Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
REPUBBLICA ITALIANA: ULTIMO ATTO
Gli STRUMPTRUPPEN, non hanno il coraggio di ammetterlo, allora si sfogano in questo modo.
Loro sognano il ripristino dei forni crematori, ma in questo caso anche i merli non capirebbero e non li voterebbero più, anche se qualcuno di loro lo pensa ma si vergogna di passare per nazista.
Quando vedremo Salvini e Berlusconi partire per l'Africa per promuovere concretamente un nuovo piano Marshall, come ha dichiarato il profeta di Hardcore la settimana scorsa, potremmo prenderli in considerazione.
Ma quando fanno solo propaganda e basta, vuol dire che cercano solo voti utili.
Quel partito dell'invasione che sogna lo Stato scafista
Tutta l'Europa rispedisce i migranti al mittente. Solo i nostri intellettuali e politici li vogliono: buonismo peloso
Gian Micalessin - Ven, 21/07/2017 - 15:24
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La Spagna pur di tenerli alla larga ha sigillato con filo e spinato e barriere di oltre cinque metri le enclavi di Ceuta e Melilla.
E chi nonostante tutto passa viene restituito a pedate ai gendarmi marocchini. Ovvero respinto. La Francia pur di fermarli ha alzato le barricate a Ventimiglia e dintorni. La Svizzera ce li restituisce con gli interessi, tentando di consegnarci anche quelli fuggiti ai decreti d'espulsione con cui la Merkel sta cancellando il miraggio dell'accoglienza per tutti. L'Austria ha già minacciato di mandar i blindati al Brennero. E la Slovenia tace solo perché da quelle parti neanche i migranti si divertono tanto. Gli ultimi in Europa a dimostrare un'insana e autodistruttiva passione per i clandestini fuori controllo siamo, insomma, noi italiani.
Fateci caso. Dopo il «no» ai migranti irregolari pronunciato anche da un miliardario liberal come Bill Gates gli ultimi sostenitori della causa migranti - coincidente peraltro con quella di criminali e trafficanti - si nascondono nelle nostre istituzioni, ai vertici della nostra classe politica e in quel mare magnum di umanitarismo e insensato buonismo che riunisce esponenti religiosi, profeti dell'azione umanitaria a sfondo politico e maestri del sinistro pensiero. Insomma sulla causa migranti siamo l'equivalente della Corea del Nord rispetto al comunismo. Un ultimo coriaceo avamposto insensibile alle pressioni del resto del mondo unito. Ma a dispetto di Pyongyang, dove la parola spetta a uno solo, qui il coro è ampio quanto sonoro.
In prima fila c'è sempre la presidente della Camera Laura Boldrini inossidabile nel difendere la trincea dello ius soli disertata da Renzi e Gentiloni. Per lei quel provvedimento «è giusto. È necessario. Rimandarlo sarebbe un torto, e i torti non portano bene». Qualcuno obbietta che in verità ci porterebbe soltanto altre famigliole africane convinte di potere mettere al mondo tanti nuovi italiani, ma lei tira dritto. Come darle torto. Dalla sua ha perfino Tito Boeri un presidente dell'Inps persuaso che il mezzo milione di disgraziati arrivati dal 2014 ad oggi, a cui dispensiamo 35 euro al giorno, abbiano contribuito, non si sa in base a quale calcoli, a depositare 300 milioni di euro nelle casse della previdenza nazionale. Ma il vero quartetto del retro pensiero, ineguagliabile anche a Pyongyang, è quello messo in piedi da Gino Strada, Susanna Camusso, Pier Luigi Bersani e Giuliano Pisapia promotori, degli «Ero straniero Days», giornate dedicate alla raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare con cui regolarizzare qualsiasi rifugiato e concedergli il voto amministrativo. E a far da solista davanti al coro Strada, Camusso, Bersani & Piasapia ci pensa un Gad Lerner convinto che «200mila arrivi all'anno si possono governare». Come? Ma è chiaro andandoli a prendere con un traghetto direttamente sulle coste libiche. Idea magari più conveniente rispetto ai costi delle missioni di salvataggio, ma assolutamente insensata visto che senza i trafficanti e il giro d'affari innescato dal traffico nessun migrante troverebbe spontaneamente la strada per raggiungere il Mediterraneo.
In questa strana elegia dell'immigrazione e - ricordiamolo - dei criminali che s'arricchiscono trasportando non solo migranti ma anche centinaia di schiave ragazzine nigeriane destinate alla prostituzione, fa specie trovare il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino. Un monsignore che il primo maggio scorso si è prodotto in una difesa a spada tratta delle organizzazioni umanitarie sospettate di collusione con i trafficanti di uomini dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. «Le ong ha detto - salvano vite, non bisogna confondere chi aiuta con chi sfrutta». Peccato che le strane attività di quelle Ong - notate da Zuccaro grazie ai puntuali riscontri d'intelligence messe insieme dalla missione navale europea Sophia - servano ai trafficanti di uomini per promettere un sicuro arrivo in Italia e giustificare così il costo del loro «biglietto».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 22857.html
Gli STRUMPTRUPPEN, non hanno il coraggio di ammetterlo, allora si sfogano in questo modo.
Loro sognano il ripristino dei forni crematori, ma in questo caso anche i merli non capirebbero e non li voterebbero più, anche se qualcuno di loro lo pensa ma si vergogna di passare per nazista.
Quando vedremo Salvini e Berlusconi partire per l'Africa per promuovere concretamente un nuovo piano Marshall, come ha dichiarato il profeta di Hardcore la settimana scorsa, potremmo prenderli in considerazione.
Ma quando fanno solo propaganda e basta, vuol dire che cercano solo voti utili.
Quel partito dell'invasione che sogna lo Stato scafista
Tutta l'Europa rispedisce i migranti al mittente. Solo i nostri intellettuali e politici li vogliono: buonismo peloso
Gian Micalessin - Ven, 21/07/2017 - 15:24
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La Spagna pur di tenerli alla larga ha sigillato con filo e spinato e barriere di oltre cinque metri le enclavi di Ceuta e Melilla.
E chi nonostante tutto passa viene restituito a pedate ai gendarmi marocchini. Ovvero respinto. La Francia pur di fermarli ha alzato le barricate a Ventimiglia e dintorni. La Svizzera ce li restituisce con gli interessi, tentando di consegnarci anche quelli fuggiti ai decreti d'espulsione con cui la Merkel sta cancellando il miraggio dell'accoglienza per tutti. L'Austria ha già minacciato di mandar i blindati al Brennero. E la Slovenia tace solo perché da quelle parti neanche i migranti si divertono tanto. Gli ultimi in Europa a dimostrare un'insana e autodistruttiva passione per i clandestini fuori controllo siamo, insomma, noi italiani.
