[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/viewtopic.php on line 175: Undefined array key "forum_id"
Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Diario della caduta di un regime. - Pagina 95
Pagina 95 di 286

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 05/06/2016, 15:15
da camillobenso
Prima di entrare nel merito circa l’allarme che Bisignani ha lanciato stamani sul “Tempo” di Roma bisogna chiarire lo stato di salute dei tricolori.

Dal suddetto articolo, secondo Bisignani, il popolo italiano è un popolo di masochisti.

E’ COSI’??????????????????????????????????????????


Da Wikipedia possiamo apprendere che:
Masochismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

https://it.wikipedia.org/wiki/Masochismo

Masochismo morale o sociale[modifica | modifica wikitesto]
La fantasia masochista scaturisce da un'immagine, una scena vista o vissuta, un film, un esempio religioso o altro; ma questa fantasia, questo sogno è sempre solo parzialmente realizzabile. Il masochista morale o sociale sposta la propria attenzione in direzione del mondo esterno quotidiano, in modo da 'soffrire le sue disgrazie' nella vita ordinaria, quasi inconsapevolmente; mentre il masochista erogeno sa quasi sempre qual è la sua esatta condizione: "Il masochista morale differisce da quello erogeno in quanto ignora le ragioni del suo comportamento"[7]
Il masochista sociale è un fallito cronico, può avere successo nella vita sociale a condizione però di fallire in quella sentimentale.. ci sono esseri che non si perdonano il successo esteriore[7] È come fossero loro stessi i propri peggiori nemici; in tutto quel che fanno, riescono sempre a rovinare l'opera compiuta, rifiutano la meritata felicità.. e, in casi estremi, fino al punto di metter a rischio la vita medesima[8]
Nella psicologia individuale di Alfred Adler il masochismo può rivelarsi esser allora la realizzazione del proprio sentimento d'inferiorità, con il soggetto desiderante di confermare la propria connaturata incapacità, il tutto correlato ad una "nevrosi di fallimento".
Per Reik la forma primaria rimane comunque sempre il masochismo sessuale, gli altri tipi si riducono ad esser dei diversivi; egli descrive il caso di pazienti che si alternano tra fasi di masochismo sessuale ad altre di masochismo sociale[4].
Per lo psicoanalista Paul Lawrence Assoun infine il masochista mette in scena il proprio desiderio di castrazione, diventa testimonianza eroica di questa passione, trionfa come vittima e si auto-assegna la palma del martirio.


Dal Garzanti:

Risultati per masochista
masochista
[ma-ʃo-chì-sta] agg. m. e f.
PRONUNCIA AUDIOSTAMPA IL RISULTATO
m
pl.m. -i, f. -e
che, chi prova piacere o soddisfazione nel soffrire | in sessuologia, che, chi è affetto da masochismo

♦ agg. m. e f.
m
pl.m. -i, f. -e
caratterizzato da masochismo; proprio dei masochisti: atteggiamento masochista.


Da Google:

Masochismo: Definizione e significato di Masochismo – Dizionario ...
dizionari.corriere.it › Dizionari › Dizionario Italiano › M
1.
Masochismo: In sessuologia, tendenza perversa in base alla quale chi ne è affetto prova piacere erotico nell'essere maltrattato, umiliato, colpito fisicamente e ...


Quindi, il popolo italiano, a conti fatti sarebbe così masochista da accettare Mussoloni per i prossimi 20 anni, come sostiene Dagospia????????????????????????????????

BISI E RISI - PERCHE' IL CAZZONE TOSCANO CE LO CIUCCIAMO PER ALTRI VENT'ANNI

CONTINUA

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 06/06/2016, 21:17
da camillobenso
CONTINUA


DOVE DAGOSPIA RIPORTA BISIGNANI




5 GIU 2016 10:27
BISI E RISI
- PERCHE' IL CAZZONE TOSCANO CE LO CIUCCIAMO PER ALTRI VENT'ANNI

- LE PROCURE NON LO BECCHERANNO SUI SOLDI MA DIVENTERÀ MILIONARIO FACENDO COME TONY BLAIR - MATTEUCCIO E’ PRONTO A UNIRSI PURE CON LA DESTRA RIUNITA DA VERDINI

