Come se ne viene fuori ?

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UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da UncleTom »

PRO MEMORIA : CHI VOTA IL PD RENZIANO SI SCAVA LA FOSSA E LA SCAVA ANCHE AGLI ITALIANI


DELLA SITUAZIONE ATTUALE MI PIACEREBBE SENTIRE IL PARERE DEGLI AMICI DEL FORUM.

IO LA SENTO TUTTI I GIORNI ON THE ROAD ASCOLTANDO AMICI E CONOSCENTI.
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

UncleTom ha scritto:PRO MEMORIA : CHI VOTA IL PD RENZIANO SI SCAVA LA FOSSA E LA SCAVA ANCHE AGLI ITALIANI


DELLA SITUAZIONE ATTUALE MI PIACEREBBE SENTIRE IL PARERE DEGLI AMICI DEL FORUM.

IO LA SENTO TUTTI I GIORNI ON THE ROAD ASCOLTANDO AMICI E CONOSCENTI.
Che vuoi che ti dica, Zione? Il compito di Renzi lo ha ottenuto ed era quello di far scomparire la sinistra. Raggiunto questo scopo potrebbe anche ritirarsi ma purtroppo vuole continuare a gestirlo finche non rifare la DC punto.2 Ma su questo credo abbia ragione Rotondi. "vogliono essere tutti democristiani ma non ne hanno la stoffa".
Che fare? Come detto altre volte navigo a vista e non mi meraviglierei se votassi sia alla camera che al senato M5S


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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pancho ha scritto:
UncleTom ha scritto:PRO MEMORIA : CHI VOTA IL PD RENZIANO SI SCAVA LA FOSSA E LA SCAVA ANCHE AGLI ITALIANI


DELLA SITUAZIONE ATTUALE MI PIACEREBBE SENTIRE IL PARERE DEGLI AMICI DEL FORUM.

IO LA SENTO TUTTI I GIORNI ON THE ROAD ASCOLTANDO AMICI E CONOSCENTI.
Che vuoi che ti dica, Zione? Il compito di Renzi lo ha ottenuto ed era quello di far scomparire la sinistra. Raggiunto questo scopo potrebbe anche ritirarsi ma purtroppo vuole continuare a gestirlo finche non rifare la DC punto.2 Ma su questo credo abbia ragione Rotondi. "vogliono essere tutti democristiani ma non ne hanno la stoffa".
Che fare? Come detto altre volte navigo a vista e non mi meraviglierei se votassi sia alla camera che al senato M5S


un salutone

Che vuoi che ti dica, Zione? Il compito di Renzi lo ha ottenuto ed era quello di far scomparire la sinistra. Raggiunto questo scopo potrebbe anche ritirarsi ma purtroppo vuole continuare a gestirlo finche non rifare la DC punto.2 Ma su questo credo abbia ragione Rotondi. "vogliono essere tutti democristiani ma non ne hanno la stoffa".


SU QUESTO SONO PIENAMENTE D'ACCORDO, CARO PANCHO, LA MISSION AFFIDATA A PINOCCHIO MUSSOLONI ERA
QUELLA DI ELIMINARE LA SINISTRA.

TANTO CHE HA RICEVUTO GLI ELOGI DEL CAPO DI FI, VISTO CHE LUI NON C'ERA RIUSCITO.


Raggiunto questo scopo potrebbe anche ritirarsi ma purtroppo vuole continuare a gestirlo finche non rifare la DC punto.2 Ma su questo credo abbia ragione Rotondi. "vogliono essere tutti democristiani ma non ne hanno la stoffa


IL PRIMO, IL SECONDO, E IL TERZO LIVELLO, CHE DETIENE IL POTERE MONDIALE, EUROPEO E NAZIONALE, GLI HA DATO VIA LIBERA, PERCHE' LE RACCOMANDAZIONI RICEVUTE LO INDICAVANO UN INCANTATORE DI FOLLE.

PROPRIO COME FU ALLORA BENITO MUSSOLINI.

MA IL SUO EGO MEGAGALITTICO E LA MANCANZA DI CAPACITA' A CAPIRE LA POLITICA, LO HANNO FATTO FALLIRE.

TU, L'ANNUNZIATA, GIANFRANCO PASQUINO, GUSTAVO ZAGREBELSKY, VI CHIEDETE PERCHE' NON LASCIA DOPO UNA CATENA DI FALLIMENTI.

L'EGO STRATOSFERICO NON GLIELO PERMETTE E INSISTERA' FINO ALLA DITRUZIONE DI QUESTO PAESE, NELLA CONVINZIONE CHE LUI POTRAÌ' TRARNE PROFITTO.

NON A CASO PASQUINO LUNEDI' 30 APRILE, PUBBLICAVA SUL FATTO QUOTIDIANO L'ARTICOLO:

"Preferisce l'Italia
giù nel baratro
Ma contento lui.."


PRESENTE IN QUESTO THREAD ALLA PAGINA PRECEDENTE
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da UncleTom »

......ALCUNI GIORNALISTI DEL FATTO QUOTIDIANO, SI SONO ACCORTI CHE SIAMO NELLA REPUBBLICA DEL "BUNGA BUNGA".