Fateci caso. Dopo il «no» ai migranti irregolari pronunciato anche da un miliardario liberal come Bill Gates gli ultimi sostenitori della causa migranti - coincidente peraltro con quella di criminali e trafficanti - si nascondono nelle nostre istituzioni, ai vertici della nostra classe politica e in quel mare magnum di umanitarismo e insensato buonismo che riunisce esponenti religiosi, profeti dell'azione umanitaria a sfondo politico e maestri del sinistro pensiero. Insomma sulla causa migranti siamo l'equivalente della Corea del Nord rispetto al comunismo. Un ultimo coriaceo avamposto insensibile alle pressioni del resto del mondo unito. Ma a dispetto di Pyongyang, dove la parola spetta a uno solo, qui il coro è ampio quanto sonoro.
In prima fila c'è sempre la presidente della Camera Laura Boldrini inossidabile nel difendere la trincea dello ius soli disertata da Renzi e Gentiloni. Per lei quel provvedimento «è giusto. È necessario. Rimandarlo sarebbe un torto, e i torti non portano bene». Qualcuno obbietta che in verità ci porterebbe soltanto altre famigliole africane convinte di potere mettere al mondo tanti nuovi italiani, ma lei tira dritto. Come darle torto. Dalla sua ha perfino Tito Boeri un presidente dell'Inps persuaso che il mezzo milione di disgraziati arrivati dal 2014 ad oggi, a cui dispensiamo 35 euro al giorno, abbiano contribuito, non si sa in base a quale calcoli, a depositare 300 milioni di euro nelle casse della previdenza nazionale. Ma il vero quartetto del retro pensiero, ineguagliabile anche a Pyongyang, è quello messo in piedi da Gino Strada, Susanna Camusso, Pier Luigi Bersani e Giuliano Pisapia promotori, degli «Ero straniero Days», giornate dedicate alla raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare con cui regolarizzare qualsiasi rifugiato e concedergli il voto amministrativo. E a far da solista davanti al coro Strada, Camusso, Bersani & Piasapia ci pensa un Gad Lerner convinto che «200mila arrivi all'anno si possono governare». Come? Ma è chiaro andandoli a prendere con un traghetto direttamente sulle coste libiche. Idea magari più conveniente rispetto ai costi delle missioni di salvataggio, ma assolutamente insensata visto che senza i trafficanti e il giro d'affari innescato dal traffico nessun migrante troverebbe spontaneamente la strada per raggiungere il Mediterraneo.
In questa strana elegia dell'immigrazione e - ricordiamolo - dei criminali che s'arricchiscono trasportando non solo migranti ma anche centinaia di schiave ragazzine nigeriane destinate alla prostituzione, fa specie trovare il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino. Un monsignore che il primo maggio scorso si è prodotto in una difesa a spada tratta delle organizzazioni umanitarie sospettate di collusione con i trafficanti di uomini dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. «Le ong ha detto - salvano vite, non bisogna confondere chi aiuta con chi sfrutta». Peccato che le strane attività di quelle Ong - notate da Zuccaro grazie ai puntuali riscontri d'intelligence messe insieme dalla missione navale europea Sophia - servano ai trafficanti di uomini per promettere un sicuro arrivo in Italia e giustificare così il costo del loro «biglietto».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 22857.html
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
CARO LEI, ..SE CI FOSSE LUI..........
Pompa,......Pompa,.........Pompa........Prima o poi scoppierà un gran casino nello Stivalone.
Ventimiglia in balia dei migranti. Ma i buonisti linciano la polizia
Un poliziotto caccia uno straniero dalla stazione e finisce sotto accusa. Ma la situazione in città è ormai insostenibile
Giuseppe De Lorenzo Fabrizio Tenerelli - Lun, 24/07/2017 - 18:22
commenta
A Ventimiglia l'emergenza continua. Oggi non è più la scogliera dei Balzi Rossi a creare problemi, ma il greto del fiume Roja, invaso da centinaia di stranieri che a turno cercano di varcare il confine con la Francia.
Una bomba ad orologeria dal punto di vista sanitario. Migranti che potrebbero essere ospitati nel vicino centro di accoglienza del Parco Roja (recentemente ampliato e in grado di ospitare fino a seicento persone), ma che preferiscono vivere in condizioni estreme, nel timore che laggiù la polizia li identifichi, costringendoli a chiedere asilo in Italia. Tra quelli ospiti del campo autorizzato, quelli che vivono nella vicina chiesa delle Gianchette (soprattutto donne e bambini) e quelli sparsi lungo la vallata del Roya, si stima che siano un migliaio gli immigrati presenti in città.
E così la tensione cresce giorno dopo giorno. Nei mesi scorsi alcuni migranti hanno dato fuoco ai boschi nel tentativo di superare il confine con la Francia. Il presidente Emmanuel Macron tiene le porte chiuse, impedendo a chi non ha i documenti di lasciare il Belpaese e trasformando Ventimiglia nella "Lampedusa del Nord". Qui la criminalità aumenta: risse tra immigrati, accoltellamenti, proteste dei residenti. La polizia fatica a tenere le redini dell'ordine pubblico, abbandonati come sono ad un servizio sempre più difficile da espletare.
Anche i cittadini si sono divisi: da una chi chiede sicurezza, dall'altra chi si schiera al fianco di clandestini. Tra quest'i il "Progetto20k", un collettivo di attivisti "no border" che lotta per la libera circolazione dei migranti in Europa. Oggi Progetto20k ha pubblicato sulla pagina Facebook un video con tutti i presupposti per far scoppiare nuove polemiche. Soprattutto dopo il caso dell'agente della Polstrada sospeso dal servizio per aver criticato le politiche migratorie della Boldrini.
Pompa,......Pompa,.........Pompa........Prima o poi scoppierà un gran casino nello Stivalone.
Ventimiglia in balia dei migranti. Ma i buonisti linciano la polizia
Un poliziotto caccia uno straniero dalla stazione e finisce sotto accusa. Ma la situazione in città è ormai insostenibile
Giuseppe De Lorenzo Fabrizio Tenerelli - Lun, 24/07/2017 - 18:22
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A Ventimiglia l'emergenza continua. Oggi non è più la scogliera dei Balzi Rossi a creare problemi, ma il greto del fiume Roja, invaso da centinaia di stranieri che a turno cercano di varcare il confine con la Francia.
