Re: ITALIA-elezioni amministrative Maggio 2012
Inviato: 06/05/2012, 12:17
Amministrative, test per i partiti
Pdl rischia disfatta e minaccia
Nervi tesi, nella maggioranza, alla vigilia del voto amministrativo.
Oltre nove milioni di elettori chiamati alle urne sono un test importante per i partiti che sostengono Monti.
Ma proprio per questo sono anche un passaggio che rischia di avere ricadute sulla tenuta dello stesso governo.
In particolare sono le fibrillazioni che percorrono il Pdl a destare preoccupazione in un esecutivo che per essere messo al riparo da scossoni è costretto a sperare in un sostanziale pareggio tra le forze che gli garantiscono una maggioranza stabile in Parlamento.
I sondaggi però dicono che il Pdl è in calo costante (25% viene dato dalla Swg in una ricerca condotta tra il 2 e 3 maggio)
e il modo in cui si stannomuovendo i colonnelli berlusconianinon fa prevedere nulla di buono.
Il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto lamenta il «bombardamento fiscale» condotto nei confronti delle aree sociali più vicine al centrodestra e chiede per dopo le amministrative «una riflessione seria ».
Chi non ricopre ruoli istituzionali si spinge anche oltre.
Manovre che preoccupano il Pd e chevengono utilizzate da Pier Ferdinando Casini per giocare il ruolo, per dirla con la pidiellina Anna Maria Bernini, del «don Chisciotte del governo»:
«Finiamo la campagna elettorale e poi chiederò un appuntamento con Bersani e Berlusconi per sapere se vogliono continuare a sostenere il governo Monti, oppure se intendono continuare a cercare sempre nuovi argomenti per distinguersi »,
dice il leader dell’Udc attaccando la «demagogia fiscale» definendola un «tumore italiano».
Il Pdl insorge, ma l’uscita di Casini non piace neanche a Bersani, che giudica un torto il monito lanciato genericamente ai partiti, visto che è chiaro chi vive con sofferenza l’appoggio a Monti e spera in un voto in autunno.
Dice il leader del Pd:
«Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica.
Noi non partecipiamo.
Non siamo gente che trama alle spalle.
Per noi si va al 2013.
Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca».
I TIMORI DEL PDL, GLI AUSPICI DEL PD
Non sarà però indifferente, per la tenuta del governo nei mesi a venire, il risultato che uscirà dalle urne domani sera, e poidopo i ballottaggi.
Il nervosismo mostrato in queste ore dal Pdl rischia di acuirsi e di pesare sui prossimi passaggi parlamentari se le intenzioni di voto registrate dai sondaggi venissero confermate.
Dei 26 comuni capoluogo che vanno al voto 18 sono attualmente governati dal centrodestra, 8 dal centrosinistra.
Un equilibrio che il Pd conta di modificare profondamente,
confidando nei sondaggi favorevoli e auspicando di bissare il successo ottenuto alle amministrative dello scorso anno.
Il Pdl, che nella maggior parte dei casi corre senza aver stretto alleanza con la Lega, testerà in queste elezioni quanto gli convenga andare verso una legge elettorale diversa dal Porcellum.
E il Terzo polo, che alle amministrative del 2011 aveva presentato un proprio candidato a Milano, Napoli, Bologna e Torino, ora ha invece deciso di non contarsi
(dei 26 capoluoghi correrà da solo soltanto a Belluno, Genova, Pistoia, Rieti e Trapani).
Gli occhi saranno puntati inoltre sul risultato non solo delle forze che in Parlamento non sostengono Monti (Lega e Idv) ma anche di quelle (ugualmente critiche con il governo) extraparlamentari.
Secondo il sondaggio Swg diffuso l’altro ieri il movimento di Beppe Grillo cresce sensibilmente, e quella che alle ultime politiche si presentò come la sinistra arcobaleno (e che non raggiunse il 4%) oggi è in netta avanzata.
Il risultato del voto avrà ripercussioni anche sul seguito del confronto che Pd, Pdl e Terzo polo avranno sulla riforma del finanziamento pubblico ai partiti e sulla nuova legge elettorale.
Contrariamente a una voce fatta circolare, non ci sarà già all’indomani del primo turno un vertice tra Bersani, Alfano e Casini per discutere di questi argomenti.
Ci saranno invece incontri a cui parteciperanno gli sherpa, per definire gli aspetti più “tecnici” delle questioni.
E se qualcuno (leggi Pdl) ha fino a oggi frenato tanto sul nuovo sistema di voto quanto sul dimezzamento immediato dei rimborsi elettorali (proposto dal Pd), difficilmente potrà mantenere la posizione di fronte a un esito elettorale penalizzante.
http://www.unita.it/italia/amministrati ... 066?page=2
Pdl rischia disfatta e minaccia
Nervi tesi, nella maggioranza, alla vigilia del voto amministrativo.
