Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Re: Renzi

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Dalla prima pagina del Fatto Quotidiano:


DUE RETATE Appalti truccati dal Tav alla Salerno-Reggio: 31 arresti, nomi eccellenti


Sgominata la banda del Ponte di Renzi

1.Certificati di favore per l’i m p re n d i to re calabrese Domenico Gallo Il bottino del Terzo Valico

2.In cella il manager del progetto per lo Stretto: rilanciato dal premier a fini elettorali

3. Escort come mazzette. Manette per il figlio di Monorchio, indagato quello di Lunardi
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Re: Renzi

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Ecco perchè diceva che Expo era stata un successo:

“Non hai capito, noi bruciamo tutto”: la ’ndrangheta a Expo


Nomi, metodi e intercettazioni: come la mafia calabrese si è presa il grande evento
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Re: Renzi

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Varoufakis: "Il Titanic si schianta e Renzi pensa al voto"
L'ex ministro delle Finanze greco attacca il premier italiano: "Ha il dovere morale di cambiare l'Ue"


Chiara Sarra - Gio, 27/10/2016 - 15:04
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"Il Titanic si sta per schiantare contro l'iceberg... questo referendum è irrilevante".


Ora anche l'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis attacca Matteo Renzi, reo di pensare più a salvare la poltrona che al bene del Paese.

"Il referendum fa parte della tattica di Renzi", spiega all'Ansa, come riporta l'Huffington Post, "Ma non riesco a immaginare perché stia investendo così il suo capitale politico, nel momento in cui ci sono tanti temi importanti, a partire dalla questione dei rifugiati".

E in un'intervisa al Corriere della Sera snocciola anche la sua ricetta. "L'Italia è l' esempio lampante di quanto disfunzionale sia questa Ue.

Considerando la solidità dell' economia, oggi il vostro Paese dovrebbe volare.

Invece resta bloccato da vincoli impossibili da rispettare.

Il primo ministro Matteo Renzi protesta, e fa bene.

Ma in modo inefficace", spiega Varoufakis, "Non è responsabile aprire dispute con Bruxelles per qualche punto decimale di deficit.

Renzi ha il dovere morale, verso l' Italia e verso l' Europa, di superare il suo approccio infantile.

Chieda un Consiglio dei capi di Stato e di governo per ridiscutere le regole europee a tutto campo, il ruolo della Banca centrale, il rilancio degli investimenti.

Solo così potrà aprire un dibattito accettabile per le opinioni pubbliche, in primis quella tedesca.

Anziché ricattare gli italiani, il premier farebbe bene a concentrarsi su problemi seri come il sistema bancario al collasso".
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Re: Renzi

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L'ex ministro delle Finanze greco attacca il premier italiano: "Ha il dovere morale di cambiare l'Ue"
Yanis Varoufakis


Varoufakis sarà un bravo economista, ma di politica ci capisce poco.

Ha completato l'opera di distruzione dell'Italia, tanto che oggi, come ha riportato La Repubblica, sono più gli italiani che vanno all'estero che gli stranieri che arrivano in Italia.

Immigrazione, sorpasso dopo anni: più italiani all'estero che stranieri in Italia
La Repubblica‎ - 9 ore fa
Nel 2014, gli italiani all'estero e gli stranieri in Italia si equivalevano. ... mezzo, ai quali vanno aggiunti 1.150.000 che hanno già acquisito ... flussi degli immigrati - si legge nel Dossier - ; l'Istat ha ipotizzato, ...



Non è capace di salvare l'Italia e dovrebbe cambiare la Ue??????


Ma stiamo scherzando????


In quale favola sta scritto????
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Re: Renzi

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Grandi opere, il ponte sullo Stretto perde i pezzi
Arrestati il capo progetto e il manager Impregilo

Un mese fa, quando Renzi annunciava il rilancio dell’opera, c’erano anche Michele Longo ed Ettore Pagani
Da ieri sono in carcere nell’inchiesta su Tav e A3. La Gdf trova migliaia di euro a casa degli arrestati (leggi)
ponte-retata-pp
Economia & Lobby
A un mese esatto dall’annuncio del rilancio del progetto del Ponte sullo Stretto, la maxi-retata di mercoledì 26 ottobre ha tolto dalla circolazione gli uomini chiave del progetto e che erano proprio di fianco del premier nel giorno dell’annuncio. Si tratta di Michele Longo ed Ettore Pagani. Due uomini espressione del gruppo Salini-Impregilo. Il primo, Longo, è una figura apicale, general manager domestic operation e ha la responsabilità delle opere del cosiddetto Terzo Valico. Di più, è l’uomo del Ponte, colui con il quale lo Stato deve parlare. Pagani è il suo braccio destro, nonché “responsabile del progetto Ponte sullo Stretto” per conto di Impregilo, come recita il suo curriculum
di Paolo Fior e Ferruccio Sansa
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Re: Renzi

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LA PROPAGANDA DI SALLUSTI


Migranti, Orban contro Renzi
"Nervoso perché in difficoltà"

L'ungherese: "L'Italia adempia agli obblighi". E Renzi: "È preoccupato perché non siamo più il salvadanaio d'Europa"

di Sergio Rame
22 minuti fa
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Re: Renzi

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MA OGGI NON FESTEGGIA??????
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Re: Renzi

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Boeri pensiona Renzi
Il presidente Inps smonta il piano del governo sulle pensioni e sulla salvaguardia degli esodati: "Impegni poco credibili"

di Luca Romano
1 ora fa
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Re: Renzi

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28 OTT 2016 18:49
TAR-TASSATI!