Una bomba ad orologeria dal punto di vista sanitario. Migranti che potrebbero essere ospitati nel vicino centro di accoglienza del Parco Roja (recentemente ampliato e in grado di ospitare fino a seicento persone), ma che preferiscono vivere in condizioni estreme, nel timore che laggiù la polizia li identifichi, costringendoli a chiedere asilo in Italia. Tra quelli ospiti del campo autorizzato, quelli che vivono nella vicina chiesa delle Gianchette (soprattutto donne e bambini) e quelli sparsi lungo la vallata del Roya, si stima che siano un migliaio gli immigrati presenti in città.
E così la tensione cresce giorno dopo giorno. Nei mesi scorsi alcuni migranti hanno dato fuoco ai boschi nel tentativo di superare il confine con la Francia. Il presidente Emmanuel Macron tiene le porte chiuse, impedendo a chi non ha i documenti di lasciare il Belpaese e trasformando Ventimiglia nella "Lampedusa del Nord". Qui la criminalità aumenta: risse tra immigrati, accoltellamenti, proteste dei residenti. La polizia fatica a tenere le redini dell'ordine pubblico, abbandonati come sono ad un servizio sempre più difficile da espletare.
Anche i cittadini si sono divisi: da una chi chiede sicurezza, dall'altra chi si schiera al fianco di clandestini. Tra quest'i il "Progetto20k", un collettivo di attivisti "no border" che lotta per la libera circolazione dei migranti in Europa. Oggi Progetto20k ha pubblicato sulla pagina Facebook un video con tutti i presupposti per far scoppiare nuove polemiche. Soprattutto dopo il caso dell'agente della Polstrada sospeso dal servizio per aver criticato le politiche migratorie della Boldrini.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
REPUBBLICA ITALIANA: ULTIMO ATTO
UOMINI CONTRO
IL KAOS
Ma questi ci sono o ci fanno???????????
Sono giornalisti o propagandisti????????????????????
Possibile che un giornalista non sappia che Macron è agli ordini della sovragestione, e che la stessa tramite Soros e la CIA, avevano progettato l'abbattimento della Ue con un esodo forzato dall'Africa e dal Medio Oriente?????????
E' più che evidente che il Bel Paese rappresenta l'anello debole della Ue.
Si inizia con il radere al suolo l'Italia.
La Ue pilotata dalla sovragestione, non muove un dito per salvare il salvabile e la nostra classe dirigente fa finta di non sapere come stanno le cose e recita la commedia della finta protesta.
Ma questi giornalisti-propagandisti, sono al soldo di chi??????
Sui quotidiani degli STRUMPTRUPPEN, e sui siti in rete, fanno finta di attaccare Soros e magnificare Trump, ma in pratica fanno il suo gioco nel piano di destabilizzazione.
Esodo dal Niger all'Italia: i militari francesi lasciano passare i migranti
Il "corridoio" che porta in Libia è presidiato dall'Armée. Che non muove un dito sono già passati 300mila clandestini pronti a imbarcarsi per l'Italia
Giovanni Neve - Mar, 25/07/2017 - 08:17
commenta
In Africa la Francia sta giocando la sua partita contro l'Italia. Da oltre due anni, come riferisce Repubblica, l'esodo dei migranti economici, che da tutta l'Africa muovono verso la Libia per imbarcarsi verso le coste italiane, passa dal Niger dove sono di stanza i militari francesi.
Che non muovono un dito per fermarli. E così, stando ai dati ufficiali dell'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom), soltanto nel 2016 sono transitati 291mila clandestini.
Gli interessi della Francia sull'Africa sono molteplici. Oggi il presidente francese Emmanuel Macron incontrerà il capo del governo di unità nazionale della Libia, Fayez al Serraj, e il generale Khalifa Hafter. Sulla carta vuole cercare una soluzione al conflitto che infiamma dalla cacciata del rais Muhammar Gheddafi, in realtà punta al petrolio e alle commesse commerciali che un tempo erano italiane. Attualmente, due governi si contendono il potere sostenuti da varie milizie stanno combattendo: Al Serraj, sostenuto dalle Nazioni Unite a Tripoli, e un altro nella zona orientale sotto il generale Haftar, che domina circa il 60% del territorio nazionale. "Per la Francia - riferisce una nota dell'Eliseo - la sfida è creare uno Stato in grado di soddisfare le esigenze di base dei libici, dotato di un esercito unificato sotto l'autorità del potere civile. È una necessità per il controllo del territorio libico e dei suoi confini, al fine di combattere i gruppi terroristici e il traffico di armi e di migranti, ma anche di fronte a un ritorno a una vita istituzionale stabile". Dietro l'unità nazionale e la lotta al terrorismo, in realtà, si celano altri interessi. Che, guarda caso, confliggono con quelli dell'Italia.
Il Niger è l'ultimo avamposto presidiato prima di arrivare in Libia. I migranti economici, che puntano a imbarcarsi per l'Italia, passano tutti dal crocevia di Agadez per poi raggiungere Séguédine. "Si muovono in lunghe colonne di camion e pickup, colmi all'inverosimile di merci e persone - spiega Repubblica - difficile non notarli nella vastità del Sahara, soprattutto per il contingente francese che schiera squadriglie di Mirage da ricognizione, di droni da sorveglianza e di elicotteri". Nel "fortino" di Madama, nel Nord del Niger, ci sono almeno 250 militari che, durante le operazioni più impegnative, vengono raddoppiati. Se a questi si aggiungono quelli dell'operazione Barkhane, arriviamo a più di mille uomini. "Ma - si legge ancora su Repubblica - la guarnigione dell'Armée non si cura di questa moltitudine in movimento nel deserto. Ci sono foto che mostrano l'equipaggio dei blindati francesi mentre saluta i migranti stipati in cima a un camion, gli stessi che settimane dopo verranno soccorsi dalle navi nel Canale di Sicilia. O - spiega - immagini dei fuoristrada zeppi di persone che arrancano vicino ai bimotori Transall parcheggiati sull'aeroporto della base militare".
