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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 518
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 21/04/2015, 18:09
da erding
Caro soloo,
sono un credente anch'io e... ho perso anch'io due volte.
Per vedere rovina e miseria, credo che non c'è da aspettare la caduta certificata,
stiamo già pagando prezzi altissimi.
Penso che sia urgente trovare forme per un nuovo patto sociale.

"Utopia Razionale
Qual è il vero fine della crescita economica oggi?
Perché dobbiamo crescere forzosamente se quella crescita è dovuta alle guerre, all'acquisto di prodotti
appositamente realizzati per guastarsi allo scadere della garanzia, oppure ad un aumento del consumo
dei combustibili fossili? Che senso ha questo imperativo categorico economico se per metterlo in atto
uccidiamo altri esseri umani, sfruttiamo i nostri simili con una moderna forma di schiavitù lavorativa e
arriviamo addirittura a compromettere l'ambiente che ci circonda, peggiorando la nostra stessa salute?

Cosa ce ne facciamo della crescita economica se non si traduce in un maggior tempo libero per vivere la vita,
in una diminuzione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'inquinamento ambientale,
o in un seppur minimo incremento di felicità per tutti? No, lo sviluppo non può essere dettato dalle esigenze
di profitto del libero mercato; in particolare la crescita non può essere "libera", ma dovrebbe essere indirizzata
razionalmente verso il nobile fine del benessere collettivo, senza avere paura di decrescere laddove sia necessario.
Come ci ricorda l'ex presidente dell'Uruguay José Mujica: «Lo sviluppo non può essere contrario alla felicità»,
ma neanche la decrescita, aggiungo. Così come c'è crescita e crescita, c'è modo e modo di decrescere.
Possiamo farlo stupidamente perpetuando le dinamiche economiche attuali, il che significherebbe crisi e
povertà in abbondanza; oppure possiamo scegliere di decrescere dopo aver modificato le ridicole logiche
del modello capitalistico, iniziando finalmente a volgere lo sguardo all'efficienza, alla sostenibilità ambientale
ed alla felicità di tutti gli esseri viventi, invece che al profitto di un'élite miope, egoista e parassitaria."

(Mirco Mariucci)
Aforisma tratto da: "Deserto solitario. Una stagione nei territori selvaggi",
di Edward Abbey, traduzione di Mannino G., Muzzio, 1993.

Sarà anche un'utopia ma ...è bello!

un saluto

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 21/04/2015, 19:59
da camillobenso
La definizione di Wikipedia del Comunismo:

Comunismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Il comunismo, termine derivato da Comune, a sua volta derivato[1] dal latino commūnis (comune, pubblico, che appartiene a tutti, ma anche neutrale, imparziale, equilibrato), anch'esso di molteplice significato, è un insieme di idee economiche, sociali e politiche, accomunate dalla prospettiva di una stratificazione sociale egualitaria, che presuppone la comunanza dei mezzi di produzione e l'organizzazione collettiva del lavoro, spesso affiancando a questi fondamenti anche opzioni internazionaliste.
Tra i comunisti vi è una notevole varietà di interpretazioni, per lo più, ma non solo, da parte di marxisti, anarchici, cristiani e utopisti con le relative correnti novecentesche, dai trotzkisti, leninisti e maoisti nel marxismo, gli anarco comunisti tra i libertari, gli anarchici cristiani,comunisti cristiani e teologi della liberazione tra i credenti religiosi, con frequenti sfumature e commistioni tra i vari indirizzi di pensiero.
Derive dal comunismo in senso proprio sono avvenute in molti contesti, alcune delle quali hanno portato a stati con sistemi societari di stampo opposto alle basilari ideologie comuniste, quindi a matrice autoritaria anziché egualitaria a dispetto del nome, o nazionaliste in contrapposizione alle fondamenta dello stesso marxismo, quindi differenti e non classificabili come comunisti. Gli esempi spaziano dallo stalinismo totalitario alle derive verso l'economia di mercato dei paesi post maoisti con nuovi e sempre più acuti squilibri economici e sociali.


^^^^^^


Il comunismo eletto a sistema è un’utopia. Per poter praticare il comunismo come sistema all’interno di una società, è necessario che il livello culturale di quella società sia elevatissimo. Anche l’intelligenza media deve essere elevatissima. Da qui si vede che in questa fase storica siamo lontanissimi dal conseguimento di questi parametri. Questa società ha sviluppato quella parte del cervello che presiede allo sviluppo tecnologico. I risultati ottenuti sono più che evidenti. Nessuno li può negare.

Ma altrettanto non è avvenuto per la parte del cervello che presiede alla vita sociale. Siamo fermi all’età delle caverne.

