Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 09/06/2016, 17:42
da camillobenso
Maucat ha scritto:La situazione è brutta ma non nei termini esposti da questo signor Toscano.
E' in atto da sempre una guerra di classe che se aveva visto nella seconda metà del XIX secolo e nei primi 2/3 del XX secolo un avanzamento delle classi più basse a scapito di quelle più elevate, a partire dalla caduta del Muro di Berlino e del conseguente scioglimento dell'URSS ha visto un rovesciamento repentino dei rapporti di forza. del resto l'ex sindaco di New York Bloomberg pochi anni fa aveva confermato questa tesi affermando che la sua "classe" stava vincendo la lotta di classe a scapito di miliardi di persone.
Oggi le domande da farsi sono:
1) Fino a che punto le Elite (il famoso 0,1%) tireranno la corda per aumentare i loro profitti continuando nella distruzione sistematica dei diritti basilari di miliardi di persone?
2) Quale è la soglia di sopportazione oltre la quale il rischio di rivolte non controllabili e veicolabili e quindi potenzialmente pericolose per le Elite diventa ingestibile?
3) Quanto tempo deve passare prima che le masse raggiungano di nuovo la consapevolezza del loro stato e quindi formulino e impongano nuovi modelli di sviluppo e di ridistribuzione delle ricchezze?
4) Di fronte al pericolo di un attacco potenzialmente molto pericoloso per la loro stessa sopravvivenza le Elite sarebbero disponibili a scatenare (come fecero 2 volte almeno nel XX secolo) delle guerre Mondiali pur di mantenere il potere economico?
Se troviamo delle risposte accettabili e logiche a queste domande potremmo contrastare e forse invertire il corso attuale della lotta di classe che vede perdenti le classi medie e basse ma bisogna far presto perché il nemico è forte e organizzato, lavora con metodo per vincere (domani inizia l'annuale riunione del Bilderberg) e ha tantissime quinte colonne fra le nostre file.
RISPONDENDO A MAUCAT PARTO DAL FONDO.
Se troviamo delle risposte accettabili e logiche a queste domande potremmo contrastare e forse invertire il corso attuale della lotta di classe che vede perdenti le classi medie e basse ma bisogna far presto perché il nemico è forte e organizzato, lavora con metodo per vincere (domani inizia l'annuale riunione del Bilderberg) e ha tantissime quinte colonne fra le nostre file.
Loro hanno di certo un tipo di intelligenza che è normalmente orientata a dominare e sopraffare gli altri.
E’ così da sempre.
Ma in più hanno i mezzi economici per poter pagare tutte le intelligenze del pianeta che servono a mantenere il loro dominio.
Senza contare che hanno una massa di denaro a loro disposizione che è l’elemento vincente che gli permette di fare tutto quello che vogliono, e come vogliono.
La storia ci dice che questo non è valso per Maria Antonietta e Luigi XVI. E neppure per i Romanov in Russia.
Ma a me non piace la violenza.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 09/06/2016, 20:22
da camillobenso
GLI AVVENIMENTI SI SUSSEGUONO INCALZANTI, IN QUESTO FINE PRIMAVERA - INIZIO ESTATE 2016.
IL TG7 DI MENTANA APRE CON LA NOTIZIA CHE IL MEDICO PERSONALE DI SILVIETTO HA DICHIARATO CHE BERLUSCONI HA RISCHIATO LA MORTE E CHE L'INTERRUZIONE DELL'ATTIVITA' POLITICA E' CONSIGLIATA.
QUASI CERTAMENTE NON LO VEDREMO PIU' OCCUPARE GLI SPAZI DELLA POLITICA.
DI PRIMA BATTUTA POSSIAMO DIRE COSI:
1) SALVINI TORNERA' ALLA CARICA PRETENDENDO LA LEADERSHIP DEL CENTRO DESTRA. MA L'ELETTORATO DI CENTRO DI FI, NON E' MOLTO DISPONIBILE AD ESSERE GUIDATO DA UN LEADER ESTREMISTA DI DESTRA COME SALVINI.
