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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Diario della caduta di un regime. - Pagina 51
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Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 12/10/2015, 15:25
da camillobenso
Ovviamente, dato che la politica è tutto interesse e convenienza, Il Giornale non avrebbe mai fatto questo titolo quando era tutto un cinguettare al Nazareno con La Qualunque.

Fino all'altro ieri sparavano alzo zero contro "Gnazio".


La raccolta firme per Marino
ora fa tremare Renzi e il Pd
Il Pd si spacca. Manifestanti al Nazareno cantano "Bella ciao" e attaccano i dem: "Voi con Verdini, noi con Marino"

di Francesco Curridori
11 minuti fa

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La raccolta firme dei pro Marino fa tremare Renzi


I manifestanti pro Marino si raccolgono davanti al Nazareno per criticare i vertici del Pd. Anche i vip romani con il sindaco. Che sta meditando di presentare una lista propria alle prossime amministrative.

Francesco Curridori - Lun, 12/10/2015 - 14:56



"Noi con Marino, voi col padrino". "Renzi nessuno t'ha votato, ridatece Marino". Sono solo alcuni slogan che una trentina di supporter dell'ormai ex sindaco di Roma hanno gridato davanti alla sede del Pd a Largo del Nazareno, dopo aver cantato persino "Bella ciao".

Nel mirino dei sostenitori mariniani c'è principalmente lui, Matteo Renzi che "non è stato votato da nessuno, mentre Marino è stato eletto col 64% dei romani" e chiedono le sue dimissioni.

Poi, poco importa se, in realtà era il 64% dei votanti romani e che al ballotaggio di due anni fa andarono a votare in pochissimi. I pro Marino sono pronti a dar battaglia al Pd e a sostenere il loro leader se si presentasse alle elezioni. Parlano di complotto nei suoi confronti e si fanno forti delle quasi 50mila firme che hanno raccolto la loro petizione, sottoscritta anche da alcuni vip come Sabrina Ferilli e Alessandro Gassman, nella quale chiedono che Marino ci ripensi. "Si tratta di un complotto, cosa vuole che siano 20mila euro per il sindaco della Capitale quando ora si scopre che Renzi ne ha speso 600mila come presidente della provincia di Firenze?", è l'accusa degli elettori del Pd delusi dal premier, reo di aver buttato giù il loro sindaco e di aver fatto l'accordo con Verdini.

Tra di loro c'è anche un ex dirigente locale del Pci che orgogliosamente rivendica di non aver mai votato Pd e che ingaggia una diatriba con un'elettrice democratica. La signora, sebbene nella geografia del partito rientri nella minoranza, ritiene che questi sit-in danneggino il Pd. "Se si continua così rivince lui", dice riferendosi a Silvio Berlusconi. "E allora? Meglio Berlusconi di Renzi", gli risponde l'uomo. La tesi dei presenti è, infatti, che Renzi non sia di sinistra e, per loro, fare un patto con Verdini è come farlo con Berlusconi. Come dire, tra il vero Berlusconi e la sua brutta copia che attualmente sta a Palazzo Chigi per sfornare leggi come il job act, tanyo vale tornare all'originale. Ora la minoranza sembra aver rialzato la testa in nome del capro espiatorio Marino.


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 81573.html

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 12/10/2015, 18:38
da erding
Roma, istruzioni per fare il sindaco


di Furio Colombo | 12 ottobre 2015

Roma. Si è appena conclusa una storia incredibile, fondata su sarcasmo, denigrazione, calunnia,
uso deliberatamente squilibrato dei media, necessità di cancellare il passato, urgenza, anche teatrale e scenografica,
di creare una città disastrata. E un matto solitario e vagante fra le rovine, detto “il sindaco per caso” che se ne deve andare.
Mi sembra utile un inventario dei tanti pezzi di realtà sconnessa e di pura invenzione che sono stati usati nel gioco.
I protagonisti di questo gioco, che è certamente un gioco sporco, sono due, la città di Roma e l’ex senatore Ignazio Marino.