La componente animale è dominante anche se dotati di intelligenza che alla fine peggiora certi atti umani, perché gli animali alcune oscenità che fa l’animale uomo, non le pratica. Siamo gli animali più feroci.

Marx, Engels, sono stati i maggiori teorici del comunismo. Bakunin è stato uno dei fondatori.

Possibile che non si sono resi conto di come sono fatti gli essere umani?

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 21/04/2015, 20:07
da paolo11
soloo42001 ha scritto:
paolo11 ha scritto:Diciamo che ha vinto il capitalismo delle multinazionali con l'apporto delle Banche
Ciao
Paolo11

Hai dimenticato Bilderberg, i savi di Sion, le scie chimiche e il complotto demoplutogiudaico.

Stare coi piedi per terra mai, eh?
Capire che al vuoto politico di una comunità (che accumula debito e mancato sviluppo)
corrisponde inevitabilmente lo strapotere del più forte (che ti presta il debito e impone
il proprio modello di sviluppo) è troppo.

Meglio cercare un falso nemico cui sputare addosso la propria frustrazione.
Ma la radice del problema, trovarla e troncarla, con l'aiuto di altri se serve, questo mai.



soloo42001
Ciao soloo42001.Hai dimenticato Bilderberg.Hai perfettamente ragione me lo sono scordato.
Ciao
paolo11

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 24/04/2015, 21:34
da camillobenso
MA PERCHE' DEVE ESSERE UN COMICO A SOSTENERE L'OPPOSIZIONE IN ITALIA??????????????


Lo sta facendo in questo momento Maurizio Crozza sulla 7 a "Crozza nel Paese delle Meraviglie"


Appena disponibile la replica sarà mia premura pubblicarlo in questo 3D.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 25/04/2015, 7:58
da camillobenso
camillobenso ha scritto:MA PERCHE' DEVE ESSERE UN COMICO A SOSTENERE L'OPPOSIZIONE IN ITALIA??????????????


Lo sta facendo in questo momento Maurizio Crozza sulla 7 a "Crozza nel Paese delle Meraviglie"


Appena disponibile la replica sarà mia premura pubblicarlo in questo 3D.
http://www.la7.it/crozza/rivedila7/croz ... 015-153178

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 26/04/2015, 14:26
da camillobenso
COME SE NE VIENE FUORI da questo campo di prigionia di cui siamo tutti prigionieri?

Chi ha molto denaro si può permettere di assumere tutti coloro che hanno la conoscenza nella manipolazione dei cervelli.



Carpeoro: pensiero magico, così il potere ci tiene prigionieri
Scritto il 26/4/15 • LIBRE nella Categoria: idee



La manipolazione è una diretta conseguenza del potere: non c’è potere senza manipolazione. Ognuno fa quello che vogliono altri, perché è manipolato.

L’errore che molti di noi commettono è quello di soffermarsi sulla manipolazione di cui ci accorgiamo, senza capire come nasce il potere. Se non si capisce come funziona il potere, non si può decodificare la manipolazione, che del potere è figlia.

Nel libro “Dominio”, Francesco Saba Sardi spiega che il potere nasce quando l’uomo abbandona il nomadismo. L’uomo che non ha bisogno di conquistare, gestire, governare, coltivare e sfruttare la terra non ha neanche bisogno del potere.


