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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 516
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 19/04/2015, 14:44
da camillobenso
TU PASSERAI PER IL CAMINO(BIRKENAU-1941), E TU ANNEGHERAI NEL CANALE DI SICILIA (MEDITERRANEO-2015).


Settantaquattro anni passati inutilmente. Nostra signora l’indifferenza è presente ancora oggi come allora. Non c’è nessuna differenza tra i polacchi attorno a Birkenau che sapevano cosa rappresentava il fumo che usciva dai camini del campo di sterminio e gli italiani ed europei che assistono indifferenti allo sterminio che avviene nel Canale di Sicilia.





Immigrazione, nuovo naufragio: “Strage nel Canale di Sicilia, si temono 700 morti”

Cronaca
Un peschereccio, stracolmo di persone, si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile dirottato nella zona ha recuperato solo 49 superstiti. La nave era in difficoltà e aveva lanciato l'allarme. Quando hanno visto arrivare i soccorsi però i migranti si sono spostati tutti su un lato dell'imbarcazione facendola ribaltare. Carlotta Sami portavoce dell'Unhcr parla di "ecatombe mai vista"
di F. Q. | 19 aprile 2015 COMMENTI


Quando hanno visto arrivare i soccorsi i migranti, che erano a bordo di un peschereccio in difficoltà di navigazione, si sono spostati tutti su un lato dell’imbarcazione facendola capovolgere. Ma i soccorritori sarebbero riusciti a portare in salvo solo 28 dei quasi 700 passeggeri che erano a bordo.

Questa la cronaca ancora parziale del nuovo naufragio nel Canale di Sicilia. Secondo l’agenzia Ansa questa nuova tragedia del mare potrebbe essere una ecatombe perché “si temono circa 700 vittime“: la più grave tragedia avvenuta nel Mediterraneo.


Tutto è avvenuto a circa 60 miglia a nord della Libia. Sul posto sono state dirottate diverse barche: una ventina di cadaveri sono già stati recuperati. Lo scorso febbraio la cronaca aveva dovuto registrare la morte di 300 migranti, mentre nell’ottobre del 2013 le vittime erano state 339. I testimoni parlano di “un migliaio di persone” a bordo del barcone. Carlotta Sami portavoce dell’Unhcr parla di “ecatombe mai vista“.

Il premier Matteo Renzi sta rientrando a Roma. Era Mantova per l’apertura della campagna elettorale del Pd. Anche Malta partecipa ai soccorsi. Il premier Joseph Muscat: “Stanno letteralmente cercando di trovare persone in vita tra i morti galleggianti in acqua”.

Peschereccio aveva lanciato allarme
Dal peschereccio – secondo le prime informazioni – era stata lanciata ieri una richiesta di aiuto al centro nazionale soccorso della Guardia Costiera poiché era stato riferito che l’imbarcazione era in difficoltà. La sala operativa del Comando generale delle Capitanerie di porto ha dirottato un mercantile portoghese. L’equipaggio della King Jacob però ha visto il peschereccio capovolgersi.

Sono iniziate frenetiche operazioni di soccorso che hanno consentito di recuperare 49 persone finite in mare. È verosimile che, alla vista del mercantile, i migranti si siano portati tutti su un lato del peschereccio, facendolo ribaltare. Nella zona sono stati dirottati numerosi altri mezzi che sono ora impegnati nelle ricerche di eventuali altri superstiti. All’operazione, coordinata dal centro nazionale soccorsi della Guardia Costiera, partecipano unità navali e aeree della stessa Guardia costiera, mercantili che sono stati dirottati in zona, e inoltre mezzi aerei e navali della Marina militare e della Guardia di finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex.

I pescatori di Mazara del Vallo in soccorso

“Nonostante le enormi difficoltà e la vicenda ancora fresca del tentato sequestro di un peschereccio, la marineria di Mazara del Vallo mostra la propria generosità: cinque barche in attività di pesca sono state precettate dalla Marina militare; hanno tirato a bordo le reti per partecipare alle operazioni di soccorso dei naufraghi nel Canale di Sicilia – dice Giovanni Tumbiolo, del Dipartimento della pesca Cesvop di Mazara del Vallo -. Lo Stato, che legittimamente chiede aiuto ai nostri pescatori sappia che a Mazara del Vallo c’erano 500 pescherecci e ora la flotta ne conta un quinto. Giustissimo salvare le vite in mare, ma vanno salvate anche le famiglie di chi dal mare aveva un proprio reddito e oggi è alla fame”.

