questo governo Letta è una botta di vita per molte creature del sottobosco
http://www.huffingtonpost.it/2013/05/29 ... _ref=italy
“Non si chiamano matrimoni come in Francia, ma è solo un fatto semantico. Sono previste forti analogie al matrimonio per quanto riguarda diritti e doveri, perché i gay devono essere cittadini come tutti”.
La legge sulle unioni gay è pronta. Giancarlo Galan la presenterà domani. Ha già incassato il sostegno dei “laici” del Pdl, da Stefania Prestigiacomo a Laura Ravetto, da Sandro Bondi a Daniele Capezzone. Ma anche il gelo dei cattolici, Carlo Giovanardi e Maurizio Sacconi, e il silenzio di Alfano.
Nel suo studio a Montecitorio sta limando con gli uffici tecnici gli ultimi dettagli. Per ora non sono previste le adozioni: “Fosse per me - spiega - le avrei messe, ma adesso la priorità è far passare il principio. Non è detto che non interverremo successivamente”. Ma assicura che si tratta solo di un fatto di opportunità, non di un cedimento: “Guardi, la normativa sulle adozioni è un casino anche per le coppie eterosessuali, andrebbe cambiata prima la normativa nel suo complesso. Se la conosce converrà con me che ad esempio sulle adozioni internazionali presenta zone opache”.
Ecco, il matrimonio gay è solo il primo passo. E non solo nella direzione delle adozioni. Giancarlo Galan, fedelissimo di Berlusconi sin da quando lo conobbe nell’86, liberale puro, è convinto che serva uno shock sui diritti. E all’HuffPost annuncia: “Sono favorevole alla fecondazione assistita e all’eutanasia. Nelle prossime settimane ci muoveremo anche su questo. Come ai tempi dell’aborto il paese è più avanti del Palazzo, e su queste norme non c’è vincolo di partito”.
Galan, la sua proposta si chiama “Gay and lesbian partnership”, ovvero “unioni omoaffettive”. Non era meglio chiamarla matrimonio?
Non è un fatto di nomi. I nomi sono diversi, ma la sostanza è simile. Come può vedere ci sono analoghi diritti e doveri del matrimonio previsto dal nostro codice civile. È, di fatto, la stessa cosa: abbiamo evitato di impiccarci all’aspetto più mediatico e di andare al dunque, prevedendo delle procedure semplificate. In questa fase è importante il principio. Mi ha fatto piacere, ad esempio, che una come Paola Concia, che non ha un approccio ideologico condivida la mia iniziativa.
Però sulle adozioni non è uguale al matrimonio.
La normativa sulle adozioni è un disastro anche per gli eterosessuali, soprattutto per le adozioni internazionali, dove si mescolano interessi opachi e non chiari. Tuttavia stiamo facendo il primo passo. Io sono favorevole alle adozioni da parte dei gay.
È un fatto di civiltà?
Certo. Ho visitato tanti orfanotrofi in Venezuela, Uruguay, Ucraina, Russia. Ho visto bambini che non hanno speranza di ricevere nella vita una carezza o un abbraccio, e magari destinati a finire in bordelli e nella delinquenza. È meglio questo o dare a loro la carezza di due papà o di due mamme? Vedremo nelle prossime settimane quello che si può fare.
Le sue parole suonano come una bestemmia nel suo partito.
E perché? Io sono un liberale. E il mio partito, cioè Forza Italia, di cui sono stato tra i fondatori è quello della rivoluzione liberale, quello che pensa che le libertà economiche, libertà sociali e libertà civili siano aspetti di un’unica modernizzazione del paese. Guardi, questo è un punto per me fondamentale. In tutti i grandi partiti occidentali ci sono sensibilità diverse sui diritti. Nel mio partito ci sono Giovanardi e Sacconi, sono felice che ci siano e li rispetto. Ma loro devono fare lo stesso con me.
Quindi, niente disciplina di partito.
