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Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 15/05/2015, 18:24
da iospero
Marco Revelli su decisione Barbara Spinelli
La decisione di Barbara Spinelli mi addolora e mi colpisce come credo tutta la comunità dell'Altra Europa. Una comunità, ne convengo con lei, ancora inadeguata al progetto che comunemente abbiamo pensato e fatto vivere esattamente un anno fa: progetto che comunque si conferma quanto mai importante, a partire dalla connessione con la lotta di Tsipras per far vivere l'alternativa alla austerità, alla Troika e alle larghe intese.
Questo rapporto, forte, con l'iniziativa del popolo e del governo greci, nello spazio europeo e nei rispettivi ambiti nazionali, facciamo di tutto per farlo vivere al meglio, e ispira anche il nostro agire in Italia dove sempre più Renzi è interprete di quelle politiche che combattiamo e dove credo si confermi sempre di più il bisogno di una casa comune della sinistra e dei democratici (il tema, appunto, della nostra recente assemblea nazionale) o, se si preferisce, la necessità di un soggetto grande che possa aspirare a occupare lo spazio che altrove occupano Syriza o Podemos.
Non è impresa facile e naturalmente si possono avere anche idee diverse sul come praticarla ma continuo testardamente a pensare sia non solo utile ma indispensabile ricercare le cose che ci uniscono senza sottacere ciò su cui si pensa diverso, e che comunque siano più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Per questo mi spiace veramente, cara Barbara, questa tua decisione, proprio ora che molto si sta muovendo esattamente nella direzione da noi auspicata quando iniziammo il nostro cammino comune, e nel giorno in cui dovremmo festeggiare una serie di buoni risultati alle elezioni comunali dove a Trento come ad Aosta i nostri compagni che si erano candidati esattamente in quella originaria prospettiva sono stati eletti.
Spero che questo tuo allontanarti potrà trasformarsi in un nuovo incontro. Anzi sono convinto che le cose, tante, che continueremo a fare insieme, renderanno le distanze assai minori di quelle che possono apparire oggi.
Personalmente questa uscita della Spinelli non la condivido, è già difficile trovare un minimo comun denominatore sul da farsi , trovato questo, che sarebbe il bisogno di una casa comune della sinistra e dei democratici , il resto potremo con il tempo definirlo meglio privilegiando la partecipazione di tutti coloro che non fanno parte degli apparati e che sarebbe ora di ascoltarli nei Forum o con la partecipazione diretta con liquid feedback o airesis.
Specialmente oggi che anche l'on Civati sta cercando la soluzione ottimale per mettere in piedi una forza politica importante, significativa e soprattutto POSSIBILE credo non sia il caso di distinguersi e di dare in pasto alla pubblica opinione il continuo frazionamento degli ideali della sinistra.
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 15/05/2015, 19:25
da camillobenso
iospero ha scritto:Marco Revelli su decisione Barbara Spinelli
La decisione di Barbara Spinelli mi addolora e mi colpisce come credo tutta la comunità dell'Altra Europa. Una comunità, ne convengo con lei, ancora inadeguata al progetto che comunemente abbiamo pensato e fatto vivere esattamente un anno fa: progetto che comunque si conferma quanto mai importante, a partire dalla connessione con la lotta di Tsipras per far vivere l'alternativa alla austerità, alla Troika e alle larghe intese.
Questo rapporto, forte, con l'iniziativa del popolo e del governo greci, nello spazio europeo e nei rispettivi ambiti nazionali, facciamo di tutto per farlo vivere al meglio, e ispira anche il nostro agire in Italia dove sempre più Renzi è interprete di quelle politiche che combattiamo e dove credo si confermi sempre di più il bisogno di una casa comune della sinistra e dei democratici (il tema, appunto, della nostra recente assemblea nazionale) o, se si preferisce, la necessità di un soggetto grande che possa aspirare a occupare lo spazio che altrove occupano Syriza o Podemos.
Non è impresa facile e naturalmente si possono avere anche idee diverse sul come praticarla ma continuo testardamente a pensare sia non solo utile ma indispensabile ricercare le cose che ci uniscono senza sottacere ciò su cui si pensa diverso, e che comunque siano più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Per questo mi spiace veramente, cara Barbara, questa tua decisione, proprio ora che molto si sta muovendo esattamente nella direzione da noi auspicata quando iniziammo il nostro cammino comune, e nel giorno in cui dovremmo festeggiare una serie di buoni risultati alle elezioni comunali dove a Trento come ad Aosta i nostri compagni che si erano candidati esattamente in quella originaria prospettiva sono stati eletti.
Spero che questo tuo allontanarti potrà trasformarsi in un nuovo incontro. Anzi sono convinto che le cose, tante, che continueremo a fare insieme, renderanno le distanze assai minori di quelle che possono apparire oggi.
