UN COLPO AI DIRITTI DEI GIOVANI, DELLE DONNE, DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATI
Il governo aveva promesso agli italiani che avrebbe agito con equità, che avrebbe eliminato i privilegi, che non
avrebbe fatto cassa con le pensioni, che avrebbe cercato soluzioni in favore delle donne e dei giovani.
Le promesse non sono state mantenute.
La riforma previdenziale Monti Fornero è profondamente iniqua, manca di
qualsiasi gradualità, è stata fatta solo per fare cassa e colpisce pesantemente i diritti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati.
Ecco come il governo ha messo le mani sulle pensioni:
ha aumentato di colpo l'età pensionabile delle lavoratrici di 5, 6, ed anche 7 anni;
ha peggiorato notevolmente i requisiti per il diritto a pensione per coloro che stanno nel sistema
contributivo (da 5 a 20 anni di contribuzione e per poter ottenere la pensione è necessario raggiungere un
importo mensile pari a 643,50 euro), penalizzando così proprio i giovani, i lavoratori precari e le donne,
che saranno costretti a lavorare fino a 70 anni (e poi di più per l'incremento dovuto alla speranza di vita)
dal momento che la pensione verrà corrisposta solo a tale età con 5 anni di contribuzione effettiva e
senza alcun riferimento all'importo del trattamento;
ha legato tutte le età pensionabili all'incremento relativo alla speranza di vita senza più alcuna certezza sul
diritto a pensione;
ha abolito il sistema delle quote per la pensione di anzianità;
ha aumentato il requisito dei 40 anni di contribuzione per il diritto a pensione, indipendentemente
dall'età anagrafica, legando peraltro il requisito stesso all'aumento relativo alla speranza di vita;
ha previsto pesanti penalizzazioni per coloro che maturano i nuovi requisiti per il diritto a pensione
anticipata prima del compimento del 62esimo anno di età;
ha stabilito dei vincoli finanziari e numerici per coloro che sono stati derogati dall'applicazione della nuova
normativa (lavoratori in mobilità ordinaria, in mobilità lunga, esodati, prosecutori volontari, titolari di
prestazioni di sostegno al reddito, esonerati dal servizio).
Si tratta di una vera a propria lotteria
considerato che tale questione coinvolge moltissimi lavoratori. Molte lavoratrici e molti lavoratori
rischiano di rimanere per un lungo periodo di tempo senza alcun sostegno economico e senza pensione;
non ha previsto alcuna tutela per coloro che sono stati stati licenziati e che sono attualmente disoccupati;
ha di fatto vanificato la normativa sui lavori usuranti;
ha bloccato per due anni la rivalutazione automatica delle pensioni per coloro che sono titolari di una
pensione pari 3 volte il trattamento minimo INPS (1.405,00 euro lordi).
IN SOSTANZA A PAGARE IL CONTO DELLA MANOVRA ECONOMICA NON SONO STATI I REDDITI ALTI,
GLI EVASORI FISCALI O I GRANDI PATRIMONI MA LE DONNE, I GIOVANI, I LAVORATORI, I PENSIONATI.
La partita delle pensioni non è chiusa.
È necessario:
risolvere subito il problema di chi ha perso il lavoro e di chi lo perderà per effetto di accordi di
mobilità o di esodo
ripristinare una vera flessibilità e comunque, fin da oggi, prevedere una maggiore gradualità
per l'età di pensionamento delle donne
garantire delle pensioni dignitose ai giovani e alle donne che sono più esposti a lavori
discontinui e a basse retribuzioni
rivedere i requisiti per il diritto alla pensione anticipata e comunque togliere le penalizzazioni.
http://www.cgil.it/Archivio/Welfare/pol ... nsioni.pdf