2) UNA PARTE DI ELETTORATO SCEGLIERA' LA VIA DELL'ASTENSIONISMO IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI. ALTRI SI RIVOLGERANNO AL M5S IN FUNZIONE ANTIRENZIANA.
3) QUESTO SPOSTAMENTO POTREBBE GIA' FARSI SENTIRE TRA 10 GIORNI AL BALLOTTAGGIO PER LE AMMINISTRATIVE.
4) IL PD E ALA (PEDALA), DI APPROFITTARE DELLA SITUAZIONE. I VOTI DI FI SOLO IN PICCOLA PARTE ANDRANNO A LO. AMMESSO CHE ANDRANNO.
ADESSO DITE LA VOSTRA.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 09/06/2016, 23:32
da camillobenso
QUANTO ACCADUTO OGGI MENTRE ERO IN FILA AD UNA CASSA DI UN SUPERMERCATO CITTADINO, E’, A MIO AVVISO, LA MISURA DI COLMO DELLA SOCIETA’ ITALIANA.
ERANO ANNI ED ANNI , ALMENO UNA CINQUANTINA, CHE NON ASSISTEVO AD UN EPISODIO DEL GENERE.
SOLITAMENTE LA FILA AD UNA CASSA E’ ANONIMA. SALVO QUEI CASI IN CUI SI INCONTRANO, PARENTI, AMICI E CONOSCENTI.
OGNUNO PENSA AI CAVOLI SUOI IN ATTESA DI PAGARE.
AL MASSIMO SI ODE QUALCHE DISCUSSIONE QUANDO QUALCUNO FA IL FURBO E CERCA DI GUADAGNARE POSIZIONI.
OGGI INVECE, AD UN CERTO PUNTO UNA DONNA SI E’ MESSA A SACRAMENTARE AD ALTA VOCE, CON UN TIZIO CHE STAVA AVANTI A LEI, CIRCA GLI OTTANTA EURO CHE MUSSOLONI RICHIEDE INDIETRO.
E SUBITO ALTRI, COMPLETAMENTE ANONIMI, SI SONO MESSI ANCHE LORO A PROFERIRE SU QUANTO PENSAVANO CIRCA LA MALDESTRA INIZIATIVA RENZIANA.
IL PIU’ GRANDE E GROSSO HA POI INVITATO TUTTI DOMENICA PROSSIMA IN PIAZZA DEL COMUNE PER UNA RACCOLTA DI FIRME A NOME DEI 5 STELLE.
A MIO AVVISO LA MISURA DI COLMO STA ARRIVANDO AL LIMITE.
UN’AMICO CON CUI MI CONFRONTO DI FREQUENTE SUI TEMI POLITICI ITALIANI, E’ USO A RAMMENTARE LA SUA ESPERIENZA DA RAGAZZO, NEL PRIMO DOPOGUERRA A SANREMO, QUANDO HA ASSISTITO AD UNA RIVOLTA IMPROVVISA A CAUSA DELLA MANCANZA DI CIBO.
TUTTO E’ NATO DAL NIENTE. PRIMA VOCIFERANDO, POI PASSANDO AI FATTI HANNO SFASCIATO TUTTO.
IL MALESSERE ACCUMULATO, CHE FINO A QUALCHE GIORNO FA', VENIVA RELEGATO A CONFRONTI PRIVATI, ORA RISCHIA DI ESPLODERE.
BASTA CHE CI SIA IL DETONATORE GIUSTO.
POTREBBE ESSERE DI QUALSIASI TIPO, E TUTTO ALL’IMPROVVISO SI INFIAMMA.
MUSSOLONI CONTINUA IMPERTERRITO PER LA SUA STRADA INCURANTE DI COSA PENSANO GLI ITALIANI.
BASTA SPARARE MEGACAZZATE PENSANDO DI ILLUDERE ANCORA UNA VOLTA I TRICOLORI.
