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Re: G R E C I A

Inviato: 02/02/2015, 17:24
da flaviomob
Huffington Post:

Grecia e mercati: molto rumore per nulla?
Pubblicato: 02/02/2015 14:42 CET Aggiornato: 2 ore fa

Syriza ha vinto le elezioni in Grecia e governa con un piccolo partito di destra in posizione fortemente minoritaria. Al terrorismo di prima non è seguito poi il crollo dei mercati finanziari il giorno dopo il voto di Atene. Anzi. I mercati europei reggono perfettamente l'onda d'urto degli esiti del voto in Grecia. Dopo la mattinata di qualche giorni fa, dall'andamento altalenante, hanno chiuso perfino in netto rialzo. Il giorno dopo la Borsa di Atene fa un tonfo, ma subito si riprende. Ma il primo appare più la conseguenza delle annunciate misure di politica economica del nuovo governo che non del timore sui contraccolpi delle richieste di ristrutturazione del debito.

In effetti il blocco della privatizzazione del Pireo e del porto di Salonicco (emblema di un piano di privatizzazioni più generale da fermare) ; il rientro al lavoro delle donne della pulizia del Ministero delle Finanze e degli addetti si servizi ausiliari delle scuole (licenziati dai precedenti governi e perciò emblematici); il ripristino della tredicesima per i pensionati al di sotto dei 700 euro; quello del salario minimo ai livelli antecedenti la crisi e dei contratti collettivi di lavoro; il rilancio degli investimenti pubblici sono un boccone indigesto per stomaci guastati dall'austerity. Al tonfo però è seguito immediatamente un rimbalzo, proprio alla vigilia dei primi incontri in programma tra Tsipras e i presidenti del Parlamento europeo, Martin Schulz, e dell'Eurogruppo, l'impronunciabile Jeroen Dijsselbloem.

La Merkel e ancor più Schauble continuano a lanciare segnali di intransigenza. Ma l'impressione è che siano più attutiti. E che, in fondo, il programma proposto da Syriza sia non solo giusto ma anche attuabile e realistico. Qualche autorevolissimo giornalista economico si domanda persino se non è proprio grazie a quel programma che si salverà l'Euro e l'Europa. Ed è molto vicino al vero.

Di solito si cita la ormai celebre conferenza di Londra del 1953 ove venne condonato gran parte del debito contratto direttamente con altri stati dalla Germania, perché serviva che la sua ricostruzione funzionasse da baluardo contro il comunismo sovietico. Ma è ancora più utile citare un precedente più lontano. Franklin Delano Roosvelt negli anni '30, quatto quatto, perché gli elettori non se ne accorgessero, concesse una dilazione fino al 1991 sul pagamento dei debiti che la Gran Bretagna doveva agli Usa.

Si dice che qualche cosa del genere sia già stato previsto anche per la Grecia. I viaggi effettuati nella City da parte di esponenti di Syriza non erano solo propaganda. Atene potrebbe finire di pagare il debito restante nel 2057 e non dovrebbe versare un euro fino al 2020. Pare quindi che, malgrado facciano la voce grossa, anche i settori più intransigenti si siano convinti che un default traumatico della Grecia con conseguente fuoriuscita dall'euro non convenga a nessuno.

Il problema non è risolto, ma è posto in modi meno drammatici di prima. Certamente il braccio di ferro si farà ancora più duro di fronte al fatto che la Ue non intende fare partecipare la Grecia ai benefici della quantitative easing messa in atto da Draghi, se non accetterà la riduzione del deficit del 2% del Pil. Ma le promesse di intervento sociale - già in via di attuazione - del nuovo governo greco comportano almeno una spesa pari al 7% del Pil. Qui ci sarà lo scontro. Ma se a difesa di quelle misure si stringerà la grande maggioranza del popolo greco, supportato da una solidarietà internazionale attiva, non sarà impossibile trovare compromessi vantaggiosi per un'economia che in fondo rappresenta il 2% del Pil e il 3% del debito dell'Eurozona.

