Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Dal dopoguerra a oggi quale partito ha fatto una cosa del genere? O altre cose?
Ciao
Paolo11
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »


A Camillobenso che su questo argomento è ritornato più volte, quali soluzioni possibili ?
L'attuale neoliberismo non permette una via di uscita.

IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Roberto Marchesi
LAVORO & PRECARI

Lavoro, quale futuro in vista per le nuove generazioni? Da incubo!
3 agosto 2015


Non mi chiamo Dario Argento e non sono uno specialista di thriller, quindi non ho alcun interesse a generare ansie e paure, anzi, sono perfettamente cosciente che, in periodi di crisi come questo, la fiducia e l’ottimismo siano un buon ricostituente che normalmente aiutano a risalire la china. Da soli però non bastano, e se la malattia è grave occorrono rimedi ben più efficaci. Invece si continua con la solita medicina prescritta negli ultimi vent’anni circa, che è in buona parte corresponsabile della crisi.

Si noti che io vivo negli Stati Uniti, qui la disoccupazione media ha toccato punte massime attorno al 10 – 11% subito dopo lo scoppio della Grande Recessione (nel 2008) ma poi è andata lentamente calando (rispetto alla norma e alle aspettative) e adesso è attorno al 5%. E’ un ottimo livello, persino migliore di quello della Germania, perché dunque tanto allarmismo?

Perché in macroeconomia non si guardano i risultati immediati o a breve termine, come fanno normalmente i politici e gli amministratori mediocri, che necessitano di risultati immediati da presentare ai propri azionisti o ai propri elettori. Se si guardano le previsioni di medio-lungo periodo si trovano solo brutte notizie. La contemporanea interazione di diversi fattori (tecnologia-elettronica-finanza-globalizzazione) che incidono sull’occupazione provoca ogni anno un crescente livello di disoccupazione, specialmente giovanile, che non riesce più a essere recuperata (dove c’era) nemmeno quando il recupero economico-finanziario post crisi è raggiunto o è in via di miglioramento.

Ormai non licenziano più soltanto le fabbriche con gli operai, adesso licenziano a migliaia per volta anche le banche e le finanziarie.

Fino a pochi anni fa, quando entravo nello sportello bancario della Chase Bank (qui a Dallas) c’era una gentile signorina che mi veniva incontro e mi chiedeva il solito “come posso esserle utile?”. I quattro salottini vedevano almeno due impiegati occupati a parlare coi clienti. Il direttore (o la direttrice) era nel suo ufficio, impegnato al telefono o con qualche cliente. I quattro sportelli della cassa avevano sempre diversi clienti in fila, sia all’interno della banca che all’esterno per il collegato servizio drive-trough agli automobilisti. Adesso la signorina all’ingresso non c’è più, il direttore c’è solo qualche volta, alle casse sono solo in due. Lo sportello lì vicino della Legacy Bank ha chiuso due mesi fa, e anche questo marcia male ormai perché i servizi si fanno sempre più spesso con lo smart-phone, o comunque online. Tutto si automatizza.

E i supermercati? Dieci anni fa entravo al supermercato (quelli piccoli sono grandi almeno quattro volte quelli italiani), mettevo la merce nel carrello e andavo ad una delle dieci o più casse a pagare. Oltre alla cassiera (o cassiere) c’era sempre qualcuno che metteva la merce nei sacchetti, li riponeva nel carrello che spingeva fino alla tua macchina nel vicino parcheggio e scaricava il tutto nel baule, ringraziando e rifiutando tassativamente la mancia. Ora trovi un paio di casse aperte e nessuno a rimetterti la merce nel carrello. Se hai poca roba puoi però arrangiarti da solo alla cassa automatica dove, pagando con la carta di credito, puoi seguire le istruzioni sul grande display, scannerizzare i prodotti (come fa la cassiera) e ritirare lo scontrino che poi qualche inserviente ti potrebbe chiedere e controllare all’uscita.

C’è sempre chi obietta che queste casse automatiche vengono costruite da qualcuno, quindi il lavoro si sposta solo a favore di lavoratori specializzati. Si, anche quelli però sempre in numero inferiore, sostituiti da sistemi automatici di cablaggio e assemblaggio.

Le U.S. Postal, che solo dieci anni fa finanziava ancora, spendendo diversi milioni di dollari ogni anno, la squadra ciclistica di Armstrong vincitore di sette Tour de France consecutivi, ora deve licenziare ogni anno migliaia di dipendenti toccando quest’anno un “rosso” di oltre 18/mld di dollari.

Il lavoro ordinario tende quindi ad assottigliarsi sempre più velocemente e non è difficile prevedere, a causa della sempre più impellente necessità di contenere i costi operativi, una nuova impennata della disoccupazione su larga scala anche dove attualmente non c’è.

Ma la disoccupazione non è tutto, l’estrema competitività sui costi di produzione, provocata anche da una globalizzazione senza limiti e senza controllo, genera anche uno sfruttamento del lavoro che non si vedeva più da almeno un secolo. Certo, oggi è diverso, non ci sono più le catene di montaggio magistralmente caricaturizzate da Charlot, ma le opportunità di sfruttamento dei lavoratori sono persino maggiori perché insieme al lavoro spariscono anche i sindacati.

Steven Rattner, un manager di Wall Street, scrive nel suo articolo “We’re making Life Too Hard for Millennials” (Stiamo rendendo la vita troppo difficile alle nuove generazioni) sul New York Times, che mettendo a confronto il 1980 con il 2015, nonostante un più elevato livello di educazione scolastica, i giovani di oggi sono tendenzialmente destinati a guadagnare persino meno di quelli di 25 anni fa. Ma non è solo una questione di guadagno, adesso devono pagare di più per arrivare alla laurea o al diploma, quindi partono con un debito scolastico che potrebbe durare tutta la vita, devono lavorare di più, senza riuscire a risparmiare niente, o quasi, per la pensione e per acquistarsi una casa, rimangono coi genitori più a lungo, alcuni rinunciano persino a far figli.

Lo sfruttamento del lavoro subordinato è in forte crescita e tende, persino in paesi considerati civilizzati, a raggiungere livelli che non si vedevano più dal tempo della schiavitù come nel caso dei pescatori tailandesi.

In conclusione è inevitabile dire che, se persino per i giovani americani il futuro è cosi fosco da provocare financo una riduzione delle nascite, quale futuro si può onestamente prevedere per i giovani italiani, o peggio, per quelli greci, continuando con questi programmi e queste riforme?

La realtà è che non sarebbe impossibile costruire un futuro migliore per tutti, ma di certo non lo si costruisce con le riforme che gli attuali politici ci impongono.

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:
A Camillobenso che su questo argomento è ritornato più volte, quali soluzioni possibili ?
L'attuale neoliberismo non permette una via di uscita.

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Lavoro, quale futuro in vista per le nuove generazioni? Da incubo!
3 agosto 2015


Non mi chiamo Dario Argento e non sono uno specialista di thriller, quindi non ho alcun interesse a generare ansie e paure, anzi, sono perfettamente cosciente che, in periodi di crisi come questo, la fiducia e l’ottimismo siano un buon ricostituente che normalmente aiutano a risalire la china. Da soli però non bastano, e se la malattia è grave occorrono rimedi ben più efficaci. Invece si continua con la solita medicina prescritta negli ultimi vent’anni circa, che è in buona parte corresponsabile della crisi.

