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Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 02/05/2016, 21:21
da camillobenso
Il premier apre la campagna per il Sì: "Il lavoro di questi due anni ha prodotto un cambiamento radicale ma la sfida più grande inizia adesso"
In neuro-psichiatria, questa malattia si chiama "PSEUDOLOGIA FANTASTICA".
Cioè quando uno crede alle balle che racconta.
In precedenza (20 anni fa) senza fornire il termine medico, Montanelli l'aveva attribuita anche a Berlusconi.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 11:42
da camillobenso
LASCIATE CHE I BANDITI VENGANO A ME
Mussoloni
SE DA QUESTE PARTI IL PD LO DEFINISCONO: PARTITO DELINQUENTI, UNA RAGIONE CI DEVE PUR ESSERE.
MA AI PIDDINI PROFESSIONISTI TUTTO QUESTO NON FA UNA PIEGA.
BERSANI SUL REFERENDUM SI E' INVENTATO:
Bersani: “Voto sì, ma non sì cosmico”
^^^^^^^^
Arrestato sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti
“Turbativa in appalti per piscine comunali”
In manette il successore (e assessore per due mandati) dell’attuale vicesegretario dem Lorenzo Guerini
Gara truccata per gestione delle strutture. Misure cautelari anche a un avvocato. Acquisizioni in Comune
Cronaca
Il sindaco di Lodi, Simone Uggetti (Pd), è stato arrestato questa mattina dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Lodi per l’ipotesi di turbativa d’asta in relazione all’appalto per la gestione delle piscine comunali scoperte in via di aggiudicazione alla Sporting Lodi. In relazione agli stessi fatti è stato arrestato, contestualmente, anche un avvocato di Lodi. Le operazioni sono tuttora in corso con l’acquisizione di documenti in Comune
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05 ... e/2691097/
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 15:23
da camillobenso
RICORDA QUALCUNO??????
GUSTAV LE BON (1841-1931), etnologo e psicologo (fu uno dei fondatori della "Psicologia sociale") nato in Francia a Nogent-Le Retrou, fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori totalitari del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse.
In effetti, gli scritti di Le Bon - in particolare Psicologia delle Folle edita nel 1895 - erano una vera e propria miniera d'oro per chi voleva comprendere il comportamento della massa, ilnuovo soggetto che si affacciava sulla scena politica negli ultimi decenni dell'ottocento e che avrebbe dominato tale scena nel novecento.
La nascita della massa, intesa come "grande quantità indistinta di persone che agisce in maniera uniforme" che iniziò a prendere forma sul finire del XIX secolo. Lenin, Stalin, Hitler lessero meticolosamente l'opera di Le Bon e l'uso di determinate tecniche di persuasione nella loro dittatura sembra ispirato direttamente dai suoi consigli; ma anche Mussolini fu un fervido ammiratore dell'opera dello psicologo francese.
"Ho letto tutta l'opera di Le Bon - diceva Mussolini- e non so quante volte abbia riletto la sua "Psicologia delle folle"
E' un opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno".
La leggerezza di certi discorsi fatti da questi dittatori (alcuni li leggeremo nel penultimocapitolo "Le folle elettorali") che hanno esercitato un'influenza enorme sulle folle, talvolta stupisce alla lettura; ma si dimentica che essi furono fatti per trascinare le folle, e non per essere letti da filosofi.
L'oratore si mette in intima comunione con la folla e sa evocare le immagini che la seducono.
Le affermazioni sono fatte in modo così autoritario, che vengono accettate a causa del tono che le accompagna.
E normalmente queste suggestioni non sono accompagnate da argomenti o prove logiche, esse sono cacciate dentro quali verità lampanti, e sono cristallizzate in epigrammi ed assiomi, che vengono accettati per veri, in conseguenza della apparente arguzia, senza che nessuno pensi ad analizzarli.
I sofismi politici e le spiegazioni usuali, appartengono a questa classe.
Il moderno dittatore, sostiene Le Bon, deve saper cogliere i desideri e le aspirazioni segrete della folla e proporsi come l'incarnazione di tali desideri e come colui che è capace di realizzare tali aspirazioni.
Anche in questo caso l'illusione risulta essere più importante della realtà, perché ciò che conta non è portare a compimento tali improbabili sogni quanto far credere alla folla di essere capace: "nella storia - aggiunge Le Bon - l'apparenza ha sempre
avuto un ruolo più importante della realtà". Le folle non si lasciano influenzare dai
ragionamenti.
