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camillobenso
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- DA MUCCA PAZZA A CAVALLO PAZZO

- LA COSA PIÙ INQUIETANTE DELLO SCANDALO DELLA CARNE DI CAVALLO AL POSTO DI QUELLA DI MANZO CHE COINVOLGE 16 PAESI EUROPEI È CAPIRE DA DOVE VIENE QUELLO CHE MANGIAMO

- LA CARNE NELLE LASAGNE SURGELATE DELLA FINDUS PASSAVA ATTRAVERSO CIPRO, ROMANIA, FRANCIA, LUSSEMBURGO E REGNO UNITO

- ADESSO SI TEME, VISTO LE PAGELLE, CHE AI BAMBINI NELLE MENSE SCOLASTICHE INGLESI SIA STATA SERVITA CARNE DI ASINO...



Nicol Degli Innocenti per il "Sole 24 Ore"

Da scandalo britannico a crisi europea: quattro Paesi Ue hanno aperto un'inchiesta sulla carne di cavallo spacciata per carne di manzo. La frode alimentare partita dalla Gran Bretagna, con l'ammissione da parte di Findus che le "lasagne di manzo" congelate contenevano tra il 60% e il 100% di carne equina, ora coinvolge 16 Paesi.
«Questa congiura criminale è molto estesa, - ha detto ieri il ministro dell'Ambiente Owen Paterson -. Ormai si tratta di un problema di competenza della Commissione Ue».


WHOPPER GOOD IMAGE X
Paterson ha avuto colloqui con diversi omologhi europei per delineare una strategia comune, e nei prossimi giorni incontrerà il commissario Ue alla Salute Tonio Borg. Oltre a limitare i danni e punire i responsabili, ha detto il ministro britannico, le autorità europee devono chiarire quanto è avvenuto e imporre controlli più rigidi per rassicurare i consumatori ed evitare che intere categorie di prodotti vengano boicottate con conseguenze negative anche per molte imprese non coinvolte.


FINDUS EQUINO D
Ieri la Francia ha seguito la Gran Bretagna nel convocare un summit di emergenza tra i ministri e le autorità responsabili e i maggiori produttori, distributori e rivenditori di prodotti di carne, mentre sette catene di supermercati, tra cui Carrefour e Auchan, hanno ritirato i prodotti a rischio dagli scaffali. Benoît Hamon, ministro responsabile della tutela dei consumatori, non ha saputo resistere alla tentazione di criticare il Governo britannico per il suo ruolo nelle trattative sul nuovo budget europeo: «Gli inglesi hanno votato a favore di tagli ai fondi per i controlli di sicurezza sui prodotti alimentari», ha detto.


CARNE EQUINA LASAGNE FINDUS
Lo scandalo ha rivelato la grande complessità e scarsa trasparenza della catena di produzione in Europa. Nel caso di Findus, ad esempio, il gruppo britannico aveva appaltato la produzione delle lasagne alla francese Comigel, che utilizza una fabbrica in Lussemburgo ed esporta in 16 Paesi europei.

Comigel ha detto di avere acquistato la carne "di manzo" in buona fede da Spanghero, altra società francese. Che, chiamata in causa, ha dichiarato di essere stata a sua volta ingannata dalla società rumena da cui acquistava la carne. Ma la carne macellata in Romania era acquistata da un intermediario cipriota in collaborazione con una società olandese.



CAVALLO A TAGLI
Per questo Francia, Olanda, Romania e Gran Bretagna hanno aperto un'inchiesta per accertare l'effettivo coinvolgimento di loro imprese. Ieri Victor Ponta, il primo ministro rumeno, ha dichiarato che le società del suo Paese sono state completamente esonerate da qualsiasi responsabilità. Questo è l'esito dell'indagine condotta su richiesta delle autorità francesi, ha detto Ponta: «Posso garantire che la Romania ha agito correttamente, ma non possiamo essere ritenuti responsabili della catena di produzione dopo che la carne ha varcato il nostro confine».

Paterson ha detto che non intende imporre restrizioni all'importazione di carne dall'Europa dato che non ci sono timori per la salute, a meno che nei prossimi giorni venga accertata la presenza di fenilbutazone, un farmaco utilizzato per i cavalli che può essere nocivo per gli esseri umani se ingerito. I risultati dei controlli a tappeto per verificare il reale contenuto di tutti i piatti di carne, dalle lasagne alle polpette agli spaghetti al ragù, verranno resi noti venerdì. Paterson ha avvertito che porteranno «altre brutte notizie».


