La Terza Guerra Mondiale

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camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS




Il Sole 13.2.16
Un’intesa fragile
Ma a dire l’ultima parola saranno i ribelli sul campo

di Alberto Negri



Hanno fatto male i conti, molto male: dove sono coloro che cinque anni fa pensavano di abbattere facilmente il regime baathista di Bashar Assad?


Annaspa alle primarie democratiche la signora Hillary Clinton, allora segretario di Stato, che il 7 luglio 2011 spedì l'ambasciatore Robert Ford, accompagnato dal collega francese, in mezzo ai ribelli islamici di Hama per mandare un messaggio esplicito al mondo musulmano: il via libera alla guerra contro il regime di


È furibondo Tayyp Erdogan che deve piegare la testa: pensava di mettere le mani su Aleppo e attraverso l’Isis anche su Mosul per proporsi come il nuovo Ataturk.


Si ritrova alle porte invece i curdi siriani, alleati di Assad e Mosca ma appoggiati anche dagli Usa, più forti che mai: ha accolto due milioni e mezzo di rifugiati siriani facendo passare ai suoi confini sull’”autostrada della jihad” migliaia di combattenti e senza ottenere una contropartita strategica.


Per questo è nervoso, ma né la Nato né gli Stati Uniti hanno intenzione di fare una guerra per soddisfare le sue ambizioni neo-ottomane.




L’Arabia Saudita, priva ormai anche del senso delle proporzioni, e forse del ridicolo, vuole schierare in Siria le sue truppe con la coalizione internazionale a guida americana ma gli Usa al momento lo escludono.




I sauditi sono in difesa non in attacco: nonostante 10 mesi di bombardamenti incessanti in Yemen sui ribelli sciiti Houti -anche se meno mediatici di quelli russi su Aleppo - Riad non riesce a muovere un passo nel pantano dove si è cacciata del cortile di casa, una sorta di Vietnam arabo.


Mentre l’Iran sciita, il suo arci-nemico nel Golfo, si è liberato delle sanzioni e con l’aiuto militare di Mosca si prepara a estendere la sua influenza regionale attraverso Pasdaran e Hezbollah.



Cominciata con la primavera araba e la rivolta di Daraa nel marzo 2011, quella siriana era all’inizio una legittima protesta popolare contro un regime autocratico e brutale ma si è trasformata quasi subito in una guerra per procura contro Teheran, al punto che gli Emirati per conto delle monarchie del Golfo offrirono decine di miliardi di dollari ad Assad nel giugno 2011 per troncare la storica alleanza con la repubblica islamica.


Assad rifiutò perché tra l’altro negli anni ’70 furono gli ayatollah a legittimare l’appartenenza degli alauiti all’islam, considerati dai sunniti dei miscredenti.



Ricordiamo che la Siria fu l’unico stato arabo a schierarsi con gli ayatollah quando nell’80 Saddam Hussein attaccò l’Iran e a favorire l’insediamento degli Hezbollah sciiti in Libano.


Da queste parti la resa dei conti tra il fronte sciita e quello sunnita è cominciata decenni fa, ancora prima che gli Usa invadessero l’Iraq nel 2003 sbalzando dal potere i sunniti e aprendo il vaso di Pandora mediorientale, lasciando poi che i governi di Baghdad emarginassero colpevolmente le altre minoranze.


L’Iraq è stata la calamita del terrorismo di Al Qaeda e il regime baathista non era certo finito con Saddam: è andato underground e si è alleato con l’Isis del califfo Abu Baqr Baghdadi mettendo a segno i risultati che sappiamo.



La sanguinosa partita siriana, almeno in questo primo tempo durato 5 anni di massacri e crimini di guerra, 250 mila morti e milioni di profughi, l’ha decisa la Russia non l’Occidente con i suoi ambigui e inefficaci alleati sempre pronti a flirtare con i jihadisti i cui affiliati sono arrivati a fare stragi nel cuore della Francia.