Le folle sono colpite soprattutto da ciò che vi é di meraviglioso nelle cose.
Esse pensano per immagini, e queste immagini si succedono senza alcun legame.
L'immaginazione popolare é sempre stata la base della potenza degli uomini di Stato, dei trascinatori di folle, che il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione.
Questi sono poco chiaroveggenti, ma non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione. Essi appartengono specialmente a quei nevrotici, a quegli eccitati, a quei semi-alienati che rasentano la pazzia.
Per quanto assurda sia l'idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro ferma convinzione (nella neuro-psichiatria essa prende il nome di "Pseudologia fantastica" - chi crede alle sue stesse bugie) .
Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente.
Tutto é sacrificato, interesse personale e famiglia.
Perfino l'istinto di conservazione viene distrutto in essi, a tal punto che spesso, la sola ricompensa che essi ambiscono - immedesimandosi in un fervido apostolo delle fede - é la croce, il martirio, l'alone di santità (*); e ciò che lasciano con i loro scritti è il nuovo "vangelo", la nuova "dottrina".
Per chi non lo sapesse, anche Hitler, nel '34 (per aver favorito il
Concordato con la Santa Sede) fu proposto in Vaticano - con lui ancora in vita - di farlo "santo". (Lettera di Enrico Cuccia, pubblicata dal "Corriere d. S.).
Sappiamo com'è finita.
Male! Il suo amico "caporale" cinque anni prima in Italia, e per gli stessi motivi, si era invece accontentato di essere indicato come "l'Uomo della Provvidenza" e si limitò a scrivere non un "Vangelo", ma una "Dottrina" ("la concezione fascista è spiritualistica", "Il Fascismo è una concezione religiosa" (Mussolini, "La Dottrina del Fascismo", Sei ed. 1941).
Anche qui sappiamo com'è finita. Malissimo!
Che tristezza queste folle, che ascoltano, che si eccitano (compresi certi colti vertici) che qualche volta perdono il lume della ragione, col cervello spento dal più sfrontato e becero fanatismo (o è becero opportunismo?).
Ha dunque ragione Le Bon ?!
Anche se - nelle piccole e grandi enciclopedie - Gustave Le Bon è molto spesso assente (!??) , se andiamo invece ad analizzare l'oratoria di molti demagoghi dell'intero XX secolo (e non mancano nemmeno nell'attuale secolo) cogliamo l'influenza delle sue teorie psicologiche sulle folle, l'esercizio del carisma demagogico che influenza i giovani e i vecchi, i fedeli di una religione e le masse popolari, i ceti medi vecchi e quelli nuovi: comunicando l'attivismo e il vitalismo, il senso dell'avventura, il desiderio di successo, la bramosia della ricchezza e la
volontà di potenza. Questo è ciò che dispensano certi tribuni, demagoghi, capipopolo, fomentatori, sobillatori, sotto ogni latitudine ieri come oggi. Per loro "La psicologia delle folle" è "vangelo"; il vangelo del "buon imbonitore"; le teorie di Le Bon le conoscevano e le conoscono tutte a memoria e, infallibilmente, con successo, le hanno applicate e le applicano; la folla (che ha quasi sempre opinioni volubili) è il loro trastullo, perchè le folle preferiscono le illusioni alle verità, anche se in certe ore della storia in grazia sua (e ogni tanto accade anche questo) l'ordine può uscire dal caos. Infatti, se leggiamo Le Bon, scopriremo le cause segrete di alcuni avvenimenti perfino inverosimili.
Ecco perchè Le Bon non compare in nessuna enciclopedia.
E' pericoloso!!! Anche se l'opera sua non manca mai nello scaffale delle
biblioteche dei pseudo-dittatori.
Le folle hanno una ignoranza generale della psicologia delle folle, che come moralità può essere (anzi lo è) molto più bassa di quella che la compongono i singoli individui.
Tuttavia se si dovessero mettere all'attivo dei popoli soltanto le grandi azioni
freddamente ragionate, gli annali del mondo - di azioni eclatanti - ne registrerebbero ben poche.