CARNE CAVALLO
Si prevede infatti che diversi altri prodotti in vendita, alcuni utilizzati anche nelle mense scolastiche inglesi, contengano non solo carne di cavallo ma anche di asino invece che manzo.

Intanto sono partite le prime cause legali: Findus ieri ha citato in tribunale Comigel, che però si è difesa. «Siamo vittime ed è chiaro che né Findus né Comigel sono responsabili - ha dichiarato Erick Lehagre, responsabile della società francese -. Per noi è una grossa perdita e chiederemo risarcimenti». Anche Spanghero, da cui Comigel acquistava la carne e il cui fornitore è un centro in Romania dove vengono macellati sia bovini che equini, ha detto di voler far causa.
camillobenso
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Repubblica 13.2.13

Primo Levi, l’ultimo libro che lesse ad Auschwitz
Esce per la prima volta “Tempesta” di Vercel, citato in “Se questo è un uomo”

di Valerio Magrelli

A volte un’unica lettura può fare la fortuna di un’opera. È il caso di un volume che gioca un ruolo cruciale in uno dei testi più celebri del Novecento italiano: Se questo è un uomo di Primo Levi. Lo spiega molto bene Andrea Cortellessa nell’introduzione alla traduzione italiana del libro di cui per ora taceremo il titolo.

Verso la fine del suo capolavoro, Levi narra gli ultimi momenti nel lager di Auschwitz-Monowitz. L’11 gennaio 1945, quando si sente già il tuono dei cannoni russi, il detenuto viene ricoverato nell’infermeria per scarlattina.


Poco dopo, però, i nazisti annunciano che l’indomani bisognerà lasciare il Campo. Per i ventimila reclusi, una marcia a tappe forzate nel gelo significa la morte. Levi, però, febbricitante, non può muoversi.

Così, a tarda notte, un medico greco, «colto, intelligente, egoista e calcolatore», con un gesto fra pietà e disprezzo gli getta sulla cuccetta un romanzo francese: «Tieni, leggi, italiano».

A distanza di anni lo scrittore ricorderà: «Ancora oggi lo odio per questa sua frase. Sapeva che noi eravamo condannati».


Cominciano così dieci giorni che Levi trascorre sprofondato in quel libro, il primo dopo tanto tempo, leggendolo e rileggendolo, finché avviene il miracolo: «I tedeschi non c’erano più». Il titolo del volume sarà svelato solo nel 1980, nell’antologia La ricerca delle radici: si trattava di Remorques di Roger Vercel, adesso pubblicato da Nutrimenti con il titolo Tempesta (traduzione di Alice Volpi). A distanza di decenni, l’autore di un saggio come I sommersi e i salvati si mostrò dunque attaccatissimo a quella lettura casuale.

Secondo Cortellessa, il motivo che può averlo spinto verso Vercel può essere individuato nella trama: «In fondo cosa fanno il capitano Renaud e i suoi uomini, a bordo del loro rimorchiatore d’altura, se non salvare all’ultimo momento coloro che stanno per essere sommersi? » Bastano questi pochi indizi, per catapultarci all’interno di un’opera del 1935 che in verità riscosse un certo successo. Lo dimostra un fortunato film trattone da Jean Grémillon nel 1939 (sceneggiatura di André Cayatte, dialoghi di Jacques Prévert), con l’intento di riunire la coppia formata un anno prima da Jean Gabin e Michèle Morgan nel leggendario Quai des Brumes (Il porto delle nebbie).

Nato a Le Mans nel 1894, Roger Vercel (pseudonimo “obbligato” per un cognome quale Crétin) fu professore di lettere al collegio di Dinan, e nel 1934 ottenne il Premio Goncourt per il romanzo Capitan Conan, adattato per il grande schermo da Bertrand Tavernier nel 1996.


Dopo essersi distinto nella Prima guerra mondiale, trascorse una vita tranquilla e si spense nel 1957. Tuttavia, una foto del 1934 con i baffetti alla Hitler non sembra promettere nulla di buono. Infatti, due anni fa è emerso dagli archivi un suo articolo violentemente antisemita, pubblicato nell’ottobre 1940, che ha scatenato numerose polemiche. Ma veniamo ai suoi Remorques (ossia, banalmente, Rimorchi), che l’editore ha preferito rendere con il più epico ma prevedibile Tempesta.

