@shiloh - 4
La notte dei generali
1) Il generale della destra bucaniera.
Che dovesse rientrare in campo, il vecchio generale B. lo sapeva da sempre. Ha solo atteso il momento tecnicamente più opportuno dopo la cocente sconfitta di “Waterloo” di un anno fa.
Il generale B. sapeva benissimo che i suoi colonnelli, i tenenti colonnello, i maggiori e i capitani del suo esercito di bucanieri d’assalto erano e sono soltanto dei semplici broccoli, dei figuranti, perché li aveva scelti appositamente con quelle caratteristiche con attenta cura proprio lui. Oppure accettati quando si sono proposti singolarmente per far parte della grande famiglia dei bucanieri, previo accurato esame finestra in perfetto stile berlusconiano.
Ha lasciato per un lungo anno che le cose andassero per il loro verso, cioè male per il Pdl in continuo calo di consenso di voti, per poi dimostrare che i suoi sudditi sono degli incapaci e che la destra bucaniera e la destra in generale se vuole frenare l’avanzata della “sinistra” deve affidarsi ancora una volta a lui come nel 1994.
Costruire la realtà che ci circonda diventa un’impresa complicata, perché gli attori del proscenio tricolore sanno esprimere solo tasselli di realtà piuttosto circoscritta ed è piuttosto difficile che questa venga espressa in forma pressoché completa da ogni singolo attore. Il puzzle della realtà che ci circonda, di conseguenza si realizza e completa verificando uno ad uno i singoli tasselli.
Un tassello condivisibile del puzzle lo prendo da Travaglio nel suo editoriale del 09/12/2012, perché non sono molti gli italiani a condividere da sempre questa realtà.
Vent’anni fa il cinquantaseienne Silvio B. inaugurava un supermercato Standa a Casalecchio di Reno e lanciava il suo primo proclama politico per salvare la Fininvest dal tracollo finanziario e se stesso dalla galera: “Come sindaco di Roma, tra Fini e Rutelli, voterei Fini”. Era l’annuncio dell’alleanza a geometrie variabili, con An nel Centro-Sud e con la Lega al Nord, che di lì a quattro mesi avrebbe regalato la vittoria al suo partito chiamato come un coro da stadio: Forza Italia.
Ora il settantaseienne Silvio B. ha gli stessi due problemi di allora: Mediaset rischia il tracollo finanziario e lui la galera.
L’opposizione da operetta, prima della sinistra pidiessina, e poi del centro “sinistro”, si sono ben guardati dal pronunciare pubblicamente questa verità. L’illustre avversario non si poteva offendere ed attaccare in pubblico perché altrimenti sarebbero saltati gli accordi sottobanco con cui hanno governato insieme questi ultimi 18 anni.
“Riguardo all'indebitamento, risulta, dal tradizionale rapporto con cui Mediobanca analizza ogni anno le dieci maggiori aziende italiane, che le aziende del gruppo Berlusconi avevano nel 1992, 7.140 miliardi di lire di debiti (4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a 1.053 miliardi. Essendo questa una situazione ad alto rischio di bancarotta, peggiorata dal fatto che nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi registrarono una crescita pari a zero (dopo molti anni di aumenti elevati e ininterrotti), le banche creditrici cominciarono in quel periodo a richiedere il saldo dei conti.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Ingresso_i ... Berlusconi
Non bisogna poi mai dimenticare la precisazione fatta da Raisi (Fli), poco tempo fa, per essere stato pubblicamente ripreso a Bologna nel 2010 da SB per aver denunciato la segretaria storica di Bersani. Nella lotta politica di solito ci si congratula per aver messo in difficoltà l’avversario. Si viene rimproverati invece quando si va rompere l’equilibrio degli inciuci a monte, dietro le quinte lontano dalla vista dei merli.
Antonio Padellaro nel suo editoriale del 7 dicembre 2012, anticipa l’obiettivo del caimano e suffraga la condivisibile realtà raccontata da Travaglio.
