La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Il Papa: «Il mondo è in guerra ma le religioni non c’entrano»
27/07/2016 Francesco sul volo per Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù commenta
l’assassinio di padre Jacques e gli altri fatti di sangue di questi giorni: «Abbiamo paura di dire questa verità:
il mondo è in guerra perché ha perso la pace». E sulle cause: «Qualcuno potrebbe pensare che sia una guerra
di religione: no, noi tutte le religioni vogliamo la pace, la guerra la vogliono gli altri, capito?»
Dopo lo sgomento e il dolore espressi martedì per l’uccisione di padre Jacques Hamel, il sacerdote sgozzato
sull’altare a Rouen, papa Francesco sul volo che lo ha portato in Cracovia per celebrare la Giornata mondiale
della Gioventù ha affermato qual è il suo pensiero su quello che sta accadendo in Europa e nel mondo:
«Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, no di guerre di religione. Non c'è guerra di religione»,
ha aggiunto, «c'è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli».
http://www.famigliacristiana.it/articol ... ano--.aspx
27/07/2016 Francesco sul volo per Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù commenta
l’assassinio di padre Jacques e gli altri fatti di sangue di questi giorni: «Abbiamo paura di dire questa verità:
il mondo è in guerra perché ha perso la pace». E sulle cause: «Qualcuno potrebbe pensare che sia una guerra
di religione: no, noi tutte le religioni vogliamo la pace, la guerra la vogliono gli altri, capito?»
Dopo lo sgomento e il dolore espressi martedì per l’uccisione di padre Jacques Hamel, il sacerdote sgozzato
sull’altare a Rouen, papa Francesco sul volo che lo ha portato in Cracovia per celebrare la Giornata mondiale
della Gioventù ha affermato qual è il suo pensiero su quello che sta accadendo in Europa e nel mondo:
«Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, no di guerre di religione. Non c'è guerra di religione»,
ha aggiunto, «c'è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli».
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Re: La Terza Guerra Mondiale
erding ha scritto:Il Papa: «Il mondo è in guerra ma le religioni non c’entrano»
27/07/2016 Francesco sul volo per Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù commenta
l’assassinio di padre Jacques e gli altri fatti di sangue di questi giorni: «Abbiamo paura di dire questa verità:
il mondo è in guerra perché ha perso la pace». E sulle cause: «Qualcuno potrebbe pensare che sia una guerra
di religione: no, noi tutte le religioni vogliamo la pace, la guerra la vogliono gli altri, capito?»
Dopo lo sgomento e il dolore espressi martedì per l’uccisione di padre Jacques Hamel, il sacerdote sgozzato
sull’altare a Rouen, papa Francesco sul volo che lo ha portato in Cracovia per celebrare la Giornata mondiale
della Gioventù ha affermato qual è il suo pensiero su quello che sta accadendo in Europa e nel mondo:
«Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, no di guerre di religione. Non c'è guerra di religione»,
ha aggiunto, «c'è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli».
http://www.famigliacristiana.it/articol ... ano--.aspx
La destra ha risposto così alle parole di Francesco:
Sacerdote sgozzato, il Papa: "Il mondo è in guerra ma le religioni non c'entrano"
Due jihadisti sgozzano un prete in chiesa. Bergoglio: "Tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri"
Sergio Rame - Mer, 27/07/2016 - 18:39
"Abbiamo bisogno di dire questa verità: il mondo è in guerra perché ha perso la pace". Sul volo che da Roma lo porta a Cracovia per portare alla Giornata Mondiale della Gioventù,papa Francesco condanna gli ultimi attacchi inflitti all'Europa dal terrorismo islamico.
Il Papa condanna l'odio. Ma non nomina l'Isis
Ora la linea morbida mette a disagio i cattolici
"Più martiri ora che ai tempi di leoni e stragi"
Ma si affretta a chiarire: "Quando parlo di guerra, parlo di guerra sul serio e non di guerra di religione".
Il mondo cattolico è sconvolto dalla brutale omicidio di padre Jacques Hamel, sgozzato da due terroristi mentre stava dicendo la Santa Messa nella chiesa di Saint-Etienne du Rouvray. Lo hanno fatto inginocchiare davanti all'altare e, dopo aver recitato un sermone in arabo, gli hanno reciso la gola. Una macabra esecuzione filmata col cellulare che ricorda le decapitazioni degli ostaggi occidentali eseguite dal boia dell'Isis Jihadi John. I due giovanissimi jihadisti hanno risposto alla chiamata alle armi dello Stato islamico. E, per la prima volta nella storia dell'Unione europea, un parroco è stato ammazzato in chiesa in virtù della fede che professa. Papa Francesco si è, tuttavia, affrettato ad allontanare lo spettro della guerra di religione. "C'è guerra per interessi, soldi, risorse della natura, per il dominio sui popoli - ha spiegato - questi sono i motivi. Qualcuno parla di guerra di religione, ma tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri, capito?".
Nell'ultimo mese gli attacchi all'Europa si sono moltiplicati di giorno in giorno. Con la strage lungo la Promenade des Anglais a Nizza, i seguaci dell'Isis hanno "inaugurato" una lunga scia di sangue che sembra non aver fine. "Da tempo il mondo è in guerra a pezzi - ha ammesso papa Francesco - non è tanto organica forse (organizzata sì), ma è guerra". Durante il volo verso Cracovia, il Santo Padre ha rivolto un pensiero a padre Jacques:"Questo santo sacerdote ieri è morto per la preghiera che offriva alla chiesa. È uno, ma pensiamo a quanti innocenti, a quanti bambini muoiono. Pensiamo alla Nigeria, ad esempio. 'Ah quella è l'Africa', dicono, sì è l'Africa, ma è in guerra". Poi, una volta atterrato in Polonia, nella cornice imponente del Wawel, l'antico Palazzo Reale, Bergoglio ha affrontato il tema dell'accoglienza: "Occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame - ha detto - la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede".