Carlotta Sami (Unhcr): “Ecatombe mai vista”
“Contro le tragedie di immigrati in mare serve un’operazione Mare Nostrum europea. La chiediamo da oltre un anno e non c’è stata risposta” dichiara Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, intervistata da SkyTg24. “Se il bilancio di questa ennesima tragedia sarà confermato il bilancio dei morti nel Mediterraneo negli ultimi dieci giorni arriverà a oltre mille persone.

Quella di oggi è una tragedia di proporzioni enormi, una ecatombe mai vista nel Mediterraneo che conferma la necessità di un intervento europeo che metta in campo mezzi adeguati di soccorso”. Dalla Libia , ha ribadito Sami “partono barconi pieni all’inverosimile” e quando questi lanciano la richiesta di aiuto “i mezzi delle Capitanerie di porto italiane impiegano troppo tempo per raggiungerli”. “Siamo sconvolti perché negli ultimi due giorni abbiamo visto capitare dei fatti di una efferatezza mai vista finora. C’è stato un salto di crudeltà da parte dei trafficanti”.


Nell’ultima settimana arrivate 1500 persone, 950 morti da inizio anno
Negli ultimi giorni era stato costante l’esodo dei migranti dalla Libia, un flusso continuo interrotto soltanto dalla conta dei morti e dai racconti delle sofferenze e delle violenze che i sopravvissuti hanno dovuto subire sull’altra sponda del Mediterraneo: nell’ultima settimana ne sono arrivati undicimila, oltre 1.500 al giorno. E almeno altri 950, secondo l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, sono invece finiti in fondo al mare.

Vittime dei naufragi dall’inizio dell’anno a cui dovranno aggiungersi questi nuovi morti. Quattrocento sarebbero deceduti nel naufragio del 14 aprile: “Quelli che erano nella stiva – ha raccontato un sopravvissuto all’Arci – volevano salire per vedere le navi dei soccorritori ma il movimento ha fatto ondulare la nave per due volte e alla terza si è capovolta. È stata una tragedia”. Tre giorni anche l’ultimo orrore: migranti cristiani gettati in mare da compagni musulmani.

Struttura di accoglienza al collasso
L’enorme afflusso di uomini, donne e bambini, sta mettendo a dura prova l’intero sistema d’accoglienza. Le strutture siciliane sono al collasso, da Lampedusa a Pozzallo dove, dice Medici senza frontiere, “la situazione è drammatica”. E in attesa che si trovi una soluzione, proprio dalla Sicilia continuano ad arrivare testimonianze choc. L’ultima da Lampedusa, dove l’altra notte sono sbarcati 89 tra eritrei e somali. Almeno 25 di loro, tra cui un bimbo di 6 mesi, avevano ustioni sul corpo. Dalle testimonianze dei sopravvissuti è stato ricostruito quanto accaduto: cinque giorni fa è esplosa una bombola in un casolare a Zuwarah, in Libia, dove i migranti erano in attesa di partire. Cinque sono morti sul colpo, mentre un sesto, una donna, è morta durante il viaggio verso l’Italia. “Non abbiamo ricevuto cure, ma soltanto qualche benda – hanno raccontato i migranti – tre giorni dopo l’esplosione ci hanno costretti a partire nonostante alcuni fossero in gravi condizioni”.

L’impotenza dell’Europa: “No abbiamo fondi né il sostegno politico”
Sul fronte immigrazione la situazione “è grave e peggiorerà nelle prossime settimane e mesi” ma “dobbiamo essere franchi, la Commissione europea non può fare da sola; non abbiamo la bacchetta magica”, perché “non abbiamo i fondi né il sostegno politico” per lanciare operazioni europee di salvataggio. Questa era stata l’ammissione solo pochi giorni fa della portavoce del commissario per l’Immigrazione Dimitri Avramopoulos, che la settimana prossima sarà in Italia per incontrare il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... i/1604101/

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 19/04/2015, 15:51
da camillobenso
In un momento molto delicato come questo diventa più che interessante conoscere il pensiero in merito dei nostri compatrioti, nello sfogatoio dei commenti di IFQ.