“Primo. Berlusconi si ricandida e subito la politica precipita nel caos. Come un kamikaze votato alla distruzione di tutto e tutti sperando di salvare se stesso ……”
Senza alcun dubbio tutta l’azione del generale B. è quella di salvarsi dalla magistratura e quindi dal carcere e nello stesso tempo tentare di salvare nuovamente le sue aziende dalla bufera della crisi internazionale.
Costi quel che costi.
Da tempo B. stava vivendo qualcosa di equivalente alla Repubblica di Salò. Adesso con la sua ri-ri-ri-ri ridiscesa in campo ha dato il via a “Salò, ultimo atto”.
Questa per il duce – imperatore, Gran Timoniere padano, per il Napoleone che ritorna da Sant’Elena, è l’ultima avventura. Qualunque ne sia la durata e gli esiti.
L’eterno piazzista si sta approntando per vendere un’altra volta merce avariata e di scarsa qualità. Ma a lui non importa, anzi, è l’ennesima sfida perché ritiene che un buon prodotto potrebbe venderlo qualsiasi piazzista da quattro soldi.
L’orgoglio di un buon piazzista è invece il saper vendere merce scadente o avariata comunque facendo fessi i merli. Più sono i merli più è alto il prestigio del piazzista. Qui non tutti sono all’altezza del piazzista brianzolo.
Mentre nel primo caso è la qualità del prodotto che fa vendere bene, con facilità, mentre nel secondo caso quando si vende la merce scadente entra in ballo la capacità del piazzista. E lui si ritiene, a torto o a ragione, il miglior piazzista del regno.
Un buon piazzista in assoluto è quello che riesce vendere la sabbia o il petrolio agli arabi.
L’eterno piazzista poi ripropone all’infinito la formula del positivismo a tutti i costi che aveva spaventato e lo aveva reso ridicolo nel mese di novembre del 2011 in tutta Europa. “I ristoranti sono pieni, l’Italia è un Paese benestante”. Solo che l’Istat e il Censis non la pensano ovviamente come lui.
“Scendo in campo per vincere” ha dichiarato il piazzista meneghino sfoggiando sicurezza trombarola. Dare l’idea di vincere comunque in una gara dove parte dal perdente conclamato è una forma propagandistica di incutere sicurezza ai merli più merli del suo schieramento.
Lui sa che non può vincere ma ha bisogno comunque di buoni numeri per rimanere a galla. Sa che ci sono merli giganti che pendono costantemente dalle sue labbra. Sarebbe da stupidi, dal suo punto di vista, non approfittarne. Non è in fondo colpa sua se “””Suo Padre””” che sta nell’alto dei cieli ha creato i furbi e i fessi.
Nell’ultimo sondaggio di venerdì 7 dicembre 2012 a cura di Swg il Pdl viene dato al 13,8 %, mentre Piepoli ad In onda:
00.51 della barra di scorrimento
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50297813
sostiene che i numeri probabili danno un 16 % per il Pdl e il 12 % per B.
Mieli sostiene che il Pdl senza B. non funziona, vale la metà, lui invece è uno che trascina.
“In Italia, indipendentemente dalla proposta politica c’è gente che la sinistra al governo non la vuole, c’è gente che preferisce che governino altri ( anche i farabutti basta che non governi la sinistra).”
“E un errore che la “sinistra” commette da sempre - aggiunge ancora Mieli -quello di non guardare a fondo la realtà italiana”.
Questo è un dato reale che deve essere sommato allo zoccolo duro berlusconiano.
Più sono alti i sondaggi del Pdd e più si ricompatta la destra che si rende conto che B. oggi vale molto poco, ma turandosi il naso alla Montanelli preferisce votare un partito di plastica, un partito bufala, piuttosto che governi la “sinistra”, o più realmente i fantasmi di quella che un tempo fu la sinistra.
A questo popolo di destra spaventano anche i fantasmi della sinistra.