Si noti che io vivo negli Stati Uniti, qui la disoccupazione media ha toccato punte massime attorno al 10 – 11% subito dopo lo scoppio della Grande Recessione (nel 2008) ma poi è andata lentamente calando (rispetto alla norma e alle aspettative) e adesso è attorno al 5%. E’ un ottimo livello, persino migliore di quello della Germania, perché dunque tanto allarmismo?

Perché in macroeconomia non si guardano i risultati immediati o a breve termine, come fanno normalmente i politici e gli amministratori mediocri, che necessitano di risultati immediati da presentare ai propri azionisti o ai propri elettori. Se si guardano le previsioni di medio-lungo periodo si trovano solo brutte notizie. La contemporanea interazione di diversi fattori (tecnologia-elettronica-finanza-globalizzazione) che incidono sull’occupazione provoca ogni anno un crescente livello di disoccupazione, specialmente giovanile, che non riesce più a essere recuperata (dove c’era) nemmeno quando il recupero economico-finanziario post crisi è raggiunto o è in via di miglioramento.

Ormai non licenziano più soltanto le fabbriche con gli operai, adesso licenziano a migliaia per volta anche le banche e le finanziarie.

Fino a pochi anni fa, quando entravo nello sportello bancario della Chase Bank (qui a Dallas) c’era una gentile signorina che mi veniva incontro e mi chiedeva il solito “come posso esserle utile?”. I quattro salottini vedevano almeno due impiegati occupati a parlare coi clienti. Il direttore (o la direttrice) era nel suo ufficio, impegnato al telefono o con qualche cliente. I quattro sportelli della cassa avevano sempre diversi clienti in fila, sia all’interno della banca che all’esterno per il collegato servizio drive-trough agli automobilisti. Adesso la signorina all’ingresso non c’è più, il direttore c’è solo qualche volta, alle casse sono solo in due. Lo sportello lì vicino della Legacy Bank ha chiuso due mesi fa, e anche questo marcia male ormai perché i servizi si fanno sempre più spesso con lo smart-phone, o comunque online. Tutto si automatizza.

E i supermercati? Dieci anni fa entravo al supermercato (quelli piccoli sono grandi almeno quattro volte quelli italiani), mettevo la merce nel carrello e andavo ad una delle dieci o più casse a pagare. Oltre alla cassiera (o cassiere) c’era sempre qualcuno che metteva la merce nei sacchetti, li riponeva nel carrello che spingeva fino alla tua macchina nel vicino parcheggio e scaricava il tutto nel baule, ringraziando e rifiutando tassativamente la mancia. Ora trovi un paio di casse aperte e nessuno a rimetterti la merce nel carrello. Se hai poca roba puoi però arrangiarti da solo alla cassa automatica dove, pagando con la carta di credito, puoi seguire le istruzioni sul grande display, scannerizzare i prodotti (come fa la cassiera) e ritirare lo scontrino che poi qualche inserviente ti potrebbe chiedere e controllare all’uscita.

C’è sempre chi obietta che queste casse automatiche vengono costruite da qualcuno, quindi il lavoro si sposta solo a favore di lavoratori specializzati. Si, anche quelli però sempre in numero inferiore, sostituiti da sistemi automatici di cablaggio e assemblaggio.

Le U.S. Postal, che solo dieci anni fa finanziava ancora, spendendo diversi milioni di dollari ogni anno, la squadra ciclistica di Armstrong vincitore di sette Tour de France consecutivi, ora deve licenziare ogni anno migliaia di dipendenti toccando quest’anno un “rosso” di oltre 18/mld di dollari.

Il lavoro ordinario tende quindi ad assottigliarsi sempre più velocemente e non è difficile prevedere, a causa della sempre più impellente necessità di contenere i costi operativi, una nuova impennata della disoccupazione su larga scala anche dove attualmente non c’è.

Ma la disoccupazione non è tutto, l’estrema competitività sui costi di produzione, provocata anche da una globalizzazione senza limiti e senza controllo, genera anche uno sfruttamento del lavoro che non si vedeva più da almeno un secolo. Certo, oggi è diverso, non ci sono più le catene di montaggio magistralmente caricaturizzate da Charlot, ma le opportunità di sfruttamento dei lavoratori sono persino maggiori perché insieme al lavoro spariscono anche i sindacati.

Steven Rattner, un manager di Wall Street, scrive nel suo articolo “We’re making Life Too Hard for Millennials” (Stiamo rendendo la vita troppo difficile alle nuove generazioni) sul New York Times, che mettendo a confronto il 1980 con il 2015, nonostante un più elevato livello di educazione scolastica, i giovani di oggi sono tendenzialmente destinati a guadagnare persino meno di quelli di 25 anni fa. Ma non è solo una questione di guadagno, adesso devono pagare di più per arrivare alla laurea o al diploma, quindi partono con un debito scolastico che potrebbe durare tutta la vita, devono lavorare di più, senza riuscire a risparmiare niente, o quasi, per la pensione e per acquistarsi una casa, rimangono coi genitori più a lungo, alcuni rinunciano persino a far figli.

Lo sfruttamento del lavoro subordinato è in forte crescita e tende, persino in paesi considerati civilizzati, a raggiungere livelli che non si vedevano più dal tempo della schiavitù come nel caso dei pescatori tailandesi.

In conclusione è inevitabile dire che, se persino per i giovani americani il futuro è cosi fosco da provocare financo una riduzione delle nascite, quale futuro si può onestamente prevedere per i giovani italiani, o peggio, per quelli greci, continuando con questi programmi e queste riforme?

La realtà è che non sarebbe impossibile costruire un futuro migliore per tutti, ma di certo non lo si costruisce con le riforme che gli attuali politici ci impongono.

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Io non posso non essere d’accordo con quanto afferma Roberto Marchesi in questo articolo, perché lo affronto quasi tutti i giorni da mò, da queste parti.

Quello che non riesco a capire è come sono fatti i cervelli umani.

Non capisco perché si devono ripetere costantemente gli stessi errori.

Siamo all’interno della Terza Rivoluzione Industriale.

Il transistor(componente dell’elettronica) è nato nel 1947. Ma la sua diffusione nell’elettronica industriale e nell’informatica risale all’inizio degli anni ’70.

Da allora si è sviluppata una tecnologia mirata a miniaturizzare sempre più circuiti più complessi basati sul componente base. Il transistor.

Quarant’anni dopo possiamo constatare gli effetti pratici negli strumenti domestici con cui abbiamo a che fare tutti i giorni.

Dai telefonini portatili, ai televisori piatti da appendere a parete, al posto dei vecchi scatoloni di venti anni fa.

La rivoluzione investe tutti i settori.

Siamo in grado di mettere in esercizio vetture metropolitane senza uomo a bordo.

Ma è proprio necessario?

