Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Rom ha scritto:
camillobenso ha scritto: Obbliga anche i nuovi arrivati, che sono presenti sul forum più dei fondatori, ma che su quanto sta succedendo nella dinamica della politica italiana con particolare riguardo alla sinistra dei morti viventi e degli orfani della base, non si sono espressi.
Mi sento chiamato in causa, in quanto nuovo arrivato - sebbene non particolarmante presente, secondo i miei standard.La risposta alla tua domanda (implicita nella tua osservazione) la dovresti desumere facilmente da quanto ho cercato di dire in diverse occasioni, fino a questo momento.
E credo che ci troveresti una parte di risposta anche al fatto che alcuni, o molti, dei fondatori sembrano essersi assentati.
Le mie osservazioni sul forum a te sono in un primo momento apparse come una forma di eversione, poi (una volta depennata questa intepretazione paranoica) le hai viste come semplice fastidio, o come la voglia da parte di un nuovo arrivato di mettersi in cattedra, o roba simile.
In realtà, succede che tu - e forse anche altri - stando nel forum da più tempo, ti sei abituato alla sua "evoluzione" (anche perché ne sei in parte autore) e fatichi a renderti conto di come il forum appaia a chi ci mette il naso con la mente sgombra da antefatti: un posto nel quale si avrebbe voglia di partecipare (per il suo manifesto, per le sue intenzioni) ma che, quando si esplorano i vari thread, appare nel seguente modo:
- argomenti quasi tutti di vasta portata, mutuati da editoriali o articoli o saggi tratti dal web, sui quali le persone sensate si trovano a porsi qualche dilemma: commento l'articolo, o commento l'argomento, o prendo spunto per partire verso una via traversa, o quale parte del vasto mare preferisco navigare, o...?
- poverissimo di un vero e proprio dialogo interpersonale, che affiora qua e là, asfittico e destinato ad essere soffocato o prevaricato dall'avvento di un ennesimo articolo citato da giornali;
- la somma di tutto ciò è comunque esasperatamente politica, e soprattutto ricolma di fatti e personaggi esasperatamente politici, secondo temi e morfemi strettamente aderenti al mainstream comunicativo che dilaga ovunque.
Tra l'altro, non credo che questo contribuisca a favorire la partecipazione dei meno abituati (o dei "meno" in generale, ai quali qualcuno ha alluso), anzi è vero il contrario.
Il panorama argomentizio, insomma, ha un aspetto superbo, ma è freddo, glaciale, impersonale, ed è facile sentirlo come costrittivo.
E poi, questo continuo rivolgere lapropria attenzione, anzi la propria aspirazione, alla sfera dei "personaggi" e delle "firme", oltre tutto specificando che si fa in nome della "qualità", implica che i forumisti sono considerati come una specie di cacchetta, o almeno come gente della quale si può fare a meno come portatori di contributi, che ha il ruolo prevalente di imparare e di informarsi più che di parlare in proprio - non è detto che si tratti di un pensiero cosciente, ma è una conseguenza di fatto.

Tutto questo è il sintomo di una visione troppo ambiziosa, che viene infatti confermata dal proposito esplicitamente espresso di "rifondare" o "contribuire a rifondare" la sinistra, e a scoprire vie alternative, etc.
Volare più bassi, almeno nelle dichiarazioni, favorirebbe un avvicinamento più sereno, più normale da parte di eventuali nuovi e la partecipazione di chi già c'è.
Tieni presente che il sottoscritto, che ti sta facendo queste osservazioni, è uno al quale piace scrivere, piace partecipare, uno che non si scoraggia, e uno che ha partecipato a diversi forum, alcuni dei quali pazzeschi, e che non soffre di alcun complesso nei confronti degli articoli di giornale o dei "personaggi" o delle "firme", e che è stato spesso accusato di avere una visione delle cose (della politica) troppo "filosofica" o troppo "intellettuale": quindi, se mi sento scoraggiato io, qualcosa significa.

Gli interventi che tu chiedi non possono essere forzati artificialmente, ma devono scaturire da un dialogo molto più "masticato" e digerito: quando si parla di brain storming culturale s'intende proprio questo, uno scambio continuo, in cui si mescolano piccoli e grandi passi, alti e bassi livelli di argomentazioni, e libere "divagazioni", che in realtà non sono affatto divagazioni ma sono la vita, sono aria fresca che entra dalle finestre dentro le stanze della politica.
Noi dobbiamo fare cultura, se vogliamo fare politica.

Molto probabilmente mi sono spiegato male nel formulare la domanda estesa a tutti.