Roma non è affatto la città in rovina che è stata creata fotografando rasoterra bottigliette di plastica abbandonate,
così come Ravenna non è affatto la città con le case colorate che si vedono nel film di Antonioni Deserto Rosso.
Ci vuole un regista. Giornali e tv si sono prestati, una volta capito che non c’era pericolo. Il nuovo sindaco era solo.
È rara l’occasione di poter partecipare liberamente a un simile gioco. Ma ci vuole anche un produttore.
La precedente amministrazione di destra (destra estrema, compresi i capi della sua corruzione) era finita nel fango,
fra imputazioni, accuse, processi pendenti, rinvii a giudizio per crimini gravi, penetrazione profonda del malaffare nella
città Capitale, che ha indotto la magistratura a usare le parole “mafia capitale”.

Ma gli episodi insurrezionali sono cominciati subito. Spariscono i vigili, non arrivano gli autobus, si rompe continuamente
la metropolitana, volete altro? Quest’ultima fase, diciamo dopo le ferie, di ininterrotta aggressione a Marino è cominciata
lo stesso giorno in cui il Tribunale di Roma ha notificato ad Alemanno la fine delle indagini che precede il rinvio a giudizio.
Tre righe per Alemanno, tutto il resto della stampa e della televisione italiana per un affollato processo popolare allo strano
sindaco che si è (forse) appena concluso.

Marino è stato un sindaco strano in due modi: per qualche sfortuna, e per qualche inspiegabile errore.
È stato uomo libero che arrivava col segno di un partito (dunque meno libero), che però non c’era e
che non lo voleva, salvo manovre un po’ sovietiche di sostegno apparente (tipo i tre baci di Breznev prima di
farti scomparire dalla enciclopedia sovietica).

Non aveva la Chiesa, pilastro di ogni sindaco di Roma (non parlo di Francesco, ma di quella di sempre, che dura).
Era incompatibile con i gruppi di interesse che hanno molto, comprano tutto, hanno sempre, come nei mitici anni 50,
sogni di cemento, e nomi che sono una garanzia. Una cosa è stata subito chiara: con Marino, il mondo che tiene
in mano Roma (e il suo “sviluppo”) non va da nessuna parte, con tutte quelle fisime di legalità, e il magistrato assessore.
Bisognava giocare subito la carta della città in decadenza (del resto vera, per i costruttori, quando non costruiscono).

Lo hanno fatto su larga scala e ha funzionato. Nessuno si è chiesto come poteva decadere Roma dopo Alemanno.
E come possano improvvisamente, cadere a pezzi, a causa di Marino, i tesori archeologici di Roma (vedi uno stentoreo
editoriale de Il Tempo) dopo duemila anni di resistenza e alcune guerre e invasioni.

Resta l’altra stranezza. Il sindaco lasciato solo (niente partito, salvo finzioni, niente chiesa, niente gruppi di interessi)
ha giocato tutto sulla sua solitudine, trasformandola in una sorta di testardaggine. Immaginate di togliere dalla sequenza
di eventi che ha portato alle dimissioni la vacanza lunga e lontana, il viaggio papale e la strana, non chiarita vicenda
degli scontrini, e capite subito che, senza questi incidenti, si sarebbe fatta più dura la campagna di chi non poteva
permettersi Marino sindaco. Più dura però vuol dire più difficile per la folla in attesa di appalti, ma anche più violenta nei
confronti di Marino. C’è da immaginare che qualcos’altro fosse in serbo.
Marino doveva morire e non credo che i venti giorni lo salveranno. Non tutti, non sempre possono fare il sindaco.
Almeno non in città come Roma.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... o/2120141/

Un'ulteriore, ennesima prova, che questa non è politica è monnezza. È affarismo dei peggiori e dei più sporchi.
Sempre più convinto che la politica o è servizio o è malaffare.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 12/10/2015, 19:15
da erding
Ciao, Marino.

