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erding ha scritto:Possiamo non essere d'accordo sui contenuti, ma dobbiamo riconoscere che non manca la chiarezza.
mariok
Mario, sono solo enunciazioni di obbiettivi.
Per esempio, dire: "Un recupero dell’evasione fiscale del 25-30 per cento. Base aggredibile: 120 miliardi. Obiettivo di risorse recuperate 30-36 miliardi."
Detto così... qualcuno potrebbe, per assurdo, fare meglio dicendo:
Evasione, base aggredibile: 120 miliardi. Recupero 80% pari a 96 miliardi.
Tra il dire ed il fare...
un saluto
Già le sole enunciazioni di obbiettivi (credibili e soprattutto misurabili) sono un passo avanti rispetto alle fumosità demagogiche che dicono tutto e niente.
Per quanto riguarda lo specifico (lotta all'evasione fiscale), mi sembra che Renzi le sue idee le precisi con chiarezza.
matteo renzi ha scritto:Per rafforzare la lotta all'evasione proponiamo di integrare strettamente l'investigazione e l'esazione, oggi frazionate tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza da una parte e giustizia tributaria e giustizia ordinaria dall'altra. E' necessario andare verso un'unica agenzia che abbia anche poteri di coordinamento della Guardia di Finanza. Il personale mobilitato nella lotta all'evasione dovrà essere di assoluta eccellenza, adeguatamente incentivato sul recupero dell’evasione e organizzato sia su base territoriale che per settori merceologici. Le strutture saranno fornite di dotazioni tecnologiche di avanguardia che consentano di incrociare le dichiarazioni dei redditi con i dati rilevanti del contribuente (consumi di energia, transazioni bancarie, beni posseduti, collaboratori domestici, ecc.) per identificare i sospetti evasori su cui la Guardia di Finanza potrà effettuare controlli mirati.
Ma non voglio fare l'apologia di Renzi.
Voglio solo dire che le fumosità della sinistra sono insostenibili.
Quando Vendola per esempio dice "La crisi devono pagarla le banche e la finanza", qualcuno sa spiegarmi in pratica che significa (quanto, come, in quali tempi)? Che fa le nazionalizza? Sarebbe un deja vu disastroso (a parte il fatto che le fondazioni sono già enti pubblici controllati dai comuni). Mette una Tobin tax sulle transazioni finanziarie? Ed ha senso farlo solo in Italia? E non avrebbe come unico effetto quello di spostare le transazioni sulle altre borse europee?
Ormai questa gente ha perso la mia fiducia. Quindi pretendo chiarezza, concretezza e coerenza.
Il giochetto di farmi trattare da tifoso che deve solo schierarsi dicendo da che parte sta almeno con me non funziona più.
camillobenso ha scritto:
Subito la legge anticorruzione, più di quella proposta, per risparmiare 60 miliardi accertati (100 reali)
Subito la legge per scaricare dalla dichiarazione dei redditi tutto quello che si acquista, e quindi la richiesta di fattura su tutto.
Subito riforma delle entrate.
Subito i tagli delle spese, non dopo 6 mesi, chiamando esperti che poi ti fanno ancora tagli a caXXo.
Subito vendita dei patrimoni ma non quelli come ora che ti vendono le aziende gioiello in attivo.
I 35 miliardi per i caccia potevano essere spostato nel tempo, quando le condizioni miglioravano.
Subito andare in Svizzera per sbloccare 37 miliardi di depositi oggi volati in Cina.
Subito taglio netto dei regali di Stato alle imprese amiche a fondo perduto (30 miliardi).
Tutto questo non è stato volutamente ed intenzionalmente fatto e noi stiamo affondando.
Chi viene dopo Monti deve poter fare queste cose altrimenti entreremo anche noi nella “Notte dell’Europa”
Che si chiami Bersani, Renzi, Puppato, Berlusconi, Alfano, oppure colonnello Buttiglione, se vuole fare ripartire l'Italia si deve comportare in questo modo.
Mostrami uno che si impegna a fare queste cose e lo voto.
P.S. Una patrimoniale da 300 miliardi, scusami ma non sta né in cielo né in terra.
La ricchezza in Italia ammonta (dato Banca d'Italia del 2010) a 8.600 miliardi. Oggi, con la crisi sarà più bassa. Il 44% è posseduto dal 10% delle famiglie (con una media per famiglia di 1,5 milioni di €, mentre il rimanente 90% ha un patrimonio medio pro-capite di 223.000 €).
300 miliardi su un imponibile (ammesso di scovarlo tutto, in mancanza di un'anagrafe dei patrimoni) di 8.600 * 44% = 3.784 miliardi significa un'aliquota media dell'8%, che è molto al di sopra della rendita plausibile e che non sta nè in cielo nè in terra.