La vox populi



Beppe A. • 35 minuti fa
l'importante, è che siamo tutti Charlie Hebdo... a seconda dei casi, a seconda del livello di ipocrisia.
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ChaosManor • 43 minuti fa
È assolutamente pazzesco, settecento persone avranno pagato, secondo le stime correnti, 700 * 5000 = 3.500.000 euro, in pratica ciascuno di loro avrebbe potuto comprare dieci biglietti di un traghetto in prima classe extra lusso, 500 euro per una tratta che ne costa, si e no, cento, per dieci volte consecutive.
Non è che ci stanno prendendo per i fondelli?
Il fratello di uno che conosco è arrivato in italia, dal senegal, spendendo quattro soldi, in aereo. Cosa impedisce agli altri senegalesi di fare altrettanto?

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AA • un'ora fa
Basterebbe fermarli in Libia per salvargli la vita...

... ma poi i nostri cari politici come ci lucrano sopra?
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ChaosManor • un'ora fa
È tristissimo, non posso neanche pensare alle lacrime e alla disperazione di buzzi e carminati...
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 19/04/2015, 16:01
da camillobenso
lupus • un'ora fa
PASSI (mica tanto)
il job act, il tradimento della nostra sovranità, la creazione di milioni di poveri sempre più poveri, la corrottocrazia "rappresentativa", la metà dei giovani allo sbando, gli odori che vengono dal p(anti)d, le balle inutili e dannose di leopoldo, ecc.ecc.
Passi (a fatica) tutto questo.
Ma veramente, dopo quello che è successo a 700 nostri simili, vogliamo continuare a "delegare", a patto che stasera mi si faccia vedere la partita?
No, almeno diciamocelo, così evitiamo di illuderci in una riappropriazione della dignità che ci siamo fatti rubare dai nostri "delegati" nazionali e della dannata europa.

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Roberto Altiri lupus • un'ora fa
D'accordo. A parte un punto: "PASSI (mica tanto) il job act, il tradimento della nostra sovranità, la creazione di milioni di poveri [...] Passi (a fatica)".
No, non passi per niente.

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lupus Roberto Altiri • un'ora fa
Hai otto volte ragione.
penso però, che se stanassimo i criminali responsabili di queste stragi, vere e proprie stragi, molto probabilmente, spazzeremmo via anche i sociopatici che stanno cancellando la civiltà.
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ChaosManor • un'ora fa
Mi piacerebbe tanto sapere se qualcuno, potendo impedire queste morti, non le abbia, invece, predeterminate.
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Roberto Altiri ChaosManor • un'ora fa
Per quanto possa sembrare orribile.tuitto è possibile. E quello che mi fa paura, è di riuscire a pensare che sia possibile. Ma, purtroppo,quello che vedo negli ultimi tempi mi autorizza farlo.
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Marco Giunio Bruto • un'ora fa
Il governo italiano non risolve mai nessun problema, al massimo lo aggrava, l'importante però è farlo all'insegna del politicamente corretto, se volesse veramente fermare le morti in capo ad un mese con un servizio di salvataggio navale che riporta tutti i salvati in Libia il flusso si azzererebbe e così i morti, ma purtroppo portandoli in italia rendono.
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 19/04/2015, 18:11
da cielo 70
camillobenso ha scritto: L’impotenza dell’Europa: “No abbiamo fondi né il sostegno politico”
Sul fronte immigrazione la situazione “è grave e peggiorerà nelle prossime settimane e mesi” ma “dobbiamo essere franchi, la Commissione europea non può fare da sola; non abbiamo la bacchetta magica”, perché “non abbiamo i fondi né il sostegno politico” per lanciare operazioni europee di salvataggio. Questa era stata l’ammissione solo pochi giorni fa della portavoce del commissario per l’Immigrazione Dimitri Avramopoulos, che la settimana prossima sarà in Italia per incontrare il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... i/1604101/
L'Europa è stata costruita solo dal lato della moneta unica e delle regole stupide. I soldi della Bce invece di andare alle istituzioni pubbliche, e quindi anche per fronteggiare queste urgenze, vanno alle banche.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/04/2015, 2:22
da camillobenso
INVASION