- L’UNICO RISCHIO PER LUI SONO L’ECONOMIA, LE BANCHE O L’ALLEANZA M5S-LEGA

Bisignani: “Con un azzardo politico dietro l'altro continuerà a stregare gli italiani che, seguendo il solito schema ventennale, democristiano e berlusconiano, lo voteranno entusiasti. Non lo abbatteranno neppure le Procure, a caccia ormai di tutti i suoi uomini piazzati un po' ovunque perché non troveranno mai una sua impronta”... -


Luigi Bisignani per “Il Tempo”
Un leader così cinico, con uno sprezzo marcato verso tutto e tutti non c’è mai stato nel teatro della politica italiana.

Né nella prima, né nella seconda Repubblica.

I colpi d'ira di Fanfani, la rudezza di Craxi, il gusto per il clan di De Mita, sono davvero nulla in confronto al senso dell'onnipotenza e alla tracotanza di Matteo.

Con un azzardo politico dietro l'altro continuerà a stregare gli italiani che, seguendo il solito schema ventennale, democristiano e berlusconiano, lo voteranno entusiasti.

Non lo abbatteranno neppure le Procure, a caccia ormai di tutti i suoi uomini piazzati un po' ovunque perché non troveranno mai una sua impronta, dal momento che tanto è interessato al potere quanto poco al denaro.

Sa che quando deciderà di lasciare la politica diventerà milionario, come Tony Blair, il suo idolo.

E ci riuscirà tenendo conferenze in tutto il mondo e consulenze super pagate.

Con quale maggioranza riuscirà a portare avanti questo progetto ?

Non lo sa ancora.

Né gli interessa, convinto com’è che a vincere sarà il suo nome, Matteo Renzi, diventato un brand poderoso ben riconosciuto da tutti.

La campagna per il referendum la sta portando avanti con slogan che colpiscono l'immaginario degli italiani, capaci di sotterrare uno stuolo di costituzionalisti che continuano a sollevare dubbi incomprensibili ai più.

Alla minaccia, peraltro forse reale, di una dittatura nella politica e nell'informazione, gli italiani non credono.

O magari, la vogliono.

Il marchio Renzi ha annientato la minoranza Pd, incapace di trovare non solo una strada, ma anche chi possa impersonare il vuoto di una sinistra allo sbando.

Così come ha distrutto il centrodestra, spaccato in mille rivoli.

E pure in questo caso ha il suo jolly nel taschino: Denis Verdini, che rimane l'unico capace di mettere insieme i cocci fatti da Berlusconi e presentarsi a Renzi per fare una grande alleanza con Matteo.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 06/06/2016, 22:22
da camillobenso
Luigi Bisignani non è di certo quello che Vincenzo De Luca, chiamerebbe con assoluto disprezzo “Un personaggetto”.

Le note di Wikipedia, ci dicono chiaramente con chi abbiamo a che fare. Uno dei tanti trafficoni italiani che remano nell’ombra.

Wikipedia arriva a definirlo “ritenuto uno degli uomini più potenti d'Italia[5]”. Ma anche un uomo della P2 e della P4.

Luigi Bisignani
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Bisignani


Diventa quindi piu’ che lecito chiedersi a cosa mira Bisignani con il suo articolo su Mussoloni?????

Sostiene che sia:
Un leader così cinico, con uno sprezzo marcato verso tutto e tutti non c’è mai stato nel teatro della politica italiana.

Né nella prima, né nella seconda Repubblica.

E su questo è difficile dargli torto, Mussoloni è fatto così.

Poi continua:

Con un azzardo politico dietro l'altro continuerà a stregare gli italiani che, seguendo il solito schema ventennale, democristiano e berlusconiano, lo voteranno entusiasti.

E’ stato così per il passato, ma ora è ancora così??

Bisignani non è uno sciocco, sa valutare gli uomini.

Ma allora quali sono le vere intenzioni quando sembra metterci sul chi va là???

Lui, l’uomo della P2 e della P4 che va contro gli obiettivi delle organizzazioni segrete italiane? Perché?

