Come se ne viene fuori ?

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paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Di Pietro non da ora ha sempre detto:prima il programma poi la scelta.
Landini in poche parole ha detto la stessa cosa, non deleghe in bianco.
Questo esperimento con Monti di questo governo, spero che abbia fatto capire da che parte stà il PD.
Se avevate qualche dubbio ora lo sapete.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il caso segnalato da paolino l'ho visto pure io, ed è una delle ragioni per cui pur avendo seguito la politica da sempre, non ho mai voluto fare politica, ne prendere mai la tessera di un partito.

Come accennava ieri qualcuno su Repubblica, non ricordo chi, prima vengono le persone e poi i partiti.

La libertà non ha prezzo, soprattutto la libertà di pensiero.

Soprattutto quando la mia libertà (ancora per poco) è dovuta al costo della vita di molti italiani tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945.

Che si debba tappare la bocca a qualcuno solo per non dare dispiacere a Bersani, non esiste,...è fuori dal mondo.

Anche Il Fatto Quotidiano apre con i fischi a Bersani.
http://tweb.interno.it/news/daily/rasse ... STAMPA.pdf

Fassina ieri sera a In Onda ha parlato solo di applausi.

Anche Napolitano in Emilia è stato fischiano ma i media tendono sempre ad annacquare.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

paolo11 ha scritto:Ieri sera la Guber ha fatto vedere un cartellone da 1 A 6 in cui si vedevano i nomi di quelli che hanno partecipato a piu legislature.
Con il nuovo statuto che il PD si è dato di 3 legislature e poi si fa altro.
In quel quadro sparirebbero tutti i capi bastoni del PD.
Pensate che tolgano il disturbo?io credo di NO.Poi ho visto persone che preparavano i cappelletti per la festa Dell'unità intervistati dal giornalista.
Ho visto lo zoccolo duro chi sono ! gli anziani che hanno le fette di salame da anni davanti agli occhi.
Altra cosa i due in Studio del PD.Hanno detto che in questo governo la cosa che è mancata era la Equità.Infatti si è visto come hanno salvaguardato i pensionati,
quelli al di sopra dei 1400 euro lordi.MI chiedo allora cosa ci stanno a fare al governo. L'unica cosa che hanno detto dei soldi scudati al 5%si potevano anzare l'aliquota.Mi piacerebbe che dicessero pure i nomi di questi personaggi.Ma forse ci sono pure dei partiti.
Ciao
Paolo11
No perché "sembra" che nello statuto del Pd ci sia una tolleranza del 10 %.
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

http://www.italiadeivalori.it/dipartime ... chi-ci-sta
Mi è arrivata Ora.
Chi lo vuole vedre.
Ciao
Paolo11
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Io penso che dobbiamo lasciar perdere il PD, PDL, Lega, Casini ecccc.IDV Sel movimento da 5 stelle ,azzurri altri movimenti, unirsi per le prossime elezioni Politiche Motivo:I vecchi partiti si sono radicati in tutti i rami delle istituzioni,Nella pubblica amministrazione in Finmeccanica e tutte le altre che sappiamo.
Noi abbiamo bisogno di un movimento nuovo che tagli con il passato.I menager i direttori del pubblico impiego eccc......devono essere messi in base al loro Curriculum la loro specializzazione del settore dove andranno ad operare.Persone comuni della società non legate a tessere o altro ma in base alla loro professionalità.I partiti tradizionali non cambieranno mai questo.
Questo vale anche per gli atri corpi dello stato Finanzia Carabiniere esercito ecc.........Menager che sappiano controllare le spese e tagliare i rami secchi.
Lasciamo perdere i nomi dei partiti, che ora non significano niente in questo momento.Progressisti de che?.
Se i lavoratori hanno avuto qualcosa lo debbono solo al vecchio PCI.Quelli venuti dopo hanno solo tolto ai lavoratori qualcosa fino ad arrivare a togliere quasi tutto.Nella disgrazia siamo anche fortunati il movimento 5 stelle ha chiuso un buco che si è creato, poteva sfociare in qualcosa di grave.
Dobbiamo solo non perdere questa opportunità che abbiamo ora.
La mia storia la sapete PCI PDS DS PD. Ora mi sono stufato,forse tardi.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La mia storia la sapete PCI PDS DS PD. Ora mi sono stufato,forse tardi.