Ma ci mancherebbe… Come ai tempi dell’aborto, la questione è trasversale. Ben venga se sulla mia proposta c’è una convergenza anche di Sel o Grillo. La verità sa quale è?
Quale?
Che i cittadini sono più avanti del Palazzo. È un paese che vuole essere libero, e vuole scegliere come amare e vivere. Solo qui dentro c’è l’ossessione del voto cattolico o dell’umore delle gerarchie. Suvvia, il voto cattolico, inteso come voto ideologico, non c’è più. I cattolici sono ovunque e votano dall’estrema destra all’estrema sinistra. E aggiungo: sa quale è la differenza tra la posizione mia e quella di Sacconi?
Prego, lei è un fiume in piena che si fa le domande e si dà le risposte…
Perché conosco le obiezioni. Sono le stesse da decenni. Io rispetto chi crede nel matrimonio tradizionale, rispetto anche il cattolico integralista e il suo stile di vita. Ma io dico: lo Stato deve garantire diritti e non negarli. Non può vietare a chi ha altre convinzioni di vivere come vuole. È questo il punto.
Le faccio un’altra obiezione classica. In questo momento, con la crisi, un governo di questo tipo, una situazione così delicata, la sua iniziativa destabilizza. Non è meglio occuparsi solo di economia?
Assolutamente no. I diritti sono sempre una priorità, non sono né antecedenti né successivi alle riforme economiche. E poi scusi, i gay le pagano o no le tasse? Sì, e allora perché devono avere meno diritti di una coppia sposata, inclusa reversibilità delle pensioni?
Questo comporta un aggravio di spesa.
Si troveranno le coperture. Ma questo è un punto importante della mia proposta di legge.
Dica la verità, Galan. Berlusconi è d’accordo con la sua iniziativa laica?
Non lo so, non ci ho parlato. Ma conosco Berlusconi e non ha mai negato a nessuno un diritto, men che meno il diritto alla felicità.
Dalla convinzione con cui esprime le cose, immagino che quella sul matrimonio è la prima di una serie di iniziative. Parliamo di eutanasia.
Volevo fare una proposta, ma c’è già quella dell’associazione Luca Coscioni che condivido e che sosterrò. Come la penso è molto semplice. Quando uno ha davanti un’unica strada, e cioè la fine, non capisco perché non può scegliere come addormentarsi per sempre. Questa libertà non può essere negata. Ricorda il gesto di Lucio Magri? Bene, io penso che si debba concedere il suicidio assistito.
Magri era consapevole, e non è il caso di Eluana su cui il suo partito fece una crociata ideologica.
Quello fu un errore, ma in tema di testamento il dibattito è più complesso. Garantiamo il suicidio assistito, come primo passo. Vale il discorso si prima. Capisco che qualcuno mi può dire: il suicidio è abominevole. Bene, scelga come morire, ma lasci scegliere a me la fine che penso sia per me più dignitosa.
Galan, insisto. Lei si rende conto che su queste posizioni, quando diventeranno iniziative legislative, avrà più sostegni a sinistra che nel suo partito?
Non son mica scemo. Ripeto: il tema dei diritti si affronta senza vincoli di partito.
Quindi non si sottrarrà nemmeno al tema della fecondazione assistita.
La legge 40 va rivista assolutamente. È arretrato il dibattito che c’è nel ceto politico in materia, a causa di una timidezza verso il Vaticano. Come possiamo non vedere che chi non la può fare in Italia va in Belgio o altrove? Possiamo far finta di non vedere il turismo dei diritti?
Bene, lei ci ha annunciato una rivoluzione sui diritti, conoscendo come la pensa il suo partito. Qualcuno le ha detto “fermati”?
Sì, ma non le dirò mai chi. Ma le dico che gli ho risposto: fino a febbraio non ero in Parlamento. Ci sono venuto per fare una battaglia liberale. E non ho intenzione di fermarmi.