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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • the day after. quali accordi per governare? - Pagina 7
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 27/02/2013, 20:35
da max1980
soloo42000 ha scritto:A meno che il gioco di Grillo non sia di NON avere un Governo.
Come in Belgio.

Rimane Monti ad interim.
Nel frattempo il Parlamento si insedia.
Elegge il presidente.
Fa le riforme.
Sorveglia il governo (senza insediarne uno nuovo).

Non so se per la legislazione italiana questo scenario sarebbe possibile.


soloo42000

Non è possibile. Il capo dello stato darà l'incarico a Bersani. Io se fossi in Bersani farei come in sicilia. Niente accordo con il Pdl ma farei l'accordo con Monti in modo da aumentare da avvicinarmi alla maggioranza assoluta e cercherei la maggioranza in parlamento sui singoli provvedimenti tra i grillini e dissidenti di lega e Pdl.

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 27/02/2013, 21:17
da peanuts
C'è una domanda che ai grillini non hanno rivolto.
Appoggiare i provvedimenti singoli, ok. Ma se non passa la fiducia iniziale, non si fa nessun provvedimento.
Quindi, escono dall'aula al voto iniziale di fiducia?

E, se escono, monti che fa? Se si astiene o vota contro la fiducia non passa lo stesso.

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 27/02/2013, 23:04
da camillobenso
IL VUOTO DI POTERE AFFONDA LA BORSA CHE VUOLE L’INCIUCIO

(Stefano Feltri).

27/02/2013 di triskel182



ANALISTI SPIAZZATI: ERANO SICURI DEL GOVERNO MONTI-PD. ORA SPERANO NELLE LARGHE INTESE E NELLA RICHIESTA DI AIUTI A MARIO DRAGHI.


Se gli elettori italiani sono confusi e preoccupati, gli analisti finanziari che orientano i mercati sono nel panico.



Per settimane avevano dato per certo che il prossimo governo italiano sarebbe stato Bersani-Monti e avevano comprato e fatto comprare azioni e Btp.



Poi, a urne chiuse, si sono convinti che fosse inevitabile un “governissimo”, larghe intese Pd-Pdl-Monti con qualcuno tipo Corrado Passera come premier.


E invece no: almeno per ora la trattativa è tra Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo. Tutti spiazzati.


MENTRE BERSANI annunciava il tentativo di trovare un compromesso con i Cinque stelle, la Borsa peggiorava chiudendo a -4,9% una giornata disastrosa.


Le banche sprofondano, come al solito: Unicredit perde oltre l’8%, Intesa il 9, il Banco Popolare e Mediolanum più del 10.


Inevitabile, vista la fuga dal debito pubblico italiano: nelle sale trading registrano vendite massicce, con volumi superiori di tre volte a quelli abituali. Risultato: lo spread arriva a 344 punti, prima del voto era 260. Il problema non è soltanto che gli investitori vendono Btp, ma che tornano anche a rifugiarsi nei Bund tedeschi (il cui rendimento quindi scende del 6% in un giorno), segnale che stanno risalendo i timori sulla tenuta della zona euro. E si compra l’unico titolo considerato sicuro, il debito pubblico tedesco.

L’Italia paga già il primo prezzo al caos post elettorale: quando il Tesoro vende in asta 8,75 miliardi di euro di Bot a 6 mesi vede i tassi passare dallo 0,731 di un mese fa allo 1,237. Un bel salto. In serata l’agenzia Standard&Poor’s sostiene che ilvoto non ha impatto immediato sul rating, ma chiede “si vada avanti sulla strada del risanamento”.



Rischia di essere solo l’inizio.



Appena aperti i mercati, il presidente del Consiglio uscente Mario Monti convoca d’urgenza un vertice a Palazzo Chigi: presenti Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia (il nodo resta la tenuta delle banche imbottite di Btp), il ministro del Tesoro Vittorio Grilli (è lui che emette il debito) e il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero (preoccupa è la proiezione europea del caso italiano).


Niente trapela, se non che “c’è bisogno di politica”, cioè dall’impasse si esce soltanto trovando un nuovo equilibrio che permetta di costruire un governo.

Chi si aspettava un messaggio rassicurante è rimasto deluso. Nessuna conferenza stampa, niente.





