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Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 21/08/2016, 21:20
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
WAR GAMES
[color=#0000FF]TRE ARTICOLI CHE CI CHIARISCONO CHE [/color]NON C'E PIU' NIENTE DA FARE.
Oh Maria, salvaci tu
Bei tempi quelli in cui la Madonna e i Papi non erano neutrali ma guerrieri
Alessandro Sallusti - Dom, 21/08/2016 - 16:07
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Ne è passato del tempo e forse non è il caso di scomodare la storia, quella con la s maiuscola.
Ma sta di fatto che l'ultimo, in ordine di tempo, atto di sottomissione della cristianità ha dell'incredibile. Al Meeting di Rimini, tempio laico del cattolicesimo targato Comunione e liberazione, in uno stand di una casa editrice molto vicina ai padroni di casa, hanno coperto con un telo la statua della Madonna per non offendere, irritare o provocare visitatori di religioni e sensibilità diverse. Dopo aver rinunciato in molti casi a celebrare il Natale, dopo aver coperto statue per non irritare capi di Stato musulmani, ora siamo a mettere il burka alla Madonna. Dico la Madonna - e qui viene automatico il parallelo storico - alla quale Papa Pio V intestò e dedicò la vittoria decisiva della flotta cristiana contro quella musulmana dell'impero ottomano. Era l'8 ottobre del 1571, la famosa battaglia di Lepanto, il giorno in cui l'Europa avrebbe potuto finire, se le cose fossero andate diversamente, sotto le leggi di Allah. Da quell'anno, l'8 ottobre il calendario cristiano ricorda la «Madonna del Rosario», grazie alla cui protezione i musulmani furono rispediti a casa loro. Se oggi siamo quello che siamo, se la successiva Rivoluzione francese ci ha poi reso definitivamente e irreversibilmente uomini liberi lo dobbiamo a quella battaglia e, per chi ci crede, a quelle preghiere.
Bei tempi quelli in cui la Madonna e i Papi non erano neutrali ma guerrieri. Tristi i tempi in cui i cattolici censurano la propria iconografia. Dicono per rispetto, in realtà è solo per paura, quella che santi e martiri non hanno avuto, altrimenti Comunione e liberazione sarebbe al massimo il nome di una bocciofila di un quartiere islamico. Non mi permetto di interpretare il pensiero del fondatore, don Luigi Giussani, ma per quel poco che l'ho conosciuto sarebbe andato personalmente a strappare quel velo e a redarguire, probabilmente in dialetto brianzolo, gli autori della censura blasfema.
Invece che aiutare le donne islamiche a liberarsi dalla costrizione dei veli copriamo la nostra donna per antonomasia. In linea con quanto predica il nostro capo dello Stato Sergio Mattarella, che proprio dal pulpito del Meeting di Rimini, ci ha invitato a non fare battaglie ma ad accogliere senza se e senza ma. Verrebbe laicamente da dire, oh Madonna, salvaci tu.
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 21/08/2016, 21:21
da camillobenso
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Siamo assuefatti all'islamizzazione del nostro mondo
In Italia ci stiamo assuefacendo all'islamizzazione assumendo il comportamento di chi sceglie di suicidarsi inalando un gas letale a piccole dosi
Magdi Cristiano Allam - Dom, 21/08/2016 - 16:30
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Il fatto che il governo, la Chiesa, la sinistra, le femministe, più in generale i cultori del relativismo che è la fede egemone condivisa trasversalmente nell'Europa che fu cristiana, convergano sulla legittimazione del burkini, una gabbia di stoffa che imprigiona il corpo delle donne musulmane che fanno il bagno al mare o in piscina, significa che in Italia ci stiamo assuefacendo all'islamizzazione assumendo il comportamento di chi sceglie di suicidarsi inalando un gas letale a piccole dosi, assimilandolo al punto da poterlo tollerare il più a lungo possibile, fino all'ineluttabile morte che proprio perché voluta ci immortalerà con il sorriso sulle labbra.
Abbiamo rapidamente legittimato il velo islamico semplice, perché tutto sommato anche le nostre nonne lo indossavano. Poi abbiamo legittimato il velo islamico integrale con una circolare del ministero dell'Interno del 2005, nonostante violi in modo flagrante l'articolo 5 della legge 152 del 1975. In parallelo abbiamo legittimato l'islam come religione, nonostante non sia considerato una religione «ugualmente libera davanti alla legge», non ottemperando all'articolo 8 della Costituzione che esige sia la stipula di un'intesa con lo Stato sia che il proprio statuto non contrasti con l'ordinamento giuridico italiano. Ciononostante abbiamo legittimato la proliferazione sul territorio italiano delle moschee, delle scuole coraniche, di macellerie e alimentari halal, di associazioni ed enti assistenziali islamici, di «comunità islamiche».
Il nostro vero problema è che siamo a tal punto fragili dentro che solo quando siamo costretti alla dolorosa conta dei nostri morti colpiti dalla ferocia del terrorismo islamico, scopriamo l'onestà intellettuale di guardare in faccia alla realtà dell'islam e riscattiamo il coraggio umano di denunciarne l'intrinseca violenza, a cominciare dalla riduzione della donna a schiava sessuale («Le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete». Corano - 2, 223). È il caso della Francia, il Paese più colpito dalla ferocia islamica, il cui capo di governo Manuel Valls ha correttamente detto che «il burkini è la traduzione di un progetto politico, di contro-società, fondato tra l'altro sull'asservimento della donna. Dietro il burkini c'è l'idea che per natura le donne sarebbero impudiche, impure, che dovrebbero dunque essere completamente coperte. Di fronte alle provocazioni la Repubblica deve difendersi».
Ebbene nell'Italia disinvolta che è stata finora risparmiata dalle stragi che hanno insanguinato la Francia solo perché consentiamo ai terroristi islamici di entrare senza documenti, senza essere identificati e li ospitiamo gratuitamente, il ministro dell'Interno Alfano ha legittimato il burkini sia perché formalmente non violerebbe la legge sia soprattutto perché vietarlo sarebbe una provocazione che potrebbe «attirare reazioni violente». Possibile che mentre per la Francia la provocazione è indossare il burkini, per l'Italia sarebbe il vietarlo? D'accordo con Alfano è la Chiesa, che attraverso il vescovo Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana, ha tagliato corto: «Trovo paradossale che ci allarmi una donna troppo vestita mentre sta facendo il bagno al mare».