Non è il debito greco che può determinare una perdita per i cittadini degli altri paesi, ma le politiche di austerità. Non solo, ma c'è chi ci ha speculato sulle disgrazie greche. I precedenti salvataggi non hanno pesato sulle tasche dei contribuenti, sia tedeschi che non. I loro governi ci hanno persino guadagnato. Gli "aiuti" di Draghi tra il 2012 e il 2013 hanno prodotto 2 miliardi di euro di interessi attivi netti, metà dei quali provenienti dai titoli greci. Anche i due precedenti aiuti alla Grecia hanno germogliato interessi. Risorse per una trattativa ci sono, senza mettere in ginocchio alcuno.

Ciò che spaventa le elites europee non è tanto la ristrutturazione del debito greco, ma assai più il fatto che l'intera vicenda dimostra l'assurdità e l'impraticabilità del fiscal compact. Guarda caso, proprio quello che interessa a tutti noi. Italia per prima visto che quel ritmo nel pagamento del debito non saremmo in grado di reggerlo

Re: G R E C I A

Inviato: 02/02/2015, 17:41
da iospero
l 'Huffington Post pubblica in data 02/02/ l'art. di Alfonso Gianni pubblicato il 29/01
TANTO TUONò CHE NON PIOVVE
da Sbilanciamo l’Europa #50, in edicola con il manifesto ogni venerdì - sbilanciamoci.info
che avete letto nella pagina precedente.

Re: G R E C I A

Inviato: 02/02/2015, 18:16
da iospero
Il bond decennale della Grecia ha perso terreno con il rendimento salito al 10,65%, dal 10,0% di venerdì. La Borsa di Atene ha messo a segno un rimbalzo del 4,6%. Il neo ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, si aspetta di raggiungere rapidamente un accordo sulla situazione economica della Grecia. Lo afferma la tv britannica Channel 4, che ha intervistato il ministro nel corso della sua visita a Londra.

Re: G R E C I A

Inviato: 03/02/2015, 17:53
da iospero
Vola la Borsa di Atene +11% e crollano i rendimenti delle obbligazioni greche, il decennale rende il 9,23% (-138 punti base)

Yannis Varoufakis , ha presentato ieri sera a 100 banchieri della City di Londra un piano di ristrutturazione del debito greco, pari a 320 miliardi di euro.
Alcuni detentori, tra cui la banca centrale europea ed il fondo EFSF di salvataggio degli stati della zona euro, dovrebbero accettare di scambiare le loro obbligazioni con altri titoli.

Varoufakis, oggi a Roma per illustrare il piano al ministro dell'Economia Piercarlo Padoan, ha scritto ieri sera in un twitter che in questo modo, "il debito della Grecia sarà sostenibile".

Per chi accetta lo scambio si profila una perdita, ma non si tratterebbe, perlomeno dal punto formale di un "haircut", Varoufakis ammette che la parola scambio è un "eufemismo", ma è anche l'unico modo per permettere alla Grecia di riformarsi senza deformarsi.

Pier Carlo Padoan ha commentato "I nostri Paesi condividono un interesse comune: entrambi siamo convinti dell'importanza che la Grecia si collochi su un sentiero di crescita forte e sostenibile attraverso un chiaro programma di riforme strutturali.

L'attenzione alla crescita è prioritaria per garantire la sostenibilità del debito greco e per creare nuova occupazione nel Paese e contribuire così a sollevare il popolo greco dal disagio sociale prodotto dalla crisi".
L'euro si rafforza sul dollaro a 1,147 da 1,34 della chiusura.

Re: G R E C I A

Inviato: 03/02/2015, 18:06
da iospero
Tsipras atterra comunque a Roma dopo aver scandito da Cipro: "Credo che sia ora di sostituire la Troika perché l'Europa ha bisogno di prendere fiato". Nei giorni scorsi il premier greco aveva già incassato il sostegno della Francia e dell'amministrazione Obama alla linea anti-rigorista. Oltre a Renzi, il leader di Syriza incontrerà vertici politici e istituzionali e al termine del faccia a faccia col premier è prevista una conferenza stampa congiunta.