Quel bisogno nasce quando qualcuno diventa propritario di un territorio. E quel territorio lo governa, lo gestisce, lo difende, lo sfrutta economicamente. E come nasce, il potere? Per un passaggio obbligato: la guerra. Devo fare una guerra per conquistare un territorio, per difenderlo, per conservarlo. Prendermi la terra significa che devo fare la guerra. Per poi coltivarla e sfruttarla, questa terra, che diventa sempre più grande (non posso coltivarmela la solo), devo avere dei servi. E per avere dei servi devo aveve una religione. Alla fine, tutto questo, secondo Saba Sardi, si chiama “dominio”.Il dominio è il rapporto tra la terra, la guerra e la religione: alla fine, configurano il potere. E’ chiaro che, per sfruttare gli altri, li devo manipolare: perché mai una persona non manipolata dovrebbe farsi sfruttare da me? Questo meccanismo si chiama pensiero magico. Nel momento in cui io sono uno che conosce, io sono un “magister”. La radice “Mg”, in sanscrito, significa “conoscere”. Nel momento io cui io conosco, per espandere il mio essere e accrescere la mia consapevolezza, io sono un “magister”; nel momento in cui utilizzo questa mia conoscenza non per l’essere ma per il potere, e quindi per cambiare il comportamento degli altri, allora io sono “magus”. Si passa dal “magister” al “magus”: il “magus” è l’elemento che caratterizza il potere, e quindi è l’elemento che manipola. E’ il “magus”, il pensiero magico, la fonte della manipolazione. Il pensiero magico stabilisce un’area all’interno della quale non valgono le regole vere, quelle dell’universo; valgono le regole del “magus”, e quel territorio si chiama “cerchio magico”. Il mago faceva un gesto, tracciava un cerchio, e all’interno di quel cerchio non valevano più le regole del mondo, valevano le regole per cui aveva ragione lui, essendo lui lo strumento del potere – che poteva essere sacerdotale, regale o di qualunque altra natura.Noi siamo talmente contaminati e impressi di pensiero magico che ne viviamo fin dalla prima infanzia. Non diciamo a nostro figlio “non fare questa cosa perché è sbagliata”, gli diciamo “non farla perché viene l’Uomo Nero”. Quello è pensiero magico, perché stabiliamo una regola diversa da quella della natura: nella natura non esiste, l’Uomo Nero. Sembra una cosa piccola, ma poi ci segna. Tutti quanti scegliamo le vie magiche: il Superenalotto che ci cambia la vita, la grande vincita, la fortuna, la sfortuna. Tutti quanti preferiamo disegnare itinerari che ci mettono in condizione di essere all’interno di cerchi magici, dove poi siamo manipolati: chi pone le regole di quel cerchio ci fa fare quello che vuole lui, senza che neanche ce ne accorgiamo. Il tonno Rio Mare, “così tenero che si taglia con un grissino”, ha dietro un’operazione magica: trasformare un difetto in una qualità. E’ magia. Un tonno non può essere tenero; se è tenero, è perché lo fanno con le frattaglie pressate. Ma è “così tenero che si taglia con un grissino”, e voi infatti lo comprate. Sono le manipolazioni della pubblicità, e sono operazioni magiche: io vi costringo ad accettare non le regole della natura, che imporrebbero di capire cos’è un tonno, ma le mie regole.Quando una certa ditta ha voluto vendere un famoso biscotto, ha detto: sono biscotti che potete comprare perché non c’è l’acido tartarico. Nessuno vi spiega che in nessun biscotto c’è l’acido tartarico. Perché dovrebbe essere una qualità? Avete mai visto vostra nonna che fa i biscotti con l’acido tartarico? Eppure, passa per una qualità. L’operazione magica non è fondata su una realtà; è fondata sulla manipolazione del soggetto passivo, che vede come realtà una cosa che realtà non è. Tecnicamente si chiama: stabilire un dogma. Significa farvi vedere le cose in modo diverso, anche rispetto alla loro effettiva connotazione. Quando la Chiesa disegna l’Immacolata Concezione – la Madonna, vergine nonostante abbia concepito – fa un’operazione magica, perché non vi porta in realtà sul vero problema. Da un punto di vista medico, sappiamo che per una donna è possibile concepire rimanendo vergine; la cosa veramente difficile è rimanere vergini dopo avere partorito. Ma non c’è l’Immacolato Parto. Neanche la Chiesa arriva a mettersi in contrapposizione con regole assolute, per cui rimane il mistero: la Madonna è rimasta vergine anche dopo aver partorito? Questo, tra i dogmi della Chiesa non c’è.Il dogma non è credere in qualcosa, è non poter discutere di qualcosa, e non accettare che ne discutano nemmeno gli altri. Nel momento in cui le Chiese sono diventate potere, hanno