News dal mondo
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Re: News dal mondo
apr 2017 17:55
WIKILEAKS E IL MANUALE SEGRETO PER SPIARE LE SMART TV
- ASSANGE SVELA A ‘REPUBBLICA’ COME FUNZIONA ‘WEEPING ANGEL’, ANGELO PIANGENTE, IL PROGRAMMA CREATO DAI SERVIZI INGLESI IN COLLABORAZIONE CON LA CIA PER ASCOLTARE LE CONVERSAZIONI ATTRAVERSO LE TV DELLA SAMSUNG CHE HANNO MICROFONO E WEBCAM (TE LA DO IO L’INTERNET OF THINGS…)
Stefania Maurizi per www.repubblica.it
E' una delle rivelazioni che più hanno colpito l'opinione pubblica. Quando un mese fa Wikileaks ha iniziato a pubblicare i file segreti della Cia, ha fatto il giro del mondo la notizia che la Central Intelligence Agency e i servizi inglesi dell'MI5 abbiano sviluppato un software malevolo (malware) dal nome Weeping Angel, l'Angelo Piangente, che permette di trasformare la smart tv F8000 della Samsung in un orecchio degli 007, capace di rubare ogni conversazione all'interno della stanza in cui si trova il televisore.
Complice anche quel nome preso dalla popolarissima serie di fantascienza della BBC, Doctor Who, l'Angelo Piangente ha colpito l'immaginario collettivo, perché proprio come le inquietanti creature del film - che sembrano solo statue di pietra, ma in realtà sono predatori letali – quello strumento permette di ascoltare le conversazioni attraverso la smart tv anche quando questa sembra spenta e quindi completamente innocua.
Oggi l'organizzazione di Julian Assange rivela in esclusiva con Repubblica e con il quotidiano francese Libération un documento segreto che permette finalmente di rispondere ad alcune domande su Weeping Angel. Si tratta del manuale utente, una guida tecnica che spiega come installare questo malware su un televisore preso di mira, come configurarlo e ascoltare le conversazioni.
CHI HA CREATO ANGELO PIANGENTE? - Questo file del febbraio 2014 sembra confermare che Weeping Angel sia una creazione dei servizi inglesi, perché il documento è precedente a quello in cui Central Intelligence Agency e MI5 perfezionano insieme il software ed è marcato con il livello di segretezza “Secret Strap 2 UK Eyes Only”, un tipo di classificazione utilizzato dall'intelligence britannica, che solo successivamente sembra aver condiviso le informazioni su questo progetto con Langley in un workshop tenutosi nel giugno 2014.
Il manuale rivela che Weeping Angel prende di mira le smart tv Samsung serie F, quindi non si limiterebbe a colpire il solo modello F8000, come sembrava inizialmente, anche se il file non lo specifica in modo inequivocabile. Tutti i malware, vanno installati sul dispositivo da colpire e l'Angelo Piangente non fa eccezione. Per installarlo, gli 007 hanno bisogno di avere accesso fisico all'apparecchio elettronico in modo da potervi inserire una chiavetta che lo infetti: a differenza di altri tipi di codice malevolo, infatti, Weeping Angel non si installa da remoto attraverso internet o perlomeno non riusciva a farlo fino al 2014, anno a cui risale il documento.
TACI, LA SMART TV TI ASCOLTA - Una volta che è penetrato nel televisore, Cia e MI5 hanno varie opzioni per ascoltare e registrare le conversazioni che si svolgono nella stanza in cui l'apparecchio è piazzato. Possono ad esempio registrare sempre oppure solo ed esclusivamente quando la tv appare spenta ma in realtà non lo è, una modalità questa che gli 007 chiamano “Fake-off” (finto spento). Il manuale rivela come il software riesca, in modo ingannevole, a far sembrare la smart tv disattivata: quando un dispositivo infettato da Weeping Angel viene spento con un telecomando, il malware intercetta il segnale impartito dal telecomando e smorza lo schermo, lasciando però acceso il processore del televisore.
Il documento chiarisce una volta per tutte che questo malware non solo permette di registrare le conversazioni che si svolgono nella stanza dove si trova la tv, ma consente anche di ascoltarle in diretta. Per farlo, però, gli 007 devono utilizzare un computer che usi i sistemi operativi Windows 7 e Windows 8 e devono trovarsi nelle vicinanze dell'edificio in cui si trova la tv, più esattamente nel raggio in cui funziona il collegamento Wi-Fi dell'apparecchio Samsung o, in alternativa, devono avere un computer piazzato nei dintorni che invii l'audio della conversazione “rubata” a un altro computer remoto da cui gli agenti Cia o dell'MI5 possano ascoltarlo.
L'ANGELO LIMITATO - Questo manuale segreto permette di capire che, dal punto di vista dell'utilizzabilità sul campo, Weeping Angel è uno strumento con molte limitazioni. Il requisito dell'accesso fisico alla smart tv da infettare con una chiavetta è certamente un grande vincolo: richiede agli operativi della Central Intelligence Agency o ai loro cugini inglesi di recarsi fisicamente presso l'edificio in cui si trova l'apparecchio elettronico da compromettere.
Se il software viene configurato per registrare le conversazioni e salvarle nella smart tv, poi l'agente segreto deve ritornare sul posto a recuperarle con una chiavetta, a meno che non scelga di impostare Weeping Angel in modo da poter trasferire i file audio da remoto, con tutta una serie di limitazioni e complicazioni.
Non solo: come tutti i malware, l'Angelo Piangente lascia tracce nel dispositivo infettato e quindi se la persona sorvegliata si insospettisce e ingaggia un tecnico forense per esaminare il dispositivo Samsung, l'esperto può essere in grado di recuperare quelle tracce e studiarle. A insospettire il target possono essere dettagli come un Led blu sul retro della tv che rimane accesso anche quando l'apparecchio appare spento.
Tutti questi problemi e limitazioni portano a pensare che Weeping Angel sia stato creato dai servizi inglesi per essere utilizzato in situazioni veramente specifiche, in cui gli 007 non possono usare altri approcci più efficienti e flessibili, tipo hackerare il telefonino o il computer dell'obiettivo.
Repubblica ha contattato i servizi inglesi dell'MI5 per chiedere spiegazioni sulla loro creatura, ma l'MI5 non ha voluto commentare. Samsung, invece, ci ha risposto: «Proteggere la privacy e la sicurezza dei nostri prodotti è al top delle nostre priorità. Siamo consapevoli di questo programma e ce ne stiamo occupando urgentemente». L'azienda fa notare che i file su Weeping Angel descrivono un software malevolo che va installato attraverso una chiavetta Usb e che si applica a modelli di televisori venduti nel 2012 e 2013, «molti dei quali sono stati già riparati attraverso un aggiornamento del firmware».
I documenti sull'Angelo Piangente pubblicati da WikiLeaks nel marzo scorso confermano che, come dice l'azienda, con gli aggiornamenti del software il malware dell'MI5 non può essere installato più da chiavetta Usb, ma tanto la Cia quanto i servizi inglesi dimostrano di esserne consapevoli: dai file, Weeping Angel appare un work in progress, non è quindi detto che gli 007 di Langley insieme a quelli di sua Maestà non siano riusciti a risolvere il problema anche per le versioni più aggiornate, come infatti sono riusciti a fare con il problema di alcuni fastidiosi Led che rischiavano di mandare all'aria tutto.
Che tre anni fa il progetto fosse un lavoro in corso lo dimostrano anche le ambizioni di Cia e MI5, rivelate dai documenti. Oltre alle conversazioni, Langley e l'intelligence inglese puntavano a rubare le immagini video. Tre anni dopo, ci saranno riusciti? E quante smart tv e, più in generale, dispositivi dell'internet delle cose saranno ormai completamente compromessi? Come nella serie fantascientifica di Doctor Who, Weeping Angel ci conferma il futuro che ci aspetta: un mondo popolato di oggetti apparentemente inanimati e innocui, ma in realtà completamente “posseduti” dalle spie.
WIKILEAKS E IL MANUALE SEGRETO PER SPIARE LE SMART TV
- ASSANGE SVELA A ‘REPUBBLICA’ COME FUNZIONA ‘WEEPING ANGEL’, ANGELO PIANGENTE, IL PROGRAMMA CREATO DAI SERVIZI INGLESI IN COLLABORAZIONE CON LA CIA PER ASCOLTARE LE CONVERSAZIONI ATTRAVERSO LE TV DELLA SAMSUNG CHE HANNO MICROFONO E WEBCAM (TE LA DO IO L’INTERNET OF THINGS…)
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E' una delle rivelazioni che più hanno colpito l'opinione pubblica. Quando un mese fa Wikileaks ha iniziato a pubblicare i file segreti della Cia, ha fatto il giro del mondo la notizia che la Central Intelligence Agency e i servizi inglesi dell'MI5 abbiano sviluppato un software malevolo (malware) dal nome Weeping Angel, l'Angelo Piangente, che permette di trasformare la smart tv F8000 della Samsung in un orecchio degli 007, capace di rubare ogni conversazione all'interno della stanza in cui si trova il televisore.
Complice anche quel nome preso dalla popolarissima serie di fantascienza della BBC, Doctor Who, l'Angelo Piangente ha colpito l'immaginario collettivo, perché proprio come le inquietanti creature del film - che sembrano solo statue di pietra, ma in realtà sono predatori letali – quello strumento permette di ascoltare le conversazioni attraverso la smart tv anche quando questa sembra spenta e quindi completamente innocua.
Oggi l'organizzazione di Julian Assange rivela in esclusiva con Repubblica e con il quotidiano francese Libération un documento segreto che permette finalmente di rispondere ad alcune domande su Weeping Angel. Si tratta del manuale utente, una guida tecnica che spiega come installare questo malware su un televisore preso di mira, come configurarlo e ascoltare le conversazioni.
CHI HA CREATO ANGELO PIANGENTE? - Questo file del febbraio 2014 sembra confermare che Weeping Angel sia una creazione dei servizi inglesi, perché il documento è precedente a quello in cui Central Intelligence Agency e MI5 perfezionano insieme il software ed è marcato con il livello di segretezza “Secret Strap 2 UK Eyes Only”, un tipo di classificazione utilizzato dall'intelligence britannica, che solo successivamente sembra aver condiviso le informazioni su questo progetto con Langley in un workshop tenutosi nel giugno 2014.
Il manuale rivela che Weeping Angel prende di mira le smart tv Samsung serie F, quindi non si limiterebbe a colpire il solo modello F8000, come sembrava inizialmente, anche se il file non lo specifica in modo inequivocabile. Tutti i malware, vanno installati sul dispositivo da colpire e l'Angelo Piangente non fa eccezione. Per installarlo, gli 007 hanno bisogno di avere accesso fisico all'apparecchio elettronico in modo da potervi inserire una chiavetta che lo infetti: a differenza di altri tipi di codice malevolo, infatti, Weeping Angel non si installa da remoto attraverso internet o perlomeno non riusciva a farlo fino al 2014, anno a cui risale il documento.
TACI, LA SMART TV TI ASCOLTA - Una volta che è penetrato nel televisore, Cia e MI5 hanno varie opzioni per ascoltare e registrare le conversazioni che si svolgono nella stanza in cui l'apparecchio è piazzato. Possono ad esempio registrare sempre oppure solo ed esclusivamente quando la tv appare spenta ma in realtà non lo è, una modalità questa che gli 007 chiamano “Fake-off” (finto spento). Il manuale rivela come il software riesca, in modo ingannevole, a far sembrare la smart tv disattivata: quando un dispositivo infettato da Weeping Angel viene spento con un telecomando, il malware intercetta il segnale impartito dal telecomando e smorza lo schermo, lasciando però acceso il processore del televisore.
Il documento chiarisce una volta per tutte che questo malware non solo permette di registrare le conversazioni che si svolgono nella stanza dove si trova la tv, ma consente anche di ascoltarle in diretta. Per farlo, però, gli 007 devono utilizzare un computer che usi i sistemi operativi Windows 7 e Windows 8 e devono trovarsi nelle vicinanze dell'edificio in cui si trova la tv, più esattamente nel raggio in cui funziona il collegamento Wi-Fi dell'apparecchio Samsung o, in alternativa, devono avere un computer piazzato nei dintorni che invii l'audio della conversazione “rubata” a un altro computer remoto da cui gli agenti Cia o dell'MI5 possano ascoltarlo.