In Francia le aliquote della patrimoniale oscillano tra lo 0,25% (imponibili tra 1,3 e 3 milioni) e 0,50% (imponibili oltre i 3 milioni) che qui da noi significherebbero un gettito intorno ai 14 miliardi. Non so poi quanti di questi andrebbero a sommarsi all'IMU che è già una patrimoniale.
Tanto per capire l'ordine di grandezza, dare un bonus fiscale di 100€/mese ai lavoratori dipendenti al di sotto dei 2.000€/mese costerebbe 20 miliardi l'anno.
Il mitico Hollande, punto di riferimento della sinistra e della finta sinistra, vuole riportare la Francia al più presto fuori dalla recessione in cui è entrata 2 mesi fa.
- La Francia ha un debito pubblico di poco inferiore al nostro, ma detiene il 40 % del nostro
- La Francia ha un sistema fiscale che funziona e consente a tutti di scaricare tutto.
- Mr. Hollande sta proponendo per redditi superiori al milione di euro una tassazione del 75%
Ci sono in Francia i ladri ? Sì di certo
Ci sono in Francia i grandi evasori? Certamente
Ma mai in numero così elevato come in Italia.
Qui andando avanti in questo modo dovremmo fare la colletta perché non si mettano a piangere.
BUSINESS Francia: polemiche sull’aliquota al 75% per i più ricchi
Sta spaccando la Francia il disegno di legge per innalzare l’aliquota per i più ricchi al 75%.
Il progetto, fortemente voluto dal presidente Hollande, riguarderebbe soltanto coloro che hanno un reddito superiore al milione di euro. Ma anche solo l’ipotesi di una super-tassazione sta già spingendo molti a cercare rifugio in Paesi fiscalmente più ‘amichevoli’. Primo fra tutti l’uomo, secondo il settimanale Challenges, più ricco di Francia: Bernard Arnault, che avrebbe un patrimonio di più di 21 miliardi di euro. Il patron di LVMH
avrebbe già richiesto il passaporto belga. In Belgio anche Gérard Mulliez, che guida il gruppo Auchan. Resterebbe invece in Francia la donna più ricca del Paese: Liliane Bettencourt.
Quando la benzina è aumentata, Hollande ha cercato di contenere l’aumento tagliando le accise, perché ben conscio che avrebbe esaltato la spirale della recessione e ne avrebbe di conseguenza ritardato i tempi di uscita.
Nel Bel Paese, invece, il governo Monti e la compagine di destra ABC che lo sostiene non ha fatto assolutamente una piega. Oggi sappiamo il perché con i 24,5 miliardi incassati in 8 mesi.
D’altra parte è giusto così, se no ai Belsito, ai Lusi, ai Fiorito, ai Forchettoni, e a tutti gli altri i soldi da sprecare come arrivano?
La sora Marcegaglia ai tempi della sua presidenza in Confindustria, dal febbraio 2011 ha cominciato a strillare come un’aquila contro il governo Berlusconi.
Ufficialmente raccontava per l’economia che andava male, ma in realtà si preoccupava delle casse dello Stato che si stavano svuotando e Babbo Natale per l’anno in corso rischiava di non portargli il solito regalino da 20 milioni a nome dello Stato italiano.
Premetto che quanto sto per dire non ha nessun intento polemico, e che il giudizio sul programma sarebbe lo stesso anche se chi lo presentasse si chiamasse Adam Smith, Luigi Einaudi, John Kenneth Galbraith o Nouriel Roubini, ritenuto in questo momento come l’unico economista di statura globale.
Il mio punto di vista è fortemente influenzato dagli ultimi 11 anni di politica nazionale e dagli ultimi 4 anni di politica internazionale.
La crisi internazionale è di dimensioni maggiori e più profonde di quella del ’29. Di economisti italiani di rilievo che possono comprendere i problemi di politica industriale sono una rarità. L’unico che regge ancora la scena è Romano Prodi, preso in considerazione dal governo cinese ma non dagli italiani, che preferiscono nascondersi dietro il solito “mortadella”.
Ma dubito che Romano abbia presente gli effetti che l’automazione, integrata dall’informatica e dal un miglioramento della qualità della meccanica degli ultimi anni, quale impatto può avere sulla produzione e sull’occupazione. A grandi linee forse, ma meno nel dettaglio.
Questo non trascurabile stato dell’arte incide in modo considerevole sull’economia e sull’occupazione, e di conseguenza sul rilancio dell’economia.
Lo stato di fatto attuale deve quindi prendere in considerazione:
- L’economia nazionale
- L’economia internazionale
- Lo stato di avanzamento dell’automazione
- La guerra economica che la Cina in questo momento sta portando avanti sul fronte di tre continenti, Europa, Africa, America.