In pratica si mette contro Renzi, quando invece quelle organizzazioni hanno contribuito per spedirlo al potere. (Vedi Verdini, quando ha chiesto anni indietro a Berlusconi di lasciar vincere Renzi invece di Galli, l’ex portiere di Fiorentina e Milan e candidato di Forza Italia, nella gara per l’elezione a sindaco di Firenze).

Dove intende arrivare Bisignani???? E oggi lavora per chi, e per fare cosa???

Gli italiani sono così masochisti di non stancarsi mai delle sue promesse che non mantiene puntualmente?

Questo passaggio elettorale delle amministrative sembrerebbero dar torto a Bisignani.

Ma l’uomo che sussurrava ai potenti non può essere così ingenuo da commettere un errore così grossolano.

A cosa mira Bisignani nel cercare di intorbidire le acque??????

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 07/06/2016, 7:03
da camillobenso
Pierfranco Pelizzetti è del parere opposto di Bisignani. E lo ha espresso sul Fatto Quotidiano, ripreso stamani da LIBRE.


Matteo stai sereno, stanno già arrivando i titoli di coda

Scritto il 07/6/16 • nella Categoria: idee


La coppia presidenziale Boschi-Renzi ha stufato? Avevano cercato di far apparire l’appuntamento amministrativo di giugno come un insignificante stretching, prima della sfida all’O.K. Corral referendario di ottobre.

La possibilità di iniziare già da ora a spedire un chiaro messaggio al duo rampante, rispondendo per le rime alle loro evidenti propensioni alla presa per i fondelli dei cittadini, è stata irresistibile; riuscendo perfino nel miracolo di interrompere per una volta il trend al non-voto, tanto da riportare alle urne in alcune città un numero superiore di aventi diritto rispetto alle occasioni precedenti

Ora possono dire quello che vogliono, questi pervicaci manipolatori del pensiero, che di volta in volta – e a seconda di quanto conviene loro – pretendono di stabilire se un dato elettorale ha una qualche valenza generale o meno.


Le europee 2014 (drogate dalla paghetta degli 80 euro, che per molti si è rivelata soltanto un prestito truffaldino pro tempore) venivano proclamate un test estremamente rilevante; le consultazioni di domenica un semplice appuntamento localistico.


Solo perché gli scricchiolii nei consensi stavano a indicare un pericoloso risveglio dall’incantamento, nei confronti di chi ha monopolizzato la scena pubblica con un’opera sistematica di colonizzazione degli immaginari; intasandoli di sogni infondati quanto apparentemente rassicuranti.

Dalle erogazioni a sorpresa (ossia con la clausola mimetizzata – come nelle obbligazioni di Banca Etruria – per la loro restituzione a valore maggiorato; tipo l’abbattimento di tasse nazionali a fronte di incrementi locali) alle riforme bidone, il cui sapore rancido veniva mascherato dagli abbondanti inzuccheramenti lessicali: la “buona” scuola, il “buon” lavoro e così via.


Difatti la dark lady in tailleur da fata turchina Boschi, forse avvisata dalle proprie antenne sensibilissime alle questioni di potere (come dimostrò alle elezioni per il sindaco di Firenze, mollando per tempo il candidato dalemiano Michele Ventura di cui era portavoce, per imbarcarsi sul carro renziano), già da qualche giorno si era premurata di mutare registro: dal trionfalismo al terrorismo.




Difatti ora passa dal cinguettio molesto sui “partigiani buoni” al sibilo del «se vince il no si apriranno scenari di instabilità».



Staremo a vedere cosa si inventerà il suo partner dai pantaloni a tubo di stufa, che solitamente funziona meglio quando può giocare all’attacco in chiave di seduzione; mentre le bugie difensive gli vengono peggio, perché tradiscono la sua cinica arroganza.


Do you remember “stai sereno”?


Certo, l’esito delle consultazioni domenicali è ancora aperto.


Ma già emettono due messaggi importanti.


Il primo è che in questo Paese, dove la condiscendenza al potere e ai potenti è un tratto caratteriale estremamente diffuso, alla fine ci si stufa del fenomeno di turno.


E Renzi presumibilmente sta per essere investito da un effetto disaffezione che ricorda la metafora del “marziano a Roma” di Ennio Flaiano: l’alieno Knut atterrato nella capitale che, esaurito il primo effetto sorpresa, viene liquidato dal millenario scetticismo capitolino con un beffardo “ancora qui?”.




