La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da camillobenso »

Brindisi: La nuova strategia della tensione
di Domenico Valter Rizzo | 19 maggio 2012

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Le immagini di Brindisi riaprono un incubo e non è quello di Capaci e via D’amelio, bensì un incubo più antico: è lo spettro della Stazione di Bologna, quello di Piazza Fontana che si materializza di nuovo.

L’attentato di Brindisi non ha nulla a che vedere con le strategia mafiose degli anni ’90, appare invece sempre più legato da un filo, che pareva spezzato, alla stagione eversiva che ha segnato la storia della Repubblica sin dalle sue origini. Le organizzazioni criminali, quelle pugliesi o quelle che su quel territorio hanno una qualche presenza, possono certamente aver svolto un ruolo nell’esecuzione dell’attentato, ma non possono averlo ideato e non ne traggono alcun beneficio. L’Italia è un paese nel quale storicamente alcune organizzazioni criminali hanno svolto il ruolo di “agenzie” al servizio di un potere che per semplicità abbiamo definito “occulto”.

Le mafie non hanno mai colpito nel mucchio. Le loro azioni stragiste sono sempre state mirate, soprattutto sono state sempre facilmente identificabili, perché un’azione mafiosa è efficace solo se l’attribuzione all’organizzazione stessa è palese. Così è stato in Sicilia, così è stato in Calabria, dove le bombe la ‘ndrangheta le ha messe contro obiettivi simbolici come il Palazzo di Giustizia. La mafia non rivendica come le Br o i Nar, ma lascia una firma inconfondibile, necessaria per ribadire il suo potere.

Un’azione che punta ad una strage – lo ha ribadito in queste ore il capo della Polizia, Manganelli – colpendo un obiettivo assolutamente indifferenziato, non rientra nel modo di operare né delle mafie e neppure delle organizzazioni terroristiche, come le BR o i gruppi anarco-insurrezionalisti. La mafia siciliana a sua volta non ha un gruppo dirigente capace di ideare e organizzare un attentato di questo livello. La pista legata alle mafie, indicata con faciloneria da osservatori a caccia di scontati collegamenti, appare dunque inconsistente. La storia del Paese è segnata da altre azioni stragiste di matrice oscura: stragi “mascariate”, che hanno punti di assoluto contatto con quanto è avvenuto a Brindisi.


Se non siamo dunque di fronte a un’azione mafiosa, siamo di fronte a qualcosa di ancora più pericoloso.



Siamo di fronte all’avvio di una nuova stagione di strategia della tensione.



Le vittima cercate erano palesemente maggiori; il soggetto: giovani adolescenti; il luogo: una scuola periferica di una cittadina di provincia. Sono tutti elementi che lanciano al Paese un messaggio di terrore assoluto: nessuno, in nessun luogo può sentirsi al sicuro.

L’obiettivo dei “bastardi”, così li ha giustamente definiti il sindaco di Brindisi, che hanno ammazzato Melissa e ridotto in fin di vita Veronica e ferito decine di altri ragazzi innocenti, è scatenare la paura, il terrore, l’angoscia.

Il risultato da raggiungere è come sempre riflesso d’ordine, una contrazione della democrazia, una paura che giustifichi e persino chieda un restringimento delle sedi di decisioni, che tagli radicalmente la democrazia


Il progetto dei nuovi registi della strategia della tensione è, come allora, la costituzione di un potere oligarchico, autoritario.

La crisi economica devastante, il terrore, sono due ingredienti essenziali per chi persegue questo disegno, ingredienti che possono, assai più rapidamente di quanto si possa credere, fare saltare il sistema democratico che conosciamo, trasformandolo in un sistema oligarchico nel quale resti in piedi solo una vuota democrazia formale.


Un progetto vecchio, che l’Italia ben conosce, che ha contrastato pagando prezzi durissimi. La domanda che l’attentato di Brindisi ci pone in maniera feroce è una sola: questo Paese oggi è ancora in grado di difendersi da questo pericolo? Siamo di fronte solo alla prima prova e purtroppo dovremo aspettarci mesi duri, mesi di sangue e di paura. E in questa stagione siamo, purtroppo, tutti troppo deboli.

