QUESTO E' UN POPOLO ALLA FINE.
IN ISLANDA IL PREMIER SI DIMETTE DOPO IL PANAMA PAPERS. QUI LA MAFIA VA' NEL SALOTTO DI VESPASIANO.
Porta a Porta, intervista al figlio di Riina. Bindi: ‘Se va in onda, è il salotto della mafia’. Vespa: ‘Confermo, sarà trasmessa’
Media & Regime
La presidente della Commissione antimafia avverte: "Chiederò all’Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai". Maria Falcone: "Costernata". Fico (Vigilanza Rai): "Ci sono degli accordi tra la trasmissione di Vespa e la casa editrice del libro di Riina?"
di Giuseppe Pipitone | 6 aprile 2016
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Dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, dalla Commissione Antimafia alla Vigilanza Rai fino alla sorella di Giovanni Falcone: è un fuoco incrociato di polemiche quelle scatenate dalle anticipazioni della prossima puntata di Porta a Porta. Questa sera infatti il momento clou della trasmissione di Bruno Vespa sarà rappresentato da un’intervista a Giuseppe Salvatore Riina, il figlio terzogenito del capo dei capi di Cosa nostra. E anche se la scelta d’intervistare Riina Junior, autore di un libro dedicato alla sua famiglia, ha scatenato le reazioni dell’intero mondo politico, Vespa è sicuro: “Certo che andrà in onda”.
Eppure la presenza del figlio del capo dei capi sulla prima rete nazionale, è diventata in poche ore un vero e proprio caso, dato che persino la Commissione Antimafia ha chiesto esplicitamente la cancellazione dell’intervista. “Mi auguro che in Rai ci sia un ripensamento. Ma se questa sera andrà in onda l’intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che Porta a Porta si presta ad essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò di convocare in commissione la presidente e il direttore generale della Rai”, annuncia Rosi Bindi, presidente di Palazzo San Macuto.
Da Palazzo Madama è arrivata invece una lettera a Roberto Fico, il presidente della Vigilanza Rai. A inviarla sono un gruppo di senatori del Pd, guidati da Lucrezia Ricchiuti, che definiscono l’intervista a Riina junior “un momento di indebita pubblicità a una famiglia che in nessun modo contribuisce all’elevazione civica e culturale del Paese”. I senatori dem chiedono a Fico di convocare una seduta della Vigilanza “per verificare presupposti e misura di sanzioni sulla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo”, dato che episodi simili “rischiano di far sembrare la televisione pubblica il salotto in cui le associazioni criminali sono di casa: Vespa si è già reso responsabile di un’esecrabile trasmissione lo scorso agosto 2015”.
Il riferimento è per la puntata di Porta a Porta dell’estate scorsa che vedeva tra gli ospiti in studio Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote di Vittorio Casamonica, il capostipite dell’omonimo clan al quale furono dedicati gli spettacolari funerali a colpi di petali di rosa lanciati da un elicottero. Lo stesso Fico, da parte sua, si chiede: “Il direttore generale della Rai Campo dall’Orto ha autorizzato la presentazione del libro del figlio di Riina? E’ stato autorizzato dal nuovo direttore di Rai 1 Andrea Fabiano? Ci sono degli accordi tra la trasmissione di Vespa e la casa editrice del libro di Riina? Tra poco affronteremo questo argomento in ufficio di Presidenza in commissione di Vigilanza Rai: esigo trasparenza massima. Non mi sembra così che il prodotto editoriale sia cambiato con la nuova dirigenza anzi peggiora”.
Fa riferimento all’omicidio di Piersanti Mattarella, invece, il dem Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza. “In vent’ anni di Porta a Porta Vespa – dice il parlamentare – non si è mai occupato del delitto Mattarella e non ha mai invitato in studio il fratello, oggi presidente della Repubblica. Adesso invita il figlio del carnefice. E’ questo il nuovo servizio pubblico?”. Le parole di Anzaldi sono simili per una volta a quelle dei parlamentari del Movimento 5 Stelle che attaccano: “Di mafia si muore ogni giorno e non abbiamo bisogno del figlio di Riina in tv, non possiamo che constatare con amarezza che è questo il clima culturale e di lotta alle mafie che abbiamo raggiunto in questo momento in Italia, un livello basso e squallido”.
Contro l’intervista al figlio del boss corleonese sono arrivati anche i commenti delle famiglie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Spererei che gli italiani questa sera spengano la televisione”, dice Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato in via d’Amelio, mentre Maria Falcone si dice “costernata” e definisce come “indegna” la scelta compiuta da Porta a Porta, perché va contro il senso del servizio pubblico ed è offensivo rispetto ai valori trasmessi e rappresentati da quanti hanno dato la loro vita nella lotta alla mafia”.
Chi è Giuseppe Salvatore Riina – Trentanove anni, mafioso pure lui con una condanna a 8 anni e 10 mesi completamente scontata, Riina junior vive a Padova, dove è stato inviato al soggiorno obbligato dopo la scarcerazione. Nell’intervista alla trasmissione di Vespa presenterà il suo libro, “Riina family life” (edizioni A nord est), dove racconta la vita quotidiana trascorsa a contatto con Riina senior, sanguinario boss stragista, ma allo stesso tempo dipinto come un affettuosissimo padre.
Dalle serate trascorse a guardare le regate di vela, alle gite al mare, fino al 23 maggio del 1992, quando il capo dei capi guarda in televisione le immagini della strage di Capaci. “La tv era accesa su Rai1, e il telegiornale in edizione straordinaria già andava avanti da un’ora. Non facemmo domande, ma ci limitammo a guardare nello schermo. Il viso di Giovanni Falcone veniva riproposto ogni minuto, alternato alle immagini rivoltanti di un’autostrada aperta in due. Un cratere fumante, pieno di rottami e di poliziotti indaffarati nelle ricerche. Pure mio padre Totò era a casa. Stava seduto nella sua poltrona davanti al televisore. Anche lui in silenzio. Non diceva una parola, ma non era agitato o particolarmente incuriosito da quelle immagini. Sul volto qualche ruga, appena accigliato, ascoltava pensando ad altro”, ha raccontato il giovane mafioso al Corriere della Sera. E quando il giornalista gli ha chiesto qualche parola per i familiari delle vittime, il figlio del capo dei capi ha risposto pronto: “Meglio il silenzio, nel rispetto del loro dolore e della loro sofferenza. Anche in questo caso la meglio parola è quella che non si dice”. Parole che non hanno bisogno di alcun commento.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04 ... a/2612803/