Quanto all'ignoranza delle folle, proprio Le Bon scrive: "Per comprendere le idee, le credenze che oggi germinano nelle folle, per fiorire domani, bisogna sapere come è stato preparato il terreno.
L'insegnamento dato alla gioventù d'un paese, permette di prevedere un po' il
destino di quel paese.
L'educazione della generazione d'oggi giustifica le più tristi previsioni.
L'anima delle folle, in parte, si migliora o si altera con l'istruzione.
E' dunque necessario far vedere come l'ha foggiata (l'"imbonitore di turno") e come la massa degli indifferenti e dei neutrali é diventata progressivamente un immenso esercito di malcontenti, ("pericolosamente") pronto a seguire tutte le suggestioni degli utopisti e dei retori.
La scuola, oggi, forma dei malcontenti e degli anarchici e prepara, per i popoli latini, dei periodi di decadenza". (e Le Bon a inizio dello scorso secolo non aveva ancora visto nè le drammatiche conseguenze di due guerre mondiali, nè a fine secolo l'inquietante risorgere (politico e religioso) dei popoli medio-orientali e orientali!).
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 15:23
da camillobenso
RICORDA QUALCUNO??????
GUSTAV LE BON (1841-1931), etnologo e psicologo (fu uno dei fondatori della "Psicologia sociale") nato in Francia a Nogent-Le Retrou, fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori totalitari del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse.
In effetti, gli scritti di Le Bon - in particolare Psicologia delle Folle edita nel 1895 - erano una vera e propria miniera d'oro per chi voleva comprendere il comportamento della massa, ilnuovo soggetto che si affacciava sulla scena politica negli ultimi decenni dell'ottocento e che avrebbe dominato tale scena nel novecento.
La nascita della massa, intesa come "grande quantità indistinta di persone che agisce in maniera uniforme" che iniziò a prendere forma sul finire del XIX secolo. Lenin, Stalin, Hitler lessero meticolosamente l'opera di Le Bon e l'uso di determinate tecniche di persuasione nella loro dittatura sembra ispirato direttamente dai suoi consigli; ma anche Mussolini fu un fervido ammiratore dell'opera dello psicologo francese.
"Ho letto tutta l'opera di Le Bon - diceva Mussolini- e non so quante volte abbia riletto la sua "Psicologia delle folle"
E' un opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno".
La leggerezza di certi discorsi fatti da questi dittatori (alcuni li leggeremo nel penultimocapitolo "Le folle elettorali") che hanno esercitato un'influenza enorme sulle folle, talvolta stupisce alla lettura; ma si dimentica che essi furono fatti per trascinare le folle, e non per essere letti da filosofi.
L'oratore si mette in intima comunione con la folla e sa evocare le immagini che la seducono.
Le affermazioni sono fatte in modo così autoritario, che vengono accettate a causa del tono che le accompagna.
E normalmente queste suggestioni non sono accompagnate da argomenti o prove logiche, esse sono cacciate dentro quali verità lampanti, e sono cristallizzate in epigrammi ed assiomi, che vengono accettati per veri, in conseguenza della apparente arguzia, senza che nessuno pensi ad analizzarli.
I sofismi politici e le spiegazioni usuali, appartengono a questa classe.
Il moderno dittatore, sostiene Le Bon, deve saper cogliere i desideri e le aspirazioni segrete della folla e proporsi come l'incarnazione di tali desideri e come colui che è capace di realizzare tali aspirazioni.
Anche in questo caso l'illusione risulta essere più importante della realtà, perché ciò che conta non è portare a compimento tali improbabili sogni quanto far credere alla folla di essere capace: "nella storia - aggiunge Le Bon - l'apparenza ha sempre
avuto un ruolo più importante della realtà". Le folle non si lasciano influenzare dai
ragionamenti.
Le folle sono colpite soprattutto da ciò che vi é di meraviglioso nelle cose.
Esse pensano per immagini, e queste immagini si succedono senza alcun legame.
L'immaginazione popolare é sempre stata la base della potenza degli uomini di Stato, dei trascinatori di folle, che il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione.
Questi sono poco chiaroveggenti, ma non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione. Essi appartengono specialmente a quei nevrotici, a quegli eccitati, a quei semi-alienati che rasentano la pazzia.
Per quanto assurda sia l'idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro ferma convinzione (nella neuro-psichiatria essa prende il nome di "Pseudologia fantastica" - chi crede alle sue stesse bugie) .
Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente.
Tutto é sacrificato, interesse personale e famiglia.
Perfino l'istinto di conservazione viene distrutto in essi, a tal punto che spesso, la sola ricompensa che essi ambiscono - immedesimandosi in un fervido apostolo delle fede - é la croce, il martirio, l'alone di santità (*); e ciò che lasciano con i loro scritti è il nuovo "vangelo", la nuova "dottrina".
Per chi non lo sapesse, anche Hitler, nel '34 (per aver favorito il
Concordato con la Santa Sede) fu proposto in Vaticano - con lui ancora in vita - di farlo "santo". (Lettera di Enrico Cuccia, pubblicata dal "Corriere d. S.).
Sappiamo com'è finita.
Male! Il suo amico "caporale" cinque anni prima in Italia, e per gli stessi motivi, si era invece accontentato di essere indicato come "l'Uomo della Provvidenza" e si limitò a scrivere non un "Vangelo", ma una "Dottrina" ("la concezione fascista è spiritualistica", "Il Fascismo è una concezione religiosa" (Mussolini, "La Dottrina del Fascismo", Sei ed. 1941).
Anche qui sappiamo com'è finita. Malissimo!
Che tristezza queste folle, che ascoltano, che si eccitano (compresi certi colti vertici) che qualche volta perdono il lume della ragione, col cervello spento dal più sfrontato e becero fanatismo (o è becero opportunismo?).
Ha dunque ragione Le Bon ?!
Anche se - nelle piccole e grandi enciclopedie - Gustave Le Bon è molto spesso assente (!??) , se andiamo invece ad analizzare l'oratoria di molti demagoghi dell'intero XX secolo (e non mancano nemmeno nell'attuale secolo) cogliamo l'influenza delle sue teorie psicologiche sulle folle, l'esercizio del carisma demagogico che influenza i giovani e i vecchi, i fedeli di una religione e le masse popolari, i ceti medi vecchi e quelli nuovi: comunicando l'attivismo e il vitalismo, il senso dell'avventura, il desiderio di successo, la bramosia della ricchezza e la
volontà di potenza. Questo è ciò che dispensano certi tribuni, demagoghi, capipopolo, fomentatori, sobillatori, sotto ogni latitudine ieri come oggi. Per loro "La psicologia delle folle" è "vangelo"; il vangelo del "buon imbonitore"; le teorie di Le Bon le conoscevano e le conoscono tutte a memoria e, infallibilmente, con successo, le hanno applicate e le applicano; la folla (che ha quasi sempre opinioni volubili) è il loro trastullo, perchè le folle preferiscono le illusioni alle verità, anche se in certe ore della storia in grazia sua (e ogni tanto accade anche questo) l'ordine può uscire dal caos. Infatti, se leggiamo Le Bon, scopriremo le cause segrete di alcuni avvenimenti perfino inverosimili.
Ecco perchè Le Bon non compare in nessuna enciclopedia.
E' pericoloso!!! Anche se l'opera sua non manca mai nello scaffale delle
biblioteche dei pseudo-dittatori.
Le folle hanno una ignoranza generale della psicologia delle folle, che come moralità può essere (anzi lo è) molto più bassa di quella che la compongono i singoli individui.
Tuttavia se si dovessero mettere all'attivo dei popoli soltanto le grandi azioni
freddamente ragionate, gli annali del mondo - di azioni eclatanti - ne registrerebbero ben poche.
Quanto all'ignoranza delle folle, proprio Le Bon scrive: "Per comprendere le idee, le credenze che oggi germinano nelle folle, per fiorire domani, bisogna sapere come è stato preparato il terreno.
L'insegnamento dato alla gioventù d'un paese, permette di prevedere un po' il
destino di quel paese.
L'educazione della generazione d'oggi giustifica le più tristi previsioni.
L'anima delle folle, in parte, si migliora o si altera con l'istruzione.
E' dunque necessario far vedere come l'ha foggiata (l'"imbonitore di turno") e come la massa degli indifferenti e dei neutrali é diventata progressivamente un immenso esercito di malcontenti, ("pericolosamente") pronto a seguire tutte le suggestioni degli utopisti e dei retori.