Ed è così che stiamo inalando man mano il gas letale dell'islam con cui ci stiamo suicidando. Non abbiamo capito che il velo semplice, il velo integrale, l'islam, le moschee, il burkini, l'auto-invasione di clandestini islamici, il terrorismo islamico autoctono ed endogeno, sono tappe della crescente islamizzazione. Con le loro divise, le loro fortezze, i loro giovanotti nel pieno della fertilità maschile, le loro donne che sbarcano incinte, con i loro «martiri» che aspirano a conquistare le 72 vergini massacrandoci in quanto «miscredenti», occupano spazi fisici, spirituali, giuridici, demografici, politici e finanziari. È solo questione di tempo prima che ci sottomettano del tutto all'islam. A meno che non ci svegliamo dal sonno della ragione, riscattiamo la certezza e l'orgoglio di chi siamo, ritroviamo il coraggio di combattere per vincere la guerra scatenata dall'islam.
magdicristianoallam.it
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 21/08/2016, 21:26
da camillobenso
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"Questa è un'offesa ai cristiani Basta paura, la fede è coraggio"
Il vescovo di Palestrina: «Non fermare il dialogo con l'Islam»
Fabio Marchese Ragona - Dom, 21/08/2016 - 08:33
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Monsignor Sigalini, vescovo di Palestrina, cosa ne pensa del fatto che in uno stand al Meeting di Rimini una statua della Madonna sia stata coperta con un telo per evitare scontri con le altre religioni?
«Purtroppo mi rendo conto che stiamo perdendo proprio qualsiasi capacità di coraggio, di pudore addirittura, ma diavolo! Capisco che lì si parla di dialogo e amicizia tra i popoli ma coprire un simbolo sacro come la Madonna è un'offesa che facciamo contro tutti i cristiani e contro i nostri simboli, anche se sono solo dei simboli evidentemente».
La polemica nasce soprattutto perché il fatto sia successo all'interno del Meeting di Cl
«Spero che CL abbia rimosso questo telo sulla Madonna. Ma penso di sì, loro passano per coraggiosi, ci mancherebbe»
Però il telo è stato messo sulla statua della Madonna perché allo stand di questa casa editrice avevano anche paura di qualche terrorista, infatti si son giustificati dicendo: «Loro odiano la Madonna...»
«Mamma mia, io dico intanto che chi ha messo il telo è un fifone, che manca di coraggio ma soprattutto che manca di delicatezza e soprattutto di fede. Insomma, se ti permetti di coprire la statua della Madonna non dimostri la fede, nemmeno ci fosse stato un pericolo imminente! La Madonna poi è anche approvata dai musulmani, seguita, venerata, davvero non capisco. È una cosa davvero da fuori di testa, secondo me».
Adesso si inizia a parlare di prove tecniche di sottomissione all'Islam.
«Non penso sia una sottomissione, non credo dai, non mi sembra una cosa che possa far pensare a una sottomissione. Però se facciamo una cosa del genere, vuol dire che ci meritiamo addirittura quello che fanno i terroristi quasi quasi, no? Se non dimostriamo nemmeno questo coraggio, che tipo di cristianesimo testimoniamo e viviamo?»
Il gesto è stato inevitabilmente associato alle polemiche per il crocifisso nella aule o per il presepe
«A mio avviso quanto successo è grave per l'occasione in cui si pone, non lo caricherei di troppe simbologie politiche, ma spero davvero che questo gesto non vada a finire in mezzo a tante altre polemiche come quella del crocifisso nelle scuole o del presepe sempre nelle scuole, tolto per non offendere i bambini musulmani. Lo spero davvero perché il dialogo con l'Islam deve andare avanti».
Però sembra crescere una paura verso i terroristi islamici e un gesto del genere sembra essere un esempio eloquente. Non trova monsignore?
«Eh, purtroppo c'è questa mania, nel caso del telo per mancanza di fede a mio avviso, nell'ambiente e nel circondario forse. Non giudico la persona addetta lì allo stand che ha coperto la Madonnina che magari è una persona rispettabilissima che probabilmente ha solo fatto ciò che ha detto il capo, ma l'atto in sé è un atto assolutamente stupido. Non possiamo coprire i nostri simboli per non offendere gli altri, non esiste questa cosa qui, non ha alcun senso».
