VERSO LE PRIMARIE
Renzi apre alle nuove regole
«Ma no alla pre-registrazione»
È da Prato che Matteo Renzi apre al doppio turno delle primarie, all'albo degli elettori, ma chiude in maniera netta alla loro preregisrazione, «un sistema - ha detto - per portare a votare le truppe cammellate»
PRATO - È da Prato che Matteo Renzi apre al doppio turno delle primarie, all'albo degli elettori, ma chiude in maniera netta alla loro preregisrazione, «un sistema - ha detto - per portare a votare le truppe cammellate, chi ha interessi, sempre gli stessi. È il sintomo della paura del gruppo dirigente».
Non è vero che l'albo degli elettori serve per evitare che «Er Batman» venga a votare alle primarie. Ne è convinto Matteo Renzi che da Prato lancia un messaggio al gruppo dirigente del Pd: «Lui non ha mai votato alle nostre primarie: ma Batman ha votato all'aumento dei fondi per l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio e lo ha fatto insieme al capogruppo del Pd: non candidiamo l'ex capogruppo del Pd alle prossime elezioni».
«LE TRUPPE CAMMELLATE» - Renzi conferma anche la sua adesione alla Carta di intenti di Bersani,
«è giusto che chi vota aderisca ad un documento di programma». Ma parlando di regole Renzi sottolinea come da sempre le regole delle primarie del centrosinistra siano state le stesse, per Prodi, per Veltroni, a Firenze, per Vendola, per Pisapia. «Oggi si dice di voler aumentare da uno a cinque euro il contributo, è una cosa un po' assurda ma va bene anche questa». Cosi come va bene anche l'albo degli elettori, «bene che gli elenchi siano pubblici - ha detto parlando alla Casa del popolo di Coiano - noi chiediamo gli elenchi delle primarie scorse da tempo ma non ce li hanno mai dati». Bene anche il doppio turno ma sulla preregistrazione Renzi ribadisce un deciso no: «non solo chiediamo a chi verrà a votare il 25 novembre di aderire al documento, magari - ha aggiunto sorridendo - di aver letto l'autobiografia di D'Alema, di ritornare una settimana dopo, ma gli chiediamo anche di fare la coda la domenica prima per preregistrarsi. Le primarie servono a portare le persone perbene a votare, con questo sistema si portano solo le truppe cammellate, chi ha interessi, sempre gli stessi. Non vogliamo che ci siano limiti che danno il senso della paura del gruppo dirigente, e lo dico per loro - ha concluso - perchè se tu vuoi governare l'Italia per i prossimi anni non puoi avere paura del cambiamento».
LE PRIMARIE FIORENTINE - Nel 2009 per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra al Comune di Firenze si svolsero primarie con possibilità di ballottaggio, qualora nessuno dei candidati avesse raggiunto almeno il 40% dei voti. Matteo Renzi vinse quella consultazione, senza bisogno di ricorrere al secondo turno, con il 40,52% dei consensi distanziando così il deputato Lapo Pistelli che ottenne il 26,91% dei consensi, l'assessore comunale Daniela Lastri con il 14,59% e il parlamentare Michele Ventura con il 12,48%. Eros Cruccolini, candidato per La Sinistra, ebbe il 5,49% dei voti. Anche allora Renzi giudicò «stravagante» il «cambio delle regole in corsa» e criticò, pur adeguandosi dopo non poche tensioni, l'ipotesi di ballottaggio. I suoi detrattori anche allora adombrarono l'ipotesi che quella vittoria per un pugno di voti fosse inquinata dalla partecipazione di elettori non di centrosinistra. Quel regolamento, che potrebbe essere la base per le regole che fisserà l'assemblea del Pd sabato, prevedeva primarie aperte a tutti, doppio turno eventuale (se nessuno superava appunto il 40%) e sottoscrizione dell'albo pubblico degli elettori al momento del voto. Rispetto alle regole per le primarie nazionali, non viene affatto contemplata, quindi, l'ipotesi di firmare l'albo nei giorni precedenti il voto. Non c'era alcun riferimento in quel regolamento, inoltre, ad un'altra ipotesi circolata in questi giorni: cioè far partecipare all'eventuale voto di ballottaggio solo i cittadini che avevano partecipato al primo turno.
04 ottobre 2012 (modifica il 05 ottobre 2012)
http://corrierefiorentino.corriere.it/f ... 3923.shtml