IFQ
Amadeus

Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da Amadeus »

camillobenso ha scritto:Le bombe e l’inutile governo tecnico
di Debora Billi | 19 maggio 2012Commenti (60)

In occasione di terribili eventi come quello di terribili eventi come quello della scuola di Brindisi, il governo appare nudo in tutta la sua inutilità.

Era già accaduto, peraltro, durante il disastro della Concordia, durante le rivolte dei Forconi. In quelle occasioni mi capitò di scrivere: Qualcuno ha visto un ministro in prima fila nella gestione di queste emergenze? Accadono nel Paese che dovrebbero governare, sapete. Era ridicolo Berlusconi a girare per l’Aquila promettendo dentiere, ma mi pervade angoscia nel constatare come questi robot se ne freghino bellamente di ciò che accade. Non li riguarda, loro si occupano solo di spread. Siamo completamente soli.

Saranno anche “tecnici”, ma sono tecnici finanziari, banchieri, economisti. Gente assolutamente non in grado di affrontare una guerra mafiosa, un ritorno di fiamma del terrorismo, o peggio oscure manovre di servizi segreti nostrani o stranieri. Gente incapace persino di gestire un’emergenza dovuta a calamità naturali, un terremoto, un’alluvione. Non sono all’altezza, e soprattutto è lampante come non gliene importi proprio nulla.

In questi momenti sentiamo allora più forte la mancanza della Politica, di quella con la P maiuscola. Il vuoto di potere che si è creato nel nostro Paese, con una classe dirigente completamente insulsa ed impotente e un governo incapace di qualunque azione che non riguardi “i mercati” o “la Bce”, lascia spazio alle scorribande di chi tenta colpi di mano a proprio favore. Sembra di rivivere il 1992/93, a distanza di vent’anni.

Stavolta però non lasciamoci soli. Esercitiamo il nostro senso critico verso ciò che ci viene raccontato, informiamoci sulla nostra storia e facciamo la guardia sul nostro presente. Prepariamoci a riappropriarci del futuro: siamo senza Politica e senza governo, è davvero l’occasione per un colpo di mano. Ma stavolta a nostro favore.

IFQ
aftershocks

per niente d'accordo.
questo è il tipico articolo "contro" e basta.
il governo tecnico si è attivato ( dopo poche ore diversi ministri erano lì ) e non mi pare che siano stati sfuggenti o menefreghisti, solo perchè non si lasciano andare all'onda emotiva sono superficiali o se ne fregano? e la POLITICA con la P maiuscola cosa ha prodotto di così magnificamente diverso e adeguato nelle emergenze passate? in cosa una manica di democristiani sarebbe diversamente CAPACE ? a raccontare frottole ? ah sì quello sì... una bella carrellata l'abbiamo sentita eccome.
mariok

Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da mariok »

Quoto.

E non è il solo caso in cui si strumentalizza una tragedia a fini pseudo-politici.

Alquanto disgustoso.
camillobenso
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da camillobenso »

“Un ex militare interrogato nella notte”. Pm: “Abbiamo buone immagini”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 20 maggio 2012

Commenti (45)


Un ex ufficiale dell’aeronautica, con un passato vicino ai Servizi, famigliari che vendono bombole di gas e buone conoscenze di ingegneria elettronica. E’ una delle piste seguite ieri dagli investigatori, che lo hanno interrogato a lungo, seguendo l’ipotesi del gesto isolato per l’attacco alla scuola. E assieme all’uomo – secondo quanto riferisce Brindisireport.it, il sito che per ieri ha diffuso le prime immagini dell’attentato - ci sarebbe anche una seconda persona interrogata. Ma quella dell’attentatore folle è solo una – forse la prima – delle piste investigative. Di certo, dice il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, chi ha piazzato le bombe ha lasciato tracce: ”Abbiamo delle buone immagini – ha dichiarato questa mattina – non ce le hanno regalate ce le siamo andate a cercare. Immagini che possiamo ricollegare con quasi certezza all’attentato”. Ieri sera il suo volto, il volto dello Stato, era un volto livido. Sono le otto di sera quando Dinapoli torna nel suo ufficio da procuratore: ha le lacrime agli occhi. “Non possiamo lasciare impunito chiunque abbia agito con questa crudeltà – dice commosso – perché lo Stato deve rendere giustizia all’orrore di queste bambine colpite a morte”.