L'ANGELO LIMITATO - Questo manuale segreto permette di capire che, dal punto di vista dell'utilizzabilità sul campo, Weeping Angel è uno strumento con molte limitazioni. Il requisito dell'accesso fisico alla smart tv da infettare con una chiavetta è certamente un grande vincolo: richiede agli operativi della Central Intelligence Agency o ai loro cugini inglesi di recarsi fisicamente presso l'edificio in cui si trova l'apparecchio elettronico da compromettere.
Se il software viene configurato per registrare le conversazioni e salvarle nella smart tv, poi l'agente segreto deve ritornare sul posto a recuperarle con una chiavetta, a meno che non scelga di impostare Weeping Angel in modo da poter trasferire i file audio da remoto, con tutta una serie di limitazioni e complicazioni.
Non solo: come tutti i malware, l'Angelo Piangente lascia tracce nel dispositivo infettato e quindi se la persona sorvegliata si insospettisce e ingaggia un tecnico forense per esaminare il dispositivo Samsung, l'esperto può essere in grado di recuperare quelle tracce e studiarle. A insospettire il target possono essere dettagli come un Led blu sul retro della tv che rimane accesso anche quando l'apparecchio appare spento.
Tutti questi problemi e limitazioni portano a pensare che Weeping Angel sia stato creato dai servizi inglesi per essere utilizzato in situazioni veramente specifiche, in cui gli 007 non possono usare altri approcci più efficienti e flessibili, tipo hackerare il telefonino o il computer dell'obiettivo.
Repubblica ha contattato i servizi inglesi dell'MI5 per chiedere spiegazioni sulla loro creatura, ma l'MI5 non ha voluto commentare. Samsung, invece, ci ha risposto: «Proteggere la privacy e la sicurezza dei nostri prodotti è al top delle nostre priorità. Siamo consapevoli di questo programma e ce ne stiamo occupando urgentemente». L'azienda fa notare che i file su Weeping Angel descrivono un software malevolo che va installato attraverso una chiavetta Usb e che si applica a modelli di televisori venduti nel 2012 e 2013, «molti dei quali sono stati già riparati attraverso un aggiornamento del firmware».
I documenti sull'Angelo Piangente pubblicati da WikiLeaks nel marzo scorso confermano che, come dice l'azienda, con gli aggiornamenti del software il malware dell'MI5 non può essere installato più da chiavetta Usb, ma tanto la Cia quanto i servizi inglesi dimostrano di esserne consapevoli: dai file, Weeping Angel appare un work in progress, non è quindi detto che gli 007 di Langley insieme a quelli di sua Maestà non siano riusciti a risolvere il problema anche per le versioni più aggiornate, come infatti sono riusciti a fare con il problema di alcuni fastidiosi Led che rischiavano di mandare all'aria tutto.
Che tre anni fa il progetto fosse un lavoro in corso lo dimostrano anche le ambizioni di Cia e MI5, rivelate dai documenti. Oltre alle conversazioni, Langley e l'intelligence inglese puntavano a rubare le immagini video. Tre anni dopo, ci saranno riusciti? E quante smart tv e, più in generale, dispositivi dell'internet delle cose saranno ormai completamente compromessi? Come nella serie fantascientifica di Doctor Who, Weeping Angel ci conferma il futuro che ci aspetta: un mondo popolato di oggetti apparentemente inanimati e innocui, ma in realtà completamente “posseduti” dalle spie.
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Re: News dal mondo
MA ALLORA A SCUOLA COSA CI HANNO INSEGNATO?????
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La fine del mondo c’è già stata: lo dice la stele dell’Avvoltoio
Scritto il 24/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Undicimila anni prima di Cristo uno sciame di comete colpì la Terra devastandola, modificando l’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta, provocando l’estinzione di molte specie come quella dei mammut e causando un’era glaciale che durò mille anni. Lo afferma un gruppo di ricercatori dell’università di Edimburgo, che ha trovato la narrazione di questo cataclisma nel più antico libro di storia esistente: i bassorilievi portati alla luce nel 1995 nel sito archeologico di Gobekli Tepe, nel Sud della Turchia. All’annuncio della scoperta, i sostenitori della teoria secondo la quale antiche civiltà avanzate sono state distrutte da eventi catastrofici hanno esultato, e sono pronti a scrivere nuovi libri di successo. Una stele in particolare, quella chiamata “dell’avvoltoio”, ha attratto l’attenzione degli scienziati di Edimburgo. Riproduce attraverso simbolismi animali una serie di costellazioni, indicandone la posizione nel cielo. Grazie all’aiuto di un computer, è stato possibile stabilire che le stelle si trovavano in quel punto esattamente nel 10.950 a.C., alla fine del Pleistocene. Altri bassorilievi riproducevano la caduta dello sciame di comete e un uomo senza testa indicava la perdita di molte vite umane.
La stele è importante perché conferma eventi che già conoscevamo, come il periodo glaciale noto come Dryas Recente (dal nome di un fiore della tundra) e l’anomalia dell’iridio osservata in Nord America, risalente all’11-10.000 a.C.: l’iridio è poco presente nel suolo e quando in uno strato geologico se ne trova molto di più, vuol dire che un meteorite o una cometa lo hanno portato sulla Terra, come avvenne nell’estinzione dei dinosauri. Per il professor Martin Sweatman, direttore della ricerca pubblicata su “Mediterranean Archaeology”, «questa scoperta, insieme all’anomalia dell’iridio, chiude il caso in favore dell’impatto di una serie di comete». Gobekli Tepe è il tempio più antico dell’umanità e pare fosse dedicato all’osservazione delle comete e dei meteoriti. I bassorilievi che narrano la catastrofe dell’11.000 a.C. erano tenuti in grande considerazione e conservati con cura, come se fosse importante non perderne la memoria. Inspiegabilmente, in epoca preistorica, il sito venne abbandonato e completamente ricoperto di terra, perché nessuno lo potesse individuare.
Archeologi e antropologi collocano nel Dryas Recente l’inizio della civiltà umana, con le prime coltivazioni e i primi villaggi del Neolitico. Ma per altri ricercatori, che il mondo accademico non tiene in alcuna considerazione, la caduta delle comete ha causato la fine di una civiltà che già esisteva sulla Terra e ha costretto gli esseri umani sopravvissuti a un nuovo e faticosissimo inizio. Graham Hancock, nato a Edimburgo, ha scritto molti libri su questo tema e nell’ultimo, “Maghi degli dei: la saggezza dimenticata delle civiltà perdute”, ha sostenuto proprio la tesi che intorno al 12.000 a.C. l’impatto di una cometa abbia posto fine a una società molto evoluta, che ha lasciato tracce di sé nella perfezione delle piramidi di Giza e in altri inspiegabili monumenti ciclopici sparsi per il pianeta. Se l’asse della Terra si è davvero spostato a causa di quella catastrofe, forse l’Antartide era all’epoca libera da ghiacci e nasconde segreti che non tarderemo a scoprire, vista la progressione del riscaldamento globale.
Hancock ha visitato il sito di Gobekli Tepe, giudicandolo uno dei grandi misteri dell’antichità. Se uno sciame di comete era in arrivo sulla Terra, gli astronomi del tempio le hanno sicuramente individuate in anticipo e forse quelle scie luminose arrivate nel Sistema solare interno sono state una presenza costante nel cielo per molti anni prima del loro devastante impatto. Forse da allora ci è stata tramandata la convinzione che tutte le comete (ma per lo meno bisogna salvare quella di Natale) portino sfortuna e siano messaggere di lutti e devastazioni. La teoria che grandi civiltà del passato siano state distrutte da eventi catastrofici è suggestiva e spiegherebbe le grandi costruzioni le cui rovine sono state trovate sui fondali dell’Oceano, dove Platone collocava Atlantide, così come la “piramide” sommersa che si trova vicino all’isola di Yonaguni, in Giappone. Ma c’è da sperare che i cultori delle civiltà perdute non abbiano ragione: gli sciami di comete sono infatti periodici e secondo Hancock quello descritto nella stele di Gobekli Tape potrebbe tornare nell’arco di qualche decennio. Meglio che l’autorevole e più rassicurante mondo accademico si affretti a rimettere ogni pietra, e ogni data, al suo posto.
(Vittorio Sabadin, “La fine del mondo c’è gia stata: lo svela la stele dell’Avvoltoio”, da “La Stampa” del 24 aprile 2017).
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La fine del mondo c’è già stata: lo dice la stele dell’Avvoltoio
Scritto il 24/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Undicimila anni prima di Cristo uno sciame di comete colpì la Terra devastandola, modificando l’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta, provocando l’estinzione di molte specie come quella dei mammut e causando un’era glaciale che durò mille anni. Lo afferma un gruppo di ricercatori dell’università di Edimburgo, che ha trovato la narrazione di questo cataclisma nel più antico libro di storia esistente: i bassorilievi portati alla luce nel 1995 nel sito archeologico di Gobekli Tepe, nel Sud della Turchia. All’annuncio della scoperta, i sostenitori della teoria secondo la quale antiche civiltà avanzate sono state distrutte da eventi catastrofici hanno esultato, e sono pronti a scrivere nuovi libri di successo. Una stele in particolare, quella chiamata “dell’avvoltoio”, ha attratto l’attenzione degli scienziati di Edimburgo. Riproduce attraverso simbolismi animali una serie di costellazioni, indicandone la posizione nel cielo. Grazie all’aiuto di un computer, è stato possibile stabilire che le stelle si trovavano in quel punto esattamente nel 10.950 a.C., alla fine del Pleistocene. Altri bassorilievi riproducevano la caduta dello sciame di comete e un uomo senza testa indicava la perdita di molte vite umane.
La stele è importante perché conferma eventi che già conoscevamo, come il periodo glaciale noto come Dryas Recente (dal nome di un fiore della tundra) e l’anomalia dell’iridio osservata in Nord America, risalente all’11-10.000 a.C.: l’iridio è poco presente nel suolo e quando in uno strato geologico se ne trova molto di più, vuol dire che un meteorite o una cometa lo hanno portato sulla Terra, come avvenne nell’estinzione dei dinosauri. Per il professor Martin Sweatman, direttore della ricerca pubblicata su “Mediterranean Archaeology”, «questa scoperta, insieme all’anomalia dell’iridio, chiude il caso in favore dell’impatto di una serie di comete». Gobekli Tepe è il tempio più antico dell’umanità e pare fosse dedicato all’osservazione delle comete e dei meteoriti. I bassorilievi che narrano la catastrofe dell’11.000 a.C. erano tenuti in grande considerazione e conservati con cura, come se fosse importante non perderne la memoria. Inspiegabilmente, in epoca preistorica, il sito venne abbandonato e completamente ricoperto di terra, perché nessuno lo potesse individuare.
Archeologi e antropologi collocano nel Dryas Recente l’inizio della civiltà umana, con le prime coltivazioni e i primi villaggi del Neolitico. Ma per altri ricercatori, che il mondo accademico non tiene in alcuna considerazione, la caduta delle comete ha causato la fine di una civiltà che già esisteva sulla Terra e ha costretto gli esseri umani sopravvissuti a un nuovo e faticosissimo inizio. Graham Hancock, nato a Edimburgo, ha scritto molti libri su questo tema e nell’ultimo, “Maghi degli dei: la saggezza dimenticata delle civiltà perdute”, ha sostenuto proprio la tesi che intorno al 12.000 a.C. l’impatto di una cometa abbia posto fine a una società molto evoluta, che ha lasciato tracce di sé nella perfezione delle piramidi di Giza e in altri inspiegabili monumenti ciclopici sparsi per il pianeta. Se l’asse della Terra si è davvero spostato a causa di quella catastrofe, forse l’Antartide era all’epoca libera da ghiacci e nasconde segreti che non tarderemo a scoprire, vista la progressione del riscaldamento globale.
Hancock ha visitato il sito di Gobekli Tepe, giudicandolo uno dei grandi misteri dell’antichità. Se uno sciame di comete era in arrivo sulla Terra, gli astronomi del tempio le hanno sicuramente individuate in anticipo e forse quelle scie luminose arrivate nel Sistema solare interno sono state una presenza costante nel cielo per molti anni prima del loro devastante impatto. Forse da allora ci è stata tramandata la convinzione che tutte le comete (ma per lo meno bisogna salvare quella di Natale) portino sfortuna e siano messaggere di lutti e devastazioni. La teoria che grandi civiltà del passato siano state distrutte da eventi catastrofici è suggestiva e spiegherebbe le grandi costruzioni le cui rovine sono state trovate sui fondali dell’Oceano, dove Platone collocava Atlantide, così come la “piramide” sommersa che si trova vicino all’isola di Yonaguni, in Giappone. Ma c’è da sperare che i cultori delle civiltà perdute non abbiano ragione: gli sciami di comete sono infatti periodici e secondo Hancock quello descritto nella stele di Gobekli Tape potrebbe tornare nell’arco di qualche decennio. Meglio che l’autorevole e più rassicurante mondo accademico si affretti a rimettere ogni pietra, e ogni data, al suo posto.