Non deve trarre in inganno il calo di 5 punti di Pil del Dragone, perché è la naturale conseguenza della flessione dei mercati a causa della crisi internazionale. Come sono in crisi i Paesi industrializzati dell’Occidente, non si vede perché non debba aver subito una flessione pure la produzione cinese.
La produzione in Italia è calata sensibilmente nel primo decennio del secolo e soprattutto ancora di più in questo biennio a causa della crisi economica.
Le prossime elezioni quindi, risentono fortemente dei problemi interni ed internazionali. Pensare che si possono affrontare nel modo classico che si sono affrontate negli ultimi 40 anni, è pura autentica follia.
Comprendo molto bene che la presentazione dei problemi in maniera dettagliata abbia un impatto negativo su chi vuole essere informato. Leggere nel dettaglio come si intende realizzare un progetto può risultare noiosissimo all’ennesima potenza e che quindi sia preferibile un sintetico riassunto. Ma nel caso specifico, mentre ad altri sta bene così, nel mio caso non è sufficiente per l’impegno che dobbiamo affrontare. Le premesse di rilancio di Renzi diventano pertanto un’elenco di buone intenzioni come hanno sempre presentato i politici degli ultimi 50 anni. Se le buone intenzioni dei politici italiani dell’ultimo mezzo secolo si fossero tradotte in fatti concreti, oggi, Germania, Usa, Cina e Russia sarebbero delle nostre colonie.
Basta invece guardare le varie classifiche mondiali di settore per vedere come siamo conciati.
Oggi come oggi, in un momento critico in cui il consenso ai politici si è ridotto al 5 %, per essere credibili, bisogna anche dimostrare come s’intende realizzare quanto si promette.
Quando un linguacciuto piccoletto con la testa asfaltata ha promesso 1 milione di posti di lavoro, a credergli sono stati in molti, ma non ha mai spiegato come li avrebbe ottenuti.
La conseguenza pratica dell’aver preso per buono il libro delle buone intenzioni del piccoletto, ci ha portato a constatare che “il milione di posti lavoro” è rimasto, ma invece di crearli, sono stati persi.
Lo stesso linguacciuto piccoletto si è recato presso il sacrario delle pirlate per mettere in scena lo spettacolo del contratto con gli italiani e di tracciare su di un apposito cartello tutte le buone intenzioni del suo fasullo programma, sottolineando che qualora avesse mancato ad una sola delle promesse scritte gli italiani erano autorizzati a cacciarlo.
Sono passati 18 anni, il piccoletto ha mandato a fondo la Costa Italia, come Schettino ha mandato a fondo la Costa Concordia, ma è ancora qui attaccato al potere come una cozza allo scoglio a rompere i cabbasisi.
Nel suo nuovo book di buone intenzioni, dopo l’ennesimo ritorno dal mondo dei trapassati, nel primo capitolo il piccoletto ci ha scritto che l’Imu è un’ingiustizia e che la casa è un sacrosanto diritto per tutti. Infatti lui per non sbagliare si è comprato 16 ville.
Però seguendo alla lettera il “Manuale per merli scemi e boccaloni” si è guardato bene dallo spiegare come avrebbe sostituito l’attuale entrata dell’Imu, con altra entrata.
Non è questo più il tempo della genericità da far ingoiare all’elettore perché lo si ritiene scemo in partenza. Bisogna saper spiegare il come.
Quello che in pratica i politici prospettano agli elettori è un contratto. Spesso è un contratto verbale, oppure scritto come nel caso di Renzi, o immortalato dalle televioni come usa il piccoletto.
Per il momento quello di Renzi è solo un contratto generico.
Ritengo pertanto giusta l’osservazione di erding, che mostra i limiti della presentazione fatta in questo modo:
Per esempio, dire: "Un recupero dell’evasione fiscale del 25-30 per cento. Base aggredibile: 120 miliardi. Obiettivo di risorse recuperate 30-36 miliardi."
Detto così... qualcuno potrebbe, per assurdo, fare meglio dicendo:
Evasione, base aggredibile: 120 miliardi. Recupero 80% pari a 96 miliardi.
Se non si specifica il come in modo dettagliato chiunque senza impegnarsi minimamente può cimentarsi facilmente in un offerta migliore, tanto poi nessuno verifica mai perché questo è lo strano mondo della politica all’italiana.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, mi sorprende la tradizionale esposizione classica già fatta da molti suoi predecessori. Ma in modo particolare mi sorprende l’assenza della proposta che Stati Uniti e Francia hanno messo in pratica da tantissimi anni con estremo successo.