A proposito: dove sono finiti i raid punitivi di Hollande che dovevano abbattere il Califfato?


Forse li riserva al prossimo round in Libia per sostenere il generale filo-egiziano Khalifa Haftar.


Ma in Siria siamo appunto al primo tempo che forse non è neppure finito perché l’arbitro, cioè l’Onu, deve ancora trovare un accordo a Ginevra tra le fazioni.


La tregua la decideranno loro, non soltanto gli Usa e la Russia che a Monaco ha dato una mano a Washington a contenere gli alleati turchi e sauditi, assai frustrati nei loro obiettivi politici e militari.



Saranno le fazioni combattenti dei ribelli siriani a dire l’ultima parola sull’accordo «quando comincerà il cessate il fuoco e quando finirà», ha dichiarato George Sabra membro della Alto Consiglio dell’opposizione.


Perché la questione è evidente a tutti: anche se venisse accettata, e per ora le fazioni filo-saudite l’hanno rifiutata, l’intesa di Monaco non darà inizio a una tregua totale ma soltanto parziale.


Dal cessate il fuoco sono esclusi l’Isis e il gruppo Jabat al Nusra affiliato ad Al Qaeda, ritenuti dall’Onu gruppi terroristici. Il problema è che i russi e Assad assimilano ad Al Qaeda anche altre fazioni e non esiteranno a bombardarle.

Lo si è capito perfettamente alla fine di dicembre quando un raid aereo russo alla periferia di Damasco ha fatto fuori Zahar Alloush, leader del movimento Jaysh al Islam, uno dei principali gruppi sostenuti dall’Arabia Saudita.



Mosca - temono gli americani ma anche turchi e sauditi -utilizzerà la settimana prima del cessate il fuoco per aiutare le truppe di Damasco a ottenere altre conquiste territoriali: questa non è un’ipotesi ma una certezza, perché l’obiettivo strategico è quello di tagliare fuori Aleppo dai rifornimenti dei ribelli e liberare la direttrice tra il Nord e Damasco.


La guerra siriana, nonostante gli annunci, non si ferma a Monaco.
camillobenso
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I GIORNI DEL KAOS



ANGELINO, IL MINISTRONE DEL MINCULPOP



Ti rassicura sempre. E' come Galbani. "Vuol dire fiducia"


Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

^^^^^^^

Terrorismo, Alfano: “Rischio altissimo, ma non ci sono minacce specifiche”
(Ho detto tutto-ndt- https://www.youtube.com/watch?v=MLABdlCqE4U)


Politica
di F. Q. | 14 febbraio 2016
Commenti

“Nessun paese è a rischio zero, l’ho sempre detto. Abbiamo informazioni che ci spiegano che il rischio è altissimo ma non abbiamo notizie di un allarme concreto e specifico. Siamo sul pezzo e fin qui le cose hanno funzionato bene”. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, parlando ad In mezz’ora su Rai 3 torna sul tema dell’allarme terrorismo in Europa, e commenta così le parole del del premier francese Manuel Valls, che il 13 febbraio da Monaco aveva parlato del rischio di altri grandi attacchi terroristici e di un rischio “mondiale”.

“Negli ultimi 15 anni non è stato risparmiato nessun continente – ha proseguito Alfano -. Non c’è un obiettivo fisso da controllare siamo chiamati ad un controllo enorme – aggiunge – nel 2015 abbiamo controllato 86mila persone. Informazioni e analisi ci dicono che dalla guerra in Siria e dalla instabilità in Libia continuano a venire pericoli per tutta l’Europa, ma non abbiamo notizie di un allarme concreto, perché altrimenti interverremmo specificamente su quell’allarme. La forza dell’Italia è il lavoro di prevenzione che fin qui ci ha fatto essere paese sicuro”. Anche in relazione ai “i rischi che abbiamo dovuto subire con l’Expo e l’avvio del Giubileo“. Il ministro dell’Interno parla anche dell’ondata di migranti provenienti da Nordafrica e Medio Oriente e, parlando del dibattito in Europa intorno a Schengen conferma “la fondata preoccupazione che ci sia la possibilità che salti”. tuttavia, prosegue, chiuderlo, “non risolve il problema dell’Italia e complica quelli dell’Europa. Noi abbiamo una frontiera marina – aggiunge – non possiamo fare muri”.