Dice – A la fine, hai visto? S’è dimesso –
E n’artro – Finalmente alla bonora! -
- S’è fatto pizzicà che manco un fesso! -
- Vedemo mo’ che artro sorte fora… -

Quanno che pesti i calli proprio a tutti
palazzinari, preti, fannulloni,
papponi, bottegai e farabutti,
che t’aspettavi un premio? Semo boni.

Ormai che te n’annavi era scontato,
potevi da resiste quarche mese.
Certo chi se sarebbe immaginato
che era pe’ via che hai fatto er portoghese?

I conti che te mettono a la gogna
se poi voi annà a vedè so’ bruscolini.
Niente in confronto a chi senza vergogna
le tasche s’è riempito de quatrini

facendo società coi mascalzoni
che riciclando i soldi insanguinati
se so’ comprati a botte de milioni
‘na città intera, ‘sti morammazzati.

Forse eri inadeguato e poco svejo,
e te mancava er fisico der ruolo.
Potevi fa de certo molto mejo,
ma è dura se te lasseno da solo.

L’amici che c’avevi ner partito
se so’ eclissati o fanno marameo.
Già pensano, manco te ne sei ito,
a come speculà sur Giubileo.

E sta città che nun la smove niente
mentre te ne vai in bici, nun s’è accorta
che quell’odore forte che se sente
nun è solo monnezza: è lei che è morta.

Marazico - Ottobre 2015

https://www.facebook.com/marazico61?pnref=story

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 13/10/2015, 12:00
da camillobenso
SMS per iospero e paolino


Iospero, perchè impegnato sul fronte della nuova sinistra.

Paolino, perchè impegnato sul fronte del M5S.


Nelle rispettive formazioni non si discute mai, come venire fuori da questa situazione.

Il livello propagandistico non basta. Ci vogliono soluzioni pratiche.

^^

L’inchiesta
Tangenti sanità: arrestato Mantovani,
il fedelissimo di Berlusconi

Indagato anche assessore Garavaglia
Il vicepresidente della Regione accusato di concussione, corruzione aggravata e turbativa d’asta. Era atteso alla «Giornata della Trasparenza»: dure reazioni Pd e M5S

di Redazione Milano online


Articolo + Video

http://milano.corriere.it/notizie/crona ... 71aa.shtml

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 13/10/2015, 12:16
da camillobenso
Lombardia, arrestato vicepresidente Mantovani
“Appalti truccati per il trasporto dei dializzati”


L’esponente di Forza Italia in manette con le accuse di concussione, corruzione e turbativa d’asta
“nei settori sanità ed edilizia scolastica”. Indagato Massimo Garavaglia, braccio destro di Maroni

Giustizia & Impunità

Doveva aprire i lavori della “Giornata della Trasparenza”, è finito in manette. Il vicepresidente della Lombardia Mario Mantovani, ex senatore, ex sottosegretario alle Infrastrutture con Berlusconi, ex assessore alla Salute ed ex sindaco di Arconate, è stato arrestato questa mattina all’alba con le accuse di corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. In manette anche il suo assistente Giacomo Di Capua e il dirigente del provveditorato opere pubbliche Angelo Bianchi. Altri 9 indagati, fra cui l’assessore regionale al Bilancio, Massimo Garavaglia, braccio destro del governatore Maroni

di Ersilio Mattioni

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Mario Mantovani, arrestato per corruzione numero due Regione Lombardia: “Truccati appalti su trasporto malati dializzati”

Giustizia & Impunità

Mantovani è coordinatore regionale del Pdl ed è stato assessore alla salute, senatore e sottosegretario alle Infrastrutture del governo Berlusconi. Ci sono altri nove indagati tra cui l'assessore al Bilancio Massimo Garavaglia, braccio destro del governatore Roberto Maroni. La nota della procura di Milano fa riferimento a "varie turbative d'asta sia nel settore della sanità sia nel settore dell'edilizia scolastica". Secondo i pm di Milano
di Ersilio Mattioni | 13 ottobre 2015