Immediata la replica della Germania secondo cui la questione della Troika "non è in agenda", mentre il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha ribadito la sua posizione: "Non cambiamo tutto solo perché un paese lo vuole. A Tsipras, che vedrò domattina, ho già detto due volte che dobbiamo tenere in conto sia le scelte democratiche dei greci che le convinzioni degli altri". Intanto secondo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, la Banca centrale europea sta prendendo in considerazione l'ipotesi di ritirarsi dalla Troika, una decisione che potrebbe prendere anche il Fmi. Insomma, nonostante le parole di Juncker, non è escluso in futuro la Troika si trasformi in un organismo più democratico.

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Vedremo se Renzi si unirà alla Francia e a Junker dirà che la questione della Troika può essere in agenda

Re: G R E C I A

Inviato: 03/02/2015, 22:09
da camillobenso
3 FEB 2015 11:05
UE, CACCIA I SOLDI! - SE NON TROVA UN ACCORDO SUL DEBITO, TRA UN MESE LA GRECIA È FALLITA. MA A TSIPRAS BASTA DARE UN SEGNO FORTE AI SUOI ELETTORI: VIA LA TROIKA. AL SUO POSTO, “UN’ISTITUZIONE PIÙ DEMOCRATICA” (PAROLA DI JUNCKER)
Il capo della commissione farà da mediatore. Il nuovo premier greco vuole ridurre il debito e cambiare le condizioni del salvataggio. Ma un nuovo piano va approvato da 4 parlamenti (Germania inclusa), e andrà concordato entro il 16 febbraio - Tsipras nega il negoziato con la Russia (che sta con le pezze)...


1. ALLA UE RESTANO POCHI GIORNI PER DISINNESCARE IL DEBITO GRECO
Marco Zatterin per “la Stampa”

Jean-Claude Juncker si prepara a mediare. Domani mattina alle nove e mezza riceverà nel suo ufficio al piano presidenziale della Commissione Ue il premier greco Alexis Tsipras per parlare di futuro e soprattutto di soldi. «Pronti ad ascoltarlo e pronti a una discussione costruttiva», assicura il portavoce del lussemburghese. Mano tesa e si vedrà, soprattutto perché nel fine settimana il leader di Syriza ha addolcito i toni. «Le ultime prese di posizione sono un ottimo punto di partenza», dicono le fonti Ue. «Possibile ragionare sul rinnovo del programma di sostegno, ma perché succeda occorre che lo chiedano». L’impressione è che la destinazione sia chiara, il cammino difficile e da tracciare. Questione di pochi giorni. La bomba del debito sta per esplodere.


LE RICHIESTE GRECHE
L’aspetto finanziario anticipa quello politico. Tsipras ha in mente quattro richieste: vuole uno sconto sul debito, almeno; auspica una revisione delle riforme negoziate in cambio del sostegno finanziario; esige l’archiviazione dell’odiata troika formata da Ue, Fmi e Bce; immagina che, in attesa di sviluppi, sarebbe utile estendere il puntello al bilancio. Quest’ultimo è il tema pressante. Il programma scade con febbraio e, se non fosse prorogato, Atene perderebbe l’ultima tranche di ossigeno (7,2 miliardi) e si ritroverebbe per la prima volta da cinque anni sola sul mercato per rinnovare un passivo che vale il 175% del Pil.


LE SCADENZE
Urge una soluzione. Tsipras sa bene che non può durare a lungo. Fra dicembre e gennaio i depositi bancari greci si sono alleggeriti di 15 miliardi, il 10% della ricchezza liquida nazionale che è fuggito. I greci potrebbero tirare avanti per un po’ «sequestrando» i 4,3 miliardi che vanno restituiti al Fmi in marzo. Senza accordo con l’Ue e Fondo, a giugno si ritroverebbero tuttavia nei guai col primo di due bond da oltre 3 miliardi che giunge a maturazione. Priva di soccorso esterno, Atene (che nega di potersi rivolgere a Mosca) finirebbe per fallire.

L’estensione del programma è la soluzione più semplice. Aiuterebbe a prendere tempo. Se richiesta, va approvata da quattro Parlamenti (incluso il tedesco), dunque bisogna che si chiuda all’Eurogruppo del 16. Oppure nulla. «Le posizioni sono distanti», concedono alla Commissione. «Vogliono massima discontinuità», sebbene Tsipras giuri che gli obblighi sui prestiti con Bce e Fondo «saranno rispettati». Se ne parlerà domani, come della troika visto che - ricordano i portavoce Ue - Juncker s’è «impegnato in Parlamento a sostituirla con un’istituzione più democratica e responsabile». Dibattito aperto.