Intanto si continua a battere ogni pista. Anche quella di un legame con la mafia e una “trattativa bis”, che giunge da ambienti investigativi centrali, mentre, qui a Brindisi, l’ipotesi mafia viene considerata residuale: “Una bassa probabilità” dicono gli inquirenti al termine di una lunghissima riunione. Ma chi ha agito? Le piste più accreditate sono due. Un atto terroristico. Oppure l’opera di un folle. Oppure entrambe: l’atto terroristico di un folle, armato di bombe e risentimenti, capace di fare una strage. Ed è per strage che è stato aperto un fascicolo. Anche il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, è scettico sull’ipotesi di un attentato mafioso. Di certo c’è solo un fatto: lo Stato sta reagendo. Decine e decine di investigatori arrivano da tutt’Italia. Non c’è ancora alcuna rivendicazione, ma l’idea che quelle bombe possano essere state piazzate da mani esperte, si fa sempre più largo tra gli investigatori. Chi ha agito, ha costruito un ordigno rudimentale, sì, ma sofisticato nell’innesco. “È terrorismo puro” dice il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Le tracce di una scheda elettronica, utilizzata come impulso per la deflagrazione, è lì a dimostrarlo. È probabile che si stato utilizzato un timer. Non si è esclude l’utilizzo di un telecomando. Si è ipotizzato anche che l’attentatore abbia sottovalutato la potenza degli ordigni. Ma le tracce sembrano dimostrare il contrario.

L’ipotesi investigativa, che ipotizza l‘azione di un folle, è inquientante. Ma è molto meno pericolosa della matrice terroristica. Gli inquirenti hanno controllato le liste degli imbarchi al porto, per la maggior parte navi che traghettano verso la Grecia, e anche lo scenario del terrorismo internazionale, in queste ore, è tenuto in considerazione. Meno della matrice terroristica nazionale, però, anche se l’ipotesi che abbia agito un singolo sembra intatta. “Per un’operazione del genere”, dice un investigatore, è sufficiente anche l’azione di un solo uomo. La pista meno convincente, invece, riguarda la mafia locale, anche se molti elementi, all’inizio, avrebbero potuto far pensare a un attentato della criminalità di Mesagne, patria della Sacra Corona Unita. Il luogo che ha dato i natali al fondatore della Scu, Pino Rogoli. Il 2 maggio scorso era stata fatta saltare in aria l’auto di Fabio Marini, presidente della locale associazione antiracket. E dieci giorni fa un’operazione di polizia, la “Die Hard”, aveva portato in carcere 16 esponenti dei clan, dopo le rivelazioni del pentito Ercole Penna. Il padre di due delle ragazze ferite, Ilaria e Veronica Capodieci, è un imprenditore che collabora con Libera Terre di Puglia. Mai, però, la Sacra Corona Unita ha alzato così il tiro. E comunque vada, la pressione dello Stato, da oggi, nei suoi confronti sarà ancora più pesante. Restano i simboli che riguardano Cosa Nostra: il nome della scuola, Morvillo Falcone, il premio per la legalità ricevuto dallo stesso istituto, la Carovana antimafia in arrivo e la presenza dei familiari di Totò Riina a pochi chilometri, a San Pancrazio Salentino. “I familiari di Riina?”, dice un investigatore, “è una pista che non ci convince: questo è terrorismo. Un terrorismo nuovo. Ma è terrorismo”.

di Antonio Massari e Silvia D’Onghia
camillobenso
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da camillobenso »

Che sia iniziata una “seconda trattativa” perché l’Italia delle ingiustizie conosca come unico rinnovamento possibile quello del gattopardo, è l’ipotesi che razionalità e storia impongono.