LA SITUAZIONE è intricata e pericolosa per molte ragioni.





Gli economisti di Unicredit ieri mattina spiegavano agli analisti che è normale attendersi un po’ di calo delle banche in Borsa, che lo spread arriverà forse a 400 e il rendimento del debito a 10 anni al 5 per cento.



Niente apocalisse, perché i fondamentali sono solidi. Ma ci sono tanti ostacoli, a cominciare da un’asta di debito oggi.


Gli investitori sono molto perplessi anche perché dall’estero la lettura prevalente del voto è assai diversa da quella interna: dove noi leggiamo l’esplosione della protesta anti-casta e una sfida tra leader, chi ci osserva da fuori nota che “il 57 per cento degli italiani ha votato per partiti che esplicitamente si oppongono all’austerità”, come scrive il think tank inglese Open Europe.



È la fine del “Bruxelles Consensus”, si dice. Cioè non si può più dare per scontato che l’Italia rispetti gli impegni presi durante la parentesi di Mario Monti.




La dimostrazione di questo nuovo scetticismo arriva nientemeno che dal presidente della Federal Reserve americana, Ben Bernanke: nel caso di una ristrutturazione (leggi: default parziale) del debito italiano, “non ci sarebbero seri danni alle nostre istituzioni finanziarie”.



Forse è troppo ottimista. “Una commedia italiana che si trasforma in una tragedia greca”, si legge nell’analisi di Mediobanca Securities.



Nella sua nota della vigilia, Antonio Guglielmi di Mediobanca Securities aveva ipotizzato che un forte risultato di Berlusconi e Grillo avrebbe spinto il governo Bersani-Monti a chiedere l’aiuto della Bce e del Fondo salva Stati, inserendo l’Italia in un programma di aiuto che avrebbe cancellato buona parte dell’incertezza.


Ora cresce – anche in ambienti governativi – la consapevolezza che lo scudo anti-spread servirebbe davvero.



Perché le condizioni poste dalla Bce in cambio dell’intervento del fondo Salva Stati e dell’acquisto di titoli di Stato sul mercato diventerebbero la garanzia all’esterno che l’Italia rispetterà gli impegni sui conti pubblici.

Però non c’è nessuno con l’autorità per chiedere al presidente della Bce Mario Draghi di intervenire. E lui, da Francoforte, difficilmente può muoversi in autonomia sfidando la Germania. “L’Italia doveva chiedere l’aiuto della Bce quando aveva un governo forte, ma Monti non l’ha fatto, ora è troppo tardi”, dicono molto investitori.



IL VUOTO DI POTERE in questo momento indebolisce l’Italia proprio alla vigilia di appuntamenti europei importanti.



Lunedì c’è l’eurogruppo, la riunione dei ministri economici, e il 15 marzo il Consiglio europeo: chi sarà il capo di governo che rappresenterà l’Italia?



Quasi certamente Monti, anche se nel frattempo a Roma si insedierà il nuovo Parlamento. Non è escluso che la Germania di Angela Merkel, alla vigilia delle elezioni politiche di autunno, possa approfittare della debolezza italiana per dimostrare agli elettori di essere ancora al comando dell’Unione.

E questa volta non ci sarà nessuno a difenderci, con Monti ormai esautorato.

Da Il Fatto Quotidiano del 27/02/2013.

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 27/02/2013, 23:17
da camillobenso
Grillo oppure B. Il Pd deve scegliere

(Paolo Flores d’Arcais).
27/02/2013 di triskel182



Non è affatto vero che la situazione sia ingovernabile. Se renderla tale o voltare democraticamente pagina è nella mani dello sconfitto di queste elezioni, Pier Luigi Bersani. Che deve scegliere tra i due vincitori, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, o l’uno o l’altro, aut aut, e ha di fronte a sé tre ravvicinate scadenze istituzionali, come tali ineludibili, in cui perciò non potrà neppure cavarsela alla Ponzio Pilato.


Seconda scadenza, cronologicamente, ma prima sotto il profilo politico e logico: la Giunta delle elezioni del Senato dovrà decidere se convalidare o meno l’elezione di Berlusconi, che la legge 361 del 1957 dichiara inequivocabilmente NON eleggibile, legge che maggioranze “bulgare” bipartisan hanno sistematicamente violato (un solo voto per la legalità, nel 1994, quello di Luigi Saraceni, che ovviamente l’Ulivo non confermò nella Giunta delle elezioni due anni dopo).