La scuola, oggi, forma dei malcontenti e degli anarchici e prepara, per i popoli latini, dei periodi di decadenza". (e Le Bon a inizio dello scorso secolo non aveva ancora visto nè le drammatiche conseguenze di due guerre mondiali, nè a fine secolo l'inquietante risorgere (politico e religioso) dei popoli medio-orientali e orientali!).
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 15:23
da camillobenso
RICORDA QUALCUNO??????
GUSTAV LE BON (1841-1931), etnologo e psicologo (fu uno dei fondatori della "Psicologia sociale") nato in Francia a Nogent-Le Retrou, fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori totalitari del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse.
In effetti, gli scritti di Le Bon - in particolare Psicologia delle Folle edita nel 1895 - erano una vera e propria miniera d'oro per chi voleva comprendere il comportamento della massa, ilnuovo soggetto che si affacciava sulla scena politica negli ultimi decenni dell'ottocento e che avrebbe dominato tale scena nel novecento.
La nascita della massa, intesa come "grande quantità indistinta di persone che agisce in maniera uniforme" che iniziò a prendere forma sul finire del XIX secolo. Lenin, Stalin, Hitler lessero meticolosamente l'opera di Le Bon e l'uso di determinate tecniche di persuasione nella loro dittatura sembra ispirato direttamente dai suoi consigli; ma anche Mussolini fu un fervido ammiratore dell'opera dello psicologo francese.
"Ho letto tutta l'opera di Le Bon - diceva Mussolini- e non so quante volte abbia riletto la sua "Psicologia delle folle"
E' un opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno".
La leggerezza di certi discorsi fatti da questi dittatori (alcuni li leggeremo nel penultimocapitolo "Le folle elettorali") che hanno esercitato un'influenza enorme sulle folle, talvolta stupisce alla lettura; ma si dimentica che essi furono fatti per trascinare le folle, e non per essere letti da filosofi.
L'oratore si mette in intima comunione con la folla e sa evocare le immagini che la seducono.
Le affermazioni sono fatte in modo così autoritario, che vengono accettate a causa del tono che le accompagna.
E normalmente queste suggestioni non sono accompagnate da argomenti o prove logiche, esse sono cacciate dentro quali verità lampanti, e sono cristallizzate in epigrammi ed assiomi, che vengono accettati per veri, in conseguenza della apparente arguzia, senza che nessuno pensi ad analizzarli.
I sofismi politici e le spiegazioni usuali, appartengono a questa classe.
Il moderno dittatore, sostiene Le Bon, deve saper cogliere i desideri e le aspirazioni segrete della folla e proporsi come l'incarnazione di tali desideri e come colui che è capace di realizzare tali aspirazioni.
Anche in questo caso l'illusione risulta essere più importante della realtà, perché ciò che conta non è portare a compimento tali improbabili sogni quanto far credere alla folla di essere capace: "nella storia - aggiunge Le Bon - l'apparenza ha sempre
avuto un ruolo più importante della realtà". Le folle non si lasciano influenzare dai
ragionamenti.
Le folle sono colpite soprattutto da ciò che vi é di meraviglioso nelle cose.
Esse pensano per immagini, e queste immagini si succedono senza alcun legame.
L'immaginazione popolare é sempre stata la base della potenza degli uomini di Stato, dei trascinatori di folle, che il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione.
Questi sono poco chiaroveggenti, ma non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione. Essi appartengono specialmente a quei nevrotici, a quegli eccitati, a quei semi-alienati che rasentano la pazzia.
Per quanto assurda sia l'idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro ferma convinzione (nella neuro-psichiatria essa prende il nome di "Pseudologia fantastica" - chi crede alle sue stesse bugie) .
Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente.
Tutto é sacrificato, interesse personale e famiglia.
Perfino l'istinto di conservazione viene distrutto in essi, a tal punto che spesso, la sola ricompensa che essi ambiscono - immedesimandosi in un fervido apostolo delle fede - é la croce, il martirio, l'alone di santità (*); e ciò che lasciano con i loro scritti è il nuovo "vangelo", la nuova "dottrina".
Per chi non lo sapesse, anche Hitler, nel '34 (per aver favorito il
Concordato con la Santa Sede) fu proposto in Vaticano - con lui ancora in vita - di farlo "santo". (Lettera di Enrico Cuccia, pubblicata dal "Corriere d. S.).
Sappiamo com'è finita.