Il libro narra la storia del capitano Renaud, comandante del rimorchiatore da salvataggio Ciclone. Basta un accenno del genere per rivelare la matrice conradiana dell’opera, con l’esplicito riferimento al racconto Tifone, tradotto in francese nientemeno che da André Gide.

L’intreccio verte sul pericoloso salvataggio di un battello greco (sarà stato questo particolare a interessare il medico di Levi?), pilotato da un uomo che si rivelerà avido, ingrato e senza scrupoli. Ambientato fra i porti della Bretagna, Tempesta è insomma un’avventura marinara, ma segnata da un profondo dilemma sentimentale, poiché Renaud, afflitto dalla malattia della propria moglie, si sentirà per un momento attratto dalla moglie dell’altro capitano. Amore e morte, eroismo e tradimento, si alternano così in uno stile epico-realista, dominato dall’immenso personaggio del Mare. Ma anche nel lento, robusto e tradizionale flusso narrativo, si aprono scene stranianti. È il caso di una nave abbandonata che nasconde come carico delle casse di bambole, «bambole in abiti leggeri che dormivano tutte, perché avevano gli occhi mobili e erano distese sulla schiena».
Tempesta di Roger Vercel (Nutrimenti trad. A. Volpi pagg. 240 euro 18)
Amadeus

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Messaggio da Amadeus »

(ANSA) - NAPOLI, 14 FEB - ''C'e' una disponibilita' delle banche a trattare per rinegoziare i derivati della Regione Campania. C'e' stato gia' un primo incontro e mi auguro che si arrivi a una soluzione negoziata. Sarebbe un fatto importante per la Campania e potrebbe essere un precedente importante per molte altre Regioni ed enti locali italiani'': lo ha detto il governatore della Campania, Stefano Caldoro, sugli strumenti finanziari accesi dalla Regione nel 2003 e nel 2006 per consolidare 2,9 miliardi di debiti.
mariok

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Per la cronaca: il promoter della banca che ha stipiulato i contratti era il figlio di Bassolino.
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

C'è un'articolo del Fatto del lunedì che precede il caso Mps, che partendo dalla lettera inviata da Vendola a Monti, per invitarlo a bloccare l'avanzata dei derivati nelle ns. banche, mi sembra, se non ricordo male che la giacenza attuale nelle banche italiane ammonti a 213 miliardi di euro di derivati.


Sembra che la notizia nella Penisola non l'abbia letta nessuno.
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

COLPITA DALL'ONDA D'URTO UN'AMPIA ZONA NEGLI URALI

Russia, esplode meteorite: almeno 950 feriti
Disintegrato a 30-50 km di altezza. Putin: «Monitoraggio poco efficiente». Zhirinovski: «Sono stati gli americani»

In Russia 950 persone sono rimaste ferite in seguito all'esplosione nell'atmosfera di un meteorite sopra la regione di Chelyabinsk, nella zona dei monti Urali. Lo ha riferito il governatore della regione, che ha aggiunto che 3 mila edifici sono rimasti danneggiati, tra i quali 34 strutture ospedaliere e 361 scuole. I feriti sono stati colpiti dai vetri andati in frantumi per l'intesa onda d'urto seguente alla disintegrazione di un bolide di qualche metro di diametro e dal peso di circa 50 tonnellate di peso avvenuta a circa 30-50 km di altezza nell'atmosfera. Inizialmente si era pensato a uno sciame meteoritico, ma è stato subito escluso dopo aver osservato i numerosi filmati che sono stati registrati. Fonti ufficiali russe hanno spiegato che si è trattato di un oggetto «sporadico e non associato a una pioggia di meteoriti che si è disintegrato nella parte bassa dell'atmosfera».