Entra anche nel merito delle amministrative e in particolare delle elezioni a Roma. Nei giorni scorsi il centrodestra di Berlusconi, insieme a Salvini e Meloni hanno trovato l’intesa sull’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, ma Alfano si dice orientato a sostenere la candidatura di Alfio Marchini. “Marchini è una strada nuova. E’ bene trovarla e secondo me può funzionare bene”. “Quanto può valere l’appoggio di Ncd? Noi solitamente valiamo il doppio di quello che i sondaggi ci danno”, conclude. “Ci riuniremo nei prossimi giorni, ma siamo assolutamente orientati a sostenere Marchini, e non lo facciamo in una logica di partito ma in una logica civica”, ha detto.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... e/2464302/
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS


“L’uomo che sussurrava ai potenti”
, adesso per chi sta lavorando?

Si limita solo a scrivere per Il Tempo o lavora per altri???

Chi gli sta passando queste informazioni?

Luigi Bisignani
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Luigi Bisignani (Milano, 18 ottobre 1953) è un faccendiere ed ex giornalista[1] italiano[2][3][4], ritenuto uno degli uomini più potenti d'Italia[5]. Definito anche "manager del potere nascosto"[6].

https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Bisignani



Ha scritto Francesco Maria Toscano per LIBRE:
Dietro il paravento di una libertà di stampa brandita a mo’ di slogan si cela sempre una realtà differente e puzzolente, fatta di corruzione, manipolazione e compromessi che nulla hanno a che vedere con l’informazione.

Non si tratta, badate bene, di singole devianze ma di un sistema rodato e collaudato: solo chi è disposto a prostituirsi intellettualmente può sperare di entrare nell’empireo del giornalismo.



Con Bisignani si va oltre la prostituzione.


14 feb 2016 10:23
LA PROFEZIA DI BISIGNANI: “OBAMA PER RILANCIARE I DEMOCRATICI IN CRISI IN USA E CONTRASTARE ZAR PUTIN AVREBBE DECISO DI BOMBARDARE LA ZONA PETROLIFERA DELLA LIBIA SOTTO IL CONTROLLO DELL'ISIS”

- ORA CHE FARÀ RENZI? CAVALCHERÀ LA GUERRA O SI TIRERÀ INDIETRO PER PAURA DELLE RITORSIONI?


Bisignani: “Mattarella nella sua visita negli Stati Uniti è stato informato? E Renzi come si muoverà? Il governo ha perso una grande occasione per avere un ruolo pacificatore nella vicenda libica: si è limitato a inutili proclami e non è stato d’aiuto neppure a quelle personalità locali che avevano chiesto a Roma supporto”… -


Luigi Bisignani per “Il Tempo”


L'ordine di Obama è irrevocabile: attacchiamo in tempi strettissimi la Libia.

Ai comandi militari USA il compito di trovare solo il momento migliore.


L'escalation decisa dopo l'abbattimento da parte dell'Isis di un altro Mig-23 di Tobruk.

I bombardamenti dovrebbero avvenire in modo mirato nella zona ovest, nei pressi di Sidra, dove si trovano i principali depositi petroliferi.

È qui che ha preso il controllo del territorio lo Stato Islamico, con il nuovo comandante Abu Omar al-Shishani, all’anagrafe Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, 30 anni, uno dei terroristi ceceni più ricercati al mondo.


L'eliminazione dell'Isis e la testa di Batirashvili sono obiettivi fondamentali per il Presidente degli Stati Uniti.

In politica interna perché in vista delle elezioni i Repubblicani stanno prendendo prepotentemente il largo proprio sui temi legati al terrorismo e alla sicurezza.

In politica estera perché il democratico Obama sta perdendo ogni autorevolezza rispetto allo zar Vladimir Putin, soprattutto dopo il recente, sia pur fragile, accordo sulla Siria per permettere aiuti umanitari.

Per stringere i tempi ed evitare inutili mediazioni all'interno della NATO, l'attacco USA dovrebbe avvenire solo con l'appoggio della Gran Bretagna, mentre all’Italia verrebbe chiesto l'uso logistico della base militare di Sigonella per i rifornimenti.

Come si comporterà l'Italia?

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella nella sua visita negli Stati Uniti è stato informato?

E il Presidente del Consiglio Matteo Renzi come si muoverà?

Cavalcherà la guerra per distrarre gli italiani dalla crisi oppure si defilerà preoccupato da possibili ritorsioni?

Il governo ha perso una grande occasione per avere un ruolo pacificatore nella vicenda libica: si è limitato a inutili proclami e non è stato d’aiuto neppure a quelle personalità locali che avevano chiesto a Roma supporto per combattere prima le tribù ribelli e ora i terroristi.

E non ha avuto neppure l'autorevolezza per imporre all'ONU come commissario speciale, dopo l'inconcludente Bernardino León, uomini di grande esperienza in quei mondi come Massimo D'Alema, ad esempio. Inascoltati infine, i suggerimenti dei nostri servizi di sicurezza che sono i più inseriti nel territorio, mentre le nostre aziende hanno avuto l'ordine di rimpatriare gli italiani che si trovavano presso i giacimenti.


L'attacco americano in Libia cambierà lo scenario internazionale e anche in Italia creerà una situazione delicatissima per Renzi, soprattutto quando gli si chiederà di mandare truppe di terra per combattere.

Di sicuro Papa Bergoglio si scaglierà prepotentemente contro i bombardamenti e userà tutta la sua influenza mediatica per raccogliere attorno a sé l'universo pacifista, che ne approfitterà, ma non sarà il solo, per mettere il Premier in ulteriore difficoltà.


L'attacco americano in Libia cambierà lo scenario internazionale e anche in Italia creerà una situazione delicatissima per Renzi, soprattutto quando gli si chiederà di mandare truppe di terra per combattere.


Di sicuro Papa Bergoglio si scaglierà prepotentemente contro i bombardamenti e userà tutta la sua influenza mediatica per raccogliere attorno a sé l'universo pacifista, che ne approfitterà, ma non sarà il solo, per mettere il Premier in ulteriore difficoltà.
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS




Ma chi è lo spiritosone che ha scelto MONACO, per questa conferenza di Pace?????

Non lo sa che MONACO porta sfiga??????

O ha fatto apposta?????









Mondo
Siria, alla conferenza di Monaco la pace sembra più lontana che mai
di Loretta Napoleoni | 14 febbraio 2016
Commenti (40)


La tensione durante la conferenza internazionale sulla sicurezza a Monaco di Baviera si taglia con il coltello.


Nonostante i proclami pacifisti strombettati all’inizio degli incontri, si parla poco di pace e le minacce volano da tutte le parti.


Medvedev, l’amplificatore umano di Putin, ha dichiarato più volte che ci troviamo di fronte ad una nuova guerra fredda, naturalmente la cortina di ferro per ora non c’è ma a Mosca già stanno studiando dove e come costruirla.


Alla fine del suo discorso Medvedev ha pronunciato una frase preoccupante “a volte mi domando se questo è il 2016 o il 1962”.

Per i giovanissimi e per chi ha poca memoria quello fu l’anno in cui Washington e Mosca sfiorarono il confronto atomico, e l’anno in cui la cortina di ferro calò definitivamente tagliando l’Europa in due.



La situazione è ben peggiore perché questa volta non ci sono solo due superpotenze ma tante, troppe e tutte si guardano in cagnesco. E questo spiega perché a Monaco russi e americani fanno a gomitate con tutti gli altri per attirare i riflettori della stampa.



Naturalmente qui nessuno è preoccupato per la situazione internazionale, come invece avvenne nel 1962, minacce e promesse vengono lanciate per far presa sull’elettorato delle proprie nazioni.



La politica estera è soltanto un’opportunità per lanciare slogan politici, nulla di più, al resto ci pensano i droni!

John Kerry deve portare a casa qualcosa per convincere gli americani a votare il candidato democratico nelle prossime elezioni invece di lasciare che l’elettorato apra le porte della Casa Bianca ai repubblicani e, con molta probabilità, a Donald Trump.


Medvedev deve convincere i russi che la leadership di Putin restituirà alla Russia i suoi lustri – con il prezzo del petrolio in caduta libera e le sanzioni economiche il Cremlino fatica a mantenere alta la popolarità del moderno zar. La carta nazionalista è l’unico jolly che i russi hanno nella manica e lo stanno giocando da mesi.


I paesi del golfo, prima fra tutti l’Arabia Saudita, alzano la voce di fronte ai successi di Assad grazie ai bombardamenti russi.


Anche i sauditi, fiaccati dalle gravi condizioni economiche in cui si trovano a causa della caduta dei prezzi del petrolio, giocano la carta religiosa e presentano alla popolazione l’asse Damasco-Mosca-Teheran come l’incarnazione del diavolo.

Naturalmente nessuno ha menzionato lo Yemen, che grazie alle truppe ed ai bombardamenti sauditi, sta diventano il nuovo focolaio della guerra per procura con l’Iran nella penisola arabica.

L’Europa, che non ha mai avuto una sua voce, usa quella della Nato per farsi sentire.


Repubbliche baltiche, mar Baltico, Ucraina, queste le aree geografiche del potenziamento militare per i soliti motivi: arrivare al confine con la Russia per dimostrare chi è il capo del quartiere.


Per ora Russia e Nato mostrano i muscoli ma ad un certo punto inizieranno a lanciare i pugni ed allora sì che ne vedremo delle belle.

Il grande assente a Monaco è lo Stato Islamico anche se in effetti il Califfato è uno dei principali responsabili della tensione geo-politica in cui ci troviamo.


Nei corridoi di Monaco sabato girava la voce che le truppe di Assad appoggiate dall’aviazione russa sono pronte per attaccare Raqqa, la capitale dello Stato Islamico.


Se ciò avvenisse i sauditi hanno detto di essere pronti a mandare le truppe in Siria, quindi per proteggere l’Isis?


Viene spontaneo chiedersi. Secondo loro se Assad viene eliminato anche il Califfato scomparirà. Un’analisi surreale ma che è in linea con le assurdità prodotte dalla propaganda saudita.

In conclusione Monaco ha confermato i peggiori timori sul futuro delle relazione tra l’occidente e la Russia.


Un fiasco clamoroso per l’amministrazione di Obama che sperava in un accordo, anche se temporaneo, sulla situazione in Siria.


Nei prossimi mesi assisteremo all’intensificarsi dei conflitti nel Medio Oriente e con molta probabilità prima o poi ci sarà anche un nuovo attacco terrorista in Europa.


A Monaco la pace sembra più lontana che mai.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... i/2462671/
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS




15 feb 2016 09:46
IL DOPPIO GIOCO DI PUTIN SULLA SIRIA

- “ZAR VLAD” DA UN LATO ALLISCIA OBAMA PER “COOPERARE CONTRO IL TERRORISMO” E DALL’ALTRO BOMBARDA I RIBELLI ANTI-ASSAD

- ANCHE ERDOGAN RISOLVE I SUOI AFFARI: CONTINUA A COLPIRE I CURDI

Per il momento il pacchetto di intese molto vaghe raggiunte a Monaco venerdì resta lettera morta. Il cessate il fuoco in ogni caso, dovrebbe cominciare solo tra sei giorni - Un lasso di tempo che potrebbe garantire a Mosca, assieme all'esercito leale ad Assad, oltre che a militari iraniani e milizie sciite, di sferrare un colpo mortale alle milizie sunnite…




L.Cr. per il “Corriere della Sera”


Restano profonde divergenze tra Washington e Mosca su modalità e priorità per arrivare al cessate il fuoco in Siria. Barack Obama continua a insistere affinché i jet russi blocchino i bombardamenti sulle milizie «moderate» dell' opposizione al regime di Bashar Assad.



E soprattutto affinché l' affievolirsi dei combattimenti garantisca l' afflusso di aiuti umanitari alle zone civili sotto assedio. Da parte sua Vladimir Putin parla di continuare l' offensiva contro i «gruppi terroristi» come Isis e i qaedisti di Al Nusra. Il primo ribadisce la legittimità politica degli oppositori del regime siriano. Il secondo non si muove di un millimetro rispetto al tradizionale sostegno russo per Assad.




Sono le differenti interpretazioni date ieri dai portavoce della Casa Bianca e del Cremlino alla telefonata tra i due presidenti a illustrare quanto gli sforzi della diplomazia siano ancora in alto mare.



«In particolare il presidente Obama ha enfatizzato il ruolo costruttivo della Russia nel cessare la campagna di raid aerei contro l' opposizione moderata», chiarivano a Washington. Mentre da Mosca si insisteva sulla validità di quegli stessi raid contro «lo Stato Islamico e altre organizzazioni terroristiche». La conclusione è sotto gli occhi di tutti: per il momento il pacchetto di intese molto vaghe raggiunte a Monaco venerdì resta lettera morta. Il cessate il fuoco in ogni caso, dovrebbe cominciare solo tra sei giorni.


Un lasso di tempo che potrebbe garantire a Mosca, assieme all' esercito leale ad Assad, oltre che a militari iraniani e milizie sciite, di sferrare un colpo mortale alle milizie sunnite. A chiunque cerchi di contrastare l' offensiva, da Mosca rispondono con le minacce. «L' arrivo di nuove forze di terra potrebbe condurre ad una lunga guerra totale», ha replicato duro il premier russo Dmitrij Medvedev al segretario di Stato Usa, John Kerry, il quale ha accennato a quella possibilità nel caso del fallimento delle intese di Monaco.

L' Arabia Saudita sta inviando nuovi caccia alla base turca di Incirlik.


L' asprezza delle parole di Medvedev riflette tra l' altro la contrarietà di Mosca rispetto ad un nuovo importante sviluppo sul terreno. Da tre giorni infatti l' esercito turco e le cosiddette Forze di Difesa Curde (Ypg), che operano nel Nord del Paese, sono impegnate in violenti scontri a fuoco. Ankara vede nelle aspirazioni autonomistiche dei curdi siriani un grave pericolo che minaccia la propria stabilità interna.


15 feb 2016 09:46
IL DOPPIO GIOCO DI PUTIN SULLA SIRIA - “ZAR VLAD” DA UN LATO ALLISCIA OBAMA PER “COOPERARE CONTRO IL TERRORISMO” E DALL’ALTRO BOMBARDA I RIBELLI ANTI-ASSAD - ANCHE ERDOGAN RISOLVE I SUOI AFFARI: CONTINUA A COLPIRE I CURDI
Per il momento il pacchetto di intese molto vaghe raggiunte a Monaco venerdì resta lettera morta. Il cessate il fuoco in ogni caso, dovrebbe cominciare solo tra sei giorni - Un lasso di tempo che potrebbe garantire a Mosca, assieme all'esercito leale ad Assad, oltre che a militari iraniani e milizie sciite, di sferrare un colpo mortale alle milizie sunnite… -
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L.Cr. per il “Corriere della Sera”



putin assad
putin assad

Restano profonde divergenze tra Washington e Mosca su modalità e priorità per arrivare al cessate il fuoco in Siria. Barack Obama continua a insistere affinché i jet russi blocchino i bombardamenti sulle milizie «moderate» dell' opposizione al regime di Bashar Assad.