Abbiamo realizzato autoveicoli che possono viaggiare senza la guida umana.

E questo provocherà una fonte di disoccupazione terrificante.

Basta pensare ai tassisti. Chi è prossimo alla pensione se ne frega. Ma a chi mancano 10-20 anni ad andare in pensione queste cose spaventano.

E così via.

Non si pensi che la stragande maggioranza delle attività umane sin qui conosciute non venga interessata.

Due anni fa, un servizio su La Repubblica, spiegava che un grosso studio legale statunitense che aveva dovuto affrontare lo stesso processo dopo dieci anni, aveva risparmiato l’impiego di 160 avvocati perché la lettura delle pratiche era stata effettuata da computer.

Quindi anche i legulei sono interessati ad un futuro ridimensionamento.

Basti pensare a:
Roma, città d' avvocati. «Più che in tutta la Francia» - Archivio
archiviostorico.corriere.it › Archivio
27 gen 2008 - Sono ventunmila gli iscritti all' Ordine degli avvocati di Roma e ... che in tutta Italia sono la bellezza di 37.902 (dato 2006) mentre in Francia i ...


(1) Milano ha 20 mila avvocati (la metà di tutta la Francia
http://www.corriere.it › Cronache
16 set 2010 - Totale: 20.300 avvocati, quasi metà di quanti ce ne sono in tutta la Francia (47 mila). E - si badi - il tetto per la prima volta «sfondato» dei 20 .



Gli studenti americani non frequentano più le biblioteche come un tempo perché la rete fornisce informazioni superiori.

E’ stato realizzato un software in cui sono stati immessi i dati di tutta la conoscenza umana in materia finanziaria. Questo software lavora ininterrottamente 24 ore su 24 operando su tutte le piazze borsistiche.

Compra e vende senza il bisogno dell’intervento umano.

Se riuscite a venirne in possesso diventerete dei nuovi paperoni.

Marchesi analizza questi settori:
“La contemporanea interazione di diversi fattori (tecnologia-elettronica-finanza-globalizzazione)”

A cui dobbiamo aggiungere la saturazione dei prodotti.

Basti pensare all’edilizia. Non si può costruire all’infinito cementificando il pianeta.

E così via.

Iospero chiede:

…..quali soluzioni possibili ?

Qui le soluzioni sono due e soltanto due.

La prima è avere una visione socialista della vita in cui la vita umana ricopre la prima posizione in valore assoluto. E va rispettata a qualsiasi costo.

La seconda è affrontarla secondo il capitalismo spinto, quindi il liberismo.

In questo caso dobbiamo aver ben chiaro che il liberismo chiede inevitabilmente di risolvere il problema nel modo classico.

LA GUERRA.

Perché la guerra elimina le persone e crea la distruzione degli edifici, dei macchinari e degli impianti. E poi si ricomincia da capo come nel Novecento.

Dobbiamo scegliere quale opzione preferiamo.

E dobbiamo farlo subito perché gli elementi in campo hanno superato da tempo il limite di guardia.

Se osserviamo le modalità e i tempi di reazione sul tema dei migranti, si vede che non abbiamo capito niente.

Si sta gonfiando il palloncino in attesa che scoppi.

Vediamo come si stanno comportando gli inglesi che hanno chiesto l’intervento dell’Ue.

Gli sbatti palle franzosi si trovano tra l’incudine ed il martello.

Con noi a Ventimiglia dicono : Niet

Ma a Calais hanno gli stessi nostri problemi con la perfida Albione.

Ed è qui che io non capisco come sono fatti i cervelli umani.

Noi, loro, gli inglesi, i tedeschi, tutta la Ue e l’Onu.

Siamo arrivati ad un punto tale che tutto l’ambaradan deve essere rivisto.

Ci vuole obbligatoriamente un nuovo ordine mondiale.

Altrimenti stiamo viaggiando alla velocità della luce verso la Terza Guerra Mondiale, che come sostiene Francesco è già iniziata qua e là.

Ma io non credo che gli uomini abbiano l’intenzione di fermarla.

Qualcuno per non ragionare preferisce etichettarmi come “pessimista”.

Ma non possiamo bollare Roberto Marchesi come pessimista solo perché si è abbandonato ad analizzare la realtà.

Pancho ha scritto che per quello che succede dalle sue parti, sente che qualcosa sta per succedere.

Da queste parti gli over ’80, da mesi discutono delle stesse sensazioni e sono convinti che stia per arrivare una guerra.

Poi, sempre pancho ha fatto riferimento a non trascurare la disoccupazione.

Questo mix, con i migranti è esplosivo.

Ma gli stivalati ci tengono così tanto terminare il viaggio sulla terra anticipatamente??????

Sono islamici che credono che nell’aldilà avranno a disposizione alcol a non finire, visto che il Corano glielo proibisce in questa vita????

Credono poi di avere a disposizione le 72 vergini come cita il Corano????

Io ad una religione scopatoria credo poco.

Ma anche i cattolici che credono di andare in Paradiso o all’Inferno a secondo di come si sono comportati in questa vita????

Mi possono spiegare perché è stato tolto d’amblé il Purgatorio????

Gli ebrei sono 2.000 anni che aspettano il Messia. Senza offendere nessuna religione: “Ma quando arriva???”

E tutti sono così premurosi di “andare nell'aldilà” per scoprire la verità?

Quando capiranno che siamo tutti sulla stessa barca e che bisogna preservare il diritto alla vita di tutti???

Quindi in teoria bisogna sedersi dietro ad un tavolo per decidere cosa scegliere.

Lo faranno??? Lo Faremo???

Per quanto visto fino ad ora ci credo poco.

A VOI SMENTIRMI.
Maucat
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Iscritto il: 19/04/2012, 12:04

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Caro Camillobenso hai ragione da vendere, la situazione sta degenerando sempre più ma sembra che solo chi ha superato il mezzo secolo di vita se ne stia accorgendo gli altri continuano tranquillamente a danzare e suonare come il 15/04/1912 sul tristemente famoso Titanic.
Il Grande Capitale sta cercando la strada migliore per portare il mondo a una nuova guerra che però dovrà distruggere e uccidere in maniera molto selettiva per massimizzare i profitti in tutti i campi.
Non vedo come un mondo con oltre 7 miliardi di abitanti possa trovare purtroppo una soluzione pacifica e sociale per i suoi problemi di disuguaglianza, solo una drastica ridistribuzione delle ricchezze potrebbe essere una soluzione ma per farla ci vuole la forza. L'automazione, come ho già detto in altro 3D, invece di far lavorare tutti di meno grazie all'aumento della produzione nell'unità di tempo ha portato solo allo sfruttamento intensivo della risorsa uomo per ottimizzare i profitti e alla disoccupazione galoppante con conseguente taglio delle retribuzioni medie.
Stiamo lasciando ai nostri figli/nipoti un mondo nettamente peggiore privo ormai anche di quei valori etico-morali e sociali che le grandi ideologie del XIX/XX secolo avevano cercato di inserire nella società umana per mitigare gli effetti di iper accumulo delle ricchezze e del potere in poche mani.
Abbiamo disperatamente bisogno di ricreare un'ideologia di libertà e uguaglianza che sia capace di attirare e mobilitare le masse in tutto il pianeta e metta di nuovo con le spalle al muro i "potenti" spuntando le loro affilatissime unghie... 8-)
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

scrive Camillobenso
Quando capiranno che siamo tutti sulla stessa barca e che bisogna preservare il diritto alla vita di tutti???

