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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 513
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 10/04/2015, 15:54
da soloo42001
Ciao soloo42001 .Condivido la tua tesi.Però dico u'naltra cosa abbiamo chi può cambiare questo: SI il M5S può cambiare questo paese.LO stesso Grillo si preoccupa delle generazioni future comprese i suoi figli ecc......

Paolo11...

Ho tante persone vicine che hanno la tua stessa illusione.
Io però non ce l'ho.
Grillo non gliene frega una beneamata cippa di noialtri e dei figli.
Il M5S non è in grado di AGIRE POLITICAMENTE.
Inoltre metà delle sue tesi sono scopiazzate pari pari dalle varie destre degli ultimi anni, da Forza Italia alla Lega.

Nei post sopra parlavo di "coalizione sociale" e di proposta politica organica.
Non di rubare gli elettori alla Lega proponendo di bruciare i Rom.

Così sono buono pure io... non ci vuole Grillo.
:lol:

Oggi se uno vuole fare il figo gli basta:
- avere una faccia cupa... meglio se minacciosa
- assumere atteggiamento incazzato con l'interlocutore di turno
- nella discussione interrompere, alzare la voce, andare per le spicce... su qualunque argomento
- in caso di difficoltà bloccare la discussione ponendo domande che non c'entrano un caXXo
fingendo che dalle risposte (qualunque esse siano) dipenda la conferma delle tue tesi
- prendersela con qualcuno non presente, o comunque piu' debole

Io non so farlo.
Grillo, Salvini e forse Landini si.
Ma questo va bene per intortare i merli e portare a casa i consensi di chi non pensa.
Poi però se i consensi li prendi devi AGIRE POLITICAMENTE.
Non continuare a giocare.

Ciao.


soloo42001

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 10/04/2015, 16:57
da camillobenso
Se non si estirpano tutti i mali congeniti (corruzione, malaffare, parassitismo, evasione/elusione fiscale, nepotismo), la società italiana non guarirà mai e avrà ricadute continue fino all'estinzione totale!
Maucat

^^^^

Adesso se ne esce tenendo conto che QUESTI cittadini, persino quelli nominalmente
vicini a "noi di sinistra", persino noi per certi versi, non ragionano più coi loro stessi
valori di una volta.

Soloo42001


^^^^^^^^^

In questo articolo dell’Espresso si nota che nel crollo generale va incluso il crollo culturale del mondo della sinistra.


ROMA TREMA
Mafia Capitale, perché gli intellettuali non se ne sono accorti?
I protagonisti della vita culturale dell'Urbe non hanno notato il male che colpiva la città. E non discutono del problema. Per quale motivo? Bertolucci: la gente si rassegna. I distinguo di Asor Rosa e Camilleri. Veronesi e Comencini: sì, manca un dibattito vero
DI LIRIO ABBATE
10 aprile 2015


Il declino della politica sta trascinando nel baratro una città dove il malaffare è arrivato fino alla sua degenerazione più pericolosa: la mafia. Eppure nella metropoli dove l’intrallazzo è tracimato ben oltre i confini della corruzione, facendosi sistema di potere crimin ale, è difficile aprire un dibattito che affronti le radici del problema. Gli arresti di dicembre e le intercettazioni che hanno messo a nudo come politici di destra e sinistra fossero al servizio di un clan, non hanno scosso le coscienze. E quella definizione di “ mafia Capitale ” coniata dai magistrati sembra già assimilata, come l’astronave del marziano sbarcato a Roma di Ennio Flaiano.

Ma l’alieno di fronte all’indifferenza della città eterna se ne tornava nella sua lontana galassia d’origine, mentre quello svelato dalle indagini è un male che qui ha messo radici. Senza che tanti protagonisti della vita culturale che abitano nell’Urbe lo avessero notato. «Mafia Capitale? Certo che ci credo. La descrizione che emerge è tipicamente di romani», dice il regista Bernardo Bertolucci. «Sono rimasto sconcertato leggendo sui giornali di quello che è accaduto e di ciò che i pm hanno scoperto. Mi ha sconvolto vedere politici coinvolti di cui si poteva dire che erano insospettabili. E il riferimento è ad alcuni uomini del Pd. Purtroppo la consuetudine quotidiana finisce piano piano per togliere drammaticità ai fatti: la gente si abitua e quindi si rassegna».
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Secondo Bertolucci da questa inchiesta si trae una lezione: «Veniva attaccato il sindaco Marino, anche da alcuni del Pd. Poi dall’indagine è emerso che lui era l’unico non corrotto». E conclude con un’osservazione in presa diretta: «Ho una sensazione: c’è tutta una fioritura di bar e attività commerciali fra Trastevere e piazza Campo de Fiori e vedo qualcosa di strano nei gestori. Qualcosa che non riesco bene a decifrare, non so se sia riconducibile a “mafia Capitale”. Perché a Roma le associazioni per delinquere sono tante...».