PENSO INVECE CHE LA MISURA SIA COLMA E LA CENERE COVA SOTTO LA BRACE.
LA SPARATA DELLA BOSCHI IERI E’ MEGAGALATTICA. SE VINCONO I SI CI SARANNO 96 MILIARDI PER LA RIPRESA(PER I FONDELLI-NDT)
IL FATTO OGGI TITOLAVA COSI’:
LA FANTASIA AL POTERE Alla Camera il ministro prevede risparmi e boom del Pil
La Boschi dà i numeri: “Crescita
da 96 miliardi se passa la riforma”
MENTRE MUSSOLONI SPARAVA:
Renzi: “Se vince la Raggi, niente Olimpiadi”.
Il ballottaggio a Roma si decide sul business
del 2024: 5,3 miliardi per gli amici degli amici
IN PRATICA SIAMO AL “TUTTI CONTRO RENZI”
A DIFENDERLO SOLO I RENZIANI. CHE SONO MINORANZA NEL PAESE.
MUSSOLONI VIVE PER IL POTERE E QUINDI NON MOLLERA’ FACILMENTE, LE ULTIME MEGACAZZATE DOPO IL FLOP LO DIMOSTRANO.
E’ POSSIBILE CHE NEI QUATTRO MESI CHE CI DIVIDONO DAL REFERENDUM DI OTTOBRE, CI PORTI ALLO SCONTRO.
I SUOI PADRONI NON HANNO CON CHI SOSTITUIRLO. QUINDI SI PRESUPPONE CHE LO SCONTRO, A QUESTO PUNTO STIA BENE ANCHE A LORO.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 10/06/2016, 18:40
da camillobenso
Il centrodestra è all’angolo. Passerà molto tempo prima che ritrovino un leader, un tempo carismatico per alcuni, come Berlusconi.
Politicamente era già morto, ma i suoi che non hanno alternative, altrimenti se tornano tutti a casa, preferiscono vedere le cose in altro modo.
Forza Italia e quella paura matta del dopo Berlusconi
I big augurano pronta guarigione al leader e smentiscono i retroscena «di cattivo gusto». Ma tra Stefano Parisi e Mara Carfagna il centrodestra più moderato pensa al futuro. Che è più che incerto. Bisogna arginare Salvini e consolidare lo schema tripolare
DI LUCA SAPPINO
10 giugno 2016
«Papà non deve più salire su un palco! E nessuno si azzardi a chiedergli di fare ancora politica, capito?». La frase che Repubblica attribuisce a Marina Berlusconi, in versione figlia premurosa, è più che verosimile. L’operazione al cuore di Silvio Berlusconi sembra destinata a chiudere definitivamente il ciclo: «Tra un mese potrà tornare a fare ciò che vuole, ma io gli sconsiglio da tempo di fare il leader», ha detto il medico. Perché Berlusconi «ha rischiato di morire», e quindi questa volta non si scherza.
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 10/06/2016, 18:45
da camillobenso
‘Nuovo codice appalti? Tutta roba che non serve’
Mazzette? ‘Pene più alte e non sanno a chi darle’
Il segretario dell’Anm Davigo parla a Confindustria giovani: “Non farò mai politica, i magistrati non
sono capaci di farla. Nelle inchieste sulla corruzione mi sentivo Re Mida, chi avvicinavo faceva carriera”
Giustizia & Impunità
Piercamillo Davigo a tutto campo su Codice appalti, corruzione e Anac. Il nuovo Codice appalti “è tutta roba che non serve a niente”, ha spiegato il presidente dell’Anm al convegno dei giovani di Confindustria. “Da anni” si scrivono normative sugli appalti “con regole sempre più stringenti che danno fastidio alle aziende perbene e non fanno né caldo né freddo a quelle delinquenziali”. E ancora: “Non si può dire che con l’Autorità nazionale (quella guidata da Cantone, ndr) si combatte la corruzione”
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 11/06/2016, 8:21
da camillobenso
Ha scritto Giannuli qualche giorno fa sul suo Blog:
A quanto pare, questo è «l’inizio di una fase molto delicata di cambiamento». Fine del bipolarismo, siamo ormai in un
sistema quadripolare: centrosinistra, centrodestra, 5 Stelle e poi l’oceano dell’astensionismo, «che non è affatto un’area silente», perché «gli astenuti non sono cittadini morti, ma cittadini che non trovano una risposta soddisfacente». Si ritirano, per ora, nell’“area muta” del non-voto, ma «da un momento all’altro possono rientrare, provocando effetti devastanti e imprevisti, non appena trovino un punto di aggregazione».