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sac ... 90126.html
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Re: La Terza Guerra Mondiale
erding ha scritto:Il Papa: «Il mondo è in guerra ma le religioni non c’entrano»
27/07/2016 Francesco sul volo per Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù commenta
l’assassinio di padre Jacques e gli altri fatti di sangue di questi giorni: «Abbiamo paura di dire questa verità:
il mondo è in guerra perché ha perso la pace». E sulle cause: «Qualcuno potrebbe pensare che sia una guerra
di religione: no, noi tutte le religioni vogliamo la pace, la guerra la vogliono gli altri, capito?»
Dopo lo sgomento e il dolore espressi martedì per l’uccisione di padre Jacques Hamel, il sacerdote sgozzato
sull’altare a Rouen, papa Francesco sul volo che lo ha portato in Cracovia per celebrare la Giornata mondiale
della Gioventù ha affermato qual è il suo pensiero su quello che sta accadendo in Europa e nel mondo:
«Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, no di guerre di religione. Non c'è guerra di religione»,
ha aggiunto, «c'è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli».
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La destra ha risposto così alle parole di Francesco:
Sacerdote sgozzato, il Papa: "Il mondo è in guerra ma le religioni non c'entrano"
Due jihadisti sgozzano un prete in chiesa. Bergoglio: "Tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri"
Sergio Rame - Mer, 27/07/2016 - 18:39
"Abbiamo bisogno di dire questa verità: il mondo è in guerra perché ha perso la pace". Sul volo che da Roma lo porta a Cracovia per portare alla Giornata Mondiale della Gioventù,papa Francesco condanna gli ultimi attacchi inflitti all'Europa dal terrorismo islamico.
Il Papa condanna l'odio. Ma non nomina l'Isis
Ora la linea morbida mette a disagio i cattolici
"Più martiri ora che ai tempi di leoni e stragi"
Ma si affretta a chiarire: "Quando parlo di guerra, parlo di guerra sul serio e non di guerra di religione".
Il mondo cattolico è sconvolto dalla brutale omicidio di padre Jacques Hamel, sgozzato da due terroristi mentre stava dicendo la Santa Messa nella chiesa di Saint-Etienne du Rouvray. Lo hanno fatto inginocchiare davanti all'altare e, dopo aver recitato un sermone in arabo, gli hanno reciso la gola. Una macabra esecuzione filmata col cellulare che ricorda le decapitazioni degli ostaggi occidentali eseguite dal boia dell'Isis Jihadi John. I due giovanissimi jihadisti hanno risposto alla chiamata alle armi dello Stato islamico. E, per la prima volta nella storia dell'Unione europea, un parroco è stato ammazzato in chiesa in virtù della fede che professa. Papa Francesco si è, tuttavia, affrettato ad allontanare lo spettro della guerra di religione. "C'è guerra per interessi, soldi, risorse della natura, per il dominio sui popoli - ha spiegato - questi sono i motivi. Qualcuno parla di guerra di religione, ma tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri, capito?".
Nell'ultimo mese gli attacchi all'Europa si sono moltiplicati di giorno in giorno. Con la strage lungo la Promenade des Anglais a Nizza, i seguaci dell'Isis hanno "inaugurato" una lunga scia di sangue che sembra non aver fine. "Da tempo il mondo è in guerra a pezzi - ha ammesso papa Francesco - non è tanto organica forse (organizzata sì), ma è guerra". Durante il volo verso Cracovia, il Santo Padre ha rivolto un pensiero a padre Jacques:"Questo santo sacerdote ieri è morto per la preghiera che offriva alla chiesa. È uno, ma pensiamo a quanti innocenti, a quanti bambini muoiono. Pensiamo alla Nigeria, ad esempio. 'Ah quella è l'Africa', dicono, sì è l'Africa, ma è in guerra". Poi, una volta atterrato in Polonia, nella cornice imponente del Wawel, l'antico Palazzo Reale, Bergoglio ha affrontato il tema dell'accoglienza: "Occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame - ha detto - la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede".