LE MEDIAZIONI

Qui si incastra la politica. Da Berlino rimbalza che Angela Merkel non vuole farsi vedere con Tsipras prima del vertice europeo del 12 febbraio e che, allo stesso tempo, non vuol veder toccare la troika. Juncker pensa che vada superata, quindi la mediazione serve anche in casa Europa. A Roma e Parigi, il neopremier ascolterà i toni più concilianti, fermi sul debito, aperti al negoziato sui tempi. Il ruolo congiunto, magari coordinato, di Renzi e Hollande può essere determinante. I più ottimisti dicono che, dopo esser partito duro, il greco tirerà il freno. «Sono fiducioso sul fatto che avremo un accordo utile per tutti», ha detto sabato. La Borsa di Atene lo ha festeggiato. Fra oggi e domani deve far capire come pensa di poterci arrivare.



2. SECCO NO ALL’ADDIO ALLA TROIKA
Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”


Per Berlino il drappo rosso è la Russia, anche nel complicato negoziato con la Grecia. È dunque decisivo che ieri Alexis Tsipras abbia rassicurato i partner europei che non intende chiedere aiuti economici a Mosca. Un’ipotesi, quella di giocare su due tavoli e sfruttare la disponibilità di Putin a fornire aiuti al nuovo governo rosso-nero per strappare condizioni migliori ai partner europei, che secondo indiscrezioni rischiava di chiudere ogni porta al dialogo con i tedeschi. Ieri il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha espresso il suo fastidio per l’ipotesi che la Russia si sostituisca alla Ue negli aiuti.

L’omologo ellenico Yanis Varoufakis ha cercato di riparare al fatto di aver previsto incontri con tre omologhi europei, ignorando quello che resta il maggiore creditore della Grecia, telefonando al collega tedesco e concordando un incontro a Berlino per i prossimi giorni. Fonti del governo Atene ritengono tuttavia improbabile un incontro prima del 12 febbraio.


Dopo la tumultuosa settimana di esordio, in cui Tsipras ha bloccato le privatizzazioni, cominciato a sostituire i vertici delle banche e annunciato il ripristino del vecchio salario minimo, Schaeuble ha avvertito Atene che «vogliamo che continui nel suo percorso di successo, nell’interesse della Grecia e dei greci, ma non accetteremo cambiamenti unilaterali del programma». E da Berlino è arrivato, anche dalla portavoce del governo, un «no» all’ipotesi di smantellare la troika.


La scorsa settimana Varoufakis aveva puntualizzato che Atene vuole continuare a collaborare con Fmi, Bce e Ue, ma che rifiuta la mediazione attraverso gli ispettori incaricati di monitorare i progressi sugli aggiustamenti, che in Grecia sono il simbolo più odiato del commissariamento degli ultimi quattro anni.

Quanto alla Bce, una fonte fa notare che è vero che il 28 febbraio scade il termine per un nuovo accordo con la troika, e una rottura eventuale produrrebbe l’esclusione delle banche elleniche dalla possibilità di rifinanziarsi in cambio dei bond sovrani. Ma nelle più recenti linee guida sulla Grecia la Bce scrive che la condizioni per accettare i bond «spazzatura» è che la Grecia segua «un» programma, non necessariamente quello già concordato. Differenza non sottile: il nuovo governo non ha mai rifiutato una discussione su un nuovo piano di riforme, anche se rifiuta quello adottato sinora.

Re: G R E C I A

Inviato: 05/02/2015, 1:30
da pancho
ANSA.it
La Bce chiude il rubinetto alla Grecia: salvataggio a rischio
Draghi duro dopo incontro Varoufakis: stop a bond in garanzia

La Banca centrale europea mette al muro il governo Tipras nel mezzo della sua offensiva anti-austerity, togliendo alle banche elleniche l'accesso alle normali aste di liquidità e giudicando il programma di salvataggio greco a rischio.