La possibilità di scaricare tutto quello che si acquista o circa le prestazioni che ci vengono praticate, dal dentista, al medico, all’idraulico, dal negozio che ci ha venduto il divano.
Questa procedura era già molto sentita 40 anni fa tra la cittadinanza italiana, ma la classe politica non spiegando naturalmente mai il perché, sosteneva e ha sempre sostenuto, che “da noi” non era possibile.
Peggio del terzo mistero di Fatima.
Negli Stati Uniti e in Francia devono essere degli autentici mostri se invece si è reso possibile.
A maggior ragione oggi con la crisi che c’è ognuno scaricherebbe molto volentieri tutto quello che acquista, e di conseguenza l’evasione fiscale si ridurrebbe notevolmente, senza bisogno di impiegare militari alla ricerca di scontrini mai battuti.
Ripeto, questo non vale solo per Renzi ma vale per tutti.
Questo invece potrebbe farmi incazzare non di poco:
E' necessario andare verso un'unica agenzia che abbia anche poteri di coordinamento della Guardia di Finanza. Il personale mobilitato nella lotta all'evasione dovrà essere di assoluta eccellenza, adeguatamente incentivato sul recupero dell’evasione e organizzato sia su base territoriale che per settori merceologici
Renzi qui mi sembra Alice nel paese delle meraviglie, sembra che non abbia mai vissuto in Italia, che sia arrivato da Venere da poco.
Provi a leggersi “MANI PULITE 1992-2012” pubblicato da Micromega quest’anno, nella parte in cui il Dottor Davigo racconta la sua esperienza professionale nel rapporto di collaborazione e non con i militari della GdF.
La realtà è quella di Davigo, e non quella che sogna Renzi, o qualsiasi altro che si cimenti nel book delle buone intenzioni, consapevoli che tanto i cittadini sono stupidi e ignoranti e per vincere una gara gli si racconta di tutto e di più e non ha importanza se quanto si racconta non si può realizzare.
Raccontava il signor “X” sempre bene informato, solo un mese fa:
Un grosso immobiliarista di Torino, con uno sproposito di appartamenti di proprietà tanto da non crederci per il numero esorbitante esibito, ma che diventa reale ed accettabile quando il suo patrimonio comincia ad essere considerato interessante da una nota testa coronata europea al punto tale di concedere in moglie la figlia, al figlio dell’immobiliarista,.. un giorno decide di acquistare una villa in Svizzera.
Come consuetudine viene data una festa inaugurale. Una settimana più tardi si presenta nell'ufficio dell'immobiliarista un colonnello della GdF accompagnato da una scorta di ufficiali e militari.
All’immobiliarista il colonnello sciorina una serie di dati economici sui costi della casa svizzera e su quanto è costata la festa e l’elenco preciso dei nominativi dei partecipanti, oltre alle infrazioni commesse con l’erario italiano.
L’immobiliarista sorpreso dall’estrema precisione dei dati forniti chiede al colonnello: <<Ma lei come fa a conoscere tutte queste cose?>>
- “Perché a quella festa ci stavo anch’io con i miei militari e tutto il resto è una debita conseguenza”
Poi il colonnello prosegue con altri addebiti e conclude con il classico : Le faremo sapere
Il far sapere si è tradotto in un’ammenda di trentamilioni di lire, perché il fatto è accaduto poco prima dell’euro.
Ma il tutto però si è concluso, nel modo classico.
Un giorno l’immobiliarista avvisa la segretaria che in giornata un finanziere si sarebbe presentato nei loro uffici e che avrebbe avuto il permesso d’acceso al suo di ufficio e che nessuno doveva interferire.
Infatti fu così che il finanziere entrò nell’ufficio dell’immobiliarista, individuò subito sul tavolo la busta gialla e cominciò a soppesarla. La porta rimasta socchiusa permise alla segretaria di sbirciare attraverso la fessura per vedere cosa accadeva presso il tavolo del capo. Si meravigliò della precisione della pesatura automatica del militare perché le sembrava che avesse una bilancia nel braccio. Il militare scosse il capo dopo la pesatura con un moto d’assenso come di solito può fare solo chi ha molta esperienza nella pratica di questo tipo di pesature.
Naturalmente l'ammenda da trenta milioni è svanita come neve al sole.
Di queste e di altre storie ne abbiamo sentite a iosa in questo mezzo secolo, ma la cosa più stupefacente per me è che il Dottor Davigo la sua esperienza l’abbia messa nero su bianco in un libro.
Quindi Renzi venga giù dal pero quando scrive: ……Il personale mobilitato nella lotta all'evasione dovrà essere di assoluta eccellenza,…..