.......TROPPO TARDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




Andrea Scanzi/Cronaca/Editoriali/Interno/Politica
Andrea Scanzi: “Le 15 strategie vincenti dei renziani per il suicidio”
Pubblicato su 3 Mag 2018 da infosannio

(Andrea Scanzi – Il Fatto Quotidiano, 3 maggio 2018) – Il Pd fa sempre tesoro degli insuccessi: del resto c’è abituato. E’ accaduto anche dopo la Waterloo del 4 marzo. Da quel giorno gli statisti renziani hanno partorito strategie mirabolanti, grazie alle quali il Pd ripartirà di gran slancio. Verso il disastro.

1) Harambee. In Kenya è un incitamento che sta per “Oh, issa!”. Nel Pd è la corrente guidata dal Matteo meno irrisolto del partito, cioè Richetti. Il quale, seguendo logiche tutte sue, è convinto che con un nome così ci sarà la ressa per votare Pd. Come no: han già transennato i seggi.

2) Towandadem. Non è una tribù di tardivi nativi americani, ma il grido di battaglia dell’ex senatrice Francesca Puglisi. Towanda fa riferimento alla protagonista di Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, “vendicatrice degli oppressori”. L’attrice è quella stessa Kathy Bates famosa per il ruolo, oltremodo rassicurante, della fan violenta di Misery non deve morire: quel che si dice la testimonial giusta.

3) “Ripartiamo dalle donne”. Lo pensa sempre la Puglisi, ma non solo lei. L’idea, di per sé, vuol dire tutto e niente. Se la donna è Nilde Iotti, magari. Se la donna è la Boschi, meglio l’Armagedddon. La Puglisi ha fatto anche tre nomi: Mogherini, Pinotti e Serracchiani. Auguri.

4) “Senza di me il diluvio”. Non l’ha più o meno detto (solo) Renzi, ma la Serracchiani. A Otto e mezzo, l’arrembante Debora ha avuto il coraggio di dire che in Friuli Venezia Giulia il Pd ha perso male perché lei non si è ricandidata. La cosa incredibile è che non scherzava. Mica l’ha ancora capito, che Fedriga ha stravinto proprio grazie ai disastri della Serracchiani come governatrice. E’ proprio vero: se non sono del tutto sganciati dalla realtà, Renzi non li vuole.

5) “Un’altra riforma costituzionale, please”. Appunto: due mesi dopo il 4 marzo e un anno e mezzo dopo il 4 dicembre, Renzi è ancora lì che straparla di riforme, semipresidenzialismo, doppio turno e tapioche prematurate. In confronto a lui, Russell Crowe in A Beautiful Mind aveva un deficit di fantasia.

6) “Gli elettori ci hanno detto di stare all’opposizione”. Anche questa è di Renzi, che evidentemente ritiene che il suo elettorato sia così masochista da votare un partito per farlo perdere. Non è che gli elettori han votato per non andare al governo: è che alla fine erano così pochi che stare all’opposizione è diventato per Renzi l’alibi perfetto per portare via il pallone e sperare gli altri muoiano tutti. Magari sotto un meteorite scagliato da Nardella.

7) “Visto? Con me Fazio ha fatto il 22.5%”. Così Renzi si è bullato con gli amici per lo share di Che tempo che fa. Detto che magari quella cifra avrebbe dovuta farla il 4 marzo e non domenica scorsa su RaiUno, la sua vita sembra ormai quella di uno che vuole ogni giorno riscrivere a tutti i costi i confini della poraccitudine. Riuscendoci.

8) “E’ colpa di chi ha votato no al referendum, di Gentiloni e di Mattarella che non ci ha fatto votare in una delle finestre del 2017”. Anche questo è sempre Renzi: lo riconoscete perché, quando parla lui, il livello di cazzate va proprio fuori scala.

9) #senzadime. Uno dei tanti hashtag da asilo nido partoriti dalla peggiore “classe dirigente” di sempre. Anzaldi, Ascani, Gozi, Morani eccetera. Sia loro lieve l’inconsistenza.

10) La vendetta di Gentiloni. E’ la “speranza” degli “oppositori interni” a Renzi, la cui conclamata inconsistenza fa sì che persino uno come Renzi, che non ha mai avuto doti significative e che negli ultimi anni è riuscito persino a peggiorare, faccia ancora il bello e il cattivo tempo nel Pd.


11) “Facciamo come Macron”. Cioè un partito tutto di renziani. Idea coraggiosa. Poi però a Renzi non lo voterebbero più gli “abitudinari del partito”, ovvero i Serra, gli Augias, gli Zucconi e gli ex friggitori di gnocco fritto alle Feste de l’Unità. E Renzi scoprirebbe d’esser quello che politicamente è: niente.

12) “Di Maio è uguale a Salvini”. Così parlò Orfini, che a sua volta è uguale al tipo di Amica Chips e pure al Fabris di Compagni di scuola. Però non diteglielo o si adombra.

13) “Siamo alternativi a Di Maio e Salvini”. L’ha detto Rosato. Che, giustamente, non ha inserito Berlusconi tra i politici alternativi al Pd.

14) “Dobbiamo dialogare col M5S”. L’ha detto Emiliano, che nel Pd conta meno di Rog nel Napoli.