(Vittorio Sabadin, “La fine del mondo c’è gia stata: lo svela la stele dell’Avvoltoio”, da “La Stampa” del 24 aprile 2017).
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Re: News dal mondo
Ransomware quinto tipo virus più diffuso
29/40
Ansa
ANSA
22 ore fa
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Ransomware quinto tipo virus più diffuso© ANSA Ransomware quinto tipo virus più diffuso
(ANSA) - ROMA, 27 APR - Sempre più in crescita il cyberspionaggio e il ransomware, quel virus che prende in ostaggio i dispositivi e che risulta la quinta tipologia di virus malevolo più diffuso al mondo. E' l'allarme che lancia il rapporto Verizon 2017, arrivato alla sua decima edizione. In aumento anche il pretexting, una forma di raggiro via mail e telefonico, sempre più rivolto ai dipendenti del settore finanziario.
Il Data Breach Investigations Report di Verizon raccoglie il contribuito di 65 aziende ed ha esaminato oltre 42mila incidenti di sicurezza, registrando quasi duemila violazioni in più di 84 Paesi. Il 51% delle violazioni analizzate vede il ricorso al malware, i virus malevoli, con i ransomware aumentati del 50% rispetto alla precedente rilevazione.
Secondo Verizon, il phishing si dimostra ancora una volta una tecnica vincente con il 43% delle violazioni di dati. Nel mirino anche le organizzazioni più piccole: il 61% delle vittime prese in esame nel report sono state aziende con meno di 1.000 dipendenti.
http://www.msn.com/it-it/notizie/tecnol ... spartanntp
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(ANSA) - ROMA, 27 APR - Sempre più in crescita il cyberspionaggio e il ransomware, quel virus che prende in ostaggio i dispositivi e che risulta la quinta tipologia di virus malevolo più diffuso al mondo. E' l'allarme che lancia il rapporto Verizon 2017, arrivato alla sua decima edizione. In aumento anche il pretexting, una forma di raggiro via mail e telefonico, sempre più rivolto ai dipendenti del settore finanziario.
Il Data Breach Investigations Report di Verizon raccoglie il contribuito di 65 aziende ed ha esaminato oltre 42mila incidenti di sicurezza, registrando quasi duemila violazioni in più di 84 Paesi. Il 51% delle violazioni analizzate vede il ricorso al malware, i virus malevoli, con i ransomware aumentati del 50% rispetto alla precedente rilevazione.
Secondo Verizon, il phishing si dimostra ancora una volta una tecnica vincente con il 43% delle violazioni di dati. Nel mirino anche le organizzazioni più piccole: il 61% delle vittime prese in esame nel report sono state aziende con meno di 1.000 dipendenti.
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Harvard ammette: scie chimiche per “raffreddare” il sole
Scritto il 02/5/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Oscurare il cielo, per raffreddare la Terra. Contrordine, ragazzi: le scie chimiche esistono, e sono utili, anzi utilissime. A spiazzare i “negazionisti” ora è un team di ricercatori dell’università statunitense di Harvard, che ha messo nero su bianco un progetto già in fase di attuazione: mettere in volo palloni sonda al fine di disseminare il cielo di una nube chimica di particolato, allo scopo dichiarato di ridurre le temperature terrestri. “Uno scudo chimico contro il global warming”: la notizia è stata prontamente ripresa da tutti i principali media, dalla “Bbc” al “New York Times”, e in Italia anche dal mensile “Focus”, «in passato tra i più feroci oppositori di queste teorie», scrive Riccardo Pazzirani su “Luogo Comune”. «Come sostenuto dai ricercatori “complottisti” che studiano la geoingegneria clandestina e l’effetto di “global dimming” delle scie chimiche, basta irrorare una piccola percentuale del cielo per aumentare significativamente la capacità dell’atmosfera di riflettere i raggi solari: basterebbe l’1% del cielo». Ma il progetto di Harvard si spinge anche più in là, proponendo di «irrorare dal 2 al 4% del cielo per abbassare le temperature di 1,5 gradi centigradi, per riportare la temperatura ai livelli terresti pre-industriali».
Afferrato il senso della proposta, continua Pazzirani, bisognerebbe chiedersi «se è opportuno, etico e giusto» portare avanti un progetto così estremo e rischioso, concepito per «controbilanciare l’imponente consumo di petrolio e altri combustibili fossili, senza minimamente ridurlo». Di fatto, con le scie chimiche, «aggiungiamo altro inquinamento volontario per oscurare il cielo», sperando di «restare al fresco e continuare a bruciare carburanti». Non solo: «La parte più ridicola della stesura del progetto dev’essere stata quella di evitare di menzionare l’uso degli aereoplani, che sono il mezzo più logico per fare queste irrorazioni rapidamente e dove serve, per cercare di dissimulare il fatto che queste cose vengano fatte anche adesso». Eppure, appena tre anni fa, quando il progetto era ancora in fase di sviluppo, la pubblicazione ufficiale di Harvard non si faceva grossi problemi a mettere nelle immagini gli aerei. Anche la recentissima intervista di “The Verge” all’ideatore del progetto mostra che alcuni velivoli vengono mandati oltre la troposfera, nella stratosfera (a 15 chilometri di altitudine) per rilasciare i composti chimici selezionati: le scie che poi restano visibili nel cielo.
La versione con i palloni al posto degli aerei «è stata quindi ripescata dal progetto del 2011 con cui collaborava anche Cambridge, dove palloni sonda delle dimensioni dello stadio di Wembley sarebbero dovuti restare in volo e collegati con un tubo di 20 chilometri con la nave sottostante, che avrebbe pompato in atmosfera più di un milione di tonnellate di composto chimico all’anno». Fino allo scorso anno, continua “Luogo Comune”, il progetto prevedeva il rilascio di solfati, che – assieme all’ossigeno e all’acqua presenti in sospensione nella stratosfera – si sarebbero combinati insieme per realizzare acido solforico in sospensione: «Un vero incubo per le relazioni pubbliche, dover spiegare che per combattere il global warming dovevamo accettare di spargere acido solforico in atmosfera». Così ora si racconta di prevedere «una prima fase esplorativa, in cui verrà rilasciato innocuo vapore acqueo», ma è già stabilito che «dal 2022 si provvederà ad irrorare ossido d’alluminio, cioè l’allumina: un sottorpodotto della bauxite usato nell’industria del vetro per aumentare la riflettività delle superfici». Un video trasmesso dal Tg2 «si premura di ricordarci che queste particelle saranno piccolissime: un millesimo di millimetro». Obiettivo: «Sminuire il pensiero che questo materiale, una volta inalato, possa causare dei problemi».
Dopotutto, sottolinea Pizzirani, anche la polvere dell’eruzione del Pinatubo, il vulcano delle Filippine “esploso” del 1991, era rimasta in aria per un paio d’anni: poi è ricaduta al suolo, sulle persone, sui corsi d’acqua, sulle coltivazioni. Il giornalista del Tg2 dice che le particelle saranno piccolissime? Male: «Più piccole sono le particelle e più strati protettivi del nostro apparato respiratorio esse riescono ad oltrepassare». Il particolato Pm1 (un millesimo di millimetro) «può oltrepassare il naso, la laringe e i bronchi, per andare a fissarsi proprio negli alveoli». Curiosamente, «c’è anche qualche scienziato che è contrario all’idea del progetto: pare che ci sia un motivo se le modificazioni climatiche su scala planetaria sono proibite dall’Onu». Il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite ricorda infatti che «alterare la temperatura può portare scompensi imprevisti nel ciclo naturale delle precipitazioni». E uno studio del 2013 del Met Office mette esplicitamente in relazione le polveri sottili in sospensione con una posibile carestia da siccità in Africa. E anche senza pensare alle ricadute di ossido d’alluminio, cosa accade alla vegetazione se si oscura il cielo? E cosa succede alle alghe e all’intero ecosistema marino?
Il costo iniziale del progetto è irrisorio: appena 20 milioni di dollari. Già trovati i primi finanziatori: 7 milioni li versa un consorzio di Ong e fondazioni, tra cui quella dell’immancabile Bill Gates. «Ma questo è solo l’inizio: a regime, il progetto dovrebbe costare intorno a 10 miliardi di dollari all’anno». Amara conclusione: le rivelazioni ufficiali sul progetto di Harvard mettono finalmente in ridicolo le schiere (chilometriche) di autorevolissimi “esperti”, come quelli del Cicap di Piero Angela, che parlavano di “complotto delle scie chimiche” per screditarne i sostenitori. “La bufala delle scie chimiche”, la chiamava, fino a poco fa, anche una rivista come “Wired”. «Harvard oggi ci spiega che con le scie chimiche ci guadagna il consumismo sfrenato, e in particolare chi può continuare a vendere carbone e petrolio, a discapito degli umani, degli animali e della vegetazione di tutta la terra», chiosa Pizzirani. «Fa un po’ meno ridere così, vero? Farà ridere ancor meno la prossima volta, quando ci diranno che questa scelta era così obbligata che sono anni che è stata già presa, e queste cose già le fanno».
Recensioni
segnalazioni.
Harvard ammette: scie chimiche per “raffreddare” il sole
Scritto il 02/5/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Oscurare il cielo, per raffreddare la Terra. Contrordine, ragazzi: le scie chimiche esistono, e sono utili, anzi utilissime. A spiazzare i “negazionisti” ora è un team di ricercatori dell’università statunitense di Harvard, che ha messo nero su bianco un progetto già in fase di attuazione: mettere in volo palloni sonda al fine di disseminare il cielo di una nube chimica di particolato, allo scopo dichiarato di ridurre le temperature terrestri. “Uno scudo chimico contro il global warming”: la notizia è stata prontamente ripresa da tutti i principali media, dalla “Bbc” al “New York Times”, e in Italia anche dal mensile “Focus”, «in passato tra i più feroci oppositori di queste teorie», scrive Riccardo Pazzirani su “Luogo Comune”. «Come sostenuto dai ricercatori “complottisti” che studiano la geoingegneria clandestina e l’effetto di “global dimming” delle scie chimiche, basta irrorare una piccola percentuale del cielo per aumentare significativamente la capacità dell’atmosfera di riflettere i raggi solari: basterebbe l’1% del cielo». Ma il progetto di Harvard si spinge anche più in là, proponendo di «irrorare dal 2 al 4% del cielo per abbassare le temperature di 1,5 gradi centigradi, per riportare la temperatura ai livelli terresti pre-industriali».
Afferrato il senso della proposta, continua Pazzirani, bisognerebbe chiedersi «se è opportuno, etico e giusto» portare avanti un progetto così estremo e rischioso, concepito per «controbilanciare l’imponente consumo di petrolio e altri combustibili fossili, senza minimamente ridurlo». Di fatto, con le scie chimiche, «aggiungiamo altro inquinamento volontario per oscurare il cielo», sperando di «restare al fresco e continuare a bruciare carburanti». Non solo: «La parte più ridicola della stesura del progetto dev’essere stata quella di evitare di menzionare l’uso degli aereoplani, che sono il mezzo più logico per fare queste irrorazioni rapidamente e dove serve, per cercare di dissimulare il fatto che queste cose vengano fatte anche adesso». Eppure, appena tre anni fa, quando il progetto era ancora in fase di sviluppo, la pubblicazione ufficiale di Harvard non si faceva grossi problemi a mettere nelle immagini gli aerei. Anche la recentissima intervista di “The Verge” all’ideatore del progetto mostra che alcuni velivoli vengono mandati oltre la troposfera, nella stratosfera (a 15 chilometri di altitudine) per rilasciare i composti chimici selezionati: le scie che poi restano visibili nel cielo.