Non siamo mica tutti merli scemi, prima ci spieghi accuratamente come si bonifica un’ambiente poco recuperabile che opera da più di mezzo secolo in questo modo, visto che il destro e durissimo magistrato Dottor Davigo e i suoi colleghi di Mani pulite in quel settore sono riusciti a combinare ben poco.
Chi sa come vanno le cose in questo mondo, ma soprattutto nel Bel paese dei campanelli, è scettico alle trombonate.
Se poi come sostiene mario, la finta sinistra e la sinistra prospettano ancora meno, significa che questo Paese è letteralmente spacciato, senza via di scampo.
Penso che sia assolutamente legittimo fare le pulci alle promesse che fa un politico in campagna elettorale.
Per quanto poi riguarda specificamente il caso Renzi, concordo con gran parte delle osservazioni di camillobenso.
C'è comunque da dire che nel caso Renzi di materiale da esaminare e contestare ce n'è. In altri casi, come Vendola e Di Pietro (ma non solo), oltre qualche slogan non mi pare ci sia molto su cui discutere.
Pdl Lazio, Cardulli (Pd) contro i suoi consiglieri: “Complici di un ladro”
Sul sito di un iscritto dei Democratici una lunga invettiva contro i rappresentanti del partito; incapaci di far cadere il governo della destra, miopi o assenti quando si votava un meccanismo di spartizione di denaro pubblico: "Prima di leggerlo sui giornali, avete assunto parenti, fratelli, amanti?... L'antipolitica non è Grillo, siete voi"
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 23 settembre 2012 | Commenti (501)
Lo scandalo dei fondi ai consiglieri della regione Lazio si arricchisce di un nuovo capitolo. La rivolta della base contro i consiglieri del Pd: incapaci, secondo Michele Cardulli libero iscritto al partito, di far cadere il governo di destra della regione e soprattutto miopi o assenti quando il meccanismo della distribuzione dei fondi veniva approvato. I Democratici per ora stanno raccogliendo le firme per le dimissioni in blocco di tutto il consiglio regionale, dopo la decisione della presidente, Renata Polverini, di restare imbullonata alla sua sedia. Per giorni c’è stato un tiramolla sulle dimissioni: prima quasi annunciate, poi certamente ritirate perché la Polverini è stata convinta a restare dallo stesso Silvio Berlusconi. Tutto intorno lo scandalo dei fondi usati dai consiglieri per festini, cene e chissà cosa altro. Milioni di euro, 20 milioni, in pochi anni finiti nelle tasche dei degli eletti del popolo. Così voraci da perseguitare per avere il denaro, come lui stesso ha raccontato, l’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito, indagato per peculato. “Er Batman”, questo il soprannome di Fiorito, ha raccontato il “sistema” della spartizione, ha snocciolato una per una le richieste dei colleghi. E ora uno della base del Pd, che come scrive sul sito è innamorato della politica e non delle poltrone (lavora stampa del Consiglio regionale Lazio dopo aver vinto un concorso), lancia sul suo sito una invettiva, scrive un je accuse contro i compagni di partito accusati di essere complici di un ladro: “E allora voi avete almeno il dovere di dirci dove stavate”. Cardulli chiude il suo pamphlet con una frase tranciante: “Invece di pensare alle preferenze, per una volta pensate ai voti che ci fate perdere con le vostre facce impassibili. Sepolcri imbiancati di un sistema di potere che genera corruzione. Incapaci perfino di capire che tutto sta crollando”. Molti i commenti e le condivisioni e le sottoscrizioni del “Sostiene Carulli”.
“Cari consiglieri regionali del Pd,
vi scrivo questa lettera perché non facendo parte della direzione del partito non posso intervenire lunedì e dirvi le stesse cose in faccia, guardandovi negli occhi. Da una settimana avete avuto la possibilità di mandare a casa la destra del Lazio, mandando definitivamente in pezzi il partito di Berlusconi e avviando un processo a catena che avrebbe fatto saltare, come dice lo stesso Berlusconi, Campania e Lombardia. Da una settimana avete preferito tacere, limitandovi a qualche comunicato stampa, all’annuncio di una mozione di sfiducia della quale non si ha traccia, alla richiesta di dimissioni della Polverini “perché – come dice il capogruppo Montino – non ha più la maggioranza”. Dite di spendere oltre settecentomila euro per i manifesti, ma in questo caso non avete stampato manco un volantino. Davanti al consiglio regionale, venerdì mattina c’erano dieci militanti della Federazione della sinistra a manifestare.
