Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Inviato: 06/08/2014, 21:40
http://www.youtube.com/watch?v=yFsqRBTxFnw&hd=1
INTERVISTA
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): "Non aumenteremo la spesa"
Filippo Taddei, responsabile economico del Partito democratico, rassicura il commissario ed ex economista dell'Fmi: «Segnalare i rischi è il suo lavoro». E annuncia: «Non ci sarà nessuna manovra correttiva»
DI LUCA SAPPINO
31 luglio 2014
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): Non aumenteremo la spesa
Carlo Cottarelli non è un gufo, ma con Matteo Renzi non ha mai avuto un buon rapporto. Era stato messo a far tagli da Enrico Letta. E se Renzi gli ha cambiato ufficio, allontanandolo anche fisicamente da palazzo Chigi, Cottarelli ora lancia la sua bomba, pensa di mollare l’incarico, fa trapelare la notizia di dossier pronti ma chiusi in un cassetto e dice che, il parlamento soprattutto, sta utilizzando «i risparmi sulla spesa per aumentarla», vanificando così i tagli e allontanando l’auspicata «riduzione delle tasse».
Dalla segreteria renziana arriva acqua sul fuoco: «Quello di Cottarelli è un richiamo alla responsabilità» dice all’Espresso il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. Un richiamo, «giusto» ma non così necessario, perché «quello che noi vogliamo fare è riallocare la spesa, aumentandola su scuola e università, ad esempio, ma non aumentarla nel suo complesso».
«Non va letta come una polemica col governo» dice insomma Taddei. Che poi minimizza anche gli effetti della sbagliata previsione sul Pil (0,8 aveva detto il premier presentando il Def, 0,3 sarà per il fondo monetario internazionale): «Non è tanto un problema per i conti pubblici, quanto un problema perché ritarda la ripresa dell'occupazione». «Non ci sarà nessuna manovra correttiva» assicura ancora Taddei. E sugli effetti depressivi dei tagli, replicando all’economista Emiliano Brancaccio, intervistato dell’Espresso , precisa: «Se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva?». Sul rischio, paventato dal forzista Renato Brunetta, di un’imminente lettera di richiamo della Bce, Taddei assume un tono incredulo: «Non riesco a capire perché se ne parli», dice. «La fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
Taddei, il commissario Carlo Cottarelli accusa il parlamento: «Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali». La polemica però è anche col governo. «No. Ho sentito Cottarelli e il suo è solo un richiamo alla responsabilità, senza polemica verso il governo, ma rivolto a tutte le istituzioni repubblicane. È suo compito segnalare ogni volta che i risparmi rischiano di venire utilizzati per altro che non sia la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, priorità dell’Italia, del Pd e del governo Renzi».
Cottarelli dà anche una cifra: «Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015».
«Cottarelli avrà i suoi calcoli, e mette insieme sicuramente l’emendamento su quota 96 con altri piccoli interventi
collegati al decreto della P.A. Ma, ripeto, è il suo ruolo: fa bene a segnalare ma non deve preoccuparsi. Noi vogliamo riallocare la spesa, sì, aumentando ad esempio quella per scuola e università, ma una cosa è riallocare la spesa, un'altra è aumentarla nel suo complesso».
Esistono questi 25 dossier chiusi in un cassetto?
«I dossier esistono, ma non sono chiusi in un cassetto. Sono stati condivisi ai più alti livelli. Alcuni sono più utili di altri, come in tutte le cose. Il lavoro di Cottarelli non si esaurisce però nei dossier, e va oltre, perché Cottarelli non è un archivista ma un economista esperto e le sue raccomandazioni sono molto dettagliate e sistemiche»
Alle parole di Cottarelli si aggiunge la sbagliata previsione sull'andamento del Pil. Mezzo punto in meno (0,8 aveva detto il premier, 0,3 per l'Fmi), vale 4 miliardi. Che effetto avrà sui piani annunciati dal governo?
«Aspettiamo i dati definitivi sul secondo trimestre prima di poterlo dire. Il rallentamento della crescita, la cui entità valuteremo tra qualche giorno, non è però tanto un problema per i conti pubblici, quanto perché ritarda la ripresa dell'occupazione».
Dovrete veramente trovare, in sede di legge di stabilità, altri 25 miliardi? L'economista critico Emiliano Brancaccio dice all'Espresso che così avremo solo più effetti depressivi. Pensate invece che tagliando la spesa il Pil alla fine crescerà?
«Nessuna manovra correttiva. Sappiamo però che la legge di stabilità sarà impegnativa, questo sì, perché grandi sono gli impegni delle riforme strutturali che abbiamo preso».
E gli effetti depressivi?
«Sugli effetti depressivi dei tagli alla spesa vorrei che fossimo chiari: se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva? Il Pd vuole tutelare la spesa pubblica perché vuole mantenere lo stato sociale. Non c'è modo migliore di proteggere lo stato sociale che migliorarne l'efficacia, scagliandosi senza tentennamenti contro sprechi e abusi».
Renato Brunetta ha persino ipotizzato una nuova lettera della Bce. Pensa arriverà?
