the day after. quali accordi per governare?
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Giorni durissimi al lavoro, come potete immaginare
Ma naturalmente ho avuto modo di sentire un po' tutti
Potete immaginare la mia posizione (riassunta da Landini ieri sera, immenso, si potrebbe proporre come candidato premier) ma avrei una domanda un po' per tutti
Voi sperate che il governo con la discarica in mezzo che detta condizioni assurde lo facciano si o no?
Ma naturalmente ho avuto modo di sentire un po' tutti
Potete immaginare la mia posizione (riassunta da Landini ieri sera, immenso, si potrebbe proporre come candidato premier) ma avrei una domanda un po' per tutti
Voi sperate che il governo con la discarica in mezzo che detta condizioni assurde lo facciano si o no?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Spero di no.peanuts ha scritto:Giorni durissimi al lavoro, come potete immaginare
Ma naturalmente ho avuto modo di sentire un po' tutti
Potete immaginare la mia posizione (riassunta da Landini ieri sera, immenso, si potrebbe proporre come candidato premier) ma avrei una domanda un po' per tutti
Voi sperate che il governo con la discarica in mezzo che detta condizioni assurde lo facciano si o no?
Fare il governo che si prospetta solo perchè costretti non porterà nulla di buono.
Il governo di "larghe intese" (senza che ci sia intesa)
rimanderà i problemi che resteranno gli stessi a momenti ancora più drammatici.
Se il governo ci sarà, come purtroppo ci sarà, speriamo sia con un programma breve ed essenziale, all'osso,
conuna possibile legge elettorale appena decente e via a nuove elezioni.
Dal blog di Civati
La famosa linea del Pd
Leggete qui. Poi il dissidente sarei io.
«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013).
«I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali» (Enrico Letta, 29 marzo 2013).
«Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana» (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)
«Il governissimo non è la risposta ai problemi» (Pier Luigi Bersani, 13 aprile 2013).
«Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori» (Pierluigi Bersani, 8 aprile 2013).
«Se si pensa di ovviare con maggioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo» ( Pierluigi Bersani, 2 ottobre 2012).
«In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme» (Massimo D’Alema, 8 marzo 2013).
«Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra» (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013).
«Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada». (Beppe Fioroni, 25 marzo 2013).
«Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano» (Dario Franceschini, 23 aprile 2013).
«Sono contrario a un governo Pd-Pdl» (Andrea Orlando, 22 aprile 2013).
«Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo» (Rosy Bindi, 21 aprile 2013).
«Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell’Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl» (Roberto Speranza, 8 aprile 2013).
«Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).
«L’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).
«Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto» (Emanuele Fiano, 28 febbraio 2013).
«I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi» (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio).
«Non c’è nessun inciucio: se questa elezione fosse il preludio per un governissimo io non ci sto e non ci starebbe neanche il Pd» (Cesare Damiano, 18 aprile 2013).
«Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre» (Fausto Raciti, 14 aprile 2013).
«Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile» (Matteo Orfini, 27 marzo 2013).
http://www.ciwati.it/2013/04/26/la-famosa-linea-del-pd/
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Comunque nessuno ha pensato a una cosa. La presidente della camera, a questo punto, è dell'opposizione...
Fossi in lei, comunque, mi dimetterei per la nausea
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Re: the day after. quali accordi per governare?
E' forse il governo più democristiano degli ultimi vent'anni.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Beh, insomma
La polizia ha il pestaggio facile, fa quello che fa alla mamma del povero Aldrovandi e mette un fascista agli interni (oltre che vice premier)
La sanità pubblica va in pezzi? Ma sì, il colpo di grazia con una pidiellina ultraliberista
Eccetera
Eccetera
Eccetera
Schifo, vomito, disprezzo per voi. Tutti quanti.
A questo governo si faccia una durissima opposizione. Lo dico da più di un anno. fermiamogli tutto
Vergogna
La polizia ha il pestaggio facile, fa quello che fa alla mamma del povero Aldrovandi e mette un fascista agli interni (oltre che vice premier)
La sanità pubblica va in pezzi? Ma sì, il colpo di grazia con una pidiellina ultraliberista
Eccetera
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Schifo, vomito, disprezzo per voi. Tutti quanti.