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 7:36
da camillobenso
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Isis, cioè turchi e sauditi: guerra in Siria per un gasdotto
Scritto il 22/8/16 • nella Categoria: Recensioni
Lo sapevate che Steve Jobs, il guru della Apple, era figlio di un siriano immigrato negli Usa negli anni ‘50? E che il presidente Assad ha un consenso democratico superiore a quello di Obama? E ancora: chi sapeva che la principale fonte dei media occidentali sul conflitto siriano è un negozio di magliette in Inghilterra? «Non è uno scherzo», assicura “TheAntiMedia.org”. «Se seguite le notizie è probabile che abbiate sentito i media parlare di un’entità grandiosamente definita “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani” (“Syrian Observatory for Human Rights”, Sohr)». Ebbene, questo cosiddetto “osservatorio” è gestito da una sola persona nella propria casa, a Coventry, a migliaia di chilometri di distanza dal conflitto siriano. «Eppure è definito come la fonte più rispettata dai media occidentali: “Bbc”, “Reuters”, “Guardian”». Le credenziali di questa persona? «Consistono nell’essere proprietario di un negozio di magliette nella stessa via della propria casa, nonché di essere un noto dissidente dell’attuale presidente siriano». E questa è solo una delle tante cose che i media mainstream non raccontano, del conflitto in Siria. Dove, a innescare la guerra, è stato il rifiuto di Assad di concedere il proprio territorio per un gasdotto che avrebbe collegato Arabia Saudita e Turchia.Lo scrive Darius Shahtahmasebi, in un post ripreso da “Zero Hedge” e rilanciato da “Voci dall’Estero” per illuminare le clamorose falle della narrazione ufficiale sulla guerra in Siria. Una notizia decisamente irrintracciabile, su giornali e televisioni, è il tasso di popolarità di Bashar Assad: «Dall’inizio del conflitto nel 2011 – scrove Shahtahmasebi – Assad ha sempre mantenuto il sostegno della maggioranza del suo popolo. Le elezioni del 2014 – dove Assad ha ottenuto una vittoria schiacciante, e osservatori internazionali hanno dichiarato che non ci sono stati brogli – è la prova del fatto che, sebbene Assad sia stato accusato di gravi violazioni dei diritti umani, continua a mantenere un’ampia popolarità presso il popolo siriano». Obama, dal canto suo, ha vinto le elezioni del 2012 con una maggioranza di appena il 53,6%, e con solo 129 milioni di cittadini recatisi alle urne. «Questo significa che circa 189,8 miliori di americani non hanno votato Obama». Il suo attuale tasso di approvazione è quindi attorno al 50%, inferiore a quello del “dittatore” Assad.Un’autentica barzelletta, continua Shahtahmasebi su “TheAntiMedia.org”, riguarda la famosa “opposizione moderata”: se mai c’è stata, non esiste più. «Il cosiddetto Libero Esercito Siriano sostenuto dall’Occidente è dominato da anni dalle forze estremiste. Gli Usa lo sanno già, eppure hanno continuato a sostenere l’opposizione siriana. Il “New York Times” nel 2012 ha riportato che la maggior parte degli armamenti spediti in Siria finivano nelle mani degli jihadisti». Un report riservato della Dia prediceva l’ascesa dell’Isis nel 2012: «Se la situazione si dipana – recitava testualmente il documento – è possibile che si stabilisca un principato Salafita, sia esso dichiarato o meno, nella Siria orientale. Questo è esattamente ciò che vogliono attualmente le forze dell’opposizione, per isolare il regime siriano». Inoltre, una testimonianza di un comandante del Libero Esercito Siriano mostra non solo l’ammissione che i suoi combattenti partecipano regolarmente ad azioni congiunte con al-Nusra (il braccio siriano di Al-Qaeda), ma anche che lui stesso spera di vedere la Siria governata dalla legge della Sharia.Altra super-montatura, quella dell’uso di armi chimiche da parte del regime nell’agosto 2013, che rischiò di innescare bombardamenti Nato: tra gli altri, un giornalista Premio Pulitzer come Seymour Hersh dimostrò che l’intelligence Usa era perfettamente al corrente dell’uso del gas Sarin da parte dei “ribelli”. Darius Shahtahmasebi ricorda che lo stesso generale Wesley Clark rivelò che, all’indomani dell’11 Settembre, il Pentagono aveva sviluppato un piano per rovesciare, in cinque anni, i governi di sette paesi: oltre alla Siria l’Iraq (invaso nel 2003), il Libano (attaccato da Israele nel 2006), la Libia (distrutta nel 2011), la Somalia (oggi sorvolata dai droni Usa) e il Sudan, smembrato nel 2011 al termine di una sanguinosa guerra civile. Nell’elenco degli Stati da abbattere era compreso anche l’Iran, che con la Siria ha un accordo di reciproca difesa stipulato nel 2005. Gioco pericoloso: con l’Iran sono schierate Russia e Cina. E l’intervento militare russo in Siria «dimostra che queste non sono vane minacce: il loro impegno ha seguito le loro parole».I media raccontano che l’Isis è nato in Siria? Sbagliato: il Califfato è nato come conseguenza dell’invasione statunitense in Iraq, dice Shahtahmasebi. Prima, l’Isis era noto come “Al-Qaeda in Iraq”, ed è diventato importante in seguito all’invasione Nato del 2003. «È ben noto che non c’era alcuna traccia tangibile di Al-Qaeda in Iraq prima di quella invasione, e per un motivo ben preciso: quando Paul Bremer ricevette il ruolo di inviato presidenziale in Iraq nel maggio 2003, dissolse le forze di polizia e l’esercito. Bremer licenziò quasi 400.000 uomini in servizio, tra cui ufficiali militari di alto rango che avevano combattuto nella guerra Iran-Iraq negli anni ’80. Questi ufficiali oggi detengono importanti posizioni all’interno dell’Isis. Se non fosse stato per l’azione statunitense, l’Isis probabilmente non sarebbe mai esistito». I suoi tagliagole oggi «sono diventati fondamentali nel programma occidentale di rovesciamento dei regimi in Libia e in Siria. Quando i vari gruppi iracheni e siriani affiliati ad al-Qaeda si sono uniti lungo il confine siriano nel 2014, ci siamo trovati con il gruppo terroristico che conosciamo oggi».Oltre al ruolo della Turchia di Erdogan nel fornire assistenza di ogni genere all’Isis in Siria, c’è poi un altro fondamentale retroscena: «Turchia, Qatar e Arabia Saudita volevano costruire un gasdotto lungo la Siria, ma Assad ha rifiutato». Ed ecco i guai. La storia comincia nel 2009, quando il Qatar propose di costruire una conduttura lungo la Siria e la Turchia per esportare il gas saudita, scrive Shahtahmasebi. «Assad rifiutò la proposta e formò al contrario un accordo con l’Iran e l’Iraq per costruire una conduttura verso il mercato europeo, che avrebbe tagliato fuori Turchia, Arabia Saudita e Qatar». Da allora, prosegue “TheAntiMedia.org”, questi paesi sono diventati forti sostenitori dell’opposizione siriana che voleva rovesciare Assad. «Complessivamente, hanno investito miliardi di dollari, prestato armamenti, incoraggiato la diffusione del fanatismo ideologico e hanno permesso il passaggio dei combattenti lungo i propri confini». Grazie alla resistenza di Assad sostenuto da Putin, la conduttura Iran-Iraq «rafforzerà l’influenza iraniana nella regione e minerà il suo rivale, l’Arabia Saudita, l’altro grande produttore Opec. Se avrà la capacità di trasportare gas verso l’Europa senza dover passare per gli alleati di Washington, l’Iran guadagnerà potere contrattuale e potrà negoziare accordi di escludano completamente gli Usa e il dollaro». Un mare di soldi: e questo, più di qualunque altro argomento, aiuta a capire meglio lo strano accanimento contro il governo di Damasco.