IDV Sel movimento da 5 stelle ,azzurri altri movimenti, unirsi per le prossime elezioni Politiche


paolo11

Caro paolo, penso che la tua storia sia quella della maggioranza di chi partecipa al forum,…comunque è anche a mia.

Concordo con quanto hai scritto ma ho seri dubbi sul fatto che IDV Sel movimento da 5 stelle, azzurri altri movimenti, unirsi per le prossime elezioni Politiche.

Sono finiti da più di un anno due cicli politici e i partiti di potere non hanno più nulla da dire e da dare. Sono solo dei comitati d’affari mascherati che tentano di mantenere il proprio privilegio. Penati e Lusi sono due aspetti del problema che coinvolge tutto il territorio nazionale.

Quando un Paese si riduce a questo punto è finito. L’unica possibilità a sua disposizione è che ricominci da capo, con altra gente non compromessa fino a quei livelli, perché la casta non è in grado di autoriformarsi da sola.

Il problema è il come, prima che succeda l’irreparabile.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

CRISI ECONOMICA E VECCHIO CONTINENTE
Germania Anni 30 e baratro europeo
La lezione dimenticata da Berlino

Tedeschi ossessionati dall'iperinflazione. E ignorano la storia
del XX secolo: la Cancelliera scorda la crisi bancaria di allora
che contribuì allo smantellamento della democrazia in Europa


Manca un minuto alla mezzanotte in Europa? Nutriamo seri timori che la scelta del governo tedesco di «fare troppo poco e troppo tardi» provochi il ripetersi della crisi della metà del XX secolo, che la nascita dell'integrazione europea aveva voluto scongiurare.

Appare sconcertante che proprio la Germania, di tutti i Paesi europei, abbia dimenticato la lezione della storia. Ossessionati dall'inesistente minaccia dell'inflazione, si direbbe che i tedeschi di oggi attribuiscano maggior importanza al 1923 (l'anno dell'iperinflazione) che al 1933 (l'anno che segnò la morte della democrazia). Farebbero meglio a ricordarsi come una crisi bancaria europea, due anni prima del 1933, contribuì direttamente allo smantellamento della democrazia, non soltanto nel loro Paese, ma da un capo all'altro dell'Europa.

Sono più di tre anni che lanciamo allarmi, invitando l'Europa continentale a fare ordine nei bilanci. Ma non è stato fatto quasi nulla.
Nel frattempo, è da due anni che si assiste a una corsa agli sportelli delle banche alla periferia dell'eurozona: i finanziamenti transfrontalieri e interbancari vengono sostituiti da quelli della Bce; e i grossi investitori privati hanno già abbandonato le sponde della Grecia e le altre banche dell'area mediterranea.

Ma adesso il pubblico ha perso la fiducia e la corsa agli sportelli potrebbe prosciugare anche i piccoli depositi assicurati.
Se la Grecia uscisse dall'unione monetaria, verrebbero congelati i depositi bancari per essere convertiti in nuove dracme: un euro in una banca greca non sarà più pari a un euro in una banca tedesca.
Lo scorso mese i greci hanno ritirato più di 700 milioni di euro dalle loro banche.



Niall Ferguson insegna storia moderna ad Harvard. Tra le sue opere «Impero» (Mondadori) e «Civilization: The West and the Rest»
Ancor più preoccupante è il fatto che un fenomeno simile si sia verificato anche presso alcune banche spagnole il mese scorso.
Il goffo salvataggio di Bankia non ha fatto altro che rinfocolare le preoccupazioni degli spagnoli. Durante una recente visita a Barcellona, ci è stato chiesto con insistenza se era sicuro lasciare i propri risparmi in una banca spagnola. Questo genere di processo è potenzialmente esplosivo. Ciò che oggi appare una disinvolta passeggiata in banca potrebbe trasformarsi in uno scatto precipitoso verso l'uscita. La gente ragiona con la testa e si chiede: a chi tocca adesso?

Come abbiamo discusso nell'incontro del Nicolas Berggruen Institute una decina di giorni fa a Roma, la ricetta per uscire dalla crisi sembra ovvia.
Innanzitutto, occorre avviare un programma di ricapitalizzazione diretta - tramite azioni privilegiate senza diritto di voto - delle banche dell'eurozona, sia quelle centrali che quelle periferiche, ricorrendo all'Efsf (Fondo europeo di stabilità finanziaria) e al suo successore, l'Esm (Meccanismo europeo di stabilità).

