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Mentana stasera diceva che Grillo e Berlusconi non sono fessi.
Sono giunto alla conclusione che Bersani e il PD, invece, lo siano eccome.
Per come hanno gestito Monti. E per come si sono fatti mettere in un angolo da Napolitano.
Fino quasi a perdere le elezioni.
Vediamo se qua gli unici ad avere le palle per mandare a cagare Napolitano
sono il giaguaro e il comico.
confesso che non ho capito la parte con Napolitano.
a me pare chiaro che il riferimento sia al fatto che Napolitano sta spingendo,
ancora una volta,
per un governissimo PD-PDL-Centristi con a capo il banchiere mannaro.
e questo ,
mi pare ovvio,
decreterebbe la FINE politica del PD...
Sempre furbo il conte. Una presidenza all'uno e all'altro, così da tenersi tutte le porte aperte per la scalata al colle. Ma non so se queste furbizie paghino ancora.
ELEZIONI 2013 - L'INTERVISTA
D'Alema: impegno con 5 Stelle e Pdl
«A loro la presidenza delle Camere. Ora dobbiamo salvare il Paese. No all'ipotesi di un governissimo. Neanche Grillo può volere che si precipiti verso le urne. Monti? Dialogo con chi è indispensabile»
Presidente D'Alema questo voto ha messo in agitazione tutti.
«La situazione dell'Italia era già grave prima, ma questo voto rischia di approfondire la crisi e renderla drammaticamente irreversibile, come si vede anche dalla prima sia pur contrastata reazione dei mercati finanziari. Viceversa, potrebbe rappresentare l'occasione per una svolta positiva».
In che senso?
«Nel senso che forze che si sono aspramente contrapposte potrebbero assumere una comune responsabilità e farlo in modo nuovo rispetto alla politica tradizionale».
Voi del Pd siete stati colti alla sprovvista. Pensavate di vincere.
«Non posso dire di essere tra quelli che sono stati presi di sorpresa. Non è stata colta la drammaticità della frattura tra cittadini e sistema politico che è emersa nel corso della campagna elettorale e che certamente viene da lontano».
Il voto grillino ha rappresentato una bella botta per voi .
«Si è pensato che i grillini pescassero solo a destra e questo è stato vero, in una certa misura, almeno all'inizio; ma poi a un certo punto una parte dell'elettorato del centrosinistra si è volto in quella direzione, tant'è che il voto per Grillo ha in parte prosciugato Sel e ha colpito fortemente noi per diverse ragioni: forse più per angoscia sociale nel Mezzogiorno e più per protesta contro la politica tradizionale nel resto del Paese. La spinta al cambiamento è stata per lo più intercettata dal Movimento 5 Stelle: è un dato con cui dobbiamo fare i conti. Però adesso vorrei soffermarmi sui dati più immediati».
Ossia?
«È chiaro che siamo di fronte a un voto che segna la fine di un'epoca, tuttavia il Paese deve essere governato. Non è che possiamo fare un convegno culturale, c'è una priorità: salvare il Paese e trovare una soluzione che passi attraverso un'assunzione di responsabilità da parte delle forze principali. Questo significa, innanzitutto, Movimento 5 Stelle, centrodestra e noi».
E Monti?
«Naturalmente, non sottovaluto il ruolo del centro di Monti, ma occorre rivolgersi alle forze che, per il peso del consenso ricevuto, sono indispensabili a garantire la governabilità del Paese. Mi dispiace che Monti abbia fatto una campagna elettorale come se i problemi del Paese fossero rappresentati da una sinistra non abbastanza riformista, non vedendo che razza di ondata stava per abbattersi sul Paese. Una violenta reazione di matrice populista, con un duplice segno: di critica all'Europa e anche al sistema politico italiano. Attenzione, entrambe le critiche hanno un fondamento, sono le risposte che non sono convincenti. In mezzo a tutto questo sommovimento, Monti pensava di fare l'ago della bilancia, quando invece il problema era fare argine alla destra e al populismo».