Quindi in teoria bisogna sedersi dietro ad un tavolo per decidere cosa scegliere.

Lo faranno??? Lo Faremo???

Per quanto visto fino ad ora ci credo poco.

A VOI SMENTIRMI.
e poi Maucat
Abbiamo disperatamente bisogno di ricreare un'ideologia di libertà e uguaglianza che sia capace di attirare e mobilitare le masse in tutto il pianeta e metta di nuovo con le spalle al muro i "potenti" spuntando le loro affilatissime unghie... 8-)
Nel frattempo negli USA
l ciclone Trump infiamma l'America. Così il magnate fa tremare i Bush
Eccessivo, sfrontato, famoso per i suoi divorzi e per aver animato un reality show, nei sondaggi il miliardario sta battendo tutti gli altri contendenti repubblicani nella corsa alla Casa Bianca: la sua arma è la frustrazione della classe media
di VITTORIO ZUCCONI

una selezione
Anche le cinque bancarotte sofferte dalle sue imprese - ma non da lui personalmente, precisa, minacciando querele - sono parte del mito che in fondo piace, perché, anche nell'ora delle grida alla Thomas Piketty contro la sproporzione della ricchezza negli Stati Uniti, l'abbondanza del danaro, il successo finanziario rimangono nel profondo della anima calvinista americana un invidiabile segno di approvazione divina. E ci saranno sempre più elettori disposti a credere in un Reagan o in un Donald Trump, anziché pronti a "Occupy" Wall Street.

Purtroppo questa è la situazione, ma speriamo che almeno gli europei , quelli pensanti , abbiano
la possibilità di comprendere in tempo quale è la verità e che ormai bisogna scegliere se andare verso uno scontro di civiltà, o accontentarsi della POSSIBILITà di una vita più semplice e felice.
L'Europa attuale , lo dice la maggioranza degli europei, così non può continuare, nello stesso tempo la maggiorparte si rende conto che una nazione da sola non è in grado di reggere sul piano globale e allora tutte le forze politiche si decidano nel fare chiarezza.
Non è possibile accettare la DoPPIEZZA DI Renzi e aSPETTARE 20 ANNI per arrivare alla situazione OCCUPAZIONALE DEL 2007, se la Germania e altri non vogliono cambiare le attuali regole adesso e il momento della verità e trattare da posizioni alla pari per soluzioni alternative
come sostengono la maggioranza degli economisti.
Non è il momento dei giochetti politici di breve termine , si guardi in prospettiva sia a destra che a sinistra e si informino i cittadini che pensando solo ai propri interessi di bottega alla fine ci ASPETTA UNA CATASTROFE.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Alcuni dati sul debito mondiale (circa 60 trilioni di $):

USA 29,05% (contro il 23% di reddito)
Giappone 19,99% (contro l'6% di reddito)
Cina 6,25% (contro il 13,9% di reddito)

L'Europa ha circa il 26% del debito (I: 4,61%-D: 4,81%-UK: 3,92%-F: 4,35%- E: 2,15%-NL: 0,98%-GR:0,71%...) e la Russia solo lo 0,49%. Canada 2,70%, Brasile 2,49%, India 2,06%

Se valutiamo anche la popolazione dei rispettivi paesi ne viene fuori che forse la Grecia non è proprio la peggiore... ;)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

I pareri di Melotto e Chiesa



Giulietto Chiesa: è arrivata la bufera, a lungo annunciata


Scritto il 09/8/15 • LIBRE nella Categoria: Recensioni

Alcuni mesi orsono, il giornalista e uomo politico Giulietto Chiesa ha pubblicato per i tipi di Piemme Edizioni il volume “E’ arrivata la bufera”. Quest’opera contiene la riproposizione del saggio intitolato “Invece della Catastrofe”, oltre ad un lungo articolo dedicato ai fatti parigini di inizio gennaio 2015, ovvero la strage presso la sede della redazione del periodico satirico Charlie Hebdo. A distanza di un anno e mezzo dalla prima pubblicazione, “Invece della catastrofe” torna dunque a proporsi quale indispensabile strumento cognitivo della modernità. Va colta prima di tutto una peculiarità di questo scritto: esso è inchiesta giornalistica, analisi, e proposta politica, che si pone l’obiettivo di abbracciare e racchiudere nel proprio sguardo partecipe la realtà nella sua globalità. A differenza di altri pur brillanti scritti di questi anni, il libro di Chiesa coglie nel loro stretto legame fenomeni quali il profilarsi di una crisi irreversibile dell’eco-sistema, l’agonia degli stati-nazione sotto la scure del debito di proprietà delle banche, il mutamento antropologico dell’uomo occidentale avulso, disancorato dalla realtà e schiavo dei moderni mezzi di comunicazione, lo spirare di nuovi venti di guerra da ovest, da quegli Stati Uniti d’America che non sanno accettare la perdita del ruolo di superpotenza in un nuovo mondo multi-polare.

Saper cogliere la vastità e la profondità di questo mutamento di fase, come Chiesa lo definisce, è essenziale, perché il pericolo che attende il genere umano è tale da far temere che il secolo che abbiamo appena cominciato a percorrere, possa essere anche E' arrivata la buferal’ultimo della nostra storia. Leggere con attenzione il volume in questione impegna a rivedere il proprio bagaglio culturale, non per accantonare concetti in parte ancora validi ma per saperne cogliere nuovi, più inquietanti significati. Alcuni militanti appartenenti all’orizzonte culturale e politico della sinistra novecentesca si compiacciono di utilizzare, spesso a sproposito, espressioni quali “lotta di classe”. Chiesa invita a considerare che i rapporti di forza attuali non permettono di cullarsi in improbabili sogni di vittoria: se esiste una lotta di classe, è quella che i potenti, i proprietari universali, stanno muovendo verso le masse del pianeta, masse che comprendono anche quelle fasce di popolazione dell’ Europa occidentale che un tempo si definivano borghesi, ovvero benestanti.

Rileggere Antonio Gramsci significa sapere che occorre ripartire da posizioni di difesa, da quella casematte che sono i territori dove ciascuno di noi vive: «I territori come li concepisco e propongo, hanno confini vasti: includono la nostra mente (spirito, istruzione, informazione, cultura, sapere), il nostro corpo (salute) … l’acqua che beviamo, l’energia che consumiamo, il parco pubblico in cui passeggiamo, l’energia che consumiamo». S’intende che tale opzione non comporta l’adozione di un atteggiamento di passività rispetto alle scelte che si vorrebbero imposte dall’alto. Che sia necessario tornare ad un livello adeguato di conflittualità sociale è evidente nell’elogio che Chiesa fa del movimento No Tav della Val di Susa: «Il valore emblematico di questa lotta è immenso … ci consente di comprendere quanto la battaglia sia dura e drammatica. Ovvio che No Tav occorrerà moltiplicare questi fronti di resistenza genuinamente deocratica e popolare. Uno o due luoghi di resistenza non basteranno. La parola d’ordine dovrà essere – per l’Italia, per l’Europa, per l’Occidente intero – “uno, due, cento No Tav”».