Tranchant pure la giornalista francese Marcelle Padovaniche vive da oltre quarant’anni a Roma, scrive per il “Nouvel Observateur” ed è autrice di libri con Leonardo Sciascia e Giovanni Falcone: «Non solo è vera mafia ma c’è qualcosa di assolutamente inedito. La criminalità dà sostegno all’impresa, fa da stampella al capitalismo. È a Roma che si è sperimentato il volto nuovo delle mafie e, in questo modo così esplicito (escludendo Napoli e Palermo), non lo avevo mai visto. A Roma “mafia Capitale” non uccide ma aiuta il capitalismo a sopravvivere. Forse il destino del capitalismo è proprio la mafia».

I romani non vedono il sangue e non pensano dunque alla criminalità organizzata? «È probabile. Così si lasciano prendere dal profitto. Trovo che questa sia una delle più belle indagini che abbia mai visto,e sulle mafie ne ho viste parecchie. Viene fuori molto bene come sotto la finta normalità, sotto la coltre di una metropoli che è Capitale del cattolicesimo e Capitale d’Italia, una città in apparenza burocratica e tranquilla, quasi assopita, si stia formando un modello di sopravvivenza del capitale». Padovani avanza una proposta per studiare meglio il fenomeno: «Thomas Piketty (l’economista francese), dovrebbe venire a Roma a studiare il “modello di sviluppo”, il livello di connivenza fra capitale e mafia che esiste qui. Vorrei che venisse per rendersi conto di quanti affari fa qui la mafia».

Gli intellettuali italiani avrebbero potuto analizzare meglio ciò che avviene a Roma? «L’Italia, lo diceva già Sciascia, è un Paese dove il mondo intellettuale non esiste come ceto. In Francia c’è l’intellettuale che si confronta subito con altri intellettuali, e scaturisce subito una reazione, una mobilitazione. C’è un ceto che risponde a un problema sociale. In Italia non esiste questa categoria. A Roma, che è una città un po’ finta, un coacervo di cose contraddittorie, dove i fatti si sovrappongono, come sovrapposti uno sull’altro sono i diversi strati sociali, il mondo intellettuale è inesistente».

A rendere invisibile questa mafia che non spara ma fa business è proprio una «carenza culturale», dice Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre. Per lui il punto di partenza è che «a Roma non c’è mai stato nessuno, intellettuale, storico o cattedratico che abbia detto che c’era la mafia. Ma per far comprendere meglio agli studenti come cambiano le organizzazioni criminali dico che occorre mettere gli occhiali con le giuste lenti. L’ottica che serve è la cultura: se non si conosce il problema non lo si potrà mai individuare e sconfiggere».

Per Alberto Asor Rosa il problema della mafia a Roma «è emerso, come accade ormai spesso, per merito dell’autorità giudiziaria. Gli altri sembra che non sapessero nulla». E la cultura che fa? «In Italia non si apre più un dibattito su niente. Perché avrebbe dovuto aprirsi proprio sulla decadenza romana? Si potrebbe dire lo stesso per qualsiasi altro avvenimento che accade o è accaduto in Italia negli ultimi dieci anni. C’è stato dibattito sulla corruzione del mondo politico rappresentata - non esclusivamente ma in maniera somma - da Silvio Berlusconi? No. O sulla politica come partecipazione? No. Questo significa che le forze intellettuali che una volta promuovevano o perlomeno partecipavano alle discussioni sono estenuate e impotenti».