"Il consiglio direttivo - si legge in una nota pubblicata sul sito della Bce dopo la riunione di oggi dei governatori - ha deciso di rimuovere la deroga sugli strumenti di debito quotati emessi o garantiti dalla Repubblica ellenica".

Draghi non perde tempo e la stretta partirà quasi immediatamente: le nuove regole saranno applicate tra una settimana, dall'11 febbraio. Quella deroga, introdotta nel 2010, permetteva alle banche greche di rifinanziarsi alla Bce nonostante fornissero a garanzia titoli di Stato greci con rating speculativo ad alto rischio. Un'eccezione sempre condizionata alla permanenza della Grecia all'interno del programma di risanamento coordinato dalla troika, attualmente in scadenza il 28 febbraio.

Con il nuovo esecutivo greco deciso a non rinnovare i suoi impegni con la troika e a portare avanti una ristrutturazione del debito, la Bce si muove d'anticipo e, in una sorta di deja vu della crisi cipriota dove aveva egualmente stretto i rubinetti alle banche, invia un segnale di durezza ad Atene: uno stop alle riforme e ai progressi fatti sul risanamento di bilancio sarà costosissimo. Proprio oggi l'agenzia Bloomberg scrive che, se non rinnoverà il suo programma per una nuova linea di credito, la Grecia rischia di non poter far fronte ai suoi pagamenti il 25 marzo: sarebbe l'quivalente di un default.

Di fatto la Bce, che fa parte della troika dei creditori assieme a Ue e Fmi, dà un giudizio sulle intenzioni di Tsipras e del suo ministro delle Finanze: "attualmente non è più possibile presumere una conclusione positiva della revisione del programma" di risanamento greco, si legge nella nota di Francoforte.

Con la sua decisione, l'Eurotower gioca durissimo nel negoziato con Atene, che ha posto come paletti la fine della troika, uno swap sul debito ellenico in titoli indicizzati alla crescita e una svolta anti-austerity. Le quattro principali banche greche, di fronte alla fuga dai depositi innescata nelle settimane pre-elettorali, sono già appese alla liquidità d'emergenza fornita da Francoforte tramite l'ELA (emergency liquidity assistance), un meccanismo che va approvato a maggioranza di due terzi e rinnovato di volta in volta ogni due settimane. Il suo uso avrebbe già superato i 40 miliardi di euro e proprio oggi, fra i temi in discussione alla Bce, figurava la richiesta di National Bank di aumentare di ulteriori 10 miliardi l'utilizzo della facility d'emergenza.

L'ELA, erogata dalla banca nazionale greca, va poi ratificata dai governatori di Francoforte. Proprio oggi Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, metteva in dubbio sull'opportunità di continuare a sostenere le banche greche. Domani Varoufakis sarà dal collega tedesco Wolfgang Schaeuble.

Poi, il dossier Grecia sarà al centro dell'Eurogruppo della prossima settimana a Bruxelles, giusto alla vigilia del Consiglio Ue del 12 febbraio. Incontrato Draghi stamani, il ministro aveva definito "fruttuoso" il suo colloquio con il presidente della Bce. Draghi avrebbe rigettato la sua richiesta di convertire in bond perpetui i titoli ellenici comprati dalla Bce.

Ma da fonti dell'Eurotower era anche emerso che Draghi, di fronte al neoministro greco, avesse "chiarito il mandato della Bce e chiesto al nuovo governo di confrontarsi velocemente e in maniera costruttiva con l'Eurogruppo per mantenere la stabilità finanziaria".

Un rinvio alla politica, insomma. E con una certa velocità. Il governo di Atene è partito a testa bassa subito dopo il suo insediamento e si presenterà a Bruxelles, dove Tsipras incontrerà la cancelliera Angela Merkel, chiedendo uno stop all'austerity, uno swap del suo debito e la fine della troika.

Ma vista la posta in ballo, con il 60% del debito greco in mano ai governi europei e una fetta consistente alla Bce, Francoforte non sta a guardare, la cancelliera ha già fissato paletti stringenti (fra cui la troika) e notato come Atene sia isolata.

http://www.ansa.it/sito/notizie/politic ... aa09c.html
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Come reagira ora Tsipras?