A questo governo si faccia una durissima opposizione. Lo dico da più di un anno. fermiamogli tutto
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Re: the day after. quali accordi per governare?
TZ ( schiocco di lingua per dire "no", tipico del siciliano)mariok ha scritto:E' forse il governo più democristiano degli ultimi vent'anni.
c'è più progesterone in quello di oggi.
7 tonne.
Re: the day after. quali accordi per governare?
Che c'entra col resto?
Chi è Cécile Kyenge, ministro per l'Integrazione
«Un passo decisivo per cambiare l'Italia»
Medico nato in Congo, ha 49 anni: «Lavoro per la società civile che chiede a gran voce una legge sulla cittadinanza»
Cécile Kyenge (Pd) si insedia in Parlamento (Eidon/Antimiani)
Cécile Kyenge Kashetu è un medico oculista italiano, nato nella Repubblica democratica del Congo nel 1964. Eletta alla Camera nelle elezioni di febbraio, è stata nominata da Enrico Letta ministro per l'Integrazione dopo essere stata responsabile delle politiche dell'immigrazione del Partito democratico in Emilia Romagna.
I DIRITTI UMANI - Da sempre è in prima linea per i diritti dei migranti e per quello di cittadinanza: leggi la sua intervista al blog "La città Nuova" del 26 marzo. Tra le sue battaglie da attivista, la libera circolazione, una nuova legge sulla cittadinanza e l'abrogazione della Bossi-Fini. Dal settembre 2010 è portavoce nazionale della rete Primo Marzo per cui si occupa di promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani.
«IL SEGNO DEL CAMBIAMENTO» - Kyenge, primo ministro di colore in un governo italiano, ha accolto questa nomina, da parte di Enrico Letta, come «una decisione che segna il passo decisivo per cambiare concretamente l'Italia e il modo di vedere un'integrazione che è già presente nel Paese». Dopo aver espresso la sua soddisfazione e il suo ringraziamento il ministro per l'Integrazione ha spiegato: «Il mio percorso è merito di un lavoro svolto con Livia Turco e il Forum immigrazione del Partito Democratico: io sono la portavoce di una politica fatta all'interno del partito, ma che è frutto di un lavoro comune che raccoglie anche le istanze e le forti richieste della società civile che in questo momento chiede a gran voce una nuova legge sulla cittadinanza».
Redazione Online
27 aprile 2013 | 18:49
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Chi è Cécile Kyenge, ministro per l'Integrazione
«Un passo decisivo per cambiare l'Italia»
Medico nato in Congo, ha 49 anni: «Lavoro per la società civile che chiede a gran voce una legge sulla cittadinanza»
Cécile Kyenge (Pd) si insedia in Parlamento (Eidon/Antimiani)
Cécile Kyenge Kashetu è un medico oculista italiano, nato nella Repubblica democratica del Congo nel 1964. Eletta alla Camera nelle elezioni di febbraio, è stata nominata da Enrico Letta ministro per l'Integrazione dopo essere stata responsabile delle politiche dell'immigrazione del Partito democratico in Emilia Romagna.
I DIRITTI UMANI - Da sempre è in prima linea per i diritti dei migranti e per quello di cittadinanza: leggi la sua intervista al blog "La città Nuova" del 26 marzo. Tra le sue battaglie da attivista, la libera circolazione, una nuova legge sulla cittadinanza e l'abrogazione della Bossi-Fini. Dal settembre 2010 è portavoce nazionale della rete Primo Marzo per cui si occupa di promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani.
«IL SEGNO DEL CAMBIAMENTO» - Kyenge, primo ministro di colore in un governo italiano, ha accolto questa nomina, da parte di Enrico Letta, come «una decisione che segna il passo decisivo per cambiare concretamente l'Italia e il modo di vedere un'integrazione che è già presente nel Paese». Dopo aver espresso la sua soddisfazione e il suo ringraziamento il ministro per l'Integrazione ha spiegato: «Il mio percorso è merito di un lavoro svolto con Livia Turco e il Forum immigrazione del Partito Democratico: io sono la portavoce di una politica fatta all'interno del partito, ma che è frutto di un lavoro comune che raccoglie anche le istanze e le forti richieste della società civile che in questo momento chiede a gran voce una nuova legge sulla cittadinanza».
Redazione Online
27 aprile 2013 | 18:49
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