Torneremo su questo tema, come ritrovare unità d’intenti ed efficacia nella lotta al nuovo, ancor più feroce potere del capitale finanziario attuale. Nel mentre, Giulietto Chiesa ci offre una verità scomoda e di non facile assimilazione perché obbliga ad una forte auto-critica. L’altra lotta che si sta portando avanti, è quella che vede da una parte il genere umano nel suo insieme, dall’altra parte il pianeta con le sue molteplici forme di vita animali e vegetali a forte rischio di estinzione, ed il suo delicato equilibrio di organismo apparentemente indifeso ma in grado di ribellarsi ed attaccare a sua volta. Questa guerra ci vede, purtroppo, vincitori, nel senso che si sta compiendo una sistematica distruzione delle risorse planetarie. Se non si vuole che entro poche generazioni, la nostra vita sulla terra abbia termine, si impone un radicale mutamento nei nostri stili di vita. Anche grazie a sofisticati moderni strumenti di calcolo quali i computer, siamo in grado di prevedere con una certa accuratezza quali sarà il disastroso impatto della dissennata politica di rapina globale sul nostro ambiente.

I più avvertiti fra noi – dice Chiesa – rischiano l’ingrato ruolo dell’omerica Cassandra, ovvero di chi avverte, inascoltato, dei pericoli ormai dietro l’angolo. Infatti perché si compiano mutamenti di rotta significativi nel nostro modo di rapportarci alla Natura, occorreranno diversi anni, e l’inerzia della mega-macchina che abbiamo creato gioca decisamente a nostro sfavore. Si prenda la questione della nostra dipendenza da una risorsa energetica ormai al termine quale il petrolio: al riguardo il concetto che va compreso è quello del cosiddetto “Picco di Hubbert”, ovvero il momento in cui la produzione del petrolio raggiungerà il suo livello massimo e comincerà a declinare fino al definitivo esaurimento. Ormai gli esperti sono essenzialmente concordi che tale picco avrà luogo all’interno di questa generazione, o al massimo della prossima, ovvero entro i prossimi trent’anni.

Secondo un analista tedesco, Stefan Schultz, tale evento si è già verificato nel 2010. Una classe dirigente consapevole comincerebbe fin da oggi a porre mano ad una profonda ristrutturazione industriale e a una sostituzione delle fonti di energia. Purtroppo, si preferisce ignorare quel che si presenta ai nostri occhi. E’ il caso, altrettanto grave, dell’aumento della temperatura globale, che dai tempi preindustriali ad oggi è aumentata di “soli” 0,8 gradi centigradi, cosa che si è rivelata sufficiente a causare mutamenti climatici assai dannosi: trombe d’aria, alluvioni, desertificazione d’ampie zone un tempo fertili e abitabili dall’uomo. L’aumento delle emissioni d’anidride carbonica porterà con sé una crescita della temperatura del nostro pianeta di ben sei gradi centigradi entro la fine di questo secolo, si può ben immaginare quale fardello di distruzione questo semplice dato numerico arrecherà. Uno dei leitmotive di questa lucida analisi è la constatazione di quanto i governi siano incapaci di trarre inegnamento da quanto raccontano gli esperti e come preferiscano legiferare in base a quanto viene suggerito, o imposto, dagli emissari delle grandi corporation, le multinazionali che di fatto, sono veri e propri entità sovrane, minacciose nella loro gelida inesorabilità.

Il regno di questa Nuova Classe si è costruito sull’uso spregiudicato dei mezzi di comunicazione, su una narrazione capace di narcotizzare la facoltà critica del singolo individuo. Ciò che i mezzi “generalisti” raccontano è menzogna, reiterata più volte fino a radicarsi nelle convinzioni delle masse popolari. Questi nuovi pifferai magici hanno saputo approfittare della tendenza della psiche umana a baloccarsi con l’illusione, dice Chiesa citando l’Edgar Morin de “I sette saperi necessari all’educazione del futuro”. O ancora, e qui il riferimento è al Guy Debord de “La società dello spettacolo”, l’autore riconosce che «lo spettacolo è la principale produzione della società attuale». La società dei consumi produce senza sosta l’illusione, merce pregiata in grado di produrre a sua volta il potere. L’autore individua nella poca attenzione riservata a questa “struttura” insita nell’immaginario collettivo una della cause del fallimento di quel grande esperimento sociale che fu il comunismo sovietico. Edgar MorinIncapace di darsi altri strumenti diversi dalla censura, i dirigenti dei regimi d’oltre-cortina non seppero andare oltre il rigido connubio tra struttura ideologica e struttura materiale dei rapporti di produzione.

L’ignorare l’esistenza della fabbrica dei sogni portò la popolazione della Russia dei tardi anni ’80 ad essere esposta, indifesa, al bombardamento mediatico del nuovo capitalismo rampante, e portata a desiderare di acquistare merci che neppure erano in vendita. Ancora in molti stentano a credere che la fine dell’Unione Sovietica sia stata pianificata a tavolino nei cenacoli dell’establishment atlantista, quasi che si preferisca concepire un’evoluzione “naturale” del fiume della Storia. Al contrario, tutto ciò – il trionfo del capitalismo moderno e del pensiero unico, la demolizione degli stati nazionali e delle culture nazionali – è opera di una distruzione creatrice di impressionante potenza, che si riscontra nelle parole di uno dei funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato, Michael Leeden, che afferma espressamente che la missione storica degli Stati Uniti d’America consiste nel cancellare, obliterare le società tradizionali, nell’abbattere l’ordine mondiale esistente, nelle scienze come nella letteratura.

Un’altra menzogna, un altro trucco che può vantarsi di qualche successo è quello della creazione del debito mondiale, a tutto vantaggio di quella classe di Proprietari Universali che tiene in scacco la vita di famiglie e comunità. Chiesa racconta di un “innocuo”, innocente libretto intitolato “Modern Money Mechanics”, del 1982, che spiega come si può creare il denaro dal nulla mediante il metodo della “riserva frazionaria”. Un altro stratagemma consistette nel liberare le banche centrali dalla loro funzione tradizionale di acquirenti dei titoli di Stato. Era questo il senso della lettera d’intenti che l’allora ministro del Tesoro Beniamino Andreatta al governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi. Come afferma con piena ragione Giulietto Chiesa, da quel 12 febbraio del 1981 l’Italia veniva ridotta al rango di colonia del mondo finanziario anglosassone, in balia dei mercati. Cessava il circolo virtuoso in base al quale la banca centrale garantiva l’acquisto di titoli di Stato a tassi d’interessi Mario Draghimolto bassi, e s’inaugurava l’epoca della finanza creativa: in circa dieci anni, dal 1980 al 1990, il debito pubblico italiano passò da 20 mila miliardi di lire a 127 mila miliardi di lire.

