the day after. quali accordi per governare?

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mariok

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da mariok »

Ci sarebbe stato un modo formidabile per mostrare al di là delle chiacchiere che vuol dire in concreto cambiamento e da che parte si colloca ciascuna parte rispetto ad esso.

Era quello di cominciare a far funzionare il parlamento e mettere in cantiere qualcuno di quegli otto punti di Bersani, sfidando i grillini in concreto nel merito dei provvedimenti e dimostrando come cambiamento-berluscones sono parole incompatibili.

Ed invece no. Oggi sono quelli del M5S ad annunciare azioni anche eclatanti per sbloccare il parlamento, mentre il PD o fa muro col pdl e con i montiani o si spacca.

Bersani non ha ancora capito, insieme ad altri, che non basta più dire di voler cambiare, ma bisogna dimostrarlo con i fatti.
Joblack
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da Joblack »

Concordo con #mariok.

Oggi a Coffee break su La7 quel deficiente di Gasparri (PDL) ha commentato che le commissioni non si possono fare perchè se le proposte di legge prevedono una spesa ci vuole un governo che le recepisca, l'altro cretino Boccia (PD) ha confermato.

In una chat con una deputata del M5S con cui scambio idee le ho detto:

Sulle commissioni avete ragione ma dovete usare l'intelletto per ottenerle. Prima fate un accordo con tutti i partiti per far partire le commissioni non di controllo secondo i criteri del regolamento poi si fanno partire quelle di controllo nelle quali vi potreste proporre alla presidenza, data la vostra vocazione a stare all'opposizione, per poi essere dimissionari in caso di formazione di un nuovo governo.


Ma sembra che Il M5S starà in aula a leggere la costituzione. Booh.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

Joblack ha scritto:

Ma sembra che Il M5S starà in aula a leggere la costituzione. Booh.

a questo punto gli suggerirei di leggersi ,imparare a memoria e poi utilizzare le prerogative che concede loro l'art.67:


"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato."
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da soloo42000 »

E vvai.

Adesso hanno pure richiamato le "larghe intese del 1976".
Tutto pure di fare l'inciucio.

Compreso infangare il ricordo di DC/PCI.

Berlusconi sullo stesso piano di Moro &Co.

Che schifo, ragazzi.

Stiano attenti i PD.
Next time stiamo tutti a casa.


soloo42000
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

soloo42000 ha scritto:E vvai.

Adesso hanno pure richiamato le "larghe intese del 1976".
Tutto pure di fare l'inciucio.

Compreso infangare il ricordo di DC/PCI.

Berlusconi sullo stesso piano di Moro &Co.
Che schifo, ragazzi.

Stiano attenti i PD.
Next time stiamo tutti a casa.


soloo42000
forse neanche Emilio Fede avrebbe osato un confronto del genere.
Napolitano sta diventando una imbarazzante vergogna nazionale.
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

nelle condzioni date il best scenario per il csx e':

-PdR Prodi.

-governo tecnico per legge elettorale.

-elezioni ad ottobre con Renzi leader ...sperando che imbarchi SEL (in cui dovrebebro confluire i voti della sinistra).

In tutti gli altri casi :
bagno di sangue piu' o meno grande.


sempre imho eh...
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

era da almeno 18 mesi che non condividevo nulla,
ma proprio nulla di quello che scrive Giannini.

quanto segue invece merita rispetto e attenzione:
Il compromesso antistorico
di MASSIMO GIANNINI


A POCHI giorni dalla scadenza del suo settennato, Napolitano non rinuncia ad inoculare dosi massicce di pedagogia istituzionale in un sistema politico malato.
Non si rassegna al tri-polarismo bloccato che paralizza il Paese e al grillismo arrabbiato che occupa il Parlamento. Invoca le "larghe intese" tra Pd e Pdl. Sbocco normale, in qualunque altra democrazia europea. "Compromesso antistorico", nell'Italia di oggi.