Male! Il suo amico "caporale" cinque anni prima in Italia, e per gli stessi motivi, si era invece accontentato di essere indicato come "l'Uomo della Provvidenza" e si limitò a scrivere non un "Vangelo", ma una "Dottrina" ("la concezione fascista è spiritualistica", "Il Fascismo è una concezione religiosa" (Mussolini, "La Dottrina del Fascismo", Sei ed. 1941).
Anche qui sappiamo com'è finita. Malissimo!
Che tristezza queste folle, che ascoltano, che si eccitano (compresi certi colti vertici) che qualche volta perdono il lume della ragione, col cervello spento dal più sfrontato e becero fanatismo (o è becero opportunismo?).
Ha dunque ragione Le Bon ?!
Anche se - nelle piccole e grandi enciclopedie - Gustave Le Bon è molto spesso assente (!??) , se andiamo invece ad analizzare l'oratoria di molti demagoghi dell'intero XX secolo (e non mancano nemmeno nell'attuale secolo) cogliamo l'influenza delle sue teorie psicologiche sulle folle, l'esercizio del carisma demagogico che influenza i giovani e i vecchi, i fedeli di una religione e le masse popolari, i ceti medi vecchi e quelli nuovi: comunicando l'attivismo e il vitalismo, il senso dell'avventura, il desiderio di successo, la bramosia della ricchezza e la
volontà di potenza. Questo è ciò che dispensano certi tribuni, demagoghi, capipopolo, fomentatori, sobillatori, sotto ogni latitudine ieri come oggi. Per loro "La psicologia delle folle" è "vangelo"; il vangelo del "buon imbonitore"; le teorie di Le Bon le conoscevano e le conoscono tutte a memoria e, infallibilmente, con successo, le hanno applicate e le applicano; la folla (che ha quasi sempre opinioni volubili) è il loro trastullo, perchè le folle preferiscono le illusioni alle verità, anche se in certe ore della storia in grazia sua (e ogni tanto accade anche questo) l'ordine può uscire dal caos. Infatti, se leggiamo Le Bon, scopriremo le cause segrete di alcuni avvenimenti perfino inverosimili.
Ecco perchè Le Bon non compare in nessuna enciclopedia.
E' pericoloso!!! Anche se l'opera sua non manca mai nello scaffale delle biblioteche dei pseudo-dittatori.
Le folle hanno una ignoranza generale della psicologia delle folle, che come moralità può essere (anzi lo è) molto più bassa di quella che la compongono i singoli individui.
Tuttavia se si dovessero mettere all'attivo dei popoli soltanto le grandi azioni freddamente ragionate, gli annali del mondo - di azioni eclatanti - ne registrerebbero ben poche.
Quanto all'ignoranza delle folle, proprio Le Bon scrive: "Per comprendere le idee, le credenze che oggi germinano nelle folle, per fiorire domani, bisogna sapere come è stato preparato il terreno.
L'insegnamento dato alla gioventù d'un paese, permette di prevedere un po' il destino di quel paese.
L'educazione della generazione d'oggi giustifica le più tristi previsioni.
L'anima delle folle, in parte, si migliora o si altera con l'istruzione.
E' dunque necessario far vedere come l'ha foggiata (l'"imbonitore di turno") e come la massa degli indifferenti e dei neutrali é diventata progressivamente un immenso esercito di malcontenti, ("pericolosamente") pronto a seguire tutte le suggestioni degli utopisti e dei retori.
La scuola, oggi, forma dei malcontenti e degli anarchici e prepara, per i popoli latini, dei periodi di decadenza". (e Le Bon a inizio dello scorso secolo non aveva ancora visto nè le drammatiche conseguenze di due guerre mondiali, nè a fine secolo l'inquietante risorgere (politico e religioso) dei popoli medio-orientali e orientali!).
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 16:38
da camillobenso
MUSSOLONI(che tace, mentre è sempre cialriero quando deve sparare palle) E LA BANDA LARGA (quella di Palazzo Chigi).