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Vaticano: “No a soldati per proteggere le chiese”
Papa Francesco: “E’ guerra, ma non di religione”
Dalla Santa sede il no alla militarizzazione dei luoghi di culto. Ma i religiosi francesi chiedono sicurezza
MEDIA E TERRORISMO, MATTARELLA: “ATTENTI A NON CREARE EMULAZIONE, SERVE PIU’ EQUILIBRIO”
Cronaca
Mette in fila le stragi che hanno insanguinato l’estate, auspica che il clima di paura non abbia la meglio e poi avverte i media: informare sugli attentati può provocare comportamenti emulativi. È il terrorismo l’argomento cardine al quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di dedicare gran parte del suo discorso alla cerimonia del Ventaglio. E dopo aver citato i principali atti terroristici delle ultime settimane, il capo dello Stato si è soffermato sul modo in cui gli attentati sono stati raccontati dai mezzi d’informazione
•L’ISLAMOLOGO DECLICH: “L’ISLAMOFOBIA ALIMENTATA DAI MEDIA” (DI D. TURRINI)
Terrorismo, il Vaticano: “No a militari armati davanti alle chiese”
Cronaca
La sala stampa della Santa sede conferma l'indiscrezione pubblicata dall'Huffington Post, dopo l'assassinio del sacerdote a Rouen durante la messa e la richiesta di maggiore sicurezza da parte dei religiosi francesi. Nei suoi viaggi, compreso quello in corso in Polonia, Bergoglio ha sempre rifiutato "blindature": "Sono incosciente, ma mi preoccupo per i fedeli"
di Francesco Antonio Grana | 27 luglio 2016
COMMENTI
•
•
•
Il Vaticano non ha intenzione di chiedere una militarizzazione delle chiese. È la posizione della Santa Sede ribadita dopo il brutale assassinio di padre Jacques Hamel, sgozzato durante la messa in una chiesa a sud di Rouen. Il sacerdote è soltanto l’ultima vittima di un’escalation di attentati di matrice islamica contro i cristiani. Fonti vaticane confermano a ilfattoquotidiano.it quanto attribuito da Andrea Purgatori a Papa Francesco su L’Huffington Post.
“Al contrario di quello che da Raqqa predica il Califfato, – scrive Purgatori – l’indicazione del Papa è semplice e determinata: la pratica religiosa nulla ha a che fare con le armi. Quindi, porte aperte come sempre e no ai soldati col mitra imbracciato a fare da guardia a chi si reca a messa. Il sangue versato non deve cambiare le abitudini dei fedeli e tanto meno dei ministri della fede”. Dalla Santa Sede viene ribadito l’auspicio che l’attentato terroristico avvenuto nella chiesa della Normandia sia un episodio isolato, soprattutto nel cuore dell’Europa, anche se Papa Francesco precisa da tempo che il pianeta sta vivendo “una terza guerra mondiale a pezzi”.
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ci tiene a sottolineare che nel viaggio in Polonia “non ci sono preoccupazioni particolari per la sicurezza del Papa o delle numerose centinaia di migliaia di giovani presenti alla Giornata Mondiale della Gioventù. Recentemente – ha aggiunto il gesuita – si è tenuto il Vertice Nato ed è stato tutto tranquillo”. Così come il portavoce del Papa ha voluto precisare che “non risulta che si siano ritirati dalla Gmg dei gruppi per ragioni legate agli attentati. Il clima onestamente è di grande normalità e tranquillità”. E per questo, come in ognuno dei 15 viaggi internazionali compiuti da Bergoglio, non è previsto che il Papa usi alcuna vettura blindata.
Francesco ha sempre dichiarato di non temere di subire attentati. “Ho paura? Ho un difetto: una bella dose di incoscienza. Sono incosciente in queste cose. Alcune volte mi sono fatto la domanda: se accadesse questo a me? E ho detto al Signore: soltanto ti chiedo una grazia, che non mi faccia male. Perché non sono coraggioso davanti al dolore, sono molto timoroso, ma non di Dio. Ma so che si prendono le misure di sicurezza, prudenti ma sicure. A me preoccupa solo ciò che potrebbe succedere ai fedeli”. Così come più volte Bergoglio si è espresso contro le “porte blindate nella Chiesa“, sottolineando che “tutto deve essere aperto a tutti”.
“Anche oggi – sottolinea il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin – purtroppo esistono situazioni di violenza, di disprezzo della vita umana, di disprezzo della persona, situazioni in cui si fomenta la divisione, situazioni in cui si usa il terrore, il terrorismo, per degli interessi personali o la costruzione di interessi economici e politici”. Il porporato evidenzia che “il Papa richiama spesso che la Chiesa deve essere vicina, la Chiesa deve essere prossimo di tutti quelli che si trovano nella sofferenza”. Una Chiesa che già vive “l’ecumenismo del sangue”, come ha ribadito più volte Francesco.
Parlando alle autorità politiche polacche nel Palazzo del Wawel di Cracovia, nel suo primo discorso in Polonia, Bergoglio ha sottolineato che “occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame; la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede. Nello stesso tempo vanno sollecitate collaborazioni e sinergie a livello internazionale al fine di trovare soluzioni ai conflitti e alle guerre, che costringono tante persone a lasciare le loro case e la loro patria. Si tratta così di fare il possibile per alleviare le loro sofferenze, senza stancarsi di operare con intelligenza e continuità per la giustizia e la pace, testimoniando nei fatti i valori umani e cristiani”.
di Francesco Antonio Grana | 27 luglio 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Vaticano: “No a soldati per proteggere le chiese”
Papa Francesco: “E’ guerra, ma non di religione”
Dalla Santa sede il no alla militarizzazione dei luoghi di culto. Ma i religiosi francesi chiedono sicurezza
MEDIA E TERRORISMO, MATTARELLA: “ATTENTI A NON CREARE EMULAZIONE, SERVE PIU’ EQUILIBRIO”
Cronaca
Mette in fila le stragi che hanno insanguinato l’estate, auspica che il clima di paura non abbia la meglio e poi avverte i media: informare sugli attentati può provocare comportamenti emulativi. È il terrorismo l’argomento cardine al quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di dedicare gran parte del suo discorso alla cerimonia del Ventaglio. E dopo aver citato i principali atti terroristici delle ultime settimane, il capo dello Stato si è soffermato sul modo in cui gli attentati sono stati raccontati dai mezzi d’informazione
•L’ISLAMOLOGO DECLICH: “L’ISLAMOFOBIA ALIMENTATA DAI MEDIA” (DI D. TURRINI)
Terrorismo, il Vaticano: “No a militari armati davanti alle chiese”
Cronaca
La sala stampa della Santa sede conferma l'indiscrezione pubblicata dall'Huffington Post, dopo l'assassinio del sacerdote a Rouen durante la messa e la richiesta di maggiore sicurezza da parte dei religiosi francesi. Nei suoi viaggi, compreso quello in corso in Polonia, Bergoglio ha sempre rifiutato "blindature": "Sono incosciente, ma mi preoccupo per i fedeli"
di Francesco Antonio Grana | 27 luglio 2016
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Il Vaticano non ha intenzione di chiedere una militarizzazione delle chiese. È la posizione della Santa Sede ribadita dopo il brutale assassinio di padre Jacques Hamel, sgozzato durante la messa in una chiesa a sud di Rouen. Il sacerdote è soltanto l’ultima vittima di un’escalation di attentati di matrice islamica contro i cristiani. Fonti vaticane confermano a ilfattoquotidiano.it quanto attribuito da Andrea Purgatori a Papa Francesco su L’Huffington Post.