Flores avanza questa ipotesi che non è da scartare.

Lo stato dell'arte è quello che. Il quasi ventennio berlusconiano è finito. La mafia/e deve trovare il nuovo referente su cui puntare nella terza Repubblica. Funziona così dalla fine dell'ottocento.



Contro la strategia della tensione, rivolta democratica
di Paolo Flores d'Arcais | 20 maggio 2012| IFQ

Commenti (2)

Non è vero che non abbiamo paura. Abbiamo paura eccome! Non aver paura sarebbe folle. Chi ha compiuto l’atroce e lurido crimine di Brindisi è convinto dell’impunità, altrimenti non avrebbe osato un delitto talmente esecrando ed esecrato (perfino dalla criminalità comune) che, se scoperto, promette il linciaggio in carcere.

Chi ha compiuto l’orrore sa di avere spalle coperte, copertissime. E’ certo di far parte di una potentissima “strategia della tensione”, informale o formale che sia. Abbiamo paura e rabbia, un’infinita e democratica rabbia. Vogliamo trasformare entrambe in azione politica di democratica rivolta.

In Italia orrori di così ributtante cinismo li abbiamo già visti troppe volte: nell’immediato dopoguerra, quando a Portella della Ginestra si vuole terrorizzare il movimento sindacale e la speranza/incubo (dipende per chi) di un domani “rosso”.

Negli anni successivi al ’69, da piazza Fontana a Milano a piazza della Loggia a Brescia, la strage è di Stato, un intreccio di criminali neofascisti, mafie, servizi deviati (e politici di riferimento), con cui i settori eversivi (molto ampli) dell’establishment (non solo politico) esorcizzano nel sangue il timore di un rinnovamento democratico sull’onda lunga del sessantotto studentesco e operaio.

Nel ’91-’93 le stragi sono il volto osceno di una trattativa tra mafie e establishment (soprattutto politico, ma non solo) per paralizzare nel sangue, una volta di più, un rinnovamento democratico che il tracollo del Caf fa avvertire plausibile e prossimo.

Poi il quasi ventennio berlusconiano, regime in cui i settori eversivi (molto ampli) dell’establishment vanno direttamente al governo e la strategia della tensione e delle stragi sarebbe autolesionista.

Ora la strategia della tensione è tornata, strategia di morte puntuale come la morte, perché le macerie cui il berlusconismo ha ridotto il paese, e la mancanza di un’alternativa parlamentare (l’opposizione Pd invischiata fino al midollo in due decenni di inciuci e leggi bipartisan contro la legalità), hanno portato la fiducia dei cittadini nei partiti (complessivamente presi!) ad un comatoso quattro per cento.

E perciò da questa crisi verticale potrebbe uscire come soluzione anche un rinnovamento vero della democrazia italiana, la realizzazione della Costituzione anziché il suo affossamento (la parola “crisi” in cinese è composta da due ideogrammi, “pericolo” e “opportunità”, che in politica equivale a speranza).

Non ha senso azzardare chi specificamente abbia realizzato l’infame attentato di Brindisi, ma sarebbe assurdo non dire quello che anche un bambino capisce: la paura di una soluzione democratica della crisi alle prossime elezioni, con una maggioranza in cui una presenza massiccia di società civile garantisca la fine del berlusconismo e dello spadroneggiare delle illegalità di ogni risma, costituisce un incubo incombente e immediato per i mille strapoteri che sulla illegalità lucrano e metastatizzano.

Da esorcizzare, una volta di più, nel sangue di cittadini innocenti: dall’impudenza di colpire le due personalità più scortate del paese (Falcone e Borsellino) a quella di uccidere ragazze adolescenti che entrano a scuola.

E’ l’impudenza illimitata di chi pensa che detterà sempre e comunque le proprie condizioni, e può spingersi perciò a qualsiasi orrore perché non pagherà mai.