Tornando all'assunzione di responsabilità, che cosa vuol dire?
«Significa innanzitutto far funzionare le istituzioni. Parliamoci chiaro: nessuno può avere interesse a precipitare il Paese verso nuove elezioni, che sarebbero un drammatico choc. Neanche il Movimento 5 Stelle, che ha ottenuto un successo e che ragionevolmente credo voglia dimostrare la capacità di generare cambiamenti positivi per l'Italia».
Ma Grillo all'apertura di Bersani ha risposto picche.
«È presto per valutare le posizioni che alla fine verranno prese. Mi pare di vedere una certa difficoltà e anche, inevitabilmente, una tendenza a fare tattica. Mi pare anche che questa posizione di Grillo incontri qualche perplessità nel suo stesso mondo. Vedremo...».
Quindi cosa propone?
«Voglio essere assolutamente chiaro: c'è qualcosa che non può esser fatto nel modo più assoluto e cioè offrire al Paese l'immagine di partiti che cominciano le trattative per un qualche governissimo. È tale il fastidio verso la politica e i suoi riti che una cosa del genere non potrebbe mai funzionare. Quando parlo di assunzione di responsabilità mi riferisco alla possibilità che ciascuno, mantenendo la propria autonomia, possa confrontarsi in Parlamento alla luce del sole. Il primo problema è il funzionamento delle istituzioni e ritengo che le forze politiche maggiori debbano essere tutte coinvolte. E che quindi al centrodestra e al Movimento 5 Stelle vadano le presidenze delle due assemblee parlamentari, ovviamente sulla base della proposta di personalità che siano adeguate a ruoli istituzionali di garanzia».
E poi?
«Poi il Parlamento, e questo appello è rivolto ovviamente a tutti, deve consentire che il governo possa funzionare ricevendo il voto di fiducia. Il modello siciliano adombrato da Grillo può essere una buona idea, ma c'è una differenza istituzionale: in Sicilia il presidente è eletto dal popolo, a livello nazionale il capo del governo, se non riceve la fiducia del Parlamento, non può governare. Quindi, il confronto caso per caso finisce prima di cominciare. Dunque, ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità, senza ammucchiate e senza pasticci. Non dico che bisogna eliminare in modo artificioso le differenze che restano profonde, ma per una volta si può tentare di farne un elemento di ricchezza e di confronto e non necessariamente di scontro pregiudiziale, che rischierebbe di paralizzare le istituzioni e produrrebbe un danno difficilmente rimediabile al Paese».
Quindi niente governissimo Pd-Pdl?
«Esatto. Sono d'accordo con Bersani. A questo punto, il sistema politico-democratico è chiamato a una prova cruciale: se è in grado o meno di fare le riforme che tante volte ha annunciato e che sin qui non è stato capace di fare. E il sistema politico-democratico comprende, oggi, anche Grillo che, a mio parere, non può chiamarsi fuori».
E allora?
«La nostra è una proposta di radicale cambiamento che dovrebbe interessare innanzitutto le forze che vogliono il cambiamento. Allora dobbiamo fare una legislatura costituente. Dobbiamo dimezzare il numero dei parlamentari, ridurre quello degli eletti, riformare radicalmente la struttura amministrativa del Paese, mettere mano ai costi della politica, combattere la corruzione, varare una seria legge sul conflitto di interessi. Poi io sono anche dell'opinione che occorra una nuova legge elettorale. In una situazione frammentata come quella italiana l'unica soluzione sarebbe il doppio turno alla francese».
C'è chi dice che non abbia senso senza il presidenzialismo.
«Non demonizzo l'elezione diretta del presidente della Repubblica, che può anche servire a rafforzare l'unità del Paese. Si potrebbe fare un referendum di indirizzo sulla forma di governo, impegnando il Parlamento a seguire la decisione popolare».
