camillobenso ha scritto:Cacciari irresponsabile:
si sottomette a Renzi
(ma non riesce a dirlo)
» GIANFRANCO PASQUINO
Cacciari s’inventa,
nell’intervista fattagli
da Ezio Mauro
( R e p u b b l i c a , 2 7
maggio) un’im mag inar ia
“responsabilità repubblicana”
per giustificare la sua
personale, effettiva sottomissione
al ricatto plebiscitario.
Cacciari parte da un
presupposto falso e falsificabile:
l’assenza negli ultimi
quaranta anni di riforme.
Questo presupposto, magnificato
e drammatizzato sia
dalla propaganda renziana
sia dalla ignoranza della
grande maggioranza dei
commentatori, è smentito
da duri fatti: l’elaborazione
di due leggi elettorali, Mattarellum
e Porcellum, l’a pprovazione
parlamentare di
una buona, se non ottima,
legge per l’elezione dei sindaci,
l’abolizione di quattro
ministeri, l’eliminazione del
finanziamento statale dei
partiti, la stesura di un
nuovo titolo V della
Costituzione. Non
vale l’obiezione, a
doppio taglio,
che si tratta di
brutte riforme
p o i c h é a )
n i e n t ’ a f f a t t o
tutte sono brutte,
b) il Titolo V
è stato ratificato
da un referendum,
c) anche
le riforme
r e n z i a n b oschiane
sono sususcettibili
della stessa valutazione
e d) la riforma del bicameralismo
è pasticciata
nella composizione del nuovo
Senato e confuse nell’attribuzione
delle competenze.
PROSEGUENDO attrav erso
un’autocritica generazionale
e facendo leva sulla sua
personale visione apocalittica
della storia, del mondo e,
quindi, dell’Italietta, Cacciari
supera le sue stesse
critiche alla riforma
“concepita male e
scritta peggio” e pronuncia
il suo fatale,
neppure molto sofferto,
“sì”. Sposerà la riforma
renziana. Poco gli
importa che si tratti di una
“riforma modesta e maldestra”
e che la legge elettorale,
che è un cardine della
riforma, sia “da rifare”.
Ancora meno sembra
preoccuparlo che
“la partita si gioca su
Renzi” che ha personalizzato
il referendum.
Pudicamente, il
filosofo evita l’ espressione
più precisa
e pregnante, quando
un leader chiede il
voto sulla sua persona e sulla
sua carica, di plebiscito si
tratta, come tutta la storia del
pensiero politico ha sempre
affermato. No, lui, per responsabilità
repubblicana,
voterà
a favore, ev
i d e n te m e n t e
non della riforma
modesta e
maldestra, ma di
Renzi. Più che di
resp onsabil ità,
forse, sarebbe il
caso di parlare
di preoccupazione
per le presunte
temibiliss
i m e c o n s eg
u e n z e c h e
Renzi e i renziani agitano:
crisi di governo e elezioni anticipate.
Brillantemente e
prescientemente, Cacciari
addirittura anticipa una,
troppo spesso trascurata,
conseguenza della riforma:
il presidente del Consiglio
sconfitto impone al Presidente
della Repubblica lo
scioglimento del Parlamento.
Invece, no: il presidente
della Repubblica ha, in primo
luogo, il potere e il dovere,
“r ep u b b l i c a n o”?, di esplorare
se esiste un’alt ramaggioranza in grado di fiduciare
e fare funzionare un
nuovo governo. In secondo
luogo, può invitare Renzi a
restare il tempo necessario
per approvare una
legge elettorale
migliore
dell’Italicum
(non è affatto
difficile), magari
facendo rivivere
il, a lui ben
noto, Mattarellum.
INSOMMA, l’Apocalisse
non è
alle porte a meno
che sia Renzi
sia Mattarella
sia, con l’enorme potere che
gli è rimasto e che usa platealmente,
Napolitano, dimentichino
le loro, al plurale,
responsabilità repubblicane.
Certo, vorremmo saperne
di più sulla concezione
e sui contenuti della responsabilità
repubblicana
formulata da Cacciari. No,
non intendo affatto esibirmi
in una difesa della Costituzione
com’è (e non ho mai
fatto parte del clan dei riformatori
falliti menzionati da
Cacciari). Tuttavia, preso atto
che, come tutti hanno il
dovere di sapere, la Repubblica
siamo noi, che è il significato
profondo dell’u ltimo
comma dell’art. 3 della Costituzione
che ci chiede di rimuovere
gli ostacoli alla effettiva
partecipazione dei lavoratori
alla vita politica, mi
chiedo se la nostra responsabilità
non debba tradursi in
una vigorosa battaglia per riforme
non “modeste” e non
“maldestre”, concepite bene
e scritte meglio (ce ne sono,
eccome se ce ne sono), per una
legge elettorale decente,
per un referendum che non
sia né un plebiscito né, meno
che mai, il giudizio di Dio.