La stessa cosa è avvenuta a carte rovesciate nel centro “sinistro” quando la sua classe dirigente invocava l’avvento dell’uomo nero, e di conseguenza, elettori pur schifati da una classe politica inconcludente si recava alle urne turandosi il naso pur di fermare il caimano.
E’ un po’ quello che è avvenuto alle primarie del Pdd. Sono stati molti coloro che sono andati a votare solo per fermare Renzi. Non condividono l’attuale dirigenza bersaniana, ma ritenevano il sindaco di Firenze una soluzione ancora ulteriormente peggiorativa. Allo stesso modo una parte dei voti di Renzi sono arrivati dalla destra e da Grillo per non fare vincere Bersani. Flores d’Arcais è stato uno di quelli che si sono recati alle urne solo per abbattere Bersani e i suoi dinosauri di Jurassic Park.
Molti elettori del Pdl sono stanchi delle stesse facce logore di sempre e chiedono un cambiamento. Et voilà ghe pensi mi, “io vi do il cambiamento. Silvio è sempre al vostro servizio”.
Il 70 % del vecchio elettorato nell’ultimo anno ha ripetutamente chiesto di mandare a casa Monti. “E’ tornato in campo il caimano e vi regala la fine del governo Monti. Che volete di più,….basta chiedere”.
A Joblack che sfoga tutta la sua rabbia comprensibile nei confronti del vecchio caimano cinese, faccio presente che:
- La mia personale antipatia per B. è ante litteram, perché risale al 1986 quando il caimano acquista l’AC Milan. Non di certo perché diventa il presidente dei cugini, un presidente dovevano pur averlo, non scherziamo, ma perché SB si comporta subito da classico strafottente “bauscia milanese”. Genere di persona, che non gradisco dalla notte dei tempi. In più ho notato che la notizia non è sfuggita a Wikipedia, una notizia conosciuta da queste parti agli afficionados del calcio e che denota in SB il classico avventuriero senza scrupoli e con il pelo sullo stomaco in qualsiasi circostanza:
“Dopo un iniziale interessamento all'acquisto dell'Inter,[52] che secondo l'opinione di Sandro Mazzola, del direttore sportivo Giancarlo Beltrami e dell'avvocato Prisco si concretizzò nel tentativo di comprare la società prima daFraizzoli nel 1978 e poi da Pellegrini nel 1986,[53] dal 20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi è proprietario dell'Associazione Calcio Milan, club calcistico del quale resse la presidenza dal giorno dell'acquisto fino al 21 dicembre 2004, quando lasciò la carica a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse.”
Nessun tifoso interista acquisterebbe mai l’AC Milan, e viceversa. Molto probabilmente fino a quei tempi SB non si era mai interessato di calcio. Per lui una squadra valeva l’altra per i disegni che aveva in mente.
- Due anni prima dell’acquisto dell’AC Milan, l’imprenditore milanese era tornato ad interessare le cronache per:
Da Wikipedia
“…(Bettino Craxi – ndt) legato in amicizia all'emergente imprenditore Silvio Berlusconi, a favore del quale intervenne per decretare il ripristino delle trasmissioni delle sue reti Fininvest oscurate nell'ottobre 1984dall'ingiunzione di tre pretori,[45] Craxi inaugurò un nuovo corso economico che trovò una sponda nel liberismo di Reagan e dellaTatcher.”
Craxi che per la prima volta nella storia repubblicana, abbandona in fretta e furia Londra, dove si era recato in visita diplomatica da primo ministro, per ritornare a Roma per aiutare l’amico B, ha rappresentato immediatamente un biglietto da visita negativo per l’imprenditore milanese amico di Ghino di Tacco, la fotocopia del noto brigante da strada di Radicofani (Siena).
La mia personale antipatia è almeno anticipata di un decennio prima che diventasse comune ad altri nel 1994. Quindi quasi trentennale.