La seconda questione è se dallo scombussolamento prenderà corpo una qualche proposta di governo credibile, che smentisca l’argomentazione (ricattatoria) che “a Renzi non ci sono alternative”.



Oltre il (più che legittimo) voto punitivo che ha caratterizzato in larga misura gli esiti (liberatori) che abbiamo sotto gli occhi.

Visto che oggi ci è data l’opportunità di meditare su una grande verità che Flaiano faceva pronunciare al suo “marziano”: «La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia».

(Pierfranco Pellizzetti, “Elezioni amministrative 2016, dopo un po’ Renzi stufa”, da “Il Fatto Quotidiano” del 6 giugno 2016).

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 07/06/2016, 16:19
da camillobenso
IL BEL PAESE E’ ANDATO A SBATTERE


Con quattro mesi di anticipo, la politica italiana evidenzia tutti i suoi limiti.

Mussoloni, per interessi suoi strettamente personali, non ha voluto dare una valenza politica al passaggio delle elezioni amministrative, pensando di giocarsi tutto con il referendum Costituzionale di ottobre, evitando che le crepe nel suo partito diventassero piu’ evidenti del solito.

Non è andata così.

Il Fatto Quotidiano di oggi, in seconda pagina titola:

In 24 capoluoghi il Pd perde
210 mila voti reali: fa -22,5%

La politica delle illusioni continue non tira più.

Scrive Antonio Padellaro sul Fatto:

RENZI: UN UOMO
AL COMANDO, SOLO


Che nostalgia sentire
Matteo Renzi che
parla di “luci e ombre”,
a proposito dell'assai
poco luminoso
voto Pd di domenica, perché d’un
colpo siamo ritornati giovani
cronisti, ai tempi della vecchia
Dc, quando in sala stampa veniva
catapultato Clemente Mastella
in canotta che ancora intronato
dal solleone provava a impapocchiare
voti e percentuali non
sempre esaltanti per lo scudo
crociato, aggrappato al salvagente
delle luci e delle ombre, per
l’appunto.
ALL’EPOCA, forse Renzi giocava
ancora coi soldatini e difatti da
quegli antichi conigli mannari
non ha imparato nulla se non un
certo talentaccio per il gioco delle
tre carte. Quando annuncia, per
esempio, che il Pd “quasi ovunque
è oltre il quaranta per cento”
(dove il trucco è nel “quasi ”). O
quando, beccato a mescolare
l'insalatona di
liste civiche, varie e di
centrosinistra sostiene
che il Pd “su quasi
milletrecento sindaci
ne porta a casa mille”,
boom.
Per il resto, un premier
nervoso, verboso,
ingrugnato, avvelenato
dal fiasco del Pd
napoletano che vuole
“co mm is sa ri ar e”, e
per nulla tranquillizzato
dal “miracolo romano”(
Serracchiani),
e anzi piuttosto sgarbato
con Giachetti
“che faccia Giachetti
se vuole vincere”. Ma
soprattutto così imbufalito dai
successi rosa a cinque stelle di
Virginia Raggi e Chiara Appendino
da non riuscire a trattenere
battute e cazzeggi da rosicone
(direbbe lui). Tanto che male non
gli farebbe un goccio di quel Maalox
che alle Europee di due anni fa
fece ingurgitare a Beppe Grillo.
Il premier occulta e divaga perché
ha capito benissimo che il
vento è cambiato. Che l’ef fe tt o
mediatico, prima ancora che elettorale,
di una giovane donna M5S
a un passo dal Campidoglio già
rimbalza da Parigi a New York,
dal Guardian a LaVanguardia.
Quella Virginia superstar che
lo mette in ombra gli scoccia da
morire. Maledizione, e adesso cosa
penseranno Angela e Barack?
Senza contare che il giochino
stucchevole di separare il voto
amministrativo dal giudizio sulla
maggioranza di governo fa acqua
da tutte le parti.
A Torino, dove Piero Fassino
motiva il suo non brillantissimo
risultato citando i morsi della
“crisi sociale”, soprattutto nelle
periferie (ex) operaie. A Napoli o
a Cosenza dove il Partito
della Nazione affonda
ingloriosamente
insieme al faccione
di Denis Verdini e alla
sua corte di impresentabili.
Con il vento che
cambia, il referendum
di ottobre sulle riforme
costituzionali che
a gennaio il Si vinceva
in carrozza, diventa
un incubo di mezza estate
con il No che, secondo
i sondaggi, recupera
posizioni e
slancio. Con l’e ffet to
di polarizzare al massimo
lo scontro politico:
i ballottaggi del 19
giugno, infatti, sembrano fatti apposta
per strutturare la coalizione
di tutti contro uno, da Salvini a
Berlusconi, da Grillo a Fassina.
Le prove generali per l’Arma -
geddon d’autunno. Ma poiché,
comprensibilmente, tra i renziani
di un mesto viaggio di ritorno
da Palazzo Chigi a Rignano
sull’Arno non c’è granché voglia,
prepariamoci ai fuochi d’ar t i f icio.
Due settimane di propaganda
televisiva a tappeto (e in Rai non
mancheranno i tappetini) mentre
già si prepara il missile a tre
stadi per proiettare Giuseppe Sala,
ma soprattutto Roberto Giachetti,
nel più alto dei cieli.
PRIMO STADIO: un sindaco del Pd
governa molto più tranquillo se
anche il premier è del Pd. Secondo
stadio: un sindaco 5Stelle non
può certo aspettarsi trattamenti
di favore da un governo a guida
Pd. Terzo stadio: chiedere a Ignazio
Marino cosa succede se quel
governo a guida Pd decide di tagliare
i rifornimenti a una Capitale
dai conti disastrati.
Ma c’è un ma. Nella affannosa
rincorsa per salvare il salvabile, la
squadra di Matteo Renzi appare
meno compatta rispetto al passato.
Scambi di vedute non sempre
coincidenti sulla strategia plebiscitaria
(o con me o contro di me)
che ha esasperato la sinistra interna,
di cui ora si ha bisogno.
Qualcosa in corsa può cambiare
ma l'uomo solo al comando di ieri,
oggi sembra essere un uomo al comando
da solo. Intanto, per la
cronaca, il redivivo Clemente
Mastella è più che mai in corsa per
diventare sindaco di Benevento.
È girato il vento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