imposto un meccanismo dogmatico anche a chi non lo voleva. C’è gente che è finita sul rogo, per questo. In Europa, sono morte bruciate 600.000 streghe in trecento anni. Quando l’uomo possiede una fede, trattasi di religione; quando una fede possiede l’uomo, trattasi di setta. Una persona che ha una fede è libera, una persona che ha un dogma no, non è libera. Non è la religione a operare la manipolazione, ma la struttura. Non c’è scritto da nessuna parte che una Chiesa debba essere una struttura, che debba avere un tesoro, degli amministratori, dei beni, debba essere uno Stato, debba avere le Guardie Svizzere. Maometto aveva vietato all’Islam di diventare una Chiesa, aveva vietato di avere gli Imam. Gesù Cristo da nessuna parte ha detto che doveva nascere una Chiesa strutturata. Le strutture, se nascono, nascono per il potere, non per la fede. Alla fede non servono le strutture. Le cose buone le fanno gli fanno gli uomini, gli esseri umani, non le strutture. Le strutture – si chiamino massoneria, Chiesa, Stato – possono fare solo cose negative.Sono le strutture a manipolare, e voi trovate mille manipolazioni di questo tipo. Il Credo è una preghiera che nasce da un’operazione politica. Concilio di Nicea, 300 e rotti dopo Cristo, grande scontro tra eresia ariana e versione ortodossa: l’eresia ariana diceva che Gesù Cristo era un uomo, la Chiesa regolare diceva che Cristo era figlio di Dio, quindi era Dio. Siccome i due vescovi che dovevano mettere a posto questo complicato problema erano compagni di merende – si chiamavano Eusebio di Nicomedia e Eusebio di Cesarea – fanno un compromesso: voi oggi recitate una preghiera che è frutto di un compromesso. “Credo in Gesù Cristo, generato, non creato”. Gli uomini generano, Dio crea. Quindi, uomo: generato, non creato. E poi aggiungono: “Della stessa sostanza del padre”, ma non specificano il padre. Cioè fanno un’operazione in base alla quale ognuno può scegliere l’interpretazione più favorevole a sé. Nessuno ve la spiega così, quella preghiera. Ve la fanno dire automaticamente, perché il dogma è importante. Come l’Auditel, che in realtà è fondato su una convenzione.Ci sono 150 persone, in tutta Italia, che hanno una macchinetta che rivela i programmi che vedono. Il primo problema è statistico: uno mangia quattro polli, un altro non ne mangia nessuno, quindi ne mangiano due a testa. Così funziona la statistica. E poi: com’è gestita, questa cosa? Chi dovrebbe essere controllato in realtà controlla se stesso. Perché, chi sono i soci dell’Auditel? Le concessionarie. E’ come per le banche. Chi le controlla? I banchieri. In Italia chi controlla i magistrati? Altri magistrati. Da noi funziona tutto così. Il controllore dovrebbe essere avulso da ciò che deve controllare: in Italia, invece, il contollore controlla se stesso – per regola. Mentana, che sa benissimo cos’è l’Auditel, non fa nulla per l’Auditel, perché sa che molte cose sono concordate a monte. E sa anche di avere una professionalità, una simpatia, un appeal che gli consentono di evitare che gli vengano attribuite brutte figure. Il problema è: stabilire a quale cerchio magico risponde qualunque tipo di operazione. Perché nella nostra società non esiste nessuna operazione – di informazione, di finanza, di politica – che non risponda a un pensiero magico.Al pensiero magico si contrappone il pensiero simbolico, quello che ti spinge a chiederti “perché”. Il pensiero magico, che è funzionale a una società consumistica, ti spinge a chiederti solo “come”, non perché. Il perché è superato, non te lo devi chiedere. Tutti devono solo chiedersi come. Nessuno si deve chiedere perché comprare qualcosa, ma solo come comprarlo, come sbattersi per mettere insieme i soldi per comprare il modello nuovo sei mesi dopo, e così via. Nei meccanismi di manipolazione, il primo obiettivo è impedire alla gente di chiedersi perché. La manipolazione avviene perché quel gradino ve lo fanno saltare. Voi vi chiedete solo come, non perché. Ed è fondamentale, nel pensiero magico: non ti devi chiedere perché diventare ricco, ma come diventarlo. Non ti devi chiedere perché una donna si dovrebbe innamorare di te: al mago, tu chiedi come una donna si possa innamorare di te. Quel perché lo dovresti chiedere a te stesso, non al mago.L’uomo diventerebbe libero, se non ci fosse il pensiero magico, perché farebbe le domande a se stesso. Col pensiero magico non è libero, perché è costretto a fare le domande al mago. Immaginando la magia, siamo ancora legati al tipo col cappello a cono e le stelline, ma la magia è sofisticata. Bin