E che altro si dovrebbe fare?
«Bisogna aggredire il tema del debito, facendo un'operazione sul patrimonio pubblico: valorizzazioni e dismissioni intelligenti, quindi non quelle industriali. E poi, ciò che è fondamentale è imprimere una svolta nel senso della crescita, del lavoro e della giustizia sociale. Non dimentichiamoci, infatti, che una chiave di lettura di questo voto è la disperazione sociale. La gente non ce la fa e comprensibilmente è esasperata verso tutti. Il voto dovrebbe mettere in allarme pure le tecnocrazie di Bruxelles, perché parla anche di loro: ci vuole un governo che abbia un mandato forte per fare valere queste ragioni anche in Europa. Il punto non è "Europa sì", "Europa no", ma "Europa come"».
E il reddito di cittadinanza?
«Ma chi può essere contrario al reddito di cittadinanza? Il problema è quello di trovare i soldi... Certo, se il Paese brucia un'enorme quantità di risorse in una crisi politica senza sbocchi ce ne saranno molte di meno anche per il reddito di cittadinanza».
Ma chi dovrebbe guidare questo governo? Bersani?
«Lo guiderà il partito che ha la maggioranza relativa al Senato e quella assoluta alla Camera. E che ha espresso come candidato premier Bersani».
Maria Teresa Meli
28 febbraio 2013 | 08:16
Sempre furbo il conte. Una presidenza all'uno e all'altro, così da tenersi tutte le porte aperte per la scalata al colle. Ma non so se queste furbizie paghino ancora.
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facile nonchè tragico commentare questo tuo pensiero caro @Mariok...
questo stronzo antepone il suo interesse personale (la presidenza della repubblica)
a tutto.
al Pd che con un accordo col PDL scomparirebbe per volontà della sua base elettorale.
al lavoro della magistratura,perchè la mummia cinese,con la presidenza di una delle due camere li befferebbe ancora una volta.
e al paese intero ,che non potrebbe sopportare altri 5 anni di bunga-bunga.
Tutti noi (o quasi) abbiamo esultato e ci siamo ubriacati di gioia alla caduta di Berlusconi a novembre 2011.
Perche` convinti di tre cose:
1. che fosse caduto con disonore per averci condotto al baratro
2. che fossimo gia` col piede nella fossa (la famosa crisi di liquidita` della PA per la quale a breve non
si sarebbero piu` pagati pensioni e stipendi pubblici)
3. che Napolitano con Monti avesse predisposto una via d'uscita da vero statista con la collaborazione
responsabile del PD
Si scopre poi, a distanza di 15 mesi.
Che forse c'era il tempo di fare le elezioni e che la crisi di liquidita` sia stata
una balla atta a costringere il PD (o meglio a far digerire ai suoi elettori) a un'alleanza innaturale.
[un po' come sta per succedere oggi...]
Che lo "statista Napolitano" non aveva predisposto niente, a parte individuare il nome di Monti.
E che questi, una volta al governo, ha applicato ricette liberiste fallimentari "salvando il Paese"
principalmente a scapito dei solito noti, ovvero gli elettori del PD, e senza alcun vantaggio per
le generazioni future ne' equita`.
In realta` tutto questo noi l'abbiamo scoperto gia` a dicembre 2011, quando in una settimana
si e` dovuta fare una riforma delle pensioni raffazzonata, cosi` come la reintroduzione dell'IMU
senza progressivita` e con un meccanismo astruso di condivisione del gettito fra Stato e Comuni.
Per poi passare alla vera priorita`: l'attacco allo statuto dei lavoratori.
Tanto che ci siamo fatti cacciare dall'altro forum a forza di discussioni.
Ora.
Da questi eventi possiamo trarre la conclusione che Bersani e il PD sono stati eccessivamente
arrendevoli e superfciali nell'accettare le proposte di Monti/Napolitano.