La versione con i palloni al posto degli aerei «è stata quindi ripescata dal progetto del 2011 con cui collaborava anche Cambridge, dove palloni sonda delle dimensioni dello stadio di Wembley sarebbero dovuti restare in volo e collegati con un tubo di 20 chilometri con la nave sottostante, che avrebbe pompato in atmosfera più di un milione di tonnellate di composto chimico all’anno». Fino allo scorso anno, continua “Luogo Comune”, il progetto prevedeva il rilascio di solfati, che – assieme all’ossigeno e all’acqua presenti in sospensione nella stratosfera – si sarebbero combinati insieme per realizzare acido solforico in sospensione: «Un vero incubo per le relazioni pubbliche, dover spiegare che per combattere il global warming dovevamo accettare di spargere acido solforico in atmosfera». Così ora si racconta di prevedere «una prima fase esplorativa, in cui verrà rilasciato innocuo vapore acqueo», ma è già stabilito che «dal 2022 si provvederà ad irrorare ossido d’alluminio, cioè l’allumina: un sottorpodotto della bauxite usato nell’industria del vetro per aumentare la riflettività delle superfici». Un video trasmesso dal Tg2 «si premura di ricordarci che queste particelle saranno piccolissime: un millesimo di millimetro». Obiettivo: «Sminuire il pensiero che questo materiale, una volta inalato, possa causare dei problemi».
Dopotutto, sottolinea Pizzirani, anche la polvere dell’eruzione del Pinatubo, il vulcano delle Filippine “esploso” del 1991, era rimasta in aria per un paio d’anni: poi è ricaduta al suolo, sulle persone, sui corsi d’acqua, sulle coltivazioni. Il giornalista del Tg2 dice che le particelle saranno piccolissime? Male: «Più piccole sono le particelle e più strati protettivi del nostro apparato respiratorio esse riescono ad oltrepassare». Il particolato Pm1 (un millesimo di millimetro) «può oltrepassare il naso, la laringe e i bronchi, per andare a fissarsi proprio negli alveoli». Curiosamente, «c’è anche qualche scienziato che è contrario all’idea del progetto: pare che ci sia un motivo se le modificazioni climatiche su scala planetaria sono proibite dall’Onu». Il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite ricorda infatti che «alterare la temperatura può portare scompensi imprevisti nel ciclo naturale delle precipitazioni». E uno studio del 2013 del Met Office mette esplicitamente in relazione le polveri sottili in sospensione con una posibile carestia da siccità in Africa. E anche senza pensare alle ricadute di ossido d’alluminio, cosa accade alla vegetazione se si oscura il cielo? E cosa succede alle alghe e all’intero ecosistema marino?
Il costo iniziale del progetto è irrisorio: appena 20 milioni di dollari. Già trovati i primi finanziatori: 7 milioni li versa un consorzio di Ong e fondazioni, tra cui quella dell’immancabile Bill Gates. «Ma questo è solo l’inizio: a regime, il progetto dovrebbe costare intorno a 10 miliardi di dollari all’anno». Amara conclusione: le rivelazioni ufficiali sul progetto di Harvard mettono finalmente in ridicolo le schiere (chilometriche) di autorevolissimi “esperti”, come quelli del Cicap di Piero Angela, che parlavano di “complotto delle scie chimiche” per screditarne i sostenitori. “La bufala delle scie chimiche”, la chiamava, fino a poco fa, anche una rivista come “Wired”. «Harvard oggi ci spiega che con le scie chimiche ci guadagna il consumismo sfrenato, e in particolare chi può continuare a vendere carbone e petrolio, a discapito degli umani, degli animali e della vegetazione di tutta la terra», chiosa Pizzirani. «Fa un po’ meno ridere così, vero? Farà ridere ancor meno la prossima volta, quando ci diranno che questa scelta era così obbligata che sono anni che è stata già presa, e queste cose già le fanno».
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Re: News dal mondo
TORMENTONE PER TORMENTONE
Visto che ho l’abitudine di ascoltare i miei interlocutori, nella vita di tutti i giorni, in questa fase mi capita di ascoltare in modo accentuato il tormentone “del lamento della rana bollita”.
Questo abbraccia tutti i settori della vita pubblica e sociale dei tricolori. Garantisco, non c’è un settore escluso.
Tanto, che nell’ultima settimana sto ponendo a tutti la stessa domanda, che pongo naturalmente anche a voi:
“MA COSA AVETE COMBINATO IN PRECEDENZA PER FINIRE ALL’INFERNO. IN QUESTO INFERNO???”
Basta leggere anche questo articolo di LIBRE di ieri.
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“Élite satanista, mi han coinvolto nel ’sacrificio’ di bambini”
Scritto il 02/5/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Sacrifici umani – vittime, i bambini – per poi ricattare a vita i partecipanti, membri della super-élite finanziaria internazionale. E’ il contenuto della scioccante video-intervista realizzata dalla giornalista olandese Irma Schiffers per il network indipendente “De Vrije Media Tv”. Nel filmato, pubblicato su YouTube, a vuotare il sacco è un uomo dall’aspetto giovanile, il connazionale Ronald Bernard, esperto in “psicologia della finanza”, settore che si occupa della “persuasione del cliente”. Decisamente scosso, Bernard, quando rievoca l’esperienza che sostiene di aver vissuto: si sarebbe rifiutato, all’ultimo istante, di abusare di minori, durante riti “satanici” organizzati da esponenti, insospettabili, del massimo potere. Gli occhi gli si riempiono di lacrime. «Bambini…», dice, a mezza voce. Sembra sconvolto, al ricordo. «Ti è stato chiesto di farlo?», gli domanda l’intervistatrice. «Sì, ma io non ho potuto». S’interrompe, non riesce quasi più a parlare. Poi si riprende: la sua coscienza, dice, si è come «scongelata», e allora ha detto di no. «Quando si entra così profondamente in queste cerchie – racconta – ti fanno firmare un contratto a vita: non devi divulgare i nomi delle imprese, delle organizzazioni o delle persone. Penso sia per questo che sono ancora in vita», sostiene Bernard, che infatti si guarda bene dal fare nomi.
La sua lunghissima intervista, sottotitolata in francese e tradotta in italiano sul blog di Maurizo Blondet, illumina retroscena allucinanti come quelli esplorati dal romanzo “Nel nome di Ishmael”, per il quale l’autore – Giuseppe Genna – ricevette complimenti da Francesco Cossiga, che al telefono gli disse: «Bravo, Genna. Vedo che ha capito come funziona, quel sistema». La trama del romanzo “svela” un’organizzazione segreta, Ishmael, dietro cui si celano i vertici del potere planetario: economia, finanza, politica, militari, servizi segreti. Il loro “metodo”? Assassinare leader scomodi, facendo precedere l’attentato dal sistematico ritrovamento del cadavere di un bambino, a volte anche neonato, orribilmente abusato e “sacrificato”. «La maggior parte di quelle persone – dice oggi l’olandese Bernard – aderisce a una religione speciale», che lui chiama “luciferina”. Nel 2016, fece scalpore – in Svizzera – la sconcertante performance “artistica”, musicale e multimediale, messa in scena per l’inaugurazione del traforo ferroviario del Gottardo: una coreografia spettacolare, con decine di figuranti dall’aspetto sub-umano, ridotti a schiavi, in adorazione di un dio-caprone. Il tutto, sotto lo sguardo impassibile delle massime autorità europee.
«Io ero in contatto con questi circoli, queste reti», racconta Bernard alla Schiffers. «Per me non erano che clienti», spiega. «Quindi ho frequentato dei posti chiamati “Chiesa di Satana”», ma solo «come visitatore: un invitato, lasciato in disparte». E quelli? «Facevano le loro “sante messe” con donne nude e alcolici». All’epoca, continua l’olandese, «tutto questo semplicemente mi ha divertito». Niente di serio, insomma. Ma poi, un giorno, Bernard racconta di esser stato «invitato, all’estero, a partecipare a dei sacrifici». E qui l’uomo comincia a crollare: parla di bambini, dichiara di esserne rimasto sconvolto. Fra interruzioni, imbarazzi e commozione, lascia capire di essersi rifiutato di partecipare a qualcosa di abominevole. «Dopo questo, ho cominciato lentamente a crollare». Eppure, dice, quello era il mondo nel quale si era trovato: «Così ho iniziato a rifiutare incarichi professionali: non potevo più eseguirli». Il suo rifiuto, dice, l’ha messo in pericolo: «Questo ha fatto di me una minaccia – per loro, ovviamente. Non riuscivo più a funzionare in modo ottimale, vacillavo, rifiutavo alcuni compiti. Non avevo partecipato…».
Lo scopo di quei riti tenebrosi? «E’ di tenere tutti in pugno, col ricatto. Devi poter essere soggetto al ricatto. E lo fanno attraverso i bambini. Questo mi ha sconvolto», scandisce Ronald Bernard, tra le lacrime. «Purtroppo – aggiunge – la verità è che ciò avviene nel mondo intero, e da migliaia di anni». Il finanziere olandese cita la Bibbia e parla di Satana, aggiungendo di aver studiato teologia «per dare un senso a tutto questo», dopo esser stato un “numero uno” in tutt’altro campo, quello della “psicologia delle masse” applicata al business: «Ero capace di manipolare le situazioni a mio vantaggio». L’intervistatrice evoca il Tavistock Institute, il controllo mentale, progetti Cia come l’Mk-Ultra. Bernard annuisce: «Sì, esattamente, ma questo fa parte del mio lavoro». E spiega: «Quando fate transazioni, dovete anche manipolare i media; dovete manipolare molte cose, perché niente può essere lasciato al caso. Tutto è falsato. Ci si abitua a vedere la gente come un gregge di pecore. Usate qualche cane da pastore per mandarle dove volete voi. E francamente, vedo che questo continua dappertutto. La gente non capisce di essere manipolata, è completamente assorbita in un meccanismo di sopravvivenza – e questo è programmato. E scoprite com’è facile, manipolare le masse in una direzione, quando a tirare i fili siete voi».
Puro cinismo, nel super-vertice evocato dal “pentito” Bernard: in quei circoli esclusivi, dice, «noi le persone le mastichiamo: sono solo un prodotto, spazzatura». E così tutto il resto: «La natura, il pianeta, tutto può bruciare, tutto per noi può essere distrutto: sono solo parassiti inutili. Servono solo a farci crescere, a farci raggiungere i nostri obiettivi». I super-malvagi, secondo Bernard, agiscono per odio puro, in purezza ascetica e fanatica: odio per il genere umano, la natura, la “creazione”. Devastazioni orrende, a ogni livello – dal “sacrificio” di minori a quello, economico, di interi popoli – compiute come fossero “offerte votive” per la contro-divinità a cui questa oligarchia sarebbe devota. «Sono pochi quelli che non sottovalutano la gravità di tutto questo», insiste Bernard. «Perché questa è una forza annientatrice, che odia l’umanità. Odia la creazione, odia la vita. E farà di tutto per distruggerci completamente. E il loro modo per farlo è dividere l’umanità: “divide et impera” è la loro verità». Bernard denuncia il largo impiego dei servizi segreti, per produrre terrorismo e guerre allo scopo di «creare una quantità di sofferenza e miseria in questo mondo».
Traffico di droga, di armi e anche di esseri umani: sono metodi, dice ancora Bernard, attraverso i quali si implementano i fondi neri delle strutture di intelligence incaricate di organizzare “l’inferno in Terra”. Dice: «L’intero mondo che crediamo di conoscere è una illusione». Quello che «ci vien fatto credere», aggiunge, è integralmente falso. Lui sostiene di averlo scoperto grazie al tiopo di lavoro che ha svolto. «Tutto è finanziato», insiste, alludendo per esempio all’Isis. «C’è tutto un mondo invisibile», dice Bernard, che ammette di aver da poco “scoperto” i Protocolli dei Savi di Sion, storico falso documentale, fabbricato per alimentare l’antisemitismo. Un capolavoro di manipolazione, fabbricato in Russia dall’Okhrana, la polizia segreta zarista, e pubblicato nel 1903. Dopo oltre un secolo, Ronald Bernard lo trova interessante: «Se lo studi e lo capisci, è come leggere il giornale della vita quotidiana». Ma, a parte le anticaglie del razzismo europeo pre-hitleriano, il finanziere olandese che denuncia i “riti satanici” dell’élite, col “sacrificio dei bambini”, appare sinceramente scosso e allarmato: «La gente non si difende, non si oppone. Non capisce cos’è davvero la realtà». Ancora, cita il Satana della Bibbia, ormai demistificato dall’esegesi: nell’Antico Testamento, il “satàn” era un ruolo sociale, quello dell’oppositore giudiziale, nel caso di controversie. Questo però non toglie che, ai piani alti del potere, si possa credere che esista davvero, il “principe del male”: cui magari “sacrificare” innocenti?