Perché nessuno ha pagato, per tutto il sangue del dopoguerra. Tranne qualche pesce piccolo, qualche “scartina”. Gli assi, i re, i jolly di questo mostruoso “gioco al massacro” sono sempre restati e restano più che mai i padroni del tavolo. Riveriti, anzi. Omaggiati.

Chiamati in mille interviste e porte a porte a fare gli oracoli su come combattere il potere illegale ed eversivo che essi stessi sono.


Che sia iniziata una “seconda trattativa” perché l’Italia delle ingiustizie conosca come unico rinnovamento possibile quello del gattopardo, è l’ipotesi che razionalità e storia impongono.


Saremo felici se dovremo riconoscere di esserci sbagliati, e che si tratti di un crimine orrendo ma senza “santi in paradiso”. Ma troppe volte abbiamo visto in questi decenni che solo i depistaggi di establishment hanno – anche molto a lungo, purtroppo – consentito versioni del genere.

Oltre all’impegno per smascherare ogni depistaggio (che si realizza per atti ma anche per omissioni) da parte di ciò che resta in Italia di giornalismo degno del nome, e che si spera avrà un sussulto anche al di là di quel paio e poco più di testate che il giornalismo già onorano, urgentissima è la necessità di una risposta democratica di massa. Nessun rituale “unitario” però: è davvero mera retorica, anche qualora sincera, pretendere di “unire tutti gli italiani”, quando se si vuole unire il 90% (si spera che tanti siano gli italiani onesti) bisogna voler combattere senza infingimenti e senza compromessi, con intransigente “tolleranza zero”, quel restante 10% di intreccio affaristico/politico/ istituzional-deviato/criminale.

Il che significa una grande manifestazione di massa, subito, sabato prossimo a Roma, da affidare – per le decisioni su chi parlerà – a una figura incontestabile come don Luigi Ciotti, e che imponga al governo pochi e non negoziabili misure: dall’abrogazione di tutte le leggi ad personam alla reintroduzione con pene “americane” del falso in bilancio e della falsa testimonianza, all’introduzione (sempre con pene “americane”) di quello di “ostruzione di giustizia e alle altre misure che tutti conoscono e troppi nell’establishment (anche non “colluso”) non vogliono realizzare per una affinità di classe che di fronte alla barbarie di Brindisi non è più tollerabile.

Vedremo allora alla prova dei fatti chi vuole liberare l’Italia e chi ha scelto invece la convivenza con i “mostri” della continuità del potere.

(sabato 19 maggio, ore 20,30)

ps. L’ipotesi di un “crimine locale”, che è circolata e circola e che non voglio affatto trascurare, non alleggerirebbe di un etto l’angoscia democratica per la situazione nazionale sopra descritta. Se a realizzare un crimine talmente mostruoso fosse stata una banda locale, vorrebbe dire che ormai è talmente diffusa nella malavita dell’intero paese la percezione che le autorità di governo hanno rinunciato ad un effettivo contrasto contro criminalità e illegalità (perché in tale criminalità e illegalità sono invischiati ormai pezzi decisivi e diffusi di “classe dirigente”), che anche una banda locale si lancia in gesta criminali che un tempo solo un potentissimo intreccio mafia/fascisti/apparati deviati si sarebbe permesso.
Amadeus

Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da Amadeus »

c'è la conferenza stampa col procuratore di brindisi.... certo che i giornalisti sono tremendi.... gli mettono in bocca cose mai dette ...lo devono fare sbilanciare per forza in una fase così delicata delle indagini .
sta parlando di probabile "gesto isolato" e di "intento stragista" .... un breivik de noantri?
camillobenso
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da camillobenso »

Foto Don Ciotti abbraccia il papà di Melissa

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/ ... ef=HRER3-1

***

LIBERTA' E GIUSTIZIA
"Accompagniamo i nostri figli a scuola
Non per paura ma per ribadire la fiducia"