Questa mattina era atteso all’apertura della Giornata della trasparenza organizzata dalla Regione Lombardia. Come annunciato ieri da una nota, avrebbe dovuto aprire i lavori per una serie di incontri sul rapporto tra trasparenza e pubblica amministrazione. Appuntamento saltato. Perché Mario Mantovani, vicepresidente ed ex assessore alla Salute della Regione Lombardia nonché coordinatore regionale del Pdl, è stato arrestato all’alba con le accuse di corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip di Milano Stefania Pepe. Mantovani è stato senatore, sottosegretario alle Infrastrutture del quarto governo Berlusconi e sindaco di Arconate. Secondo i magistrati di Milano, ad esempio, alcune gare d’appalto per il servizio di trasporto dei malati dializzati sono state truccate nel periodo in cui Mantovani era alla guida della Sanità. Con lui sono stati arrestati anche il suo assistente Giacomo Di Capua e il dirigente del provveditorato opere pubbliche Angelo Bianchi. Altre nove persone sono indagate, tra cui l’assessore regionale al Bilancio Massimo Garavaglia, braccio destro del governatore Roberto Maroni. Al centro dell’inchiesta della procura di Milano, denominata ‘Operazione entourage’ e coordinata dal pm Giovanni Polizzi, “varie turbative d’asta sia nel settore della sanità sia nel settore dell’edilizia scolastica“.
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L’inchiesta è partita dalla denuncia di un dirigente del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Lombardia e la Liguria, ci sono più filoni relativi ad appalti truccati, episodi di corruzione e concussione. Da quanto si è saputo, Mantovani, infatti, avrebbe truccato anche gare per lavori di ristrutturazione di scuole in alcuni comuni, tra cui Arconate, di cui è stato sindaco. Un secondo ‘capitolò, invece, riguarda le presunte pressioni esercitate dal politico nei confronti di Pietro Baratono, Provveditore alle Opere Pubbliche di Lombardia e Liguria, affinché Angelo Bianchi (arrestato), ingegnere presso il Provveditorato, potesse rientrare in servizio e tornare in possesso delle sue deleghe sugli appalti (in particolare di edilizia scolastica), malgrado fosse stato coinvolto e arrestato in un’inchiesta per corruzione della Procura di Sondrio. Alfio Leonardi, infatti, dirigente del Ministero delle Infrastrutture e anche dirigente del Provveditorato alle Opere Pubbliche aveva firmato un ordine di servizio per rimuovere Bianchi e poi fece denuncia a seguito delle presunte pressioni di Mantovani. Giacomo Di Capua, stretto collaboratore di Mantovani, anche lui arrestato, avrebbe avuto un ruolo nella concussione.

Un altro fronte dell’inchiesta riguarda i lavori ‘gratis’ che l’ex assessore alla Sanità avrebbe ottenuto per immobili a lui riconducibili in cambio di lavori affidati ad un architetto in alcuni appalti. I lavori, prezzo della presunta corruzione, riguarderebbero case e appartamenti di proprietà di Mantovani o dei suoi familiari, case di riposo, tra cui l’’Opera Pia Castiglioni’, cascine. Un episodio di presunta corruzione, da quanto si è saputo, riguarda anche l’azienda ospedaliera di Pavia, mentre tra le gare truccate ci sarebbe anche un appalto indetto dalla ‘aggregazione Asl Milano Centro, Milano 1 e Pavià. L’arresto di Mantovani è stato eseguito ad Arconate, in provincia di Milano, dove il politico risiede. Gli uomini della Guardia di finanza lo hanno portato nel carcere di San Vittore.

Nell’ordinanza emessa dal gip e firmata dal procuratore Edmondo Bruno Liberati si legge che sono stati effettuati perquisizioni e sequestri di documenti in relazione ad abuso d’ufficio e turbativa d’asta, ascrivibili a Mantovani in concorso con altri soggetti. Gli accertamenti sono scattati nelle sedi delle province di Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, negli uffici degli indagati in Regione nonché in 9 abitazioni e 17 enti o società riconducibili ai tre arrestati e a 12 ulteriori indagati che hanno concorso a vario titolo nei reati.