Visto che ho l’abitudine di ascoltare i miei interlocutori, nella vita di tutti i giorni, in questa fase mi capita di ascoltare in modo accentuato il tormentone “del lamento della rana bollita”.
Questo abbraccia tutti i settori della vita pubblica e sociale dei tricolori. Garantisco, non c’è un settore escluso.
Tanto, che nell’ultima settimana sto ponendo a tutti la stessa domanda, che pongo naturalmente anche a voi:
“MA COSA AVETE COMBINATO IN PRECEDENZA PER FINIRE ALL’INFERNO. IN QUESTO INFERNO???”
Basta leggere anche questo articolo di LIBRE di ieri.
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“Élite satanista, mi han coinvolto nel ’sacrificio’ di bambini”
Scritto il 02/5/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Sacrifici umani – vittime, i bambini – per poi ricattare a vita i partecipanti, membri della super-élite finanziaria internazionale. E’ il contenuto della scioccante video-intervista realizzata dalla giornalista olandese Irma Schiffers per il network indipendente “De Vrije Media Tv”. Nel filmato, pubblicato su YouTube, a vuotare il sacco è un uomo dall’aspetto giovanile, il connazionale Ronald Bernard, esperto in “psicologia della finanza”, settore che si occupa della “persuasione del cliente”. Decisamente scosso, Bernard, quando rievoca l’esperienza che sostiene di aver vissuto: si sarebbe rifiutato, all’ultimo istante, di abusare di minori, durante riti “satanici” organizzati da esponenti, insospettabili, del massimo potere. Gli occhi gli si riempiono di lacrime. «Bambini…», dice, a mezza voce. Sembra sconvolto, al ricordo. «Ti è stato chiesto di farlo?», gli domanda l’intervistatrice. «Sì, ma io non ho potuto». S’interrompe, non riesce quasi più a parlare. Poi si riprende: la sua coscienza, dice, si è come «scongelata», e allora ha detto di no. «Quando si entra così profondamente in queste cerchie – racconta – ti fanno firmare un contratto a vita: non devi divulgare i nomi delle imprese, delle organizzazioni o delle persone. Penso sia per questo che sono ancora in vita», sostiene Bernard, che infatti si guarda bene dal fare nomi.
La sua lunghissima intervista, sottotitolata in francese e tradotta in italiano sul blog di Maurizo Blondet, illumina retroscena allucinanti come quelli esplorati dal romanzo “Nel nome di Ishmael”, per il quale l’autore – Giuseppe Genna – ricevette complimenti da Francesco Cossiga, che al telefono gli disse: «Bravo, Genna. Vedo che ha capito come funziona, quel sistema». La trama del romanzo “svela” un’organizzazione segreta, Ishmael, dietro cui si celano i vertici del potere planetario: economia, finanza, politica, militari, servizi segreti. Il loro “metodo”? Assassinare leader scomodi, facendo precedere l’attentato dal sistematico ritrovamento del cadavere di un bambino, a volte anche neonato, orribilmente abusato e “sacrificato”. «La maggior parte di quelle persone – dice oggi l’olandese Bernard – aderisce a una religione speciale», che lui chiama “luciferina”. Nel 2016, fece scalpore – in Svizzera – la sconcertante performance “artistica”, musicale e multimediale, messa in scena per l’inaugurazione del traforo ferroviario del Gottardo: una coreografia spettacolare, con decine di figuranti dall’aspetto sub-umano, ridotti a schiavi, in adorazione di un dio-caprone. Il tutto, sotto lo sguardo impassibile delle massime autorità europee.
«Io ero in contatto con questi circoli, queste reti», racconta Bernard alla Schiffers. «Per me non erano che clienti», spiega. «Quindi ho frequentato dei posti chiamati “Chiesa di Satana”», ma solo «come visitatore: un invitato, lasciato in disparte». E quelli? «Facevano le loro “sante messe” con donne nude e alcolici». All’epoca, continua l’olandese, «tutto questo semplicemente mi ha divertito». Niente di serio, insomma. Ma poi, un giorno, Bernard racconta di esser stato «invitato, all’estero, a partecipare a dei sacrifici». E qui l’uomo comincia a crollare: parla di bambini, dichiara di esserne rimasto sconvolto. Fra interruzioni, imbarazzi e commozione, lascia capire di essersi rifiutato di partecipare a qualcosa di abominevole. «Dopo questo, ho cominciato lentamente a crollare». Eppure, dice, quello era il mondo nel quale si era trovato: «Così ho iniziato a rifiutare incarichi professionali: non potevo più eseguirli». Il suo rifiuto, dice, l’ha messo in pericolo: «Questo ha fatto di me una minaccia – per loro, ovviamente. Non riuscivo più a funzionare in modo ottimale, vacillavo, rifiutavo alcuni compiti. Non avevo partecipato…».
Lo scopo di quei riti tenebrosi? «E’ di tenere tutti in pugno, col ricatto. Devi poter essere soggetto al ricatto. E lo fanno attraverso i bambini. Questo mi ha sconvolto», scandisce Ronald Bernard, tra le lacrime. «Purtroppo – aggiunge – la verità è che ciò avviene nel mondo intero, e da migliaia di anni». Il finanziere olandese cita la Bibbia e parla di Satana, aggiungendo di aver studiato teologia «per dare un senso a tutto questo», dopo esser stato un “numero uno” in tutt’altro campo, quello della “psicologia delle masse” applicata al business: «Ero capace di manipolare le situazioni a mio vantaggio». L’intervistatrice evoca il Tavistock Institute, il controllo mentale, progetti Cia come l’Mk-Ultra. Bernard annuisce: «Sì, esattamente, ma questo fa parte del mio lavoro». E spiega: «Quando fate transazioni, dovete anche manipolare i media; dovete manipolare molte cose, perché niente può essere lasciato al caso. Tutto è falsato. Ci si abitua a vedere la gente come un gregge di pecore. Usate qualche cane da pastore per mandarle dove volete voi. E francamente, vedo che questo continua dappertutto. La gente non capisce di essere manipolata, è completamente assorbita in un meccanismo di sopravvivenza – e questo è programmato. E scoprite com’è facile, manipolare le masse in una direzione, quando a tirare i fili siete voi».
Puro cinismo, nel super-vertice evocato dal “pentito” Bernard: in quei circoli esclusivi, dice, «noi le persone le mastichiamo: sono solo un prodotto, spazzatura». E così tutto il resto: «La natura, il pianeta, tutto può bruciare, tutto per noi può essere distrutto: sono solo parassiti inutili. Servono solo a farci crescere, a farci raggiungere i nostri obiettivi». I super-malvagi, secondo Bernard, agiscono per odio puro, in purezza ascetica e fanatica: odio per il genere umano, la natura, la “creazione”. Devastazioni orrende, a ogni livello – dal “sacrificio” di minori a quello, economico, di interi popoli – compiute come fossero “offerte votive” per la contro-divinità a cui questa oligarchia sarebbe devota. «Sono pochi quelli che non sottovalutano la gravità di tutto questo», insiste Bernard. «Perché questa è una forza annientatrice, che odia l’umanità. Odia la creazione, odia la vita. E farà di tutto per distruggerci completamente. E il loro modo per farlo è dividere l’umanità: “divide et impera” è la loro verità». Bernard denuncia il largo impiego dei servizi segreti, per produrre terrorismo e guerre allo scopo di «creare una quantità di sofferenza e miseria in questo mondo».
Traffico di droga, di armi e anche di esseri umani: sono metodi, dice ancora Bernard, attraverso i quali si implementano i fondi neri delle strutture di intelligence incaricate di organizzare “l’inferno in Terra”. Dice: «L’intero mondo che crediamo di conoscere è una illusione». Quello che «ci vien fatto credere», aggiunge, è integralmente falso. Lui sostiene di averlo scoperto grazie al tiopo di lavoro che ha svolto. «Tutto è finanziato», insiste, alludendo per esempio all’Isis. «C’è tutto un mondo invisibile», dice Bernard, che ammette di aver da poco “scoperto” i Protocolli dei Savi di Sion, storico falso documentale, fabbricato per alimentare l’antisemitismo. Un capolavoro di manipolazione, fabbricato in Russia dall’Okhrana, la polizia segreta zarista, e pubblicato nel 1903. Dopo oltre un secolo, Ronald Bernard lo trova interessante: «Se lo studi e lo capisci, è come leggere il giornale della vita quotidiana». Ma, a parte le anticaglie del razzismo europeo pre-hitleriano, il finanziere olandese che denuncia i “riti satanici” dell’élite, col “sacrificio dei bambini”, appare sinceramente scosso e allarmato: «La gente non si difende, non si oppone. Non capisce cos’è davvero la realtà». Ancora, cita il Satana della Bibbia, ormai demistificato dall’esegesi: nell’Antico Testamento, il “satàn” era un ruolo sociale, quello dell’oppositore giudiziale, nel caso di controversie. Questo però non toglie che, ai piani alti del potere, si possa credere che esista davvero, il “principe del male”: cui magari “sacrificare” innocenti?
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IlFattoQuotidiano.it / Mondo
Pirateria informatica, Europol: “Attacco hacker senza precedenti? Serve indagine”. Renault blocca fabbriche in Francia
Mondo
L'azione illegale via web di ieri ha colpito soprattutto i pc degli ospedali inglesi e diverse imprese in tutto il mondo. Il ministero dell'Interno russo, la società ferroviaria statale e la Banca centrale russa hanno reso noto di essere stato oggetto dell'attacco cibernetico. Bbc online: sono 99 i Paesi interessati. Avast: "Circa 75mila casi di siti infettati". Cyber Intuition: "E' italiana la tecnologia che sta neutralizzando il cyberattacco"
di F. Q. | 13 maggio 2017
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Più informazioni su: Bitcoin, Cybersicurezza, Europol, Pirateria Online, Renault
Non si era mai visto un atto di pirateria informatica di questa entità ed esteso in tutto il mondo, “occorre un’indagine internazionale”. A scriverlo è l’Europol su Twitter e si riferisce all’azione illegale commessa su vastissima scala nella giornata di ieri, soprattutto contro i pc degli ospedali pubblici del Regno Unito ma anche contro i terminali di diverse imprese con sede in Europa, Russia, Stati Uniti e Cina. La società di sicurezza informatica Avast parla di circa 75mila casi di siti infettati in tutto il mondo da ‘WannaCry‘, come è stata chiamata l’azione di pirateria. Per la Bbc online sono 99 i Paesi colpiti, sottolineando che ad essere maggiormente “aggredito” è il sistema nazionale britannico della Sanità. Per evitare la propagazione del virus informatico il primo costruttore automobilistico di Francia, Renault, è stato costretto a fermare alcuni impianti di produzione in Francia. Fra questi, secondo quanto si apprende, la fabbrica di Sandouville, in Normandia, che riaprirà lunedì. Renault è la prima industria francese ad ammettere di essere stata bersaglio degli sconosciuti hacker. Il Centro europeo di Cybercrime, EC3, un’unità di Europol, sta lavorando “a stretto contatto” con le unità equivalenti dei Paesi membri attaccati e con “partner chiave nell’industria, per mitigare la minaccia e assistere le vittime”. E’ quanto fa sapere la stessa Europol. L’attacco recente, “senza precedenti”, richiederà “una complessa indagine internazionale per identificare i colpevoli”, nella quale un ruolo di primo piano sarà giocato dalla Joint Cybercrime Action Taskforce (JCAT): un’unità speciale dell’EC3, composta da un gruppo di cyber investigatori specialisti internazionali, ed è pensata appositamente per assistere in indagini di questo tipo.
Ieri sera anche il ministero dell’Interno russo ha reso noto di essere stato oggetto di cyberattacco. La portavoce del ministero dell’Interno russo, Irina Volk, citata dalle agenzie di stampa locali, ha precisato che gli attacchi hanno colpito circa mille computer, ma che i server del ministero sono rimasti indenni. Volk ha aggiunto che gli esperti del ministero stanno lavorando per riprendere in mano la situazione e aggiornare le procedura di sicurezza. Sempre in Russia hanno subito l’attacco cibernetico anche la società ferroviaria statale (RZhD) e la Banca centrale russa. Intanto secondo le rilevazioni delle due compagnie della sicurezza Kaspersky Lab e Avast “la più colpita è la Russia”. E’ intervenuto su quanto è successo il 12 maggio il ministro dell’Interno britannico, Amber Rudd. Secondo quanto riporta il Guardian le autorità della Gran Bretagna non sanno ancora quale sia il luogo d’origine della maxi azione di pirateria web. Anche l’India è stata colpita dal massiccio cyberattacco che ha preso di mira organizzazioni, società ed enti a livello globale. Le autorità locali fanno sapere che sono stati colpiti “il 25% dei computer della polizia, che usavano perlopiù il sistema operativo Windows“.
