TIENE SOLO A RAGUSA, DOVE VA AL BALLOTTAGGIO
Cinque Stelle, male in Sicilia
Vittoria in due comuni nel resto d'Italia
Nell'isola, il movimento scende sotto il dieci per cento
in 3 capoluoghi su 4, dal 25 al 30 in meno delle politiche
Se, per il Movimento Cinque Stelle, la Sicilia doveva essere il banco di prova più importante in questa tornata elettorale, l'occasione per riscattarsi, dopo il non entusiasmante primo turno delle comunali nel resto d'Italia, al momento sembra profilarsi un flop, almeno stando ai dati non ancora completi.
IN PICCHIATA- Percentuali in picchiata, ovunque, in tutti e quattro i capoluoghi di provincia dell'Isola. Numeri che deludono, anche alla luce delle regionali, quando il M5S si affermò come primo partito. Le sette tappe del tour di Grillo questa volta non sono bastate. Al ballottaggio - a Ragusa - va solo lo stellato Federico Piccitto, che ottiene il 15,64% e insegue il vice sindaco uscente, Giovanni Cosentini, che si attesta al 29,34%. E i pentastellati non superano la quota di sbarramento del 5% a Catania, Messina e Siracusa. I candidati M5S non sfondano nemmeno dove Grillo aveva tenuto i suoi comizi: Menfi (Agrigento), Riesi (Caltanissetta), Grammichele (Catania). A Menfi il sindaco è Vincenzo Lotà, del centrosinistra, col 49,84% mentre il candidato M5S, Giovanni Argiroffi, si è fermato al 10,75%. Lo scrutinio è ancora in corso a Siracusa, ma è già evidente che lo stellato Marco Ortisi, che riscuote per ora il 6,47%, è fuori gioco e che al secondo turno se la vedranno Giancarlo Garozzo, del centrosinistra, che è al 31,22%, e Ezechia Paolo Reale, sostenuto da liste civiche e parte del Pdl. Anche a Riesi niente da fare il candidato M5S Liborio Veneziano, che a spoglio quasi finito prende il 19,67% dei voti, mentre il candidato del centrosinistra Savatore Chiantia è al 46,38%. Infine a Grammichele, la stellata Teresa Pitrella raccoglie il 6,19% e si arrende a Salvatore Canzoniere, che con un cartello di liste civiche riscuote il 43,92%.
POMEZIA E ASSEMINI - Le uniche buone notizie, per i grillini, arrivano dunque dal Lazio e dalla Sardegna. A Pomezia ha vinto Fabio Fucci con il 63,73%. Sconfitto il candidato del centrosinistra (ma ex An e Pdl) Omero Schiumarini, fermo al 36,27%. In testa un grillino anche ad Assemini, in provincia di Cagliari, dove Beppe Grillo ha chiuso il suo tour elettorale. Mario Puddu 40 anni, ingegnere, trionfa con il 68,33% contro il 31,67% del candidato del centrosinistra Luciano Casula. Fumata nera, invece, in Veneto. Non ce l'ha fatta infatti l'unico candidato del Movimento 5 Stelle a Martellago (Venezia) dove ha vinto il centrosinistra. Nel comune veneto è stata eletta Monica Barbiero, con il 68,1%, mentre il grillino Antonio Santoliquido si è fermato al 31,9%.
CAMMINO LENTO E INESORABILE - E se, sul tracollo siciliano, Grillo non si è espresso, il comico aveva invece, prudentemente, commentato le affermazioni a Pomezia e ad Assemini. Via blog il leader assicurava: «Il cammino del MoVimento 5 Stelle all'interno delle istituzioni è lento, ma inesorabile». Aggiungendo che «Mario, Fabio e i ragazzi del MoVimento apriranno le porte dei comuni ai cittadini. A loro va l'abbraccio di tutta la comunità del M5S. Vi staremo vicini!».
VOCI DI NUOVE ESPULSIONI - Il tutto mentre nuove voci di espulsioni si rincorrevano alla vigilia dell'ennesima assemblea dei parlamentari che vede ortodossi contro dissidenti. A Roma, infatti, l'eco delle due vittorie di Pomezia e Assemini risuonava lontano. All'ordine del giorno dell'ultima assemblea a Montecitorio ci sono la questione delle indennità parlamentari e nuove indicazioni comportamentali. Per quanto riguarda gli stipendi, molti parlamentari pentastellati hanno espresso le loro difficoltà nell'interpretare il modello excel inviatogli nel fine settimana e nel quale dovranno inserire i dati relativi alle loro spese romane. Ma la buona notizia - per alcuni - è che dovrebbe essere stato individuato il fondo dove far confluire le eccedenze delle diarie. Il tutto mentre si attende la nomina del nuovo capogruppo al Senato, posizione contesa tra l'ortodossò Nicola Morra e l'aperturista Luis Alberto Orellana.
Matteo Cruccu
Marta Serafini
10 giugno 2013 (modifica il 11 giugno 2013)
http://www.corriere.it/politica/13_giug ... 22ba.shtml