Il sistema attuale per ricapitalizzare le banche con prestiti sovrani dai mercati obbligazionari nazionali - e/o l'Efsf - si è rivelato un disastro in Irlanda e in Grecia, facendo schizzare verso l'alto il debito pubblico, aggravando l'insolvenza del prestito sovrano e il rischio delle banche, per il crescente travaso del debito nelle loro mani.

Secondo, per evitare la corsa agli sportelli nelle banche europee - una certezza nel caso dell'uscita della Grecia e molto probabile comunque - occorre creare un sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari.

Per ridurre il rischio morale (e il rischio ipotecario e creditizio che si accollano i contribuenti europei) sarà necessario introdurre misure addizionali.
Primo, il programma di assicurazione dei depositi deve essere finanziato da adeguati prelievi bancari: potrebbe trattarsi di una tassa di transazione o, meglio, di un prelievo su tutti i passivi bancari.
Secondo, è necessario impostare uno schema bancario grazie al quale i creditori non assicurati delle banche - sia junior sia senior - vengano penalizzati prima che si faccia ricorso ai soldi dei contribuenti per ripianare le perdite bancarie.
Terzo, occorre varare misure idonee a limitare le dimensioni delle banche, per evitare la sindrome del «troppo grande per fallire».
Quarto, occorre adottare un sistema europeo di vigilanza e regolamentazione comune a tutta l'area europea.


È anche vero che l'assicurazione sui depositi, a livello europeo, non potrà funzionare se persiste il rischio di estromissione di un Paese membro dall'eurozona. Sarebbe molto dispendioso garantire i depositi in euro, perché il Paese in uscita dovrebbe convertire tutti i fondi in euro nella nuova valuta nazionale, che si svaluterebbe rapidamente nei confronti dell'euro. D'altro canto, se l'assicurazione dei depositi è valida solo a condizione che il Paese in difficoltà resti comunque nell'eurozona, ciò non basterà a impedire la corsa agli sportelli. Occorre pertanto mettere in atto politiche adeguate per minimizzare il rischio di uscita.

Occorre accelerare l'introduzione di riforme strutturali atte a stimolare l'aumento di produttività. E la crescita dovrà ripartire con nuovi impulsi. Le politiche per raggiungere questo scopo comprendono l'intervento monetario della Bce, un euro più debole, stimoli fiscali al nocciolo dell'economia, riduzione della spesa e investimento nelle infrastrutture alla periferia (possibilmente con una «golden rule» per gli investimenti pubblici), e aumenti salariali in base alla produttività per sostenere il reddito e rilanciare i consumi.

E infine, vista l'insostenibilità di un elevato debito pubblico e di costosi interessi sui prestiti in alcuni Paesi membri, non vediamo alternative all'introduzione di qualche forma di mutualizzazione del debito.

Sono emerse di recente diverse proposte per gli eurobond. Tra di esse, è da preferire la proposta emanata dal Consiglio economico tedesco a favore di un European redemption fund (Erf) - non perché sia la soluzione ottimale, quanto piuttosto perché appare l'unica in grado di placare le preoccupazioni tedesche all'idea di accollarsi un rischio eccessivo.
L'Erf rappresenta uno strumento transitorio che non conduce all'emissione di eurobond permanenti, è sostenuto da adeguate garanzie collaterali ed è sottoposto a condizioni stringenti. Il rischio principale è che una simile proposta, se accettabile per la Germania, comporti tuttavia una perdita di sovranità in materia di politica fiscale nazionale da apparire improponibile per gli altri Paesi dell'eurozona, in particolare Italia e Spagna.



Nouriel Roubini aveva previsto la crisi dei mutui Usa e il crac del 2008. Economista, insegna alla New York Univesity
Se sarà inevitabile rinunciare a una fetta di sovranità, esiste tuttavia una differenza tra federalismo e «neocolonialismo» - nelle parole di un leader politico intervenuto all'incontro di Roma.
Finora la posizione tedesca si è dimostrata implacabilmente negativa su tutte queste proposte. Le preoccupazioni tedesche riguardo i pericoli dell'operazione sono tuttavia comprensibili: mettere a rischio i soldi dei contribuenti tedeschi sarà difficile da giustificare se non verranno introdotte riforme incisive nei Paesi periferici. Ma ci vorrà del tempo per renderle effettive.


Ricordiamo che la riforma strutturale del mercato del lavoro tedesco non è stata realizzata dalla sera alla mattina, mentre invece l'attuale crisi bancaria europea rappresenta un rischio finanziario che potrebbe esplodere da un giorno all'altro.