15) “Se il Pd fa l’accordo con il M5S, io me ne vado”. L’ha detto Calenda, e la cosa straordinaria è che mentre lo diceva credeva davvero che a qualcuno interessasse.
Dopo il disastro del 4 marzo, il Pd poteva fare autocritica. Ascoltare gli atti d’accusa dei Peppe Provenzano. Ripartire da capo. Macché: meglio dissolversi del tutto. Meglio insistere con Renzi, che in effetti resta di gran lunga il miglior curatore fallimentare su piazza.

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DOPO SCANZI, LUISELLA COSTAMAGNA



COMMENTI giovedì 03/05/2018
Governo, doveva cambiare tutto e invece arieccoci: nada cambia
di Luisella Costamagna | 3 maggio 2018
| 80
Ricordate le elezioni del 4 marzo? M5S primo partito con oltre il 32% dei voti, centrodestra prima coalizione, con boom della Lega sopra Forza Italia, tracollo del Pd, al minimo storico con milioni di voti persi per strada. Todo cambia. Di Maio e Salvini appaiono i leader del futuro, Berlusconi e Renzi ormai finiti: vecchio e giovane leone (nel senso di predatori), separati solo dall’anagrafe e dai tempi di caccia (20 anni l’uno, una stagione l’altro), accomunati nel tramonto. Loro, che avevano fatto fiorire il Rosatellum per potersi lanciare il bouquet dopo il voto, saranno solo testimoni – si pensava – portando gli anelli nuziali a Gigi e Matteo. Clic.

Riaccendiamo la luce a 2 mesi dal voto: nessun governo e M5S in difficoltà, come testimonia il calo in sondaggi e Regionali. Chi, avendo vinto, poteva/doveva – come la ragazza più bella della festa – dettare le sue condizioni vedendo chi ci stava, s’è messo a inseguire quelli che dovevano corteggiarlo, sballottando il suo elettorato tra prospettive distanti anni luce, dal governo con la Lega a quello col Pd. Con conseguente altalena di emozioni da sindrome bipolare.


Acciaccato Di Maio, ma non Salvini. Sdoganato come statista dalla mejo sinistra dei Cesaroni (la Lega è pur sempre sistema politico noto, non costringe a fare i conti con i propri fallimenti e anzi, riconoscerle dei meriti pur nell’alterità fa tanto provocatorio e anarcoide), l’uomo “di ghisa” prima ha scippato il ghe pensi mi berlusconiano poi, quando ha capito che non quagliava, che il decisionismo del “governo in 15 minuti” stava pure venendo a noia nella sua inconcludenza, soprattutto quando ha focalizzato che B. poteva pure farlo uscire a bere una birra, ma poi doveva tornare a casa se no erano guai, è tornato ad Arcore. Meglio essere primo in coalizione che secondo tra partiti, soprattutto meglio un crodino oggi della cicuta domani. Già perché B., dato per morto, si conferma imperituro e nonostante condanna e decadenza, nonostante la sentenza su Dell’Utri sulla trattativa Stato-mafia, nonostante dica tutto e il contrario di tutto – “I 5S non conoscono l’abc della democrazia”; “Mai posto veti ai 5S”; “Sono un pericolo, meglio il Pd”; “Mai detto meglio il Pd”… – continua a essere, complice l’informazione dominante, un “responsabile” e “moderato”, che può evocare Hitler per i grillini, ma guai a dargli del “male assoluto”. Altro che “7 vite come i gatti”, ormai il proverbio è “20 vite come Berlusconi”!

Infine Matteo Renzi da Rignano, col suo cha cha cha dei finti passi indietro (per ognuno ce ne sono due in avanti). Ha lasciato credere ai dem di essere liberi, così si sono agitati – chi a favore dell’accordo coi 5S, chi “andiamo a vedere le carte”, chi “mai con loro” – e poi, da ex (leader, segretario, premier) e attuale “senatore semplice” di Scandicci, è andato nella “sua” Rai a dettare la linea: sì a incontrare Di Maio in streaming, ma nessuna fiducia (“Sediamoci al tavolo e bocciamo il governo”, ha riassunto Orfini, confermando che anche un orologio rotto due volte al giorno segna l’ora esatta).


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INFINE, SILVIA TRUZZI


COMMENTI giovedì 03/05/2018
Un Paese che teme il voto non può dirsi democratico
di Silvia Truzzi | 3 maggio 2018
|
È il caso che anche noi, nel senso del sistema dell’informazione, si faccia un po’ di autocritica per il livello, disarmante, del dibattito pubblico. Le ultime sciocchezze che occupano i giornali e i siti riguardano le “regole”, improvvisamente assurte al rango di oggetto sociale di un nuovo esecutivo che “scongiuri il voto”. Cioè: siccome non si riesce a fare un governo politico, ci propinano la nuova bufala del sistema che non funziona.

E per riscrivere le regole serve un nuovo esecutivo.

D'accordo, siamo stati male abituati negli ultimi decenni : tutte le riforme di sistema sono state d'iniziativa governativa.

Ma le regole sono materia parlamentare per eccellenza: dire che bisogna fare un governo con tutti dentro per riscrivere le regole è una truffa.