Un'iniziativa da attuare fin da domani. La bomba di Brindisi finisce per minare uno dei pilastri della convivenza civile e colpisce il rapporto fiduciario tra famiglie e Stato che ogni mattina si ripete per milioni di ragazzi. "Per questo proponiamo di ribadirlo 'riconsegnando' spotaneamente i nostri figli all'istituzione scolastica"

"Lunedì mattina accompagniamo i nostri figli a scuola. Non per paura ma per fiducia". E' l'iniziativa che Libertà e Giustizia ha lanciato sul suo sito dopo la tragedia di Brindisi. "La bomba di Brindisi - è il ragionamento dell'associazione che si propone di dar voce alla società civile ed è presieduta da Sandra Bonsanti - chiunque l’abbia messa, ha l’intrinseco effetto di minare alla base un pilastro della convivenza civile, di metterci paura" e di colpire il rapporto fiduciario tra famigle e Stato che ogni mattina viene plasticamente rappresentato da milioni di ragazzi che vanno a scuola, che le famiglie affidano tranquillamente allo Stato "perché li educhi e li custodisca per alcune ore". E chiaro che l'attentato di Brindisi, qualunque ne sia la matrice, mette in dubbio il perpetuarsi di questo rapporto fiduciario, mina la sicurezza che ciascuno ripone in questa semplice, normalissima situazione di "affidamento" quotidiano.

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/0 ... ef=HRER3-1
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da camillobenso »

BRINDISI, DA UN VIDEO L'IDENTIKIT DELL'ATTENTATORE: I DETTAGLI

Di Claudia Fusani 20 maggio 2012 -

Un uomo bianco, di circa 50-55 anni, con una giacca scura, pantaloni chiari e scarpe da ginnastica. Forse un complice con lui. E' questo, secondo quanto si apprende, l'identikit dell'autore dell'attentato all'Istituto Morvillo-Falcone di Brindisi ripreso da una telecamera installata su un chiosco ad una ventina di metri dal punto in cui è esplosa la bomba. Nel video, sottolineano fonti qualificate, si vedono le fasi precedenti all'attentato: dal momento in cui l'uomo aziona il telecomando a quando si allontana. Dalle immagini, però, il volto dell'uomo non sarebbe riconoscibile che, dunque, ancora non sarebbe stato identificato.

Né la mafia. Né una pista eversiva. "Un gesto isolato. In cui tendiamo ad escludere collegamenti con la criminalità organizzata. Un atto terroristico, non c'è dubbio. Che aveva l'obiettivo di mettere in ginocchio il Paese".

DOSSIER BRINDISI | TUTTI I VIDEO E GLI ARTICOLI

Con poche ma chiare parole il procuratore di Brindisi Marco Dinapoli prova a raccontare la vera storia dell'attentato alla scuola professionale di Brindisi Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. A ventiquattro ore dal fatto convoca una conferenza stampa al secondo piano della procura per smentire alcune piste e confermarne altre che hanno alimentato il dibattito e le ipotesi di queste ore. Dinapoli ha accanto a sé il sostituto Milto de Nozza. Non c'è traccia del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Né di Cataldo Motta, il procuratore antimafia di Lecce. Due assenze che pesano. E che dicono molto.

La verità è in un video. La pista principale nell'identikit dell'attentatore. "Un filmato che ci siamo andati a prendere e che ci racconta in diretta quello che é successo ieri mattina davanti alla scuola". Si tratta di un uomo solo che sabato notte ha portato da solo le tre bombole del gas, le ha piazzate di fianco all'ingresso della scuola, ha atteso l'arrivo degli studenti e al primo passaggio dei ragazzi ha azionato un telecomando e ha fatto esplodere le tre bombole di GPL. "L'attentatore ha visto la scena, poi se n'è andato".

Sconosciuto ancora il movente. E sconosciuto anche l'uomo, "ignoto ai nostri archivi" precisa Dinapoli. Anche questo contribuisce a scansare ipotesi legate al crimine organizzato. Il procuratore non esclude, anzi ritiene possibile, che il movente possa essere legato alle ragazze in arrivo tutte le mattine a quell'ora da Misagne. "Non c'è dubbio che abbia scelto non a caso orario e luogo e che dunque in questi particolari si debba cercare il motivo della strage". Sono al lavoro i migliori investigatori del Ros dei carabinieri e dello Sco della polizia. L'attentatore, un uomo di circa 50 anni, che sembra italiano, ha le ore scontate.

