postazioni Isis in Libia sono state eseguite con l’approvazione del governo libico e che il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rifiutato di fornire armi allo Stato libico per la sua lotta contro il terrorismo.
Intanto, la Tunisia ha dispiegato lungo il confine di terra e di mare con la Libia unità dell’esercito, rafforzate da unità della Guardia nazionale e della Dogana, per difendersi da “eventuali minacce contro l’integrità territoriale del Paese” ed “impedire ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi”, ha detto il colonnello Belhassen Oueslati, portavoce del ministero della Difesa.
Le forze armate tunisine possono contare su 27mila uomini dell’esercito, 4.000 dell’Aviazione e 4.500 di Marina.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... s/1435245/
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Re: LA LIBIA E' VICINA
LA VOX POPULI
COME STANNO REAGENDO GLI ITALIANI IN QUESTE ORE DRAMMATICHE
Cittadina-Europea • 40 minuti fa
Ci vogliono tirare in guerra a tutti i costi. La guerra in Jugoslavia non ha implicato che l'Italia dichiarasse guerra. Eppure anche là.. carrette e migliaia di fuggitivi tra cui criminali. Ridicolo che la guardia costiera non abbia armi per difendersi. Ci sono due cose importanti da fare: 1. spedire mediatori culturali nei centri di accoglienza e far in modo che comunichino ai quei disgraziati che ci sono dentro, che la loro sicurezza dipende anche da loro e dall'aiuto che ci possono dare. 2. Ovviamente affiancare ai soccorritori la marina militare e diversi mediatori culturali in grado di identificare se uno in un'altra lingua dice "ci stanno salvando" o "non dire una parola o la tua famiglia è morta". L'unico modo per non far entrare gente pericolosa camuffata da profughi è capire la loro lingua e far in modo che i loro connazionali siano i primi a fargli vuoto intorno.
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Prokletstvo • un'ora fa
Abbiamo a disposizione le tecnologie per monitorare le coste libiche con i satelliti e affondare i barconi con i droni PRIMA ancora che imbarchino i disperati. Non ci vuole grande "intelligence" e costerebbe pochissimo, visto che tempo tre mesi nessun migrante pagherebbe più mezzo dinaro per ritrovarsi appiedato sulla terraferma libica
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COME STANNO REAGENDO GLI ITALIANI IN QUESTE ORE DRAMMATICHE
Cittadina-Europea • 40 minuti fa
Ci vogliono tirare in guerra a tutti i costi. La guerra in Jugoslavia non ha implicato che l'Italia dichiarasse guerra. Eppure anche là.. carrette e migliaia di fuggitivi tra cui criminali. Ridicolo che la guardia costiera non abbia armi per difendersi. Ci sono due cose importanti da fare: 1. spedire mediatori culturali nei centri di accoglienza e far in modo che comunichino ai quei disgraziati che ci sono dentro, che la loro sicurezza dipende anche da loro e dall'aiuto che ci possono dare. 2. Ovviamente affiancare ai soccorritori la marina militare e diversi mediatori culturali in grado di identificare se uno in un'altra lingua dice "ci stanno salvando" o "non dire una parola o la tua famiglia è morta". L'unico modo per non far entrare gente pericolosa camuffata da profughi è capire la loro lingua e far in modo che i loro connazionali siano i primi a fargli vuoto intorno.
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Prokletstvo • un'ora fa
Abbiamo a disposizione le tecnologie per monitorare le coste libiche con i satelliti e affondare i barconi con i droni PRIMA ancora che imbarchino i disperati. Non ci vuole grande "intelligence" e costerebbe pochissimo, visto che tempo tre mesi nessun migrante pagherebbe più mezzo dinaro per ritrovarsi appiedato sulla terraferma libica
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Re: LA LIBIA E' VICINA
le coste della Libia hanno la lunghezza di Km 1.770
come controllale ? dal satellite, coi droni, con alcune basi in punti strategici della costa
Decidere chi scegliere da sostenere , poi aiutarli a portare l'ordine, disarmare le diverse bande .
Fondamentale bloccare tutta la propaganda dell'ISis, in Europa tutti i vari siti che fanno propaganda vanno oscurati.
Gli esperti di informatica vanno controllati in modo tale che non vadano all'Isis.
Notizie di agenzia segnalavano che diversi miliardi sono stati sottratti alle banche in diversi paesi del mondo tramite esperti informatici (non si sa chi siano )
come controllale ? dal satellite, coi droni, con alcune basi in punti strategici della costa
Decidere chi scegliere da sostenere , poi aiutarli a portare l'ordine, disarmare le diverse bande .