E poi aggiunge: «Non so se definire mafia questa fenomenologia serva più a chiarire o a confondere le cose. Secondo me un po’ le confonde. Qualsiasi organizzazione criminale è mafia? Non credo. C’è la mafia che è una cosa storica ben individuata che sopravvive e agisce ancora, e la criminalità di nuovo stampo che ha le sue forme di presenza e organizzazione. A Roma la mafia c’è, ha i locali, e i ristoranti. È differente dalla banda della Magliana rappresentata efficacemente da De Cataldo in “Romanzo Criminale”, quella era costituita da dilettanti: da poveri proletari o para proletari che si arrangiavano con i loro metodi ammazzando la gente. Qui siamo a un livello superiore». E conclude: «Io sono romano, e a Roma, come spesso si sente dire, le cose si aggiustano sempre, e questo è un guaio».

Chi parte dalla descrizione della mafia siciliana vecchio stampo per arrivare a quella della Capitale è Andrea Camilleri. «La mia sincera opinione è innanzitutto che per capire bene il fenomeno occorrerebbe chiarire cosa si intende per mafia. Fino a prova contraria è un’organizzazione a cupola che si dirama in un territorio, per cui un episodio avvenuto per esempio a Siracusa è riconducibile ad altri avvenuti a Palermo, ad Agrigento o a Caltanissetta. Con ciò intendo dire che la mafia è una struttura centripeta. Ritengo invece che gli episodi che accadono in Italia, troppo spesso vengono etichettati come mafiosi mentre in realtà non lo sono. Quello che è avvenuto con il Mose a Venezia non è riconducibile a quello che è avvenuto all’Expo di Milano, non sono due ramificazioni di un unico tronco. Sono due cose completamente diverse, e quindi parlare di mafia è sbagliato. Credo che sia assai più giusto parlare di singole o molteplici associazioni per delinquere non connesse tra di loro, come avviene invece per la mafia». Camilleri puntualizza: «Ora che queste associazioni abbiano mutuato comportamenti mafiosi, ma attenzione non fino all’omicidio, è probabilmente inevitabile. A mio parere si tratta di “etichettare” allo stesso modo episodi di corruzione, di malaffare, di concussione, cioè tutti reati che portano beneficio non a un’unica organizzazione come la mafia, ma a singoli gruppi, a diverse associazioni per delinquere».

E la cultura che può fare contro la mafia? «Per me il compito di un intellettuale è proprio quello di comportarsi correttamente come cittadino. La riforma deve essere radicale e deve modificare la psicologia, la coscienza dei cittadini. Credo inoltre che l’eccesso di rimbombo mediatico finisca per creare una specie di rigetto». Dopo quello che è emerso dalle inchieste ci si attendeva forse una maggiore indignazione da parte dei romani... «Vivere a Roma, oltre a essere certamente un privilegio estetico, è un esercizio di indignazione quotidiana. Crede che gente abituata a uscire ogni giorno di casa mettendosi addosso una corazza per sopravvivere non avesse già chiaro che al governo della città ci fossero degli incompetenti e, assai più spesso, dei delinquenti?».

Chi fa riferimento alla solitudine del pensiero, alla mancanza del dialogo è Francesca Comencini. «Non c’è più quel dibattito vivace che poteva esserci un tempo. Ognuno è chiuso nel proprio individualismo. Non c’è più l’abitudine di riunirsi per poter esprimere ciò che si pensa. Non lo si fa forse perché sono spariti i salotti letterari veri, quelli di un tempo». Oppure non si vuole affrontare il problema della mafia a Roma? «Potrebbe essere un’ipotesi. È anche vero che manca proprio il contesto, non ti vengono nemmeno a cercare. Eppure le possibilità, i luoghi ci sarebbero, dalle piazze alle librerie. Forse esiste qualcuno che ci prova, nel suo piccolo».

Manca un dibattito vero, concreto. Lo fa notare lo scrittoreSandro Veronesi, che sottolinea la gravità della pervasività delle mafie, ma vuole distinguere. Spiega per esempio che Salvatore Buzzi, accusato di essere il complice di Massimo Carminati, «ha creato lavoro con le cooperative», sia pure attraverso appalti pilotati. «Il silenzio su tutto quanto sta accadendo a Roma è certo deleterio. Ma oggi chi ha il carisma o il potere di chiamare all’appello le persone perché si confrontino su qualcosa? L’unico è il Papa che su argomenti come la mafia e la corruzione ha detto come la pensa».