“E’ italiana la tecnologia che sta neutralizzando il cyberattacco” – “E’ un nostro strumento tecnologico ad essere utilizzato contro l’azione del ransomware mondiale in corso “Wannacry”, dichiara l’amministratore delegato dott.ssa Stefania Ranzato della Cyber Intuition. La tecnologia made in Italy, si chiama Raptor, sviluppato nei laboratori della Cyber Intuition, il primo software anti-ransomware creato per contrastare anche le più recenti evoluzioni dei malware. Il malware diffuso a livello globale ha messo in ginocchio, strutture sanitarie pubbliche inglesi fino ai server della società spagnola Telefonica, con una schermata che dice “I tuoi dati saranno perduti per sempre se non paghi un riscatto di 300 dollari“. L’azienda italiana, che ha già messo in sicurezza enti governativi, società pubbliche di innovation technology, piccole-medie imprese e multinazionali italiane ed estere con una task force di intelligence, capace di fronteggiare la cyber criminalità organizzata. La tecnologia italiana ha così anticipato paesi come la Cina, Russia, Israele e Stati Uniti che hanno da sempre il primato dell’innovazione tecnologica. La Cyber Intuition (www.cyberintuition.it) ha sviluppato così un sofisticato anti-ransomware, che è in grado di prevenire bloccando le intrusioni malevoli e segnalarne la minaccia prima che queste infettino il sistema e mettano a rischio dati sensibili.
di F. Q. | 13 maggio 2017
Pirateria informatica, Europol: “Attacco hacker senza precedenti? Serve indagine”. Renault blocca fabbriche in Francia
Mondo
L'azione illegale via web di ieri ha colpito soprattutto i pc degli ospedali inglesi e diverse imprese in tutto il mondo. Il ministero dell'Interno russo, la società ferroviaria statale e la Banca centrale russa hanno reso noto di essere stato oggetto dell'attacco cibernetico. Bbc online: sono 99 i Paesi interessati. Avast: "Circa 75mila casi di siti infettati". Cyber Intuition: "E' italiana la tecnologia che sta neutralizzando il cyberattacco"
di F. Q. | 13 maggio 2017
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Più informazioni su: Bitcoin, Cybersicurezza, Europol, Pirateria Online, Renault
Non si era mai visto un atto di pirateria informatica di questa entità ed esteso in tutto il mondo, “occorre un’indagine internazionale”. A scriverlo è l’Europol su Twitter e si riferisce all’azione illegale commessa su vastissima scala nella giornata di ieri, soprattutto contro i pc degli ospedali pubblici del Regno Unito ma anche contro i terminali di diverse imprese con sede in Europa, Russia, Stati Uniti e Cina. La società di sicurezza informatica Avast parla di circa 75mila casi di siti infettati in tutto il mondo da ‘WannaCry‘, come è stata chiamata l’azione di pirateria. Per la Bbc online sono 99 i Paesi colpiti, sottolineando che ad essere maggiormente “aggredito” è il sistema nazionale britannico della Sanità. Per evitare la propagazione del virus informatico il primo costruttore automobilistico di Francia, Renault, è stato costretto a fermare alcuni impianti di produzione in Francia. Fra questi, secondo quanto si apprende, la fabbrica di Sandouville, in Normandia, che riaprirà lunedì. Renault è la prima industria francese ad ammettere di essere stata bersaglio degli sconosciuti hacker. Il Centro europeo di Cybercrime, EC3, un’unità di Europol, sta lavorando “a stretto contatto” con le unità equivalenti dei Paesi membri attaccati e con “partner chiave nell’industria, per mitigare la minaccia e assistere le vittime”. E’ quanto fa sapere la stessa Europol. L’attacco recente, “senza precedenti”, richiederà “una complessa indagine internazionale per identificare i colpevoli”, nella quale un ruolo di primo piano sarà giocato dalla Joint Cybercrime Action Taskforce (JCAT): un’unità speciale dell’EC3, composta da un gruppo di cyber investigatori specialisti internazionali, ed è pensata appositamente per assistere in indagini di questo tipo.
Ieri sera anche il ministero dell’Interno russo ha reso noto di essere stato oggetto di cyberattacco. La portavoce del ministero dell’Interno russo, Irina Volk, citata dalle agenzie di stampa locali, ha precisato che gli attacchi hanno colpito circa mille computer, ma che i server del ministero sono rimasti indenni. Volk ha aggiunto che gli esperti del ministero stanno lavorando per riprendere in mano la situazione e aggiornare le procedura di sicurezza. Sempre in Russia hanno subito l’attacco cibernetico anche la società ferroviaria statale (RZhD) e la Banca centrale russa. Intanto secondo le rilevazioni delle due compagnie della sicurezza Kaspersky Lab e Avast “la più colpita è la Russia”. E’ intervenuto su quanto è successo il 12 maggio il ministro dell’Interno britannico, Amber Rudd. Secondo quanto riporta il Guardian le autorità della Gran Bretagna non sanno ancora quale sia il luogo d’origine della maxi azione di pirateria web. Anche l’India è stata colpita dal massiccio cyberattacco che ha preso di mira organizzazioni, società ed enti a livello globale. Le autorità locali fanno sapere che sono stati colpiti “il 25% dei computer della polizia, che usavano perlopiù il sistema operativo Windows“.
“E’ italiana la tecnologia che sta neutralizzando il cyberattacco” – “E’ un nostro strumento tecnologico ad essere utilizzato contro l’azione del ransomware mondiale in corso “Wannacry”, dichiara l’amministratore delegato dott.ssa Stefania Ranzato della Cyber Intuition. La tecnologia made in Italy, si chiama Raptor, sviluppato nei laboratori della Cyber Intuition, il primo software anti-ransomware creato per contrastare anche le più recenti evoluzioni dei malware. Il malware diffuso a livello globale ha messo in ginocchio, strutture sanitarie pubbliche inglesi fino ai server della società spagnola Telefonica, con una schermata che dice “I tuoi dati saranno perduti per sempre se non paghi un riscatto di 300 dollari“. L’azienda italiana, che ha già messo in sicurezza enti governativi, società pubbliche di innovation technology, piccole-medie imprese e multinazionali italiane ed estere con una task force di intelligence, capace di fronteggiare la cyber criminalità organizzata. La tecnologia italiana ha così anticipato paesi come la Cina, Russia, Israele e Stati Uniti che hanno da sempre il primato dell’innovazione tecnologica. La Cyber Intuition (www.cyberintuition.it) ha sviluppato così un sofisticato anti-ransomware, che è in grado di prevenire bloccando le intrusioni malevoli e segnalarne la minaccia prima che queste infettino il sistema e mettano a rischio dati sensibili.
di F. Q. | 13 maggio 2017
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Re: News dal mondo
Attacco hacker globale, colpiti 99 Paesi: "Offensiva senza precedenti"
L'attacco hacker globale ha colpito 99 Paesi: la Renault è stata costretta a fermare la produzione, il sistema sanitario inglese è nel caos. L'Europol: "offensiva di dimensioni senza precedenti"
Ginevra Spina - Sab, 13/05/2017 - 14:16
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Continua a mietere vittime l'attacco hacker globale che ha già colpito 99 Paesi: colpiti anche la casa automobilistica Renault, le ferrovie tedesche e gli ospedali e i centri sanitari inglesi.
Si tratta di un'offensiva "di dimensioni senza precedenti", afferma l'Europol in una nota, sottolineando che "sarà necessaria una complessa investigazione internazionale per identificare i responsabili".
Chi è il 22enne che ha fermato il virus
Raptor, tecnologia italiana contro attacco hacker
Attacco hacker mondiale: in tilt ospedali e università
Il software e la password che blocca il pc
Italia colabrodo nella cyber-sicurezza
L'agenzia europea ha già avviato contatti con i Paesi e le società colpite dal virus informatico diffuso dai pirati.
"Siamo stati colpiti - ha riferito oggi una portavoce di Renault, spiegando che da ieri i tecnici sono al lavoro per cercare una soluzione - Stiamo facendo il necessario per reagire a questo attacco". La casa automobilistica ha anche dovuto fermare la produzione nei suoi stabilimenti in Francia a causa dell'attacco hacker che ha infettato i computer della casa automobilistica.
Anche il sistema informatico delle ferrovie tedesche è stato colpito dall'attacco globale lanciato ieri da misteriosi hacker. Lo ha reso noto oggi la società Deutsche Bahn (DB), specificando che ci sono stati "problemi nel sistema" in diversi ambiti, alterazioni nel pannelli informativi collocati nelle stazioni e in altri strumenti di informazione ai passeggeri, ma non si è prodotta alcuna alterazione nella circolazione dei treni. DB ha sottolineato che si lavora "senza sosta" per rimediare ai problemi causati dal virus informatico.
"Non pagate il riscatto"
Il ministro dell'Interno britannico, Amber Rudd, ha reso noto che il governo ha raccomandato agli ospedali e ai centri sanitari colpiti dal massiccio attacco hacker di "non pagare" il riscatto chiesto dal software per recuperare i dati. "Il nostro consiglio è chiaro, non pagare", ha detto alla Bbc la ministra Tory, ricordando che le strutture sanitarie che conservano dati clinici dei loro pazienti devono tenere aggiornati i loro sistemi informatici per "non cadere nella trappola" di un attacco hacker.
Rudd ha spiegato che almeno 45 strutture locali del sistema sanitario britannico - tra cui ospedali, servizi di ambulanze, centri di salute mentali- sono stati interessati venerdì dal virus che chiedeva il pagamento del riscatto per poter accedere ai computer. "Finora tutto quello che abbiamo visto è che i pazienti hanno subito inconvenienti e alcuni ospedali e alcuni dottori sono stati costretti a cambiare la loro agenda della giornata". Migliaia di operazioni sono state annullate, i servizi sono stati sospesi, le ambulanze dirottate verso indirizzi sbagliati.
Il ministro ha aggiunto che il virus in questione "funziona particolarmente bene con sistemi interconnessi, per questo è probabile che abbia coinvolto grandi organizzazioni, più che individui". Rudd ha assicurato che "non sono state trasferite informazioni sui pazienti in nessun momento", ma ha aggiunto che l'accaduto deve servire ai gestori dei sistemi informatici della sanità pubblica perchè "imparino" la lezione e tengano aggiornato il software con cui lavorano.
Secondo un articolo pubblicato lo scorso mercoledì dalla rivista British Medical Journal, il 90% dei computer del sistema sanitario britannico utilizza il sistema operativo Windows XP, lanciato da Microsfot nel 2001. "Windows XP non è la migliore piattaforma per tenere al sicuro le tue informazioni, rispetto ad altre più moderne", ha detto il ministro.
Dietro all'attacco hacker
Potrebbe essere stato un gruppo di hacker con collegamenti con la Russia il "motore" all'origine dello spettacolare attacco hacker che venerdì ha violato la sicurezza informatica dei computer di mezzo mondo. Un gruppo che rubò il virus agli 007 americani all'indomani del raid aereo statunitense in Siria, forse come rappresaglia per il bombardamento ordinato dal presidente Donald Trump nella base aerea siriana.
È quanto scrive il quotidiano britannico Telegraph: ad aprile, la misteriosa organizzazione criminale, Shadow Brokers, rese noto di aver rubato un'arma digitale" da un'agenzia di spionaggio americana, un'arma che dava un accesso senza precedenti a tutti i computer che usano Microsoft Windows, il sistema operativo più diffuso al mondo. Eternal Blue, il tool rubato da Shadow Brokers, era stato messo a punto dalla National Security Agency (Nsa), la potente unità di intelligence militare americana, che lo aveva voluto per introfularsi nei computer di terroristi e Stato nemici.
Ma proprio quello strumento inaspettatamente gli fu rubato. I pirati scaricarono il virus su un oscuro sito web il 14 aprile, appena una settimana dopo che Trump aveva ordinato il bombardamento della base siriana, da cui erano partiti i raid con l'attacco chimico nella provincia di Idlib. Ebbene, secondo gli esperti, questa tempistica è significativa e indica che Shadow Brokers ha legami con il governo russo.