Però, nel caso specifico, Silvio con il Dl è salvo:
…Un decreto ad hoc per il neo candidato del Pdl, Silvio Berlusconi – che è stato condannato a quattro anni di reclusione, lo scorso 26 ottobre, nel "Processo Mediaset" – e fermamente voluto dal presidente del consiglio, Mario Monti. Non a caso, infatti, i maggiori scontri a sfavore delle “liste pulite” sopraggiungono dal Pdl, dal segretario Alfano che afferma ‹‹ il governo non ha rispettato gli impegni in materia di giustizia ›› e, ovviamente, dal ex presidente consiglio che si sente minacciato da tale proposta.
http://www.infooggi.it/articolo/decreto ... are/34358/
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GLI EFFETTI
Quasi tutti salvi. Anche Dell'Utri
ROMA - Anche Marcello Dell'Utri sarà candidabile. Tra le maglie del provvedimento passano quasi tutti i parlamentari che avevano temuto di non poter ripresentarsi alle elezioni. Tra questi l'amico di Silvio Berlusconi, che ha condiviso successi e avventure politiche e giudiziarie. Dei diversi procedimenti subiti, incluso quello per concorso esterno in associazione mafiosa (la condanna in appello a 7 anni è stata annullata con rinvio in Cassazione), solo uno avrebbe potuto fermare una sua ricandidatura: la condanna definitiva a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frode fiscale in Publitalia. Ma arrivò al termine di un patteggiamento, nel '99. Quindi non vale. A fugare ogni sospetto il ministro Severino chiarisce: «Chi decide di patteggiare deve essere messo nella possibilità di conoscere le conseguenze della sua scelta. Applicarla oggi ritornerebbe a carico dell'imputato in modo irrazionale». Anche Marcello De Angelis (Pdl) era e resta candidabile perché ha scontato la sua pena a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata nell'89. Tra i condannati in via definitiva si salva il pdl Aldo Brancher perché condannato solo a due anni per ricettazione e appropriazione indebita nello scandalo Antonveneta. Anche Salvatore Sciascia (Pdl) potrebbe essere candidato perché la condanna a 2 anni e sei mesi per aver corrotto alcuni ex colleghi della Finanza risale al 2001: troppo vecchia.
V.Pic.7 dicembre 2012 | 10:54© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/12_dice ... d58e.shtml
Tutto questo grazie alla complicità del governo Monti. Silvio, Marcello ed altri sono salvi.
Ma non solo,….. il plauso arriva immancabilmente anche dal solito partitucolo dei defunti, che non riesce a non essere colluso con tutte le porcate possibili ed immaginabili della casta.
“Dal Pd, il responsabile giustizia Andrea Orlando e la capogruppo nella II commissione di Montecitorio, Donatella Ferranti, hanno così commentato:
“Dalle prime notizie stampa il decreto incandidabilità appare rispettoso e coerente dei principi approvati in Parlamento. Aspettiamo di leggere il testo con maggiore attenzione, in ogni caso il Pd farà di tutto perchè l’esame parlamentare di questo provvedimento sia molto rapido, così da consentirne l’applicazione entro le prossime elezioni regionali”.
continua su Il governo approva il decreto per l'incandidabilità dei condannati “
http://attualissimo.it/governo-approva- ... z2EbTwWG4D
Il Pd è un partito di morti viventi in tutti i sensi.
Schulz: “Berlusconi è un pericolo per l’Europa”. IFQ del 10 dicembre 2012.
Se è comprensibile la sua rivincita dopo la proposta di partecipare al film che si girava in Italia, nella parte di “Kapo”, fatta dal piazzista che si credeva Napoleone, non esageriamo, in questo momento il pericolo che si aggira per l’Europa è ben altro, e far finta di ignorarlo fa male solo all’Europa e agli europei antifascisti.
La Borsa chiude oggi lunedì 10 dicembre 2012 in negativo, - 2,2 %, maglia negativa in Europa. Cedono molti titoli, ad eccezione di Mediaset SPA
Nome…..Ultimo…..Ora……Var%....Bid……..Ask……..Apert………Min………Max
Mediaset S.P.A…1.391….17:30…+2.05%...........1.397….1.398…..1.357……1.327…….1.396
Bisognerà chiedersi perché.
Continua in:
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