Lo storico Giovanni Sabbatucci ritiene che «mafia Capitale abbia rivelato una realtà di malaffare e corruzione diffusa», ma poi aggiunge che «sia stata forse sopravvalutata». Perché secondo Sabbatucci «la mafia in quanto tale forse non dovrebbe essere evocata in questioni di ordinario malaffare come questa, che comunque colpisce per diffusione, vastità, e spessore criminale. Il mio è un parere da semplice lettore di giornali, che guarda a quello che accade al Sud. Lì si verificano episodi sanguinosi, non solo truffaldini. Non voglio certo dire che quelli romani siano ordinari imbrogli. È qualcosa di più grave anche perché accade a Roma, e si sono verificati in ambienti che avremmo pensato meno esposti. È stata scoperta una politica che si mette nelle mani di personaggi che travalicano ogni schieramento. Una storia brutta, impressionante e sgradevole». Una mafia nuova, che la cultura finora ha saputo vedere, analizzare e denunciare poco e male .


• MAFIA CAPITALE
© Riproduzione riservata10 aprile 2015


http://espresso.repubblica.it/plus/arti ... i-1.207624

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 10/04/2015, 18:29
da paolo11
Ciao camillobenso.Infatti mani pulite come dicevano i magistrati di allora,Siamo appena alla punta dell'aisberg.
Per questo motivo voto il M5S .Solo loro possono non guardare in faccia nessuno sia nella pubblica amministrazione eccc...non essendo contaminati dentro le istituzioni.Se avessero fatto un patto con Bersani quella volta ora cosa sarebbe il M5S.Gia l'ignoranza della popolazione dicono sono tutti uguali se fossero informati non direbbero questo.
Di destra estrema ve ne sono molti nel Veneto giovani e anziani.
Caso Tribunale di Milano.Fino ad ora imprenditori si suicidavano.Ora non vorrei che non avendo niente da perdere comincino
a far fuori magistrati ecccc... e magari qualche politico.Se era uno Isis quanti morti avrebbe fatto!
Ciao
Paolo11

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 10/04/2015, 19:30
da soloo42001
Se avessero fatto un patto con Bersani quella volta ora cosa sarebbe il M5S.
Ma quale "contaminazione".

Oggi M5S sarebbe un partito del 30%.
Avrebbe governato benino (dando la colpa al PD per ogni cosa).
Governando (insieme a PD e SEL) avrebbe impedito tutta una serie di porcherie.
Legiferando (insieme a PD e SEL) avrebbe portato a casa una buona parte dei punti del programma M5S, simili per molti aspetti a Italia Bene Comune.

Ma non è successo.
Perchè in realtà a Grillo e Casaleggio non gliene frega nulla.


soloo42001

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 10/04/2015, 20:17
da camillobenso
Per questo non mi illudo che l'ennesimo partitino "specializzato", magari nella "guerra ai ricchi
e alle banche" possa aggregare chissà quali consensi.

soloo42001


Se la mission fosse questa, rispetto allo stato dell’arte, allora hai ragione tu, non avrebbe senso.

Ma noi siamo di fronte a problematiche infinitamente più grandi. Hai già fatto un accenno sopra, sul fatto che devono essere affrontate pressoché contemporaneamente nei limiti dell’umano.


Come ho già fatto presente, sul forum abbiamo bisogno della collaborazione di Rodotà & Co.

Perché dobbiamo tenere conto che dietro Landini, ci stanno le teste pensanti di LeG (Libertà e Giustizia). A mio avviso hanno scelto Landini, per vari motivi. Perché per il momento è uno dei pochissimi di sinistra. Perché è aggressivo e saprebbe reggere il confronto diretto con Renzi, con Salvini, con Grillo. Solo che culturalmente deve essere supportato. Perché è relativamente giovane. Perché, in via teorica, non dovrebbe essere coinvolto in pastrocchi come i politici e i sindacalisti attuali.

Noi sul forum siamo allenati da anni a trattare problemi in generale. È per questo che Coalizione sociale deve utilizzare un forum per svilupparsi. E noi siamo pronti ad ospitarli.

Per contro, caro soloo42001, il futuro nostro e loro potrebbe diventare:
Ed ecco perchè ho domandato e ri-domando: la "coalizione sociale" è in grado di proporre
qualcosa per risolvere parassitismo e sprechi inauditi della PA, sicurezza, ecc.?