CONTINUA

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 08/06/2016, 12:16
da camillobenso
IL BEL PAESE E’ ANDATO A SBATTERE


E' ovvio che i signori della truffa non ci stanno.


Il Pd all'attacco di Ballarò: "Cartelli sul voto fuorvianti"
Ballarò dimostra (numeri alla mano) il flop elettorale di Renzi. Il Pd: "È fazioso". E chiama in causa la Bignardi: "Chiarisca le violazioni"


Sergio Rame - Mer, 08/06/2016 - 09:04
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 68951.html

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 08/06/2016, 22:38
da camillobenso
LA SECONDA REPUBBLICA STA CROLLANDO COME LA PRIMA.

NON A CASO AL VERTICE DEL PD CI STA UN DEMOCRISTIANO.





Elezioni Napoli, perquisite abitazioni di 2 candidate Pd: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione
elettorale
Elezioni Amministrative 2016
L’ipotesi investigativa è che entrambe le persone in lista possano aver acquisito voti in cambio di promesse di inserimento nel programma lavorativo Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione
di F. Q. | 8 giugno 2016
COMMENTI (41)


Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. E’ questa l’ipotesi di reato alla base del decreto di perquisizione eseguito presso le abitazioni e le sedi dei comitati elettorali di due candidate del Partito democratico. Si tratta di Anna Ulleto, candidata Pd al Consiglio comunale, e di Rosaria Giugliano, candidata per la municipalità Mercato-Pendino, nel centro storico di Napoli. La Ulleto ha ottenuto circa 2.200 voti e quindi sarebbe risultata quasi certamente eletta (l’attribuzione dei seggi avverrà solo dopo il ballottaggio alla luce dell’eventuale premio di maggioranza se uno dei due candidati superasse il 60 per cento). A presentarsi a casa delle esponenti dem sono stati i carabinieri, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Napoli. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Alfonso D’Avino, della sezione reati contro la Pubblica amministrazione, e condotta dal pm Francesco Raffaele. L’ipotesi investigativa è che entrambe le donne possano aver acquisito voti in cambio di promesse di inserimento nel programma lavorativo Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione. Oltre alle due candidate Pd, secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, ci sarebbero altri indagati: complessivamente sarebbero cinque o sei le iscrizioni nel registro degli indagati.