Laden è l’Uomo Nero. Noi disegnamo scenari in base ai quali, per interi decenni, pensiamo che tutto il problema sia legato a una persona. Ci hanno spiegato che il problema dell’Italia era Sindona, poi Sindona è sparito ma i problemi sono rimasti. Poi ci hanno detto che era Gelli, ma – via Gelli – i problemi son rimasti. Poi Craxi, idem. Ma perché? Perché noi siamo costretti a immaginare la logica dell’Uomo Nero, che applichiamo dall’inizio. E’ connaturata in noi, col modo in cui abbiamo costruito questa società, che è costruita sul pensiero magico.La nostra società è costruita sul mito secondo cui qualsiasi cittadino americano possa diventare presidente degli Stati Uniti. Ma anche fosse, perché un americano dovrebbe voler fare il presidente? Sarebbe felice? Sulla libertà, abbiamo costruito un dogma del piffero. La libertà non è poter fare tutto quello che vuoi. La libertà è sapere quello che veramente vuoi. Potete pensare una donna meno libera di una che voglia diventare madre? Sicuramente, dopo che fa dei figli, una donna può sembrare meno libera. Ma non è vero che sia meno libera, se l’ha scelto lei. In una democrazia si può essere meno liberi che in una monarchia. Il problema è a monte, ma non si risolve col dogma. Va risolto a livello individuale: sta nel chiedere il perché a stessi, e non il come al mago. Noi concepiamo una società dove calpestare i nostri diritti è normale, è fisiologico, perché siamo permeati di pensiero magico.Prima di combattere gli effetti, esaminiamo le cause. La manipolazione non nasce come un fungo in un prato, è il frutto di una costruzione di società: qualcuno decide che può stare meglio se gli altri stanno peggio. Ma nemmeno nel potere c’è libertà. La libertà è nell’essere, nella realizzazione di se stessi, nei modi e coi tempi di ciascuno.Abbiamo costruito una società del pensiero magico, basata sulla velocità: se una cosa la capisci dopo, sei ritardato. Ma siamo sicuri che capire subito sia un valore? Siamo certi che chi capisce dopo non capisca meglio? Il nostro concetto di tempo non è legato a cose che abbiamo deciso noi, sono altri che hanno deciso che dobbiamo fare in fretta. E questo, perché noi non dobbiamo avere tempo per pensare, per scegliere. Sono meccanismi assolutamente magici. La prima cosa che ci dev’essere sottratta è il tempo. La seconda è la linearità del desiderio. Nei supermercati, a mezzogiorno diffondono profumo di pane per stimolarci a comprare di più. Fa tutto parte del pensiero magico: stabilisco il cerchio, che è la mia area commerciale, decido che tu devi comprare più roba e quindi utilizzo il meccanismo di manipolazione, che è l’odore del pane. Dobbiamo conoscere, non esistono scorciatoie: può cose uno conosce, più è in grado di capire all’interno di quali cerchi magici si trova, come ne può uscire e come può evitare di entrarne in altri. Ma la conoscenza ha bisogno di tempo. E noi quanto tempo dedichiamo a conoscere?Internet può essere una fonte di conoscenza, ma richiede tempo (e ce ne sottrae) perché ormai è diventato talmente vasto da essere dispersivo. In più, Internet elimina la conoscenza casuale. Se da Napoli vai a Milano in auto, Bologna la vedi. Se ci vai in aereo, te la perdi. Voglio il passo del Paradiso dove si parla dell’aquila? Digito, e mi compare direttamente quel passo. Senza Internet, no: te la devi leggere, la Divina Commedia. E intanto che leggi, conosci. Non bisogna fare di niente un valore assoluto. Via i paraocchi: tutto, interpretato in chiave assoluta, ci preclude delle possibilità. Se Internet ci preclude la possibilità di leggere la Divina Commedia, allora non va bene. Ognuno di noi, tanti anni fa, teneva un diario, che conservava per anni. Avete mai provato a scoprire su Facebook cos’avete scritto un anno fa? In pratica, il sistema vi si blocca: pensate a cosa vi toglie, tutto questo. Poi, per conoscere, la seconda cosa che conta, oltre al tempo, qual è? La memoria. Senza memoria non si conosce nulla. Per conoscere, archiviamo dati che poi colleghiamo. Se non archiviamo, non possiamo collegare. Cosa ci ha tolto Facebook? La memoria. Senza accesso al passato, non posso rileggere i fatti oggi ed evitare di commettere gli stessi errori di ieri.Facebook è una delle conseguenze dell’11 Settembre. Doveva essere una mega-progetto della Cia per schedare tutti gli americani. Ma costava un sacco di soldi, perché bisognava raccogliere i dati. Al che, un cervello della Cia si è alzato e ha detto: “Ma perché i dati li dobbiamo raccogliere noi? Facciamoceli dare”. E hanno risparmiato non so quanti