* * *

L'attentato alla scuola di Brindisi «potrebbe essere un gesto isolato e individuale». Lo ha detto il procuratore di Brindisi, Di Napoli, sottolineando che in ogni caso c'è stata «una volontà stragista». «Non è impossibile - ha aggiunto - che tutta l'organizzazione sia stata fatta da una persona sola».

«Abbiamo capito come può essere andata, ma non abbiamo identificato la persona: ci stiamo lavorando. È un uomo adulto. C'è un video sul quale stiamo lavorando per acquisire tutti gli elementi utili».
«Abbiamo delle buone immagini. Non ce le hanno regalate ce le siamo andate a cercare. Immagini che possiamo ricollegare con quasi certezza all'attentato»., ha aggiunto.

Si vede l'attentatore che preme il tasto del telecomando azionando così la bomba che ha ucciso Melissa Bassi nelle immagini usate dagli investigatori e tratte da telecamere poste per strada per sicurezza. «Immagini terribili», ha detto il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli.

DOSSIER BRINDISI; TUTTI I VIDEO E GLI ARTICOLI

Di filmati che sarebbero potuti essere utili per le indagini si era appreso ieri quando gli investigatori avevano acquisito tutte le immagini registrate dalle telecamere nei pressi della scuola. In particolare, gli investigatori - dopo aver guardato centinaia di immagini - avrebbero trovato elementi di interesse nei filmati di una videocamera posta nei pressi di un esercizio commerciale non troppo distante dal punto in cui è scoppiato l'ordigno.

Di Napoli ha confermato che da ieri è stata condotta una intensa attività investigativa che ha compreso l'interrogatorio di diverse persone e perquisizioni e controlli in vari luoghi della città e della provincia di Brindisi.

POTREBBE ESSERE STATO UNO SCONSIDERATO
«Sembra incredibile, ma è un attentato che appare riconducibile al gesto di uno sconsiderato». Lo rivelano fonti investigative che, a proposito dell'attentato di ieri a Brindisi, non vogliono fornire particolari.

DUE INTERROGATI IN QUESTURA
Due persone, identificate dalle riprese di una videocamera di sorveglianza, sono state interrogate nella notte a Brindisi in merito all'attentato a una scuola che ha ucciso Melissa Basso e ferite altre studentesse. La pista imboccata dalla polizia esclude dalle responsabilità la mafia e punta invece sul terrorismo.

RIPRENDE CONOSCENZA
LA RAGAZZA FERITA GRAVEMENTE
Veronica Capodieci, la 16nne di Mesagne, gravemente ferita nell'esplosione avvenuta ieri davanti all'Istituto Morvillo di Brindisi, ha ripreso conoscenza. La ragazza è ricoverata nel Reparto di terapia intensiva dell'ospedale Vito Fazi di Lecce, dove è stata trasferita nel pomeriggio di ieri, dopo essere stata sottoposta ad un intervento di ricostruzione toracica all'ospedale Perrino di Brindisi.

L'APPELLO DEL SINDACO: OGGI SCUOLE APERTE
«Oggi apriamo le scuole così vinciamo la paura. È un segnale della riscossa della società civile»: è l'appello del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, dopo l'attentato avvenuto ieri mattina davanti all'istituto professionale Morvillo-Falcone nel quale è morta una studentessa di 16 anni e ne sono rimaste ferite altre cinque. Consales invita studenti e docenti, non solo di Brindisi ma di tutta Italia, ad aprire, alle 18, tutti gli istituti scolastici per parlare e vincere la paura. Consales alle 18 sarà all'istituto Majorana di Brindisi, dove incontrerà gli studenti e poi si recherà nell'istituto Morvillo Falcone.