La perquisizione in questione e l’indagine della Procura non sono le prime vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Partito democratico partenopeo prima e durante le elezioni amministrative del 5 giugno. A 72 ore dall’esito delle urne, infatti, il sito Fanpage ha pubblicato un video che documenta presunti brogli e movimenti sospetti fuori dai seggi in alcune zone della città. Su questa vicenda il Movimento 5 stelle ha già annunciato che presenterà un esposto in Procura affinché sia fatta assoluta chiarezza su quanto accaduto. Al momento, tuttavia, l’indagine dei pm per corruzione elettorale e il filmato di Fanpage non possono essere messi in nessuna correlazione tra loro. La stessa testata online, si ricorderà, aveva già mostrato cosa era accaduto fuori dai seggi cittadini il 6 marzo scorso, quando i napoletani furono chiamati a scegliere il candidato sindaco del Pd. Vinse Valeria Valente (che non è arrivata neanche al ballottaggio), ma le telecamere nascoste mostrarono promesse di denaro in cambio di voti in favore dell’esponente renziana, oltre alla presenza di personaggi vicini a Nicola Cosentino a tirare la volata alla Valente. Anche tre mesi fa da più parti fu chiesto di fare chiarezza. Oggi, però, sono arrivati direttamente i carabinieri. Non nella sede del Pd, come emerso in un primo momento, ma a casa di due nomi scelti dal partito di governo per farsi rappresentare nel capoluogo campano.

A smentire la notizia della perquisizione all’interno della sede cittadina è stato il segretario del Pd metropolitano Venanzio Carpentieri: “Apprendo la notizia dell’avvenuta perquisizione presso la sede del Pd metropolitano di Napoli, devo però evidenziare che, pur non essendo stato presente oggi personalmente negli uffici, ho potuto verificare dai nostri dipendenti presenti in ufficio per tutto il giorno che tale attività non ha avuto luogo. In ogni caso – ha aggiunto Carpentieri – qualora ci dovessero essere elementi meritevoli di approfondimento, il Pd di Napoli darà la massima collaborazione alle autorità inquirenti nelle operazioni di verifica di eventuali illeciti legati alle operazioni elettorali”. A stretto giro di posta la presa di posizione della vicesegretaria Pd Debora Serracchiani: “Se saranno riscontrati i fatti su Napoli riportati dalle agenzie di stampa, il Pd sarebbe parte lesa rispetto a certi comportamenti – ha detto – Auspico che la magistratura faccia il più presto possibile chiarezza su una vicenda che, se provata, va condannata e punita senza se e senza ma”.

Nel frattempo, i democratici di Napoli provano comunque a continuare la loro azione politica. L’assemblea cittadina, infatti, si riunirà venerdì per analizzare il voto in città e nella provincia e per discutere della posizione del partito in vista del ballottaggio del prossimo 19 giugno a Napoli, da cui il Pd è escluso. L’appuntamento è alle 17 all’Hotel Ramada di Napoli. Tutto ciò prima della notizia della perquisizione.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... e/2810952/

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 09/06/2016, 7:55
da camillobenso
QUI SIAMO OLTRE LA CADUTA DEL REGIME.

NON MI ERA MAI CAPITATO, DI PRIMA MATTINA, DI LEGGERE UN ARTICOLO COSI' DURO. AGGHIACCIANTE, SCONVOLGENTE, SCONCERTANTE.

PER QUESTO MI AUGURO CHE NON FARETE MANCARE IL VOSTRO PUNTO DI VISTA, PERCHE' QUANTO DESCRIVE FRANCESCO MARIA TOSCANO CI RIGUARDA TUTTI.
NESSUNO ESCLUSO.




