Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 22/12/2014, 14:52
Corriere 22.12.14
Le facili medaglie d’oro dell’ottimismo di Stato
di Pierluigi Battista
Sei contrario alla candidatura olimpica di Roma per il 2024? Allora sei un «pessimista» cronico, vedi tutto nero, non hai fiducia, sei restio a ripartire, non vuoi dare un chance al nostro Paese, non pensi che ce la possiamo fare, uccidi la speranza. Non si dice: guarda che i tuoi argomenti sono fragili, il progetto di un nuovo velodromo è fantastico, hai fatto male i conti, i risultati saranno meravigliosi, l’economia nazionale migliorerà. No, si certifica la prevalenza della dimensione psicologica su quella fattuale, della rigogliosa umoralità sulla banale realtà, dell’emotivo sul razionale, del cuore sulla prosaica realtà. Siamo così depressi e sfiniti da non aspettare altro che il brivido dell’ottimismo. Il nuovo messia dovrà essere tutto sprint, uno che dica «speranza» ogni tre parole, che sia vitale, ipercinetico, energizzante: forse lo abbiamo trovato.
Sulla prevalenza dell’umorale sul reale si costruisce un’intera politica economica fondata su questa sequenza della psicologia collettiva: gli italiani hanno paura, si tengono i quattrini nel materasso con lo stesso spirito di chi fa provvista al supermercato per affrontare i momenti più bui, ma se noi diamo fiducia e speranza, se si annunciano domani formidabili, allora gli italiani ricominceranno a consumare, a spendere, a investire e l’economia, come per incanto, ripartirà. La stessa cosa per la candidatura olimpica di Roma. Non si dice: facciamo una legge sugli appalti che eviti i colossali sprechi che hanno devastato Roma in tutti i grandi eventi dove sono state sistematicamente disilluse tutte le speranze del passato. Ma si dice invece: facciamo un bello sforzo di volontà e vedrete che stavolta sarà diverso. Non si dice: abbiamo fatto tesoro del passato, non butteremo nell’immondizia i grandiosi investimenti che hanno umiliato Roma. Si dice: abbiate fiducia, riponete tutta la speranza in gente così vitale come noi, non vedete come siamo pieni di sprint? Gli argomenti svaniscono, i fatti evaporano. Chi critica è un «gufo», chi chiede dati di realtà flirta con il disfattismo, chi obietta sulla magnificenza di un annuncio indulge al più cupo «pessimismo». Il dominio dello psicologico esige un adeguamento incondizionato all’ingiunzione dell’ottimismo di Stato. Il resto è molesta misantropia, umor nero, tetraggine. Ma non si potrebbe fare diversamente? «Benaltrista, conservatore». Ma è vero che l'Olimpiade ad Atene ha contribuito al default greco? «Rosicone».
Le facili medaglie d’oro dell’ottimismo di Stato
di Pierluigi Battista
Sei contrario alla candidatura olimpica di Roma per il 2024? Allora sei un «pessimista» cronico, vedi tutto nero, non hai fiducia, sei restio a ripartire, non vuoi dare un chance al nostro Paese, non pensi che ce la possiamo fare, uccidi la speranza. Non si dice: guarda che i tuoi argomenti sono fragili, il progetto di un nuovo velodromo è fantastico, hai fatto male i conti, i risultati saranno meravigliosi, l’economia nazionale migliorerà. No, si certifica la prevalenza della dimensione psicologica su quella fattuale, della rigogliosa umoralità sulla banale realtà, dell’emotivo sul razionale, del cuore sulla prosaica realtà. Siamo così depressi e sfiniti da non aspettare altro che il brivido dell’ottimismo. Il nuovo messia dovrà essere tutto sprint, uno che dica «speranza» ogni tre parole, che sia vitale, ipercinetico, energizzante: forse lo abbiamo trovato.
Sulla prevalenza dell’umorale sul reale si costruisce un’intera politica economica fondata su questa sequenza della psicologia collettiva: gli italiani hanno paura, si tengono i quattrini nel materasso con lo stesso spirito di chi fa provvista al supermercato per affrontare i momenti più bui, ma se noi diamo fiducia e speranza, se si annunciano domani formidabili, allora gli italiani ricominceranno a consumare, a spendere, a investire e l’economia, come per incanto, ripartirà. La stessa cosa per la candidatura olimpica di Roma. Non si dice: facciamo una legge sugli appalti che eviti i colossali sprechi che hanno devastato Roma in tutti i grandi eventi dove sono state sistematicamente disilluse tutte le speranze del passato. Ma si dice invece: facciamo un bello sforzo di volontà e vedrete che stavolta sarà diverso. Non si dice: abbiamo fatto tesoro del passato, non butteremo nell’immondizia i grandiosi investimenti che hanno umiliato Roma. Si dice: abbiate fiducia, riponete tutta la speranza in gente così vitale come noi, non vedete come siamo pieni di sprint? Gli argomenti svaniscono, i fatti evaporano. Chi critica è un «gufo», chi chiede dati di realtà flirta con il disfattismo, chi obietta sulla magnificenza di un annuncio indulge al più cupo «pessimismo». Il dominio dello psicologico esige un adeguamento incondizionato all’ingiunzione dell’ottimismo di Stato. Il resto è molesta misantropia, umor nero, tetraggine. Ma non si potrebbe fare diversamente? «Benaltrista, conservatore». Ma è vero che l'Olimpiade ad Atene ha contribuito al default greco? «Rosicone».