La destra putiniana sosterrà che il suo Cavaliere è eleggibile, perché il suo nome non risulta negli organigrammi di Mediaset, benché la legge chiarissimamente spieghi che vale il beneficiario reale della concessione pubblica, non solo i suoi manager (“coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese…”).


I neo-eletti del M5S (a meno di un improvviso e impensabile virus partitocratico) ovviamente chiederanno il rispetto della legge, e dunque che Berlusconi venga dichiarato decaduto, ed escluso dal Parlamento (il che significa anche dall’immunità rispetto a eventuali mandati d’arresto). E il Pd? Farà, una volta di più, il violante della legge, o la rispetterà? Per dirla col malinconico eloquio bersaniano, smacchierà il giaguaro o salverà il caimano una volta di più (perseverare diabolicum!)?


E VENIAMO alla prima scadenza, l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento. I precursori del Pd (Pci e sinistra democristiana) nel 1976 riuscirono a far passare il principio che una delle due presidenze spettasse all’opposizione.


Oggi il M5S è il primo partito per numero di voti (si conteggiano quelli della Camera, dove votano anche i diciottenni), dunque secondo tale logica ha diritto a una presidenza. Del resto, Bersani non può pensare di averle entrambe, in una delle due camere dovrà scegliere tra l’accordo con Berlusconi e l’accordo con Grillo, la matematica del Senato dice che tertium non datur.


E non vale l’alibi che Grillo rifiuta ogni accordo “a prescindere”: in Sicilia, per le cariche istituzionali (vicepresidenza dell’assemblea), i voti altrui il M5S li ha accettati, come era ovvio e giusto.


Terza scadenza: elezione del presidente della Repubblica. Qui il dilemma si ripropone in termini ancora più incalzanti, al Colle più alto deve risiedere il Custode della Costituzione, scegliendo tra il dialogo con Berlusconi e il dialogo con Grillo Bersani deve in sostanza decidere se accordarsi con i nemici dichiarati della Costituzione, che considerano “i magistrati peggiori della mafia” e la Carta repubblicana carta da cesso, o con una forza politica nuova che fin qui ha invece denunciato ogni violazione della Costituzione come infa- mia partitocratica. Certo, dover discutere con i “ragazzi” del M5S, e con Grillo e Casaleggio, il nome del futuro inquilino del Quirinale, sarebbe per Bersani e i maggiorenti del Pd peggio che andare a Canossa.

Se l’ha fatto un imperatore sarà bene che ci facciano un pensiero anche loro, perché l’alternativa è –anche solo accennando a un pourparler col putiniano – di infangare, calpestare, tradire la memoria di chi ha dato la vita per ché nascesse una Costituzione tra le più democratiche del mondo. Bersani è pronto a tanta scelleratezza?

Non sarebbe invece ovvio chiedere al M5S una rosa di nomi, e avanzarne una in proprio, cercando le possibili assonanze, visto che su personalità come Dario Fo, Andrea Camilleri, Gustavo Zagrebelsky, Barbara Spinelli, o personalità di analoga caratura democratica e repubblicana, non è irragionevole pensare che Grillo e i suoi “ragazzi” già stiano rimuginando?

Tutto questo non risolve il problema della ingovernabilità, si di- rà, per il quale si tratta di trovare un governo che ottenga la fiducia anche al Senato, dove è inimmaginabile che i senatori a cinque stelle esprimano un voto positivo.


E dunque – ecco l’apparente realismo di Bersani & Co. – non resta che il “governissimo” e insomma l’ennesimo scambio di favori e amorosi sensi con Berlusconi, do ut des, una mano lava l’altra, un inciucio al giorno leva il medico di torno, trascinando l’Italia nel baratro, come stanno facendo da vent’anni.


CERTO, SE BERSANI pensa di poter formare il suo governo, e ottenere un via libera da Beppe Grillo, con “aperture” e altri rituali partitocratici, si illude di grosso.