Ovvio: «Otto anni di crisi non potevano non avere un riflesso anche sul piano politico, e il “polo muto” è il sedimento di rancori, rabbia, senso di rivolta che sta covando in fasce sempre più numerose di elettorato»
Prima o poi, scrive Giannuli sul suo blog, questo “sentimento” si manifesterà nel più violento dei temporali: «E non è detto che debba necessariamente essere un temporale elettorale, potremmo trovarci di fronte a una rivolta di piazza, impossibile ora da qualificare se di destra o di sinistra»
Quello che bisogna chiedersi è COME, QUANDO E DOVE, prenderà forma la rivolta.
LIBRE news
Pd a rischio: gli astensionisti colpiranno, magari a Torino
Scritto il 07/6/16 • nella Categoria: idee
Elezioni amministrative solo di nome: è stato un voto altamente politico, secondo Aldo Giannuli. «La politica non è solo matematica, ma anche chimica: gli effetti dipendono da come si combinano gli elementi, e se chiami la gente a votare per le comunali avendo già in prospettiva la riforma costituzionale del paese, non puoi pensare che il voto prescinda da questo».
Le comunali «sono state l’aperitivo del referendum che, a sua volta, sarà la premessa delle elezioni politiche».
A quanto pare, questo è «l’inizio di una fase molto delicata di cambiamento». Fine del bipolarismo, siamo ormai in un sistema quadripolare: centrosinistra, centrodestra, 5 Stelle e poi l’oceano dell’astensionismo, «che non è affatto un’area silente», perché «gli astenuti non sono cittadini morti, ma cittadini che non trovano una risposta soddisfacente». Si ritirano, per ora, nell’“area muta” del non-voto, ma «da un momento all’atro possono rientrare, provocando effetti devastanti e imprevisti, non appena trovino un punto di aggregazione». Ovvio: «Otto anni di crisi non potevano non avere un riflesso anche sul piano politico, e il “polo muto” è il sedimento di rancori, rabbia, senso di rivolta che sta covando in fasce sempre più numerose di elettorato».Prima o poi, scrive Giannuli sul suo blog, questo “sentimento” si manifesterà nel più violento dei temporali: «E non è detto che debba necessariamente essere un temporale elettorale, potremmo trovarci di fronte a una rivolta di piazza, impossibile ora da qualificare se di destra o di sinistra». Tutto questo, all’indomani della «prima seria sconfitta politica del Pd renziano e del suo incipiente “partito della nazione”». Se le regionali 2015 «ridimensionarono il leggendario 41% delle europee, ma confermando un valore superiore al 33%», oggi il Pd è al 17% a Napoli (dove è escluso anche dal ballottaggio) e sotto il 30% a Roma e Torino, «dove rischia molto seriamente per il secondo turno». A Bologna il Pd è rimasto 11 punti al di sotto delle previsioni che lo volevano vincente al primo turno. E in tutti i Comuni minori perde voti. «Una sconfitta secca e senza appello, che si intuisce destinata a ingigantirsi nel secondo turno». A Roma, «la battaglia è persa senza appello». A Milano, il distacco fra Sala (che a gennaio era dato oltre il 50%) e Parisi è praticamente nullo: è possibile che molti grillini voteranno Parisi.Rimonta non impossibile anche a Torino: Chaiara Appendino potrebbe beffare Fassino incassando voti di Lega, Forza Italia e Airaudo. L’unica piazzaforte al sicuro resta Bologna, «dove però non basterà un magro 53-54% a riscattare la figuraccia iniziale». Dunque, il Pd rischia seriamente di perdere in tutte tre le città italiane con più di un milione di abitanti (Roma, Milano, Napoli) e ha qualche probabilità di perdere a Torino. «E se anche qui