Naufragio nel Canale di Sicilia, “strage più grave del dopoguerra”

Cronaca
Nell'ottobre del 2013 il naufragio vicino Lampedusa registrò 366 morti e 20 dispersi. La tragedia con il bilancio più pesante tra quelle accertate - perché molte ne hanno avuti imprecisati - era la cosiddetta strage della notte di Natale del 1996: in un tragico tentativo di sbarco al largo di Capo Passero, persero la vita 283 clandestini tra pakistani indiani e cingalesi Tamil
di F. Q. | 19 aprile 2015 COMMENTI



Il naufragio di oggi a 60 miglia a nord della Libia, in cui si ipotizza abbiano perso la vita 700 migranti, sarebbe così la strage più grave dal dopoguerra che si è verificata nel Canale di Sicilia, peggiore anche della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che fece 366 morti e 20 dispersi.


Lo scorso febbraio i morti erano stati oltre 200 e i dispersi 100.


Prima di queste ultime, la tragedia più nefasta tra quelle accertate – perché molte nel Canale di Sicilia hanno avuto un bilancio di vittime rimasto imprecisato – era la cosiddetta strage della notte di Natale del 1996: in un tragico tentativo di sbarco al largo di Capo Passero, persero la vita 283 clandestini tra pakistani indiani e cingalesi Tamil.


Erano stipati su un mercantile che trasportava circa 450 immigrati. Il cargo si fermò tra Malta e la Sicilia, in attesa dell’arrivo di un’imbarcazione più piccola sulla quale trasbordare i migranti che dovevano raggiungere le coste siracusane.

I disastri legati nel mar Mediterraneo negli ultimi 20 anni
Il 7 marzo 2002: più di 50 curdi scompaiono in un naufragio vicino alle coste siciliane, il 20 giugno 2003 50 persone muoiono e 159 scompaiono nell’affondamento di un barcone di fronte alla costa tunisina, il 31 marzo 2009: almeno 214 migranti scompaiono in un naufragio nelle acque libiche, il 14 marzo 2011: tra 40 e 60 persone muoiono quando il barcone su cui viaggiano si capovolge al largo della Tunisia, tra il 22 e il 27 marzo 2011: due imbarcazioni scompaiono mentre tentano di raggiungere le coste italiane, vi viaggiavano 335 e 160 persone, il 29 e 30 marzo 2011: secondo il quotidiano britannico The Guardian, 61 migranti muoiono quando le unità europee e della Nato ignorano le richieste di soccorso.

La Nato nega il fatto, il 6 aprile 2011: 250 persone scompaiono quando il barcone su cui si trovano si ribalta al largo dell’isola di Lampedusa, si salvano circa 50; il 6 maggio 2011: una imbarcazione sovraccarica affonda al largo della Libia, vi si trovano 600 persone di cui se ne salvano soltanto 130, il 2 giugno 2011: tra 200 e 270 persone scompaiono al largo della costa tunisina, mentre tentano di fuggire dal conflitto in Libia.

Il 9 luglio 2012: 54 migranti muoiono per disidratazione nel viaggio dalla Libia verso l’Italia, il 3 ottobre 2013: 360 persone muoiono nel naufragio del barcone con cui viaggiano verso Lampedusa; l’11 ottobre 2013: 50 morti per il ribaltamento di un gommone al largo di Lampedusa; l’11 maggio 2014: i cadaveri di almeno 40 migranti sono recuperati di fronte alla cittadina libica di al-Garbuli, in Libia, il 2 luglio 2014: 75 migranti scompaiono mentre tentano di raggiungere le coste italiane; il 24 settembre 2014: la Marina italiana scopre i cadaveri di 18 migranti in un gommone alla deriva a sud di Lampedusa; il 26 agosto 2014: la Marina italiana trova 24 cadaveri a sud della costa dell’isola di Lampedusa, il 31 agosto 2014: la Guardia costiera tunisina recupera i corpi senza vita di 41 persone annegate vicino alla costa di Ben Guerdan, il 5 dicembre 2014: la Guardia costiera italiana recupera i cadaveri di 18 migranti in un gommone su cui si viaggiavano 76 persone, nel canale di Sicilia; l’11 febbraio 2015: almeno 300 migranti partiti dalla Libia muoiono nel canale di Sicilia, 29 di loro per ipotermia, gli altri per naufragi, il 13 aprile 2015: 400 migranti scompaiono nel naufragio di una imbarcazione di fronte alla Libia.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... a/1604278/