- SMENTITE LE SLIDES DI RENZI IL CAZZARO: NEI PROSSIMI TRE ANNI IMPRESE E FAMIGLIE SUBIRANNO UNA STANGATA DA 75 MILIARDI DI EURO

- E LA PRESSIONE FISCALE NON CALA: DAL 42,1% DI QUEST'ANNO SALIRA' AL 42,2% PER TUTTO IL TRIENNIO 2017-2019

- LA MAZZATA DELL'IVA E DELLE ALTRE IMPOSTE INDIRETTE




(AdnKronos) - "Stangata fiscale da oltre 75 miliardi di euro nel prossimo triennio. Tra il 2017 e il 2019 le tasse cresceranno costantemente, passando dai 493 mld del 2016 ai 505 mld del 2017, ai 518 mld del 2018 e ai 530 mld del 2019".

A sostenerlo è il Centro studi di Unimpresa, secondo il quale sono destinati a salire anche i versamenti allo Stato per contributi sociali e previdenziali: l'incremento sarà di quasi 33 miliardi.

La pressione fiscale, rileva il Centro Studi, si attesterà per tutto il triennio in esame al 42,2% superiore al 42,1% dell'anno in corso.

Sono le imposte indirette (la principale è l'Iva) che 'garantiranno' il maggior gettito aggiuntivo con un aumento complessivo di 80,5 miliardi; le indirette cresceranno di 3,3 mld, mentre caleranno di 8,3 mld gli altri tributi in conto capitale.

E le entrate generali dello Stato sfonderanno il muro degli 800 mld.

Secondo l'analisi dell'associazione, realizzata sulla base della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata il 27 settembre dal governo, il totale delle entrate tributarie si attesterà a quota 493,1 mld alla fine del 2016; di questi, 248,2 mld sono le imposte dirette (come Irpef, Ires, Irap, Imu), 240,9 mld le indirette (come Iva, accise, registro) e 3,8 mld le altre in "conto capitale".


Si tratta di una voce del bilancio pubblico che salirà a 505,8 mld nel 2017 (rispettivamente 245,8 mld, 258,4 mld e 1,6 mld), a 518,1 mld nel 2018 (rispettivamente 247,8 mld, 269,3 mld e 831 milioni), a 530,9 mld nel 2019 (rispettivamente 254,3 mld, 275,7 mld e 841 milioni).

Complessivamente, considerano la variazione di ciascun anno del triennio in esame rispetto al 2016, l'aumento delle entrate tributarie nelle casse dello Stato sarà pari a 75,5 mld: le imposte dirette cresceranno di 3,3 mld, le indirette di 80,5 mld e le altre si ridurranno di 8,3 mld.

Cresceranno anche le entrate relative a contributi sociali (previdenza e assistenza): dai 219,6 mld del 2016 si passerà ai 222,3 mld del 2017, ai 230,1 mld del 2018, ai 239,5 mld del 2019. L'incremento complessivo sarà pari a 32,9 mld.


In salita, poi, anche le altre entrate correnti per 2,3 mld. Ne consegue che il totale delle entrate dello Stato aumenterà di 110,3 mld: dai 786,2 mld del 2016 si passerà agli 800,8 mld del 2017, agli 821,9 mld del 2019 e agli 846,1 mld del 2019. Nessuna variazione positiva per la pressione fiscale.

Il totale delle entrate dello Stato rispetto al prodotto interno lordo, rileva Unimpresa, si attesterà al 42,6% nel 2016, al 42,8% nel 2017, al 42,7% nel 2018 e 2019. Il quadro non migliora nemmeno se si osserva il dato "epurato" del bonus da 80 euro introdotto a partire dal 2014 e contabilizzato, ai fini del bilancio pubblico, come uscita e non come minore entrata: la pressione fiscale (al netto, dunque, degli 80 euro) raggiungerà quota 42,1% alla fine di quest'anno per poi salire e attestarsi al 42,2% per tutto il triennio successivo.


"Da uno studio di Unimpresa emerge che nel prossimo triennio avremo una stangata fiscale da 75 miliardi a cui andranno ad aggiungersi altri 30 miliardi di incrementi contributivi, quindi più di 100 miliardi che cittadini e imprese saranno chiamati a dare allo Stato tra il 2017 e il 2019.


Questi sono i numeri, anche se le slides di Renzi dicono il contrario, ma purtroppo per lui la matematica non è un'opinione".


