the day after. quali accordi per governare?

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peanuts
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da peanuts »

myriam ha scritto:Forse sono solo tattiche.
Non credo che berlusconi abbia intenzione di far cadere questo governo, almeno non adesso.
La sua priorità sono i processi e, se fa il bravo e si atteggia a statista (non a caso ha cambiato avvocato e strategia difensiva) si sono molte probabilità che ne esca.
Nel frattempo tiene buono il suo elettorato con i proclami di brunetta e della santanchè.
E al suo elettorato a Dicembre che gli racconta quando dovrà pagare l'imu?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
myriam
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da myriam »

Da qui a dicembre.... campa cavallo!
E poi i suoi elettori si berranno che lui, l'imnu , l'avrebbe tolta.... la colpa sarà dei soliti comunisti!
E comunque i suoi elettori sono pronti ad appoggiarlo in ogni caso, anche se, come ha detto Travaglio la settimana scorsa,
volesse appoggiare un governo di troskisti.
erding
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da erding »

Anticostituzionale la restituzione dell'Imu, di Raniero La Valle

da Adista (Note) Lunedì 6 maggio 2013 alle ore 12.42

C’è una questione di grande portata nella discussione sull’abolizione dell’Imu, che non è stata

finora sollevata. Si discute infatti solo dei costi dell’operazione: 4 miliardi per l’abolizione,

4 miliardi per la restituzione dell’Imu già pagata nel 2012. Ma mentre la sospensione o

cancellazione dell’imposta sarebbe una decisione politica normale, la restituzione dell’Imu sarebbe

un atto eversivo, il cui costo sarebbe devastante non per le finanze ma per l’immagine stessa dello

Stato democratico. Altra cosa infatti è discutere, anche in campagna elettorale, di quali tasse si

debbano mettere o togliere, altra cosa è discutere su quali tasse debbano essere restituite, sul

presupposto che trattandosi di un maltolto da parte dello Stato, lo Stato debba risarcirne i cittadini

derubati. Se si passa questa soglia, nel momento in cui il dibattito politico si impadronisce del tema

delle imposte da restituire, viene meno ogni certezza non solo sui bilanci futuri, ma anche sui

bilanci passati e sulle spese già fatte con i denari incassati, che certo non possono essere recuperate,

va in crisi la figura fiscale dello Stato, e non solo va per aria l’art. 81 della Costituzione ma tutta la

filosofia del patto fiscale su cui si fonda lo Stato moderno di diritto.

Si dice che la restituzione dell’Imu è stata oggetto di una promessa elettorale, e che perciò il partito

che l’ha fatta, stando ora al governo, debba onorarla. Ma questa è una tragica aggravante della

questione. Quella promessa non poteva essere fatta, in quanto è in contrasto con lo spirito e la

logica della Costituzione, che esclude la materia fiscale da quelle suscettibili di essere sottoposte a

referendum abrogativo; il che significa che, al di là del referendum, la Costituzione non prevede

plebisciti e decisioni elettorali sulle tasse.

Ma al di là dell’impedimento costituzionale, l’impegno di riportare a brevissimo termine, nelle

tasche degli italiani, i denari versati per l’Imu, equivale alla promessa di un’elargizione in denaro,

mascherata da rimborso fiscale, da fare coi soldi dell’erario, in cambio del voto per il partito che la

promette. Gli elettori hanno ricevuto addirittura un modulo con l’indicazione degli sportelli dove

ritirare il denaro, non appena insediato Berlusconi al governo.

Questa, in un senso pieno, è corruzione elettorale. Soldi in cambio del voto. Se ora questi soldi

venissero effettivamente dati, il reato si perfezionerebbe accomunando corrotti, corruttori e

complici, e d’ora in poi chiunque si sentirebbe legittimato, nelle future elezioni, a promettere soldi

dell’erario in cambio di voti. In ogni caso questo reato ha già provocato un danno gravissimo

nell’ordinamento e nel sistema politico italiano, perché avendo motivato centinaia di migliaia di

cittadini a un voto che altrimenti non avrebbero dato, ha alterato gravemente il risultato elettorale,

ha mandato in scena la cosiddetta «vittoria» di Berlusconi e ha gettato il Paese nell’ingovernabilità,

salvo inciucio.

Data questa esperienza, sarebbe necessario includere nella prossima legge elettorale, oltre alle

sanzioni già previste, la pena della cancellazione dalle liste dei candidati e dell’interdizione, per una

legislatura, dai pubblici uffici, di chi prometta dazioni in denaro sotto qualsiasi forma in cambio del

voto.

in “l'Unità” del 6 maggio 2013

https://www.facebook.com/notes/adista/a ... 6393721638
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »


Il famoso “governo di necessità” - Alessandro Gilioli

Non si sa bene se ridere o piangere di fronte all’ultima infornata di poltronissime, quella dei presidenti delle commissioni. Non solo perché ci sono tutti i peggiori volti da talk show della Seconda Repubblica, ma soprattutto perché rappresentano una sorta di disvelamento del vero scopo di questo governo e di questa maggioranza, già peraltro abbastanza evidente nella scelta dei numeri due.

No, dico, ma li avete letti i nomi? Alla giustizia del Senato hanno messo Francesco Nitto Palma, ex Guardasigilli di Berlusconi, amico di Nicola Cosentino: all’epoca tentò fino all’ultimo di ricandidarlo per evitargli la galera, ora è incaricato di salvare la ghirba in qualsiasi modo al suo Capo.

Ma ai fedeli di Silvio dovevano andare anche le Comunicazioni, ovvio, è il secondo tassello della sua assicurazione sulla vita e sugli affari: quindi ecco piazzato lì Altero Matteoli, già suo ministro. E poi, altre poltrone per gli amici e i clienti: dal piduista Fabrizio Cicchitto (agli Esteri e non all’estero, come avverrebbe in un Paese civile), giù giù fino a Maurizio Sacconi, che già tanto bene ha fatto a questo Paese.

In cambio di questa bella compagnia, il Pd garantisce un altro giro di giostra alla parte peggiore del suo establishment arroccato: da Giuseppe Fioroni ad Anna Finocchiaro, fino a Rosi Bindi. Insomma gli emblemi viventi della dissoluzione per insipienza, autoconservazione e ambizione del centrosinistra italiano.

Adesso è chiaro, appunto, quello che intendevano democratici e pidiellini quando parlavano in stereo di ‘governo di necessità’, una decina di giorni fa: da un lato c’era la necessità di mettere al sicuro Berlusconi, dall’altro quella di garantire un posto a un apparato moribondo.


http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... necessita/

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