«Non mi risulta alcuna possibilità che la Bce ci mandi una lettera. Non riesco a capire perché se ne parli. Data la loro esperienza di governo, la fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... i-1.175082
INTERVISTA
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): "Non aumenteremo la spesa"
Filippo Taddei, responsabile economico del Partito democratico, rassicura il commissario ed ex economista dell'Fmi: «Segnalare i rischi è il suo lavoro». E annuncia: «Non ci sarà nessuna manovra correttiva»
DI LUCA SAPPINO
31 luglio 2014
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): Non aumenteremo la spesa
Carlo Cottarelli non è un gufo, ma con Matteo Renzi non ha mai avuto un buon rapporto. Era stato messo a far tagli da Enrico Letta. E se Renzi gli ha cambiato ufficio, allontanandolo anche fisicamente da palazzo Chigi, Cottarelli ora lancia la sua bomba, pensa di mollare l’incarico, fa trapelare la notizia di dossier pronti ma chiusi in un cassetto e dice che, il parlamento soprattutto, sta utilizzando «i risparmi sulla spesa per aumentarla», vanificando così i tagli e allontanando l’auspicata «riduzione delle tasse».
Dalla segreteria renziana arriva acqua sul fuoco: «Quello di Cottarelli è un richiamo alla responsabilità» dice all’Espresso il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. Un richiamo, «giusto» ma non così necessario, perché «quello che noi vogliamo fare è riallocare la spesa, aumentandola su scuola e università, ad esempio, ma non aumentarla nel suo complesso».
«Non va letta come una polemica col governo» dice insomma Taddei. Che poi minimizza anche gli effetti della sbagliata previsione sul Pil (0,8 aveva detto il premier presentando il Def, 0,3 sarà per il fondo monetario internazionale): «Non è tanto un problema per i conti pubblici, quanto un problema perché ritarda la ripresa dell'occupazione». «Non ci sarà nessuna manovra correttiva» assicura ancora Taddei. E sugli effetti depressivi dei tagli, replicando all’economista Emiliano Brancaccio, intervistato dell’Espresso , precisa: «Se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva?». Sul rischio, paventato dal forzista Renato Brunetta, di un’imminente lettera di richiamo della Bce, Taddei assume un tono incredulo: «Non riesco a capire perché se ne parli», dice. «La fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
Taddei, il commissario Carlo Cottarelli accusa il parlamento: «Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali». La polemica però è anche col governo. «No. Ho sentito Cottarelli e il suo è solo un richiamo alla responsabilità, senza polemica verso il governo, ma rivolto a tutte le istituzioni repubblicane. È suo compito segnalare ogni volta che i risparmi rischiano di venire utilizzati per altro che non sia la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, priorità dell’Italia, del Pd e del governo Renzi».
Cottarelli dà anche una cifra: «Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015».
«Cottarelli avrà i suoi calcoli, e mette insieme sicuramente l’emendamento su quota 96 con altri piccoli interventi
collegati al decreto della P.A. Ma, ripeto, è il suo ruolo: fa bene a segnalare ma non deve preoccuparsi. Noi vogliamo riallocare la spesa, sì, aumentando ad esempio quella per scuola e università, ma una cosa è riallocare la spesa, un'altra è aumentarla nel suo complesso».
Esistono questi 25 dossier chiusi in un cassetto?
«I dossier esistono, ma non sono chiusi in un cassetto. Sono stati condivisi ai più alti livelli. Alcuni sono più utili di altri, come in tutte le cose. Il lavoro di Cottarelli non si esaurisce però nei dossier, e va oltre, perché Cottarelli non è un archivista ma un economista esperto e le sue raccomandazioni sono molto dettagliate e sistemiche»
Alle parole di Cottarelli si aggiunge la sbagliata previsione sull'andamento del Pil. Mezzo punto in meno (0,8 aveva detto il premier, 0,3 per l'Fmi), vale 4 miliardi. Che effetto avrà sui piani annunciati dal governo?
«Aspettiamo i dati definitivi sul secondo trimestre prima di poterlo dire. Il rallentamento della crescita, la cui entità valuteremo tra qualche giorno, non è però tanto un problema per i conti pubblici, quanto perché ritarda la ripresa dell'occupazione».
Dovrete veramente trovare, in sede di legge di stabilità, altri 25 miliardi? L'economista critico Emiliano Brancaccio dice all'Espresso che così avremo solo più effetti depressivi. Pensate invece che tagliando la spesa il Pil alla fine crescerà?
«Nessuna manovra correttiva. Sappiamo però che la legge di stabilità sarà impegnativa, questo sì, perché grandi sono gli impegni delle riforme strutturali che abbiamo preso».
E gli effetti depressivi?
«Sugli effetti depressivi dei tagli alla spesa vorrei che fossimo chiari: se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva? Il Pd vuole tutelare la spesa pubblica perché vuole mantenere lo stato sociale. Non c'è modo migliore di proteggere lo stato sociale che migliorarne l'efficacia, scagliandosi senza tentennamenti contro sprechi e abusi».
Renato Brunetta ha persino ipotizzato una nuova lettera della Bce. Pensa arriverà?
«Non mi risulta alcuna possibilità che la Bce ci mandi una lettera. Non riesco a capire perché se ne parli. Data la loro esperienza di governo, la fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... i-1.175082