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 7:37
da camillobenso
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LIBRE news
Isis, cioè turchi e sauditi: guerra in Siria per un gasdotto
Scritto il 22/8/16 • nella Categoria: Recensioni
Lo sapevate che Steve Jobs, il guru della Apple, era figlio di un siriano immigrato negli Usa negli anni ‘50?
E che il presidente Assad ha un consenso democratico superiore a quello di Obama?
E ancora: chi sapeva che la principale fonte dei media occidentali sul conflitto siriano è un negozio di magliette in Inghilterra? «Non è uno scherzo», assicura “TheAntiMedia.org”.
«Se seguite le notizie è probabile che abbiate sentito i media parlare di un’entità grandiosamente definita “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani” (“Syrian Observatory for Human Rights”, Sohr)».
Ebbene, questo cosiddetto “osservatorio” è gestito da una sola persona nella propria casa, a Coventry, a migliaia di chilometri di distanza dal conflitto siriano.
«Eppure è definito come la fonte più rispettata dai media occidentali: “Bbc”, “Reuters”, “Guardian”».
Le credenziali di questa persona? «Consistono nell’essere proprietario di un negozio di magliette nella stessa via della propria casa, nonché di essere un noto dissidente dell’attuale presidente siriano».
E questa è solo una delle tante cose che i media mainstream non raccontano, del conflitto in Siria.
Dove, a innescare la guerra, è stato il rifiuto di Assad di concedere il proprio territorio per un gasdotto che avrebbe collegato Arabia Saudita e Turchia.
Lo scrive Darius Shahtahmasebi, in un post ripreso da “Zero Hedge” e rilanciato da “Voci dall’Estero” per illuminare le clamorose falle della narrazione ufficiale sulla guerra in Siria.
Una notizia decisamente irrintracciabile, su giornali e televisioni, è il tasso di popolarità di Bashar Assad: «Dall’inizio del conflitto nel 2011 – scrove Shahtahmasebi – Assad ha sempre mantenuto il sostegno della maggioranza del suo popolo.
Le elezioni del 2014 – dove Assad ha ottenuto una vittoria schiacciante, e osservatori internazionali hanno dichiarato che non ci sono stati brogli – è la prova del fatto che, sebbene Assad sia stato accusato di gravi violazioni dei diritti umani, continua a mantenere un’ampia popolarità presso il popolo siriano».
Obama, dal canto suo, ha vinto le elezioni del 2012 con una maggioranza di appena il 53,6%, e con solo 129 milioni di cittadini recatisi alle urne.
«Questo significa che circa 189,8 miliori di americani non hanno votato Obama».
Il suo attuale tasso di approvazione è quindi attorno al 50%, inferiore a quello del “dittatore” Assad.
Un’autentica barzelletta, continua Shahtahmasebi su TheAntiMedia.org”,
riguarda la famosa “opposizione moderata”: se mai c’è stata, non esiste più.
«Il cosiddetto Libero Esercito Siriano sostenuto dall’Occidente è dominato da anni dalle forze estremiste.
Gli Usa lo sanno già, eppure hanno continuato a sostenere l’opposizione siriana.
Il “New York Times” nel 2012 ha riportato che la maggior parte degli armamenti spediti in Siria finivano nelle mani degli jihadisti».
Un report riservato della Dia prediceva l’ascesa dell’Isis nel 2012: «Se la situazione si dipana – recitava testualmente il documento – è possibile che si stabilisca un principato Salafita, sia esso dichiarato o meno, nella Siria orientale. Questo è esattamente ciò che vogliono attualmente le forze dell’opposizione, per isolare il regime siriano».
Inoltre, una testimonianza di un comandante del Libero Esercito Siriano mostra non solo l’ammissione che i suoi combattenti partecipano regolarmente ad azioni congiunte con al-Nusra (il braccio siriano di Al-Qaeda), ma anche che lui stesso spera di vedere la Siria governata dalla legge della Sharia.
Altra super-montatura, quella dell’uso di armi chimiche da parte del regime nell’agosto 2013, che rischiò di innescare bombardamenti Nato: tra gli altri, un giornalista Premio Pulitzer come Seymour Hersh dimostrò che l’intelligence Usa era perfettamente al corrente dell’uso del gas Sarin da parte dei “ribelli”.
Darius Shahtahmasebi ricorda che lo stesso generale Wesley Clark rivelò che, all’indomani dell’11 Settembre, il Pentagono aveva sviluppato un piano per rovesciare, in cinque anni, i governi di sette paesi: oltre alla Siria l’Iraq (invaso nel 2003), il Libano (attaccato da Israele nel 2006), la Libia (distrutta nel 2011), la Somalia (oggi sorvolata dai droni Usa) e il Sudan, smembrato nel 2011 al termine di una sanguinosa guerra civile.
Nell’elenco degli Stati da abbattere era compreso anche l’Iran, che con la Siria ha un accordo di reciproca difesa stipulato nel 2005.
Gioco pericoloso: con l’Iran sono schierate Russia e Cina.
E l’intervento militare russo in Siria «dimostra che queste non sono vane minacce: il loro impegno ha seguito le loro parole».
I media raccontano che l’Isis è nato in Siria? Sbagliato: il Califfato è nato come conseguenza dell’invasione statunitense in Iraq, dice Shahtahmasebi.
Prima, l’Isis era noto come “Al-Qaeda in Iraq”, ed è diventato importante in seguito all’invasione Nato del 2003.
«È ben noto che non c’era alcuna traccia tangibile di Al-Qaeda in Iraq prima di quella invasione, e per un motivo ben preciso: quando Paul Bremer ricevette il ruolo di inviato presidenziale in Iraq nel maggio 2003, dissolse le forze di polizia e l’esercito.
Bremer licenziò quasi 400.000 uomini in servizio, tra cui ufficiali militari di alto rango che avevano combattuto nella guerra Iran-Iraq negli anni ’80.