Lo afferma Roberto Calderoli, responsabile Organizzazione della Lega.
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Re: Renzi

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Plebiscito contro il governo Bocciato da tre italiani su 4
Cresce la percentuale di chi giudica negativamente l'esecutivo: anche il 25% degli elettori del Pd è critico


Renato Mannheimer - Sab, 29/10/2016 - 08:16
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Il livello piuttosto contenuto dei consensi per l'operato del governo presieduto da Matteo Renzi viene confermato anche dalle ultime rilevazioni demoscopiche, effettuate in queste settimane.


E ciò nonostante il fatto che il presidente del Consiglio abbia posto l'accento su alcune tematiche di grande impatto sulla popolazione. In primo luogo, quella di critica verso l'Unione Europea, la cui popolarità presso gli italiani va progressivamente decrescendo negli ultimi anni, sino a toccare oggi livelli minimi: per questo ogni accenno di disapprovazione viene visto con favore da larghi strati di elettorato. Ma né questa tematica, né l'annuncio sulla possibile ripresa del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, né i provvedimenti inseriti nella recente manovra sono serviti ad accrescere la popolarità dell'esecutivo.

Oggi meno di un quarto degli italiani (23,2%) giudica positivamente l'azione del governo. In particolare, è il 3,5% a valutarla «molto positivamente» e il 19,7% a definirla «abbastanza positivamente». Viceversa, il 74% si esprime negativamente: una parte, il 27%, lo valuta «molto negativamente», mentre la maggioranza, il 47%, «abbastanza negativamente» (il restante 3% non si esprime). Lo si evince dai risultati di un sondaggio condotto questa settimana dall'Istituto Eumetra Monterosa su di un campione rappresentativo della popolazione con più di 17 anni di età.

Il livello di consenso appare stabile su questi valori negli ultimi mesi, mentre fa rilevare un significativo calo, pari a circa 15 punti percentuali, rispetto a dodici mesi fa (novembre 2015), quando si attestava al 38,7%. E rispetto a febbraio 2016 si registra una diminuzione del 6%. Beninteso, il decremento del consenso costituisce un trend tipico di tutti gli esecutivi nel corso del loro mandato: lo stesso fenomeno si era registrato con l'esecutivo condotto da Enrico Letta e con quelli precedenti.

Risultano relativamente più propense ad approvare l'operato dell'esecutivo le persone in età lavorativa centrale (dai 35 ai 55 anni), i possessori dei titoli di studio più elevati (specie i laureati) e i residenti al Nord (in particolare, nel Nord-Est). Anche all'interno di queste categorie di popolazione, comunque, la maggioranza degli intervistati esprime un giudizio negativo sull'operato del governo.

Sul fronte opposto, appaiono decisamente più critici i più giovani sotto i 25 anni di età (specie gli studenti), ove la disapprovazione per l'azione dell'esecutivo supera l'80% (non a caso, è questo lo strato sociale che, come si sa, più di altri preannuncia il suo No al prossimo referendum) e, al tempo stesso e in misura ancora più accentuata, i più anziani, oltre i 65 anni (87% di giudizi negativi). In altre parole, ai settori meno centrali e, spesso, più deboli socialmente, il governo piace meno.

Sul piano dell'orientamento politico, il favore massimo per l'operato del governo si trova, naturalmente, tra chi preannuncia l'intenzione di votare per il Pd alle prossime elezioni. Tra costoro, tre su quattro si esprimono con una approvazione. Anche qui, però, ben il 25% manifesta il suo dissenso: è la porzione critica dell'elettorato del partito di maggioranza. All'interno dei votanti per le principali altre forze politiche, viceversa, prevale nettamente un orientamento critico verso l'esecutivo. In particolare, si esprime con un giudizio negativo l'87% di chi opta per Forza Italia (ove si riscontra tuttavia un 13% che dà una valutazione positiva) e quasi il 90% degli elettori per il Movimento Cinque Stelle di Grillo. Infine, è indicativo del «mood» critico nei confronti del governo che oggi sembra caratterizzare il nostro Paese, il fatto che, anche tra chi dichiara di essere indeciso sul partito da votare o intenzionato a disertare le urne, si registri un assai prevalente atteggiamento sfavorevole verso l'azione dell'esecutivo (81% di giudizi negativi).

Tutto ciò può avere rilevanti effetti sul comportamento di voto nel prossimo referendum del 4 dicembre. Molte ricerche effettuate in queste settimane hanno mostrato infatti come una parte consistente di elettorato potrebbe far dipendere la sua decisione di voto anche dal giudizio maturato nei confronti del governo. Non a caso, emerge dai dati rilevati come già ora la quasi totalità di quanti esprimono una valutazione negativa sull'esecutivo (90%) preannunci l'intenzione di votare «No».

Tutto ciò contribuisce a indicare come l'esito del referendum rappresenterà anche una vera e propria espressione del giudizio popolare verso il governo. Insomma, la consultazione del 4 dicembre costituisce, al di là dei sondaggi di opinione, un importante e decisivo banco di prova per l'esecutivo presieduto da Matteo Renzi.
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