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/04/2015, 13:20
da paolo11
Chi ha visto la trasmissione della Gabbia.Immigrati ospitati in alberghi a 4 stelle, poi si lamentavano di non avere nelle camere Internet, dicevano che in Sicilia avevano internet.Allora diciamo che questi non sono poveracci.I poveracci rimangono nel proprio paese, magari prendono in mano le armi.Bisogna ringraziare Gli USA di tutto questo.
La democrazia non si esporta con le armi.La democrazia la conquista il popolo stesso.
Invece hanno destabilizzato varie Nazioni, portando il caos ovunque.Ora ci troviamo in questa situazione.
Ciao
Paolo11

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/04/2015, 13:39
da camillobenso
INVASION





TRAGEDIA IN MARE
Strage di migranti, salme a Malta
I pm: «Un milione pronti a partire»

La stima della procura di Palermo sul numero di migranti in arrivo. Renzi: «Non agiremo sull’emotività ma bisogna estirpare il problema a partire dalla Libia»
di Redazione Online


Articolo + video


http://www.corriere.it/cronache/15_apri ... 5407.shtml

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/04/2015, 14:33
da camillobenso
INVASION





Tg7- Ore 14,19


Informazione Onu.

S.O.S. Lanciato da imbarcazione al largo della Libia con a bordo 300 migranti.


Titolo sulla hp del Corriere:

ECATOMBE NEL MEDITERRANEO

«Un milione pronti a partire dalla Libia»
Strage in mare, salme a Malta|I superstiti
«Eravamo in 950, molti chiusi in stiva»
Naufragio a Rodi, si temono molte vittime



Pittibimbo, pensava che governare equivaleva a giocare con i Lego, e prendersi gli applausi.

Adesso è costretto ad ad affrontare la realtà.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/04/2015, 15:15
da Maucat
paolo11 ha scritto:Chi ha visto la trasmissione della Gabbia.Immigrati ospitati in alberghi a 4 stelle, poi si lamentavano di non avere nelle camere Internet, dicevano che in Sicilia avevano internet.Allora diciamo che questi non sono poveracci.I poveracci rimangono nel proprio paese, magari prendono in mano le armi.Bisogna ringraziare Gli USA di tutto questo.
La democrazia non si esporta con le armi.La democrazia la conquista il popolo stesso.
Invece hanno destabilizzato varie Nazioni, portando il caos ovunque.Ora ci troviamo in questa situazione.
Ciao
Paolo11
Infatti, inoltre si deve tener presente che gli USA la democrazia non ce l'hanno più neanche a casa loro figurati cosa possono esportare.
Adesso la situazione fra le due sponde del Mediterraneo è drammatica e, vista la situazione geopolitica attuale, senza possibili soluzioni pacifiche e umanitarie.
L'Europa del Sud non può reggere un urto migratorio di tale portata con il rischio che contenga anche un'infiltrazione di militanti dell'ISIS e quindi sarà necessario "chiudere" la porta del Mediterraneo senza se e senza ma. Gli interventi umanitari potranno arrivare direttamente in Africa in quei posti dove la situazione geopolitica lo consente negli altri sarebbe solo fare un regalo al "Califfato".
Invece di creare una nuova guerra fredda con la Russia e a eliminare chiunque venda il petrolio non in Dollari, gli USA (e i loro burattini della NATO) avrebbero fatto meglio a trovare un accordo con Putin per risolvere il problema dei "Musulmani" violenti anche a scapito si far arrabbiare Israele.
Ora la situazione è talmente incancrenita che il naturale sbocco sembra solo quello vaticinato dai falchi di Washington: la 3° Guerra Mondiale, così si risolve la crisi economica, si risolve la crisi di sovrapopolazione, così si eliminano tutti i nemici esterni e soprattutto interni scomodi... 8-)

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 20/04/2015, 16:53
da paolo11
Infatti negli USA è tornato il razzismo verso quelli di colore.Vedi uccisioni da parte dei poliziotti.
Noi non dobbiamo neache metterci piede il Libia.
Omar al Mukhtar, credente e stratega
Angelo Del Boca

Padre della patria per i libici, pendaglio da forca per il fascismo, sconosciuto per l'Italia di oggi.