Oltre nove milioni di elettori chiamati alle urne sono un test importante per i partiti che sostengono Monti.
Ma proprio per questo sono anche un passaggio che rischia di avere ricadute sulla tenuta dello stesso governo.
In particolare sono le fibrillazioni che percorrono il Pdl a destare preoccupazione in un esecutivo che per essere messo al riparo da scossoni è costretto a sperare in un sostanziale pareggio tra le forze che gli garantiscono una maggioranza stabile in Parlamento.
I sondaggi però dicono che il Pdl è in calo costante (25% viene dato dalla Swg in una ricerca condotta tra il 2 e 3 maggio)
e il modo in cui si stannomuovendo i colonnelli berlusconianinon fa prevedere nulla di buono.
Il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto lamenta il «bombardamento fiscale» condotto nei confronti delle aree sociali più vicine al centrodestra e chiede per dopo le amministrative «una riflessione seria ».
Chi non ricopre ruoli istituzionali si spinge anche oltre.
Manovre che preoccupano il Pd e chevengono utilizzate da Pier Ferdinando Casini per giocare il ruolo, per dirla con la pidiellina Anna Maria Bernini, del «don Chisciotte del governo»:
«Finiamo la campagna elettorale e poi chiederò un appuntamento con Bersani e Berlusconi per sapere se vogliono continuare a sostenere il governo Monti, oppure se intendono continuare a cercare sempre nuovi argomenti per distinguersi »,
dice il leader dell’Udc attaccando la «demagogia fiscale» definendola un «tumore italiano».
Il Pdl insorge, ma l’uscita di Casini non piace neanche a Bersani, che giudica un torto il monito lanciato genericamente ai partiti, visto che è chiaro chi vive con sofferenza l’appoggio a Monti e spera in un voto in autunno.
Dice il leader del Pd:
«Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica.
Noi non partecipiamo.
Non siamo gente che trama alle spalle.
Per noi si va al 2013.
Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca».
I TIMORI DEL PDL, GLI AUSPICI DEL PD
Non sarà però indifferente, per la tenuta del governo nei mesi a venire, il risultato che uscirà dalle urne domani sera, e poidopo i ballottaggi.
Il nervosismo mostrato in queste ore dal Pdl rischia di acuirsi e di pesare sui prossimi passaggi parlamentari se le intenzioni di voto registrate dai sondaggi venissero confermate.
Dei 26 comuni capoluogo che vanno al voto 18 sono attualmente governati dal centrodestra, 8 dal centrosinistra.
Un equilibrio che il Pd conta di modificare profondamente,
confidando nei sondaggi favorevoli e auspicando di bissare il successo ottenuto alle amministrative dello scorso anno.
Il Pdl, che nella maggior parte dei casi corre senza aver stretto alleanza con la Lega, testerà in queste elezioni quanto gli convenga andare verso una legge elettorale diversa dal Porcellum.
E il Terzo polo, che alle amministrative del 2011 aveva presentato un proprio candidato a Milano, Napoli, Bologna e Torino, ora ha invece deciso di non contarsi
(dei 26 capoluoghi correrà da solo soltanto a Belluno, Genova, Pistoia, Rieti e Trapani).
Gli occhi saranno puntati inoltre sul risultato non solo delle forze che in Parlamento non sostengono Monti (Lega e Idv) ma anche di quelle (ugualmente critiche con il governo) extraparlamentari.
Secondo il sondaggio Swg diffuso l’altro ieri il movimento di Beppe Grillo cresce sensibilmente, e quella che alle ultime politiche si presentò come la sinistra arcobaleno (e che non raggiunse il 4%) oggi è in netta avanzata.
Il risultato del voto avrà ripercussioni anche sul seguito del confronto che Pd, Pdl e Terzo polo avranno sulla riforma del finanziamento pubblico ai partiti e sulla nuova legge elettorale.
Contrariamente a una voce fatta circolare, non ci sarà già all’indomani del primo turno un vertice tra Bersani, Alfano e Casini per discutere di questi argomenti.
Ci saranno invece incontri a cui parteciperanno gli sherpa, per definire gli aspetti più “tecnici” delle questioni.
E se qualcuno (leggi Pdl) ha fino a oggi frenato tanto sul nuovo sistema di voto quanto sul dimezzamento immediato dei rimborsi elettorali (proposto dal Pd), difficilmente potrà mantenere la posizione di fronte a un esito elettorale penalizzante.
http://www.unita.it/italia/amministrati ... 066?page=2