Il vice di Maroni ha creato la onlus Sodalitas e la fondazione Mantovani, specializzate nella gestione di residenze sanitarie assistite per anziani. Tra cui alcune strutture accreditate nelle graduatorie della regione Lombardia, che rimborsa una parte della retta giornaliera. L’ente di famiglia ha poi una serie di residenze e colonie estive tra Bellaria e Igea Marina.

aggiornato da redazioneweb alle 11:30

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 13/10/2015, 21:30
da camillobenso
Sono abbastanza sorpreso che Giovanni Floris abbia inserito nel suo "Di Martedì" di questa sera, una finestra per parlare di quanto pubblicato da Il Fatto Quotidiano, circa le spese effettuate da La Qualunque a Firenze. Se fino a domenica l'informazione era riservata ai lettori del Fatto, del Giornale e di questo forum, adesso prende il largo con una trasmissione televisiva.

Certo non piacerà a La Qualunque perché non tollera pubblicità negativa.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 15/10/2015, 3:32
da camillobenso
I conti con l’oste
(Marco Travaglio)

14/10/2015 di triskel182

Sarà la nemesi storica,sarà l’ironia della sorte, ma era destino che finisse così: cioè che la classe politica più mangiona e famelica d’Occidente cadesse nelle mani degli osti. Il 22 settembre, quando venimmo a sapere che negli uffici del Comune di Roma si faceva un gran parlare dei pranzi e delle cene di Marino pagati con la carta di credito del sindaco,cioè dai contribuenti,ene scrivemmo per primi com’era nostro dovere, mai avremmo pensato che sarebbe stata quella la buccia di banana per far scivolare il sindaco e mandarlo a sbattere con tutta la giunta.Là dove non poté Mafia Capitale, poterono gli scontrini. L’inchiesta romana su Buzzi, Carminati, Spezzapollici & C. imponeva per legge lo scioglimento del Comune per infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma il governo Renzi e il prefetto-battutista Gabrielli si misero in tasca la legge e si voltarono dall’altraparte.

Quando però un paio di osti romani e un pugno di presunti commensali di Marino lo smentirono sui pranzi e le cene,la mannaia della questione morale calò impietosa sul sindaco. Forse perché lo scandaletto era attribuibile a Marino e a nessun altro, mentre lo scandalone coinvolge tutti i partiti, ma non Marino. Consegnare le chiavi del Campidoglio ai mafiosi è una bazzecola: il peccato mortale è mettere in conto ai romani qualche bottiglia di vino. Se questa è la lezione, non deve stupire la piazza del Campidoglio gremita di fans del sindaco, né il 50% di risposte dei telespettatori di Sky favorevoli all’Ignaro,néi sondaggi che accreditano a una sua lista l’8% dei voti. La prima ad avvertire puzzo di tartufo (nel senso del Tartuffe di Molière) nell’affaire romano è stata Sabrina Ferilli, nell’intervista al nostro Antonello Caporale. Perché non siamo in Scandinavia,dove gli scontrini bugiardi bastano e avanzano per stroncare la carriera a un politico. Siamo in Italia, dove i politici e la stampa al seguito digeriscono tutto: non solo le libagioni a spese della collettività. Infatti fino all’altroieri la parola “scontrini” era usata per canzonare gli ingenui 5Stelle, che non hanno ancora capito come va il mondo. Davvero, nel Paese dei 90 parlamentari condannati e inquisiti, delle riforme elettorale e costituzionale scritte con B. e votate con Verdini,delle giunte e dei consigli regionali quasi tutti inquisiti per ruberie sulle note spese quando non per mazzette, dei due principali gruppi bancari che fanno a gara a nasconderei soldi di Cosa Nostra, del calcio marcio fin dalle fondamenta, il mostro è Marino?