“Al contrario di quello che da Raqqa predica il Califfato, – scrive Purgatori – l’indicazione del Papa è semplice e determinata: la pratica religiosa nulla ha a che fare con le armi. Quindi, porte aperte come sempre e no ai soldati col mitra imbracciato a fare da guardia a chi si reca a messa. Il sangue versato non deve cambiare le abitudini dei fedeli e tanto meno dei ministri della fede”. Dalla Santa Sede viene ribadito l’auspicio che l’attentato terroristico avvenuto nella chiesa della Normandia sia un episodio isolato, soprattutto nel cuore dell’Europa, anche se Papa Francesco precisa da tempo che il pianeta sta vivendo “una terza guerra mondiale a pezzi”.
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ci tiene a sottolineare che nel viaggio in Polonia “non ci sono preoccupazioni particolari per la sicurezza del Papa o delle numerose centinaia di migliaia di giovani presenti alla Giornata Mondiale della Gioventù. Recentemente – ha aggiunto il gesuita – si è tenuto il Vertice Nato ed è stato tutto tranquillo”. Così come il portavoce del Papa ha voluto precisare che “non risulta che si siano ritirati dalla Gmg dei gruppi per ragioni legate agli attentati. Il clima onestamente è di grande normalità e tranquillità”. E per questo, come in ognuno dei 15 viaggi internazionali compiuti da Bergoglio, non è previsto che il Papa usi alcuna vettura blindata.
Francesco ha sempre dichiarato di non temere di subire attentati. “Ho paura? Ho un difetto: una bella dose di incoscienza. Sono incosciente in queste cose. Alcune volte mi sono fatto la domanda: se accadesse questo a me? E ho detto al Signore: soltanto ti chiedo una grazia, che non mi faccia male. Perché non sono coraggioso davanti al dolore, sono molto timoroso, ma non di Dio. Ma so che si prendono le misure di sicurezza, prudenti ma sicure. A me preoccupa solo ciò che potrebbe succedere ai fedeli”. Così come più volte Bergoglio si è espresso contro le “porte blindate nella Chiesa“, sottolineando che “tutto deve essere aperto a tutti”.
“Anche oggi – sottolinea il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin – purtroppo esistono situazioni di violenza, di disprezzo della vita umana, di disprezzo della persona, situazioni in cui si fomenta la divisione, situazioni in cui si usa il terrore, il terrorismo, per degli interessi personali o la costruzione di interessi economici e politici”. Il porporato evidenzia che “il Papa richiama spesso che la Chiesa deve essere vicina, la Chiesa deve essere prossimo di tutti quelli che si trovano nella sofferenza”. Una Chiesa che già vive “l’ecumenismo del sangue”, come ha ribadito più volte Francesco.
Parlando alle autorità politiche polacche nel Palazzo del Wawel di Cracovia, nel suo primo discorso in Polonia, Bergoglio ha sottolineato che “occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame; la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede. Nello stesso tempo vanno sollecitate collaborazioni e sinergie a livello internazionale al fine di trovare soluzioni ai conflitti e alle guerre, che costringono tante persone a lasciare le loro case e la loro patria. Si tratta così di fare il possibile per alleviare le loro sofferenze, senza stancarsi di operare con intelligenza e continuità per la giustizia e la pace, testimoniando nei fatti i valori umani e cristiani”.