Ieri, a Tunisi, si è tenuta la seconda riunione del Gruppo di Contatto sulla rotta del Mediterraneo centrale. Nel suo intervento, come spiega il Giornale, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha ribadito che l'Europa e l'Africa possono e devono lavorare insieme. "Oggi abbiamo fatto un altro passo avanti - ha spiegato ai microfoni del Tg1 - non era semplice coinvolgere altri Paesi africani". Oggi, ha proseguito Minniti, "si sono aggiunti alla Tunisia e alla Libia, l'Algeria, il Niger, il Mali e il Ciad che sono Paesi chiave per il controllo della rotta del Mediterraneo centrale". L'idea del titolare del Viminale è governare i flussi migratori in Africa. Ma nei territori sorvegliati da Parigi i militari francesi si preoccupano solo di sorvegliare le miniere di uranio, che alimentano gli impianti nucleari della Francia, e di combattere i fondamentalisti islamici. Fermare i migranti economici non sono un loro problema. Anche perché Macron ha già militarizzato la frontiera a Ventimiglia. Chiunque riesca a valicarla, viene riportato in Italia dalla gendarmerie.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/eso ... 24294.html
UOMINI CONTRO
IL KAOS
Ma questi ci sono o ci fanno???????????
Sono giornalisti o propagandisti????????????????????
Possibile che un giornalista non sappia che Macron è agli ordini della sovragestione, e che la stessa tramite Soros e la CIA, avevano progettato l'abbattimento della Ue con un esodo forzato dall'Africa e dal Medio Oriente?????????
E' più che evidente che il Bel Paese rappresenta l'anello debole della Ue.
Si inizia con il radere al suolo l'Italia.
La Ue pilotata dalla sovragestione, non muove un dito per salvare il salvabile e la nostra classe dirigente fa finta di non sapere come stanno le cose e recita la commedia della finta protesta.
Ma questi giornalisti-propagandisti, sono al soldo di chi??????
Sui quotidiani degli STRUMPTRUPPEN, e sui siti in rete, fanno finta di attaccare Soros e magnificare Trump, ma in pratica fanno il suo gioco nel piano di destabilizzazione.
Esodo dal Niger all'Italia: i militari francesi lasciano passare i migranti
Il "corridoio" che porta in Libia è presidiato dall'Armée. Che non muove un dito sono già passati 300mila clandestini pronti a imbarcarsi per l'Italia
Giovanni Neve - Mar, 25/07/2017 - 08:17
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In Africa la Francia sta giocando la sua partita contro l'Italia. Da oltre due anni, come riferisce Repubblica, l'esodo dei migranti economici, che da tutta l'Africa muovono verso la Libia per imbarcarsi verso le coste italiane, passa dal Niger dove sono di stanza i militari francesi.
Che non muovono un dito per fermarli. E così, stando ai dati ufficiali dell'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom), soltanto nel 2016 sono transitati 291mila clandestini.
Gli interessi della Francia sull'Africa sono molteplici. Oggi il presidente francese Emmanuel Macron incontrerà il capo del governo di unità nazionale della Libia, Fayez al Serraj, e il generale Khalifa Hafter. Sulla carta vuole cercare una soluzione al conflitto che infiamma dalla cacciata del rais Muhammar Gheddafi, in realtà punta al petrolio e alle commesse commerciali che un tempo erano italiane. Attualmente, due governi si contendono il potere sostenuti da varie milizie stanno combattendo: Al Serraj, sostenuto dalle Nazioni Unite a Tripoli, e un altro nella zona orientale sotto il generale Haftar, che domina circa il 60% del territorio nazionale. "Per la Francia - riferisce una nota dell'Eliseo - la sfida è creare uno Stato in grado di soddisfare le esigenze di base dei libici, dotato di un esercito unificato sotto l'autorità del potere civile. È una necessità per il controllo del territorio libico e dei suoi confini, al fine di combattere i gruppi terroristici e il traffico di armi e di migranti, ma anche di fronte a un ritorno a una vita istituzionale stabile". Dietro l'unità nazionale e la lotta al terrorismo, in realtà, si celano altri interessi. Che, guarda caso, confliggono con quelli dell'Italia.
Il Niger è l'ultimo avamposto presidiato prima di arrivare in Libia. I migranti economici, che puntano a imbarcarsi per l'Italia, passano tutti dal crocevia di Agadez per poi raggiungere Séguédine. "Si muovono in lunghe colonne di camion e pickup, colmi all'inverosimile di merci e persone - spiega Repubblica - difficile non notarli nella vastità del Sahara, soprattutto per il contingente francese che schiera squadriglie di Mirage da ricognizione, di droni da sorveglianza e di elicotteri". Nel "fortino" di Madama, nel Nord del Niger, ci sono almeno 250 militari che, durante le operazioni più impegnative, vengono raddoppiati. Se a questi si aggiungono quelli dell'operazione Barkhane, arriviamo a più di mille uomini. "Ma - si legge ancora su Repubblica - la guarnigione dell'Armée non si cura di questa moltitudine in movimento nel deserto. Ci sono foto che mostrano l'equipaggio dei blindati francesi mentre saluta i migranti stipati in cima a un camion, gli stessi che settimane dopo verranno soccorsi dalle navi nel Canale di Sicilia. O - spiega - immagini dei fuoristrada zeppi di persone che arrancano vicino ai bimotori Transall parcheggiati sull'aeroporto della base militare".
Ieri, a Tunisi, si è tenuta la seconda riunione del Gruppo di Contatto sulla rotta del Mediterraneo centrale. Nel suo intervento, come spiega il Giornale, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha ribadito che l'Europa e l'Africa possono e devono lavorare insieme. "Oggi abbiamo fatto un altro passo avanti - ha spiegato ai microfoni del Tg1 - non era semplice coinvolgere altri Paesi africani". Oggi, ha proseguito Minniti, "si sono aggiunti alla Tunisia e alla Libia, l'Algeria, il Niger, il Mali e il Ciad che sono Paesi chiave per il controllo della rotta del Mediterraneo centrale". L'idea del titolare del Viminale è governare i flussi migratori in Africa. Ma nei territori sorvegliati da Parigi i militari francesi si preoccupano solo di sorvegliare le miniere di uranio, che alimentano gli impianti nucleari della Francia, e di combattere i fondamentalisti islamici. Fermare i migranti economici non sono un loro problema. Anche perché Macron ha già militarizzato la frontiera a Ventimiglia. Chiunque riesca a valicarla, viene riportato in Italia dalla gendarmerie.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/eso ... 24294.html
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
https://it.wikipedia.org/wiki/Armiamoci_e_partite
Armiamoci e partite
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Armiamoci e partite è una frase proverbiale della lingua italiana, utilizzata per sottolineare e stigmatizzare, in maniera icastica e aforistica, l'atteggiamento di chi si sottrae ai rischi di un'azione da lui stesso promossa o perorata, pur esortando gli altri a intraprenderla.