Renzi dovesse essere sconfitto, potrebbe fare una cosa: salire sulla Mole, sul punto più alto possibile, e buttarsi di sotto senza nemmeno aspettare ottobre», scrive Giannuli. Al che, le acque potrebbero iniziare ad agitarsi: forse, la minoranza Pd troverà il coraggio di dire che al referendum si vota No. «Il Partito della Nazione muore prima ancora di nascere (bell’apporto, quello di Verdini a Napoli) mentre il Pd entra chiaramente in crisi».Il secondo polo destabilizzato è la destra che, pur sconfitta dove si è presentata divisa (Roma e Torino), resiste a Napoli e Bologna e ha una forte affermazione a Milano. Forza Italia scompare a Roma e Torino, ma ha un buon successo a Napoli e Milano. «Sulla carta, i derby dove la destra si presentava divisa sono stati vinti da Salvini, ma che te ne fai di battere Marchini e Napoli se poi resti escluso dal ballottaggio?». Queste elezioni dicono due cose, insiste Giannuli. La prima è che la destra non è scomparsa: a Roma, se si fossero presentati uniti, sarebbero andati al ballottaggio al posto di Giachetti; a Milano, Napoli e Bologna gli sfidanti sono tutti del centrodestra. «Ma ha speranza di affermarsi solo se ha il volto moderato dei Parisi, dei Lettieri e delle Bergonzoni, non dove ha candidati in camicia nera o esagitati come Salvini che, per di più, non beccano un voto a sud dell’Emilia. Quindi il giovanotto leghista può dare l’addio ai suoi sogni di essere il candidato presidente del Consiglio della destra». Anche Berlusconi «è finito», ma può ancora esercitare un ruolo come king-maker del futuro centrodestra: «
Anche qui si apre una transizione tempestosa, che non sappiamo a cosa approderà». Unico vero vincitore, il M5S, per la prima volta senza Casaleggio e con Grillo in disparte: «Per la prima volta i grillini sono chiamati a governare», e non piccole città di provincia come Parma o Livorno, ma la capitale e, forse, anche Torino. «Se non ce la fanno, questa può essere la tomba del movimento».
Elezioni amministrative solo di nome: è stato un voto altamente politico, secondo Aldo Giannuli. «La politica non è solo matematica, ma anche chimica: gli effetti dipendono da come si combinano gli elementi, e se chiami la gente a votare per le comunali avendo già in prospettiva la riforma costituzionale del paese, non puoi pensare che il voto prescinda da questo». Le comunali «sono state l’aperitivo del referendum che, a sua volta, sarà la premessa delle elezioni politiche». A quanto pare, questo è «l’inizio di una fase molto delicata di cambiamento». Fine del bipolarismo, siamo ormai in un sistema quadripolare: centrosinistra, centrodestra, 5 Stelle e poi l’oceano dell’astensionismo, «che non è affatto un’area silente», perché «gli astenuti non sono cittadini morti, ma cittadini che non trovano una risposta soddisfacente». Si ritirano, per ora, nell’“area muta” del non-voto, ma «da un momento all’altro possono rientrare, provocando effetti devastanti e imprevisti, non appena trovino un punto di aggregazione». Ovvio: «Otto anni di crisi non potevano non avere un riflesso anche sul piano politico, e il “polo muto” è il sedimento di rancori, rabbia, senso di rivolta che sta covando in fasce sempre più numerose di elettorato».
Prima o poi, scrive Giannuli sul suo blog, questo “sentimento” si manifesterà nel più violento dei temporali: «E non è detto che debba necessariamente essere un temporale elettorale, potremmo trovarci di fronte a una rivolta di piazza, impossibile ora da Aldo Giannuliqualificare se di destra o di sinistra».