Questi ufficiali oggi detengono importanti posizioni all’interno dell’Isis. Se non fosse stato per l’azione statunitense, l’Isis probabilmente non sarebbe mai esistito».
I suoi tagliagole oggi «sono diventati fondamentali nel programma occidentale di rovesciamento dei regimi in Libia e in Siria.
Quando i vari gruppi iracheni e siriani affiliati ad al-Qaeda si sono uniti lungo il confine siriano nel 2014, ci siamo trovati con il gruppo terroristico che conosciamo oggi».
Oltre al ruolo della Turchia di Erdogan nel fornire assistenza di ogni genere all’Isis in Siria, c’è poi un altro fondamentale retroscena: «Turchia, Qatar e Arabia Saudita volevano costruire un gasdotto lungo la Siria, ma Assad ha rifiutato».
Ed ecco i guai. La storia comincia nel 2009, quando il Qatar propose di costruire una conduttura lungo la Siria e la Turchia per esportare il gas saudita, scrive Shahtahmasebi.
«Assad rifiutò la proposta e formò al contrario un accordo con l’Iran e l’Iraq per costruire una conduttura verso il mercato europeo, che avrebbe tagliato fuori Turchia, Arabia Saudita e Qatar».
Da allora, prosegue “TheAntiMedia.org”, questi paesi sono diventati forti sostenitori dell’opposizione siriana che voleva rovesciare Assad.
«Complessivamente, hanno investito miliardi di dollari, prestato armamenti, incoraggiato la diffusione del fanatismo ideologico e hanno permesso il passaggio dei combattenti lungo i propri confini».
Grazie alla resistenza di Assad sostenuto da Putin, la conduttura Iran-Iraq «rafforzerà l’influenza iraniana nella regione e minerà il suo rivale, l’Arabia Saudita, l’altro grande produttore Opec.
Se avrà la capacità di trasportare gas verso l’Europa senza dover passare per gli alleati di Washington, l’Iran guadagnerà potere contrattuale e potrà negoziare accordi di escludano completamente gli Usa e il dollaro».
Un mare di soldi: e questo, più di qualunque altro argomento, aiuta a capire meglio lo strano accanimento contro il governo di Damasco.
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 12:15
da camillobenso
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LA GUERRA SI SPOSTA SUL TERRITORIO ITALIANO
LA DOPPIA GUERRA DEGLI ITALIANI
Alcuni italiani sono costretti a combattere una doppia guerra. La prima della Bassa Manovalanza dell'Isis, e seconda tutta interna, con i falsi anti Isis, falsi cattolici, ma autentici destrorsi, razzisti, xenofobi tricolori.
L'assalitore egiziano liberato accoltella subito un ragazzo
Aveva massacrato un anziano nel Lodigiano per un euro. Rilasciato, ferisce il giovane che lo aveva bloccato
Flavia Mazza Catena - Lun, 22/08/2016 - 10:16
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Sant'Angelo Lodigiano (Lodi) - Massacra un anziano a calci, pugni e bastonate.
Viene lasciato libero e, qualche ora dopo, trova per strada il giovane che lo aveva bloccato, nella sequenza da arancia meccanica che avrebbe potuto uccidere il 67enne, e lo accoltella forandogli un polmone e facendolo finire dritto in sala operatoria.
Finalmente arrestato, ora il trentenne egiziano è stato portato in cella di sicurezza nella caserma dei carabinieri di Lodi e stamattina dovrà affrontare, in tribunale a Lodi, il giudizio per direttissima per lesioni personali aggravate. Si chiama Moustafa Hussein, ha 30 anni. Da dieci anni circolava per Sant'Angelo Lodigiano e da qualche mese chiedeva, dal pomeriggio alla sera, la carità, di negozio in negozio in centro. E bisognava dargliela. E c'è anche chi gli ha detto no e si è trovato le gomme dell'auto tagliate come raccontano diverse persone in paese.
Tre giorni fa l'egiziano blocca, fuori da un bar, per l'ennesima volta un anziano del posto. Si chiama Andrea Grossi, prende 500 euro di pensione al mese e ha fondato, per poi esserne l'animatore volontario per 35 anni, la locale sezione della Croce Bianca. L'uomo gli aveva dato due euro di mancia il giorno precedente. Stavolta non ha moneta. Cerca di spiegarlo all'egiziano che all'improvviso scatena l'inferno. Prima gli assesta, violentissimo, due pugni in faccia. Poi si guarda intorno veloce e, in pochi secondi, trova un manico di scopa abbandonato: inizia a colpire Andrea a bastonate dappertutto. All'addome, alle braccia, alle gambe e anche in testa. L'uomo trova la forza di chiedergli perché gli stia facendo tutto questo. Per tutta risposta, l'egiziano continua a assestare nuovi colpi. Intorno a loro diverse persone che, però, si allontanano velocemente temendo il peggio.
Solo un ventisettenne, italiano, a un certo punto urla all'immigrato: «Cosa fai? Smettila subito, non vedi che lo stai ammazzando?». Dopo di che, prendendo colpi a sua volta, lo allontana dal pensionato. Sarà un ufficiale della polizia locale a disarmare del bastone l'egiziano e a placcarlo. Poi arrivano anche i carabinieri. E l'ambulanza. Andrea Grossi viene portato in ospedale. E l'aggressore? Se ne torna a casa tranquillo. È così che due giorni dopo, a due passi da casa, incontra il ventisettenne che aveva difeso l'anziano e che ha la sfortuna di abitare vicino a lui, e lo colpisce diverse volte al torace con un coltello da tasca lungo cinque centimetri, mandandolo in prognosi riservata. Finalmente arriva l'arresto.
Il sindaco di Sant'Angelo Lodigiano Maurizio Villa oggi chiederà, urgentissima, la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica perché «fatti simili non si debbano mai più vedere». A Sant'Angelo Lodigiano gli stranieri rappresentano, ormai, il 18 per cento della popolazione. Solo un mese fa un nordafricano aveva fatto irruzione nella basilica locale, durante la Messa, terrorizzando e urlando frasi in arabo.