FUNERALI DI MELISSA DOMANI A MESAGNE «Ho proclamato il lutto cittadino per oggi, domani e il giorno dei funerali di Melissa». Lo ha annunciato il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales: le esequie della ragazza vittima dell'attentato di ieri dovrebbero in effetti svolgersi domani alle 16,30 a Mesagne. «Ho invitato tutti i cittadini - ha spiegato Consales - a esporre un fiore sui balconi e nelle attività commerciali come segno di attenzione e vicinanza ai familiari di Melissa, alle comunità colpite e alle ragazze che si trovano ancora in ospedale».

DON CIOTTI, ROMPERE IL SILENZIO DELLE ZONE GRIGIE
«Rompere i silenzi complici, le zone grigie, le mezze scelte di chi tiene un piede da una parte ed uno dall'altra». È stata l'esortazione di Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di «Libera», nel corso dell'omelia della concelebrazione in Chiesa Madre a Mesagne, cittadina nella quale oggi sosta la carovana della legalità di «Libera», e patria di Melissa Bassi, la ragazza morta ieri nell'attentato alla scuola «Morvillo-Falcone» di Brindisi.

PROCURA APRE FASCICOLO PER STRAGE, NESSUN INDAGATO
La procura di Brindisi ha aperto un fascicolo per il reato di strage per l'attentato avvenuto ieri all'istitutio Morvillo Falcone. Al momento non c'è nessun iscritto sul registro degli indagati. Al momento gli inquirenti si sono indirizzati su un gesto isolato e individuale e il procuratore ha ribadito: «Non credo si ripeta».


PAPA; ATTO VILE, BRUTALE VIOLENZA
«Devo purtroppo ricordare le ragazze e i ragazzi della scuola di Brindisi, coinvolti ieri in un vile attentato», ha detto oggi il Papa al Ragina Caeli, pregando «per i feriti, tra cui alcuni gravi, e specialmente per la giovane Melissa, vittima innocente di una brutale violenza e per i suoi familiari, che sono nel dolore».
paolo11
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da paolo11 »

Io mi domando solo una cosa:per quale motivo colpire una scuola dedicata a Morvillo Falcone uccisi dalla mafia e no u'naltra?
Ricordiamoci che la mafia ha scioldo un ragazzino nell'acido.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......

Messaggio da camillobenso »

Stato di confusione

di Antonio Padellaro

http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php

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La definizione più appropriata sullo stato dell'arte l'ha fornita Padellaro che a seguito di tutti gli interventi cita che: ... non c'è bisogno del festival delle congetture.

Da stamani i media si sono attenuti alla versione del Procuratore Di Napoli, che privilegia la pista del gesto di un uomo solo.

Non sono dello stesso parere altri investigatori (Motta) come risulta dal servizio del Tg3 ore 19,00.

L'azione solitaria di una sconsiderato, metterebbe in grande difficoltà i nostri investigatori.

Scarpinato
"Chi ha scelto di fare questa strage ha scelto modalità e tempi tali che non ci debbano essere dubbi sull'attribuzione alla mafia la paternità"

Grasso
"E' un atto di terrorismo nel senso puro che crea terrore tra la gente e tra i genitori di questi giovani."

Motta
"Un'azione di terrorismo internazionale è un'ipotesi non accreditabile sulla base di elementi oggettivi. Gli atti terroristici vengono rivendicati" - (Nel caso Adinolfi la rivendicazione del FAI non è avvenuta subito ma dopo due giorni)

Manganelli
"Cosa Nostra non ha mai ucciso in quel modo, neanche le aree antagoniste, dalle Br agli anarco insurrezionalisti, alle aree di estrema destra"

Caselli
"C'è il rischio di poteri occulti o deviati"

Avvenire
LA DIA

il rapporto: <<Faide interne per scalare i vertici>>

http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php


Avvenire

Il procuratore Alfredo Morvillo: <<E' plausibile la pista mafiosa>>

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Si verrà mai a capo di qualcosa in questo benedetto Paese?
Ultima modifica di camillobenso il 20/05/2012, 21:16, modificato 2 volte in totale.
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