E' la domanda sostanzialmente rivolta a pancho:

Negli ultimi 12 giorni si sono verificati avvenimenti che modificano il quadro politico italiano.

Non conosciamo il tuo punto di vista e COME SE NE VIENE FUORI.



Sul tavolo c'è il caso Landini che propone un nuovo soggetto politico, che inizialmente parte come movimento e che alle spalle ha tutta l'intellighentia di LeG.

Ma che nel tempo è destinato a diventare soggetto politico. La nuova sinistra degli anni 2000.

Il caso Sabelli-Renzi, ripropone l'ultimo tentativo gelliano di assoggettare la magistratura al potere politico, come ai tempi del fascismo. Contravvenendo ai dettami costituzionali che prevedono la separazione del potere esecutivo, da quello legislativo e da quello giudiziario.

Poi c'è il caso di Incalza che ripropone in grande il sistema corruttivo del mondo degli appalti di Stato. Siamo di fronte ad un nuova Tangentopoli che investe anche altri settori della vita pubblica.

Se si vuole sopravvivere come Nazione occorre mettere mano subito con estrema urgenza.

Mentre il governo ed il Parlamento, essendo collusi, stanno mettendo in atto tutto l'ostruzionismo possibile, esattamente come avvenne con i partiti della Prima Repubblica, ad eccezione del M5S, per il momento non coinvolto in questo tipo di traffici.

Infine riappare sulla scena politica il conte Max, che scuote, nel bene o nel male la sinistra cimiteriale dem. Paralizzata per definizione. Andando a ripescare nelle cianfrusaglie della vecchia politica del Pci, ricordando ai morti viventi, che in questi casi non basta abbaiare, ma bisogna anche mordere.

Pier Luigi Bersani, è certamente un gioviale ex ragazzo di campagna, ma la politica romana infestata dalla solita fauna predatrice non fa per lui.

Massimo D'Alema, classe 1949, non si sente ancora pensionato, o meglio rottamato, come pretenderebbe Leopoldo Paràkulos. In più ha il dentino avvelenato nei confronti del PAV, per non averlo piazzato su di una poltrona di prestigio.

Conoscendo il conte Max, farà l'unica cosa che sa fare. La battaglia dietro le quinte.

L'ammucchiatina dei morti viventi se vuole avere qualche opzione temporale di soprravvivere lo deve seguire, se no non avranno futuro perché il rignanese (in omaggio a lucameni1 non cito come di uso comune, "il fiorentino") se li è già bevuti tutti.

E' su questo nuovo quadro socio politico che un forum della sinistra deve dare delle risposte.
Rom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Rom »

camillobenso ha scritto: Molto probabilmente mi sono spiegato male nel formulare la domanda estesa a tutti.
...
E' su questo nuovo quadro socio politico che un forum della sinistra deve dare delle risposte.
No, non ti eri spiegato male. Semmai, leggendoti, avevo inteso che, al di là delle domande che ora ricordi, avevi posto il problema della scarsa partecipazione: ho cercato di capire a cosa può essere dovuta questa scarsa partecipazione.
Non certo può essere dovuta al disinteresse verso la politica, o indifferenza alla situazione che tu descrivi.
Sulla frase che chiude il tuo post non si può che essere d'accordo: quello è lo scopo, o meglio, l'argomento di massima del forum.
Il problema è "come", con quale genere di dialogo, di articolazione, di linguaggio, etc.
Se l'interesse c'è, ma la partecipazione è scarsa, significa che c'è qualche intoppo, qualche malinteso. O no?
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Il quadro socio-politico si è ulteriormente degradato nell'ultimo mese. Siamo ormai di fronte alla realizzazione del sogno Gelliano e tutti stanno zitti e accondiscendono. siamo di nuovo ai fasti corruttivi degni di Tangentopoli e l'unica cosa che viene fatta e far dimettere un ministro insipido mantenendo però intatto il substrato criminoso che c'è dietro.
Da parte mia devo dire che sono alquanto schifato dall'attuale politica e dai discorsi che si ascoltano nei soliti talk show oramai morenti, ho avuto recentemente alcune discussioni roventi con altre persone su argomenti politici e mi sono reso conto di essere diventato intransigente e di non sopportare più ne l'idiozia ne il paraculismo della gente e di cordialmente disprezzare i sostenitori dei partiti che hanno portato l'Italia a questo stato di degrado. Ciò mi spaventa perché una sana discussione non dovrebbe essere distorta in tal modo ma un quarto di secolo aberrante ha lasciato anche in me il segno.