miliardi di dollari. Hanno trovato un nazistello, Zuckerberg, a cui hanno intestato la cosa e gli hanno detto “fai i quattrini”, e hanno schedato tutto il mondo. Perché spendere miliardi per quei dati? Meglio se faccio in modo che i dati vengano a me. E’ un pensiero magico, no? Il ricercatore è il “magister”, quello a cui piovono le cose nel piatto è il “magus”. Questa società deve vendere: è basata su una produzione posticcia, esigenze posticce, un mercato posticcio. Una società normale, agricola, rurale, non mangiava carne ogni giorno: McDonald’s sarebbe fallito. Ma anche i vegani sono schiavi del pensiero magico: disegnano quello che non si può fare (tutto il mondo che diventa vegano) anziché quello che si può fare (consumi gradualmente più responsabili).Chi pensa a soluzioni radicali esprime il pensiero magico: nessuna soluzione può essere radicale, in un cerchio diverso dal cerchio magico. Il radicalismo porta a rimanere dove si è. Se invece usciamo dal recinto, di giorno in giorno possiamo porci degli obbiettivi raggiungibili. Se di ogni cosa che facciamo ci chiediamo il perché, possiamo evitare di essere vittima di un cerchio magico. E’ successo anche alla massoneria, quando ha accettato di diventare un organismo unico e centralizzato. Un progetto di potere: pensiero magico. Non sono gli uomini che fanno progetti di potere. E’ il potere che fa progetti di uomini. Il potere è un meccanismo, non è identificabile con la persona. Nel momento in cui la società è vocata al potere, al pensiero magico, questa società – indipendentemente da Sindona, Gelli o Totò Riina – va avanti così. E’ lo schema, che si riproduce, non le persone. Puoi arrestare Provenzano, ma poi ti ritrovi Messina Denaro: la regola vale per la mafia, per la politica, per la religione, per tutte le aggregazioni umane. Ed è una società che può peggiorare. Ve l’immaginate, cent’anni fa, un camorrista che seppellisce scorie tossiche dove gioca il figlio?Nonostante la scelta di essere delinquente, un mafioso non avrebbe mai potuto seppellire scorie nucleari dove giocano i figli. Adesso invece è immaginabile. Perché le scelte di potere sono solo peggiorative, non sono mai un’evoluzione positiva. Il massone del ‘700 è comunque meglio del massone di adesso. Perché il potere peggiora, corrompe. Abbatte valori, limiti, paletti, confini. Questa riflessione, oggi, è l’unico atto rivoluzionario che possiamo fare. La vera rivoluzione che possiamo fare è minare il sistema consumistico dalle sue radici, e le sue radici sono il potere. Nella misura in cui riusciamo a sottrarci al potere – al potere che ci vuol far comprare, al potere che ci toglie il tempo e non ci fa pensare – noi facciamo un’operazione realmente rivoluzionaria, dove non c’è bisogno di spargere del sangue. C’è bisogno però di faticare noi, di fare un percorso di conoscenza e di consapevolezza – faticoso, lento. Ma dobbiamo entrare nell’ottica per la quale tutto deve essere fatto per noi stessi, non per la proiezione che questa società fa di noi stessi.La new age oggi vende la “regola dell’attrazione”, che spinge ancora una volta a mettersi al centro del mondo, ma nessuno di noi è il centro del mondo. E’ un’operazione magica, mettersi al centro del mondo – per questo il mago disegna il cerchio: lui è il centro del cerchio. Smettiamo di disegnare cerchi, e cominciamo a pensare che esiste un unico, grande cerchio di cui noi siamo parte. E cominciamo anche a immaginare che la legge vera non è quella dell’attrazione (per cui noi attraiamo o respingiamo le cose) ma è la legge della complementarietà, per cui noi combaciamo con tutto il resto. Vi siete mai guardati allo specchio? Vi mostra come vi vedono gli altri. E se non mettete assieme come vi vedete voi e come vi vedono gli altri, non vedrete mai come siete veramente. Solo portando nell’ambito della conoscenza tutto quello che non conoscete, potere avere la vera dimensione del vostro essere. Siamo tessere di un mosaico (meraviglioso, peraltro) che, se stanno nei loro limiti, ci entrano perfettamente, in quel buchetto. Ed entrando in quel buchetto concorrono a una grande bellezza.(Gianfranco Carpeoro, estratti dall’intervento al convegno “La manipolazione dell’informazione e delle coscienze” tenutosi il 20 dicembre 2014 a Ercolano, con relatori come Paolo Franceschetti e Massimo Mazzucco. Giornalista e saggista, già avvocato e pubblicitario, Carpeoro è stato “sovrano gran maestro” della comunione massonica di Piazza del Gesù; studioso di esoterismo, è un grande esperto di storia antica e linguaggio simbolico).