Fondamentale bloccare tutta la propaganda dell'ISis, in Europa tutti i vari siti che fanno propaganda vanno oscurati.
Gli esperti di informatica vanno controllati in modo tale che non vadano all'Isis.
Notizie di agenzia segnalavano che diversi miliardi sono stati sottratti alle banche in diversi paesi del mondo tramite esperti informatici (non si sa chi siano )
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Re: LA LIBIA E' VICINA
da Il Fatto Q
L'ultima Relazione al Parlamento certifica il record dell'export di sistemi d'arma in Medio Oriente e Nord Africa. Così, indirettamente, l'Italia alimenta la guerra e anche i ribelli dell'Is che conquistano posizioni e arsenali. Poco o nulla ne sanno i politici chiamati a deliberare un eventuale intervento: il documento (1672 pagine l'ultimo) che viene trasmesso alle Camere non viene discusso dal 2008
L'ultima Relazione al Parlamento certifica il record dell'export di sistemi d'arma in Medio Oriente e Nord Africa. Così, indirettamente, l'Italia alimenta la guerra e anche i ribelli dell'Is che conquistano posizioni e arsenali. Poco o nulla ne sanno i politici chiamati a deliberare un eventuale intervento: il documento (1672 pagine l'ultimo) che viene trasmesso alle Camere non viene discusso dal 2008
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
LA TRINCEA ITALIANA
ESCLUSIVO
Terrorismo, caccia a due libici a Roma
L'antiterrorismo li ritiene «soggetti islamici pericolosi». Individuati quando hanno tentato di comprare armi sul mercato nero della Capitale. Li stanno cercando sulla base di un identikit nel centro della città
DI EMILIANO FITTIPALDI
18 febbraio 2015

Due presunti terroristi islamici, di nazionalità libica, si nascondono nel centro di Roma. Nessuno conosce ancora i loro nomi, ma "l'Espresso" ha scoperto che la caccia all'uomo dura da qualche giorno, ed è in grado di pubblicare l'identikit con cui le forze dell'ordine stanno tentando di stanarli. I due presunti estremisti (uno sotto i 30 anni, con i capelli corti, l'altro più giovane, alto e con le treccine) sono considerati molto pericolosi, e poco tempo fa hanno tentato di comprare armi da fuoco sul mercato nero della Capitale. Così facendo si sono traditi: qualcuno ha capito le loro intenzioni, ha sentito puzza di bruciato e ha subito informato i servizi antiterrorismo, che ora stanno setacciando la Capitale per arrestarli.
La tensione è alle stelle: «Si tratta di soggetti islamici pericolosi, sospettatati di terrorismo» si legge nella nota che l'Arma ha girato ai suoi uomini sul territorio. «Caso rintraccio fermarli con le dovute precauzioni, perquisirli sul posto e accompagnarli in caserma, informandone subito il comandante». Si sospetta che i due siano ancora nel centro della città: le ricerche si stanno concentrando nel quartiere dell'Esquilino e del Pigneto, le zone multietniche della Capitale con due moschee molto frequentate.
Nessuno sa perché i due libici (così si sono dichiarati ai potenziali "venditori") volessero acquistare armi illegalmente, né quali siano i loro obiettivi. Di sicuro il nuovo contesto (le azioni dei guerriglieri dell'Isis che controllano ormai importanti città della costa libica, l'uccisione brutale di 21 cristiani copti di nazionalità egiziana e le minacce all'Italia - «siamo a Sud di Roma!», hanno scritto in nel video delle decapitazioni) preoccupa moltissimo gli inquirenti. «Noi controlliamo i potenziali attentatori e i foreign fighters che hanno combattuto in Siria e in Iraq, li seguiamo uno a uno» chiarisce una qualificata fonte dell'antiterrorismo. «In Italia ne monitoriamo qualche decina, alcuni sono pure italiani. Ma temiamo anche le azioni militari di cani sciolti che non abbiamo ancora identificato. Il rischio di emulazione dopo le stragi di Charlie Hebdo e di Copenaghen è enorme». I due potrebbero essere arrivati in Italia da qualche tempo, e far parte di una delle cellule jihadiste da sempre operanti in Libia che da qualche mese hanno issato le bandiere nere dell'Isis.