Se la risposta è "no, quelli sono argomenti di destra", allora non perdiamo tempo.
Siamo già fottuti. Andiamocene al mare e godiamoci la vita finchè dura.



soloo42001

Goderci la vita finché dura con questo stato dell’arte è solo una benevola metafora.



I VASI COMUNICANTI.

Con amici e conoscenti ho l’abitudine di scambiare opinioni in ogni occasione d’incontro. La conoscenza che tra le varie cose deriva dal forum la comunico a loro, e quanto mi raccontano della loro esperienza ed informazione mi serve per confrontarmi sul forum. Alla fine del confronto, dato che quanto emerge è sempre negativo, anche se nessuno intende essere pessimista per partito preso, non posso che rivolgere loro la fatidica domanda: COME SE NE VIENE FUORI?

L’ho fatto anche nel tardo pomeriggio, ma le risposte da tempo sono tutte all’unisono. Da questa situazione non se ne viene più fuori.


Molti in questa valle di lacrime si muovono affidandosi alla speranza.

A mio avviso non si può fare affidamento su qualcosa di generico, ma su qualcosa che perlomeno potrebbe concretizzarsi.

Quindi, prima di soccombere definitivamente davanti al destino, vale la pena provare a far crescere “Coalizione sociale” gettando in campo la nostra esperienza personale e per alcuni di noi l’esperienza di 13 anni di forum a partire dallo storico Ulivo.it.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 11/04/2015, 0:01
da soloo42001
Quindi, prima di soccombere definitivamente davanti al destino, vale la pena provare a far crescere “Coalizione sociale” gettando in campo la nostra esperienza personale e per alcuni di noi l’esperienza di 13 anni di forum a partire dallo storico Ulivo.it.
Non dico mica che dobbiamo "soccombere".
Non ci penso proprio, come minimo si vende cara la pelle.

Per farlo, però, bisogna attrezzarsi.
"Coalizione sociale" per ora è solo un'idea di Landini.
Programmi organici non ne vedo, a parte un po' di revanshismo sindacalista.
Aree politiche organizzate dietro neanche, questa di LeG la sapevo ma... quanto vale LeG?
Landini è "tosto" a sufficienza? Forse. Ma politicamente mi sembra povero come Renzi/Grillo/Salvini... e tuttavia se milioni si affidano a dei cialtroni, perchè dovremmo farci lo scrupolo noi?
Rodotà, dici... un popolo di mignottari velinari evasori e di bruti ridotti alla fame si mette a sentire Rodotà?

Però questa del forum non la capisco.
Davvero si pensa di "agganciare" le teste di "coalizione sociale" e indurle a visitarci per un dialogo costruttivo?

Se è così ben venga... ma la vedo alquanto improbabile.


soloo42001

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 11/04/2015, 9:43
da cielo 70
camillobenso ha scritto:Caro Paolo,

avevamo intuito che le cose fossero andate come le ha descritte Di Pietro ieri sera.

Gia Berlinguer diceva certe cose dei partiti.Lo stesso lo ha detto Di Pietro ieri da Santoro delle Coop lo si sapeva gia a quel tempo.Ma non si poteva condannare anche il PCI oltre la DC Sarebbe stato il caos totale.Allora si è chiuso un occhio.


Condivido il fatto che condannare anche il Pci all’epoca avrebbe aperto l’Italia al caos totale, con ipotesi di tutti i tipi.

In sostanza la magistratura ha scelto il male minore, il Pci, in quanto meno corrotto di Dc, Psi & confratelli.
Nel 1992 sono stati inquisiti e arrestati anche alcuni del Pds. Poi non credo che in quel partito si rubasse come nella Dc e Psi. Un po' per la diversità e anche perché non hanno governato. Tant'è vero che le regioni rosse, anche del centro, erano più efficienti delle altre. Ritengo che le ruberie siano aumentate più tardi quando sono venuti i giovani leoni.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 11/04/2015, 12:29
da iospero
soloo42001
No. Non lo credo.

Perchè i problemi di questo Paese non derivano SOLO dalle banche.
Non è SOLO un problema di ricchi contro poveri.
Non lo è mai stato.

