Roma, Marino sfida Renzi e ritira le dimissioni
Ieri sera il lungo faccia a faccia tra Matteo Orfini e il primo cittadino è finito con un nulla di fatto
Oggi il commissario del partito ha chiesto agli eletti in Campidoglio di lasciare se il sindaco non se ne va
Politica
Ignazio Marino resta. O almeno ci prova. Il primo cittadino ha infatti deciso di ritirare le sue dimissioni andando incontro alle conseguenze dentro al Pd che ha deciso di far dimettere subito dal loro incarico tutti i suoi consiglieri in Campidoglio. Questa almeno la linea decisa durante l’incontro tra il commissario del Pd a Roma Matteo Orfini e i consiglieri dem. Il commissario del Pd romano ha convocato tutti i componenti del partito in consiglio comunale per verificare la disponibilità a lasciare l’incarico davanti alla marcia indietro di Marino
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Roma, Marino sfida Renzi e ritira le dimissioni. Mossa anti-sindaco del Pd, Orfini a consiglieri: “Rimettete mandato”
Tra il primo cittadino e il partito è scontro frontale. Ma molti assessori lasciano il mandato, compreso Sabella: "Torno a fare il magistrato". Sel: "Si stanno prendendo una responsabilità importante perché di fatto è una sfiducia che avviene ad opera di un intervento del governo e del premier"
di F. Q. | 29 ottobre 2015
Sul Campidoglio lo scontro diventa frontale. Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha infatti ritirato le dimissioni che aveva presentato il 12 ottobre al culmine della polemica su scontrini e rimborsi di pranzi e cene. Ma la questione ora è diventata tutta politica. La mossa di Marino, che era nell’aria ormai da giorni, è una sfida aperta al proprio partito che gli ha ritirato la fiducia ormai da diverse settimane e in particolare al segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi. La scadenza dei 20 giorni per ritirare le dimissioni sarebbe caduta al 2 novembre.
La decisione di Marino arriva quasi in contemporanea, infatti, con la richiesta del presidente del Pd e commissario cittadino del partito Matteo Orfini che – con piene deleghe di Renzi – ha chiesto ai consiglieri comunali di rimettere il mandato in modo da far decadere l’Assemblea capitolina e quindi il primo cittadino. Una mossa per “togliere ossigeno” all’ipotesi di ritiro delle dimissioni di Marino che però ora da ipotesi è diventata realtà. Tra i consiglieri presenti all’incontro con Orfini la presidente del consiglio comunale Valeria Baglio, Orlando Corsetti, Cecilia Fannunza, Michela Di Biase, Valentina Grippo, Giovanni Paris, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi e il consigliere di Centro Democratico Daniele Parrucci. Il vertice tra Orfini e consiglieri democratici arriva all’indomani dell’incontro, avvenuto a casa del vicesindaco uscente Marco Causi, tra il primo cittadino e lo stesso Orfini. Un faccia a faccia non risolutivo e in qualche tratto drammatico.
Laura Castelli @LaCastelliM5s
#Marino ha appena ritirato le dimissioni... Pagliaccio criminale.
16:40 - 29 Ott 2015
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Per far decadere il sindaco, tuttavia, non bastano i 19 consiglieri del Pd (che con l’esponente di Centro democratico diventano 20), ma bisogna arrivare a 25 quindi bisognerebbe che si aggiungessero anche rappresentanti di Sel e delle opposizioni, mentre è improbabile che questa scelta venga fatta dai 5 consiglieri eletti con la Lista Marino. Ma anche i vendoliani non sembrano convinti: “Marino ha il dovere di andare in Aula a fare le sue comunicazioni in base alla scelta che ha fatto – ha detto il segretario cittadino, l’ex parlamentare Paolo Cento – È un’idea di buonsenso e non comprendo perché il Pd non percorra una strada democratica di trasparenza per la città”. Anzi, secondo il capogruppo di Sel Gianluca Peciola, “il Pd e le altre forze politiche si stanno prendendo una responsabilità importante perché di fatto è una sfiducia che avviene ad opera di un intervento del governo e di Renzi per motivi che hanno a che fare con la gestione politica del Giubileo, perché Marino non è politicamente controllabile”.
E’ in programma, intorno all’ora di cena, una giunta convocata da Marino, dove chiarirà la propria posizione. Di sicuro, nel prosieguo del proprio mandato, non avrà al suo fianco l’assessore uscente alla Legalità Alfonso Sabella, peraltro favorito per il ruolo di commissario del Comune se Marino avesse confermato le dimissioni. “Torno a fare il magistrato”. Confermano le proprie dimissioni anche l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito e il vicesindaco Marco Causi. “Le mie dimissioni sono già partite e non credo che sarò il solo”, dice Esposito. Entrambi erano entrati nella giunta Marino con l’ultimo rimpasto, quello della “fase due” partita in estate. Lascia anche l’assessore all’Istruzione ed ex sottosegretario Marco Rossi Doria: “Torno al mio lavoro di maestro”.
L’opposizione, prevedibilmente, va all’attacco. “Ancora sceneggiate di fronte alla città in ginocchio? La capitale non è il giocattolo del Pd” commenta Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5s. “Renzi e Marino stanno giocando con Roma”. “Questi burattini – aggiunge – abbiano il coraggio di venire in Aula in Campidoglio e di votare la nostra mozione di sfiducia al sindaco di fronte a Roma”. Per Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra, “Marino non ha alcun senso delle istituzioni. Con il ritiro delle sue dimissioni compie un gesto irresponsabile. È impensabile bloccare Roma e spingere il consiglio comunale nell’ingovernabilità in un momento così delicato come questo alla vigilia di un appuntamento mondiale come il Giubileo”
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