Personalmente questa uscita della Spinelli non la condivido, è già difficile trovare un minimo comun denominatore sul da farsi , trovato questo, che sarebbe il bisogno di una casa comune della sinistra e dei democratici , il resto potremo con il tempo definirlo meglio privilegiando la partecipazione di tutti coloro che non fanno parte degli apparati e che sarebbe ora di ascoltarli nei Forum o con la partecipazione diretta con liquid feedback o airesis.
Specialmente oggi che anche l'on Civati sta cercando la soluzione ottimale per mettere in piedi una forza politica importante, significativa e soprattutto POSSIBILE credo non sia il caso di distinguersi e di dare in pasto alla pubblica opinione il continuo frazionamento degli ideali della sinistra.
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 15/05/2015, 19:41
da camillobenso
Non è impresa facile e naturalmente si possono avere anche idee diverse sul come praticarla ma continuo testardamente a pensare sia non solo utile ma indispensabile ricercare le cose che ci uniscono senza sottacere ciò su cui si pensa diverso, e che comunque siano più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono.
Personalmente questa uscita della Spinelli non la condivido, è già difficile trovare un minimo comun denominatore sul da farsi , trovato questo, che sarebbe il bisogno di una casa comune della sinistra e dei democratici , il resto potremo con il tempo definirlo meglio privilegiando la partecipazione di tutti coloro che non fanno parte degli apparati e che sarebbe ora di ascoltarli nei Forum o con la partecipazione diretta con liquid feedback o airesis.
Non capisco perché Revelli non abbia ancora compreso che il mezzo dei giorni nostri per definire le cose che ci uniscono e che ci dividono è un forum come il nostro.
Neppure nel passato, quando si discuteva nei circoli e nei congressi del Pci, la possibilità di sviscerare tutte le problematiche individuali e di gruppo poteva sviluppare una potenzialità superiore a quella di un forum.
Ma sono loro, i politici che si rifiutano di partecipare a questo tipo di dibattiti perché non sono più abituati a discutere con la gente.
Vogliono solo imporre il loro punto di vista a secondo delle loro convenienze.
Ai tempi, sul forum dell’Ulivo.it avevano fatto capolino Rosy Bindi e la belloccia che oggi dirige qualcosa a Roma di cui mi sfuggono i nomi.
Due o tre apparizioni, ma doveva essere troppo complicato per loro. Meglio raccontare le solite palle e raccattare voti. Meno faticoso,…..meno impegnativo……….
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 16/05/2015, 10:42
da iospero
camillobenso ha scritto:Non è impresa facile e naturalmente si possono avere anche idee diverse sul come praticarla ma continuo testardamente a pensare sia non solo utile ma indispensabile ricercare le cose che ci uniscono senza sottacere ciò su cui si pensa diverso, e che comunque siano più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono.
Personalmente questa uscita della Spinelli non la condivido, è già difficile trovare un minimo comun denominatore sul da farsi , trovato questo, che sarebbe il bisogno di una casa comune della sinistra e dei democratici , il resto potremo con il tempo definirlo meglio privilegiando la partecipazione di tutti coloro che non fanno parte degli apparati e che sarebbe ora di ascoltarli nei Forum o con la partecipazione diretta con liquid feedback o airesis.
Non capisco perché Revelli non abbia ancora compreso che il mezzo dei giorni nostri per definire le cose che ci uniscono e che ci dividono è un forum come il nostro.
Neppure nel passato, quando si discuteva nei circoli e nei congressi del Pci, la possibilità di sviscerare tutte le problematiche individuali e di gruppo poteva sviluppare una potenzialità superiore a quella di un forum.
Ma sono loro, i politici che si rifiutano di partecipare a questo tipo di dibattiti perché non sono più abituati a discutere con la gente.
Vogliono solo imporre il loro punto di vista a secondo delle loro convenienze.
Ai tempi, sul forum dell’Ulivo.it avevano fatto capolino Rosy Bindi e la belloccia che oggi dirige qualcosa a Roma di cui mi sfuggono i nomi.
Due o tre apparizioni, ma doveva essere troppo complicato per loro. Meglio raccontare le solite palle e raccattare voti. Meno faticoso,…..meno impegnativo……….
Quanto sopra scritto l'ho inviato pure a Revelli e a L'Altra Europa
vedremo se serve qlc.
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 16/05/2015, 11:29
da iospero
da Il Secolo XIX
«In Liguria nascerà la nuova Cosa»: Civati, la sinistra e lo scontro di Genova
Ilario Lombardo
Civati Civati dopo l’addio: «Fuori dal Pd, lo spazio è sconfinato»
Roma - «Genova ha dato il nome ai jeans, a un tipo di vela e a tante altre cose. Spero che sia di buon auspicio: l’operazione Pastorino può diventare un modello di ispirazione per quello che vorremmo fare dal 2 giugno, che è pure la Festa della Repubblica, un soggetto politico con modi e figure completamente nuove che lanci una sfida di modernità».