CRATERE - Il fenomeno si è verificato a circa 80 chilometri dalla città di Satka, non lontano da Chelyabinsk, alle 9,22 ora locale (le 4,22 ora italiana) ma è stato registrato su un'estesa area da Tyumen a Kurgan, nella regione di Sverdlovsk e nel Kazakistan settentrionale. Secondo il colonnello Yaroslav Poshiupkin, portavoce della regione militare degli Urali, citato dall'agenzia Ria Novosti, sarebbe stato ritrovato un cratere di 6 metri di diametro sul ghiaccio del lago Chebarkul. Intorno al cratere sono stati rinvenuti piccoli pezzi di roccia nera di 0,5-1 centimetri che si ritiene di provenienza dal meteorite. La zona è stata sigillata dai militari che hanno inviato anche una squadra di sommozzatori, secondo fonti russe.

COLPITE SEI CITTÀ - L'onda d'urto ha investito un'ampia zona, che è stata solcata da una scia di fumo bianco lasciata dal bolide che ha percorso una traiettoria da nord-est verso sud-ovest. I vetri di numerosi edifici si sono infranti (la superficie totale dei vetri rotti è di 100 mila metri quadri, scondo fonti dell'amministrazione di Chelyabinsk), ferendo quasi mille persone. Polizia e vigili del fuoco sono subito intervenuti per ispezionare gli edifici danneggiati. Il ministero delle Emergenze ha posto in stato di allerta 20 mila uomini e tre velivoli. Tutte le scuole e gli asili della regione sono stati chiusi. Secondo i servizi di emergenza russi il fenomeno non ha causato un innalzamento dei livelli di radiazioni, che sono rimasti nei parametri abituali per la regione. L'agenzia russa per l'energia atomica ha riferito che le installazioni negli Urali non hanno subito danni. L'agenzia spaziale Roscosmos ha fatto sapere che i loro apparecchi non hanno registrato la meteorite, che invece è stata vista dal satellite europeo Meteosat 10.

PUTIN: «SISTEMA MONITORAGGIO NON EFFICACE» - Il presidente russo Vladimir Putin si è detto preoccupato per la situazione sugli Urali e ha chiesto di inviare sul luogo un gruppo di specialisti della Protezione civile in aggiunta, per «valutare i danni e prestare maggiore aiuto alla gente». Il leader del Cremlino ha criticato il sistema esistente di monitoraggio «non del tutto efficace». A suo avviso quanto avvenuto «ci deve interessare non dal punto di vista astronomico, pure importante per gli specialisti, ma da quello del sistema di allerta della popolazione su tali fenomeni». Il primo ministro russo Dmitri Medvedev, intervenuto al Forum economico a Krasnoyarsk, ha detto che quanto avvenuto Chelyabinsk «è la prova che non solo l'economia è vulnerabile, ma l'intero pianeta». Secondo il leader del Partito liberaldemocratico, Vladimir Zhirinovsky, riportato dall'agenzia Ria-Novosti, non si è trattato di una meteorite ma «di un test di armi americane».

METEORITE IN VENDITA - Come riporta il St.Petersburg Times, giornale russo in inglese, già nel primo pomeriggio erano in vendita online sul sito Avito.ru pezzi di meteorite di alcuni grammi a 500 rubli l'uno.

PRESSO CENTRO NUCLEARE - Greenpeace Russia accusa il governo di Mosca di aver sottostimato i rischi dell'esplosione del meteorite, che è avvenuta vicino al complesso nucleare di Mayak. La zona in cui si è verificata l'esplosione è a 100 km dal sito di stoccaggio e smaltimento in cui si trovano decine di tonnellate di plutonio trattato per la produzione di armi. Nella regione di Chelyabinsk si trova anche l'impianto per lo smaltimento di armi chimiche di Shchuchye, che contiene circa 6 mila tonnellate di agenti nervini tra cui sarin e VX.




Redazione Online
15 febbraio 2013 | 17:36
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/esteri/13_febbra ... 327d.shtml
Amadeus

Re: Top News

Messaggio da Amadeus »