Arrestato sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti
“Stava formattando pc cancellando le prove”
In manette il successore dell’attuale vicesegretario dem Lorenzo Guerini. Che di lui dice: ‘Persona limpida’
‘Turbativa in appalti per piscine’. Caso denunciato da funzionaria comunale. Pm: ‘Intercettazioni decisive’
Giustizia & Impunità
Il sindaco di Lodi, Simone Uggetti (Pd), è stato arrestato questa mattina per l’ipotesi di turbativa d’asta in relazione all’appalto per la gestione delle piscine comunali scoperte in via di aggiudicazione alla Sporting Lodi. In relazione agli stessi fatti è stato arrestato, contestualmente, anche un avvocato di Lodi, Cristiano Marini, rappresentante di una ex municipalizzata e della Sporting Lodi stessa. La pm Sara Mantovani in conferenza stampa: “Con le intercettazioni abbiamo seguito in diretta la redazione del bando”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05 ... e/2691097/
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 16:46
da camillobenso
LO SFONDO ATLANTE
( del genio di Rignano)
3 MAG 2016 15:33
IL FONDO ATLANTE SALVA IL CULO DI VICENZA, LA FACCIA DI RENZI E IL PORTAFOGLI DI GHIZZONI/UNICREDIT. MA LA PEZZA È TROPPO PICCOLA: OGGI I TITOLI BANCARI AFFONDANO IN BORSA. SI TEME PER VENETO BANCA, CARIGE E MPS
- LA FUGA DEI CORRENTISTI DALLE BANCHE ALEGGIA SUL SISTEMA DELLE BANCHE MARCE
Atlante per il momento ha salvato Vicenza, Unicredit che aveva osato un po’ troppo, il governo, la reputazione del sistema bancario e i correntisti. Era troppo tardi per i 120mila soci che hanno visto le azioni azzerate. Ma se una banca non può fallire, continueranno le operazioni spericolate...
1. BANCHE: AFFONDANO IN BORSA, MPS -7%, UNICREDIT -4%
ATLANTE
ATLANTE
(ANSA) - Nuovo affondo per le banche in Piazza Affari, il cui indice Ftse Mib cede oltre il 2%, frenato da Mps, che arriva a cedere il 7% a 0,61 euro. Sotto pressione anche Ubi (-4,15%), Banco Popolare (-5%), Unicredit (-4,43%), Bpm (3,4%) e Intesa (-2,87%). Gli occhi del mercato, dopo il salvataggio di Popolare Vicenza, finita in mano al fondo Atlante ed esclusa dalla quotazione per mancanza di flottante, sono puntati su Veneto Banca, che rischia lo stesso epilogo, e su Carige, congelata con un calo teorico di oltre il 6%.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 123932.htm
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 03/05/2016, 17:26
da camillobenso
Bufera giudiziaria sul Pd:
arrestato il sindaco di Lodi
Il braccio destro del vicesegretario Guerini nei guai per appalti. Dopo la Campania si apre un altro fronte giudiziario
di Sergio Rame
1 ora fa
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 53673.html
LE OPPOSIZIONI ATTACCANO. MA MUSSOLONI HA LA FACCIA COME IL LATO B.
NON MOLLA.
NEPPURE LA PEGGIORE DC DELLA PRIMA REPUBBLICA SI COMPORTAVA IN QUESTO MODO.
ANCHE LA SECONDA STA FINENDO NEL PEGGIORE DEI MODI.
EPPURE VOGLIONO SFIDARE GLI ITALIANI CON IL REFERENDUM.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 04/05/2016, 11:03
da camillobenso
MUSSOLONI
Davanti a lui i bronzi di Riace impallidiscono.
Renzi minimizza le inchieste: "Questione morale tocca tutti"
Il premier incassa l'ennesimo guaio giudiziario targato Pd: "Chi sbaglia sia punito". Ma non mette apre la questione morale nel partito: "Non c'è una destra contro la sinistra, ma qui ci sono gli onesti contro i ladri"
Sergio Rame - Mer, 04/05/2016 - 09:18
commenta
"Un complotto dei magistrati? Ma de che...". Matteo Renzi incassa l'ennesima tempesta giudiziaria che travolge il sindaco piddì di Lodi Simone Uggetti e tocca da vicino il vicesegretario dem Lorenzo Guerini.
È l'ennesima inchiesta, che scuote il Nazareno dopo quella che ha messo nei guai l'ex consulente del premier, Stefano Graziano, in Campania, a riaprire il tema della questione morale in un partito come il Pd che di questione morale non vogliono mai sentir parlare. Tanto che lo stesso Renzi quando ai microfoni di Rtl 102.5 glielo chiedono lui minimizza: "Riguarda tutti quanti...".