Uso[modifica | modifica wikitesto]
La frase è spesso usata in un registro linguistico ironico o caricaturale, associandola a un atteggiamento esibito da alcune personalità.
Il "vizio" caratteriale sotteso alla frase viene a volte considerato, al pari del tengo famiglia, come un tratto comportamentale tipico dell'italiano medio[3]. Essa anzi, secondo Bruno Maier, assurge perfino a «emblema o [...] parola d'ordine stessa della furberia italiana»[4]: questo fenomeno, secondo Maier, sarebbe evidente nel primo dopoguerra, quando la frase iniziò a circolare insistentemente, in un periodo in cui l'italiano medio si trovò a dover districarsi tra guerra coloniale in Abissinia, partecipazione alla guerra civile spagnola, e intervento nella seconda guerra mondiale[4].
Citazione in Totò contro Maciste[modifica | modifica wikitesto]
L'esortazione è pronunciata da Totò nel film Totò contro Maciste del 1962, con intento parodistico nei confronti dello stile e della retorica militaresca, quando, nelle vesti di Totokamen, in un'allocuzione al popolo di Tebe, imbeccato da Nino Taranto (alias Tarantenkamen), si rivolge con voce stentorea al suo esercito:
« Tebani, abbiamo lance, spade, frecce, mortaretti, tricche tracchi e castagnole. E con queste armi potenti, dico armi potenti, noi, noi, spezzeremo le reni a Maciste e ai suoi compagni, a Rocco e i suoi fratelli! Valoroso soldato tebano, mio padre da lassù ti guarda e ti protegge. Armiamoci e partite! Io vi seguo dopo »
(Totò in Totò contro Maciste[7])
ARMIAMOCI,..E PARTITE…!!!!!!!!!..............................................................OGGI
9 minuti fa
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Se non difendiamo i confini
l'immigrazione ci distruggerà
Andrea Pasini
Fiducioso nell’allarme lanciato oggi con estrema perizia e devozione dal sito degli STRUMPTRUPPEN.it, immagino che oggi le italiche genti possedute da un fremito irresistibile per la difesa DEL SACRO SUOLO DELLA PATRIA, correranno in massa, prima dell’ora di cena, presso i CENTRI DI RACCOLTA TRICOLORI per arruolarsi nel glorioso esercito di liberzione, rinunciando CON SUPREMO SPREZZO DEL PERICOLO, a quanto hanno di più sacro in assoluto.
LE FERIE ESTIVE.
Ad attenderli troveranno chi li guiderà nella nuova grande e straordinaria avventura tricolore, che li ricoprerà di GLORIA E RICONOSCENZA IMPERITURA.
HANNO GIA’ DATO LA LORO SENTITA E INCONDIZIONATA ADESIONE COLORO CHE SARANNO ALLA TESTA DELLA GRANDE SPEDIZIONE:
BERLUSCONI Silvio,……Comandante (Ma ha 81 anni a settembre - dirà qualcuno – Embè chevv’ordì! Si sente giovane da fare il capo della destra, può anche fare il capo spedizione)
SALVINI Matteo,……Vice comandante
SALLUSTI Alessandro,……in camicia nera regolamentare
FELTRI Littorio
FARINA Renato
Armiamoci e partite
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Armiamoci e partite è una frase proverbiale della lingua italiana, utilizzata per sottolineare e stigmatizzare, in maniera icastica e aforistica, l'atteggiamento di chi si sottrae ai rischi di un'azione da lui stesso promossa o perorata, pur esortando gli altri a intraprenderla.
Uso[modifica | modifica wikitesto]
La frase è spesso usata in un registro linguistico ironico o caricaturale, associandola a un atteggiamento esibito da alcune personalità.
Il "vizio" caratteriale sotteso alla frase viene a volte considerato, al pari del tengo famiglia, come un tratto comportamentale tipico dell'italiano medio[3]. Essa anzi, secondo Bruno Maier, assurge perfino a «emblema o [...] parola d'ordine stessa della furberia italiana»[4]: questo fenomeno, secondo Maier, sarebbe evidente nel primo dopoguerra, quando la frase iniziò a circolare insistentemente, in un periodo in cui l'italiano medio si trovò a dover districarsi tra guerra coloniale in Abissinia, partecipazione alla guerra civile spagnola, e intervento nella seconda guerra mondiale[4].
Citazione in Totò contro Maciste[modifica | modifica wikitesto]
L'esortazione è pronunciata da Totò nel film Totò contro Maciste del 1962, con intento parodistico nei confronti dello stile e della retorica militaresca, quando, nelle vesti di Totokamen, in un'allocuzione al popolo di Tebe, imbeccato da Nino Taranto (alias Tarantenkamen), si rivolge con voce stentorea al suo esercito:
« Tebani, abbiamo lance, spade, frecce, mortaretti, tricche tracchi e castagnole. E con queste armi potenti, dico armi potenti, noi, noi, spezzeremo le reni a Maciste e ai suoi compagni, a Rocco e i suoi fratelli! Valoroso soldato tebano, mio padre da lassù ti guarda e ti protegge. Armiamoci e partite! Io vi seguo dopo »
(Totò in Totò contro Maciste[7])
ARMIAMOCI,..E PARTITE…!!!!!!!!!..............................................................OGGI
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Se non difendiamo i confini
l'immigrazione ci distruggerà
Andrea Pasini
Fiducioso nell’allarme lanciato oggi con estrema perizia e devozione dal sito degli STRUMPTRUPPEN.it, immagino che oggi le italiche genti possedute da un fremito irresistibile per la difesa DEL SACRO SUOLO DELLA PATRIA, correranno in massa, prima dell’ora di cena, presso i CENTRI DI RACCOLTA TRICOLORI per arruolarsi nel glorioso esercito di liberzione, rinunciando CON SUPREMO SPREZZO DEL PERICOLO, a quanto hanno di più sacro in assoluto.
LE FERIE ESTIVE.
Ad attenderli troveranno chi li guiderà nella nuova grande e straordinaria avventura tricolore, che li ricoprerà di GLORIA E RICONOSCENZA IMPERITURA.