Vi scrivo non tanto perché preoccupato della vostra carriera politica, che da questa situazione – magari non ve ne siete accorti – riceverà una mazzata terribile. Ma perché quella che state gettando nel fango è la mia faccia. La mia faccia di militante del Pd che va a parlare con la gente, che apre il circolo, che attacca i manifesti. Vorrei chiedervi cosa vado a dire domani ai cittadini? Che cosa gli vado a dire: beh, ma noi abbiamo usato i fondi per le iniziative politiche, mica per le donnine e le Bmw? Io, noi, quelli che non prendono rimborsi, diarie e indennità, ci mettiamo la faccia tutti i giorni. Non ci meritiamo di sentir dire “abbiamo sbagliato ad accettare quei soldi”. Facile, voi avete fatto il sacrificio di gestire oltre due milioni di euro, noi andiamo a raccontare ai cittadini che ci serve il loro contributo per pagare l’affitto del circolo e per stampare i manifesti. E allora voi avete almeno il dovere di dirci dove stavate.
Dove stavate quando l’ufficio di presidenza approvava quel meccanismo nefasto di moltiplicazione dei fondi. Forse il vicepresidente Bruno Astorre era malato? E non se n’è accorto dopo? Era così difficile capire che distribuire 12 milioni di euro in un anno ai gruppi consiliari, per giunta senza alcun meccanismo di controllo, senza nessuna regola, era una cosa scandalosa? Vi informo che la Regione ha chiuso ospedali, non paga i fornitori, taglia i fondi per i trasporti, taglia perfino il buono pasto ai dipendenti. Mi chiedo dove stavate quando il Pdl presentava i suoi bilanci al Comitato regionale di controllo contabile. Forse anche il presidente Carlo Ponzo era malato? E quando i soldi sono arrivati al gruppo, Esterino Montino non si è accorto che erano forse un po’ troppi. Anche lui malato. Oggi su Repubblica dice che avete fatto una riunione. Per rimandarli indietro? No, solo per stabilire le procedure per utilizzarli.
Mi chiedo dove state quando in Consiglio regionale si cambiano porte nuove, si comprano mobili nuovi per sostituire scrivanie che hanno due anni di vita per soddisfare il capriccio di qualche presidente di commissione. Mi chiedono dove state quando si fanno lavori inutili, senza appalto. Centinaia di migliaia di euro buttati, anche questi lavori sono spartiti fra voi? Mi chiedo dove eravate quando l’ufficio di presidenza votava la delibera che distribuisce a pioggia un milione e mezzo di euro a testate locali in cambio della benevolenza verso qualche consigliere. Mi chiedo dove eravate quando l’ufficio di presidenza distribuiva patrocini a pioggia, poche migliaia di euro che diventano milioni se le sommiamo tutte insieme. Mi chiedo dove eravate quando si approvavano i lavori per fare la nuova biblioteca, tutta legni pregiati, lampade che raffigurano lo stemma della regione, pavimenti in marmo. Frequentatori zero. E mi chiedo soprattutto perché non avete mai risposto a quelli che vi chiedevano di fare una battaglia perché le delibere dell’ufficio di presidenza fossero pubbliche, inserite sul sito come tutti gli atti del Consiglio regionale, come io stesso ho fatto per anni. Perché lì, nella segretezza di quelle decisioni di sei persone, stanno le radici del malaffare.
E dire che è tutta colpa di Fiorito non vi laverà la coscienza. Perché se lui è un ladro, come scrive Merlo su Repubblica, voi siete i pali, voi siete complici. E voglio sapere, ne ho il diritto come iscritto a questo partito, chi avete pagato con quei 622 mila euro che dite di aver speso per i collaboratori del gruppo. Le 23 persone che lavorano al gruppo pagate dal consiglio regionale non bastavano? Chi sono questi collaboratori, chi li ha decisi? Prima di leggerlo sui giornali, avete assunto parenti, fratelli, amanti? Malgrado avessi ben presente tutto questo mi sarei aspettato un sussulto di orgoglio, una battaglia in aula, dimissioni collettive, gesti clamorosi. Se lo aspettavano quelli che aprono le sezioni, vanno ad attaccare i manifesti e vanno soprattutto a chiedere quei voti che vi permettono di stare lì.
E invece nulla, manco per salvare la faccia. Sono stanco di leggere le dichiarazioni di chi si scusa. Sono stanco di leggere ‘siamo onesti, però abbiamo sbagliato ad accettare quei soldi’. Non capite che non è la vostra la faccia, ma la mia, la nostra? L’antipolitica non è Grillo, siete voi con la vostra arroganza e la vostra presunzione. Vi credete depositari di non si capisce bene quale verità assoluta perché “prendete le preferenze”. Eccole le preferenze: Fiorito 26mila, migliaia anche per Piccolo. Invece di pensare alle preferenze, per una volta pensate ai voti che ci fate perdere con le vostre facce impassibili. Sepolcri imbiancati di un sistema di potere che genera corruzione. Incapaci perfino di capire che tutto sta crollando. Vi chiedo – a dire il vero con poca speranza – un sussulto di orgoglio. Dopo la frase ‘abbiamo sbagliato’ nella prossima intervista, aggiungete ‘per questo mi dimetto’. Forse guardarvi la mattina allo specchio sarà più facile”.