La Germania dovrà capire che la ricapitalizzazione delle banche, l'assicurazione europea sui depositi e la mutualizzazione del debito non rappresentano più scelte facoltative, bensì i passi essenziali per evitare la disintegrazione irreversibile dell'Unione monetaria europea. Se non è ancora convinta, dovrà capire che il costo dello smantellamento dell'eurozona sarà di proporzioni astronomiche - per i tedeschi, come per tutti gli altri.


Dopo tutto, l'attuale prosperità economica della Germania deriva in larga misura dall'unione monetaria. L'euro ha dato all'esportazione tedesca un tasso di scambio molto più vantaggioso rispetto al vecchio marco. E il resto dell'eurozona rappresenta la destinazione finale del 42 percento delle esportazioni tedesche. Sprofondare metà di quel mercato in una nuova recessione non rappresenta certo una saggia decisione per la Germania.

In ultima analisi, come la cancelliera Merkel ha riconosciuto la settimana scorsa, l'unione monetaria da sempre lasciava presagire una più stretta integrazione verso l'unione fiscale e politica dei Paesi dell'area euro.
Ma ancor prima di intraprendere questo passo storico, l'Europa dovrà dimostrare di aver appreso gli insegnamenti del passato.


L'Unione Europea è stata creata per evitare il ripetersi dei disastri degli anni Trenta. Oggi è venuto il momento in cui tutti i Paesi europei - ma specialmente la Germania - devono rendersi conto di quanto sono pericolosamente vicini a lasciarsi travolgere dagli stessi errori.
(traduzione di Rita Baldassarre)

di Niall Ferguson e Nouriel Roubini
10 giugno 2012 | 8:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/12_giug ... 22cc.shtml
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La banca sospende i pagamenti per un mese, e i clienti stanno senza bancomat
Oltre ai risparmi dei clienti, a rischio ci sono anche i posti di lavoro dei 69 dipendenti. L'istituto, partecipata da nomi di primo piano della finanza, in amministrazione straordinaria dal 28 novembre 2011


di Chiara Merico | 9 giugno 2012

C’è chi si è ritrovato con 20 euro in tasca a inizio mese, e non sa come pagare le bollette e le spese quotidiane; chi si è visto negare i prelievi al bancomat e chi ha dovuto sperimentare “l’imbarazzo di un assegno non pagato”. E sul web esplode la protesta dei correntisti di Banca Network Investimenti, dopo che l’istituto, in amministrazione straordinaria dal 28 novembre 2011, ha comunicato la sospensione per un mese, a partire dal 31 maggio, del “pagamento delle passività di qualsiasi genere, con il parere favorevole del comitato di sorveglianza e previa autorizzazione della Banca d’Italia”.

Significa conti correnti chiusi, carte bloccate e la rabbia dei clienti che monta. Molti temono per i loro risparmi, per le rate dei mutui e per il rimborso dei titoli in portafoglio, che rischiano di andare perduti (fatti salvi i 103mila euro garantiti dal Fondo interbancario). Quasi tutti lamentano la mancanza di informazioni tempestive da parte della banca. “Nessuno mi aveva avvisato della reale situazione di pericolo”, “Dove sta scritto che un correntista non possa scegliere di abbandonare la nave prima che coli a picco, con un certo preavviso?”, scrivono sui forum i clienti infuriati. Alcuni hanno sporto denuncia, altri si sono rivolti all’associazione dei consumatori Adusbef, come ha confermato al Fattoquotidiano.it il presidente, Elio Lannutti: “Ci sono arrivate diverse segnalazioni, tutte di persone rimaste con pochi spiccioli in tasca. La banca avrebbe dovuto informarli, e non l’ha fatto”. Lannutti, senatore dell’Italia dei valori, annuncia che sottoporrà la vicenda all’attenzione del Parlamento, attraverso un’interrogazione, martedì prossimo.