Il livello di guardia per possibili attentati interni si è alzato ancor di più due giorni fa. Dopo che alcuni ministri (quello degli Esteri Paolo Gentiloni e quello della Difesa Roberta Pinotti) hanno ipotizzato una partecipazione militare dell'Italia contro le milizie jihadiste che si ispirano al Califfato di Al-Bagdadi. «Siete dei crociati», hanno risposto gli estermisti, minacciando azioni eclatanti. «È possibile che i due presunti terroristi libici siano arrivati in Italia tempo fa, e che ora abbiano deciso di agire. Ma è presto per dirlo», conclude la fonte. «Intanto stiamo tentando di fermarli».
Mentre Matteo Renzi e la Ue spingono per una soluzione diplomatica della crisi nordafricana e Angelino Alfano ha annunciato un piano di sicurezza nazionale con 4800 soldati sulle strade per aumentare la protezione di sedi sensibili (dall'Expo ai giornali, dal Vaticano alle autorità di polizia, dalle sinagoghe alle ambasciate), la paura si fa sempre più concreta, i pericoli più reali. In un lungo dossier "l'Espresso" in uscita il prossimo venerdì farà un'analisi sulla guerra civile in Libia e sui rischi che corriamo a casa nostra.
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... =HEF_RULLO
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Terrorismo, caccia a due libici a Roma
L'antiterrorismo li ritiene «soggetti islamici pericolosi». Individuati quando hanno tentato di comprare armi sul mercato nero della Capitale. Li stanno cercando sulla base di un identikit nel centro della città
DI EMILIANO FITTIPALDI
18 febbraio 2015

Due presunti terroristi islamici, di nazionalità libica, si nascondono nel centro di Roma. Nessuno conosce ancora i loro nomi, ma "l'Espresso" ha scoperto che la caccia all'uomo dura da qualche giorno, ed è in grado di pubblicare l'identikit con cui le forze dell'ordine stanno tentando di stanarli. I due presunti estremisti (uno sotto i 30 anni, con i capelli corti, l'altro più giovane, alto e con le treccine) sono considerati molto pericolosi, e poco tempo fa hanno tentato di comprare armi da fuoco sul mercato nero della Capitale. Così facendo si sono traditi: qualcuno ha capito le loro intenzioni, ha sentito puzza di bruciato e ha subito informato i servizi antiterrorismo, che ora stanno setacciando la Capitale per arrestarli.
La tensione è alle stelle: «Si tratta di soggetti islamici pericolosi, sospettatati di terrorismo» si legge nella nota che l'Arma ha girato ai suoi uomini sul territorio. «Caso rintraccio fermarli con le dovute precauzioni, perquisirli sul posto e accompagnarli in caserma, informandone subito il comandante». Si sospetta che i due siano ancora nel centro della città: le ricerche si stanno concentrando nel quartiere dell'Esquilino e del Pigneto, le zone multietniche della Capitale con due moschee molto frequentate.
Nessuno sa perché i due libici (così si sono dichiarati ai potenziali "venditori") volessero acquistare armi illegalmente, né quali siano i loro obiettivi. Di sicuro il nuovo contesto (le azioni dei guerriglieri dell'Isis che controllano ormai importanti città della costa libica, l'uccisione brutale di 21 cristiani copti di nazionalità egiziana e le minacce all'Italia - «siamo a Sud di Roma!», hanno scritto in nel video delle decapitazioni) preoccupa moltissimo gli inquirenti. «Noi controlliamo i potenziali attentatori e i foreign fighters che hanno combattuto in Siria e in Iraq, li seguiamo uno a uno» chiarisce una qualificata fonte dell'antiterrorismo. «In Italia ne monitoriamo qualche decina, alcuni sono pure italiani. Ma temiamo anche le azioni militari di cani sciolti che non abbiamo ancora identificato. Il rischio di emulazione dopo le stragi di Charlie Hebdo e di Copenaghen è enorme». I due potrebbero essere arrivati in Italia da qualche tempo, e far parte di una delle cellule jihadiste da sempre operanti in Libia che da qualche mese hanno issato le bandiere nere dell'Isis.