In campagna elettorale mai si è parlato di riforme, i partiti si sono spesi in proposte politiche, ricette economiche soprattutto.

Nessuno ha mai detto: se poi non si riesce, allora facciamo una bella riforma istituzionale.

La quale serve solo a giustificare la nascita di un governo purchessia.

Abbiamo qui più volte scritto che la revisione dei regolamenti del Senato ha raggiunto alcuni degli obiettivi che la riforma Boschi diceva di porsi(in realtà incasinando molto il sistema).

Potrebbe, per cominciare, farlo anche la Camera dei deputati.

E' auspicabile poi che il presidente della Repubblica rifletta bene sulle conseguenze che avrebbe somministrare al Paese l'ennesimo "governo non eletto".

Ci scusino i signori che nei talk show parlano per frasi mandate a memoria, se ci permettiamo di usare una formul scorretta: sappiamo come funziona un sistema parlamentare, abbiamo letto la Costituzione.

Ma il punto è che un altro governo tecnico o di unità nazionale o delle larghe intese non solo sarebbe una presa in giro dei cittadini (che votiamo a fare?), ma anche una sconfitta della politica.

Alla manifestazione del primo maggio, Susanna Camusso ha detto (ed è in ottima compagnia) che l'Italia non si merita un'altra tornata elettorale.

"Mi sembra che il Paese non si meriti il voto in autunno, non ci si avvicina ai problemi del Paese continuando ad invocare il voto: servono cose concrete.

Mi pare che ci sia una responsabilità che le forze politiche devono assumersi, devono decidere su quale programma governare".

E' vero certo, ma qui purtroppo abbiamo abbiamo a che fare con una classe dirigente inadeguata, infantile, opportunista.

Gente che intende la "responsabilità" come un salvagente per non annegare, e si tiene ben lontana dal concetto di responsabilità politica.

Infatti i governi tecnici, o in qualunque modo li si voglia chiamare, servono prevalentemente ad attuare politiche che i partiti non vogliono vedersi imputare.

Tira una brutta aria, un 2013 atto secondo.

Ma certi cammini si sa quando cominciano e non si sa quando finiscono: potremmo beccarci altri cinque anni di governo "irresponsabile", magari tenuto a galla da qualche "ineludibile" riforma.

Tutto questo è meno augurabile di un ritorno alle urne.

Certo sarebbe meglio che i partiti facessero uno sforzo di maturità, visto che questa legge elettorale (ora disconosciuta da tutti) in Parlamento l'hanno votata loro.

Ora dicono che bisogna cambiarla, attenzione, perché non c'è una maggioranza.

Detto che il Rosatellum va modificato perché fortemente sospettato di incostituzionalità, non è scontato
che un altro voto dia nuovamente lo stesso risultato.

E soprattutto, un Paese che non ha paura del voto dei sui cittadini, dove è lecito qualunque compromesso pur di non votare, non è una democrazia sana.


1) PARTENDO DAL FONDO.

I GIORNALISTI SI DEVONO ABITUARE AD USARE VOCABOLI E TERMINOLOGIE ESATTE.

QUELLO CHE UN TEMPO SI CHIAMAVA: "PANE AL PANE, VINO AL VINO"


IL SIGNIFICATO ETIMOLOGICO DEL TERMINE "DEMOCRAZIA", DERIVA DAL GRECO "DEMOS"=POPOLO E "KRATOS"=POTERE.

QUESTA, DA ANNI, TROPPI, NON E' GOVERNATA DAL "POPOLO"

QUESTA E' UNA DEMOCRATURA, UNA DITTATURA CAMUFFATA DA DEMOCRAZIA.
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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......AVANTI TUTTA......VERSO IL DISASTRO FINALE



Zygmunt Bauman, il filosofo e sociologo polacco di origine ebraica, morto a Leeds in Gran Bretagna. dove si era stabilito, inizia così i suo libro "LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL", tratta dal suo intervento di apertura dell'Incontro Internazionale Uomini e Religioni (Sete di Pace: Religioni e culture in dialogo) tenuto ad Assisi nel settembre del 2016:

Sono venuto qui ad Assisi, per fare qualche commento, ma anche per condividere con voi, nella speranza che ci sia una "luce in fondo al tunnel".

Perchè a molti sembra che il mondo e la vita siano entrati in un tunnel.

Quello che sto per dirvi è che la luce in fondo è che la luce in fondo al tunnel è ancora lontana, il percorso per raggiungere la fine del tunnel è ancora lungo e pericoloso, ma c'è una luce in fondo al tunnel.