Se l'Europa non riesce a capire che il debito greco deve avere la possibilita di poterlo pagare questi sara' costretto a "prendere" i soldi da Putin e dai paesi arabi che subito si sono espressi positivamente su questo.

La stessa possibilita' l'ha avuta la stessa Germania dopo la sconfitta nella 2^ guerra mondiale. Un debito col mondo da restituire ma con la possibilità di poterlo restituire previo collasso di tutta la Germania. Collasso che non le avrebbe mai consentito di divenire dopo quello che e' ora.

E' questo che l'Europa della Merkel vuole per bocca di Draghi ?
Una bomba ad orologeria sempre pronta ad esplodere in questa Europa mai unita ma sempre rivolta ai propri interessi territoriali?

La Germania ha la memoria contra in questo ultimi decenni.
Che vuole? Un'altra guerra mondiale ma questa fatta con le armi dell'economiche e della finanza.

Ma, per concludere, mi chiedo:
Possibile che mai nessuno paghi gli errori fatti nei riguardi di questa piccola nazione i cui debiti si sarebbero potuti saldare in fretta.

Ma quando si e' voluto che la Grecia entrasse nella comunità Europea chi coloro che non hanno controllato bene i loro "bilanci"? E' stato tutta voluta questa svista? Da chi dipendevano questi "revisori dei conti"?

Costoro non possono pagare i loro errori?

Dobbiamo, una volta per sempre, cambiare questo metodo di far politica in cui gli errori degli altri sono sempre pagati da coloro che di colpa non ne hanno alcuna!!

Questa e' la vera domanda che Tsipras e altri stanno chiedendo a tutti coloro che intendono capire.
Lorsignori "dalle belle braghe bianche" lo capiscono tutto questo ma purtroppo ma il loro modo di pensare va completamente al contrario del nostro.

E' un conflitto continuo che finira' soltranto quando si renderanno conto che il mondo del lavoro non e' una controparte da far rendere dei semplici sudditi ma una controparte con cui collaborare per lo stesso fine comune.

E poi, come scrive M.Ricci su Repubblica:'Europa ha troppo da farsi perdonare per non ascoltare Atene
http://www.repubblica.it/economia/rubri ... 106189980/

Su questa bella domanda cosa risponde l'Europa dei poteri forti?

Staremo a vedere perche in questi momenti si decideranno cose molto importanti per la stessa Europa poiche il tema importante non e' quello di non voler pagare i debiti ma quello di trovar un modo di poterli pagare e per arrivare a questo si dovrà invertire tutta o in gran parte la politica europea.

Una politica che deve essere sì di serietà ma sopratutto di una Comune Unione che possa mettere in primis la persona e non gli interessi di pochi il cui scopo in questa comunita' era solo di poter fare maggior profitti e non una vera Unione Europea con gli stessi diritti e doveri.

Non si arriverà a questo?
Con i tempi veloci che corrono in questo secolo, non possiamo permetterci ad aspettare tempi migliori.
Ora abbiamo bisogno di decisioni immediate e se occorre trovare le modalita sul come uscirne da questa morsa che ora sta opprimendo il popolo ellenico ma che domani potrebbe succedere a chiunque.

Il potere economico/finanziario non fa sconti a nessuno quando si vede decurtare anche una minima quantità del suo "malloppo".

Come dicevo sopra,ora la Grecia ha sollevato il coperchio del vaso Pandora e le contraddizioni aperte da molti decenni e mai risolte, ora son contratte a saltar fuori decidendo in modo esplicito quale sara' veramente questa strada di questa Europa dopodichè ognuno decidera le proprie sorti.

Sorti che potrebbero portarci, come nel passato presente, di nuovo nelle mani di uno dei due-tre o quattro potenze economiche contrapposte.