E tutti ricordano ancora il massacro di capodanno di sette anni fa, quando fu ucciso brutalmente nel suo negozio, per rubare due soldi e quattro gratta e vinci, il tabaccaio settantacinquenne Mario Girati: da tre tunisini e un egiziano.
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 15:24
da camillobenso
VOI, COME INTERPRETATE QUESTA NOTIZIA DELLA FAZ(Frankfurter Allgemeine Zeitung-https://it.wikipedia.org/wiki/Frankfurt ... ne_Zeitung)??????????
IL SOLITO BURLONEN TETESCO GIA' 'NBRIACO DUE MESI PRIMA DELL'OCTOBER FEST.
UNO SCHERZO DI CARNEVALE?????? IN ANTICIPO O RITARDO. FATE VOI....
UN PRIMO D'APRILE, SEMPRE IN ANTICIPO O RITARDO, A VOSTRO PIACIMENTO??????
22 AGO 2016 14:27
ACHTUNG! LA GERMANIA INVITA I CITTADINI A METTERE DA PARTE DELLE SCORTE ALIMENTARI PER FAR FRONTE AD EVENTUALI CATASTROFI O ATTACCHI ARMATI
- SI TRATTA DELLA PRIMA STRATEGIA DI DIFESA CIVILE DALLA FINE DELLA GUERRA FREDDA
Alessandro Alviani per “la Stampa”
Per la prima volta dalla fine della Guerra fredda la Germania vuole invitare i suoi cittadini a mettere da parte delle scorte per far fronte a eventuali catastrofi o attacchi armati.
«La popolazione viene esortata ad avere una scorta individuale di generi alimentari per un periodo di dieci giorni» e a tenere da parte due litri d' acqua potabile pro capite al giorno per cinque giorni, si legge nel piano di difesa civile che il governo tedesco vuole approvare mercoledì, rivela l' edizione domenicale della Faz.
Stando al testo, lungo 69 pagine, «un attacco al territorio della Germania che richieda una difesa nazionale convenzionale è improbabile», tuttavia è necessario «prepararsi a un simile sviluppo in grado di minacciare la sopravvivenza, che non può essere escluso in linea di principio per il futuro».
Il pericolo più grande arriva da «conflitti ibridi», nei quali cioè il nemico ricorre a metodi non convenzionali, come virus informatici o azioni di sabotaggio.
In caso d' emergenza i tedeschi dovrebbero essere in grado di garantire il proprio approvvigionamento di generi alimentari, acqua, energia, contanti e medicinali finché non saranno state avviate misure statali. Nel documento si parla anche di un sistema d' allarme affidabile, di un potenziamento strutturale degli edifici e delle sedi alternative per ministeri e cancelleria.
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 21:30
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
PLAZA DE SOROS
Il vizietto di Soros, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale
sorosLO SPECULATORE ILLUMINATO
Ogni volta che si parla di George Soros si è quasi certi di essere accusati di “paranoie complottiste”; è il modo migliore con cui le anime belle della coscienza democratica, liquidano chiunque provi a spiegare il ruolo dell’élite tecnocratiche nella creazione e nella manipolazione delle crisi internazionali che sconvolgono il mondo.
Di tutti i Maestri del Nuovo Ordine Mondiale che dal Medio Oriente all’Europa, fino all’Asia, si divertono a scatenare rivoluzioni, guerre, crisi economiche e a generare quel caos necessario a dare forma ai loro progetti di dominio, George Soros è il più gettonato anche perché, a differenza di altri, non disdegna di svolgere il suo ruolo in maniera arrogante e vanitosa.
Finanziere di origine ungherese, Soros è lo speculatore “illuminato” che si è arricchito mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992 vedemmo bruciate le nostre riserve valutarie a causa di un attacco speculativo da lui orchestrato sulla Lira e sulla Sterlina inglese e che portò noi e la Gran Bretagna fuori dallo Sme.
Soros è il teorico della società globale dove tutti sono uguali tranne quei pochi come lui che essendo più uguali degli altri hanno il diritto di imporre le regole (e l’uguaglianza) a tutti.
IL VIZIETTO DI SOROS
Come ogni mega-miliardario che si rispetti ha anche lui il suo vizietto: non colleziona Ferrari, castelli in Europa, trofei di golf o attrici di Hollywood (o forse si, ma non lo sappiamo), ma di sicuro colleziona Fondazioni, Think tank, Ong con cui destabilizza governi, manipola i media, viola la sovranità degli Stati. Per fare questo si serve ovviamente dei suoi soldi e della Open Society Foundation, l’associazione con la quale smista miliardi di dollari per finanziare partiti di opposizione e movimenti “democratici” in giro per il mondo, o “assoldare” militanti dei diritti umani, intellettuali, giornalisti, tecnocrati e mettere a libro paga leader politici che sono ben felici di accontentare i disegni dell’oligarca amico (ne sa qualcosa Hillary Clinton di cui Soros è uno dei principali finanziatori con 8 milioni di dollari solo nel 2015).
Insomma quella di Soros sembra una vera e propria ragnatela tesa per il mondo che negli anni ha prodotto le rivoluzioni colorate che hanno sconquassato l’Europa post-sovietica (Serbia, Georgia, Ucraina e Kirghizistan), la Primavera Araba con annessa guerra in Libia e Siria che ci ha regalato l’Isis e la crisi dei migranti (voluta e favorita dallo stesso Soros).
Non solo, ma per rendere questo lavoro il più professionale possibile, Soros ha agevolato anche la nascita di una vera e propria multinazionale per “rivoluzioni a domicilio” (ovviamente non-violente); si chiama CANVAS (Centre for Applied Non-Violent Action and Strategies) ed è la struttura di consulenti rivoluzionari che vengono inviati nei paesi retti da governi non graditi agli Usa e quindi a Soros (o meglio non graditi a Soros e quindi agli Usa) per accendere la miccia delle mobilitazioni democratiche che quasi sempre si trasformano in bagni di sangue e guerre civili. Organizzazione infarcita di dollari provenienti dal governo americano e da diversi Fondazioni tra cui spicca ovviamente quella di Soros, come svelato da Wkileaks.