A QUEL problema, ricchi contro poveri, se ne aggiungono N altri
che rendono la matassa inestricabile:
- corruzione
- irresponsabilità
- parassitismo

Ad esempio del mio post tu ti sei concentrato sul problema del debito finanziario.
Derivando da quel problema un presunto stato di guerra ricchi contro poveri.
Ciao soloo,
io non credo che con la proposta fatta da Renzi di arrivare ad azzerare il contante ci porti in una situazione tale da risolvere tutti i problemi di questo mondo, innanzitutto non si tratta per niente di un problema ricchi contro poveri , ma di creare una condizione in cui i lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, professionisti, piccoli imprenditori non potranno più ragionare pensando solo al proprio rendiconto personale, non potranno più fare il nero e arrangiarsi , ma dovranno unirsi a tutti gli altri lavoratori dipendenti e pretendere dallo Stato un ritorno in servizi e abbassamento delle tasse a scapito
dei cosìdetti poteri forti (banche, finanziarie, superburocrati, politici, multinazionali).
Ciò sarà possibile ? io lo spero.
Comunque con l'azzeramento del contante ( mi sembra che sarebbe una prima in assoluto nella storia moderna)
- la corruzione dovrebbe diminuire dell'80%
- le mafie si troverebbero in grave difficoltà
- e altro che ho già elencato altrove

Alla domanda : Come e dove prendere i consensi ?
non credi che la maggior parte dei lavoratori autonomi , oggi di centrodestra, dovrebbero cambiare la loro collocazione nello scenario politico ?
Gli interessi di tutti i lavoratori non sarebbero finalmente contrapposti a quelli della speculazione ?

Se così non fosse mi si dovrebbe spiegare che cosa significa LA COALIZIONE SOCIALE DEI LAVORATORI
.
E a quel punto ecco che spuntano movimenti "specializzati", che aggregano il consenso
sulla base del nemico preferibile.

Quelli della secessione che se la pigliano coi terun..
A quel punto che senso avrebbero movimenti specializzati contro un qualcosa, quando diventerebbe chiaro a tutti che l'avversario non è tra noi , ma sopra di noi

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 11/04/2015, 13:17
da paolo11
cielo 70 ha scritto:
camillobenso ha scritto:Caro Paolo,

avevamo intuito che le cose fossero andate come le ha descritte Di Pietro ieri sera.

Gia Berlinguer diceva certe cose dei partiti.Lo stesso lo ha detto Di Pietro ieri da Santoro delle Coop lo si sapeva gia a quel tempo.Ma non si poteva condannare anche il PCI oltre la DC Sarebbe stato il caos totale.Allora si è chiuso un occhio.


Condivido il fatto che condannare anche il Pci all’epoca avrebbe aperto l’Italia al caos totale, con ipotesi di tutti i tipi.

In sostanza la magistratura ha scelto il male minore, il Pci, in quanto meno corrotto di Dc, Psi & confratelli.
Nel 1992 sono stati inquisiti e arrestati anche alcuni del Pds. Poi non credo che in quel partito si rubasse come nella Dc e Psi. Un po' per la diversità e anche perché non hanno governato. Tant'è vero che le regioni rosse, anche del centro, erano più efficienti delle altre. Ritengo che le ruberie siano aumentate più tardi quando sono venuti i giovani leoni.
-----------
Ciao celo.Guarda che le coop sia rosse che bianche avevano da allora gli appalti delle opere piu grandi.
Arrivando poi al caso Parmalat tirato in ballo da Grillo.Venivano pagati tutti i partiti in base alla forza politica che avevano
Ciao
Paolo11

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 11/04/2015, 13:28
da paolo11
Ciao soloo42001.Questo è il tuo parere legittimo.
Intanto mi tocca ripetere le cose che vi ho mandato varie volte i filmati.Bersani non voleva sia lui che il suo partito un governo assieme al M5S Ti è chiara questa cosa.Oppure ti riporto il filmato di Bersani.Voleva solamente una stampella per appoggiarsi.Sono felice che non si sia fatto nulla quella volta.Con tutti quelli scandali che sono usciti fino ad ora è stato meglio così.Poi sono alternativi ai partiti tradizionali,almeno abbiamo una opposizione ora.Vedi solo loro si sono ridotti lo stipendio le auto blu ecc....Invece i partiti tradizionali ci tencono allo stipendio intero.Loro invece aiutano le piccole imprese.
Intanto è gia salito al 20%M5S
Ciao
Paolo11