Non a caso alcuni dei personaggi di cui sopra, oltre all’onnipresente Mario Draghi, furono presenti nel tristemente noto incontro a bordo del Panfilo reale Britannia (giugno 1992), dove venne decisa la privatizzazione di gran parte del tessuto produttivo pubblico italiano. Infine, non possiamo non considerare il monito che Chiesa rivolge ai lettori del libro: fra le diverse minacce che ci sovrastano, quella di una guerra globale, e definitiva nei suoi esiti, è un’ipotesi da tenere in seria considerazione, e che va scongiurata servendoci di tutte le nostre forze. Quali sono gli indizi che portano a pensare ad un più che possibile incrudelimento del già difficile equilibrio attuale? Innanzitutto c’è da considerare che vi sono al mondo masse di milioni, anzi miliardi di individui, in continenti quali Africa e Asia che fino a pochi anni vivevano in una condizione di asservimento in parte auto-indotto, basata anche su un falsa coscienza di sé e dei propri bisogni. Ora che queste popolazioni sono pronte ad uscire dai propri confini perché desiderose di un maggior benessere, non sarà facile, da parte della Nuova Classe che governa il pianeta, far tornare la situazione allo stato di cose precedente, e tutto lascia temere che la lotta per il controllo di risorse primarie quali l’acqua possa assumere il volto di un conflitto aperto e spietato.

Vi è poi l’impari confronto tra le diverse costellazioni di questo periodo storico: la potenza declinante, prossima al collasso, gli Stati Uniti d’America non si rassegna ad un destino di secondo piano, e cova propositi di rivincita verso quei paesi che dimostrano maggiore capacità di crescita economica, i cosiddetti Brics, e che in alcuni casi, detengono anche il controllo del suo stesso debito pubblico, è il caso della Cina. In questo quadro così preoccupante occorre far risuonare la voce del diritto alla convivenza pacifica fra i popoli, dice Giulietto Chiesa. Per l’Italia, e per l’Europa intera si pone concretamente la questione dell’uscita dalla Nato. Porre come primo punto del futuro programma politico la seguente affermazione di principio: “Il governo Charlie Hebdo, l'attentatoitaliano dichiara che non prenderà parte a nessuna azione militare al di fuori dei suoi confini, quali che siano le motivazioni con cui si cercherà di giustificarla”.

Ne “I misteri di Parigi” che apre il volume, Chiesa dà la sua valutazione sui sanguinosi eventi che hanno aperto il 2015, quell’ “11 settembre parigino” di cui si è subito data una valutazione a senso unico, mirante a demonizzare il mondo arabo e soprattutto a far crescere la paura e conseguentemente la diffidenza e la rabbia nell’opinione pubblica europea. Come in quell’altro 11 settembre, sarà buona norma non sottovalutare come chi vuole raggiungere certi scopi non vuole fermarsi di fronte allo spargimento di sangue umano. Giulietto Chiesa raccoglie diverse evidenze non facilmente riconducibili agli schemi del giornalismo di casa nostra. I fatti: «La mattina del 7 gennaio, sul tetto dell’edificio che ospita la redazione di “Charlie Hebdo” si trovava il vicecaporedattore della televisione di Stato israeliana. E’ stato lui a scattare la maggior parte delle foto durante l’attentato e a postarle su Twitter in tempo reale, dimostrando notevole sangue freddo, mentre la polizia tardava a intervenire. Singolare coincidenza fra le moltissime».

E ancora, altre prove dissonanti rispetto al coro; qualche ora dopo l’attentato, ha luogo un ben strano suicidio, quello di uno dei commissari di polizia incaricati delle indagini, il quarantaquattrenne Helric Fredou, che si spara un colpo in testa con la propria pistola d’ordinanza, nel suo ufficio. La madre dell’uomo, intervistata dal sito panamza.com, rivela che la polizia francese ha rifiutato di farle vedere i risultati dell’autopsia giudiziaria, che è obbligatoria in caso di morte sospetta. Se poi si considera il ruolo, quantomeno eccessivo all’interno di una nazione straniera, tenuto dal servizio segreto israeliano Mossad, nell’operazione di salvataggio degli ostaggi all’interno del supermercato kosher, e la strana contrarietà manifestata da Monsieur Hollande nei confronti di Benjamin Netanyahu, diventa legittimo ragionare ad una spiegazione differente dei drammatici eventi.

Resta l’immagine, nelle intenzioni piena di pathos, ma vista da diversa angolazione, ridicola, dei capi di Stato di mezzo mondo che avanzano, stringendosi a braccetto, aprendo la marcia popolare dell’11 gennaio. «Mi riferisco – dice Chiesa – alla fotografia che mostra lo stesso gruppo di politici e Capi di Stato nello stesso momento, ma da un punto di vista più alto rispetto alle telecamere a uso e consumo del volgo. E’ un’immagine formidabile e metaforicamente spettacolare: i cosiddetti leader del mondo appaiono letteralmente staccati, separati dalla massa dei manifestanti. L’intero gruppo dirigente dell’Europa e dell’Occidente è un manipolo isolato. Il popolo che è sceso in strada non è lì. Non c’era prima e non ci sarà dopo: è da un’altra parte».

(Alberto Melotto. “E’ arrivata la bufera”, da “Megachip” del 4 agosto 2015. Il libro: Giulietto Chiesa, “E’ arrivata la bufera”, Piemme, 294 pagine, euro 17,50).
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

L’aria ieri sera ha cominciato a rinfrescarsi. Almeno si respira. Ma leggendo le news mi sembra di capire che non si raffredda per niente il clima politico italiano. Non c’è bisogno del Capitano Paolo Sottocorona titolare del meteo della 7, per capire che la temperatura politica rimane rovente ed aumenterà dopo Ferragosto.

La testata di ieri del Fatto Quotidiano riportava:

In Puglia i ghetti per immigrati sono pieni. Vendola assicurava “Caporalato sconfitto”. Ora il suo successore Emiliano lo liquida così: “Ha combinato nulla”.

Dev’essere un vizio comune quello della casta. Devono essere convinti che gli italiani sono fondamentalmente stupidi e che si bevono ogni cosa gli propinano. Di tutto,…e di più. Sarebbe di conseguenza da fessi a questo punto non approfittarne, da parte della casta.

E allora: “Sotto a chi tocca”

Il napoletanissimo “Ca’ nissuno è fesso…” del principe della risata, Totò, è morto e sepolto da tempo con lui.


Se tanto mi dà tanto, le affermazioni della Bindi circa le decisione della minoranza dem, che storicamente ha fallito alla grande, su di un eventuale possibilità di scissione potrebbero essere prese in considerazione nelle prossime settimane.

Alla buonora. Inteso solo come volontà di stoppare il disegno per convalidare il Colpo di Stato messo in atto dall’establisment del gruppo dominante della finanza speculativa che continua a controllare il potere per interposta persona da quasi mezzo secolo.

Come ha spiegato chiaramente il “liberale” sotto mentite spoglie Piero Ostellino, che auspica come possibilità di ripartenza dell’economia, la full immersion nel mercato e l’eliminazione della Costituzione del ’48 perché troppo socialista, un’ideologia che ha completamente fallito nel novecento.