"Questa inchiesta fa male". All'indomani dell'arresto di Uggetti, invischiato in una brutta storia di appalti per le piscine di Lodi, Renzi cerca di tenere botta. "Uno fa di tutto per far vedere le cose positive dell'Italia, è sempre un problema - dice - ma c'è bisogno di grande chiarezza nei confronti dei magistrati, nessun complotto". E a Rtl 102.5 conferma piena fiducia nei magistrati: "Se saranno colpevoli è giusto che paghino, ma nessun tipo di strumentalizzazione di battaglia politica - ribadisce - nessun complotto". Il problema è che l'inchiesta di Lodi è l'ennesimo fulmine a ciel sereno che si abbatte sui democratici a un passo dalle elezioni comunali. Eppure nemmeno l'ennesima indagine sembra svegliare il premier. Che, anzi, minimizza. "Ma - dice - i partiti non devono sparare sugli altri partiti perché dappertutto ci sono dei casi aperti". E mette in chiaro: "C'è dappertutto una questione morale. Non c'è una destra contro la sinistra, ma qui ci sono gli onesti contro i ladri".
Sul capo di Renzi non pendono solo le inchieste giudiziarie. Prima dovrà passare attraverso il risultato delle elezioni comunali, che a maggio rischiano di rivelarsi un tonfo pesantissimo per il Partito democratico, e la sentenza definitiva sulle riforme costituzionali. Tra le due il premier teme più il referendum sul ddl Boschi. "È evidentemente che se si perde il referendum io vado a casa - ammette - non posso essere come i vecchi politici di una volta che si mettono la colla alla poltrona". "Abbiamo fatto una proposta al Paese e l'Italia deciderà - continua - è una proposta non di Renzi, ma che si discute da trent'anni". I primi segnali di disaffezione al governo, gli italiani potrebbero già lanciarli nelle urne. Il premier, però, mette le mani avanti: "Chi vince le amministrative dipende dalle città, che c'entra il governo? Noi come il Pd siamo impegnati affinché faccia bella figura, ma le amministrative sono una cosa che non riguarda il governo".
Re: Diario dellIa caduta di un regime.
Inviato: 04/05/2016, 19:22
da camillobenso
LO STO CHIEDENDO DA 10 GIORNI A TUTTI I MIEI AMICI CHE HANNO PIU' ANNI DI ME E QUINDI CON PIU' ESPERIENZA DI VITA:
COME SI FA A VIVERE ALL'INTERNO DI UNA SOCIETA' CRIMINALE CON OPINIONE PUBBLICA LETTERALMENTE SPAPPOLATA, NARCOTIZZATA, RESA COMPLETAMENTE INUTILE???
LA RISPOSTA TENDENZIALE E' STATA:
TI DEVI ADATTARE
MA IO CHE SEMPRE HO AVUTO UNA VITA IN SALITA E
MI SONO DOVUTO ADATTARE PIU' VOLTE, QUESTA VOLTA NON SO COME ADATTARMI.
PER CIO' LA DOMANDA LA RIVOLGO AL FORUM, NELLA SPERANZA CHE QUALCUNO CONOSCA LA RISPOSTA.
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Csm, Fanfani (Pd) all’assalto dei magistrati
‘Non ho letto gli atti, ma arresto ingiustificato’
Caso Lodi, il membro dem: ‘Carcere fuori luogo, errata valutazione. Chiederò l’apertura di una pratica’
Renzi: ‘Il governo non commenta’. Simone Uggetti sentito a San Vittore: ‘Ha risposto al gip, collabora’
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Politica
“Il provvedimento cautelare nei confronti del sindaco di Lodi, da quello che si apprende dalla stampa, mi pare ingiustificato e comunque eccessivo, forse figlio di un clima di tensione che non fa bene nè alla giurisdizione nè ai rapporti interistituzionali”. Il componente laico del Csm Giuseppe Fanfani (Pd) affida a una nota il suo atto di guerra nel consiglio superiore della magistratura. E critica le valutazioni del gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Una presa di posizione che il presidente della Prima Commissione Renato Balduzzi commenta così: “Non è nostro compito prendere posizione su singoli provvedimenti giurisdizionali e tantomeno interferire con vicende giudiziarie in corso”