LIBRE news

Soluzione Finale, la sporca guerra dell’élite contro di noi

Scritto il 09/6/16 • nella Categoria: idee


Questa Europa è un lager. Perfino il “Corriere della Sera” ha pubblicato giorni fa uno studio dove si evidenzia come negli ultimi anni sia esploso anche in Italia il numero dei bambini poveri; dei bambini che, cioè, nel cuore dell’Occidente “opulento” e “libero”, vivono in condizioni paragonabili a quelle che scandiscono la vita delle famigerate favelas brasiliane.

Il “Corriere della Sera”, al pari dei boss mafiosi che mandano una corona di fiori per onorare il funerale di quelli che hanno appena finito di scannare, è parte del progetto genocida in atto.

Un progetto che espleta i suoi velenosi effetti senza ricorrere a metodi formalmente cruenti.

Perché uccidere, quando si può indurre al suicidio?

Perché depredare con la forza ciò che può essere estorto con la carta bollata?

Devo ammettere che i nazisti tecnocratici che comandano il globo, appena riunitisi in Giappone per pianificare nuovi stermini e rappresaglie contro una umanità che considerano inferiore e bestiale, sono davvero scaltri.

Uno dei miti più in voga che dà forza alla narrazione luciferina prevalente che tende a legittimare un modello di governo fondato sulla menzogna, sul sopruso e sull’imbroglio riguarda il tema della guerra.


«Chi di voi ha nostalgia delle brutture del Novecento, quando le guerre lasciavano sul campo milioni di morti sacrificati sull’altare di un nazionalismo anacronistico e aggressivo?

Se oggi domina la pace, anzi, se da settanta anni gli europei vivono in armonia, il merito è del processo di unificazione avviato all’indomani del secondo conflitto mondiale.

Nessuno ha il diritto di buttare a mare un patrimonio così nobile nato con Spinelli sull’isola di Ventotene».

Non è forse questo il ritornello che i servi del regime massonico-mondialista ripetono di continuo come pappagalli ammaestrati?

Siete poveri, disoccupati, disperati, ammalati e non curati?

Non lamentatevi, dal momento che vi abbiamo perlomeno lasciato la libertà di ammazzarvi da soli, rispondono tra le righe i padroni del vapore.

Ebbene, sappiate che il ricatto della “pace”è falso come una banconota da tre euro.

Intanto quelli che si gloriano di avere condotto l’umanità sulla via della tolleranza e del progresso sono gli stessi che fomentano, finanziano, pianificano e realizzano di continuo stragi in Medio Oriente.

Basta studiare en passant il profilo di una Hillary Clinton, appoggiata discretamente pure dal clan Bush nella corsa alle presidenziali americane, per rendersene conto.

In secondo luogo non è vero che la guerra è stata bandita nel “mondo libero”, avendo semmai assunto forme asimmetriche, ipocrite e dissimulate.

La guerra, è vero, non si combatte più “orizzontalmente” tra eserciti regolari.

La guerra moderna, che è in atto ed è altrettanto sanguinaria e spietata, la combattono trasversalmente i pochi potenti – ovunque dislocati nell’orbe terracqueo – contro i tanti poveracci che brulicano senza sosta in cerca di sicurezze che mai troveranno.

Detta in termini più chiari ed espliciti: Obama, Merkel, Hollande, Abe, Cameron e compagnia non si combattono tra di loro perché già impegnati nel combattere insieme una guerra sporca contro tutti noi; i rappresentanti politici delle élite economiche e finanziarie dei rispettivi paesi colpiscono come un sol uomo gli esclusi e i deboli in quanto tali, senza cioè farsi condizionare da questioni di razza, sesso o religione, fattori da essi stessi marxianamente considerati poco più che “sovrastruttura”.

In questo modo le élite colpiscono nell’ombra e non rischiano quasi nulla.

Immaginate come sarebbe oggi il mondo se Hilter e Stalin, anziché sfidarsi mortalmente, avessero trovato all’epoca un accordo tra di loro sulle pelle delle classi subordinate tanto russe quanto tedesche.

La “pace” di cui oggi “godiamo” è frutto di uno scellerato patto che “blinda” soltanto i vertici della Piramide.


Per cui non bisogna lasciarsi impaurire dalle letture distorte e interessate veicolate da figuri come Giorgio Napolitano, pericolosissimo elemento che ha lavorato e lavora come pochi per disintegrare il benessere materiale e spirituale dell’Italia.