Si ritornera' quindi nel passato usando con metodi del nuovo millennio.


un salutone

Re: G R E C I A

Inviato: 05/02/2015, 9:54
da shiloh
una cosa che ho imparato con l'eta' e' che i difetti delle persone sono esattamente l'altra faccia dei loro pregi, e che quindi e' illusorio cercare di profittare dei secondi senza subire i primi.
il discorso si applica anche ai popoli.
la serieta' dei tedeschi, la loro affidabilita' ed organizzazione hanno come rovescio della medaglia la loro ostinazione che spesso diventa irragionevole.
ormai tutto il mondo ha capito che le politiche di austerity sono disastrose, ma loro continuano imperterriti con i nein nein.
come durante la seconda guerra mondiale, in cui si sono arresi solo quando gli alleati si trovavano unter den linden.
detto in breve,
parvemi che i tedeschi ,
ciclicamente,
se la devono sempre prendere con un popolo...

Re: G R E C I A

Inviato: 05/02/2015, 13:52
da lucfig
LA Risposta della Grecia ...

Grecia: “No a ricatti”. Ma Varoufakis provoca Berlino: “Umiliarci è un rischio”

Economia
"Il sistema bancario resta protetto", si legge nella nota del ministero delle Finanze di Atene. Il cui titolare si spinge a evocare quel che può succedere "quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa". Ma di fatto Atene, se non si piegherà alle richieste dei creditori, si ritroverà fuori dall'euro. Oggi l'incontro tra Varoufakis e l'omologo tedesco Wolfgang Schaeuble
di F. Q. | 5 febbraio 2015 COMMENTI

Più informazioni su: Alexis Tsipras, Bce, Berlino, Crisi Grecia, Grecia, Mario Draghi, Wolfgang Schaeuble, Yanis Varoufakis
Atene risponde a Francoforte. Colpo su colpo. Per prima cosa il governo Tsipras ha chiarito che “la Grecia non fa ricatti e non li accetta”. Ma poco dopo il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha risposto alla mossa di mercoledì della Banca centrale europea, che ha deciso di non accettare più i titoli di Stato ellenici detenuti dalle banche del Paese in cambio di liquidità, con una provocazione durissima all’indirizzo di Berlino: “La Germania sa bene che cosa può succedere quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel: questa nazione prima o poi fermenta”. Un riferimento per nulla velato agli anni drammatici della nascita del nazionalsocialismo.

“Siamo il primo tassello del domino che cade – ha rincarato poi Varoufakis, famoso per aver definito “tortura” il memorandum imposto dalla troika ai Paesi in crisi – ma non siamo responsabili dell’effetto domino“. Parole come pietre, soprattutto perché il ministro le ha pronunciate parlando alla tv tedesca Ard. Nel giorno in cui a Berlino è previsto un suo incontro con l’omologo tedesco Wolfgang Schaeuble. Naturale, a questo punto, aspettarsi uno scontro su tutta la linea: i tedeschi, come confermano i contenuti di un documento rivelato ieri dall’agenzia Reuters, chiederanno alla Grecia di tornare sulla retta via, cioè quella dell’austerità, rinunciando a promesse elettorali ritenute insostenibili. Una richiesta che ora suona in realtà come un’imposizione secca a un Paese senza vie di uscita. Gli auspici di mercoledì – un “piano Merkel” sull’esempio del piano Marshall – sembrano ormai niente più che ingenue speranze.

La situazione è precipitata nella tarda serata di ieri, quando il Consiglio della Bce ha sancito che sarà rimossa la “eccezione” grazie alla quale i titoli ellenici, pur classificati come spazzatura, venivano accettati come garanzia per le operazioni di rifinanziamento perché “al momento non è possibile presumere una conclusione positiva del processo di revisione del programma di aiuti”. Un portavoce del governo di Atene ha reagito dicendo, appunto, che non si fanno né accettano ricatti. Mentre dal ministero delle Finanze è arrivata una rassicurazione rivolta ai cittadini greci e ai mercati ma poco credibile: “In nessun caso la decisione della Bce di non accettare più i titoli di Stato ellenici avrà ripercussioni negative sul sistema finanziario del Paese. Il sistema bancario resta protetto”, afferma una nota del dicastero guidato da Varoufakis, che mercoledì era uscito dall’incontro con Mario Draghi ostentando un ottimismo che si è rivelato del tutto mal riposto,“tramite l’accesso alla liquidità per mezzo dell’Emergency Liquidity Assistance“.