L'8 aprile, un giorno dopo l'attacco, con un nglese stentato Shadow Brokers aveva messo in guardia il presidente Trump. "Che c.....stai facendo? Shadow Brokers ha votato per te, ti sostiene. Shadow Brokers ha perso fiducia in te. Mr Trump sta aiutando Shadow Brokers, aiutandoti. Ora sembra che tu stia abbandonando la tua base, il movimento, la gente che ti ha eletto".
Eternal Blue, una volta scaricato da Shadow Brokers, è entrato in possesso di qualcuno che lo ha utilizzato per guadagnare l'accesso remoto ai computer di mezzo mondo. Gli Usa non hanno mai confermato che gli strumenti utilizzati da Shadow Brokers appartenessero all'Nsa o ad altre agenzie di intelligence americane; ma ex agenti hanno confermato che ha tutte le caratteristiche di quelli messi a punto dall'unità dell'Nsa, che si infiltra nelle reti di computer all'estero, l'unità dedicata alle "Tailored Access Operations", alle operazioni mirate.
L'attacco hacker globale ha colpito 99 Paesi: la Renault è stata costretta a fermare la produzione, il sistema sanitario inglese è nel caos. L'Europol: "offensiva di dimensioni senza precedenti"
Ginevra Spina - Sab, 13/05/2017 - 14:16
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Continua a mietere vittime l'attacco hacker globale che ha già colpito 99 Paesi: colpiti anche la casa automobilistica Renault, le ferrovie tedesche e gli ospedali e i centri sanitari inglesi.
Si tratta di un'offensiva "di dimensioni senza precedenti", afferma l'Europol in una nota, sottolineando che "sarà necessaria una complessa investigazione internazionale per identificare i responsabili".
Chi è il 22enne che ha fermato il virus
Raptor, tecnologia italiana contro attacco hacker
Attacco hacker mondiale: in tilt ospedali e università
Il software e la password che blocca il pc
Italia colabrodo nella cyber-sicurezza
L'agenzia europea ha già avviato contatti con i Paesi e le società colpite dal virus informatico diffuso dai pirati.
"Siamo stati colpiti - ha riferito oggi una portavoce di Renault, spiegando che da ieri i tecnici sono al lavoro per cercare una soluzione - Stiamo facendo il necessario per reagire a questo attacco". La casa automobilistica ha anche dovuto fermare la produzione nei suoi stabilimenti in Francia a causa dell'attacco hacker che ha infettato i computer della casa automobilistica.
Anche il sistema informatico delle ferrovie tedesche è stato colpito dall'attacco globale lanciato ieri da misteriosi hacker. Lo ha reso noto oggi la società Deutsche Bahn (DB), specificando che ci sono stati "problemi nel sistema" in diversi ambiti, alterazioni nel pannelli informativi collocati nelle stazioni e in altri strumenti di informazione ai passeggeri, ma non si è prodotta alcuna alterazione nella circolazione dei treni. DB ha sottolineato che si lavora "senza sosta" per rimediare ai problemi causati dal virus informatico.
"Non pagate il riscatto"
Il ministro dell'Interno britannico, Amber Rudd, ha reso noto che il governo ha raccomandato agli ospedali e ai centri sanitari colpiti dal massiccio attacco hacker di "non pagare" il riscatto chiesto dal software per recuperare i dati. "Il nostro consiglio è chiaro, non pagare", ha detto alla Bbc la ministra Tory, ricordando che le strutture sanitarie che conservano dati clinici dei loro pazienti devono tenere aggiornati i loro sistemi informatici per "non cadere nella trappola" di un attacco hacker.
Rudd ha spiegato che almeno 45 strutture locali del sistema sanitario britannico - tra cui ospedali, servizi di ambulanze, centri di salute mentali- sono stati interessati venerdì dal virus che chiedeva il pagamento del riscatto per poter accedere ai computer. "Finora tutto quello che abbiamo visto è che i pazienti hanno subito inconvenienti e alcuni ospedali e alcuni dottori sono stati costretti a cambiare la loro agenda della giornata". Migliaia di operazioni sono state annullate, i servizi sono stati sospesi, le ambulanze dirottate verso indirizzi sbagliati.
Il ministro ha aggiunto che il virus in questione "funziona particolarmente bene con sistemi interconnessi, per questo è probabile che abbia coinvolto grandi organizzazioni, più che individui". Rudd ha assicurato che "non sono state trasferite informazioni sui pazienti in nessun momento", ma ha aggiunto che l'accaduto deve servire ai gestori dei sistemi informatici della sanità pubblica perchè "imparino" la lezione e tengano aggiornato il software con cui lavorano.
Secondo un articolo pubblicato lo scorso mercoledì dalla rivista British Medical Journal, il 90% dei computer del sistema sanitario britannico utilizza il sistema operativo Windows XP, lanciato da Microsfot nel 2001. "Windows XP non è la migliore piattaforma per tenere al sicuro le tue informazioni, rispetto ad altre più moderne", ha detto il ministro.
Dietro all'attacco hacker
Potrebbe essere stato un gruppo di hacker con collegamenti con la Russia il "motore" all'origine dello spettacolare attacco hacker che venerdì ha violato la sicurezza informatica dei computer di mezzo mondo. Un gruppo che rubò il virus agli 007 americani all'indomani del raid aereo statunitense in Siria, forse come rappresaglia per il bombardamento ordinato dal presidente Donald Trump nella base aerea siriana.
È quanto scrive il quotidiano britannico Telegraph: ad aprile, la misteriosa organizzazione criminale, Shadow Brokers, rese noto di aver rubato un'arma digitale" da un'agenzia di spionaggio americana, un'arma che dava un accesso senza precedenti a tutti i computer che usano Microsoft Windows, il sistema operativo più diffuso al mondo. Eternal Blue, il tool rubato da Shadow Brokers, era stato messo a punto dalla National Security Agency (Nsa), la potente unità di intelligence militare americana, che lo aveva voluto per introfularsi nei computer di terroristi e Stato nemici.
Ma proprio quello strumento inaspettatamente gli fu rubato. I pirati scaricarono il virus su un oscuro sito web il 14 aprile, appena una settimana dopo che Trump aveva ordinato il bombardamento della base siriana, da cui erano partiti i raid con l'attacco chimico nella provincia di Idlib. Ebbene, secondo gli esperti, questa tempistica è significativa e indica che Shadow Brokers ha legami con il governo russo.
L'8 aprile, un giorno dopo l'attacco, con un nglese stentato Shadow Brokers aveva messo in guardia il presidente Trump. "Che c.....stai facendo? Shadow Brokers ha votato per te, ti sostiene. Shadow Brokers ha perso fiducia in te. Mr Trump sta aiutando Shadow Brokers, aiutandoti. Ora sembra che tu stia abbandonando la tua base, il movimento, la gente che ti ha eletto".
Eternal Blue, una volta scaricato da Shadow Brokers, è entrato in possesso di qualcuno che lo ha utilizzato per guadagnare l'accesso remoto ai computer di mezzo mondo. Gli Usa non hanno mai confermato che gli strumenti utilizzati da Shadow Brokers appartenessero all'Nsa o ad altre agenzie di intelligence americane; ma ex agenti hanno confermato che ha tutte le caratteristiche di quelli messi a punto dall'unità dell'Nsa, che si infiltra nelle reti di computer all'estero, l'unità dedicata alle "Tailored Access Operations", alle operazioni mirate.
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Re: News dal mondo
Domenica 14 Maggio 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO |
WEB-RICATTO Il sistema sanitario inglese Nhs fra i più vulnerabili, e poi Renault in Francia
e Fedex negli Usa: ma pochi hanno pagato per riutilizzare il pc, per un massimo di 20 mila dollari
I pirati infettano 99 Paesi ma il bottino è da pivelli
» SABRINA PROVENZANI
Lo n d ra
L a mappa dell’attacco informatico che venerdì ha infettato migliaia di sistemi operativi Microsoft mostra focolai in tutto il mondo. Secondo la società di sicurezza informatica Avast, i Paesi contagiati dal malware Wannacrypt che ha paralizzato terminali, email e linee telefoniche di strutture pubbliche e private chiedendo 300 dollari ciascuno in bitcoin per sbloccarli, sarebbero 99, con una forte concentrazione in Europa e in Asia. L’infezione sembra essersi fermata ieri e ora gli esperti lavorano a ripristinare terminali infetti e attività sospese. Il più colpito è il Regno Unito, dove sono stati bloccati i servizi informatici di 48 delle 248 strutture del servizio sanitario pubblico in Inghilterra e Scozia: fin dal primo pomeriggio di venerdì sono inaccessibili servizi essenziali come pronto soccorso e radiologia d’urgenza, mentre sono state cancellate migliaia di operazioni e procedure mediche prenotate da mesi. IL MINISTRO dell’Interno Amber Rudd ha dichiarato nel pomeriggio di ieri che 42 dei centri colpiti sarebbero tornati alla normalità, ma ha dovuto ammettere che non c’è la sicurezza che i tutti i dati, fra cui cartelle cliniche, informazioni personali, numeri di assicurazione possano essere recuperati. In ogni caso la Direzione Digitale de ll ’Nhs, il sistema sanitario inglese, prevede che il ritorno alla piena funzionalità, anche solo per motivi precauzionali, richiederà ancora diversi giorni di verifiche. Ed è già polemica politica sul fatto che sistemi informatici così cruciali e interconnessi non fossero sufficientemente protetti da un attacco prevedibile, che si poteva impedire con un semplice aggiornamento del software: i partiti di opposizione puntano il dito sui tagli di fondi all’Nhs. Secondo il primo ministro Theresa May non risulta alcun furto di dati sensibili. Infettata anche la fabbrica della Nissan a Sunderland, che ha dovuto sospendere la produzione. In Francia la Renault ha bloccato diversi stabilimenti, mentre in Germania il virus ha creato problemi al sistema informatico delle Ferrovie, senza però provocare grosse conseguenze sulla circolazione dei treni. In Spagna l’infezione ha penetrato la rete di una decina di grandi società, fra cui il gigante delle comunicazioni Telefonica, con centinaia di terminali colpiti. Ma secondo la responsabile della sicurezza informatica, la propagazione del virus è ora sotto controllo. NEGLI STATI UNITI la vittima più illustre è la compagnia di consegne Fedex, dove il virus è penetrato dallo snodo di Memphis, provocando ritardi sul lavoro. Il Dipartimento di Sicurezza ha ammesso di aver ricevuto molte segnalazioni da organizzazioni contagiate. “Consigliamo a tutti di non pagare il riscatto, anche perché il pagamento non garantisce il recupero dei dati”. Raggiunta anche la Russia: circa mille i computer infettati al ministero dell’Interno, scrive l’agenzia Interfax, mentre la Banca centrale riferisce di diversi istituti finanziari bloccati. Sul fronte delle indagini, c’è una chiamata alle armi collettiva per tutti gli esperti di crimini informatici. “Europol supporta i Paesi colpiti. È un’offensiva a un livello senza precedenti e richiede un’inchiesta internazionale” è il messaggio dell’account twitter dell’Agenzia di Polizia Europea. Intervistato dalla Bbc, Brian Lord, uno dei massimi esperti inglesi di sicurezza internazionale, ha parlato di un salto di qualità del crimine organizzato informatico, che colpendo l’Nhs avrebbe dimostrato una impressionante capacità operativa. Altri esperti sembrano scettici sull’e s i s t en z a di un piano coordinato, ma a preoccupare è comunque il rapporto fra la semplicità del malware e la portata del suo impatto: l’entità del bottino potrebbe arrivare a un miliardo di dollari, per il momento i pirati informatici ne avrebbero intascati solo 20 mila.