È vero.
Nella teoria, un accordo programmatico pieno tra sinistra e destra sarebbe il miglior antidoto per curare i mali del Paese, spurgarne i veleni politici e lenirne i disagi sociali. Sarebbe la formula più proficua per rimettere in moto l'economia e riaprire il cantiere delle riforme costituzionali. Sarebbe l'argine più efficace per fermare l'onda a Cinque Stelle, che si nutre degli immobilismi parlamentari e dei bizantinismi regolamentari, si ingrossa con il disprezzo del professionismo politico inteso come male assoluto, si alimenta della teoria semplicistica di Jackson (su cui si è fondato lo spoil system americano) e quella rivoluzionaria di Lenin (imperniata sull'idea che anche una semplice cuoca può fare il capo dello Stato).

Ma, nella pratica, l'esperimento che riuscì nel 1976, quando Dc e Pci si accordarono per far nascere il terzo governo Andreotti, non è in alcun modo ripetibile. Le analogie storiche non reggono.
Le condizioni politiche non esistono.
È comprensibile che il presidente, per motivi di biografia politica e personale, sia rimasto legato a quel pezzo di Storia repubblicana, che vide un'Italia ferita a morte reagire e risollevarsi, in mezzo al piombo delle Brigate Rosse, lo scandalo Lockheed e una crisi economica pesantissima.

È quasi inutile ricordare quello che Napolitano già sa meglio di chiunque altro. Quel monocolore democristiano di trentasette anni fa, che si resse sulla "non sfiducia" del partito comunista (oltre che del Psi, del Psdi, del Pli e del Pri) nacque grazie alla riflessione e all'elaborazione politica di due leader della statura di Aldo Moro e di Enrico Berlinguer. Fu la tappa intermedia di un percorso iniziato nel '74 con il progetto berlingueriano del "compromesso storico", e culminato nel '78 nell'approdo moroteo del governo di "solidarietà nazionale" (nato proprio cinque giorni prima del tragico rapimento di Via Fani).

Bersani non è Berlinguer, e su questo non ci sono dubbi. Ma quello che conta di più, in questo parallelismo storico improprio e improponibile, è che Berlusconi non è Moro.

Un abisso incommensurabile, umano, culturale e politico, separa lo statista di Maglie dall'uomo di Arcore. Non c'è accostamento possibile tra la filosofia con la quale Moro propiziò le "larghe intese" nel '76 e l'idolatria con la quale Berlusconi propugna adesso la "grande coalizione". Il primo aveva un progetto generale, che puntava a sciogliere la democrazia bloccata di quella lunga stagione di Guerra Fredda unendo temporaneamente le forze dei due grandi partiti di massa. Il secondo ha un obiettivo individuale, che punta a barattare la formazione del governo con l'elezione del presidente della Repubblica, la trattativa sulle riforme con il suo salvacondotto giudiziario.

Lasciamo stare per un momento la parabola populista, cesarista e tecnicamente rivoluzionaria del Cavaliere che ha caratterizzato il suo quasi Ventennio. Mettiamo da parte il suo gigantesco conflitto di interessi, la sua campagna forsennata contro i magistrati condotta dalla trincea di Palazzo Chigi, la sua propensione a far saltare tutti i tavoli, dalla Bicamerale in poi. Torniamo al parallelismo tra lo schema moroteo dell'epoca e il proposito berlusconiano di oggi. Moro, con i suoi limiti e i suoi occhi chiusi sulle nefandezze del suo segretario Freato e dei capibastone delle correnti scudocrociate, chiese al suo partito di "non aver paura di avere coraggio", e quel coraggio lo pagò con la vita. Oggi l'unico coraggio del Cavaliere è quello del ricatto: il sostegno a "un governo Bersani", ma all'unica condizione che al Quirinale vada lui stesso o, in subordine, Gianni Letta.

Non basta tutto questo a considerare Berlusconi un alleato impossibile per chiunque? Questa consapevolezza, per gli eletti e gli elettori del centrosinistra, non significa che con il Cavaliere non si debba nemmeno parlare. Ha ragione Dario Franceschini, quando sostiene che l'avversario non si sceglie, perché lo hanno già scelto gli italiani. Dunque il dialogo è essenziale. Purché, in questo tempo sospeso delle istituzioni, serva a individuare un metodo per far ripartire l'orologio dei poteri dello Stato, dall'esecutivo al legislativo. E prima ancora ad eleggere un presidente della Repubblica, dotato di tutte le prerogative e gli strumenti che la Costituzione gli assegna.

Se serve a questo e solo a questo, e quindi non a negoziare patti scellerati di altra natura o merci di scambio contro-natura, l'incontro tra Bersani e Berlusconi non è solo opportuno ma è doveroso. Se invece tra i partiti c'è ancora chi si culla nel sogno del "compromesso antistorico", farà bene a svegliarsi in fretta, e ad acconciarsi ad un rapido ritorno alle urne. Il governo Monti ci ha momentaneamente salvato dalla bancarotta. Ma il suo evidente insuccesso sulle riforme di sistema sta lì a dimostrare che la "grande coalizione" all'italiana, e alla berlusconiana, non funzionerà mai.
m.giannini@repubblica.it
(09 aprile 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ref=HREA-1
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da soloo42000 »

Pazzesco.

Mi viene da dare ragione a Travaglio a proposito di come verra` ricordata la presidenza di Napolitano...


soloo42000
erding
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da erding »

Adesso hanno pure richiamato le "larghe intese del 1976".
Tutto pure di fare l'inciucio.
martedì 9 aprile 2013
Accostamento improponibile dell' 11° saggio

Qualcuno certamente ricorderà che alcune settimane fa si è votato e, ritengo, avrà notato che questo Paese non ha ancora un Governo.

I più informati sapranno che tra non molto i saggi nominati da Napolitano, dovrebbero partorire qualche idea da suggerire al Capo dello Stato per superare la situazione di stallo e, immagino, sapranno pure che il Presidente Napolitano intervenendo in una cerimonia di commemorazione , ha fatto riferimento al coraggio avuto dalle forze politiche nel ’76 nel ricercare larghe intese.

Da disorientato e frastornato quale sono in questo periodo,come credo e mi auguro una buona parte degli italiani normali, questo lungo periodo di caos post-elettorale che segue il lungo, troppo lungo periodo di disfacimento totale delle Istituzioni, il riferimento del Capo dello Stato è apparso come la soluzione dettata dall’undicesimo saggio, quella che potrebbe anticipare le proposte degli altri dieci.

Un richiamo, quello di Napolitano, che aldilà di ogni considerazione di merito, lascia stupiti per l’incauto ed improvvido accostamento di fatti, situazioni e personaggi, una vera bestemmia, peggiore di quella della barzelletta del cavaliere.

Una contrapposizione quella di questi ultimi anni cui è seguita una esperienza
fallimentare di comune sostegno al Governo Monti, delle due maggiori forze politiche il PD e il PDL imparagonabili alla contrapposizione ideologica di un PCI e di una DC ed ai loro maggiori esponenti politici da Berlinguer ad Aldo Moro.


Una intesa costruita con lavoro certosino e grande senso dello Stato, fermata in tempo e bagnata nel sangue e che forse un giorno la storia saprà spiegare alle nuove generazioni.

Larghe intese oggi volute da una parte politica interessata soltanto a risolvere il nodo Quirinale e certamente per continuare ad avere copertura per chi in un modo o nell’altro è riuscito per un ventennio a farla franca.

Vedremo se prevarrà la linea dell’undicesimo saggio dopo la linea irresponsabile di chi avrebbe potuto concordare una intesa con il PD con pochi ma precisi obiettivi per poi tornare al voto ma ormai è chiaro che se nuove elezioni dovranno esserci tanto vale farle con la stessa legge elettorale, perché fa tanto comodo alla vecchia e alla nuova politica.

http://antonio-salzano.blogspot.it/
shiloh
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Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

soloo42000 ha scritto:Pazzesco.

Mi viene da dare ragione a Travaglio a proposito di come verra` ricordata la presidenza di Napolitano...


soloo42000

nel 1976 la trattativa avvenne tra due dei più grandi statisti della Repubblica.
oggi Napolitano sta chiedendo ad un piccolo Bersani di trattare con cosa nostra...si è bevuto il cervello.
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