L’11 febbraio è convocato un vertice straordinario dei ministri delle Finanze dell’Eurozona. Varoufakis dovrà tornare sui suoi passi, pena il rischio concreto di uscita dall’euro

Ma il rifiuto del ricatto non fa che sottolineare che di ricatto a tutti gli effetti si tratta. Nel senso che la mossa dell’Eurotower non lascia di fatto più alcuno spazio di manovra al governo greco. Tsipras, in tour nelle capitali europee per portare avanti la sua offensiva anti-austerity, ora è con le spalle al muro. L’11 febbraio, data in cui scatta lo stop di Francoforte e in cui è stato anche convocato un vertice straordinario dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, Varoufakis dovrà presentarsi a Bruxelles con un atteggiamento diverso rispetto a quello tenuto finora. Tornare sui suoi passi e rinunciare alla proposta di convertire i crediti vantati dalla Bce e dagli altri Paesi europei rispettivamente in bond “perpetui” e obbligazioni con rendimenti collegati alla crescita. In caso contrario, non solo la proroga del piano di salvataggio greco, che scade il 28 febbraio, salterà come paventato dal consiglio dei banchieri centrali (in prima linea naturalmente il “falco” tedesco Jens Weidmann) ma il Paese sarà concretamente a rischio di uscita dall’euro.

Fino al 18 le banche greche possono ottenere liquidità attraverso lo “sportello di ultima istanza” Emergency liquidity assistance . Poi, il baratro. Tra dicembre e gennaio depositi giù di oltre 15 miliardi

Ora, infatti, gli istituti di credito ellenici possono ottenere liquidità solo rivolgendosi allo “sportello di ultima istanza” costituito dall’Emergency liquidity assistance (Ela), una misura che permette alle singole banche centrali nazionali di erogare denaro alle banche commerciali in momentanea difficoltà. Secondo Reuters, tre dei quattro maggiori istituti (Alpha bank, National bank of Greece, Piraeus Bank e Eurobank) hanno già iniziato a farvi ricorso. Ma anche quel rubinetto potrebbe essere chiuso. Già il 18 febbraio, quando è in programma il prossimo meeting del consiglio direttivo della Bce incaricato di decidere sull’argomento. Se la decisione sarà negativa (dovrebbero votare contro i due terzi dei membri del Consiglio) davanti alle banche greche si aprirà una voragine. Perché tra dicembre e gennaio hanno subito un’emorragia di depositi pari a oltre 15 miliardi di euro a causa della corsa agli sportelli dei cittadini terrorizzati dal rischio di un congelamento dei conti. E senza l’ossigeno che arriva da oltreconfine le più deboli non sono in grado di stare in piedi. L’esito, in questo momento, sembra quasi scontato. Weidmann non ha mancato di ricordare, in un’intervista a Boersen Zeitung, che “l’Ela deve essere assicurato solo nel breve termine e a banche solventi”. Il verdetto, dunque, è già pronunciato.

Il governo cerca di minimizzare, sostenendo che “non ci sono problemi di rilievo con il settore bancario greco”. Ma la situazione è ben diversa. Secondo l’agenzia Bloomberg, in assenza di nuove linee di credito la Grecia a partire dal 25 marzo rischia di non poter far fronte ai suoi pagamenti. Ovvero di andare in default. Anche se secondo Varoufakis il Paese in default ci è già, ininterrottamente, dal 2010. Quel che è sicuro è che non è in grado di finanziarsi in modo autonomo, visto che i tassi di interesse sui bond a dieci anni sono vicini al 10% e quelli sui triennali sono risaliti giovedì oltre il 18%. Valori che di fatto tagliano fuori Atene dai mercati e segnalano come, per gli investitori, la Grecia si già perduta.

Re: G R E C I A

Inviato: 05/02/2015, 14:21
da camillobenso
@ Lucfig

Caro Luca,

in questo momento a Milano nevica. Nevica da almeno 4 ore.

Ieri sera, ho visto un tuo intervento e subito ho pensato alla possibilità di neve in Val Padana.

Adesso leggo un'altro intervento. E continua a nevicare.

Cosa debbo pensare? Che avremo il piacere di leggerti solo quando nevica, o forse più spesso in futuro? :mrgreen: