La Terza Guerra Mondiale

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camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Mentana al Tg7 delle 20,00


La notizia proviene dal Wall Street Journal.

L'Italia ha dato il si per la base per la partenza dei droni destinati a bombardare la Libia.(Sigonella)


Dal punto di vista strettamente militare, è lecito supporre che l'Isis non starà alla finestra a guardare i droni che arrivano dal Bel Paese???

E' qui che scatterà l'ora X del terrorismo islamico come annunciato dal numero uno di Europol???
camillobenso
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I GIORNI DEL KAOS


Notizia Tg7 confermata


Libia, ok dell’Italia alla partenza di droni Usa per operazioni militari in Libia
Mondo

Lo scrive il Wall Street Journal, precisando che l'accordo tra l'amministrazione statunitense e quella italiana è stato raggiunto un mese fa. "Il governo Renzi ha autorizzato le operazioni solo per scopi di difesa, per paura di accendere un'opposizione interna contro la guerra"
di F. Q. | 22 febbraio 2016
Commenti (33)


Partiranno dall’Italia, precisamente dalla base siciliana di Sigonella, i droni Usa che bombardano l’Isis in Libia.


“Il governo italiano il mese scorso ha dato il via libera alla partenza di droni americani armati da una base nel suo territorio per operazioni militari contro l’Isis in Libia e in Africa del Nord”, scrive il Wall Street Journal, parlando di “svolta” dopo oltre un anno di negoziazioni.

“L’ok del governo Renzi alla partenza di mezzi dell’esercito statunitense dal suo territorio è arrivata”, continua il quotidiano americano citando fonti dell’amministrazione statunitense, “a una condizione: possono essere usati solo a scopo di difesa, per proteggere le operazioni delle forze speciali Usa in Libia”.


Secondo il Wall Street Journal “l’amministrazione Obama sta ancora tentando di persuadere il governo italiano ad autorizzare l’uso dei droni anche in operazioni offensive, come quella condotta venerdì scorso contro un campo dell’Isis a Sabratha, nel nordovest della Libia.


In quell’occasione sono stati uccisi almeno 30 jihadisti, e tra questi quasi certamente anche la mente degli attentati al museo del Bardo di Tunisi e del resort della spiaggia di Sousa, sempre in Tunisia”.


In questo caso i droni sono partiti da una base militare in Inghilterra. Finora – scrive ancora il Wsj – l’Italia si è rifiutata di cedere su questo punto, per paura di accendere una opposizione interna contro la guerra, specialmente nel caso che nel corso delle operazioni dei droni ci possano essere delle vittime civili.

E dal ministero della Difesa confermano la notizia dell’accordo tra Washington e Roma per la partenza di droni armati americani dalla base di Sigonella con il compito di proteggere le operazioni delle forze speciali in Libia.


L’attività non è comunque ancora iniziata e dovrà essere sottoposta, di volta in volta, all’autorizzazione del Governo italiano, che ha chiesto precisi limiti (“solo a scopo di difesa”) all’intervento degli aerei senza pilota Usa. Anche l’Italia, comunque, ha innalzato l’allerta sulla situazione libica dislocando il mese scorso quattro Amx in assetto di ricognizione nella base di Trapani.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... a/2487172/
camillobenso
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I GIORNI DEL KAOS





Isis, un nuovo Califfato in Africa

Feb 22, 2016 Punti di vista Marco Vassallo



Dopo aver infettato l’Europa con cellule dormienti, l’Isis si prepara a creare una postazione fissa in Libia. Secondo il New York Times, che cita fonti dell’intelligence americana, diversi luogotenenti dello Stato Islamico sarebbero arrivati in terra libica per erigere una “struttura di tipo statale“.

Gli ordini che provengono dalla Siria sono chiari e, per la prima volta, vanno a contagiare regioni dell’Africa occidentale che finora erano rimaste immuni dalla propaganda jihadista: Ciad, Senegal e Sudan. Le mani che muovono le marionette del jihad vogliono che i combattenti africani non si muovano più verso Raqqa, la capitale de facto dell’autoproclamato califfato di Al Baghdadi, ma verso la Libia. Una mossa che preoccupa l’intelligence a stelle e strisce e che dimostra l’accresciuta capacità strategico-militare dei tagliagole. “La Libia è diventata un magnete per individui non solo all’interno alla Libia, ma dal continente africano e dall’esterno” ha affermato John Brennan, direttore della Cia.

La stratificazione degli jihastidi di Baghdadi nella terra libica è sottolineata anche da Brett McGurk, inviato di Barack Obama per la lotta all’Isis. “Stanno cercando di stabilire una struttura di tipo statale” ha affermato McGurk. Seguendo la medesima tattica usata in Iraq e Siria stanno tassando le popolazioni dei territori controllati intorno a Sirte che sono esposte così a vere e proprie estorsioni. Inoltre starebbe anche entrando nelle attività dei trafficanti di esseri umani e scafisti che gestiscono il flusso di migranti. Insomma i terroristi stanno cercando una nuova fonte di guadagno in Libia: i pozzi non sono sotto il loro controllo e le banche occupate a Sirte non hanno certo i tesori di quelle a Mosul. Ogni pezzo della schiacchiera nera del terrone è corredata dall’abile mano della propaganda sui social media che punta, in uno schema già visto, ad attirare i giovani africani, spesso disillusi per le scarse possibilità di studio e lavoro offerte dai loro governi. L’allarme degli americani è confermato anche dalla autorità senegalesi, quele del Niger, della Nigeria e del Mali. Si parla di giovani uomini partiti per la Libia, un trend che viene registrato da diversi stati.

Mentre l’Isis organizza le sue pedine, gli Stati Uniti e i suoi alleati europei preparano attacchi mirati in Libia. Il New York Times parla di addestramenti con istruttori americani, canadesi, olandesi e belgi con le forze speciali di 30 paesi africani. L’esercitazioni anti-terrorismo sarebbero svolte sul territorio senegalese. Proprio le forze del Senegal, con l’aiuto dei marine olandesi e le forze speciali Usa, vengono addestrate a controllare il confine nord, anche quello marittimo, con la Mauritania.

La conferma della nuova strategia degli States, in risposta allo Stato Islamico, è lo stanziamento da parte del Pentagono di 200 milioni di dollari per addestramento e rifornimento delle forze militari dei paesi dell’Africa settentrionale ed occidentale. Altri 50 milioni di dollari saranno utilizzati per varare una nuova base per droni ad Agadez in Niger da dove potranno partire Reaper da ricognizioni per avvicinarsi al confine sud della Libia. Il colonnello Mahame Laminou Sani, capo dell’intelligence del Niger intanto fa sapere che è stato rafforzato il controllo sul confine con la Libia. “È una minaccia globale che non è limitata ai confini” specifica Moussa Mbouop, ufficiale delle operazioni speciali che ha preso parte ad un altro addestramento congiunto di forze africane, americane e di altri paesi occidentali che ha avuto luogo il mese scorso a Washington. Insomma lo Stato Islamico pare perdere i colpi sul territorio “nazionale” in Siria, ma in Africa ha trovato terrono fertile dove coltivare il seme del terrore, a soli 1.779 chilometri da Roma.
Maucat
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da Maucat »

camillobenso ha scritto:
Maucat ha scritto:Controllo capillare e infiltrazione sono le armi per controbattere il terrorismo. In più educare i nuovi venuti, soprattutto quelli più giovani a essere cittadini europei e non islamici, lo so è difficile ma l'unica alternativa altrimenti e rimandarli a casa...

Se le notizie pubblicate da LIBRE sono attendibili, dietro tutto questo c’è un piano congiunto Soros-Cia.

InfoDirekt, Vienna: gli Usa finanziano il traffico di migranti

Caos migranti, il piano Soros-Cia per destabilizzare l’Europa


Ripeto,.. se sono attendibili.

In questo caso che si può fare???
Se la verità è quella rimane solo l'uscita di gran parte degli stati europei dalla NATO (UK e ex paesi Patto di Varsavia non li smuovi comunque), chiusura delle basi USA, denuncia immediata del TTIP e nuovo patto economico e strategico con la Russia. Ma ci vorrebbero governanti con le OO e ne vedo pochi in Europa.
erding
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da erding »

Berlusconi spiato da Nsa, Renzi chiede informazioni.
Gli Usa: "Non sorvegliamo senza validi motivi"


Le rivelazioni di Repubblica e L'Espresso sulla base dei nuovi file emersi da Wikileaks innescano la reazione di Forza Italia:
Romani e Brunetta chiedono incontro urgente al sottosegretario con delega ai servizi Minniti e al premier di riferire in Parlamento.
Ghedini: "Dopo verifiche potremmo denunciare". Boldrini: "Inaccettabile azione di spionaggio"
http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... 134036528/

Mi chiedo: ci sono motivi per cui è lecito spiare? Quali motivi? chi stabilisce la validità dei motivi?

Inoltre, se gli americani ci mettono tanto impegno ad intercettare e spiare paesi alleati e ci riescono alla grande,
lo faranno anche con i tanto "contrastati" terroristi? e se si, non dovrebbero riuscire a controllarli?

Sono tanti gli interrogativi che vengono ...spontanei.
Maucat
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da Maucat »

I terroristi non li spiano li finanziano per danneggiare gli altri.
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

erding ha scritto:Berlusconi spiato da Nsa, Renzi chiede informazioni.
Gli Usa: "Non sorvegliamo senza validi motivi"


Le rivelazioni di Repubblica e L'Espresso sulla base dei nuovi file emersi da Wikileaks innescano la reazione di Forza Italia:
Romani e Brunetta chiedono incontro urgente al sottosegretario con delega ai servizi Minniti e al premier di riferire in Parlamento.
Ghedini: "Dopo verifiche potremmo denunciare". Boldrini: "Inaccettabile azione di spionaggio"
http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... 134036528/

Mi chiedo: ci sono motivi per cui è lecito spiare? Quali motivi? chi stabilisce la validità dei motivi?

Inoltre, se gli americani ci mettono tanto impegno ad intercettare e spiare paesi alleati e ci riescono alla grande,
lo faranno anche con i tanto "contrastati" terroristi? e se si, non dovrebbero riuscire a controllarli?

Sono tanti gli interrogativi che vengono ...spontanei.



La puntata di oggi di Omnibus nella prima parte si è occupato di questo tema.

Renzi, Berlusconi e le ipotesi complotti
24/02/2016

Gli ospiti di oggi: Gennaro Migliore (sottosegretario Giustizia - Pd), Germano Dottori (analista di politica internazionale), Stefania Craxi (Forza Italia), Antonio Padellaro (Il Fatto Quotidiano), Stefania Maurizi (l'Espresso), Francesco Specchia (Libero)

http://www.la7.it/omnibus/rivedila7/ren ... 016-175607

^^^^^^^^^


PS. 1) La reazione dei due capigruppo di Camera e Senato di FI, a cosa mirano?
Dobbiamo fare la guerra agli Usa per l’affronto a compare Turiddo???

Mirano forse ad avere un risarcimento e rimettere Silvietto a Palazzo Chigi????

Sarebbero, politicamente dei pollastri, perché con la situazione politica, economica, finanziaria, etica e morale e con una guerra in corso che da noi viene occultata per motivi interni di potere, sarebbe, appunto da pollastri chiedere la guida della nazione proprio in questo momento.

E allora a cosa mirano Brunetta e Romani????

Tentare di recuperare il centrodestra in piena fase di dissoluzione???????????

Non ha molto senso.

Perché quello che sta accadendo ha un peso maggiore.

- Vedi Lady dentiera per la sanità lombarda, con gli amici della Lega.

- All’inizio della settimana l’associazione giovanile Azzurra ha abbandonato Silvietto(mi sembra per il solito Verdini) e Liberoquotidiano, titolava che si tratta del colpo più basso inferto al Cav.
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS


VENTI DI GUERRA VICINI IN LIBIA DICONO I FRANCESI



E' un tilolo del sommario del TG7 dell 20,00.


Il servizio cita come fonte Le Monde di stamani.

150 uomini sono già operativi sul terreno.

Ha cercato di smentire Valls
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS


Detta in milanese attenua l'impatto???????

Silvietto diceva in milanese: Ghe pensi mi


Io invece uso sempre il meneghino e dico: Ghe sem

che tradotto significa : Ci siamo




Libia, piano dell’Italia per ridisegnare confini. Le Monde: “Francia già segretamente in guerra”
Mondo

Tra una settimana parte l'operazione congiunta Usa-Italia che fa decollare 11 hellfire armati. L'Italia si proietta così in prima linea contro l'Isis, subito sale l'allerta terrorismo. Nel frattempo prende corpo il progetto di intervento a terra con 5mila soldati e uno spezzatino della Libia. L'Isis entra a Sabrata e decapita 12 guardie. Le rivelazioni di Le Monde su blitz segreti diventano un caso. Gentiloni: "Soluzione non in improbabili missioni militari"
di F. Q. | 24 febbraio 2016


Undici droni armati di missili pronti a partire dall’Italia per colpire in Libia.



Un piano “B” per l’intervento a terra di una coalizione internazionale con 5mila soldati, coordinato dalle forze italiane in Tripoliana, la Gran Bretagna in Cirenaica, la Francia nel Fezzan.



Il tutto coadiuvato dal comando americano che sta dispiegando forze nell’area in previsione di uno spostamento del Califfato dalla Siria in Libia, diventando così il perno di una coalizione internazionale per la stabilizzazione dell’area legittimata sotto le insegne dell’Onu.






Quella che proprio l’Italia avrebbe voluto guidare e ora inizia a prendere forma dal cielo.






Insomma, se non è guerra poco ci manca, anche se il ministro Gentiloni ribadisce che “I raid non sono un preludio all’intervento e la soluzione non è in improbabili missioni militari”.








Dal canto suo l’ambasciatore libico in Italia, Ahmed Safar, cassa in partenza l’ipotesi della tripartizione libica in “protettorati” come inaccettabile: “Sarebbe come separare di nuovo la Germania con un muro. Nessuno lo accetterebbe.





E’ un’idea antica.




Solo i libici decideranno il proprio futuro e vogliono un governo unito, democratico e liberale”, sottolinea il diplomatico.





Sullo sfondo emergono anche le operazioni “clandestine” della Francia per contenere l’espansione dello Stato Islamico che ha segnato oggi un altro atto di sfida al governo libico: le milizie filo-Isis hanno preso il controllo di Sabrata e decapitato 12 guardie prima di essere respinte.






Attacco dal cielo, con i “si” dell’Italia





Il primo tassello dell’impegno italiano parte da terra e arriva dal cielo.




Le incursioni con i droni, secondo notizie di queste ore, inizieranno la prossima settimana sotto il comando Usa con decollo dall’aeroporto di Sigonella.






Le regole d’ingaggio, frutto di un accordo tra Italia e Stati Uniti, prevedono l’uso solo “in caso di pericolo” per difendere civili e militari sul campo e prevedono autorizzazioni “caso per caso”.









Il negoziato sugli hellfire, questo il nome dei dispositivi, è durato nove mesi e segna la svolta nella politica internazionale dell’Italia perché pur non partecipando alla guerra direttamente sul campo il nostro Paese viene proiettato di fatto in prima linea contro l’Isis.






Un salto di qualità, scrive il Corriere, “tanto che nelle ultime ore il dispositivo di sicurezza antiterrorismo è stato rafforzato”.







La linea del governo è di assecondare, per quanto possibile, la posizione della Casa Bianca che ha deciso di spezzare la crescita delle “brigate libiche” per non regalare nuovi adepti allo Stato Islamico.






Con però l’ultima parola sui raid: dovranno essere preventivamente autorizzati da Roma.





Ieri Matteo Renzi, sulla posizione dell’Italia, è tornato a ribadire che “se ci sono iniziative contro terroristi e potenziali attentatori dell’Is, l’Italia farà la sua parte insieme con gli alleati”.



Dal punto di vista militare, la macchina dei raid è già in azione.





C’è una ricognizione aerea continua, condotta dai droni americani e italiani che decollano da Sigonella; da quelli francesi che perlustrano l’area desertica del Fezzan e da quelli britannici che partono da Cipro.




Altri velivoli spia, inclusi i nostri Amx schierati a Trapani, scattano foto e monitorano le comunicazioni radio grazie ad apparati a lungo raggio, che gli permettono di restare fuori dallo spazio aereo libico. Una sorveglianza che avrebbe permesso di selezionare circa duecento potenziali bersagli.







In giornata fonti militari a La Presse precisano che i droni armati non saranno italiani ma americani.



I droni americani che partiranno dalle basi italiane di Sigonella contro l’Isis in Libia non avranno il supporto di quelli italiani.



Lo spiegano a LaPresse fonti dello stato maggiore della Difesa.


I droni italiani infatti svolgono solo attività d’intelligence e riconoscimento, raccolta di immagini e informazioni, e sono attivi al momento su due fronti.



Il primo è in funzione anti-Isis con base nel Kuwait nell’ambito di una task force dell’aeronautica.



Lì sono impiegati due droni italiani che volano sui cieli iracheni, ma non su quelli siriani.



L’altro fronte è quello del Mediterraneo centrale, in supporto all’operazione Eunavfor Med, per evitare tragedie in mare derivanti dal traffico di esseri umani nel Mediterraneo centro-meridionale


Repubblica, citando fonti di intelligence, spiega che finora l’apporto italiano è rimasto ancorato alla sua posizione iniziale: l’Italia non è disposta a partecipare ad azioni su larga scala senza una cornice legale, ossia la richiesta di un governo riconosciuto a livello internazionale.



“E senza i nostri aeroporti, non è possibile una campagna aerea su vasta scala. La scorsa settimana, gli F-15 statunitensi che hanno raso al suolo il comando di Sabratha sono decollati dalla Gran Bretagna: una missione che richiede almeno sei rifornimenti in volo di carburante per arrivare sull’obiettivo e tornare indietro”, si legge su Repubblica dove però vengono anche indicati tutti i limiti di un’azione solo dall’aria e i rischi di muovere da terra.



Per questo il Pentagono ha dovuto accettare il diritto di veto della Difesa italiana pur di utilizzare la pista di Sigonella per i pattugliamenti dei droni armati durante i raid delle forze speciali.



Il piano B, 5mila uomini a terra.


Il ruolo dell’Italia



Nessuno si illude però che a fermare la crescita del Califfato bastino i bombardamenti.







Per sconfiggerlo servono truppe di terra:
soldati libici con un sostegno occidentale.





E bisogna trovare un governo riconosciuto che legittimi questo “sostegno”.







Ed ecco materializzarsi il “piano B”: l’ipotesi che sta rapidamente prendendo piede tra Roma e Washington è quella di abbandonare il parlamento di Tobruk e l’armata del generale Haftar – che stanno soffocando anche il secondo tentativo dell’Onu – per puntare sull’altra compagine, quella di Tripoli.






Al momento – scrivono oggi Repubblica e Messaggero – è una sorta di “ultima minaccia”, per cercare di sbloccare le resistenze di Tobruk ma potrebbe trasformarsi in fretta in un’opzione concreta.





Nella storica capitale verrebbero concentrati gli sforzi per debellare lo Stato islamico, schierando in Tripolitania un contingente occidentale che contribuisca a difendere le infrastrutture chiave (porti, aeroporti, oleodotti, terminal petroliferi).





Una missione rischiosa, che verrebbe affidata all’Italia: il piano elaborato da oltre un anno che prevede “fino a cinquemila soldati”.



Se ne è parlato tante volte, ma adesso la macchina militare e diplomatica sta accelerando di fronte all’avanzata dell’Is.





I blitz “segreti” della Francia, quelli dell’Isis per decapitare
Regole di ingaggio, operazioni autorizzate.






Ma sul terreno avviene tutt’altro su entrambi i fronti.








Proprio stamane le milizie filo-Isis in Libia hanno preso per qualche ora il controllo del quartier generale della sicurezza a Sabrata, decapitando 12 guardie, prima di essere respinte.








Nell’incursione, che non ha risparmiato l’ospedale, sono state uccise 24 persone.





Lo hanno reso noto due funzionari locali.




Taher al-Gharabili, capo del consiglio militare della città, ha riferito che i jihadisti sono entrati nel centro della città mentre i soldati erano impegnati in un’altra operazione.





Hanno ucciso 19 guardie – decapitandone 12 – al quartier generale della sicurezza, che hanno occupato per circa tre ore.



Da Parigi, arriva poi la notizia che anche sul fronte occidentale e proprio con epicentro a Sabrata non si risparmiano incursioni per operazioni mai autorizzate.




Si tratta – rivela oggi Le Monde – di raid puntuali, molto mirati, preparati con azioni “discrete”, vale a dire segrete condotte dalla Direzione generale per la sicurezza estera, ovvero dall’intelligence.



In Libia, scrive sempre il quotidiano, l’obbiettivo francese non è vincere la guerra ma colpire i quadri dirigenti dell’Isis.




E questa operazione Parigi la sta realizzando di concerto con Washington e Londra, come dimostra il raid americano del 19 febbraio scorso a Sabrata. Le Monde aggiunge anche che sarebbero stati proprio i francesi ad avviare l’analogo bombardamento che avrebbe portato all’eliminazione nel novembre scorso a Derna l’iracheno Abu Nabil, principale leader dell’Isis in Libia.

Sulla rivelazione di Le Mond si scatena l’ira del ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. Secondo il sito internet del settimanale Le Point, il ministro ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per “compromissione del segreto della difesa nazionale”. Obiettivo dell’indagine – precisa Le Point – è identificare le fonti che hanno permesso a Le Monde di scrivere quell’articolo e che rischiano fino a tre anni di carcere e una multa da 45.000 euro.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... i/2491216/
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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I GIORNI DEL KAOS




21 febbraio 2016 | di il Fatto Quotidiano
Guerra in Libia, lo storico Del Boca mette in guardia l’Italia: “Ecco perché falliremmo

“Pensare che un accordo tra Tobruk e Tripoli basti a sanare la situazione in Libia è un azzardo”. Lo storico Angelo Del Boca, il maggiore esperto del nostro colonialismo, mette in guardia dai rischi di una guerra. Dopo i recenti raid americani e il pressing della Casa Bianca, la possibilità di un intervento sull’altra sponda del Mediterraneo si fa più concreta anche per il nostro Paese. Già contrario al conflitto che ha spodestato Gheddafi, Del Boca si dice certo di un fallimento se l’Italia partecipasse a un’iniziativa armata unilaterale. Secondo lo storico non ci sono le condizioni, politiche e militari, per un intervento dagli obiettivi confusi e che, afferma, “richiederebbe l’impegno di almeno 300mila soldati“. L’intervista, a cura di Emanuele Giordana e Alessandro Rocca, accompagna un documento (scaricabile su http://www.perlapace.it) che analizza i rischi del possibile conflitto in Libia, presentato a Udine all’interno del seminario nazionale “Conoscere e spiegare le guerre dei nostri giorni” (Centro di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano – Udine) organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia, dal Coordinamento Nazionale e regionale degli Enti Locali per la pace e i Diritti Umani, dalla Tavola della pace e dal Centro di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano
intervista di E. Giordana e A. Rocca


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/02/ ... mo/483052/
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