Tutto questo, all’indomani della «prima seria sconfitta politica del Pd renziano e del suo incipiente “partito della nazione”». Se le regionali 2015 «ridimensionarono il leggendario 41% delle europee, ma confermando un valore superiore al 33%», oggi il Pd è al 17% a Napoli (dove è escluso anche dal ballottaggio) e sotto il 30% a Roma e Torino, «dove rischia molto seriamente per il secondo turno». A Bologna il Pd è rimasto 11 punti al di sotto delle previsioni che lo volevano vincente al primo turno. E in tutti i Comuni minori perde voti. «Una sconfitta secca e senza appello, che si intuisce destinata a ingigantirsi nel secondo turno». A Roma, «la battaglia è persa senza appello».
A Milano, il distacco fra Sala (che a gennaio era dato oltre il 50%) e Parisi è praticamente nullo: è possibile che molti grillini voteranno Parisi.
Rimonta non impossibile anche a Torino: Chaiara Appendino potrebbe beffare Fassino incassando voti di Lega, Forza Italia e Airaudo. L’unica piazzaforte al sicuro resta Bologna, «dove però non basterà un magro 53-54% a riscattare la figuraccia iniziale». Dunque, il Pd rischia seriamente di perdere in tutte tre le città italiane con più di un milione di abitanti (Roma, Milano, Napoli) e ha qualche probabilità di perdere a Torino.
«E se anche qui Renzi dovesse essere sconfitto, potrebbe fare una cosa: salire sulla Mole, sul punto più alto possibile, e buttarsi di sotto senza nemmeno aspettare ottobre», scrive Giannuli.
Al che, le acque potrebbero iniziare ad agitarsi: forse, la minoranza Pd troverà il coraggio di dire che al referendum si vota No.
«Il Chiara Appendino e Virginia Raggi Partito della Nazione muore prima ancora di nascere (bell’apporto, quello di Verdini a Napoli) mentre il Pd entra chiaramente in crisi».
Il secondo polo destabilizzato è la destra che, pur sconfitta dove si è presentata divisa (Roma e Torino), resiste a Napoli e Bologna e ha una forte affermazione a Milano. Forza Italia scompare a Roma e Torino, ma ha un buon successo a Napoli e Milano. «Sulla carta, i derby dove la destra si presentava divisa sono stati vinti da Salvini, ma che te ne fai di battere Marchini e Napoli se poi resti escluso dal ballottaggio?».
Queste elezioni dicono due cose, insiste Giannuli. La prima è che la destra non è scomparsa: a Roma, se si fossero presentati uniti, sarebbero andati al ballottaggio al posto di Giachetti; a Milano, Napoli e Bologna gli sfidanti sono tutti del centrodestra. «Ma ha speranza di affermarsi solo se ha il volto moderato dei Parisi, dei Lettieri e delle Bergonzoni, non dove ha candidati in camicia nera o esagitati come Salvini che, per di più, non beccano un voto a sud dell’Emilia.
Quindi il giovanotto leghista può dare l’addio ai suoi sogni di essere il candidato presidente del Consiglio della destra».
Anche Berlusconi «è finito», ma può ancora esercitare un ruolo come king-maker del futuro centrodestra: «
Anche qui si apre una transizione tempestosa, che non sappiamo a cosa approderà».
Unico vero vincitore, il M5S, per la prima volta senza Casaleggio e con Grillo in disparte: «Per la prima volta i grillini sono chiamati a governare», e non piccole città di provincia come Parma o Livorno, ma la capitale e, forse, anche Torino. «Se non ce la fanno, questa può essere la tomba del movimento».
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 11/06/2016, 8:46
da camillobenso
A COVARE SOTTO LA CENERE DELLA RIVOLTA CI STA' ANCHE QUESTO PROBLEMA AFFRONTATO DALL'ARCIVESCOVO DI SASSARI.