E per questo il PD paga pegno oggi.
Ma possiamo anche trarre la conclusione che la "soluzione da statista" di Napolitano era in realta`
una soluzione baracca.
Che ha dissanguato i soliti noti, con scarsi vantaggi per il Paese, gettando il PD nel fango.
Come si suol dire Napolitano & Co. "hanno pedalato in discesa".
Rischio spread? Inciucione, tasse, tagli e chi s'e` visto s'e` visto.
Pertanto OGGI.
Il PD non deve assolutamente cedere, come fece a novembre 2011, a paure e fantasmi provenienti
dall'area liberista, che non vede l'ora di fare un altro inciucione cosi` risolvono i problemi (si fa per dire, in
realta` ci mettono una schifosa pezza come in questi ultimi 15 mesi) tagliando i servizi e aumentando
le tasse (e intanto continuano a mangiare...).
Non deve cedere neanche se gli appelli venissero da Napolitano, che ha dimostrato, purtroppo, di
essere estremamente miope nel prefigurare le conseguenze di certe "alleanze politiche".
E, se e` necessario, Bersani e il PD dovranno mandare Napolitano a cagare.
Rifiutando qualunque discussione politica su quel piano.
Il PD e i suoi elettori hanno la stessa esatta dignita` degli altri.
Non sono la carta da cesso per pulire le schifezze lasciate da altri.
E` piu` colorito, ma e` piu` chiaro ora?
Ciao.
soloo42000
Ultima modifica di soloo42000 il 28/02/2013, 9:09, modificato 1 volta in totale.
La proposta di D'Alema e` funzionale solo a farsi dire no,
non solo da Grillo, ma pure dalla sua base.
Cosi` poi potra` dire: sono loro che sono immaturi...
E allora grande inciucio col Berlusconi responsabile.
Con benedizione di Corriere ,Repubblica, La7 e Napolitano.
Il PD non deve assolutamente cedere, come fece a novembre 2011, a paure e fantasmi provenienti
dall'area liberista, che non vede l'ora di fare un altro inciucione cosi` risolvono i problemi (si fa per dire, in
realta` ci mettono una schifosa pezza come in questi ultimi 15 mesi) tagliando i servizi e aumentando
le tasse (e intanto continuano a mangiare...).
Non deve cedere neanche se gli appelli venissero da Napolitano, che ha dimostrato, purtroppo, di
essere estremamente miope nel prefigurare le conseguenze di certe "alleanze politiche".
E, se e` necessario, Bersani e il PD dovranno mandare Napolitano a cagare.
Rifiutando qualunque discussione politica su quel piano.
Il PD e i suoi elettori hanno la stessa esatta dignita` degli altri.
Non sono la carta da cesso per pulire le schifezze lasciate da altri.
Tutta abbastanza corretta l'analisi.
E' la conclusione che non convince.
Scaricare tutta la responsabilità su Napolitano (per giunta in uscita) mi sembra un po' troppo semplice.
Che il PD (o meglio il suo gruppo dirigente, capitanato da Bersani) si riscatti con un accordicchio con Grillo, mi sembra altrettanto semplicistico.
Quelli che ci hanno portato a questo, a cominciare da Bersani, se ne devono andare. Poi si ragiona sul resto.
shiloh
Diciamo che anche dopo la sconfitta, dei personaggi PD Bersani e` il piu` presentabile...
Bersani è stato acclamato come leader per un centrosinistra che puntava ad avere il 51% e comportarsi come se avesse il 49% ,aperto a tutti i riformisti, fra i quali non erano inclusi Ingroia e Grillo, anzi escludendoli chiaramente.
Le persone hanno una loro dignità e quanto dichiarato non si cancella con un colpo di spugna.