Il livello di guardia per possibili attentati interni si è alzato ancor di più due giorni fa. Dopo che alcuni ministri (quello degli Esteri Paolo Gentiloni e quello della Difesa Roberta Pinotti) hanno ipotizzato una partecipazione militare dell'Italia contro le milizie jihadiste che si ispirano al Califfato di Al-Bagdadi. «Siete dei crociati», hanno risposto gli estermisti, minacciando azioni eclatanti. «È possibile che i due presunti terroristi libici siano arrivati in Italia tempo fa, e che ora abbiano deciso di agire. Ma è presto per dirlo», conclude la fonte. «Intanto stiamo tentando di fermarli».
Mentre Matteo Renzi e la Ue spingono per una soluzione diplomatica della crisi nordafricana e Angelino Alfano ha annunciato un piano di sicurezza nazionale con 4800 soldati sulle strade per aumentare la protezione di sedi sensibili (dall'Expo ai giornali, dal Vaticano alle autorità di polizia, dalle sinagoghe alle ambasciate), la paura si fa sempre più concreta, i pericoli più reali. In un lungo dossier "l'Espresso" in uscita il prossimo venerdì farà un'analisi sulla guerra civile in Libia e sui rischi che corriamo a casa nostra.
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... =HEF_RULLO
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
L’ISIS DI CASA NOSTRA
Una domanda per pancho,………e non solo, ovviamente.
Visto che hai postato questa riflessione:
Ora abbiamo un problema grande come una casa davanti che sintetizzando brutalmente ci chiede:
Dobbiamo sparare al quel bimbo imbottito di tritolo che si farà esplodere in chissà quale luogo o dobbiamo lasciarlo raggiungere la sua destinazione?
pancho
Cosa ne pensi dei crimini che vengono commessi a casa nostra e che se anche ritenuti mostruosi come quelli perpretati dall’Isis, i nuovi nazisti del XXI secolo, tra qualche giorno passeranno nel dimenticatoio?
• Il bimbo bruciato per non far pentire il nonno - Il Mattino
m.ilmattino.it/...il_bimbo_bruciato_per_non_far_pentire_il_nonno/notizi...
18 ore fa - di Giuseppe Montesano. Poco più di un anno fa su queste pagine dovemmo piangere la morte di un bambino chiamato «Cocò» a Cassano ...
• Il Mattino
m.ilmattino.it/
Incappucciati con spranghe di ferro e bastoni per la rapina | Video choc • 1 • Foto. Video ... Il bimbo bruciato per non far pentire il nonno. di Giuseppe ...
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Ora abbiamo un problema grande come una casa davanti che sintetizzando brutalmente ci chiede:
Dobbiamo sparare al quel bimbo imbottito di tritolo che si farà esplodere in chissà quale luogo o dobbiamo lasciarlo raggiungere la sua destinazione?
pancho
Cosa ne pensi dei crimini che vengono commessi a casa nostra e che se anche ritenuti mostruosi come quelli perpretati dall’Isis, i nuovi nazisti del XXI secolo, tra qualche giorno passeranno nel dimenticatoio?
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
Tg7 ore 20,00
Mentana: L'Isis twitta : PRESTO A ROMA
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Ultima modifica di camillobenso il 19/02/2015, 20:24, modificato 2 volte in totale.
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
"Stiamo arrivando"
Un messaggio su Twitter semina il terrore: l'Isis minaccia ancora l'Italia. Sui social il piano di guerra dei tagliagole

19:08
19 Feb
di Ignazio Stagno
L'hashtag #stiamoarrivandoaRoma spopola sui profili dei jihadisti. Ma mentre ci minacciano noi restiamo a guardare
http://www.ilgiornale.it/?refresh_cens
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L'hashtag #stiamoarrivandoaRoma spopola sui profili dei jihadisti. Ma mentre ci minacciano noi restiamo a guardare
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Re: LA LIBIA E' VICINA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
IL FRONTE SUD
Napoleone d'Egitto

Il generale golpista al Sisi, il «modello» del Medio Oriente per Matteo Renzi, attacca da terra la Libia. Secondo il Cairo uccisi 155 miliziani dell’Is. Egitto e Giordania forzano la mano, contro il governo di Tripoli, all'Onu mentre è riunito il Consiglio di sicurezza. E al Parlamento italiano, Gentiloni depone le armi
http://ilmanifesto.info/
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Il generale golpista al Sisi, il «modello» del Medio Oriente per Matteo Renzi, attacca da terra la Libia. Secondo il Cairo uccisi 155 miliziani dell’Is. Egitto e Giordania forzano la mano, contro il governo di Tripoli, all'Onu mentre è riunito il Consiglio di sicurezza. E al Parlamento italiano, Gentiloni depone le armi
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