Annamaria Castellani Poco fa Sono cento,mille, centomila i militanti che la pensano come Cadulli:Traditi da questi ex compagni, ex amici carrieristi della politica, politici a vita 20 - 30 anni di incarichi nel pci nella dc poi nel pds nei des nella margherita e ora nei democratici, Trapezzisti di basso rango protetti da una rete tessuta con astuzie e ipocrisie. Impastati di presunzione e arroganza. I voti, le preferenze che hanno avuto negli anni sono il frutto di favori, clientele e di qualche contributo economico elargito ai loro partiti. Gente vecchia di mentalità che ha come modello l'escursus politico di Andreotti: incarichi fino alla morte.Vanno nei circoli e fanno interventi accattivanti, vanno nelle istituzioni e si fanno i ..fatti loro. Come fare per liberarsi di questi pessimi professionisti della politica? Occorre ormai essere drastici: O SENE VANNO LORO O CE NE ANDIAMO
NOI. LA CONTEMPORANEA MILITANZA NEL PARTITO DEMOCRATICO E' INCONCILIABILE DIVENTEREMMO LORO COMPLICI. Rifletta BERSANI, agisca GASBARRA.
Cari elettori laziali, avete preferito la Polverini (sigh!) alla Bonino ... Chi è causa del proprio mal, pianga se stesso!
liberodipartecipare 20 minuto fa
Son tutti uguali?! Sono i consiglieri Radicali Rossodivita e Berardo che hanno pubblicato sul web i dati dello scandalo. Non sono tutti uguali!!!
Non è stato il PD, non è stato l'IDV, non è stato il SEL ... sono stati i Radicali che hanno messo i dati sul web ripresi poi da Rizzo del Corriere della Sera.
E' possibile che nessuno sottolinei chi è quel qualcuno che ha fatto esplodere il caso della Regione Lazio?
P.S.
Caro Direttore Padellaro, è un FATTO che siano stati i Radicali a pubblicare i dati sul web, perché non scriverlo?
pattysm51 44 minuto fa
purtroppo è un sistema ideato da disonesti per i disonesti e gli altri ne approfittano, loro malgrado però..così quando il bubbone scoppia possono tirarsi fuori" dicendo abbiamo sbagliato ad accettare i finanziamenti!!!Perchè ci stanno tanto a menarselo con la legge elettorale??Perchè deve assicurare ai" soliti statisti di alto livello"(sic..)un posticino a vita in mezzo ai privilegi ed ai soldi guadagnati scaldando poltrone e snocciolando stupidate nei soliti teatrini televisivi....e sempre senza produrre alcunchè di valido per la comunità.Ecco come siamo ridotti:sudditi di una casta ignorante,arrogante e nullafacente.
pinodelli 1 ora fa
scusate ma quando una mangia tanto dopo si addormenta pesantemente.siate comprensivi su'.e' un problema di digestione.quando li faremo smettere di mangiare non avranno piu' problemi di sonnolenza.ho votato pd x 20 anni.l'ultima volta idv.non vogliono piu' il mio voto.e' evidente.e va be'.lo daro' a qualcun altro.
Ariete 51 1 ora fa
Nauseati? Credo di no! O perlomeno non ancora. Fin tanto vedo i sondaggi relativi alle proiezioni di voto dei partiti coinvolti in questi scandali, non mi riferisco solamente al PDL, ma anche a chi con compiacenza ha usufruito dei vantaggi illeciti, rimanere immutate rispetto alle scorse settimane, mi dico: fin quando l'elettore sarà disposto ad accettare comportamenti simili? E' mai possibile che vi sia ancora posto nella propria sopportazione per vedere calpestate le regole morali che, fuori confine, farebbero letteralmente condannare alla galera chi le avesse infrante? Siamo tutti condannati a pagare i furti continuati di una classe politica disonesta che ha tolto il futuro ai giovani e speranza ai vecchi, cosa devono fare questi per indurci a voltare pagina? Questa é la politica e questa sarà quella che continuerà a governare il paese....... se noi non metteremo la parola fine a queste violenze.
Nel magna-magna ci sono tutti, ma proprio tutti! Persino i grillini in Emila-romagna usavano i soldi pubblici per comprarsi le comparsate in televisione.