Quando Omar al Mukhtar assume nel 1923, per delega di Mohamed Idris, capo della Senussia, la guida della resistenza anti-italiana in Cirenaica, ha già 63 anni e alle spalle una intera esistenza spesa ad insegnare il Corano nella moschea di Zawihat al Gsur, un villaggio agricolo tra Barce e Maraua. Il generale Graziani, che finirà per batterlo, ricorrendo ad ogni mezzo, così lo descrive: «Di statura media, piuttosto tarchiato, con capelli, barba e baffi bianchi, Omar al Mukhtar era dotato di intelligenza pronta e vivace; era colto in materia religiosa, palesava carattere energico ed irruente, disinteressato ed intransigente; infine, era rimasto molto religioso e povero, sebbene fosse stato uno dei personaggi più rilevanti della Senussia».

Per essere stato delineato dall'avversario che lo porterà al patibolo, il ritratto è sorprendentemente fedele e positivo, concorda con il ritratto che altri hanno tracciato di lui. Ma c'è una dote di Omar che Graziani sottace ed è il suo genio militare, che forse eguaglia o supera quello del guerrigliero somalo Mohammed ben Abdalla Hassan, più noto come il Mad Mullah.

Omar al Mukhtar, infatti, non è soltanto uno splendido esempio di fede religiosa, di vita semplice ed integerrima. È anche il costruttore di quella perfetta organizzazione politico-militare che gli italiani riusciranno a frantumare soltanto alla fine di un decennio di lotte e utilizzando mezzi assolutamente straordinari.

Con appena 2-3 mila uomini, ma in certi periodi anche soltanto con mille, Omar riesce a tener testa a 20 mila uomini, dotati dei mezzi più moderni ed efficienti, riforniti con larghezza e protetti dall'aviazione. Quasi sempre all'offensiva - lo testimoniano i 53 combattimenti e i 210 scontri che si succedono nel decennio - Omar colpisce, poi si ritira e svanisce nel nulla, creando nell'avversario, che ricerca invano una battaglia risolutiva, rabbia e un senso di frustrazione.

Nella conduzione della spietata guerra per bande, Omar è favorito dalla natura impervia dei territori in cui opera e dal sostegno incondizionato delle popolazioni del Gebel Akhdar che lo riforniscono di uomini, armi, cibo e denaro. Si aggiunga che ad Omar giungono regolarmente e in abbondanza aiuti di ogni genere dal vicino e compiacente Egitto, dove hanno trovato rifugio e protezione l'emiro Mohamed Idris ed altri capi della resistenza all'Italia.

Quando, all'inizio del 1930, il regime fascista affida al generale Graziani, che già ha sottomesso la Tripolitania e il Fezzan, il compito di liquidare la resistenza in Cirenaica, il generale sa perfettamente che non riuscirà a sconfiggere Omar al Mukhtar adottando soltanto gli strumenti militari reperibili in colonia. Per vincere Omar è necessario fargli il vuoto intorno, prosciugare le sue casse, tagliare le sue linee di rifornimento con l'Egitto. D'intesa con il governatore generale della Libia, maresciallo Badoglio, e con il ministro delle colonie, Emilio De Bono, il generale Graziani organizza una serie di operazioni tese al soffocamento della ribellione.

Con la chiusura delle 49 zavie della confraternita religiosa senussita e la confisca dei suoi ingenti beni (centinaia di case e 70 mila ettari della miglior terra), Graziani toglie a Omar uno dei sostegni economici più rilevanti. Con la mossa successiva, quella di trasferire parte delle popolazioni del Gebel Akhdar verso la costa, Graziani confida di poter bloccare il continuo reclutamento di guerriglieri. Presto si accorge che quest'ultima operazione non fornisce i risultati sperati. Allora ricorre ad un estremo rimedio: quello di trasferire l'intera popolazione delle regioni montane e della Marmarica lontano dalla zona delle operazioni, per togliere alla ribellione ogni residuo sostegno.