di Francesco Antonio Grana | 27 luglio 2016
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LIBRE news
Craig Roberts: Nizza, una strage in perfetto stile Gladio
Scritto il 28/7/16 • nella Categoria: idee Condividi Tweet
La strage di Nizza? Un “lavoretto” in perfetto stile Gladio. Altro che jihadista “impazzito”. Lo sostiene Paul Craig Roberts, eminente analista americano, già viceministro del Tesoro sotto Reagan. I commentatori che hanno imparato a diffidare delle spiegazioni ufficiali, come Peter Koenig e Stephen Lendman, scrive Craig Roberts nel suo blog, hanno sollevato interrogativi circa l’attacco di Nizza. Strano che un “folle” solitario alla guida di un grosso camion possa entrare nelle aree interdette a far strage di francesi assiepati per assistere ai fuochi d’artificio della festa nazionale, l’anniversario della Presa della Bastiglia. «Ancora una volta il presunto autore è morto e convenientemente ci ha lasciato la sua carta d’identità». Come da copione: «Sembra che la conseguenza di tutto ciò in Francia sarà un permanente stato di legge marziale. Questo spegnimento della società potrà inoltre venir applicato alle proteste contro l’abrogazione delle protezioni del lavoro in Francia da parte del burattino capitalistico Hollande. Coloro che protestano per il ritiro dei loro sudati diritti verranno schiacciati sotto il peso della legge marziale».Incredibile notare «quanto conveniente sia stato quell’attacco era per il capitalismo globale, il principale beneficiario della nuova “riforma del lavoro” di Hollande», scrive Craig Roberts in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”, ricordando che le questioni sollevate da Koenig e Lendman richiamano alla mente l’Operazione Stay Behind, in Italia semplicemente Gladio, cioè la “firma” per eccellenza della strategia della tensione prodotta dai servizi segreti a suon di attentati. Gladio, aggiunge Roberts, è il nome in codice di un’operazione segreta della Nato, istituita da Washington dopo la Seconda Guerra Mondiale per paura che l’Armata Rossa potesse invadere l’Europa occidentale. Originariamente, doveva essere un network di guerriglieri da attivare in caso di invasione sovietica. La minaccia che emerse fu invece «la popolarità del partito comunista, in Francia e in particolare in Italia». Washington temeva che i comunisti, alleati di Mosca, avrebbero ottenuto abbastanza voti per andare al governo. « Di conseguenza, Gladio venne rivolta contro i partiti comunisti europei».Craig Roberts attribuisce a Gladio alcune stragi che insanguinarono il Belpaese: «Il servizio di intelligence italiano insieme alla Cia iniziò a far esplodere luoghi pubblici in Italia, come la stazione di Bologna, in cui 285 persone furono uccise, mutilate o ferite». Un operativo di Gladio, Vincenzo Vinciguerra, rivelò per primo l’esistenza di Gladio durante il processo del 1984 per la strage alla stazione di Bologna del 1980. Interrogato, disse: «Esiste in Italia una forza segreta parallela alle forze armate, composta da civili e militari, in chiave anti-sovietica, con il compito di organizzare la resistenza contro l’esercito russo sul suolo italiano. Un’organizzazione segreta, una super-organizzazione con una rete di comunicazione, armi ed esplosivi, e uomini addestrati ad usarle.Una super-organizzazione che, in mancanza di una invasione militare sovietica, che potrebbe non accadere, si è assunta il compito, per conto della Nato, di impedire uno spostamento a sinistra dell’equilibrio politico del paese. Hanno fatto questo, con l’aiuto dei servizi segreti ufficiali e delle forze politiche e militari».Sei anni dopo, nel 1990, l’allora primo ministro Giulio Andreotti ammise ufficialmente l’esistenza di Gladio. Sarebbe stata coordinata dal generale italiano Gerardo Serravalle nella prima metà degli anni ‘70. Secondo “Wikipedia”, testimononi riferiscono che i responsabili della pianificazione e del coordinamento «sono stati i funzionari responsabili delle strutture segrete di Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Italia. Tali rappresentanti delle strutture segrete si sono incontrati ogni anno in una delle capitali. Agli incontri “Stay Behind” i rappresentanti della Cia erano sempre presenti». Anni di piombo, in Italia: «Dovevi attaccare i civili, donne, bambini, persone innocenti al di fuori della scena politica, per una semplice ragione: costringere la popolazione italiana a rivolgersi allo Stato, ad essere ricondotta al regime e chiedere maggiore sicurezza. Questa è la logica politica dietro tutti gli attentati: rimangono impuniti perché lo Stato non può condannare se stesso».Gli attentati dell’epoca furono attribuiti a gruppi terroristici comunisti, come le Brigate Rosse in Italia e la banda Baader-Meinhof in Germania, «gruppi che potevano essere reali o coperture inventate ad arte per facilitare il discredito nei confronti dei partiti comunisti europei», scrive Craig Roberts, ricordando che nel 1984 il giudice Felice Casson riaprì un caso vecchio di 12 anni riguardante un’autobomba esplosa a Peteano, in Italia, in cui morirono alcuni carabinieri. «Il giudice ha scoperto che il caso era stato falsificato e che la colpa era stata attribuita alle Brigate Rosse, nonostante si fosse effettivamente trattato del lavoro dei servizi segreti militari, del Servizio Informazioni Difesa (Sid) in collaborazione con Ordine Nuovo, un’organizzazione di destra creata o cooptata da Gladio». Casson fa risalire a Gladio la stessa strage di piazza Fontana a Milano, la “madre” di tutte le “stragi impunite”.« Sulla base delle rivelazioni italiane, i governi di Belgio e Svizzera hanno intrapreso indagini sulle operazioni di Gladio avvenute nella loro giurisdizione. Il governo degli Stati Uniti ha negato ogni partecipazione alle stragi. Tuttavia, le ricerche effettuate del giudice Casson negli archivi del servizio segreto militare italiano hanno portato alla luce le prove dell’esistenza della rete Gladio, e collegamenti con la Nato e gli Stati Uniti». I popoli occidentali, le cui democrazie secondo Craig Roberts «sono degenerate in plutocrazie», vengono convinti che il loro governo «non possa essere capace di uccidere i propri cittadini». E dunque «hanno chiaramente bisogno di conoscere l’Operazione Gladio». Domanda: la struttura Stay Behind è ancora oggi viva e vegeta? «Gli eventi terroristici di oggi vengono attribuiti ai musulmani invece che ai comunisti. E’ possibile che gli attacchi terroristici in Francia e Belgio siano operazioni Gladio?».