In un’intervista al Secolo XIX, Pippo Civati rilancia con forza la sfida a Matteo Renzi e, in Liguria, alla candidata renziana del Pd, Raffaella Paita. «Nascerà in Liguria la nuova Cosa. Alleati? Più vicini a Grillo che a Paita».
«Comunque andrà il voto - aggiunge Civati - si profila una vittoria dimezzata. Se invece vincerà Pastorino, farà un governo di minoranza con chi ci sta. E in questo momento mi pare che ci sia più vicinanza su alcuni temi con il M5S che con il Pd di Renzi-Paita».
Civati torna anche sulle accuse di Renzi a Luca Pastorino di voler far perdere Paita e il Pd: «l’argomento è poverissimo: il potente premier, il faraone d’Italia che si appella al voto utile fa tenerezza. Ma come? Prima ci considerava perdenti e inutili e adesso dice che senza di noi non vince?».
Quindi riflette sul Pd, «un partito che è alleato con chiunque: stiamo assistendo alla trasposizione delle larghe intese in chiave locale». Sottolinea come, comunque andrà il voto, sarà una vittoria dimezzata: «se vince Paita - dice Civati - ci saranno le nuove larghe intese. È la linea di Renzi, che passa da Alfano e arriva a Verdini». Esclude una prospettiva di ricucitura post-voto: «Con la Paita abbiamo deciso di non allearci ma è la mia opinione. Bisognerebbe chiedere a Pastorino cosa vuole fare».
«Io dico che la Liguria è la nostra Scozia. Questo oceanico partito della Nazione, la Balena Bianca 2.0, in Liguria rischia di non prendere nemmeno il 30%».
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 16/05/2015, 12:04
da camillobenso
Civati dopo l’addio: «Fuori dal Pd, lo spazio è sconfinato»
Certo che fuori dal Pd lo spazio è sconfinato. La sinistra è morta da anni. il Pd è un partito di destra, tanto che attira i fan del duce e Alessandra Mussolini dichiara che in Campania concorrono parecchi fascistoni di sua conoscenza più a destra di lei.
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 26/05/2015, 19:53
da camillobenso
POLITICA
Politica italiana: noi non podemos
Politica
di Marco Travaglio | 26 maggio 2015 COMMENTI (305)
In Spagna vince Podemos,
una sinistra giovane che fa la sinistra e con un leader serio che alimenta speranze, che vedremo se saprà soddisfare,
ma intanto segnala la vitalità di una democrazia giovane e in buona salute.
Nella cattolicissima Irlanda vincono addirittura i matrimoni gay, mentre noi siamo ancora qui a domandarci se sia il caso di riconoscere le unioni civili, patrimonio comune della destra e della sinistra in tutto il resto d’Europa.
E l’Italia? L’altra sera, come ogni tanto gli accade quando è sovrappensiero, Berlusconi ha detto almeno una cosa vera a Che tempo che fa.
Vera e al contempo agghiacciante: i due Matteo, nel senso di Renzi e Salvini, sono i beniamini dei sondaggi e degli elettorati di centrosinistra e di destra perché sono sempre in televisione.
Il fatto che abbiano poco di nuovo da dire, e che quel poco sia perlopiù falso, non conta: lo dicono benissimo, e tanto basta in tv, dunque nella testa degli italiani.
La differenza con B. è che lui, di nuovo, non ha proprio nulla da dire e per di più lo dice malissimo: dunque anche se occupasse da mane a sera i teleschermi come ai (suoi) bei tempi, non sposterebbe voti. E lo sa bene, infatti promette nuovi (o nuove) leader che non ha.
Ancora una volta, con buona pace di chi l’ha sempre negato per giustificare il conflitto d’interessi,
il Fattore Tv si dimostra, come a ogni elezione dal ‘94 a oggi, fondamentale per conquistare o conservare i consensi: il video logora chi non ce l’ha e chi non la fa.
Prendete anche i 5Stelle: l’anno scorso si illusero che bastassero le piazze, mentre Renzi girava i talk show a televendere i suoi 80 euro, e alle elezioni europee li doppiò: 40,8 a 21.
Poi Grillo e Casaleggio scoprirono che la tv non è il demonio, basta saperla usare con un pizzico di sale in zucca e saperci mandare chi “buca” e “funziona”, tipo i cinque del Direttorio più alcuni altri. E subito un movimento che pareva destinato al viale del tramonto è tornato a salire nei sondaggi.