Ora la situazione dopo i risultati elettorale è completamente diversa, non si può fare finta di niente,
se si ritiene che per salvare il Paese bisogna trovare una linea di condotta che coinvolga il 5 Stelle ,
credo che Bersani non sia più la persona più adatta, io suggerivo la Puppato .
Pechè la Puppato?
nell’autunno del 2012 ha partecipato alle primarie per la guida della coalizione Italia Bene Comune,
e come capolista al Senato in Veneto nelle liste del Partito Democratico oggi è stata eletta,
Dichiara
“In un momento di estrema difficoltà la priorità deve essere quella di avere un Governo che metta mano subito alle indispensabili riforme e al riavvio dell’economia che è in recessione. Tutti i parlamentari eletti non possono sottrarsi al senso di responsabilità di un incarico che gli è stato dato dai cittadini e per tutti l’interesse del Paese deve essere prioritario”. Lo afferma Laura Puppato, senatrice del PD in Veneto all’indomani del voto. “In questo contesto – ha aggiunto – non escludo il dialogo con gli esponenti del Movimento 5 stelle, con i quali è senza dubbio possibile un’intesa su alcuni temi fondamentali come il taglio dei costi della politica o le politiche ambientali. Questa sembra essere al momento l’unica alternativa per il cambiamento del sistema Paese, altrimenti così arretrato e arroccato, e che dia stabilità di governo al Senato." Puppato è una delle poche politiche apprezzate da Beppe Grillo e dal Movimento 5 Stelle, e non è un caso.
Un incarico esplorativo dato alla Puppato potrebbe risolvere non poco, sarebbe una personalità fuori dal sistema partito del PD, ispirerebbe fiducia , è una donna, Il suo programma è probabilmente quello più radicale nel PD. perché parte da presupposti diversi rispetto agli altri: non come far ripartire questa economia, ma di quale economia si vuol parlare.
@mariok
come fai ad azzerare un partito ora che dovrebbe governare ( o provarci) ?
si doveva fare prima.
perchè deve sparire Bersani che obiettivamente è il meno peggio ( e metà base di Grillo lo sa benissimo tant'è che spinge all'accordo sapendo che è l'unico interlocutore possibile per le loro proposte) e ci dobbiamo tenere al governo la creme de la creme del pdl?
perchè ci dobbiamo fare prendere dal panico dell'amletico dubbio ...se sia più nobile dimettersi .... e lasciare nel caos un terzo degli elettori?
fare uscire ora tutta la panchina per farla fagocitare ai campioni del pdl?
pericolosus est .
non è rinnovamento , è resa incondizionata.
Scaricare tutta la responsabilità su Napolitano (per giunta in uscita) mi sembra un po' troppo semplice.
Che il PD (o meglio il suo gruppo dirigente, capitanato da Bersani) si riscatti con un accordicchio con Grillo, mi sembra altrettanto semplicistico.
Quelli che ci hanno portato a questo, a cominciare da Bersani, se ne devono andare. Poi si ragiona sul resto.
Non scarico TUTTA la responsabilita`.
Ma una PARTE.
L'errore opposto e` dire "a casa tutti", tutti responsabili, poi vediamo.
No.
Bersani ha le proprie di responsabilita`.
E NAPOLITANO LE SUE.
Adesso segretario del PD e` Bersani e ce lo teniamo.
Non possiamo mica cambiare segretario in 3 giorni.
Chi ci mettono poi? Fioroni? Bindi?
C'e` da predisporre le basi per un'alleanza, Bersani ci sta provando,
noi dobbiamo supportarlo.
Lui ci ha messo la faccia, ha subito la sconfitta, adesso deve reggere
l'urto delle conseguenze, provare a uscirne e mandare a cagare tutti.
Le cariatidi del PD, quelle dei media e quella al Quirinale.
A meno che tu non mi dica che saresti in grado di garantire in una settimana
la sostituzione del segretario con qualcuno davvero con le palle...
Non mi dire Renzi perche` si e` allineato a D'Alema su questo problema.