Paul Craig Roberts
From Wikipedia, the free encyclopedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Craig_Roberts
Craig Roberts: Nizza, una strage in perfetto stile Gladio
Scritto il 28/7/16 • nella Categoria: idee Condividi Tweet
La strage di Nizza? Un “lavoretto” in perfetto stile Gladio. Altro che jihadista “impazzito”. Lo sostiene Paul Craig Roberts, eminente analista americano, già viceministro del Tesoro sotto Reagan. I commentatori che hanno imparato a diffidare delle spiegazioni ufficiali, come Peter Koenig e Stephen Lendman, scrive Craig Roberts nel suo blog, hanno sollevato interrogativi circa l’attacco di Nizza. Strano che un “folle” solitario alla guida di un grosso camion possa entrare nelle aree interdette a far strage di francesi assiepati per assistere ai fuochi d’artificio della festa nazionale, l’anniversario della Presa della Bastiglia. «Ancora una volta il presunto autore è morto e convenientemente ci ha lasciato la sua carta d’identità». Come da copione: «Sembra che la conseguenza di tutto ciò in Francia sarà un permanente stato di legge marziale. Questo spegnimento della società potrà inoltre venir applicato alle proteste contro l’abrogazione delle protezioni del lavoro in Francia da parte del burattino capitalistico Hollande. Coloro che protestano per il ritiro dei loro sudati diritti verranno schiacciati sotto il peso della legge marziale».Incredibile notare «quanto conveniente sia stato quell’attacco era per il capitalismo globale, il principale beneficiario della nuova “riforma del lavoro” di Hollande», scrive Craig Roberts in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”, ricordando che le questioni sollevate da Koenig e Lendman richiamano alla mente l’Operazione Stay Behind, in Italia semplicemente Gladio, cioè la “firma” per eccellenza della strategia della tensione prodotta dai servizi segreti a suon di attentati. Gladio, aggiunge Roberts, è il nome in codice di un’operazione segreta della Nato, istituita da Washington dopo la Seconda Guerra Mondiale per paura che l’Armata Rossa potesse invadere l’Europa occidentale. Originariamente, doveva essere un network di guerriglieri da attivare in caso di invasione sovietica. La minaccia che emerse fu invece «la popolarità del partito comunista, in Francia e in particolare in Italia». Washington temeva che i comunisti, alleati di Mosca, avrebbero ottenuto abbastanza voti per andare al governo. « Di conseguenza, Gladio venne rivolta contro i partiti comunisti europei».Craig Roberts attribuisce a Gladio alcune stragi che insanguinarono il Belpaese: «Il servizio di intelligence italiano insieme alla Cia iniziò a far esplodere luoghi pubblici in Italia, come la stazione di Bologna, in cui 285 persone furono uccise, mutilate o ferite». Un operativo di Gladio, Vincenzo Vinciguerra, rivelò per primo l’esistenza di Gladio durante il processo del 1984 per la strage alla stazione di Bologna del 1980. Interrogato, disse: «Esiste in Italia una forza segreta parallela alle forze armate, composta da civili e militari, in chiave anti-sovietica, con il compito di organizzare la resistenza contro l’esercito russo sul suolo italiano. Un’organizzazione segreta, una super-organizzazione con una rete di comunicazione, armi ed esplosivi, e uomini addestrati ad usarle.Una super-organizzazione che, in mancanza di una invasione militare sovietica, che potrebbe non accadere, si è assunta il compito, per conto della Nato, di impedire uno spostamento a sinistra dell’equilibrio politico del paese. Hanno fatto questo, con l’aiuto dei servizi segreti ufficiali e delle forze politiche e militari».Sei anni dopo, nel 1990, l’allora primo ministro Giulio Andreotti ammise ufficialmente l’esistenza di Gladio. Sarebbe stata coordinata dal generale italiano Gerardo Serravalle nella prima metà degli anni ‘70. Secondo “Wikipedia”, testimononi riferiscono che i responsabili della pianificazione e del coordinamento «sono stati i funzionari responsabili delle strutture segrete di Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Italia. Tali rappresentanti delle strutture segrete si sono incontrati ogni anno in una delle capitali. Agli incontri “Stay Behind” i rappresentanti della Cia erano sempre presenti». Anni di piombo, in Italia: «Dovevi attaccare i civili, donne, bambini, persone innocenti al di fuori della scena politica, per una semplice ragione: costringere la popolazione italiana a rivolgersi allo Stato, ad essere ricondotta al regime e chiedere maggiore sicurezza. Questa è la logica politica dietro tutti gli attentati: rimangono impuniti perché lo Stato non può condannare se stesso».Gli attentati dell’epoca furono attribuiti a gruppi terroristici comunisti, come le Brigate Rosse in Italia e la banda Baader-Meinhof in Germania, «gruppi che potevano essere reali o coperture inventate ad arte per facilitare il discredito nei confronti dei partiti comunisti europei», scrive Craig Roberts, ricordando che nel 1984 il giudice Felice Casson riaprì un caso vecchio di 12 anni riguardante un’autobomba esplosa a Peteano, in Italia, in cui morirono alcuni carabinieri. «Il giudice ha scoperto che il caso era stato falsificato e che la colpa era stata attribuita alle Brigate Rosse, nonostante si fosse effettivamente trattato del lavoro dei servizi segreti militari, del Servizio Informazioni Difesa (Sid) in collaborazione con Ordine Nuovo, un’organizzazione di destra creata o cooptata da Gladio». Casson fa risalire a Gladio la stessa strage di piazza Fontana a Milano, la “madre” di tutte le “stragi impunite”.« Sulla base delle rivelazioni italiane, i governi di Belgio e Svizzera hanno intrapreso indagini sulle operazioni di Gladio avvenute nella loro giurisdizione. Il governo degli Stati Uniti ha negato ogni partecipazione alle stragi. Tuttavia, le ricerche effettuate del giudice Casson negli archivi del servizio segreto militare italiano hanno portato alla luce le prove dell’esistenza della rete Gladio, e collegamenti con la Nato e gli Stati Uniti». I popoli occidentali, le cui democrazie secondo Craig Roberts «sono degenerate in plutocrazie», vengono convinti che il loro governo «non possa essere capace di uccidere i propri cittadini». E dunque «hanno chiaramente bisogno di conoscere l’Operazione Gladio». Domanda: la struttura Stay Behind è ancora oggi viva e vegeta? «Gli eventi terroristici di oggi vengono attribuiti ai musulmani invece che ai comunisti. E’ possibile che gli attacchi terroristici in Francia e Belgio siano operazioni Gladio?».