HANNO GIA’ DATO LA LORO SENTITA E INCONDIZIONATA ADESIONE COLORO CHE SARANNO ALLA TESTA DELLA GRANDE SPEDIZIONE:
BERLUSCONI Silvio,……Comandante (Ma ha 81 anni a settembre - dirà qualcuno – Embè chevv’ordì! Si sente giovane da fare il capo della destra, può anche fare il capo spedizione)
SALVINI Matteo,……Vice comandante
SALLUSTI Alessandro,……in camicia nera regolamentare
FELTRI Littorio
FARINA Renato
Ultima modifica di UncleTom il 26/07/2017, 21:29, modificato 1 volta in totale.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
REPUBBLICA ITALIANA : ULTIMO ATTO
DALLA GUERRA DI LIBERAZIONE ALLA GUERRA DI DISINTEGRAZIONE
Portate la camicia nera in tintoria. E’ tempo di AVVENTO.
Pompa, pompa, pompa, poi alla fine il sistema scoppia,
8 minuti fa
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Cresce la spesa per i migranti:
"Si passa da 3,6 a 4,2 miliardi"
Sergio Rame
Ma il glorioso esercito degli STRUMPTRUPPEN guidato da Berlusconi e Salvini che Fa????????
Non riesce a fermarli sul bagnasciuga??????????
DALLA GUERRA DI LIBERAZIONE ALLA GUERRA DI DISINTEGRAZIONE
Portate la camicia nera in tintoria. E’ tempo di AVVENTO.
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Cresce la spesa per i migranti:
"Si passa da 3,6 a 4,2 miliardi"
Sergio Rame
Ma il glorioso esercito degli STRUMPTRUPPEN guidato da Berlusconi e Salvini che Fa????????
Non riesce a fermarli sul bagnasciuga??????????
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
MACRON , forse crede di essere un novello napoleon, ma un politico , veramente di livello, che vorrebbe fare il paladino dell'UE può esprimersi così come ha fatto ieri a proposito della Libia e degli emigrati, ? dimentica che partono dal centro Africa, e quando sono in Libia è già troppo tardi per prendere provvedimenti, la Francia che ha una base in Nigeria e non fa niente per trattenerli e migliorare le loro condizioni di vita non è forse guidata da lui ?
Macron svegliati-
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
iospero ha scritto:MACRON , forse crede di essere un novello napoleon, ma un politico , veramente di livello, che vorrebbe fare il paladino dell'UE può esprimersi così come ha fatto ieri a proposito della Libia e degli emigrati, ? dimentica che partono dal centro Africa, e quando sono in Libia è già troppo tardi per prendere provvedimenti, la Francia che ha una base in Nigeria e non fa niente per trattenerli e migliorare le loro condizioni di vita non è forse guidata da lui ?
Macron svegliati-
Caro, iospero, il problema grosso è che noi italiani, siamo messi male.
Scrive MARCO FRANCHI, oggi a pagina 2 de |IL FATTO QUOTIDIANO |Venerdì 28 Luglio 2017
LA STORIA Infatuazioni Dopo la vittoria elettorale del golden boy cantavamo la Marsigliese
“Una speranza”,“L’Europa può cambiare”: così eravamo tutti pazzi per Emmanuel
Erano tutti macroniani. Senza se e senza ma. Poco più di due mesi e mezzo fa. Altri tempi. Contro il populismo medievale dei nuovi barbari rinasceva la Francia, l’Europa e l’Italia. Tutti a intonare la Marsigliese, a partire da MatteoRenzi: “La vittoria di Macron scrive una straordinaria pagina di speranza per la Francia e per l’Europa. En Marche! In cammino”. Stesso entusiasmo per il premier Paolo Gentiloni:“Evviva Macron, una speranza si aggira per l’Europa”. Ah l’Europa di nuovo unita per fare fronte comune come non mai. Ne era convinto Angelino Alfano, titolare degli Esteri: “Può brindare la Fran
cia e può brindare chi crede nell’Europa della libertà, della sicurezza, del libero mercato e della solidarietà”. Ma a far breccia nel palcoscenico mediatico italiano era soprattutto l’idea di Macron come Renzi francese o viceversa. Leggere per credere. Ecco Andrea Romano, pretoriano dell’or to do ssia renziana: “Macron si è ispirato ad alcune proposte di
Renzi, le sue proposte somigliano a quelle di Matteo. E poi la linea è la stessa, quella di un europeismo solido”. Solidissimo dopo due mesi e mezzo. Non c’è che dire. Su ll’Unit à, che usciva ancora, Piero Fassino fece un memorabile paragone tra En Marche! e Pd: “Chiama anche il Pd a una duplice sfida:concorrere alla costruzione di un moderno riformismo europeo essenziale per dare anche all’Unione europea un nuovo profilo - e rilanciare ulteriormente l’innovazione della identità e della politica dello stesso Partito democratico. Insomma, la gioia per la vittoria di Macron deve unirsi alla consapevolezza che quello straordinario successo apre un cammino che riguarda anche noi”. Fino alla Libia, aggiungiamo ora. Ovviamente, il lesto sottosegretario Gennaro Migliore non poteva mancare di farsi notare: “L’analogia tra Macron e Renzi sta nella loro capacità di innovare la sinistra”. Ancora, stavolta Marianna Madia: “Il messaggio più forte è che si può riuscire a cambiare l’Europa con la forza della politica”. Parole meravigliose, preludio a un grande abbraccio italo-francese. Ma l’oscar del macronismo se l’aggiudicò Sandro Gozi, sottosegretario a Palazzo Chigi: “Sono amico di Emmanuel, sapevo che avrebbe vinto. Ha detto ‘mi ispiro a Renzi’ e quando Matteo ha vinto le primarie è stato uno dei primi a sottolineare quell’a f f e r m azione. Hanno una visione e un progetto che li lega: cambiare l’Italia e la Francia per cambiare l’Europa”.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Sempre continuando la risposta all'amico, iospero:
Il 9 di maggio scorso avevo pubblicato nel 3D "La crisi dell'Europa" la segnalazione giornaliera di LIBRE ASSOCIAZIONE DI IDEE, perchè ritenevo che fosse utile come argomento per un'eventuale discussione sul Forum.
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... &start=530
LIBRE non riporta il nome dell'autore ma solo il blog da dove è stato tratto.
(“Hanno mangiato la brioche”, dal blog “Il Simplicissimus” dell’8 maggio 2017).
Ma con quanto scritto mi trovavo alquanto concorde.