Ieri a Milano hanno arrestato per mazzette, non per scontrini, il vicepresidente forzista della Regione Lombardia Mario Mantovani e indagato per turbativa d’asta, non per scontrini, l’assessore leghista all’Economia Massimo Garavaglia, braccio destro del governatore Bobo Maroni (inquisito per altre storie). Purtroppo non è ancora in vigore la mitica“riforma del Senato”, altrimenti i tre sarebbero tutti senatori ad honorem con immunità incorporata, e Mantovani sarebbe ovviamente a piede libero in attesa che il Senato neghi l’autorizzazione al suo arresto. Però Maroni e la sua giunta restano a pie’ fermo: Marino invece, tra gli strepiti della Lega e di FI,se ne deve andare. E subito. Abbiamo sempre sostenuto che chi mente ai cittadini deve andare a casa, quindi anche Marino.Ma anche,non da solo.E dopo chi è peggio di lui, non per primo e unico. Se poi il suo delitto sono le bugie su-g l i s c o n t r i n i a n z i c h é i l non-governo di Roma, che ha sostituito il malgoverno di Alemanno & C. per colpa di una giunta in cui Marino conta uno e gli assessori del Pd contano 12,la cosa più naturale da fare è verificare come si regolano con gli scontrini quelli che danno lezioni a Marino. Abbiamo iniziato a farlo con Renzi, con risultati piuttosto avvincenti, e lo faremo nei prossimi giorni con tutti i governatori e i sindaci delle grandi città, con una Guida Michelin a puntate.Coraggio, colleghi dei giornali e delle tv: sotto coi rastrellamenti a tappeto di tutte le trattorie, i ristoranti,le osterie e le locande d’Italia. Siete stati tanto bravi con quelli frequentati da Marino, non vi mancheranno le risorse per estendere le ricerche a tutto il territorio nazionale. Nessuno deve più fare i conti senza l’oste, nessuno deve più chiedere all’oste se il vino è buono: semmai, chi ha pagato il conto.

Maurizio Mannoni, che anche l’a l tr a sera a Linea Notte s’è sentito in obbligo di prendere le distanze dal nostro titolo sulle cene di Renzi (come se qualcuno potesse sospettare che l’avesse fatto lui) e s’è inventato una smentita inesistente dell’oste della malora che ha osato parlare del Caro Premier, si tranquillizzi e si rassegni.
Questo è solo l’inizio. Se gli osti romani devono segnare il destino del primo cittadino, che gli osti di tutta Italia decidano le sorti di tutti i sindaci e governatori. Tutto il potere agli osti! Si convochi subito una nuova Leopolda con tutti i ristoratori, i cuochi, i camerieri e soprattutto le cassiere! Poi li si traghetti in massa in un nuovo talent Rai,
in contemporanea con Masterchef. E, già che ci siamo, perché non pensare a una loro rappresentanza nel nuovo Senato, rigorosamente su base federale, al posto dei senatori a vita nominati dal Quirinale il cui legame col territorio sfugge ai più? Si ponga mano quanto prima a una Camera degli Osti e delle Corporazioni.
Almeno avremo in Parlamento qualche addetto al magnamagna che lo fa per professione, non per appetito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 15/10/2015, 3:56
da camillobenso
14 ott 2015 11:50
1. E VOLEVATE TOGLIERGLI TUTTO, CATTIVONI, AL POVERO NONNINO? IN CAMBIO DEL SUO IMPEGNO ACCANITO NEL PORTARE A CASA LA MORTE DEL SENATO, RE GIORGIO SI È MESSO IN SICUREZZA IL DIRITTO A GODERE DEL TRATTAMENTO EXTRA-LUSSO OGGI IN VIGORE