Un modo di pensare completamente allineato ai desiderata della Jp Morgan.

Forza mercato, ripristiniamo la schiavitù.

Un sistema di pensiero dell’umanità ricorrente nei cicli storici

Quando pensi di averlo messo alla porta, eccolo che rientra subito dalla finestra. I pescecani non vogliono rinunciare nel modo assoluto alla loro natura. Divorare i pesci più piccoli, a qualunque specie appartengano.

CONTINUA
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

I SINTOMI PROFONDI DELLA MALATTIA


Nella puntata di giovedì scorso, 13 agosto 2015 di “In Onda”, emergono in maniera palese due sintomi della malattia profonda della società europea e non solo.

1) Si comincia di nuovo ad innalzare i muri. In questo caso di filo spinato come in Ungheria. Tra l’altro costruito da un’azienda italiana.


2) Aggredita l’inviata di “In Onda” Sara Giudice.

4. Sara Giudice News - Il Fatto Quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/sara-giudice/ La7, a Tarquinia aggredita in diretta la cronista di In Onda Sara Giudice. ... Voto di scambio, archiviato da gip Milano Vincenzo Giudice padre dell'anti Minetti.
5. Norman Atlantic, pm: "Ferite su cadaveri, forse attaccati da squali" - Il ...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... i/1334325/ 12 gen 2015 ... Potrebbero essere state attaccate da squali le vittime della Norman Atlantic. ... Sempre sul fronte delle indagini, sarà affidato il prossimo 20 gennaio .... La7, a Tarquinia aggredita in diretta la cronista di In Onda Sara Giudice.
6. Tutti contro Nicole Minetti, ma sui voti di Sara Giudice l'ombra della ...
http://www.blitzquotidiano.it/blitz-blo ... a-1364835/ 10 ott 2012 ... Sara Giudice ha portato avanti una feroce battaglia anti-Minetti nel 2011, ... è indagata nell'indagine Ruby ma oltre a questo è stata attaccata in ...
7. Sara Giudice non prese voti dalla 'ndrangheta - MilanoToday
http://www.milanotoday.it/politica/sara ... zione.html 13 mar 2014 ... Sara Giudice non ha avuto i voti della 'ndrangheta alle comunali del 2011, qundo si era candidata per il Nuovo Polo per Milano risultando la ...
8. Amici 14, Renato Zero sarà giudice del serale | Si24
http://www.si24.it/2015/03/20/amici-14- ... ale/84867/ 20 mar 2015 ... "Un giudice che non dimenticherete mai". Così in ... Sei in: Si24 > Amici 14 > Amici 14, Renato Zero sarà giudice del serale ... Una fan attacca…
9. Sparare ai politici non si fa nemmeno per gioco. Tanto alla fine le ...
http://www.lanotiziagiornale.it/sparare ... ornalisti/ 1 giorno fa ... ... tentativi di strapparle il microfono e di oscurare la telecamera il collegamento in diretta dell'inviata di In Onda Sara Giudice presso un luna ...
10. Solidarietà del sindaco di Tarquinia Mazzola alla giornalista Sara ...
http://www.terzobinario.it/solidarieta- ... lido/77209 1 giorno fa ... ... alla giornalista Sara Giudice, cui va tutta la mia solidarietà e vicinanza. ... Fiumicino: sul biogas Zingaretti sbaglia, e attacca Legambiente ...


I filmati della rete sono parziali. Stamani è stata ritrasmessa la puntata di giovedì in cui emergono chiaramente due parti.

Nella prima parte la giornalista mostra lo stand del Luna Park dall’esterno con tanto di cartello che invita a sparare alle effigi dei politici poste su dei barattoli

Punto: 35.55
http://www.la7.it/in-onda/rivedila7/imm ... 015-160628

C’è sempre la coda.

Il ragazzo che và a sparare tutte le sere dice. “…. È una conseguenza a cui ci hanno portato loro……”

La classe politica e i giornalisti cadono giù dal pero, perché è conveniente fare finta di niente su quello che sta accadendo tra i cittadini.

Renzi alla festa dell’Umiltà racconta ancora quanti sono i progressi della società italiana grazie alle sue riforme.

La parola magica oggi è “riforme”.

Basta un poco di zucchero e la pillola delle riforme và giù. Và giù.

Oramai siamo all’ASILO MARIUCCIA e solo i chierici renziani per non perdere la poltrona lo sostengono fino alla morte.

Però il disagio monta ogni giorno di più.

Nemmeno Squinzi crede più nella ripresa, e quanto chiede è a favore di Confindustria.

I dati economici e i migranti sono una miscela esplosiva che potrebbe esplodere da un momento all’altro, ma la qualunque pensa solo a rafforzare il suo potere personale tramite il Senato, un tema che frega solo agli addetti ai lavori.

Non ci si deve poi meravigliare se gli italiani abbandonati a se stessi trovano il modo di sfogarsi in questo modo.

La classe politica dormiva quando a scuola trattavano delle cause che hanno portato alla rivoluzione francese.

Ovvio che sia un fatto poco educativo che anche i bambini possano sparare ai politici in effige.

Ma questa classe politica si è mai chiesta che con il loro comportamento si sarebbe arrivati a questo punto?

I politici considerano gli italiani tutti scemi che si bevono tutte le loro supercazzole.

Ma non hanno considerato che gli scemi ad un certo punto non ce la fanno più.

Per adesso ci è andata di mezzo la giornalista Sara Giudice in maniera indiretta.

Ma a settembre le cose potrebbero peggiorare.

O è questo che qualcuno vuole e ha progettato a tavolino?


PS. Alfano ha dichiarato che fino a quando non si risolve a livello internazionale la situazione libica i morti continueranno.

Siamo alla frutta. Angelino manda la palla in tribuna per disviare i problemi.

Questa è la fine.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

SIAMO IN UN GROSSO, GROSSO PASTICCIO.


La bomba della settimana è questa:

Casamonica, il legale: “Le autorità sapevano”
I carabinieri: “Informato il commissariato”
L’avvocato del clan: “Istanza a giudici perché il figlio ai domiciliari potesse partecipare ai funerali”

Militari: “Comunicazione tempestiva”. Prefettura e Questura avevano detto: “Non informati”

Cronaca
“Il giorno della morte di Vittorio Casamonica ho presentato istanza alla Corte d’appello di Roma per ottenere che il figlio agli arresti domiciliari potesse partecipare ai funerali. Lo stesso giorno le forze dell’ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa”. Così l’avvocato Giraldi, storico difensore del clan. Prefettura e Questura avevano affermato di non aver ricevuto alcuna comunicazione preventiva. Ma c’è chi evoca l’ipotesi che gli investigatori abbiano consentito le esequie per poter mettere sotto osservazione i partecipanti


Ma c’è chi evoca l’ipotesi che gli investigatori abbiano consentito le esequie per poter mettere sotto osservazione i partecipanti
Già, i picciotti della mafia sono prepotenti ma non stupidi fino a questo punto. Lo sapevano comunque di essere sotto osservazione da parte delle forze dell’ordine. Lo sanno per professione. Non c’era bisogno di attaccare i manifesti per farlo sapere.