Shelob2SOROS È SHELOB
Per capire chi è George Soros bisogna leggere Il Signore degli Anelli (o almeno, per i più pigri, vedere il film). L’avete presente? Bene, allora sapete di cosa sto per parlare: George Soros è come Shelob, “il malefico essere a forma di ragno” per la quale “ogni essere vivente era il suo cibo e il suo vomito era oscurità”: come lei, anche Soros dissemina gigantesche e vischiose ragnatele con le quali imprigiona le sue vittime per poi divorarle. La sua rete di movimenti e associazioni che lui è in grado di mobilitare, forte di un potere economico illimitato, sono le ragnatele di Shelob. Nessuno “può rivaleggiare con Shelob nel tormentare il mondo infelice”.
Ma come può essere sconfitta questa orribile creatura? innanzitutto con la luce: Shelob ama vivere nell’oscurità, la luce l’acceca. La fiala donata da Galadriel che sprigiona la luce della stella di Earendil acceca Shelob e respinge i suoi attacchi.
Fuori di metafora, la luce è la verità; la possibilità di aprire uno squarcio di informazione libera su chi è Soros e cosa realmente fa. Ed è quello che in questi giorni è avvenuto con la pubblicazione dei 25.000 documenti segreti della Open Society ad opera del sito DCLeaks che gettano la luce su come opera la struttura tentacolare di Soros, come manipola e interagisce all’interno delle crisi internazionali, come condiziona le scelte dei governi e dei media.
IL FILANTROPO CHE ODIA PUTIN
Ma tutto questo a Soros/Shelob è perdonato perché lui è anche un filantropo, letteralmente un amico dell’umanità: la sua. E come tutti i filantropi che amano l’umanità (astratta), lui odia gli uomini, soprattutto quelli che non la pensano come lui.
Il suo nemico numero uno è il leader russo Vladimir Putin; contro di lui Soros nutre una vera e propria ossessione: Lo vuole distrutto, sconfitto. La colpa di Putin è di non volere sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo Ordine Mondiale preconizzato da Soros. E quindi, da oltre 10 anni, Soros prova a fare a casa di Putin quello che gli è riuscito di fare in molti altri paesi; alimentare finte opposizioni democratiche, sobillare piazze, infiltrare Ong finanziate direttamente da lui o da Washington, costruire manipolazioni mediatiche e ingaggiare pressioni internazionali.
Non dimentichiamoci che Soros/Shelob è uno dei finanziatori dell’operazione Panama Papers, la più farlocca inchiesta giornalistica della storia dell’informazione occidentale ed è il principale sponsor delle sanzioni a Mosca che, in realtà, stanno mettendo in ginocchio le imprese europee.
Ma spesso succede ai più convinti Illuminati, di rimanere abbagliati della loro stessa luce. Soros si è dimenticato di una basilare lezione di storia: mai andare a rompere le balle ai russi in casa propria; bastava chiedere a Napoleone e a Hitler.
E così, prima Putin ha espulso dalla Russia una serie di Ong occidentali di diretta emanazione di Soros, tra cui la sua Open Society, per attività anti-costituzionali e anti-nazionali.
Poi i russi, primi al mondo nella cyberwar, si sono scatenati. Già un anno fa un gruppo di hacker ucraini filo-Mosca ha reso pubbliche le mail segrete tra Soros e il Presidente ucraino Poroshenko. Noi fummo tra i pochi a parlarne in Italia; è una lettura utile che vi invito a fare (articolo in questo link), perché sono notizie CLAMOROSE che invano troverete nella libera informazione democratica del nostro Paese. Mail che dimostrano chi è il manovratore della crisi in Ucraina, il destabilizzatore di quell’area, il criminale che fomenta una guerra civile che sta causando migliaia di morti e chi sta lavorando per gettare l’Europa in una nuova Guerra Fredda con la Russia che, grazie ai maggiordomi di Washington e di Londra rischia presto di diventare assai calda.
Ora, secondo molti, ci sarebbero settori d’intelligence vicini a Mosca nel “Soros hack” che ha reso pubbliche le migliaia di documenti della Open Society.
IL BURATTINAIO DELL’IMMIGRAZIONE
Dalle prime analisi dei documenti pubblicati emerge come Soros stia cercando di influenzare le politiche d’immigrazione su scala globale manipolando l’opinione pubblica e premendo sui governi occidentali per considerare la “crisi dei rifugiati in Europa una nuova normalità” portatrice di “nuove opportunità”. Più volte abbiamo dimostrato come l’esodo di immigrati (frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente) che sta scardinando il sistema sociale e l’identità dell’Europa, non sia un accidente della storia ma un preciso disegno delle élite mondialiste di costruire un nuovo modello di società funzionale al progetto di dominio economico e finanziario. Ora ne abbiamo ulteriori prove.
LA LUCE DI GALADRIEL?
Dai 25.000 documenti trafugati forse c’è materiale che consentirà di scoprire veramente non solo il volto di Soros/Shelob ma anche quello dei suoi innumerevoli fiancheggiatori che risiedono nei media, nei parlamenti, nelle università, nei centri di potere di Europa e Usa.
Il materiale di DCLeaks non è certo la fiala di Galadriel ma almeno uno squarcio di luce su uno dei più oscuri e nefasti sistemi di potere del nostro tempo.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 22:16
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Sirte, la battaglia finale
AGO 22, 2016 2 COMMENTI AFRICA,LIBIA FAUSTO BILOSLAVO
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La battaglia finale per la liberazione di Sirte è cominciata. I combattenti libici, soprattutto di Misurata, hanno conquistato dopo duri scontri il quartiere centrale di Abu Faraa.
La lotta è casa per casa, alla ricerca delle bandiere nere. I mortai, che martellano le postazioni dello Stato islamico, alzano colonne di fumo nero. Dai tetti si spara all’impazzata sui cecchini, i tank avanzano verso i palazzi ancora nelle mani dei miliziani fedeli al Califfo.