Intendiamoci. Non c’è nulla di incoraggiante nel constatare che siamo ancora il paese più teledipendente d’Europa, dopo tutte le teorie sulla morte della tv generalista, sulle magnifiche sorti e progressive della Rete e sull’inutilità di darci una legge antitrust e sul conflitto d’interessi.
Ma le cose stanno così: anche questa campagna elettorale che dovrebbe essere più vicina e attenta ai problemi locali si fa negli studi televisivi: le Regioni sono le istituzioni più sputtanate che abbiamo (fra le tante), e dei loro problemi sembra fregare poco o nulla.
Tant’è che in video i candidati si vedono pochissimo, oscurati dai soliti Renzi & Salvini, con l’aggiunta (tardiva in tutti i sensi) di B. Tutti e tre accomunati da un sovrano disprezzo per i cittadini, trattati come carne da cannone, o di porco.
Anni fa, in un altro raro lampo di sincerità, B. paragonò l’elettore medio a “un ragazzo di seconda media che nemmeno siede al primo banco”.
Tutti, ma proprio tutti i leader di partito ci considerano un ammasso di creduloni che si bevono tutto e a cui si può raccontare di tutto.
Renzi, il più grande riciclatore di vecchie muffe della storia repubblicana, continua a raccontarci che sta “cambiando l’Italia”. Salvini, che non ha mai lavorato in vita sua e vive di politica da 20 anni, cioè da quando ne aveva 20, si spaccia per il nuovo che avanza e gabella per ricette nuove ed efficaci contro l’immigrazione le vecchie e ammuffite patacche usate per vent’anni da Bossi e Maroni e regolarmente fallite a livello nazionale, regionale, provinciale, comunale e rionale. B. continua a menarla con la “svolta autoritaria” di Renzi, a cui ha collaborato fino all’altroieri.
Mai, nella pur ragguardevole tradizione italiota, s’era visto un così alto, trasversale e totalitario concentrato di balle. In un paese maturo, la rivolta degli elettori umiliati porterebbe a uno sciopero plenario del voto.
Qui è tutto più lento, anche se i sondaggi registrano da qualche mese le prime fughe di massa dal nuovo pifferaio, che è riuscito a farsi sgamare molto più in fretta di quell’altro.
Fughe che però si indirizzano prevalentemente verso l’astensione, che l’anno scorso con l’aggiunta delle bianche e delle nulle toccò il 45% degli aventi diritto, e che ora sfiorerà il 50.
Cioè toglierà all’insieme delle forze politiche l’ultimo scampolo di legittimità: quel quorum al di sotto del quale i referendum non valgono.
Se poi la forza antisistema dei 5Stelle confermasse i sondaggi sopra il 20% (pari al 10 degli aventi diritto), avremmo i due terzi degli elettori che contestano in blocco tutti i partiti.
Ma servirà a poco.
Per un paio di giorni si aprirà il solito dibattito-farsa sul “divario fra paese reale e paese legale” (si fa per dire) e su come “riavvicinare i cittadini alla politica”. Seguirà la consueta spartizione delle poltrone fra partiti la cui voracità è inversamente proporzionale alla rappresentatività.
Il manuale Cencelli calcola le percentuali di cadreghe in base ai voti validi, fossero anche 2 o 3.
Si spera che stavolta chi vuole protestare davvero lo faccia attivamente, votando contro gli impresentabili di ogni risma e a favore dei presentabili.
Chi non vota ha quasi sempre ragione, ma lascia tutta la torta a chi ha torto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... s/1719348/
Re: "Casa comune della sinistra e dei democratici"
Inviato: 26/05/2015, 20:31
da camillobenso
La vox populi
UnMarziano • 7 minuti fa
Caro Sig Travaglio
"..i
partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia" Si
ricorda chi lo disse? Lo stesso che disse "..I partiti di oggi sono
soprattutto macchina di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente,idee,ideali,programmi pochi o vaghi,sentimenti e passione civile, zero.
Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.." E sempre lo stesso disse "..Se si continua in questo modo,
in italia, la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia disoffocare in una palude" Naturalmente questo non e' lei che scrive ieri,ma Berlinguer che parla nel 81
E dopo 13anni di craxismo e 20di
berlusconismo,siamo diventati un oligarchia semidemocratica fondata sul clientelismo,spesso di natura criminale/mafiosa Questo lo ripeto sempre per ricordare ai giovani che l'origine del nostro disastro economico,democratico e culturale nasce molti decenni fa.
E il berlusconismo e' stato l'ultimo step up(aspettando il conto del renzismo) L'aver trasformato la politica in un reality show,dove non contano l'idee,ma l'essere simpatico con la battuta pronta.
Abbiamo fatto crescere I nostri figli senza aver potuto vedere un minuto di
politica vera, ma solo avant spettacolo/pollai alla Ballaro. Cordialmente
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