Paul Craig Roberts
From Wikipedia, the free encyclopedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Craig_Roberts
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
«Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, no di guerre di religione. Non c'è guerra di religione»,
ha aggiunto, «c'è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli»
by Erding
Solo Mentana è riuscito a storpiare la parte finale:
, «c'è guerra di interessi, per i soldi
Omettedo:
, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli»
Era così difficile pronunciare l’intera frase di Francesco????
Ai giorni nostri sembra di SI.
Gli altri tg non ci hanno provato neppure a spezzarla.
E’ SEVERAMENTE PROIBITO DIRE LA VERITA’.
Non mi sembra di aver sentito nei tg dichiarare che 1400 società anonime predano l’Africa delle loro risorse naturali.
Lo scatolone magico del Grande Fratello deve solo raccontare quanto serve per cloroformizzare le classi inferiori.
CONTINUA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
«Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, no di guerre di religione. Non c'è guerra di religione»,
ha aggiunto, «c'è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli»
by Erding
Solo Mentana è riuscito a storpiare la parte finale:
, «c'è guerra di interessi, per i soldi
Omettedo:
, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli»
Era così difficile pronunciare l’intera frase di Francesco????
Ai giorni nostri sembra di SI.
Gli altri tg non ci hanno provato neppure a spezzarla.
E’ SEVERAMENTE PROIBITO DIRE LA VERITA’.
Non mi sembra di aver sentito nei tg dichiarare che 1400 società anonime predano l’Africa delle loro risorse naturali.
Lo scatolone magico del Grande Fratello deve solo raccontare quanto serve per cloroformizzare le classi inferiori.
CONTINUA
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Re: La Terza Guerra Mondiale
CONTINUA
Il giornale non demorde. E in prima pagina sbatte l’articolo del direttore Sallusti dal titolo:
ORRORE IN FRANCIA
HANNO SGOZZATO DIO
Due baby terroristi (uno minorenne) uccidono un parroco
in chiesa durante la messa. L’Isis rivendica: è guerra di religione
Risulta poi, che la prima pagina di alcuni blog che pubblicano i quotidiani in pdf, è differente dalla prima pagina dei quotidiani in edicola.
L’Isis rivendica: è guerra di religione
Il Giornale ci tiene ad evidenziare, al di là delle parole di Francesco, che è l’Isis a rivendicare che questa è una guerra di religione.
Loro, la destra “cattolica” nostrana, non è che l’esatto equivalente dello schieramento opposto. L'Isis.
Anche loro vogliono la guerra di religione.
Del papa se ne sbattono altamente, tanto che in un titolo di prima pagina del cartaceo oggi in edicola, sostengono che Francesco parla come un marxiano.
Furbetti quelli della destra cattolica e guerrafondaia.
Evitano di ripetere gli errori del passato, quando etichettavano Bergoglio come un comunista.
Visto che il papa aveva risposto, tempo addietro, per le rime, negando di essere comunista, ma solo cristiano, i nostri destrorsi si sono guardati bene dal ripetere l’errore.
Si sono affidati al termine “Marxiano”.
Si badi bene, poi, che alcuni mussulmani presenti oggi in Italia, ritengono che il loro Dio è lo stesso dei cristiani.
Quindi, secondo Sallusti, avrebbero pugnalato anche il loro Dio.
E’ questo tipo di credenti che fa allontanare dalle religioni.
Il giornale non demorde. E in prima pagina sbatte l’articolo del direttore Sallusti dal titolo:
ORRORE IN FRANCIA
HANNO SGOZZATO DIO
Due baby terroristi (uno minorenne) uccidono un parroco
in chiesa durante la messa. L’Isis rivendica: è guerra di religione
Risulta poi, che la prima pagina di alcuni blog che pubblicano i quotidiani in pdf, è differente dalla prima pagina dei quotidiani in edicola.
L’Isis rivendica: è guerra di religione
Il Giornale ci tiene ad evidenziare, al di là delle parole di Francesco, che è l’Isis a rivendicare che questa è una guerra di religione.
Loro, la destra “cattolica” nostrana, non è che l’esatto equivalente dello schieramento opposto. L'Isis.
Anche loro vogliono la guerra di religione.
Del papa se ne sbattono altamente, tanto che in un titolo di prima pagina del cartaceo oggi in edicola, sostengono che Francesco parla come un marxiano.
Furbetti quelli della destra cattolica e guerrafondaia.
Evitano di ripetere gli errori del passato, quando etichettavano Bergoglio come un comunista.