E soprattutto affinché l' affievolirsi dei combattimenti garantisca l' afflusso di aiuti umanitari alle zone civili sotto assedio. Da parte sua Vladimir Putin parla di continuare l' offensiva contro i «gruppi terroristi» come Isis e i qaedisti di Al Nusra. Il primo ribadisce la legittimità politica degli oppositori del regime siriano. Il secondo non si muove di un millimetro rispetto al tradizionale sostegno russo per Assad.

PUTIN OBAMA
PUTIN OBAMA



Sono le differenti interpretazioni date ieri dai portavoce della Casa Bianca e del Cremlino alla telefonata tra i due presidenti a illustrare quanto gli sforzi della diplomazia siano ancora in alto mare.



«In particolare il presidente Obama ha enfatizzato il ruolo costruttivo della Russia nel cessare la campagna di raid aerei contro l' opposizione moderata», chiarivano a Washington. Mentre da Mosca si insisteva sulla validità di quegli stessi raid contro «lo Stato Islamico e altre organizzazioni terroristiche». La conclusione è sotto gli occhi di tutti: per il momento il pacchetto di intese molto vaghe raggiunte a Monaco venerdì resta lettera morta. Il cessate il fuoco in ogni caso, dovrebbe cominciare solo tra sei giorni.

ERDOGAN
ERDOGAN



Un lasso di tempo che potrebbe garantire a Mosca, assieme all' esercito leale ad Assad, oltre che a militari iraniani e milizie sciite, di sferrare un colpo mortale alle milizie sunnite. A chiunque cerchi di contrastare l' offensiva, da Mosca rispondono con le minacce. «L' arrivo di nuove forze di terra potrebbe condurre ad una lunga guerra totale», ha replicato duro il premier russo Dmitrij Medvedev al segretario di Stato Usa, John Kerry, il quale ha accennato a quella possibilità nel caso del fallimento delle intese di Monaco.

L' Arabia Saudita sta inviando nuovi caccia alla base turca di Incirlik.

peshmerga curdi combattono isis in iraq
peshmerga curdi combattono isis in iraq



L' asprezza delle parole di Medvedev riflette tra l' altro la contrarietà di Mosca rispetto ad un nuovo importante sviluppo sul terreno. Da tre giorni infatti l' esercito turco e le cosiddette Forze di Difesa Curde (Ypg), che operano nel Nord del Paese, sono impegnate in violenti scontri a fuoco. Ankara vede nelle aspirazioni autonomistiche dei curdi siriani un grave pericolo che minaccia la propria stabilità interna.



curdi
curdi

Le Ypg sono infatti legate a filo doppio al Pkk, il Partito dei Lavoratori Curdi in Turchia, che il governo turco e larga parte della comunità internazionale accusano di terrorismo. Ma il problema rappresenta oggi uno degli aspetti più complicati del garbuglio siriano. Da oltre un anno le Ypg sono infatti una delle maggiori forze combattenti contro Isis in Siria. Hanno anche collaborato occasionalmente con l' enclave curda irachena, da cui però sono divise per interessi diversi.



Il risultato è che oggi sia Mosca che Washington tendono a considerarle come preziose alleate. La situazione è precipitata quattro giorni fa, quando approfittando dell' indebolimento delle milizie moderate sunnite a causa dei bombardamenti russi a nord di Aleppo, le Ypg hanno allargato i territori sotto il loro controllo raggiungendo anche l' importante aeroporto di Menagh, non lontano dalla cittadina di Azaz, sulla strada che collega Aleppo al confine turco.