A ridosso della prima linea si cerca di salvare i feriti. “Abbiamo bisogno di ortopedici e chirurghi”, dice il dottor Mohammed Lajnef, che chiede rinforzi all’Occidente: “Ringraziamo il governo italiano che ci aiuta, ma abbiamo bisogno di più. Perché la guerra contro l’Isis non è solo per la Libia. È una guerra internazionale”’
La battaglia è costata 15 caduti ed 80 feriti. Le bandiere nere sono ancora asserragliate in due quartieri di Sirte, ma la liberazione della città è vicina.
Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 22/08/2016, 22:29
da camillobenso
camillobenso ha scritto:VOI, COME INTERPRETATE QUESTA NOTIZIA DELLA FAZ(Frankfurter Allgemeine Zeitung-https://it.wikipedia.org/wiki/Frankfurt ... ne_Zeitung)??????????
IL SOLITO BURLONEN TETESCO GIA' 'NBRIACO DUE MESI PRIMA DELL'OCTOBER FEST.
UNO SCHERZO DI CARNEVALE?????? IN ANTICIPO O RITARDO. FATE VOI....
UN PRIMO D'APRILE, SEMPRE IN ANTICIPO O RITARDO, A VOSTRO PIACIMENTO??????
22 AGO 2016 14:27
ACHTUNG! LA GERMANIA INVITA I CITTADINI A METTERE DA PARTE DELLE SCORTE ALIMENTARI PER FAR FRONTE AD EVENTUALI CATASTROFI O ATTACCHI ARMATI
- SI TRATTA DELLA PRIMA STRATEGIA DI DIFESA CIVILE DALLA FINE DELLA GUERRA FREDDA
Alessandro Alviani per “la Stampa”
Per la prima volta dalla fine della Guerra fredda la Germania vuole invitare i suoi cittadini a mettere da parte delle scorte per far fronte a eventuali catastrofi o attacchi armati.
«La popolazione viene esortata ad avere una scorta individuale di generi alimentari per un periodo di dieci giorni» e a tenere da parte due litri d' acqua potabile pro capite al giorno per cinque giorni, si legge nel piano di difesa civile che il governo tedesco vuole approvare mercoledì, rivela l' edizione domenicale della Faz.
Stando al testo, lungo 69 pagine, «un attacco al territorio della Germania che richieda una difesa nazionale convenzionale è improbabile», tuttavia è necessario «prepararsi a un simile sviluppo in grado di minacciare la sopravvivenza, che non può essere escluso in linea di principio per il futuro».
Il pericolo più grande arriva da «conflitti ibridi», nei quali cioè il nemico ricorre a metodi non convenzionali, come virus informatici o azioni di sabotaggio.
In caso d' emergenza i tedeschi dovrebbero essere in grado di garantire il proprio approvvigionamento di generi alimentari, acqua, energia, contanti e medicinali finché non saranno state avviate misure statali. Nel documento si parla anche di un sistema d' allarme affidabile, di un potenziamento strutturale degli edifici e delle sedi alternative per ministeri e cancelleria.
IL GOVERNO TEDESCO E LE PROVVISTE DI ACQUA E CIBO...
Postato il 22/08/2016 di cdcnet
Germania
FONTE: ZEROHEDGE.COM
Il Governo tedesco esorta la popolazione a fare provviste di cibo e acqua " in caso di attacchi o di catastrofi"
Per la prima volta dalla fine della guerra fredda, il governo tedesco progetta di chiedere ai suoi cittadini di approvvigionarsi di cibo e di acqua in caso di attacchi o catastrofi. E' quanto riporta il Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung di questa passata domenica.
Dopo l'annuncio di Angela Merkel che il terrorismo islamico non è un effetto del massiccio afflusso di immigrati musulmani in Germania dovuto al sua la politica di immigrazione, non abbiamo potuto fare a meno di restare quantomeno sorpresi dal leggere sul TagesSchau che il governo federale, secondo quanto scritto sul giornale, vuole di nuovo incoraggiare la popolazione a stoccare cibo e acqua, per essere preparati in caso di disastri o di attacchi armati.
Come spiega la Reuters:
La Germania è attualmente in stato di allerta dopo due attacchi islamici e una sparatoria di un adolescente mentalmente instabile, avvenuta il mese scorso. All'inizio di questo mese Berlino ha annunciato nuove misure e la volontà di spendere molto di più su forze di polizia e di sicurezza per creare una speciale unità che contrasti criminalità informatica e terrorismo.
"La popolazione sarà obbligata a tenere una propria scorta di cibo per dieci giorni", è quanto si legge sul quotidiano che ha citato il "Concetto di Protezione Civile" del governo - preparato dal Ministero dell'Interno -.
Il giornale ha detto che già nel 2012 era stata istituita una speciale commissione parlamentare per elaborare una nuova strategia per la protezione civile.
Un portavoce del Ministero dell'Interno ha detto che il piano sarebbe stato discusso dal Consiglio dei Ministri mercoledì e che, nello stesso pomeriggio, il Ministro l'avrebbe dovuto presentare. Non ha voluto fornire altri dettagli sul contenuto.
Il giornale riferisce che - secondo il piano - verrà richiesto alla popolazione di stoccare acqua potabile sufficiente per una durata di cinque giorni.
... Le misure precauzionali esigono che la popolazione "si prepari in modo appropriato per sviluppi che potrebbe minacciare la nostra esistenza e che non possono essere esclusi categoricamente, in futuro," dice il giornale, citando il rapporto.
Un'altra priorità dovrebbe essere un maggior supporto alle forze armate da civili.
All'inizio di questo mese il Ministro della Difesa tedesco ha detto che il paese era nel "mirino del terrorismo" ed ha fatto pressioni perché i militari si addestrino a più stretto contatto con la polizia in vista di potenziali attacchi su larga scala.
Quindi, oltre a farsi delle scorte di cibo e di acqua per 10 giorni; dare sostegno alle forze armate; proteggersi contro "una minaccia per la nostra esistenza" e tutto il resto che sembra piuttosto impressionante: A che è servita la politica di immigrazione della Merkel ?
Ci chiediamo - Ma, esattamente, che cosa conoscono? O si tratta solo di creare più allarmismo tra la gente perché
"Una nazione che ha paura si può influenzare e controllare meglio."