Come se ne esce? Non lo so più ma so solo che l'uscita non sarà ne indolore ne pacifica.
Rom
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Iscritto il: 29/01/2015, 12:46

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Rom »

Maucat ha scritto: Ciò mi spaventa perché una sana discussione non dovrebbe essere distorta in tal modo ma un quarto di secolo aberrante ha lasciato anche in me il segno.
Come se ne esce? Non lo so più ma so solo che l'uscita non sarà ne indolore ne pacifica.
Fermate il mondo, voglio scendere: ve lo ricordate questo titolo, che è anche una splendida metafora?
In realtà i fotogrammi di questo film, lungo vent'anni (ma io direi trenta), propongono ognuno, ogni volta, la stessa domanda: come se ne esce, da questo brutto momento?
E il fotogramma successivo dà la risposta: non se ne esce, ci si rimane dentro, in peggio.
Ma - lo sappiamo bene, tutti - che non c'è niente di straordinario in questo rimanere, perché appunto non si può fermare il mondo, per scendere. Non si può neanche fare rewind, rimettendo le lancette indietro, per riprendere da un punto appena prima che che cominci la discesa.
Non se ne esce, si continua.
Però una cosa possiamo farla, e forse propria a questo serve il brain storming di una comunità che legge, scrive e pensa.
Possiamo rimettere indietro le lancette, per determinare dove e come è cominciato il film, ossia per capire cosa c'è stato di sbagliato: soprattutto, cosa c'è stato di sbagliato che in quel momento sembrava giusto, o almeno non sembrava importante, e che ha fregato tutti.
Ricordo che una volta - in una situazione dove si discuteva di scuola e di didattica - dissi che "i problemi della scuola vanno ricercati fuori dalla scuola, e si risolvono (se si risolvono) fuori dalla scuola".
Credo che lo stesso valga per la politica. Il distacco tra la scena politica e la società è solo, appunto, scenografia: quella che chiamiamo politica è un'astrazione concettuale, ossia il modo di definire a posteriori una serie di fatti e comportamenti, di fenomeni, che non hanno una vera soluzione di continuità con la vita ordinaria, con gesti e atteggiamnti mentali che fanno parte della varia umanità - del resto l'economia, che sembra essere il baricentro della politica, segue leggi e strade sue proprie, che hanno a che fare con la sfera esistenziale del proprio "mercato" di riferimento - e tuttavia qualcuno illustre (non ricordo chi) disse che l'economia è nient'altro che "un argomento di conversazione", intelligente paradosso provocatorio di stampo liberale.

Per esempio, uscire dalla situazione tramite un rinnovamnto a sinistra, o scissioni e nuovi partiti: benissimo.
Ma questo pone una serie di dilemmi e di pensieri: il successo di queste "nuove proposte" dipende dalla loro buona sostanza, ma anche dall'accoglienza da parte dei cittadini, non solo elettorale. Da cosa dipende l'accoglienza? Quali fattori entrano in gioco?
Qui, subito, come si vede, entra in gioco uno dei soggetti della politica che in realtà non è propriamente politica, o lo è in modo talmente fondante da esserne l'involucro che la raccoglie insieme a tutti gli altri fenomeni sociali: entra in gioco il popolo, la società, l'umanità, il tempo - chiamiamolo, questo soggetto, come meglio ci piace. Se per dargli una connotazione più "politicante" lo chiamiamo "elettorato", la sua faccia e la sua anima non cambia.
E poi: posto che le iniziative abbiano successo e siano ben accolte, quali conseguenze avranno? Possiamo concentrarci sulle conseguenze immediate "in scena", ossia sulle altre forze politiche, ma a medio termine (forse anche a breve, ma meno) tutto si riverserà al di fuori della scena politica, ossia si riverserà in tutti i fenomeni e i fattori che a loro volta saranno l'antefatto della politica successiva.

Questo che ho appena accennato fa capire quele sia il mio personale pensiero circa il punto, o meglio la zona, verso la quale fare il rewind delle lancette, cercando il bivio che ci ha portato in questa situazione.
La sinistra, in questi ultimi trent'anni (è importante dire trenta, invece che venti, anche se gli ultimi venti sono stati un'accelerazione) ha dimenticato la società, ossia quello che "sta fuori dalla politica", ma che la determina.
Ha fatto sociologia, ma ritualmente e scegliendo la versione classificatoria della sociologia, rinunciando a quella ideologica e per così dire "filosofica", ossia a quella che "prende posizione" e mette nel conto "quello che non c'è".
Quindi, per uscirne - ossia per rimanere nel film, ma cambiando la sceneggiatura - più che fare la conta di "chi" c'è o non c'è, bisogna capire "cosa" c'è e soprattutto cosa "non c'è".
Con un apparente paradosso volutamente extra-politico, torna buono - Flavio mi capirà meglio di chiunque altro, qui -per l'ennesima volta citare Pasolini: il coraggio di avere un cuore, e gridarlo forte, o averlo in silenzio ma a denti stretti.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
flaviomob
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Iscritto il: 08/01/2015, 0:53

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da flaviomob »

Camillo intravede mutamenti del quadro politico a partire da Landini e da quello che potrebbe nascere intorno al (suo) progetto.