La reazione di Ankara è stata subito aggressiva. Ieri mattina erano visibili consistenti concentramenti di truppe curde sul confine presso Gaziantep. Secondo Mosca alcune centinaia di teste di cuoio turche sarebbero già entrate in territorio siriano. Il pericolo dell' escalation militare resta serio. Mentre le organizzazioni umanitarie in Siria continuano a segnalare la gravità dei bombardamenti russi che causano vittime civili e peggiorano le condizioni per decine di migliaia di profughi.
lucfig
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da lucfig »

Intanto chi ci va di mezzo sono solo la popolazione ...

dal www.ilfattoquotidiano.it

Colpita la struttura di Medici senza Frontiere, nove vittime. “Contro di noi 4 razzi, due attacchi deliberati”. Altre 14 le persone uccise ad Azaz. Curdi: “Raid di Assad”. Davutoglu attacca la Russia

La Siria è il centro del medioriente ... mi meraviglio che nel casino non si è tuffata Israele e USA ... credo che ha influenzato il prezzo basso del petrolio.
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
Maucat
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Iscritto il: 19/04/2012, 12:04

Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da Maucat »

La situazione in Siria si fa sempre più complicata.
Turchia e Arabia Saudita sono sempre più nervosi per la costante avanzata delle truppe governative siriane e dei loro alleati Hezbollah e Curdi, il loro progetto di cacciare Assad e dominare quell'area del MO sta naufragando.
I turchi vedono oramai materializzarsi il loro incubo peggiore la nascita di uno stato curdo e i sauditi non possono sostenere a lungo un petrolio a 30$ pena il fallimento e l'ascesa dell'influenza iraniana in MO li colpirebbe ancor più del crollo del prezzo del greggio.
Quindi cercano in tutti i modi di forzare la mano agli USA perché intervengano contro la Russia ma ciò potrebbe voler dire III GM e nonostante a Washington ci siano tanti falchi, la scoperta da parte yankee del potenziale bellico russo ha tarpato le unghie di molti guerrafondai USA dato che Putin ha dimostrato di avere un deterrente nucleare di contrattacco non indifferente che potrebbe colpire duramente gli USA e di difesa antimissile niente male da limitare molto i danni di uno strike yankee.
L'Europa è divisa fra lealtà alla NATO e voglia di neutralità, i paesi dell'Est hanno paura della Russia e chiedono lo schieramento di truppe mentre tra i fondatori dell'UE crescono coloro che non vorrebbero essere coinvolti in un'attivazione dell'art. 5 dell'alleanza in caso di pazzie turche e/o ucraine, inoltre il flusso di profughi sta mettendo a dura prova la solidità del fronte europeo.
Una cosa è certa fa scalpore il basso profilo di Israele che a differenza degli USA cerca di tenersi aperto un piano B nel caso Assad rimanga in sella e i russi/iraniani diventino attori primari della zona.
Gli USA hanno dimostrato ancora una volta la loro scarsa e approssimativa valutazione geopolitica nel medio termine firmando cambiali in bianco a regimi come quelli turco e saudita di dubbia efficacia e, come spesso in questi ultimi anni, si trovano o dover fronteggiare una situazione che nel migliore dei casi sarà per loro un mezzo disastro.

In tutto ciò come sempre ci rimettono le masse inermi che rimangono pedine sacrificali nelle mani dei potenti. 8-)
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

I GIORNI DEL KAOS

CRONACA DELLA GUERRA


Il TG3 apre con la notizia appena arrivata di un attentato ad Ankara.

Solo l'Ansa per il momento riporta la notizia.

Turchia: autobomba contro soldati nel centro di Ankara, a 300 metri dal Parlamento

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... b3492.html
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

I GIORNI DEL KAOS

CRONACA DELLA GUERRA



Turchia, autobomba ad Ankara contro convoglio militare: 18 morti e 45 feriti

Articolo + video


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... i/2473870/
paolo11
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da paolo11 »

La Russia lo ha detto molte volte.Assad rimane fino a che non viene stabilizzata la Siria.Poi ci saranno le elezioni.
La mia paura è la Turchia,nel senso che in un modo o nell'altro facendo parte della Nato ci coinvolga tutti.
Abbiamo i Curdi che combattono contro Isis, i turchi che bombardano i curdi.Nessuno che gli dica basta.
Ciao
Paolo11
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