2. ESSENDO LUI UN SENATORE “DI DIRITTO E A VITA” NON VERRÀ TOCCATO DAI TAGLI E DAI RISPARMI PREVISTI DALLA RIFORMA: CONTINUERÀ A GODERE DI UNO STIPENDIUCCIO CHE, COMPRESI I VARI RIMBORSI, VIAGGIA SUI 15 MILA EURO NETTI AL MESE, DEL BELL’UFFICIO DI PALAZZO GIUSTINIANI E DI QUEL PO’ PO’ DI STAFF CUI SECONDO IL REGOLAMENTO DEL SENATO HA DIRITTO. ELENCHIAMO: UN CAPO UFFICIO, TRE FUNZIONARI, DUE ADDETTI AI LAVORI ESECUTIVI, ALTRI DUE ADDETTI A QUELLI AUSILIARI E, A SCELTA, UN
CONSIGLIERE DIPLOMATICO O MILITARE


http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 110586.htm

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 16/10/2015, 19:52
da camillobenso
Fedriga, la Lega Nord e il vecchio travestito da nuovo
(Andrea Scanzi)

16/10/2015 di triskel182


La Lega Nord non cresce più nei sondaggi. Era ovvio: il livello massimo di consenso è stato raggiunto (grazie alla scaltrezza diSalvini), e più sopra di così (che è comunque tanto) non può andare. Ieri mi è capitato di vedere Fedriga a Otto e Mezzo. Fedriga è ritenuto il migliore della Lega dopo Salvini, e a guardarlo e sentirlo vien da dire: “Figuriamoci gli altri”. Ieri però Fedriga mi ha stupito, e gliene do atto: è riuscito a farsi mettere sotto da Fiano, che è un po’ come perdere giocando da soli a Fifa15.Fenomeno.

Sarebbe errato dire che, ovunque governi, la Lega deluda. Chi conosce il Veneto, e chi conosce Verona, capisce bene perché Zaia eTosi continuino ad avere un simile consenso (soprattutto se l’alternativa è la Moretti). Sulla Lega viene costantemente fatto un errore: insistere sul suo essere razzista, destrorsa, fascista. Tutte cose più o meno vere, ma che per la Lega costituiscono un vanto e non certo un difetto. Dire che la Lega ha spesso idee xenofobe è come dire a Orfini che è brutto: lo sa già, e peraltro non è neanche il difetto peggiore che ha (Orfini, intendo).

Chi vuole disinnescare la forza della Lega Nord dovrebbe focalizzare l’attenzione su altri temi ben più sensibili. Per esempio su una classe dirigente inesistente, al punto tale che Salvini – non avendo attorno nessuno – è costretto a mandare in giro Fedriga, che sta alla Lega come la Picierno al Pd (giusto un po’ meglio, ma solo perché peggio è impossibile). Dovrebbe insistere sulla non credibilità della Lega come forza politica “nuova” (casomai “Forza Nuova” e basta). La Lega è parte integrante della “Casta” da più di vent’anni, da sola senza Berlusconi non va neanche in bagno (vedi Liguria) ed è puntualmente dentro larga parte degli scandali (vedi Lombardia). Di fronte alle accuse, peraltro, si comporta puntualmente come Berlusconi, a conferma di come ci sia ben poca differenza tra Lega e Forza Italia: “Uso politico della magistratura” e altri bla bla ridicoli.

Chi vuole depotenziare la Lega Nord, che alle prossime elezioni si ricompatterà eccome con Berlusconi e derivati (anche se Salvini ha promesso più volte il contrario), dovrebbe ricordare che – per esempio sull’immigrazione – la Lega ha peggiorato quegli stessi problemi che ora promette di poter risolvere. E dovrebbe anche pure che, quando si tratta di avere i soldi pubblici per alimentare il partito (o per provare a salvare la Padania), la Lega Nord si è comportata come e peggio degli altri partiti che un tempo giurava di voler combattere.
E’ qui, anzitutto qui, che la Lega mostra tutta la sua scarsissima credibilità: nell’essere ancora, esattamente come ai tempi dei governi Berlusconi, una forza non di rottura ma di sistema: il sistema (quasi sempre) peggiore.
Da ilfattoquotidiano.it

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 16/10/2015, 20:33
da camillobenso