Poi c’è questo articolo di Marco Della Luna del 6 agosto pubblicato oggi su LIBRE.

Svuota-Italia, ultimo atto: le riforme neofasciste di Renzi


Scritto il 22/8/15 • LIBRE nella Categoria: idee


La strategia applicata all’Italia dall’Europa produce scarsità monetaria, perdita di competitività, deindustrializzazione, disoccupazione, indebitamento. Il suo scopo è privare il paese di liquidità e di capacità industriale riempiendolo di debiti e disoccupati, in modo che i capitali stranieri, costituiti da masse di moneta contabile creata dalle banche estere a costo zero, possano arrivare, invocati come salvatori dalla disoccupazione e dalla scarsità monetarie così prodotte, e rilevare tutto sottocosto, cioè le aziende e gli immobili, la ricchezza reale prodotto dal lavoro reale, e possano per tale via impadronirsi del paese.


Questo sta già avvenendo: Italcementi è l’ultimo esempio.

Per conseguire questo obiettivo è stato adoperato l’euro, moneta forte, perciò adatta ad ostacolare le esportazioni italiane e favorire quelle tedesche.

All’euro si aggiungono le cosiddette regole di austerità, nonché la politica di saldi primari attivi di bilancio pubblico – cioè per vent’anni lo Stato ha prelevato con le tasse 100 e restituito con la spesa pubblica 90 (cifre esemplificative), in modo di prosciugare la liquidità del paese.

Molto importante è stata la politica fiscale di Monti, diretta a distruggere il valore degli immobili come garanzia con cui le aziende e le famiglie italiane ottenevano liquidità dalle banche, le quali ora praticamente non accettano quasi più il mattone per dare credito ad esse. In questo modo si è arreso il paese, molto più povero e dipendente dal potere bancario straniero.

Inoltre, colpire il settore immobiliare è servito per colpire il risparmio degli italiani e l’industria edilizia come volano di occupazione e crescita.



Incominciando con il governo Monti, imposto da Berlino attraverso Napolitano, e continuando con Letta e Renzi, che Napolitano ha sostenuto politicamente allargando notevolmente il suo ruolo prescritto dalla Costituzione, l’Italia è stata preparata per l’occupazione finanziaria straniera.



Al fine di sviare l’attenzione da questa strategia generale e impalpabile, agli italiani viene anche offerto un nemico tangibile e immediato con cui prendersela, ossia gli immigrati o invasori.



Per completare l’occupazione finanziaria straniera bisognerà spingere il paese a più elevati livelli di sofferenza e paura, per raggiungere i quali basterà, ad esempio, togliere i puntelli del quantitative easing; quindi è urgente creare le strutture giuridiche con cui il governo possa controllare la popolazione e reprimere possibili sollevamenti popolari contro il regime e i suoi piani.


Questa è la ragione dell’urgenza di attuare la riforma fascista dello Stato (elezioni, Senato, Rai, bail in…) che il governo Renzi sta realizzando, e che altrimenti non avrebbe ragion d’essere, dato che si tratta di riforme a basso o nullo impatto sull’economia.


E che aumentano, anziché diminuire, il potere della partitocrazia parassitaria e inefficiente, anzi, della parte peggiore di essa, cioè degli amministratori regionali, che diventano la base per il Senato renziano.


Il presidente Mattarella, ovviamente, essendo stato nominato da Renzi, lo lascia andare avanti.




La riforma neofascista del Partito Democratico consiste, essenzialmente, nel concentrare i poteri dello Stato nelle mani del primo ministro, eliminando in pratica gli organi di controllo e di bilanciamento, e creando un Parlamento di nominati, cioè limitando radicalmente la possibilità del popolo di scegliere i propri rappresentanti, che vengono legati alle mani del primo ministro con rapporti di dipendenza e interesse poltronale.


Belpaese, brutta fine.

Onorevoli e senatori formalmente rappresentano il popolo, ma votano qualsiasi cosa voglia il premier, altrimenti il premier non li ricandida o rinomina e non li lascia mangiare: un perfetto sistema di voto di scambio legalizzato.


Belpaese, brutta fine.


Questo è il piano per l’Italia, che ha già perduto circa un quarto della sua forza industriale.

Il piano per l’Europa, portato avanti da Washington e dai banchieri privati che possiedono la Fed, attraverso il vassallo tedesco appoggiato e coperto moralmente da Parigi, mira invece a impedire che l’Europa si unisca, che diventi una potenza economica e tecnologica effettivamente concorrente rispetto agli Stati Uniti, e che abbia una moneta propria e funzionante, concorrente col dollaro.


Strumento perfetto per questi scopi è risultato l’euro, che sta creando disunione, divergenze, instabilità e recessione nell’ambito europeo.


Esso sta creando addirittura i presupposti affinché ancora una volta gli Usa siano legittimati a intervenire, non necessariamente in modo materiale, per salvare i paesi minacciati dalla sopraffazione tedesca, recuperando così la loro oggi vacillante supremazia sull’Occidente.


Mentre collabora a questo piano, la Germania riceve evidenti benefici a spese dei paesi deboli, così come i governanti collaborazionisti (italiani e non solo italiani) li ricevono a spese dei loro popoli.

E l’euro, finché serve a questo piano, viene mantenuto e dichiarato irreversibile, assieme alle sue regole, nonostante i danni che l’uno e le altre causano, e i loro evidenti difetti strutturali.


Tutto quadra e corrisponde ai fatti osservabili.
(Marco Della Luna, “Renzicratura: partito democratico, riforme neofasciste”, dal blog di Della Luna del 6 agosto 2015).


Questo articolo di Della Luna l’ho pubblicato volentieri, perché è quello che penso stia succedendo dall’insediamento del governo Monti.

Ho cercato di spiegarlo in questi ultimi 3 anni. Ma è possibile che misia spiegato male. Marco Dalla Luna lo fa sinteticamente in questo articolo.

Ma dubito che gli italiani avvertano il pericolo.

Noi italiani ce la siamo presa a suo tempo con la Fornero ed ancora oggi ne diciamo pesta e corna sul suo conto. Ma l’ordine per attuare nelle modalità dovute la legge Fornero arrivava direttamente dal Professore che a sua volta aveva preso ordini dall’Ue.

I furboni non hanno scelto un politico di professione per mettere in piedi la porcata.

Ma hanno scelto una Professoressa dalla società civile e gli hanno addossato tutta la colpa. Vedi la propaganda di Salvini.

Tanto poi la Fornero è ritornata a vita privata e non tornerà mai più in politica. Però la colpa gli rimarrà sempre addosso per il resto della vita. Usa e getta. Come si usa dalle parti del potere.

Con modalità diversa dalla Grecia, ma ci stanno facendo fare la stessa fine.

COME NE VENIAMO FUORI????????????



O non interessa nessuno diventare una colonia, per il momento tedesca?????
Ultima modifica di camillobenso il 22/08/2015, 15:30, modificato 1 volta in totale.
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