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 27/04/2015, 20:26
da camillobenso
Per quanto tempo faremo finta di non vedere cosa sta succedendo?

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 08/05/2015, 19:24
da camillobenso
Il TG LA7, di ieri sera sembrava un Tg di guerra per gli argomenti trattati


Edizione delle 20:00 - 07/05/2015
Informazione a cura della redazione del TG LA7.

http://www.tg.la7.it/repliche-tgla7?id=154224

Uno dei problemi trattati riguardava gli immi - gratis.

Profughi al lavoro gratis? Polemiche su Alfano
Ma in molte città già puliscono verde e spiagg
e
Da Salvini a Sel accuse di “schiavismo” al ministro. Eppure dal Trentino alla Toscana molti Comuni
da tempo impiegano i richiedenti asilo per interventi di pubblica utilità. “Così si favorisce integrazione”

Diritti
A Livorno dal 9 maggio 30 profughi saranno impiegati nel progetto “Spiagge e fondali puliti”. A Modena si occuperanno della manutenzione del verde pubblico. Alle Cinque Terre saranno impegnati sui sentieri a strapiombo sul mare. E così via, dal Trentino all’Emilia-Romagna alla Toscana. Proprio in virtù della circolare del ministero dell’Interno citata ieri da Alfano tra mille polemiche. Il sindaco di Rovereto si mette in posa con i migranti-lavoratori e provoca il leader della Lega: “C’è una ramazza anche per te”
di Annalisa Dall’Oca
http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce

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Profughi al lavoro gratis? Polemiche su Alfano, ma in molti Comuni succede già



Il ministro Alfano chiede ai Comuni di “far lavorare gratis i migranti” e su di lui piovono accuse di “schiavismo”, da parte di Salvini come di Sel. Ma in realtà in molti Comuni già succede, proprio in virtù della circolare citata da Alfano, che si riferisce non ai migranti in genere, ma ai profughi in attesa di riconoscimento del loro status, che dallo Stato ricevono vitto, alloggio e una diaria. La circolare, diramata il 27 novembre dal Dipartimento per l’Immigrazione del Viminale, riguarda “esclusivamente i richiedenti asilo”. “Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicarla”, ha affermato ieri il ministro dell’Interno.

Per esempio il Comune di Rovereto, in provincia di Trento, ha messo in pratica la circolare con l’intento di favorire l’integrazione attraverso un percorso di cittadinanza attiva. “Un modello di accoglienza – spiega il Comune – che attraverso l’amministrazione condivisa dei beni comuni promuove la conoscenza reciproca e la partecipazione”. Sono sempre più numerose, in Italia, le città che nell’accogliere i profughi in arrivo dal Mediterraneo decidono di coinvolgerli in attività di volontariato o in lavori di pubblica utilità, dalla pulizia delle spiagge fino alla manutenzione delle aree pubbliche. “E’ un modo – spiega l’assessore provinciale alla Solidarietà sociale della provincia autonoma di Trento, Donata Borgonovo Re, che ha siglato un protocollo proprio per offrire un’occupazione socialmente utile ai profughi ospitati nel territorio – per legare il concetto di accoglienza a quello di reciprocità, e mettere in contatto, creando un rapporto di fiducia, chi arriva nel nostro paese con la popolazione residente”.

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A Livorno, ad esempio, 30 profughi il 9 maggio faranno parte delle squadre di volontari del progetto “Spiagge e fondali puliti”, che dedicherà una giornata alla pulizia della costa contro l’abbandono indiscriminato dei rifiuti lungo i litorali toscani. Il Comune di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, poi, ha siglato un protocollo d’intesa per far sì che i richiedenti asilo ospitati in città possano svolgere attività di volontariato. Un’iniziativa suggerita al sindaco Roberto Tonon proprio dai migranti, a favore della comunità che li ha accolti. Ancora, il Comune di Modena assieme alla Prefettura e all’Associazione servizi per il volontariato di Modena, ha a sua volta sottoscritto un patto per coinvolgere gli immigrati in attività socialmente utili, a partire dalla cura e della manutenzione del verde pubblico. “Ci sembra giusto – spiega l’assessore al Welfare Giuliana Urbelli – offrire delle opportunità per permettere ai migranti di ricambiare l’ospitalità che ricevono”. “Avremo con loro colloqui personalizzati per incamminarli verso attività di utilità sociale a favore della collettività – spiega Emanuela Carta, presidente di Asvm – e questo clima di reciprocità sarà fondamentale per valorizzare le loro capacità, e per far crescere anche in loro una coscienza della partecipazione”.

A Cesena questo sistema funziona già da tempo, conferma il sindaco Paolo Lucchi, “e va a beneficio di tutti: delle persone che ospitiamo, che hanno modo di partecipare alla vita della comunità, e dei cittadini, che hanno l’occasione di conoscerli, il che allontana i timori e dimostra dei migranti di integrarsi nel territorio”. In città i profughi indossano la pettorina gialla dei volontari, e attrezzi alla mano puliscono strade, parchi pubblici e si occupano degli orti sociali, messi a disposizione dall’amministrazione per le famiglie in difficoltà. “Noi diamo loro un’assicurazione e gli strumenti per lavorare, è una soluzione semplice per favorire la convivenza e la conoscenza. Un po’ di concretezza romagnola in una situazione d’emergenza che prosegue da anni”.

Stesso discorso in Liguria, dove i migranti si occupano della manutenzione dei sentieri delle Cinque Terre. A Sarzana (La Spezia), che impiegherà 30 giovani profughi, tra i 18 e i 20 anni, per ripulire i parchi e le aree verdi cittadine. Salsomaggiore e Tabiano, a partire da novembre hanno avviato il progetto “Cittadinanza attiva” gestito dal servizio ambiente dei Comuni: 34 migranti che faranno volontariato dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, per pulire i marciapiedi, raccogliere le foglie e occuparsi dello svuotamento dei cestini stradali. A Rovereto il sindaco Andrea Miorandi, ricandidato per il secondo mandato, poi, ha twittato al segretario leghista Matteo Salvini una sua foto (che pubblichiamo in alto) accanto ai migranti che partecipano ai progetti per la cura della città, con la didascalia: “Profughi volontari per Rovereto, Matteo Salvini: abbiamo una ramazza anche per te”.