A me, chissà perché, ogni tanto capita di avere un "inizio di" pensiero, partendo dal desiderio di dialogare e di rispondere, ma ancora in fase di maturazione... e poi - tac - trovo uno scritto di Rom che scrive in modo compiuto quello che stavo "iniziando a", oltre a tante altre riflessioni molto più elaborate e articolate. Grandioso. Allora torno al mio proto-pensiero che più o meno è questo: Landini e / o ciò che ci gira intorno potrebbe essere un altro Ingroia o Vendola o Cofferati o... insomma passato il breve "innamoramento" di turno, mutando mutande, finire nello stesso modo. Oppure giocarsela in modo molto diverso, partendo proprio dalla società, dalla solidarietà diretta o comunque molto "local", di base, in buona parte auto-organizzata, ritrovando un'etica che anche a sinistra si va perdendo (o conformando ai peggiori modelli). Di coraggio e cuore il bisogno è enorme e speriamo davvero che qualcuno la lezione di Pasolini l'abbia imparata, o quantomeno capita.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

“Serviva un genio-idiota per “imbonire” la gracilissima “società civile italiana” e distrarre la banale “opinione pubblica” e Renzi è l’attore perfetto.”




Quella generazione che non sa far politica ma che conosce molto bene la politica di poltrone e sofà.
continua

Nel momento in cui si è obbligati ad analizzare il passato ci si rende conto che questa generazione “politica” era priva delle qualità minime per esercitare le responsabilità a cui sono stati demandati. Il Pci, che in parte è stato graziato da Tangentopoli, anche se rinnovato nel nome, Pds, Ds, nel ventennio successivo, invece di riscattarsi ha condotto allo sfascio il Paese, in concorso con l’avversario Silvio Berlusconi.

Oltre al fatto di aver portato allo sfascio anche la sinistra.

Stiamo anche imparando, sotto il profilo socio politico, che gli attori di quella stagione si stanno rinfacciando reciprocamente le colpe per non aver capito cosa stava succedendo.

Eppure il bastone del comando ce l’avevano loro e non ammettevano critiche di sorta.

Anche il tentativo di dare vita al Pd, era fallito solo sei mesi più tardi dopo averlo costituito. Ma quella classe politica non lo ha mai ammesso.

Il potere e la sua gestione gioca brutti scherzi agli esseri umani. Fa perdere loro la lucidità ed il senso della realtà.

I rinfacciamenti tra Chiara Geloni e Matteo Richetti, di ieri sera a Otto e mezzo, inducono a pensare che le due fazioni, quella renziana e quella della sinistra sono completamente incompatibili.
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 015-150599

Soprattutto quando i partiti, per come erano stati concepiti nel dopoguerra, non esistono più. Sostituiti da comitati d’affari per il conseguimento del potere.

La domanda diventa obbligatoria. Ma perché un cittadino dovrebbe tifare per un comitato d’affari che pensa solo ai propri interessi personali.

Cuperlo ha sottolineato a D’Alema :

«Dobbiamo capire quali errori abbiamo fatto nel corso degli anni: se siamo a questo punto è perché c’è stato un deficit di coraggio e ambizione. Questa Europa non è stata capace di aggredire la crisi dal punto di vista dei bisogni delle persone. Se ora la strada è in salita è anche per la timidezza di chi aveva la possibilità di mettere in discussione tutto questo».


E mentre cercano di capire gli errori del passato, non riescono a capire gli errori del presente.

Da un filmato della rassegna stampa della 7, di lunedì 23 marzo, abbiamo appreso che D’Attorre ha dichiarato che l’intenzione della sinistra dem, è quella di riprendersi la guida del Pd al prossimo congresso.

La domanda sorge spontanea: “Ma questi ne capiscono di politica, oppure pensano solo a recuperare le poltrone perdute???”