Noi, nel tunnel che cita Bauman ci siamo infilati da qualche decennio, e almeno la visione di un piccolo barlume di luce manco a parlarne.
Buio, solo e soltanto buio pesto.
Con l'inizio della seconda Repubblica, qualcuno ha scambiato per una luce quella emanata dalla torcetta , con le batterie scariche da maschera di cinema, fatta roteare con abilità dal profeta di Hardcore.
Nel tempo poi le batterie si sono scaricate completamente, ed oggi siamo rimasti bloccati nel tunnel nel buio più assoluto, senza speranza.
Nel buio del tunnel, tutti si muovono come se fossero nella terra dei morti viventi.
La Terza Repubblica, nata dopo il voto del 4 marzo, è nata morta.
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da UncleTom »

......CRONACA DI UNA REPUBBLICA NATA MORTA




Al giro di boa a 60 giorni dal voto, "l'informazione" tricolore si esprime così:

La Repubblica

Crisi, Quirinale stanco dei veti
è pronto il governo di tregua

Moscovici (Ue): l'Italia ha fatto zero. Voto unanime su Martina,
direzione Pd evita lo scontro



^^^^^
RESA DEI CONTI
CON BRUXELLES

Stefano Folli


^^^^^

SESSANTA GIORNI
DA PERDENTI

Francesco Merlo

^^^^^

Salvini insiste sull'incarico
"In Parlamento i voti li troverò"

Il leader della Lega:esecutivo di centro destra o le urne. Ma Berlusconi coltiva un piano B


^^^^^

Mattarella stanco dei veti dei partiti
governo di tregua affidato ad un tecnico



^^^^^
IL BUFALIERE


...........CAOS GOVERNO
Ci manca solo Pajno premier
La carta segreta del Quirinale: un magistrato a Palazzo Chigi
Martina si arrende , il Pd torna in mano a Renzi



^^^^^^

IL FATTO QUOTIDIANO


Martina & C. resa
ai piedi di Renzi
Mattarella furioso

Il reggente si è arreso all'intervista tv dell'ex leader
no al M5S. Al Colle consultazioni finali per lunedì
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da UncleTom »

Si può leggere nella copertina di prima pagina del libro di CHRISTIAN RAIMO, "HO 16 ANNI E SONO FASCISTA":


Chi vuole immaginare in che direzione andrà l'Italia, dovrà innanzitutto comprendere cos'è la politica per i ragazzi d'oggi.

Da questa illuminante inchiesta, durata mesi, emerge la fascinazione dei giovani e giovanissimi per l'estrema destra e la facile presa che i movimenti neofascisti hanno su di loro.

<<Sono fascista >> dichiarano senza remore tredicenni e sedicenni fuori dalle scuole e nelle piazze di ritrovo.

Mentre l'antifascismo non è più percepito come valore condiviso, essere fascisti diventa una moda e crea unità.

CasaPound, Forza nuova e i vari gruppi studenteschi che a loro fanno riferimento sanno parlare ai ragazzi, conquistarli con marchi di abbigliamento, con slogan roboanti e retorici, sanno far leva sui sentimenti degli adolescenti a cui mancano anticorpi antifascisti.

Il neofascismo si nutre anche dell'ambiguità dei partiti tradizionali su temi sensibili come l'immigrazione, dell'antifascismo non militante e dei populismi di destra.

I gruppi neofascisti, invece, sfruttano le grandi paure della globalizzazione per offrire miti razzisti come "la grande sostituzione", incitano alla violenza sui deboli e si insinuano negli spazi democratici di scuole e università.

Dalle vive voci dei ragazzi e attraverso un'analisi approfondita di testi e documenti, queste pagine sono un segnale di allarme e uno specchio della politica di domani, che proietta una strana luce nera.




MI SEMBRA A QUESTO PUNTO PIU' CHE OVVIO, RIPETERE AGLI AMICI DEL FORUM LA DOMANDA INIZIALE:

...............COME SE NE VIENE FUORI?????????........
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da UncleTom »

....................GHE SEM.....

I Milanesi in certe occasioni usano dire : GHE SEM, che tradotto in italiano significa: CI SIAMO

===============================================================
LA BANDA CRIMINALE RENZIANA SUPERFASCISTA E' IN AGITAZIONE DA OVERDOSE. NON VUOLE CHE SCRIVA QUESTO POST
===============================================================

HO APERTO UN ALTRO PC, E SI SONO (INVENTTI<<<<< :oops: :oops: :oops: :oops: ) INVENTATI:

Non è possibile accedere al tuo account

===============================================================

Sia l'Espresso che il Fatto Quotidiano, (oltreal<<<< :cry: :cry: :cry: )oltre al direttore, DAMILANO anche CACCIARI presentano quanto (st<<< :cry: :cry: :cry: ) sta realmente accadendo in questo Paese.

IL FATTO QUOTIDIANO titola:

"Lo stallo è totale: Di Maio e (Slavini<<<< :cry: :cry: :cry: :cry: ) Salvini sono
vincitori fasulli. E il Pd ormai è una farsa



^^^^^^^


L'Espresso, uscito stamani in edicola, in prima pagina titola:

ERRORE DI SISTEMA
Parlamento svuotato. Governo assente.
Colle sotto assedio. Partiti a pezzi.
Così la crisi politica diventa istituzionale.
E minaccia il Paese
.......................................RIAVVIA


Nel suo articolo di fondo il direttore DAMILANO, titola:

MARCO DAMILANO

Nel maggio (italino<<< :cry: :cry: :cry: pia opera criminale renziana) italiano
(inisce <<< :cry: :cry: :cry: sono in overdose di scemenza)
finisce un mondo

Il Parlamento è stato svuotato da anni,
il governo è assente, la presidenza della
Repubblica è coinvolta nell'impasse.
Così la crisi politica diventa istituzionale


Poi iniziano una serie di articoli dal titolo:

PRIMA PAGINA


Crisi di
sistema


Non è più solo un
problema di governo.
Ora è la struttura
del Paese
a tremare.
Portando con sè
anche la politica e
l'economia
.