“Il lavoro – spiega Pierluigi Montebello, presidente di Cesenatico No Borders, un gruppo di cittadini volontari che ha proposto anche al Comune della Riviera di avviare iniziative di cittadinanza attiva per profughi – è lo strumento che rappresenta la dignità delle persone quindi è un ottimo mezzo per favorire l’integrazione. Ed è anche un modo per sconfiggere i luoghi comuni”.

Più critico, invece, è il coordinamento migranti di Bologna, che prima di parlare di integrazione tramite la cittadinanza attiva vorrebbe dal governo Renzi un cambio di rotta. “E’ il partito dei rottamatori? Allora sfidiamo le leggi europee e dichiariamo che nel nostro territorio la vita di chi arriva vale più di una normativa – sottolinea Giorgio Grappi – altrimenti è tutta ipocrisia. Solo allora si può parlare di potenziare i progetti per l’integrazione attraverso volontariato e lavori socialmente utili, che ad oggi sono sì validi, ma numericamente ancora troppo poco rilevanti rispetto al numero di profughi e migranti in arrivo in Italia”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... a/1664077/

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 08/05/2015, 19:49
da camillobenso
Quella di Alfano è una proposta che spacca il Paese.

La vox populi.


Marco Giunio Bruto • 21 minuti fa
Sui 170.000 sbarcati e in gran parte alloggiati a spese degli italiani a 35 euro al giorno sarebbe interessante scoprire quanti siano disposti a lavorare gratis per rimborsare parzialmente lo Stato per quanto spende per loro, e comunque mi sembra tanto una sparata buona giusto giusto per il periodo delle elezioni: la cosa è completamente su base volontaria, a Livorno lavoreranno per UNA giornata a ripulire le spiagge, altrove vedremo quanto dureranno, visto poi che la maggior parte sono migranti economici quando gli avranno rigettato la pratica per la richiesta d'asilo e faranno ricorso voglio proprio vedere quanti di questi avranno la voglia di lavorare per lo Stato italiano nell'attesa del rifiuto definitivo e del foglio di via.
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Forzaecoraggio • 27 minuti fa
L`avevo detto io.

Però ancora non ci siamo.

Avevo detto anche che avrebbero dovuto pagare per lavorare.

Se no i nuovi lavoratori come faranno a fare concorrenza a questi? E anche i vecchi? Con i sindacati che stanno a guardare? Con il silenzio dello smacchiatore di tigri, di cucù, marameo, mutarella e smemorella?

A quanto pare il progresso e la civiltà, la democrazia che l`Europen Uber Alles vuole imporre ai Paesi Sudeuropei non sono ancora arrivati pienamente.

Questa sì che è l`italica democrazia. Questa sì che è la italica libertà. Questo sì che è il risultato e il successo dell`italico stato di diritto.

E se ne vantano pure.

Con cordialità.

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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 08/05/2015, 19:52
da camillobenso
Misia00 • un'ora fa
Numeri! Occorre sapere quanti sono quelli che fanno qualche giornata di lavoro in rapporto a tutti quegli in attesa di asilo. sarà 1 su 1000? E' ovvio che questo è l'unico modo di integrare migranti e residenti e anche di restituire un minimo di quel che l'Italia dà loro. Ma è evidente che 1) deve essere un percorso ben disegnato e non una boutade come l'ha presentata Alfano 2) deve riguardare non qualche decina per un giorno per farsi il selfie col sindaco, come a rovereto, ma tutti quelli in grado di dare una mano, donne e uomini, con obbligo, non optional, di seguire corsi di italiano gli adulti e ovviamente la scuola bambini e ragazzi.
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Ronny • un'ora fa
Guardate che questo è il sogno di ogni partito di sinistra anticapitalista e anti monetarista. Senza il vile denaro tutti lavorerebbero per nulla solo al fine di essere bravi cittadini che si sacrificano per la classe dominante di turno (boiardi di stato mantenuti da tutti gli altri schiavi) e per il sole dell'avvenire. Chi lavora per guadagnare è uno sporco capitalista egoista individualista. Ottimo governo renzie che sta mettedno le premesse per uno stato veramente socialista. Manca poco che con la scusa dei migranti ri introdurranno la schiavitù in italia e l'esproprio forzoso delle case degli italiani per fare posto agli immigrati....
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