Da tempo Banca Network Investimenti, attiva dal 2004 e partecipata da nomi di primo piano della finanza – come il colosso delle assicurazioni Aviva, Banco Popolare, la Sopaf della famiglia Magnoni e la De Agostini – è in crisi: dopo la nomina dei commissari straordinari Raffaele Lener e Giuseppe Bonsignore, designati lo scorso novembre dal ministero dell’Economia su proposta di Bankitalia, si è tentato di individuare un acquirente in grado di risollevare le sorti dell’istituto. Tra le proposte più allettanti arrivate negli scorsi mesi ci sono state quelle della società di intermediazione mobiliare Consultinvest e di Banca Popolare di Vicenza: entrambe si erano mostrate molto interessate alla rete di promotori finanziari messa in piedi negli anni da Bni. Le trattative non sono riuscite, però, a concludersi prima che la banca bloccasse i pagamenti: solo nei giorni scorsi Consultinvest ha presentato un’offerta vincolante per acquisire la rete dei promotori finanziari, mentre al partner Cassa di Risparmio di Ravenna dovrebbero andare i conti correnti e i depositi titoli della clientela.

In attesa del via libera definitivo all’operazione, il panico si è però diffuso. “A rimetterci sono sempre i correntisti – nota il presidente di Adusbef -. Vuoi chiudere per un mese? Bene, ma non puoi togliere a un lavoratore la possibilità di accedere alle sue risorse”. Queste persone rischiano davvero di perdere i loro risparmi? “Certamente, se nel frattempo non si trova un acquirente che salvi la banca”, come la stessa Consultinvest. “È vero che esiste la garanzia del Fondo interbancario di tutela, ma le procedure sono lunghe e complicate”, spiega Lannutti, che ipotizza anche una probabile causa della crisi: “Non vorrei che gli azionisti avessero usato Bni per coprire operazioni finanziarie poco chiare”. Adusbef e Federconsumatori, in una nota congiunta, criticano anche il ruolo della Banca d’Italia: “Non ha fatto nulla per impedire il dissesto, e in seguito non ha dato alcuna comunicazione ai correntisti, per dare loro la possibilità di effettuare prelievi di sopravvivenza”.

Oltre ai risparmi dei clienti, a rischio ci sono anche i posti di lavoro dei 69 dipendenti. E dopo aver tentato più volte, invano, di contattare gli uffici di Bni, alla fine siamo riusciti a parlare con uno dei promotori finanziari che hanno fatto la fortuna della banca. “Siamo in una brutta situazione: i clienti chiamano e se la prendono con noi, siamo noi che ci andiamo di mezzo”. E se anche l’intervento di Consultinvest riuscirà a risollevare le sorti di Bni, sarà molto difficile riconquistare la fiducia dei correntisti delusi.

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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

camillobenso ha scritto:La mia storia la sapete PCI PDS DS PD. Ora mi sono stufato,forse tardi.

IDV Sel movimento da 5 stelle ,azzurri altri movimenti, unirsi per le prossime elezioni Politiche


paolo11

Caro paolo, penso che la tua storia sia quella della maggioranza di chi partecipa al forum,…comunque è anche a mia.

Concordo con quanto hai scritto ma ho seri dubbi sul fatto che IDV Sel movimento da 5 stelle, azzurri altri movimenti, unirsi per le prossime elezioni Politiche.

Sono finiti da più di un anno due cicli politici e i partiti di potere non hanno più nulla da dire e da dare. Sono solo dei comitati d’affari mascherati che tentano di mantenere il proprio privilegio. Penati e Lusi sono due aspetti del problema che coinvolge tutto il territorio nazionale.

Quando un Paese si riduce a questo punto è finito. L’unica possibilità a sua disposizione è che ricominci da capo, con altra gente non compromessa fino a quei livelli, perché la casta non è in grado di autoriformarsi da sola.
Il problema è il come, prima che succeda l’irreparabile.
Caro camillobenso.Il come sta agli Italiani.Io la strada l'ho scelta.Mai piu il voto a quelli citati.
Che sia il caso di convertire quei pochi soldi in banca in Dollari o sterline!.Vediamo la cancelliera in questi giorni o settimane.
Non vorrei succedesse quello che successe nel 2001attentato alle torri.Li molti ci hanno rimesso un bel po di soldi.Le banche dicevano non toglieteli , con il tempo si recupera.Un tubo si è recuperato.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Che sia il caso di convertire quei pochi soldi in banca in Dollari o sterline!.Vediamo la cancelliera in questi giorni o settimane.

paolo11

*

Bravo paolo, vedo che hai afferrato il problema.

La prossima settimana si vota in Grecia,...e francamente non sappiamo come va a finire.

E se la Grecia trascina la Spagna? Tutto si gioca sul tempo. Rajoy ha accettato l'aiuto europeo però......

Proviamo a sentire cosa ne pensano gli altri forumisti, se ha senso mettere al sicuro i pochi risparmi.
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