LA RESPONSABILITÀ repub -
blicana esige che le riforme
della Costituzione e del sistema
elettorale, il decisivo
meccanismo che traduce le
preferenze (e le volontà) degli
elettori nel potere politico
di rappresentanti e governanti,
siano poste molto al di
sopra della vita di un governo,
di qualsiasi governo. La
responsabilità repubblicana
respinge i ricatti dei governanti
e non si traduce mai in
sottomissione plebiscitaria.
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Saluti.
Su questo argomento riscrivo dopo forse anni di assenza.
L'assenza è dovuta al disgusto rispetto alla politica attuale.
Anche e specie quella delle cosiddette "opposizioni de sinistra".
Oggi ho avuto il benvenuto in uffucioi da un collega renziano
che ha introdotto la giornata con un'invettiva contro "quelli del NO"
rei di opporsi a tutto a tutti di strumentalizzare, ecc.
Sembrava di ascoltare Brunetta ai tempi della nipote di Mubarak.
Che dire di questa riforma?
E' evidente che se la scelta POLITICA è stata di creare una maggioranza
non di centro-sinistra con le destre, ne deriva che sia le politiche
di governo, che le leggi, che le riforme devono pagare pegno alle destre.
Altrettanto evidente che chi ha portato a questo schema, i liberisti del PD
ex margheriti e ex comunisti falliti, ora lo difenda alla morte.
Dunque il punto non è se la riforma ha o meno punti positivi.
Alcuni punti positivi ci sono, ad esempio a mio avviso il centralismo,
altro che federalismo (introdotto nel dibattito politico di centro.sinistra
dai DS solo come maldestro tentativo di togliere spazio alla Lega).
Il punto è che per fare felice l'ala destra della maggioranza, il PD
si è alienato da tutto un mondo politico di sinistra, il proprio ex bacino
elettorale di consenso, oltre che da tutta una serie di altri riferimenti
politici.
Se almeno la riforma fosse indiscutibilmente positiva si potrebbe politicamente
portare avanti il messaggio della "forzatura contro quelli del no".
Ma NEL complesso, la riforma non è all'altezza dei problemi.
E' un banale inciucio, come già la finta abolizione delle province, il jobs act,
e altre finte riforme, che porta acqua a pochi togliendola a molti.
Dunque votare SI è da escludersi, tanto più che nel centro-sinistra
già in passato (vedi il Titolo V) si sono introdotte riforme mediocri
e mal pensate che adesso bisogna con fatica sistemare.
L'Italicum poi stravolge del tutto il sistema della rappresentanza.
In realtà il vero vulnus democratico è li.
La riforma costituzionale in se, essendo mal fatta, porterà a un
rallentamento e a ulteriore aleatorietà nei processi politici.
E questo è il problema VERO della riforma: porta inefficienza.
Ma il problema democratico deriva dall'Italicum.
E' questo che costringerà gli italiani a doversi confrontare partendo da due
fronti contrapposti, un sistema bipolare, dove a tutti i costi bisogna arrivare
primi e prendere il premio di maggioranza, al primo o al secondo turno.
Dunque vedremo i partiti diventare dei contenitori di consenso ottenuto ad ogni costo.
Renzi questo contenitore, il Partito della Nazione, lo sta per ora abilmente e saggiamente
posizionando al centro.
Ma attenzione che se si sveglia qualcuno come Trump in grado di sollecitare gli istinti
più bassi degli italiani incazzati, a destra come a sinistra, a quel punto il premio di maggioranza
distorcerà talmente la rappresentanza che alla Camera per 5 anni non ci sarà modo alcuno
di fare opposizione politica.
In Parlamento, occorrerà farla nelle piazze.
E per di più, avendo stravolto il sistema bicamerale, non ci sarà neanche l'argine istituzionale
della doppia discussione delle leggi, ecc..
Spiace che i figli di Berlinguer abbiano assecondato Renzi in questo disegno folle.
Adesso ci tocca sperare nei grillini. A questo siamo giunti.
soloo42001