================================================================

OGGI LE GALLINE FESTEGGIANO. FINO AD ORA SI DICEVA CERVELLO DI GALLINA PER INDICARE
UN CERVELLO PICCOLO PICCOLO.
DA OGGI SI DICE CERVELLO DI RENZIANO CHE E' ANCORA PIU' PICCOLO DI QUELLO DELLE GALLINE
LE GALLINE SONO IN FESTA
================================================================
PER RIPICCA HANNO COMMUTATO QUESTO SU GOOGLE, QUANDO HO SELEZIONATO :LIBRE ASSOCIAZIONE DI IDEE

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UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da UncleTom »

......TUTTO SI COMPLICA............


Sulla prima pagina del Corriere della Sera di oggi possiamo leggere:

La decisione Il tribunale di sorveglianza dopo l'istanza contro gli effetti della condanna del 2013

Berlusconi si può candidare


Sì del giudice alla riabilitazione, via dopo 5 anni di divieto della Severino



^^^^^^^^^

Dal Fatto Quotidiano online, perchè nessun altro quotidiano stamani aveva pubblicato la notizia:

Silvio Berlusconi riabilitato: torna candidabile
FI esulta. Di Maio: “Ininfluente sulla trattativa”


Cancellati effetti della condanna per frode fiscale. Resta il processo Ruby ter e l’indagine sulle stragi
TORRI, PUBBLICITA’, I CONTI DI B. COL GOVERNO (Capozzi e Fior)/ COSI’ TORNERA’ ONOREVOLE (Di Loreto)


Giustizia & Impunità


A tre anni dall’espiazione della pena per frode fiscale, Silvio Berlusconi ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Milano la riabilitazione. L’ex premier di conseguenza è di nuovo candidabile. La decisione fa infatti venir meno gli effetti della legge Severino che ne imponeva l’incandidabilità per sei anni in seguito alla condanna definitiva a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) nel processo sui diritti tv Mediaset arrivata l’1 agosto 2013. Ora avrebbe il diritto di correre per la Camera o il Senato. La svolta arriva mentre tra M5s e Lega sono in corso trattative per la formazione del nuovo governo, il cui fallimento determinerebbe il ritorno anticipato alle urne di F. Q.

•VIDEO – Grillo se la ride: “C’è del bullismo sul badante della nipote… è bellissimo”

•VIDEO – Borghi (Lega): “Non è un problema per il governo”. Toninelli (M5s): “Responsabilità morali e politiche restano”

•VIDEO – Saviano: “Terribile. Tutto cambia perché nulla cambi”. “Governo M5s-Lega? Lo fanno”

•L’Istantanea di Caporale – Riabilitato Silvio, il nostro Sol dell’avvenire

=====

IlFattoQuotidiano.it / Giustizia & Impunità
Silvio Berlusconi, il Tribunale ha concesso la riabilitazione: stop agli effetti della Severino. Ora è candidabile


Il leader di Forza Italia aveva presentato l'istanza a marzo, trascorsi tre anni dall'espiazione della pena per frode fiscale scontata in seguito alla condanna definitiva a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) nel processo sui diritti tv Mediaset. La decisione fa scattare l'estinzione anticipata dell'incandidabilità. Il pg di Milano: "Leggeremo motivazioni e valuteremo appello". L'ex premier resta imputato per il caso Ruby e indagato per le stragi del 1993
di F. Q. | 12 maggio 2018
869

23,5 mila

Più informazioni su: Frode Fiscale, Legge Severino, Paola Severino, Riabilitazione, Silvio Berlusconi

A tre anni dall’espiazione della pena per frode fiscale, scontata in affidamento ai servizi sociali, Silvio Berlusconi ha ottenuto la riabilitazione dal tribunale di sorveglianza di Milano. L’ex premier – che resta imputato nel terzo filone del caso Ruby ed è indagato per le stragi di mafia del 1993 – è di conseguenza di nuovo candidabile. La decisione, di cui ha dato notizia il Corriere della Sera, è appellabile in Cassazione da parte della procura generale di Milano ma è immediatamente esecutiva. Vengono meno, dunque, gli effetti della legge Severino che imponeva l’incandidabilità dell’ex cavaliere per sei anni in seguito alla condanna definitiva a quattro anni (di cui 3 coperti da indulto) nel processo sui diritti tv Mediaset arrivata l’1 agosto 2013. Ora Berlusconi avrebbe il diritto di ripresentarsi e correre per la Camera o il Senato. E questa svolta arriva mentre tra M5s e la Lega alleata dell’ex Cavaliere proseguono le trattative per la formazione del nuovo governo che dovrebbe reggersi sulla “astensione benevola” di Forza Italia.