Visto che il papa aveva risposto, tempo addietro, per le rime, negando di essere comunista, ma solo cristiano, i nostri destrorsi si sono guardati bene dal ripetere l’errore.
Si sono affidati al termine “Marxiano”.
Si badi bene, poi, che alcuni mussulmani presenti oggi in Italia, ritengono che il loro Dio è lo stesso dei cristiani.
Quindi, secondo Sallusti, avrebbero pugnalato anche il loro Dio.
E’ questo tipo di credenti che fa allontanare dalle religioni.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
28 LUG 2016 13:38
DAI, ANGELINO, SPARANE UN'ALTRA! ALFANO VUOLE USARE LE FORZE SPECIALI CONTRO IL TERRORISMO MA IL MINISTRO SA QUANTI SONO I NOSTRI INCURSORI? IL NUMERO E' SEGRETO, MA NON SUPERA I 400 UOMINI, E IN BUONA PARTE SONO IMPEGNATI IN AFGHANISTAN...
Dagonews
Angelino Alfano insiste: usiamo le forze speciali militari nella lotta contro il terrorismo. Alla Difesa frenano: ragioni di sicurezza nazionale, dicono. In realtà, sembra che la mossa del ministro "senza quid" dell'Interno sia motivata più da ragioni di visibilità politica che da possibilità tecniche operative.
Tant'è che Palazzo Chigi frena l'impiego delle forze speciali contro il terrorismo. Vorrebbe che la boutade di Alfano passasse nel dimenticatoio. A consigliare Renzi questa strategia sarebbe stato proprio Carmine Masiello, suo consigliere militare.
Masiello è un generale dei paracadutisti e istruttore parà, ma non è un incursore: titolo necessario per essere considerati "forze speciali". Lo era, invece, Marco Bertolini, ex Comandante del Comando operativo interforze, che da poco ha lasciato l'incarico.
Ma perchè Masiello avrebbe consigliato l'oblìo sulle frasi di Alfano? Eppure il decreto "Missioni" autorizza il loro utilizzo sul territorio nazionale in chiave antiterrorismo. Il motivo è legato al numero di Forze speciali a disposizione delle Forze armate.
Ufficialmente il numero è segreto. In realtà, sembra che tutti i militari che si possono fregiare del titolo di "incursore" non superano le 400 unità. Divisi fra Col Moschin (Esercito), Comsubin (Marina), "17° Stormo" (Aeronautica), e Gis (Carabinieri). Ignoto, invece, il numero degli uomini della Polizia (Nocs).
Buona parte di questi uomini sono poi impegnati nella Task Force 45 in Afghanistan, un nucleo di Rambo impegnati nelle operazioni riservate al fianco degli omologhi americani, come i Navy Seals: tant'è che una parte dell'addestramento degli incursori Usa è a Varignano, base delle forze speciali della Marina
Ne consegue che il contingente di incursori a disposizione di Alfano in chiave antiterrorismo potrebbe essere di poco superiore ai cento uomini: un po' pochi per metterli fuori dalle chiese...
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
28 LUG 2016 13:38
DAI, ANGELINO, SPARANE UN'ALTRA! ALFANO VUOLE USARE LE FORZE SPECIALI CONTRO IL TERRORISMO MA IL MINISTRO SA QUANTI SONO I NOSTRI INCURSORI? IL NUMERO E' SEGRETO, MA NON SUPERA I 400 UOMINI, E IN BUONA PARTE SONO IMPEGNATI IN AFGHANISTAN...
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Angelino Alfano insiste: usiamo le forze speciali militari nella lotta contro il terrorismo. Alla Difesa frenano: ragioni di sicurezza nazionale, dicono. In realtà, sembra che la mossa del ministro "senza quid" dell'Interno sia motivata più da ragioni di visibilità politica che da possibilità tecniche operative.
Tant'è che Palazzo Chigi frena l'impiego delle forze speciali contro il terrorismo. Vorrebbe che la boutade di Alfano passasse nel dimenticatoio. A consigliare Renzi questa strategia sarebbe stato proprio Carmine Masiello, suo consigliere militare.
Masiello è un generale dei paracadutisti e istruttore parà, ma non è un incursore: titolo necessario per essere considerati "forze speciali". Lo era, invece, Marco Bertolini, ex Comandante del Comando operativo interforze, che da poco ha lasciato l'incarico.
Ma perchè Masiello avrebbe consigliato l'oblìo sulle frasi di Alfano? Eppure il decreto "Missioni" autorizza il loro utilizzo sul territorio nazionale in chiave antiterrorismo. Il motivo è legato al numero di Forze speciali a disposizione delle Forze armate.
Ufficialmente il numero è segreto. In realtà, sembra che tutti i militari che si possono fregiare del titolo di "incursore" non superano le 400 unità. Divisi fra Col Moschin (Esercito), Comsubin (Marina), "17° Stormo" (Aeronautica), e Gis (Carabinieri). Ignoto, invece, il numero degli uomini della Polizia (Nocs).
Buona parte di questi uomini sono poi impegnati nella Task Force 45 in Afghanistan, un nucleo di Rambo impegnati nelle operazioni riservate al fianco degli omologhi americani, come i Navy Seals: tant'è che una parte dell'addestramento degli incursori Usa è a Varignano, base delle forze speciali della Marina
Ne consegue che il contingente di incursori a disposizione di Alfano in chiave antiterrorismo potrebbe essere di poco superiore ai cento uomini: un po' pochi per metterli fuori dalle chiese...
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