Bersani ha perso le elezioni, e se vuole essere realista davvero, almeno per una volta, deve inventarsi una soluzione di compromesso.

Rinunciare a fare il premier, questo è l’abc, e creare il clima per cui lo stesso Grillo manifesti disponibilità o avanzi dei nomi, per un governo tecnico all’incontrario (rispetto all’esperienza Monti): personalità fuori dai partiti, di adamantino spessore etico e professionale, con alcuni punti qualificanti che sono anche nel programma M5S, dal salario di cittadinanza alle grandi misure ecologiche alla banda larga in sostituzione dei ponti sugli stretti… Di fronte a un governo del genere, di rottura con la morta gora delle nomenklature partitocratiche, non è da escludere che i senatori M5S decidano di non partecipare al voto, consentendo la nascita dell’esecutivo, e votando poi volta a volta a seconda che ne condividano le scelte.


L’alternativa, un accordo con Berlusconi, a me sembra di un buio accecante e irresponsabile, mentre tornare a votare tra qualche mese difficilmente farebbe sparire lo “spettro di Grillo”, come spera la partitocrazia. Anzi.

Da Il Fatto Quotidiano del 27/02/2013.

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 27/02/2013, 23:39
da pancho
Allarme del ministro delle finanze tedesco
Schaeuble:"Rischio contagio dall'Italia, governo subito"

Barroso vede Monti: stabilità nell'interesse del paese e di tutta l'Ue. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: "Il risultato elettorale in Italia ha diffuso dubbi sui mercati che un governo stabile possa essere formato. Quando emergono dubbi di questo tipo c'e' un pericolo di contagio. Lo abbiamo constatato l'anno scorso quando le elezioni in Grecia"

Berlino, 27-02-2013

L'Italia puo' fare la fine della Grecia, scatenare un'altra tempesta perfetta sui mercati e far crollare l'Eurozona. L'allarme, a due giorni dallo tsunami elettorale, lo lancia il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che da Berlino parla apertamente di "un rischio contagio" per gli altri paesi europei. Alla vigilia dell'incontro tra la cancelliera Angela Merkel ed il presidente Giorgio Napolitano, Schaeuble ha esortato i politici italiani a non perdere tempo, a formare "rapidamente un governo stabile" e a continuare sulla strada delle riforme intrapresa con Monti.

L'inquietudine nelle capitali europee sul caso Italia e' ai livelli di guardia, ma da Bruxelles Barroso ha provato a gettare acqua sul fuoco, dicendosi convinto del fatto che l'Italia sapra' trovare stabilita'. Il presidente della Commissione europea lo ha detto, non a caso, dopo un incontro nella capitale belga con il premier Mario Monti. Che domani mattina - dopo un intervento pubblico ad un convegno sulla Concorrenza organizzato dal Commissario Joaquin Almunia - vedra' anche il presidente permanente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

Nell'agenda dell'incontro di stasera con il presidente della Commissione, la preparazione del vertice del 14 e 15 marzo - in cui sara' comunque Monti a rappresentare l'Italia, visto che la prima riunione del nuovo Parlamento e' prevista proprio per il 15 - e l'aggiornamento sulla situazione politica in Italia. Nessun contatto diretto con la stampa. Pochi secondi davanti ai fotografi, poi 90 minuti di colloquio al termine del quale e' stata emessa una dichiarazione congiunta scritta. Barroso ha espresso "la piena fiducia" che l'Italia, grande potenza economica europea e mondiale, "assicurera' le condizioni di stabilita' politica, nell'interesse suo e dell'intera Europa".

E ha ripetuto il dogma europeo: "L'Italia sta affrontando un processo ambizioso di riforme che, se pienamente applicato, aumentera' significativamente il suo potenziale di crescita". Ricordando pure che "finora", ovvero con Monti, il Paese "ha messo i conti su un percorso molto piu' sicuro, condizione essenziale per la crescita". Ma il linguaggio usato a Berlino da Schaeuble in una intervista alla Reuters e' molto piu' diretto. Perche' il ministro delle Finanze ha parlato di un risultato elettorale "inconcludente". Che fa presagire una nuova tempesta sui mercati. Espressioni molto simili a quelle usate ai tempi del primo voto sulla Grecia.

