E dai che alla fine tutti i nodi vengono al pettine......................
SILVIO SOTTO RICATTO
Elezioni 2013, Campania, Abruzzo, Liguria, Marche: le regioni in cui Silvio Berlusconi è sotto il ricatto degli impresentabili (da Cosentino a Scilipoti)
"Abbiamo troppe cambiali da pagare, accumulate in questi anni. La trattativa sulle liste va avanti a oltranza, fino all'ultimo minuto utile". Un big del Pdl chiede l'anonimato per fotografare la notte più lunga, l'ultima utile per chiudere le liste. Racconta di un Silvio Berlusconi esausto e di una trattativa paralizzata dal ricatto, di un partito lacerato dalle faide. A partire da quella campana. Alla fine Nicola Cosentino è in lista, al Senato. Almeno, al momento lo è. Dopo una trattativa che si è prolungata per ventiquattr'ore. Con l'ex sottosegretario che è piombato a palazzo Grazioli in mattinata.
Trapela che Cosentino ha rinfrescato a tutti la memoria sul suo ruolo in Campania, combattendo come un leone. Perché Nick 'o mericano rappresenta il cuore del potere berlusconiano in Campania. Un intreccio pericoloso di rapporti, relazioni, voti, che difficilmente si archiviano con un semplice sondaggio che consiglia di cacciare gli impresentabili dalle liste. Anche perché rischia la galera, nel momento in cui non avrà più lo scudo del parlamentare. Da un lato Denis Verdini, legato a doppio filo a Cosentino. Dall'altra Alfano, pronto a sostituire gli uomini di Verdini con i suoi. In mezzo, Silvio Berlusconi, nei panni di chi si muove con le mani legate, che - pare un paradosso - non riesce a imporre la sua decisione di fare piazza pulita degli impresentabili.
Quando il Cavaliere si presenta a Sky, a metà giornata, si capisce che la sua svolta sulle liste pulite si è fermata a Casal di Principe, feudo di Nick 'o mericano coinvolto in due processi per questioni di camorra, e su cui grava una richiesta di arresto. E si capisce che si è aperta una faida nella faida. Tra indagati che rischiano di salvarsi (Cosentino e i suoi) e indagati di serie b. Alfonso Papa, che il carcere lo ha conosciuto pur essendo parlamentare dopo un voto dell'Aula, in una nota mette nero su bianco la sua intenzione a "non rinunciare alla candidatura", e denunciare quella che chiama "una svolta giustizialista". Mentre a Roma si tratta, da Napoli parte l'assedio al quartier generale. Gli uomini di Cosentino pronti a occupare la sede del partito, i delusi da Cosentino si scagliano contro lo stato maggione del Pdl: "La Campania - dice Mario Landolfi - è terra di nessuno. Il match in corso tra Alfano e Verdini è solo sui fedelissimi da collocare in lista".
In un clima avvelenato dai ricatti, palazzo Grazioli pare davvero un suk. Cosentino sforna un sondaggio per rispondere alle accuse del Cavaliere secondo cui senza di lui il Pdl campano perde più della metà dei voti. Da Napoli arrivano notizie che senza di lui ci sarebbero delle difficoltà a presentare le liste. Berlusconi pare un ostaggio a casa sua. La fedeltà non è gratis. Anzi, stavolta costa cara.
Mentre scorrono interminabili ore sulle liste della Campania, attorno il Pdl pare una polveriera pronta ad esplodere. In nessuna regione l'assetto pensato regge. Per dirla con le vecchie volpi di palazzo Grazioli, le cambiali sono scadute e tutti vogliono riscuotere. Ad esempio in Abruzzo. Il governatore Chiodi si è attaccato a telefono per urlare il suo scontento, rinunciando alla sua consueta aria mite da bravo ragazzo: "Con queste liste - è stato il suo ragionamento - rischiamo la debacle. I nostri non faranno alcuna campagna elettorale a sostegno di candidati scelti senza rispettare i criteri di liste pulite e di qualità".
I nervi sono saltati quando il governatore ha letto l'elenco dei nomi alla Camera. Dagli impresentabili ai responsabili, ovvero i parlamentari che si "offrirono" a Berlusconi ai tempi della grande conta del 14 dicembre del 2011. La vicenda che sui giornali finì così titolata: "La compravendita dei parlamentari". In Abruzzo sarebbe stato collocato da Denis Verdini, artefice della persuasione dei responsabili Antonio Razzi, originario di Giuliano Teatino (Chieti) emigrato in Svizzera, eletto nelle file dell'Idv, passato al centrodestra con Noi Sud e finito nelle polemica per aver raccontato come avveniva la compravendita dei parlamentari. Celebre il suo motto: "Siamo qui per fare i cazzi nostri, per dieci giorni mi fottevano la pensione". E ci sarebbe anche l'uomo simbolo dell'operazione, Domenico Scilipoti, ex Idv passato col centrodestra, il "Re dei Peones" per dirla col titolo del suo libro che vanta una prefazione di Silvio Berlusconi. Scilipoti da tempo ha pure un ufficio a via dell'Umiltà, come ricompensa per i servigi svolti, privilegio che non tutti i dirigenti del Pdl hanno.
Ogni regione un prezzo da pagare. E una trattativa infinita. Come in Liguria con il partito nelle mani di Scajola che minaccia di non sostenere le liste senza l'ex ministro. E dove domani potrebbe nascere un nuovo gruppo in regione: "O i vertici cambiano le liste o sarà guerra totale", dichiarano i coordinatori locali in una raffica di agenzie. E mentre Cosentino sul far della sera è in una stanza con Verdini a palazzo Grazioli per imporre le sue scelte sulle liste campane, di notizie buone non ne arriva una. Nelle Marche tre coordinatori locali del Pdl si dimettono, dopo aver visto le liste: "Nei primi sei posti - dice Ceroni, uno di loro - non c'è Parlamento vi siano un solo marchigiano. Le Marche sono state massacrate". E su facebook è pieno di pidiellini che dicono di voler lasciare la politica. Già, la politica.
http://www.huffingtonpost.it/2013/01/20 ... _ref=italy