Il trasferimento, che si compie con indicibili sofferenze fra il luglio e il dicembre del 1930, riguarda oltre 100 mila libici, che vengono confinati in tredici campi di concentramento nel sud bengasino e nella Sirtica, regioni notoriamente fra le meno ospitali, dove i reclusi saranno falcidiati dal tifo petecchiale, dalla dissenteria bacillare, dalla fame e dalla quotidiana razione di botte. A guerra finita, su 100 mila confinati, 40 mila non torneranno più alle loro case.

I conti con la storia

Per tagliare infine i rifornimenti dall'Egitto, Graziani fa costruire una barriera di filo spinato, larga alcuni metri e lunga 270 chilometri, dal porto di Bardia all'oasi di Giarabub. Nell'estate del 1931, mentre viene sigillata ermeticamente la frontiera con l'Egitto, Graziani è ormai convinto che Omar finirà per cadere nella trappola. E in effetti il capo della guerriglia si trova a mal partito. Gli sono rimasti soltanto 700 uomini, poche munizioni e pochissimi viveri.

Con i suoi audaci cavalieri riesce a mettere a segno ancora qualche colpo, ma l'11 settembre, avvistato dall'aviazione, viene circondato da forze soverchianti nella piana di Got-Illfù. Omar cerca ancora di portare in salvo il suo squadrone ordinandone il frazionamento. E infatti gran parte dei suoi uomini si salva. Ma lui viene colpito da una fucilata al braccio e subito gli uccidono il cavallo.

Per Omar al Mukhtar è finita. Tradotto a Bengasi con il cacciatorpediniere "Orsini", il 15 settembre lo processano nel salone del Palazzo Littorio. Il processo è soltanto una tragica farsa destinata a rendere legale un assassinio. Mussolini ha già deciso per la pena capitale. Alla lettura della sentenza, che lo condanna all'impiccagione, Omar al Mukhtar non si scompone, dice: «Da Dio siamo venuti e a Dio dobbiamo tornare». L'indomani, carico di catene, il settantenne Omar sale sul patibolo.

Raggiunta l'indipendenza nel 1951, la Libia di re Idris e poi quella di Muammar al Gheddafi riconoscono il ruolo di primissimo piano di Omar e gli dedicano vie e piazze, monumenti e un mausoleo a Bengasi. Nel 1979 il presidente Gheddafi stanzia 50 miliardi per realizzare, con la regia di Moustapha Akkad, un film sulle imprese di Omar, che si intitola Il Leone del deserto. Interpretato da Anthony Quinn, che si cala nel personaggio con estrema bravura, il lungometraggio a colori viene proiettato nel 1982 in tutto il mondo. Salvo che in Italia, dove ancora oggi non è entrato nella normale distribuzione, perch‚ «lesivo dell'onore dell'esercito italiano».

Il lungo e incredibile ostracismo contro il film di Akkad si inserisce in una più vasta e subdola campagna di mistificazione e di disinformazione, che tende a conservare della nostra recente storia coloniale una visione romantica, mitica, radiosa. Cioè assolutamente falsa.

L'esecuzione

Sono le 9 del mattino del 16 settembre 1931. Intorno alla forca eretta nel piazzale del campo di concentramento di Soluch, in Cirenaica, sono assiepati oltre 20 mila libici, fatti affluire da Bengasi, da Benina e dai lager della Sirtica. Sono qui per imparare che la giustizia fascista è severa, spietata, inesorabile. Sono qui per assistere all'impiccagione di Omar al Mukhtar, un capo leggendario che, per dieci anni, ha dato del filo da torcere agli eserciti di quattro governatori italiani.

Quando il vecchio Omar, avvolto in un baracano bianco, viene fatto salire sul patibolo, il silenzio nel campo si fa totale. Ostacolato dalle catene e tormentato dalla ferita al braccio ricevuta nell'ultimo combattimento, il vicario della Senussia muove a stento i passi, tanto che debbono aiutarlo a salire i gradini del palco. Mentre gli sistemano il cappio intorno al collo, guarda per l'ultima volta la folla silenziosa, che trattiene a fatica il dolore e la rabbia. Poi, con un calcio allo sgabello, gli spezzano il collo.

Con Omar al Mukhtar finisce anche la ribellione libica, cominciata vent'anni prima. Ma non finisce la leggenda di Omar, che anzi cresce con gli anni, sino a diventare un insostituibile punto di riferimento per chi aspira all'indipendenza della Libia.
Ciao
Paolo11