La crisi di Atene e' d'altra parte esplicitamente citata da Schaeuble: "Il risultato elettorale in Italia ha diffuso dubbi sui mercati che un governo stabile possa essere formato. Quando emergono dubbi di questo tipo c'e' un pericolo di contagio. Lo abbiamo constatato l'anno scorso quando le elezioni in Grecia hanno prodotto incertezza politica e altri Paesi sono stati contagiati". Ed ha aggiunto che e' troppo presto per dire che la crisi dell'euro e' risolta: "Io non l'ho mai detto. Ho solo detto che abbiamo fatto progressi significativi. Dobbiamo continuare su questo cammino, altrimenti avremo delle ricadute".

Il tutto mentre invece in Italia Pier Luigi Bersani parla di riaprire l'agenda europea. E di rivedere le politiche di austerita' a senso unico. Un'idea sostenuta a tutto tondo dall'inquilino dell'Eliseo ("il messaggio elettorale italiano" e' di "una tale gravita"' che anche l'Unione europea "non deve restare sorda", ha detto il presidente francese Francois Hollande in una telefonata al leader Pd), ma anche da tutti i socialdemocratici europei. Che si spingono fino ad ammiccare a Grillo.

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=175320
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Inutile che il ns. Presidente si incazzi oltre misura. La situazione Italiana sta' creando grossi problemi a tutta europa e certe esternazioni vanno anche capite. Certo, questi pericoli esistono poiche una vera europa non e' mai stata fatta.

Si e' cercato di favorire sola la finanza e ora la finanza trema perche tutti questi difetti solo la causa della sua e non solo sua instabilita'.

un salutone

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 27/02/2013, 23:57
da iospero
da Il Fatto quotidiano
5 Stelle, i neodeputati a Bologna: “Saremo costruttivi come vuole la Costituzione”
Gli 11 eletti in Emilia Romagna si riuniscono e pubblicano un documento con gli obietti
vi prioritari "speriamo condivisi anche da altre forze politiche": legge elettorale, tagli ai costi della politica, stop rimborsi elettorali. In attesa del summit di tutti gli onorevoli del Movimento che si terrà a Roma: "Forse ci sarà anche Grillo"

Ascoltando la sen .Sereni PD da Vespa c'è la risposta a Camillobenso
non è il momento dei tatticismi, ci troviamo in un Parlamento che nessuno si aspettava e quanto fatto e detto da Bersani è la sola cosa che oggi si può dire.

Però bisogna dire che Bersani era il leader per un governo di centrosinistra aperto al centro,
ora la situazione è del tutto nuova e cambiata, Bersani e Grillo se le son dette di tutti i colori,
mi sembrerebbe opportuno che l'eventuale incarico per un governo che voglia dialogare o avere la fiducia dei 5 Stelle fosse dato ad un altro personaggio, io proporrei la Puppato , che con Grillo ha avuto dei buoni rapporti.

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 28/02/2013, 0:25
da soloo42000
iospero ha scritto:da Il Fatto quotidiano
5 Stelle, i neodeputati a Bologna: “Saremo costruttivi come vuole la Costituzione”
Gli 11 eletti in Emilia Romagna si riuniscono e pubblicano un documento con gli obietti
vi prioritari "speriamo condivisi anche da altre forze politiche": legge elettorale, tagli ai costi della politica, stop rimborsi elettorali. In attesa del summit di tutti gli onorevoli del Movimento che si terrà a Roma: "Forse ci sarà anche Grillo"

Ascoltando la sen .Sereni PD da Vespa c'è la risposta a Camillobenso
non è il momento dei tatticismi, ci troviamo in un Parlamento che nessuno si aspettava e quanto fatto e detto da Bersani è la sola cosa che oggi si può dire.

Però bisogna dire che Bersani era il leader per un governo di centrosinistra aperto al centro,
ora la situazione è del tutto nuova e cambiata, Bersani e Grillo se le son dette di tutti i colori,
mi sembrerebbe opportuno che l'eventuale incarico per un governo che voglia dialogare o avere la fiducia dei 5 Stelle fosse dato ad un altro personaggio, io proporrei la Puppato , che con Grillo ha avuto dei buoni rapporti.


Lascia fare va.
Puppato...
Diciamo che anche dopo la sconfitta, dei personaggi PD Bersani e` il piu` presentabile...