MILANO - Quella dei «furbetti del gas» - della pattuglia di aziende e grossisti che lo scorso anno non ha pagato ingenti quantitativi di gas ritirati dalla Snam, ma egualmente venduti ai clienti finali - sembrava una vicenda avviata a conclusione. Dolorosa, ma definita con un «buco» stimato in circa 300 milioni di euro che non avrebbe però dovuto scaricarsi sulle bollette elettriche degli italiani, grazie anche agli interventi dell'Autorità. Ora emerge che il buco in questione è più ampio di quanto preventivato allora: si sarebbe arrivati a 430 milioni di mancati pagamenti, e, soprattutto, in questa cifra ci sarebbero circa 30 milioni di euro frutto di false fideiussioni. Una frode effettuata in primis ai danni della Snam e, a cascata, delle aziende in regola che ogni giorno non solo muovono ma devono anche garantire il cosiddetto «mercato del bilanciamento», una vera e propria «Borsa» del gas. Tuttavia, oggi come lo scorso anno, il timore è che questa cifra finisca per essere scaricata per vie traverse sulle spalle degli inermi consumatori e delle loro bollette, anche se dall'Autorità e dai soggetti interessati si giura che non sarà questo l'esito.
Vale la pena di ricapitolare la questione. A dicembre 2011 parte dopo lunga attesa il mercato del gas, una Borsa gestita dalla Snam in modo neutrale (è l'unica a poter garantire i volumi necessari) cui partecipano tutti i venditori e i trader. Per prendervi parte, e perché l'attività non si trasformi in speculazione finanziaria, bisogna rilasciare delle garanzie. Solo che qualche azienda fa ricorso al Tar e vince la causa: niente più garanzie. È l'inizio di gennaio, e perché la situazione si ristabilisca bisogna attendere qualche mese, dopo l'intervento dell'Autorità e del Consiglio di Stato. Nel frattempo, però, qualche "furbetto" ha approfittato dell'assenza di obbligo di copertura. Si è fatto cioè consegnare del gas dalla Snam, senza o con scarse garanzie, e non ha pagato le fatture. Tra costoro qualcuno si rimette poi in riga e avvia una transazione. Altri no. Qualche sigla societaria appare e poi sparisce, tanto che la Snam chiude i contratti di trasporto con le aziende inadempienti più «sospette». Ad esempio con la En Gas & Oil spa. E da ultimo, dal 26 gennaio scorso, con la Demas Power Sa, società costituita a Lugano lo scorso giugno. Risulta dalle delibere dell'Autorità che nel novembre precedente la stessa Snam aveva segnalato che avrebbe dovuto sottoscrivere un contratto con un'azienda «in stretta relazione» con un cliente precedente che non aveva pagato.

L'Autorità per l'energia, che alla notizia dei primi scoperti ha già aperto un'indagine, avverte comunque la Snam che non potrà stare con le mani in mano, e che non avrà diritto ad alcun rimborso se non farà di tutto per arginare il fenomeno.
Nei fatti, comunque, la stima iniziale dei «danni» lievita. Dopo la reintroduzione delle garanzie si era preventivata una cifra di circa 300 milioni. Ma dopo aver fatto tutti i conti e i conguagli si arriva a 430 milioni. Un bel bottino, non c'è che dire. Ma, a sorpresa, in quella somma spuntano anche una trentina di milioni che derivano dalla presentazione di fideiussioni false, un atto che fa passare la questione dalla competenza amministrativa a quella penale. È probabilmente per questo motivo che l'inchiesta dell'Autorità viene più volte prolungata. Avrebbe dovuto chiudersi prima a ottobre, poi a fine anno, ma risulta ancora in corso proprio per la delicatezza della matassa da sbrogliare. Nessuna dichiarazione ufficiale filtra dai protagonisti, solo che «non un euro» verrà impropriamente messo a carico dei cittadini-consumatori. Ma a vedere come sono andate le cose nel caso della «Robin-tax» (segnalato dalla stessa Autorità pochi giorni fa) c'è da avere qualche legittimo timore.

Stefano Agnoli
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Casini & Affini e Monti rivendicano di aver salvato l'Italia. Gli alberghi, i luoghi di villeggiatura, i ristoranti tornano di nuovo a riempirsi. Bisogna di nuovo prenotare gli aerei per volare.

Solo a Napoli (Tg3-ore 19,00) gli autisti dell'azienda trasporti comunale sono costretti a raggranellare soldi prendendosi permessi per fare gli scrutatori.

Questa mattina a Napoli sono saltate 6 linee.
paolo11
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Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Top News

Messaggio da paolo11 »

Comunque da giugno il governo ha riportato la notizia il gas calerà di prezzo.
Staremo a vedere.
Ciao
Paolo11
Amadeus

Re: Top News

Messaggio da Amadeus »

su altroconsumo.it si raccolgono le firme . petizione per il rimborso robin tax .
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