Lo riporto qui, ora:
• LIBRE news
• Recensioni
• segnalazioni
Hanno mangiato la brioche: Macron, capolavoro del potere
Scritto il 09/5/17 • nella Categoria: idee Condividi
Oggi sono tutti contenti che Macron sia riuscito a sconfiggere il fascismo.
Non è stato da meno di Reagan, Thatcher, Sarkozy, Merkel, Hollande, i Chicago boys e Pinochet i quali di volta in volta hanno salvato il popolo dalle insidie dell’“estrema sinistra”, del “populismo” del “castro-chavismo”, del “sovranismo”, del comunismo.
Ora i francesi hanno la loro brioche e dunque potranno continuare la guerra in Siria, aiutare i nazisti ucraini, continuare a fare stragi in Africa per sostenere dittature tribali, non mettere mai più in dubbio la Nato, ma soprattutto potranno finalmente lasciarsi alle spalle gli obsoleti diritti del lavoro.
Ben presto ci si accorgerà che in Francia ha vinto comunque la destra e dopo le legislative di giugno, Macron mostrerà il suo vero volto facendo scoprire che la sostanza marroncina con la quale è farcita la brioche non è precisamente crema al cioccolato.
Del resto cosa ci si può attendere da uno la cui candidatura al potere è stata di fatto avanzata dal seguace dell’eugenetica Jacques Attali, a una riunione di Bilderberg nel 2014?
E cosa ci si può aspettare da corpi elettorali sistematicamente frastornati da un’informazione divenuta cane da guardia del gregge e sempre più composti dalle generazioni perdute, rassegnate alla precarietà, votate al dilettantismo e orgogliose di “spiccicare” in inglese per poter imitare modelli di subordinazione e di primitivismo antropologico?
Cosa ci si può attendere da giovani di apparente sinistra che affermano di aver dovuto scegliere tra fascismo e capitalismo?
Nemmeno si accorgono che i capitalisti hanno scelto per loro fin dall’inizio, che hanno creato le condizioni per una dicotomia così ridicola tra una signora di provincia piuttosto confusa e dunque anche erratica sui temi della campagna e un giovanotto ricco, arrogante e del tutto irrilevante sul piano della politica e dell’intelligenza.
Li hanno messi nel recinto lasciando che fossero loro stessi a chiuderlo; il vecchio fascismo è usato da quello nuovo come un’arma per la lotta di classe.
Per quanta generosità e per quanta abilità possano avere i dirigenti che vengono da un altro mondo come Mélenchon, cosa possono mai fare con questa creta antropologica creata dal neoliberismo?
E’ come se Michelangelo dovesse creare la Pietà col pongo e dipingere la Sistina con le bombolette.
Infatti chi non voleva scegliere il capitalismo poteva astenersi invece di andare a fornire il proprio contributo, negare quanto meno il consenso, relativizzando la vittoria di Macron.
E di certo non si ci saranno difficoltà per la potente macchina mediatica a riproporre lo stesso rozzo schema dicotomico alle legislative tra poco più di un mese.
Sarà ancora capitalismo contro fascismo, democrazia contro comunismo, crescita contro i fantasmi di recessione annunciata, sicurezza contro libertà (magari con qualche sollecitato apporto del Califfo), il giovane presidente contro il vecchio Parlamento anche se a Macron non dovrebbe poi dispiacere: insomma la caricatura della dialettica, quella che è stata così efficace specie dopo il crollo del comunismo e il contemporaneo crollo della cultura politica.
Mélenchon, il leader della sinistra, aveva rifiutato di cadere in questo semplicistico tranello, evitando la logica del meno peggio nella speranza di poter mettere un argine ai poteri finanziari almeno alle legislative, condizionando l’Eliseo, ma dai risultati che vediamo, dalla demonizzazione e dal ricatto che è stato esercitato su di lui e dalla esiguità della pattuglia dei non macronisti per necessità, si può legittimamente dare per fallito anche questo progetto.
C’è chi pensa che questa situazione di impotenza porterà a una serie di secessioni interne nella sinistra, tra Francia periferica e Francia metropolitana, tra Francia repubblicana e Francia mussulmana, tra Francia operaia e Francia borghese, insomma a una decostruzione del paese.
Ma questo è per l’appunto l’obiettivo del capitale globale: fare in modo che vi sia meno società collettiva possibile per potere dominare meglio: più un paese è spaccato all’interno, meglio è, nonostante i problemi che questo può creare.
Quindi è vero che Macron all’Eliseo finirà per radicalizzare la battaglia politica, ma nel contesto attuale questo non potrà che portare acqua al mulino dei suoi burattinai.
(“Hanno mangiato la brioche”, dal blog “Il Simplicissimus” dell’8 maggio 2017).
Il 9 di maggio scorso avevo pubblicato nel 3D "La crisi dell'Europa" la segnalazione giornaliera di LIBRE ASSOCIAZIONE DI IDEE, perchè ritenevo che fosse utile come argomento per un'eventuale discussione sul Forum.
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... &start=530
LIBRE non riporta il nome dell'autore ma solo il blog da dove è stato tratto.
(“Hanno mangiato la brioche”, dal blog “Il Simplicissimus” dell’8 maggio 2017).
Ma con quanto scritto mi trovavo alquanto concorde.
Lo riporto qui, ora:
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Hanno mangiato la brioche: Macron, capolavoro del potere
Scritto il 09/5/17 • nella Categoria: idee Condividi
Oggi sono tutti contenti che Macron sia riuscito a sconfiggere il fascismo.
Non è stato da meno di Reagan, Thatcher, Sarkozy, Merkel, Hollande, i Chicago boys e Pinochet i quali di volta in volta hanno salvato il popolo dalle insidie dell’“estrema sinistra”, del “populismo” del “castro-chavismo”, del “sovranismo”, del comunismo.
Ora i francesi hanno la loro brioche e dunque potranno continuare la guerra in Siria, aiutare i nazisti ucraini, continuare a fare stragi in Africa per sostenere dittature tribali, non mettere mai più in dubbio la Nato, ma soprattutto potranno finalmente lasciarsi alle spalle gli obsoleti diritti del lavoro.
Ben presto ci si accorgerà che in Francia ha vinto comunque la destra e dopo le legislative di giugno, Macron mostrerà il suo vero volto facendo scoprire che la sostanza marroncina con la quale è farcita la brioche non è precisamente crema al cioccolato.
Del resto cosa ci si può attendere da uno la cui candidatura al potere è stata di fatto avanzata dal seguace dell’eugenetica Jacques Attali, a una riunione di Bilderberg nel 2014?