I POVERI SONO POVERI, CHE SIANO ITALIANI O IMMIGRATI.
QUELLO CHE RISULTA EVIDENTE DA TEMPO E' CHE GLI IMMIGRATI POVERI RAPPRESENTANO UN BUSINNES DIFFUSO CHE NON PUO' ESSERE ATTUATO SUGLI ITALIANI CHE, IN MAGGIORANZA, PERDENDO IL LAVORO SONO ENTRATI NELLA SOGLIA DI POVERTA'.
PER GLI ITALIANI BISOGNA TROVARE SOLUZIONI OPERATIVE CHE IL POTERE NON VUOLE TROVARE, MENTRE CON GLI IMMIGRATI SI PUO' TROVARE UNA FORMA DI ARRICCCHIMENTO.
MUSSOLONI-FANFARONI, NON HA MAI AFFRONTATO IL PROBLEMA PERCHE' STA IN PIEDI GRAZIE ANCHE A QUEL SOTTOBOSCO MALAVITOSO CHE SI ARRICCHISCE.
MA IN QUESTI QUATTRO MESI CHE CI DIVIDONO DAL REFERENDUM, E' UNA BOMBA CHE POTREBBE SCOPPIARGLI IN MANO ALL'IMPROVVISO.
Sassari, arcivescovo attacca chi privilegia i migranti sugli italiani
Monsignor Paolo Atzei bacchetta gli "esterofili demagogici": "Senza dimenticare i patimenti dei forestieri è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa"
Luca Romano - Ven, 10/06/2016 - 18:11
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L'arcivescovo di Sassari monsignor Paolo Atzei non ha dubbi: sostiene che privilegiare imigranti rispetto agli italiani sia ormai quasi una moda, mossa da una esterofilia collegata ad interessi poco chiari.
"Senza dimenticare i patimenti dei forestieri è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa ".
Sono parole che hanno fatto molto discutere, quelle del titolare della diocesi del Nord della Sardegna, estrapolate da un'intervista concessa al sito cattolico "Lafedequotidiana" quattro giorni fa e destinata a spaccare l'opinione pubblica.
Già, perché su un tema delicato come quello dell'immigrazione gli animi sono facili a scaldarsi. E sui quotidiani locali è scoppiata la polemica, con il quotidiano la Nuova Sardegna che ha attribuito l'intervista a una testata online di estrema destra, "Riscatto Nazionale" (che invece si era semplicemente limitato a riprenderla dal sito cattolico).
Nonostante i fraintendimenti, però, l'arcivescovo ha scelto di non cedere alle richieste di chi gli domandava di smentire l'intervista: con un comunicato pubblicato sul sito dell'arcidiocesi, monsignor Atzei ribadisce quanto detto. "Non c'è nulla da smentire sulla sostanza perché quelle parole rispondono al principio di prossimità pratica - scrivono dall'ufficio comunicazione sociali dell'arcivescovo - Che comincia dalla propria persona e nella fede si proietta oltre i confini della propria casa, famiglia e Patria. San Tommaso afferma in merito: “Caritas incipit ab egone”. Ossia: la carità comincia dal proprio io. Questo non esclude ogni altro da noi, tanto più quando è in situazione di bisogno, compreso e abbracciato con amore cristiano. "Il titolo dato all’intervista falsa il suo contenuto e crea dei pregiudizi e tendenziosamente offre una chiave di lettura impropria. Una applicazione provocatoria? Alzi la mano chi a Sassari pensa prima allo straniero e poi a se stesso. Non risulta che siano tante le famiglie che hanno accolto un migrante o rifugiato in casa propria. Fare comunicazione distorta è troppo facile, specie sulla pelle altrui, cercando un facile bersaglio chiunque capiti a tiro. Vivere invece coerentemente è un po’ più difficile. Chi può dire che la guida di questa diocesi non pensi e non si impegni concretamente a beneficio dei migranti? I fatti attestano chiaramente questo, con o senza la Caritas."