© RIPRODUZIONE RISERVA
WEB-RICATTO Il sistema sanitario inglese Nhs fra i più vulnerabili, e poi Renault in Francia
e Fedex negli Usa: ma pochi hanno pagato per riutilizzare il pc, per un massimo di 20 mila dollari
I pirati infettano 99 Paesi ma il bottino è da pivelli
» SABRINA PROVENZANI
Lo n d ra
L a mappa dell’attacco informatico che venerdì ha infettato migliaia di sistemi operativi Microsoft mostra focolai in tutto il mondo. Secondo la società di sicurezza informatica Avast, i Paesi contagiati dal malware Wannacrypt che ha paralizzato terminali, email e linee telefoniche di strutture pubbliche e private chiedendo 300 dollari ciascuno in bitcoin per sbloccarli, sarebbero 99, con una forte concentrazione in Europa e in Asia. L’infezione sembra essersi fermata ieri e ora gli esperti lavorano a ripristinare terminali infetti e attività sospese. Il più colpito è il Regno Unito, dove sono stati bloccati i servizi informatici di 48 delle 248 strutture del servizio sanitario pubblico in Inghilterra e Scozia: fin dal primo pomeriggio di venerdì sono inaccessibili servizi essenziali come pronto soccorso e radiologia d’urgenza, mentre sono state cancellate migliaia di operazioni e procedure mediche prenotate da mesi. IL MINISTRO dell’Interno Amber Rudd ha dichiarato nel pomeriggio di ieri che 42 dei centri colpiti sarebbero tornati alla normalità, ma ha dovuto ammettere che non c’è la sicurezza che i tutti i dati, fra cui cartelle cliniche, informazioni personali, numeri di assicurazione possano essere recuperati. In ogni caso la Direzione Digitale de ll ’Nhs, il sistema sanitario inglese, prevede che il ritorno alla piena funzionalità, anche solo per motivi precauzionali, richiederà ancora diversi giorni di verifiche. Ed è già polemica politica sul fatto che sistemi informatici così cruciali e interconnessi non fossero sufficientemente protetti da un attacco prevedibile, che si poteva impedire con un semplice aggiornamento del software: i partiti di opposizione puntano il dito sui tagli di fondi all’Nhs. Secondo il primo ministro Theresa May non risulta alcun furto di dati sensibili. Infettata anche la fabbrica della Nissan a Sunderland, che ha dovuto sospendere la produzione. In Francia la Renault ha bloccato diversi stabilimenti, mentre in Germania il virus ha creato problemi al sistema informatico delle Ferrovie, senza però provocare grosse conseguenze sulla circolazione dei treni. In Spagna l’infezione ha penetrato la rete di una decina di grandi società, fra cui il gigante delle comunicazioni Telefonica, con centinaia di terminali colpiti. Ma secondo la responsabile della sicurezza informatica, la propagazione del virus è ora sotto controllo. NEGLI STATI UNITI la vittima più illustre è la compagnia di consegne Fedex, dove il virus è penetrato dallo snodo di Memphis, provocando ritardi sul lavoro. Il Dipartimento di Sicurezza ha ammesso di aver ricevuto molte segnalazioni da organizzazioni contagiate. “Consigliamo a tutti di non pagare il riscatto, anche perché il pagamento non garantisce il recupero dei dati”. Raggiunta anche la Russia: circa mille i computer infettati al ministero dell’Interno, scrive l’agenzia Interfax, mentre la Banca centrale riferisce di diversi istituti finanziari bloccati. Sul fronte delle indagini, c’è una chiamata alle armi collettiva per tutti gli esperti di crimini informatici. “Europol supporta i Paesi colpiti. È un’offensiva a un livello senza precedenti e richiede un’inchiesta internazionale” è il messaggio dell’account twitter dell’Agenzia di Polizia Europea. Intervistato dalla Bbc, Brian Lord, uno dei massimi esperti inglesi di sicurezza internazionale, ha parlato di un salto di qualità del crimine organizzato informatico, che colpendo l’Nhs avrebbe dimostrato una impressionante capacità operativa. Altri esperti sembrano scettici sull’e s i s t en z a di un piano coordinato, ma a preoccupare è comunque il rapporto fra la semplicità del malware e la portata del suo impatto: l’entità del bottino potrebbe arrivare a un miliardo di dollari, per il momento i pirati informatici ne avrebbero intascati solo 20 mila.
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Re: News dal mondo
IL PERSONAGGIO Detective da tastiera Ha indirizzato il “baco” su un server interrompendone la diffusione
“Io, da cacciatore di malware a eroe per caso”
Eroe per caso lo definisce il G ua r d i a n .È l’e s pe r t o in cybersecurity: ha 22 anni, vive con in genitori nel sud-ovest dell’Inghilterra e lavora per Kryptos logic; accidentalmente, ha rallentato la propagazione di Wannacry). Di lui non si conosce ancora l’i d e n t ità reale, ma ieri alle 14 il suo account twitter p er so na le @ Ma l wa r eT echBlog aveva t ot al iz za to quasi 30 mila follower e il suo blog era talmente preso d’assalto che ha dovuto scrivere: “Ok, il mio server non ce la fa a reggere tutto questo traffico, datemi un po’di respiro”. Come ha fatto a bloc care la diffusione del “b aco”? Lo spiega proprio sul blog in un articolo dal titolo “Come bloccare accidentalmente un attacco informatico globale”. “Finalmente trovo il tempo di scrivere la mia ricostruzione dei fatti di venerdì scorso, che poi era il quinto giorno della mia settimana di vacanza”. Alle 10 si sveglia ed entra su una piattaforma inglese online dedicata alle minacce informatiche, il suo pane quotidiano. Non c’è niente di eccitante, quindi va a pranzo con un amico. Quando torna al suo computer, verso le 2.30, l’attacco è in pieno svolgimento e gli è subito chiaro che l’impatto è considerevole. Con l’aiuto di un collega (nickname Kafeine) si procura una copia del codice. Nota un dominio internet non registrato, una sequenza illogica di lettere che vale la pena riportare per i posteri: www .iuq erfs od p9 ifj ap os dfj hg osu ri jf aewrwergwea.com., lo registra immediatamente per 10,69 dollari. SPICCIOLI, rispetto ai danni che l’attacco sta infliggendo a migliaia di organizzazioni in decine di Paesi, senza contare il totale dei riscatti probabilmente pagati. Ma non si rende conto immediatamente della portata di questa decisione. “Devo confessare che, prima di farlo, non avevo idea che registrare il dominio avrebbe fermato il virus, quindi all’inizio è stato un caso”. Nel lavoro di cacciatore di malware, spiega sul blog, si segue una procedura standard. Il primo passaggio, dopo la registrazione di un dominio trovato nel malware, è indirizzare il virus a un sin - khole, un server creato proprio per catturare malware e impedire che i responsabili dell’attacco prendano il controllo dei computer infettati. Poi si raccolgono dati sulla distribuzione geografica e sulla portata dell’i n fe z io ne , anche per poter avvertire le vittime e aiutare le autorità. Infine, si cerca di prendere il controllo del malware e impedirne la diffusione, utilizzando il dominio registrato. Quello che il nostro eroe non sa è che il primo passaggio, nel caso di Wannacrypt, contiene tutti gli altri. In pratica, quando il virus verifica che il dominio è registrato sblocca il terminale che ha attaccato, indipendentemente dal pagamento o no del riscatto. “Il codice cerca di collegarsi al dominio che abbiamo registrato e se la connessione non funziona ricatta il sistema: se funziona lo lascia”. L’attacco globale, per ora, è stato fermato e il cacciatore di malware chiosa su Twitter: “Quindi ora posso solo aggiungere al mio curriculum: ha fermato per caso un attacco informatico internazionale”. E poi, sul blog, rivolto a chiunque utilizzi Windows XP e Server 2003, i sistemi operativi vulnerabili per cui Microsoft ha messo a disposizione una soluzione sicura a marzo scorso: “Se avete qualcosa da proteggere, proteggetela. E ora forse è il caso che vada a dormire”.
S . P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
|IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 14 Maggio 2017
“Io, da cacciatore di malware a eroe per caso”
Eroe per caso lo definisce il G ua r d i a n .È l’e s pe r t o in cybersecurity: ha 22 anni, vive con in genitori nel sud-ovest dell’Inghilterra e lavora per Kryptos logic; accidentalmente, ha rallentato la propagazione di Wannacry). Di lui non si conosce ancora l’i d e n t ità reale, ma ieri alle 14 il suo account twitter p er so na le @ Ma l wa r eT echBlog aveva t ot al iz za to quasi 30 mila follower e il suo blog era talmente preso d’assalto che ha dovuto scrivere: “Ok, il mio server non ce la fa a reggere tutto questo traffico, datemi un po’di respiro”. Come ha fatto a bloc care la diffusione del “b aco”? Lo spiega proprio sul blog in un articolo dal titolo “Come bloccare accidentalmente un attacco informatico globale”. “Finalmente trovo il tempo di scrivere la mia ricostruzione dei fatti di venerdì scorso, che poi era il quinto giorno della mia settimana di vacanza”. Alle 10 si sveglia ed entra su una piattaforma inglese online dedicata alle minacce informatiche, il suo pane quotidiano. Non c’è niente di eccitante, quindi va a pranzo con un amico. Quando torna al suo computer, verso le 2.30, l’attacco è in pieno svolgimento e gli è subito chiaro che l’impatto è considerevole. Con l’aiuto di un collega (nickname Kafeine) si procura una copia del codice. Nota un dominio internet non registrato, una sequenza illogica di lettere che vale la pena riportare per i posteri: www .iuq erfs od p9 ifj ap os dfj hg osu ri jf aewrwergwea.com., lo registra immediatamente per 10,69 dollari. SPICCIOLI, rispetto ai danni che l’attacco sta infliggendo a migliaia di organizzazioni in decine di Paesi, senza contare il totale dei riscatti probabilmente pagati. Ma non si rende conto immediatamente della portata di questa decisione. “Devo confessare che, prima di farlo, non avevo idea che registrare il dominio avrebbe fermato il virus, quindi all’inizio è stato un caso”. Nel lavoro di cacciatore di malware, spiega sul blog, si segue una procedura standard. Il primo passaggio, dopo la registrazione di un dominio trovato nel malware, è indirizzare il virus a un sin - khole, un server creato proprio per catturare malware e impedire che i responsabili dell’attacco prendano il controllo dei computer infettati. Poi si raccolgono dati sulla distribuzione geografica e sulla portata dell’i n fe z io ne , anche per poter avvertire le vittime e aiutare le autorità. Infine, si cerca di prendere il controllo del malware e impedirne la diffusione, utilizzando il dominio registrato. Quello che il nostro eroe non sa è che il primo passaggio, nel caso di Wannacrypt, contiene tutti gli altri. In pratica, quando il virus verifica che il dominio è registrato sblocca il terminale che ha attaccato, indipendentemente dal pagamento o no del riscatto. “Il codice cerca di collegarsi al dominio che abbiamo registrato e se la connessione non funziona ricatta il sistema: se funziona lo lascia”. L’attacco globale, per ora, è stato fermato e il cacciatore di malware chiosa su Twitter: “Quindi ora posso solo aggiungere al mio curriculum: ha fermato per caso un attacco informatico internazionale”. E poi, sul blog, rivolto a chiunque utilizzi Windows XP e Server 2003, i sistemi operativi vulnerabili per cui Microsoft ha messo a disposizione una soluzione sicura a marzo scorso: “Se avete qualcosa da proteggere, proteggetela. E ora forse è il caso che vada a dormire”.
S . P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
|IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 14 Maggio 2017
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Re: News dal mondo
IL VIRUS “WANNACRY ”
Attacco hacker, possibili
nuovi problemi oggi
NON È FINITA,un nuovo cyberattacco, dopo quello
di venerdì, potrebbe venir scatenato già oggi. Ad affermarlo
è MalwareTech, il“nickname” del giovane
tecnico inglese che è riuscito ad arginare il virus che
ha colpito i computer di tutto il mondo. Mentre l’Eu -
ropol rivela che il virus Wannacry ha infettato i sistemi
di 100 mila organizzazioni in 150 Paesi, in particolare
quelli del Regno Unito, la polizia postale italiana
conferma che potrebbero esserci problemi
al riavvio dei pc all’inizio della settimana lavorativa
Lunedì 15 Maggio 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO |
Attacco hacker, possibili
nuovi problemi oggi
NON È FINITA,un nuovo cyberattacco, dopo quello
di venerdì, potrebbe venir scatenato già oggi. Ad affermarlo
è MalwareTech, il“nickname” del giovane
tecnico inglese che è riuscito ad arginare il virus che
ha colpito i computer di tutto il mondo. Mentre l’Eu -
ropol rivela che il virus Wannacry ha infettato i sistemi
di 100 mila organizzazioni in 150 Paesi, in particolare
quelli del Regno Unito, la polizia postale italiana
conferma che potrebbero esserci problemi
al riavvio dei pc all’inizio della settimana lavorativa
Lunedì 15 Maggio 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO |
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