LE INDAGINI ECCO LE DELIBERE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA LAZIALE
Così i partiti decidevano come dividersi i soldi
Anche Pd e Idv d'accordo per passare da 1 a 14 milioni
ROMA - Le erogazioni ai gruppi politici della Regione Lazio sono lievitate senza che fosse fornita alcuna giustificazione specifica. Le decisioni dell'ufficio di presidenza, poi ratificate dal consiglio regionale - che hanno consentito di passare da un milione di stanziamento ratificato il 26 gennaio 2010 (la giunta all'epoca è guidata dal centrosinistra) ai 14 milioni dell'8 novembre 2011 - sono sempre state motivate con una generica esigenza di denaro. E adesso pure su questo si stanno effettuando controlli. La legge prevede infatti che si specifichino i motivi delle variazioni di bilancio, soprattutto se i fondi devono essere sottratti ad altre «voci». Nonostante la norma fissi criteri precisi per la gestione dei soldi pubblici, le delibere che determinavano i nuovi stanziamenti sono sempre passate all'unanimità, vale a dire con il consenso di maggioranza e opposizione. «Il presidente Mario Abbruzzese decideva d'accordo con il segretario generale Nazzareno Cecinelli e tutti votavano senza effettuare alcuna obiezione o verifica», ha raccontato durante il suo interrogatorio della scorsa settimana l'ex capogruppo Franco Fiorito, ora indagato per peculato. A dimostrarlo ci sono adesso le copie degli atti acquisiti la scorsa settimana nella sede della Pisana dagli uomini del Nucleo Valutario per ordine dei magistrati.
IL VOTO ALL'UNANIMITA' - Il primo provvedimento preso dopo l'elezione della nuova giunta guidata da Renata Polverini risale al 14 dicembre 2010. Il denaro messo a disposizione dei partiti viene aumentato fino a 5,5 milioni di euro. Il 10 febbraio 2011 l'ufficio di presidenza decide all'unanimità che quello stanziamento è congruo. Cecinelli «vista» la pratica. Sono presenti Abbruzzese, il vicepresidente Raffaele D'Ambrosio dell'Udc, e i consiglieri Gianfranco Gatti della lista Polverini, Isabella Rauti del Pdl, Claudio Bucci dell'Idv. Ma due mesi dopo, il 4 aprile, arriva una nota firmata dal funzionario Maurizio Stracuzzi che segnala come «la disponibilità attuale del capitolo 5 non consente, nei prossimi mesi, di soddisfare le obbligazioni». Non viene effettuata alcuna verifica ulteriore visto che in appena 24 ore si riunisce l'ufficio di presidenza e si determina uno stanziamento aggiuntivo di 3 milioni di euro. La composizione è identica a quella della precedente riunione. E anche questa volta tutti sono d'accordo. Il 19 luglio 2011 si segue la solita procedura. A cambiare è solo la «formazione» dell'ufficio di presidenza. Assente D'Ambrosio, è presente l'altro vicepresidente: Bruno Astorre del Pd. Ma il risultato è identico. Anche questa volta la «segnalazione» che le casse sono vuote arriva da Stracuzzi. È stato lui, cinque giorni prima dell'incontro, a sottolineare la necessità di disporre di altri 3 milioni. Detto, fatto. Grazie alla sintonia che regna nell'ufficio di presidenza tutti i gruppi avranno i soldi in più.
GLI STANZIAMENTI PRENATALIZI - Si arriva così al 2 novembre 2011. Stracuzzi usa la stessa formula generica per chiedere altri 2,5 milioni di euro. L'organismo guidato da Abbruzzese procede, senza sollecitare chiarimenti, sei giorni dopo. Nella delibera numero 86 dell'8 novembre 2011 ci si limita a scrivere di «dover procedere per stanziamento da legge di bilancio di previsione esercizio 2011 non sufficiente come dimostra la lettera dell'ufficio preposto». Anche questa volta non c'è D'Ambrosio e manca pure Rauti. A ratificare la decisione ci pensano gli altri rappresentanti che votano per conto di Pdl, Pd, Udc e Idv. Nelle casse dei gruppi arrivano dunque ulteriori fondi e proprio in quel periodo Fiorito comincia a disporre bonifici senza specificare nelle distinte il nome del destinatario e la causale. Una girandola di accrediti che alla fine supera il milione e mezzo di euro. Parte dei soldi è certamente finita nelle sue tasche. Ma il resto? Era stato l'avvocato Carlo Taormina a sollecitare verifiche sulle procedure adottate dall'ufficio di presidenza «perché è in quella sede che si decide la destinazione dei fondi pubblici e dunque, in caso di irregolarità, si commette peculato». Ora anche la Corte dei Conti sta verificando se le procedure seguite nella distribuzione del denaro siano regolari o se le scelte effettuate nel corso degli ultimi due anni abbiano causato danni all'Erario.