Cerchiamo di non fare i soliti calabraghe.

I grillini vogliono il cambiamento?
Da soli oggi non possono.
Ma se lo facciamo insieme e` possibile gia` oggi.

Bersani non va bene?
Si trovera` un altro candidato.

Ma il nome e` al momento secondario.
Prima occorre verificare le volonta` grilline.

Quanti di loro vogliono capitalizzare consenso facendo schiantare il Paese contro il muro.
Quanti vogliono sporcarsi le mani per cambiare.

Da questo dipendono molte cose.

Fattibilita`.
Necessita` o meno di Monti.

Un passo alla volta.

E` stata fatta una proposta.
Grillo ha risposto al solito modo urlante (confermando la correttezza del giudizio scettico verso M5S).
Adesso vediamo che ne pensano i grillini in Parlamento.
Sul loro stesso sito ci sono non alcuni, ma centinaia e centinaia di post incazzati con Grillo.

Peccato dover aspettare il 15 marzo...

Da un lato e` tempo utile a far decantare shock e adrenalina.
Da un altro utile a far maturare certi ragionamenti.

Attenzione, pero`.

Corriere, Repubblica, Berlusconi, Napolitano, LA7.
Sono tutti contro questa ipotesi.
Non vedono l'ora di fare il governissimo.
Cosi` si evita il fallimento altri 12 mesi.
E il conto lo pagano i cittadini italiani e il PD.
Come in questi 15 mesi di Monti.

Mentana stasera diceva che Grillo e Berlusconi non sono fessi.
Sono giunto alla conclusione che Bersani e il PD, invece, lo siano eccome.
Per come hanno gestito Monti.
E per come si sono fatti mettere in un angolo da Napolitano.
Fino quasi a perdere le elezioni.

Vediamo se colgono lo spiraglio per uscirne con qualche osso rotto in meno.
O se sono del tutto imbecilli a bersi ancora la balla della "governabilita`"...

Vediamo se qua gli unici ad avere le palle per mandare a cagare Napolitano
sono il giaguaro e il comico.


soloo42000

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 28/02/2013, 7:56
da shiloh
allora piccolo feed back personale della giornata di ieri...

Andremo avanti così per tre settimane ?
-Nessun grillino autorizzato a parlare.
-Peppepound che risponde a monosillabi sul cortile di casa.
-Decreti via web e discussione tra i militanti divisi tra gli oltranzisti del vaffa e i responsabili.
-Appelli disperati a Peppepound di Dario, Franca, il figlio, Celentano, Mina,Concita,Scanzi e fairy band al seguito perchè si assuma le sue responsabilità ...visto che ha vinto le elezioni.

Davvero ?
ma tu guarda...

Nel frattempo ci affidiamo alla salute di Napolitano e alla pazienza di Bersani ???
Bello, veramente...
intanto, la reazione che vedo intorno a me ,
nel mondo reale ,
dalla sala mensa agli uffici ai reparti di produzione ,degli ex elettori di sinistra passati con quelli del "il fatto a 5 stelle"
si può riassumere così:

"Orco boja !!! Io volevo solo protestare...e adesso che ho fatto il buco nella chiglia,che faccio ...che non so nuotare ???"

insomma...
tra la base elettorale della supercazzola genovese si comincia già a sentire puzza di cacca nelle mutande...
e anche queste son soddisfazioni...alla faccia di quei gran coglionazzi di Travaglio,Padellaro e dei loro lettori -elettori.

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 28/02/2013, 8:11
da shiloh
è pure partita una petizione in rete:

Caro @beppe_grillo dai la fiducia al Governo per cambiare l’Italia. #GrilloDammiFiducia


https://www.change.org/it/petizioni/car ... ucia#share

************************

chi è interessato a non fare la fine dei greci ,può firmare.

p.s.
contenuto del messaggio:

Caro Beppe,

scrivo a te e intendo parlare a tutti i nuovi parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Mi chiamo Viola, ho 24 anni. Ho votato, e l’ho fatto con molta speranza, il M5S. Sono tra quei milioni di giovani che credono in una rivoluzione gentile: in un Paese solidale, più pulito e giusto, capace di tutelare i cittadini, il loro lavoro, l’ambiente in cui vivono. Io vorrei un’Italia in cui le persone tornino a essere cittadini e smettano di essere sudditi, un’Italia che rispetti i nostri sogni e li sostenga. Vi ho votati con queste speranze nel cuore.