Ma come possono pensare che anche se dovessero vincere il congresso, Matteo Renzi, che crede di essere diventato l’imperatore della Cina, ebbro di potere, possa tornare con la sua ciurmaglia nello scantinato dove ai piani superiori i rottamati hanno ripreso in mano le redini del comando e si guarderanno bene dal potergli una nuova esperienza del tipo: “#enricostaisereno????

Quei due gruppi di potere non possono convivere sotto le stesse insegne. Non hanno niente in comune, se non la fame di potere e di poltrone.

E poi, passi per gli sbarbatelli come Orfini od Orlando, ma i più anziani si devono per forza ricordare le faide interne delle correnti della vecchia Dc dei tempi andati, che li ha obbligati nel tempo ad associare sempre più partiti per poter governare, arrivando al pentapartito degli ultimi anni. La storia si sta ripetendo.
cielo 70
Messaggi: 522
Iscritto il: 18/03/2012, 10:43

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da cielo 70 »

Non so come se ne esce. Non si è avuto mai un governo guidato da un partito che dovrebbe essere di sinistra ma fa delle politiche di destra, unendosi con quello che resta del pdl e anche con Berlusconi; l'opposizione non si può fare perché la sinistra è dentro lo stesso partito, e alla fine comunque non può tanto discostarsi quando ci sono i voti sulle leggi. In questo modo è alquanto difficile nel breve periodo, in un momento di crisi grave dell'Italia, cambiare la situazione. Poi la sinistra, almeno quella socialista, se la passa male anche negli altri stati europei, quindi neanche si può sperare che questi possano cambiare il quadro internazionale.
flaviomob
Messaggi: 386
Iscritto il: 08/01/2015, 0:53

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da flaviomob »

Come no? Abbiamo avuto Craxi, persino Mussolini era partito dal... partito (socialista)! Dovevano essere di sinistra e hanno fatto politiche di destra.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
Maucat
Messaggi: 1079
Iscritto il: 19/04/2012, 12:04

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Ieri ho visto le prime due puntate di 1992 su Sky e devo dire che "ci azzecca" poco con il ricordo storico che ho degli avvenimenti: troppa fiction e poca storia.
Però una cosa la fa vedere bene: già allora 23 anni fa il PDS era ben inserito nei meccanismi tangentizi e il maggior partito della Sinistra era già lontano dalla gente e interessato solo al potere e a spartirsi una fetta della torta (del resto Berlinguer era morto da anni purtroppo).
Le cose non sono cambiate da allora molti dei corruttori e dei corrotti di allora sono gli stessi di adesso solo che i DS sono diventati un misto fra il PSI di Craxi e la DC mentre FI è sempre rimasta fedele al sistema socialista delle spartizioni.
Come cambiare? Si dovrebbe cambiare l'intera classe politica e dirigente italiana e come si può ragionevolmente fare? Boh!
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Maucat ha scritto:Ieri ho visto le prime due puntate di 1992 su Sky e devo dire che "ci azzecca" poco con il ricordo storico che ho degli avvenimenti: troppa fiction e poca storia.
Però una cosa la fa vedere bene: già allora 23 anni fa il PDS era ben inserito nei meccanismi tangentizi e il maggior partito della Sinistra era già lontano dalla gente e interessato solo al potere e a spartirsi una fetta della torta (del resto Berlinguer era morto da anni purtroppo).
Le cose non sono cambiate da allora molti dei corruttori e dei corrotti di allora sono gli stessi di adesso solo che i DS sono diventati un misto fra il PSI di Craxi e la DC mentre FI è sempre rimasta fedele al sistema socialista delle spartizioni.
Come cambiare? Si dovrebbe cambiare l'intera classe politica e dirigente italiana e come si può ragionevolmente fare? Boh!

Le cose non sono cambiate da allora molti dei corruttori e dei corrotti di allora sono gli stessi di adesso solo che i DS sono diventati un misto fra il PSI di Craxi e la DC mentre FI è sempre rimasta fedele al sistema socialista delle spartizioni.


Se questa osservazione ci fosse stata avanzata da un non simpatizzante del Pci, una quarantina d’anni fa, ci saremmo senz’altro incazzati e tutto sarebbe sfociato in un lite sicura.

Per prima cosa avremmo rivendicato la solita “diversità” del Pci. E poi dietro il solito blà blà.

Da un certo punto di vista, possiamo considerarci fortunati, o sfortunati, a secondo di come osserviamo la vita, per essere testimoni di una realtà che non avremmo mai immaginato.

“Chi va al mulino s’infarina”. Chissà chi ha adattato questo vecchio proverbio italiano alla politica?
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