Chi governa sulla paura è ontologicamente un farabutto.

Chi propone di accettare una scelta dolorosa, non per convinzione ma per evitare guai peggiori, è certamente un delinquente da segnare con matita rossa per poi colpire (politicamente s’intende) con intensità e cinismo nel momento più opportuno.


Fretta e isteria sono sempre cattive consigliere.

Per Tony Blair, ad esempio, macellaio che falsificò documenti per giustificare una scellerata guerra in Iraq, il momento delle “spiegazioni” è quasi arrivato.


Il 6 luglio verrà infatti pubblicato un report all’interno del quale saranno messe in evidenza le tante porcherie commesse dall’ex premier inglese.

Solo chi insegua la “giustizia” prima o poi rischia di trovarla.

Il “sistema” eretto dai massoni mondialisti e nazisti tecnocratici, che punta finalisticamente alla creazione di un mondo reso omogeneo dalla divinizzazione dei “diritti cosmetici” (a scapito di quelli sostanziali, economici e sociali), da realizzare per mezzo di endemici shock sapientemente cadenzati nel tempo, comincia a scricchiolare.


In Austria hanno dovuto ricorrere all’utilizzo di pacchiani brogli elettorali per insediare al potere l’ennesimo personaggio “tegolato” e “ammaestrato”.


In Francia il premier Valls ha già dato il via a rastrellamenti in stile Petain.


Insomma la resa dei conti è già iniziata e i nemici della verità, della libertà e della democrazia sono spietati e pronti a tutto.


I loro effimeri troni, a breve, verranno definitivamente spazzati.

(Francesco Maria Toscano, “I nazisti tecnocratici pianificano la Soluzione Finale in danno delle classi subalterne”, dal blog “Il Moralista” del 27 maggio 2016).

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 09/06/2016, 9:41
da Maucat
La situazione è brutta ma non nei termini esposti da questo signor Toscano.
E' in atto da sempre una guerra di classe che se aveva visto nella seconda metà del XIX secolo e nei primi 2/3 del XX secolo un avanzamento delle classi più basse a scapito di quelle più elevate, a partire dalla caduta del Muro di Berlino e del conseguente scioglimento dell'URSS ha visto un rovesciamento repentino dei rapporti di forza. del resto l'ex sindaco di New York Bloomberg pochi anni fa aveva confermato questa tesi affermando che la sua "classe" stava vincendo la lotta di classe a scapito di miliardi di persone.
Oggi le domande da farsi sono:
1) Fino a che punto le Elite (il famoso 0,1%) tireranno la corda per aumentare i loro profitti continuando nella distruzione sistematica dei diritti basilari di miliardi di persone?
2) Quale è la soglia di sopportazione oltre la quale il rischio di rivolte non controllabili e veicolabili e quindi potenzialmente pericolose per le Elite diventa ingestibile?
3) Quanto tempo deve passare prima che le masse raggiungano di nuovo la consapevolezza del loro stato e quindi formulino e impongano nuovi modelli di sviluppo e di ridistribuzione delle ricchezze?
4) Di fronte al pericolo di un attacco potenzialmente molto pericoloso per la loro stessa sopravvivenza le Elite sarebbero disponibili a scatenare (come fecero 2 volte almeno nel XX secolo) delle guerre Mondiali pur di mantenere il potere economico?

Se troviamo delle risposte accettabili e logiche a queste domande potremmo contrastare e forse invertire il corso attuale della lotta di classe che vede perdenti le classi medie e basse ma bisogna far presto perché il nemico è forte e organizzato, lavora con metodo per vincere (domani inizia l'annuale riunione del Bilderberg) e ha tantissime quinte colonne fra le nostre file.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 09/06/2016, 10:55
da erding
Fino a che punto le Elite (il famoso 0,1%) tireranno la corda per aumentare i loro profitti continuando nella distruzione sistematica dei diritti basilari di miliardi di persone?
LORO, gli appartenenti alle “Elite” cominciano ad avere un problema:
l'impoverimento progressivo delle masse provoca la riduzione progressiva dei consumatori quindi dei consumi... ed allora...