Il M5S ha ottenuto una vittoria alla quale in pochi credevano. Ma un sistema elettorale malato ha prodotto un risultato che non garantisce governabilità. Il mandato del Presidente della Repubblica Napolitano è in scadenza, le Camere non possono essere sciolte, non da lui: non si può tornare subito alle urne. Questo Parlamento avrà forse vita breve, ma non brevissima.
Ti scrivo, e spero saranno in tanti a sottoscrivere questo mio appello, perché gli eletti del M5S hanno un’occasione storica. Da ciò che decideranno dipenderà un pezzetto di storia della Repubblica che può aprirci al futuro o consegnarci per sempre al passato. Dobbiamo scongiurare qualsiasi ipotesi di alleanza PD-PdL, e non permettere alla minoranza di Monti di condizionare gli equilibri parlamentari. Possiamo respingere il ritorno di Berlusconi e costringere Bersani ad accettare le sfide che i suoi stessi elettori vorrebbero raccogliesse.

Si possono fare poche cose, prima di tornare alle urne, in poco tempo:

1. Una nuova legge elettorale;
2. Una legge contro la precarietà e l’istituzione del reddito di cittadinanza;
3. La riforma del Parlamento, l’eliminazione dei loro privilegi, l’ineleggibilità dei condannati;
4. La cancellazione dei rimborsi elettorali;
5. L’abolizione della legge Gasparri e una norma sul conflitto d’interessi;
6. Una legge anticorruzione che colpisca anche il voto di scambio; e l’istituzione di uno strumento di controllo sulla ricchezza dei rappresentanti del popolo (il “politometro”);
7. Il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola;
8. L’istituzione del referendum propositivo senza quorum;
9. L’accesso gratuito alla Rete;
10. La non pignorabilità della prima casa.

Lo so, non sono tutte le cose che il M5S vorrebbe realizzare. Sono alcune, quelle che mi sembrano più urgenti e realizzabili in tempi brevi.

Trasformatele in realtà e tra pochi mesi l’Italia sarà già un Paese pronto per ripartire. Sono impegni, caro Beppe, che possono raccogliere il consenso di molte persone che come me hanno a cuore il futuro, i più deboli, il Paese. E non tutte hanno votato M5S.


Al PD sarà quasi certamente dato mandato di provare a formare un nuovo Governo. Non ci sono molte possibilità: se i senatori del M5S si astengono o votano contro, sarà paralisi, o peggio, vedremo un qualche Monti bis. I senatori del Movimento potrebbero anche uscire dall’aula, al momento delle votazioni, e così consentire forse la nascita di un Governo di minoranza: ma questa sarebbe vecchia politica, un patto di governo silenzioso che non renderebbe giustizia alla trasparenza che vogliamo portare nelle Istituzioni.

Allora poniamo noi le giuste condizioni al partito di Bersani: in cambio dovranno presentare in Parlamento quelle riforme che ci stanno a cuore e che possono far diventare l'Italia migliore.

Queste elezioni sono costate quasi 400 milioni di euro. Non è difficile capire ciò che gli elettori chiedono.A voi, che siete i nostri dipendenti, è stato dato un mandato. Raccogliete questa sfida e cominciamo subito a cambiare l’Italia, per il bene di tutti.

Caro Beppe, non sprecare il mio voto. L’ho dato con la testa e con il cuore.

Ti saluto con amicizia,

Viola

Re: the day after. quali accordi per governare?

Inviato: 28/02/2013, 8:40
da Amadeus
Mentana stasera diceva che Grillo e Berlusconi non sono fessi.
Sono giunto alla conclusione che Bersani e il PD, invece, lo siano eccome.
Per come hanno gestito Monti.
E per come si sono fatti mettere in un angolo da Napolitano.
Fino quasi a perdere le elezioni.

Vediamo se qua gli unici ad avere le palle per mandare a cagare Napolitano
sono il giaguaro e il comico.
:?:
confesso che non ho capito la parte con Napolitano.