E cosa ci si può aspettare da corpi elettorali sistematicamente frastornati da un’informazione divenuta cane da guardia del gregge e sempre più composti dalle generazioni perdute, rassegnate alla precarietà, votate al dilettantismo e orgogliose di “spiccicare” in inglese per poter imitare modelli di subordinazione e di primitivismo antropologico?
Cosa ci si può attendere da giovani di apparente sinistra che affermano di aver dovuto scegliere tra fascismo e capitalismo?
Nemmeno si accorgono che i capitalisti hanno scelto per loro fin dall’inizio, che hanno creato le condizioni per una dicotomia così ridicola tra una signora di provincia piuttosto confusa e dunque anche erratica sui temi della campagna e un giovanotto ricco, arrogante e del tutto irrilevante sul piano della politica e dell’intelligenza.
Li hanno messi nel recinto lasciando che fossero loro stessi a chiuderlo; il vecchio fascismo è usato da quello nuovo come un’arma per la lotta di classe.
Per quanta generosità e per quanta abilità possano avere i dirigenti che vengono da un altro mondo come Mélenchon, cosa possono mai fare con questa creta antropologica creata dal neoliberismo?
E’ come se Michelangelo dovesse creare la Pietà col pongo e dipingere la Sistina con le bombolette.
Infatti chi non voleva scegliere il capitalismo poteva astenersi invece di andare a fornire il proprio contributo, negare quanto meno il consenso, relativizzando la vittoria di Macron.
E di certo non si ci saranno difficoltà per la potente macchina mediatica a riproporre lo stesso rozzo schema dicotomico alle legislative tra poco più di un mese.
Sarà ancora capitalismo contro fascismo, democrazia contro comunismo, crescita contro i fantasmi di recessione annunciata, sicurezza contro libertà (magari con qualche sollecitato apporto del Califfo), il giovane presidente contro il vecchio Parlamento anche se a Macron non dovrebbe poi dispiacere: insomma la caricatura della dialettica, quella che è stata così efficace specie dopo il crollo del comunismo e il contemporaneo crollo della cultura politica.
Mélenchon, il leader della sinistra, aveva rifiutato di cadere in questo semplicistico tranello, evitando la logica del meno peggio nella speranza di poter mettere un argine ai poteri finanziari almeno alle legislative, condizionando l’Eliseo, ma dai risultati che vediamo, dalla demonizzazione e dal ricatto che è stato esercitato su di lui e dalla esiguità della pattuglia dei non macronisti per necessità, si può legittimamente dare per fallito anche questo progetto.
C’è chi pensa che questa situazione di impotenza porterà a una serie di secessioni interne nella sinistra, tra Francia periferica e Francia metropolitana, tra Francia repubblicana e Francia mussulmana, tra Francia operaia e Francia borghese, insomma a una decostruzione del paese.
Ma questo è per l’appunto l’obiettivo del capitale globale: fare in modo che vi sia meno società collettiva possibile per potere dominare meglio: più un paese è spaccato all’interno, meglio è, nonostante i problemi che questo può creare.
Quindi è vero che Macron all’Eliseo finirà per radicalizzare la battaglia politica, ma nel contesto attuale questo non potrà che portare acqua al mulino dei suoi burattinai.
(“Hanno mangiato la brioche”, dal blog “Il Simplicissimus” dell’8 maggio 2017).
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SPEZZEREMO LE RENI ALLA LIBIA
Titolo di prima pagina degli STRUMPTRUPPEN, che finalmente si sentono a loro agio con il governo Gentiloni.
E' arrivato il tempo, tanto agognato, di menar le mani.
GUERRA AGLI SCAFISTI LIBIA, PARTONO I SOLDATI
Via libera del governo all’intervento delle navi della Marina. Scacco alla Francia
A pagina 3:
Le nostre navi in acque libiche
Freno agli scafisti(e a Macron)
Seppur con ampio ritardo, il governo dà l’ok alla missione
L’Italia dovrà affiancare la guardia costiera di Tripoli
Titolo di prima pagina degli STRUMPTRUPPEN, che finalmente si sentono a loro agio con il governo Gentiloni.
E' arrivato il tempo, tanto agognato, di menar le mani.
GUERRA AGLI SCAFISTI LIBIA, PARTONO I SOLDATI
Via libera del governo all’intervento delle navi della Marina. Scacco alla Francia
A pagina 3:
Le nostre navi in acque libiche
Freno agli scafisti(e a Macron)
Seppur con ampio ritardo, il governo dà l’ok alla missione
L’Italia dovrà affiancare la guardia costiera di Tripoli
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
E GIA' CHE CI SIAMO, SPEZZIAMO LE RENI ANCHE ALLA FRANCIA
Alain Parguez, economista francese, aveva dichiarato dopo le elezioni:
"Abbiamo scelto tra due destre"
Dalla prima pagina del quotidiano degli STRUMPTRUPPEN:
SVOLTA SOVRANISTA DEL PRESIDENTE
Le Pen esci da questo corpo!
Se Macron sembra Marine
di Vittorio Macioce
Cherchez l’exorciste. Ovvero, Marine Le Pen esci da questo corpo.
C’è in Francia un caso anomalo
e improvviso di possessione politica.
Non è il vecchio e ottocentesco trasformismo.
Non è la «riconciliazione con il profitto» di François(...)
Pur essendo due candidati di destra, alle elezioni franciose, gli STRUMPTRUPPEN rimangono fedeli al modello "vecchio fascismo" di Marine.
Macron non lo digeriscono troppo.
Alain Parguez, economista francese, aveva dichiarato dopo le elezioni:
"Abbiamo scelto tra due destre"
Dalla prima pagina del quotidiano degli STRUMPTRUPPEN:
SVOLTA SOVRANISTA DEL PRESIDENTE
Le Pen esci da questo corpo!
Se Macron sembra Marine
di Vittorio Macioce
Cherchez l’exorciste. Ovvero, Marine Le Pen esci da questo corpo.
C’è in Francia un caso anomalo
e improvviso di possessione politica.
Non è il vecchio e ottocentesco trasformismo.
Non è la «riconciliazione con il profitto» di François(...)
Pur essendo due candidati di destra, alle elezioni franciose, gli STRUMPTRUPPEN rimangono fedeli al modello "vecchio fascismo" di Marine.
Macron non lo digeriscono troppo.
Chi c’è in linea
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