“Il cash libero fa a pezzi l’antiriciclaggio Siamo la Repubblica fondata sul nero”
(CARLO DI FOGGIA)

16/10/2015 di triskel182

Lo dicano chiaro e finiamola di prenderci in giro.Riscrivano il primo articolo della Costituzione: vogliamo una Repubblica fondata sul nero”. Sono passati pochi minuti da quando Matteo Renzi ha confermato che nella legge di Stabilità ci sarà l’innalzamento della soglia per l’uso del contante: dai mille euro fissati da Monti a tremila. E Gian Gaetano Bellavia – esperto di diritto penale dell’economia, da anni consulente in materia di antiriciclaggio della Procura di Milano e gran parte di quelle del Nord Italia – si lascia andare a uno sfogo: “Devo dire che forse si stava meglio quando si stava peggio, almeno Berlusconi si capiva subito”.

Il premier ha motivato così la misura: “Il Paese ha un’infrastruttura per la lotta all’evasione: abbiamo fatto noi la legge sull’autoriciclaggio e sull’anticorruzione”. È l’opposto: quella misura vanifica buona parte della normativa antiriciclaggio. Perché? Quelle norme, che sono di derivazione comunitaria, impongono l’esatto contrario: contrastare la movimentazione di denaro illecito. E per questo eliminano quello contante, perché è anonimo, quindi a rischio. Non è già “tutto tracciato”, come dice il premier? Per niente. La moneta fisica è anonima.Perquestositendea restringerla. Cosa comporta alzare la soglia? In un mondo digitale, in cui si può pagare con lo smartphone, è una misura senza senso. O meglio ne ha uno, doppiamente nefasto: favorisce chi deve fare “nero”, cioè evadere, ma aiuta soprattutto il movimento di contante frutto di reato. E badi bene: non solo tributario, ma soprattutto di altri crimini. Ti consente di usarlosenzatraccia,diriciclarlo più facilmente. C’è un’enorme massa di denaro che non si riesce a spendere. Allargo lo sfogo dell’imbuto e così migliora il flusso. Con quali conseguenze? Si favorisce anche la corruzione.Non solo il corrotto che così può spendere la mazzetta, ma anche il corruttore, che ha meno problemi ad accumulare contante. È semplice: come si costruisce un tangente? Con denaro illecito e fatture false. Ne ricevo una per 10 mila euro, più Iva per duemila da qualcuno che di mestiere fa fatture false. Lui ne intasca 500 di commissione oltre l’Iva , mi rigira i soldi in contanti e io detraggo tutta la fattura e tutta l’Iva e così di fatto non ho pagato nulla,anzi mi sono creato un costo fittizio deducibile e quindi,oltrea disporre di denaro contante, io pago meno imposte. Quello che le dà i contanti se li procura nello stesso modo e poi sparisce. E il corrotto può avere il suo prezzo della corruzione. Ma il contante serve pure per pagare il pizzo. La lista è lunga. Aiuta altri soggetti? Sì, i ricchi dell’Est che vengono con valigette e rotoli di soldi. E non possono spenderli perché oltre 999 euro il negozianteglichiededipagarecon la carta. Ma loro non la usano, perché quel denaro non possono giustificarlo. I turisti non hanno bisogno di denaro contante? Alla dogana puoi già portare fino a 10 mila euro in contanti, senza giustificarli. Ma chi lo fa? Facciano una norma per dire che i russi non hanno limiti ai contanti e basta. Però magari sarà più semplice prelevare in banca. Si può già fare. Le grandi catene di supermercati prelevano milioni al giorno per rifornire le casse. La normativa dice altro: vieta la circolazione del contante al di fuori degli intermediari finanziari. Anche perchè se preleva oltre certi livelli incompatibili con il suo tenore di vita, la banca si insospettisce e scattano le segnalazioni. Lei conosce qualcuno che ha bisogno di spendere cash mille euro ogni volta che entra in un negozio? L’Europa ci chiede altro.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 16/10/2015.