Il fallimento del tentativo – rispetto al quale Berlusconi si è però messo di traverso già venerdì sera paventando “la patrimoniale” in caso di esecutivo gialloverde – determinerebbe il ritorno anticipato alle urne. Tra i primi a commentare la notizia il leader del Carroccio Matteo Salvini, secondo cui “Berlusconi che torna candidabile è una buona notizia per lui, e ne sono davvero felice, e soprattutto per la democrazia“. Nessun commento sulle conseguenze per l’alleanza con Luigi Di Maio. Da Forza Italia però iniziano già a levarsi voci secondo cui “il nuovo presidente del consiglio c’è” e con lui candidabile “l’Italia torna a sperare”.

La decadenza per effetto della Severino – Nel novembre 2013, proprio per effetto della Severino, il Senato ha votato la decadenza dell’ex premier da parlamentare. I legali del leader di Forza Italia Franco Coppi e Niccolò Ghedini avevano presentato l’istanza di riabilitazione il 12 marzo, trascorsi tre anni da quando Berlusconi ha concluso i servizi sociali all’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Con il via libera del tribunale, che si è espresso in camera di consiglio, scatta l’articolo 15 della legge Severino che sancisce: “La sentenza di riabilitazione, ai sensi degli articoli 178 e seguenti del codice penale, è l’unica causa di estinzione anticipata dell’incandidabilità e ne comporta la cessazione per il periodo di tempo residuo”

Ma Berlusconi resta imputato per il caso Ruby e indagato per le stragi – La riabilitazione è stata concessa nonostante il patron di Fininvest sia ancora coinvolto nel terzo filone del processo Ruby – e indagato per le stragi del 1993, come possibile mandante occulto degli attentati a Firenze, Roma e Milano, insieme a Marcello Dell’Utri. Nel Ruby ter l’ex premier e quattro olgettine sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano per corruzione in atti giudiziari in relazione a versamenti per 400mila euro effettuati da Berlusconi a favore delle ragazze fino all’ottobre del 2016. Oltre all’espiazione, ricorda il Corriere, per essere riabilitato il condannato dovrebbe aver dato “prove effettive e costanti di buona condotta”. Ma il Tribunale di sorveglianza potrebbe aver seguito l’impostazione della Cassazione, secondo cui i “carichi pendenti“, ossia i procedimenti in corso dopo una richiesta di rinvio a giudizio, come sono quelli in cui è imputato Berlusconi per il caso Ruby ter, ad esempio, non sono automaticamente “ostativi” e non necessariamente “significativi” di una condotta “non buona” dopo l’esecuzione della pena.

Pg Milano: “Leggeremo motivazioni e valuteremo ricorso” – Sempre la Suprema corte potrebbe essere chiamata ad esprimersi sul caso se la procura generale di Milano decidesse di appellare la decisione del tribunale. Il procuratore generale Roberto Alfonso ha spiegato ai cronisti che vuole prima leggere le motivazioni dell’ordinanza dei giudici prima di decidere se fare opposizione: “Leggeremo e valuteremo”, ha detto. Il provvedimento, infatti, non è stato ancora trasmesso alla segreteria della Procura generale, dove dovrebbe arrivare lunedì. Ci sono 15 giorni di tempo per l’opposizione.

Il ricorso alla Cedu ancora pendente – Come è noto è ancora pendente l’altro ricorso presentato dall’ex Cavaliere contro la decadenza da parlamentare: quello davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha tenuto un’unica udienza il 22 novembre scorso. Per la difesa di Berlusconi la legge Severino ha avuto sulla sua posizione giuridica un effetto retroattivo. La decisione è prevista per il prossimo autunno, quando però il leader di FI potrebbe non averne più necessità ai fini dell’agibilità politica, visto che ha ottenuto il parere favorevole del Tribunale di Sorveglianza e in caso di elezioni potrà tornare in campo.

Forza Italia esulta: “Calvario di 5 anni, ora torna in campo” – Lo stato maggiore di Forza Italia esulta. “Parziale giustizia a solenne ingiustizia, aspettando Strasburgo”, commenta su Twitter l’ex presidente del Senato Renato Schifani. Secondo Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, “Giustizia è fatta. Finalmente il nostro leader Silvio Berlusconi ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Milano la ‘riabilitazione'”. “Calvario durato 5 anni – aggiunge Gelmini – che non ha permesso al presidente Berlusconi di essere candidato come milioni di italiani gli chiedevano. Ora l’Italia potrà contare ancora di più su di noi”. “La riabilitazione del presidente Berlusconi rende giustizia (tardiva) ad un leader politico e a milioni di elettori che hanno creduto in lui”, afferma Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e consigliere politico dell’ex premier. Entusiasti pure Renato Brunetta – “Berlusconi torna in campo politico a tutto tondo, torna a rappresentare i tanti milioni di italiani che hanno votato Forza Italia e i tanti altri che la voteranno” -, Gianfranco Rotondi, che parla di “restituzione” di Berlusconi “al suo popolo che non ha mai smesso di credere nella utilità del suo contributo al bene del Paese”, e Paolo Zangrillo, secondo cui “la ricandidabilità del presidente Berlusconi rimargina, in parte, una ferita inferta alla democrazia in questo Paese”. Giorgio Mulè scomoda addiruttra “la storia” che “non si scrive con le sentenze, che invece possono avere il potere di deviarla come è successo con l’estromissione di Silvio Berlusconi dal Parlamento. La riabilitazione odierna rimedia tardivamente a un guasto provocato dai rivoli di una sentenza ingiusta nel merito. Ma, da statista qual è, Silvio Berlusconi ha dimostrato ancora in questi giorni di saper scrivere la Storia nonostante l’ingiustizia subita”. L’ex direttore di Panorama spiega poi di aspettare il presidente in Parlamento, nel luogo dove è idealmente rimasto in questi anni grazie al sostegno di milioni di italiani che si riconoscono in lui”.
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di F. Q. | 12 maggio 2018
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Dall'Espresso in rete:


Opinione
Le aziende di Silvio Berlusconi non si toccano: così il M5S ha perso l'anima
Per dieci anni Grillo e i suoi hanno attaccato il centrosinistra perché non faceva una legge sul conflitto d'interessi. Avevano ragione, s'intende. Ma ora i pentastellati si stanno comportando allo stesso modo
di Alessandro Gilioli
10 maggio 2018
Le aziende di Silvio Berlusconi non si toccano: così il M5S ha perso l'anima
C'è un sillogismo semplice su cui oggi i più fedeli simpatizzanti del Movimento 5 Stelle potrebbero spendere una piccola riflessione razionale, se si riesce ad andare oltre gli aspetti emotivi, oltre l'attaccamento di bandiera e di comunità.

Gianni Letta e Fedele Confalonieri - non è un segreto - hanno fatto pressioni molto forti su Berlusconi perché accettasse di vincere il suo l'orgoglio e consentisse la nascita di questo possibile governo M5s-Lega.

Letta e Confalonieri sono da sempre i garanti delle aziende e degli affari di Berlusconi. Sono quelli che pensano alla salute del Gruppo, alle conseguenze della politica nei mille interessi economici: televisioni, cinema, stampa periodica e libraria, assicurazioni, banche, edilizia, immobiliare etc.

Confalonieri svolge questo lavoro in prima linea, in azienda, a Milano; Letta a Roma, nei rapporti con la politica.

Entrambi - così come del resto anche B. - sono uomini di trattativa, di negoziazione, di valutazione su guadagno/perdita in ogni mossa.

Le loro pressioni per la nascita di questo governo sono quindi spiegabili solo sulla base di una loro ragionevole certezza (o quanto meno di una maggiore probabilità) relativa al buon trattamento del Gruppo e del suo proprietario da parte della futura maggioranza e del futuro esecutivo.

Insomma, questo sta avvenendo, anzi forse è avvenuto: forse non con una trattativa diretta - più probabilmente con una negoziazione mediata dalla Lega - tuttavia il M5S sta facendo proprio quello che in questi vent'anni è stato (non a torto) imputato ai Ds e al Pd, a Massimo D'Alema e Luciano Violante: piegarsi a Silvio Berlusconi per quanto riguarda il suo gigantesco conflitto d'interessi e la salvaguardia dei suoi affari.

Dal 1994 - quando Silvio Berlusconi entrò direttamente in politica per mettere in sicurezza le sue aziende dopo la sparizione dalla scena dei suoi referenti al potere, Craxi e Andreotti – l'anomalia italiana di un leader che usa la politica esclusivamente a fini personali e aziendali è stato il filo rosso di uno scontro che ha segnato tutto il conflitto politico.

Una delle principali ragioni che hanno portato alla nascita del Movimento 5 Stelle è stata proprio la contestazione della timidezza - al limite della complicità – con cui la rappresentanza partitica e parlamentare del centrosinistra affrontava la questione Berlusconi.

Il popolo grillino è stato una componente fondamentale del No Berlusconi Day, il 5 dicembre 2009, tra i cui organizzatori c'erano futuri parlamentari M5s come Enza Blundo e Daniela Donno – e anche Roberta Lombardi era in piazza San Giovanni, mentre Vito Crimi organizzava i pullman da Brescia.

E poi: «Qui o si risolve il conflitto di interessi o continueremo a prenderlo in quel posto» (Beppe Grillo, 14 gennaio 2007); «Il nome di un pregiudicato, leader di un partito nato con la mediazione della mafia che ha beneficiato di leggi ad personam per la prosperità delle sue imprese a partire da Bottino Craxi sarebbe il primo della “lista di proscrizione”» (Beppe Grillo, 8 marzo 2015); «Il M5S vuole una legge seria sul conflitto d'interessi» (Danilo Toninelli, 23 febbraio 2016).

E queste sono solo alcune: le citazioni sul conflitto d'interessi di Berlusconi da parte del M5S e del suo fondatore sono infinite. La Rete non dimentica, come dice spesso lo stesso Grillo.

Dove è finito oggi tutto questo?

L'appeasement con Berlusconi, la sparizione dalla prospettiva di una legge sul conflitto d'interessi, la trattativa seppur indiretta per non toccare le sue aziende: già oggi - e perfino se alla fine il governo non dovesse nascere per la questioni dei "nomi" su cui cui si sta discutendo - questa è per il Movimento 5 Stelle una sconfitta epocale.

Una sconfitta morale, strutturale, identitaria, culturale.
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