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Re: Top News

Inviato: 26/07/2015, 19:17
da camillobenso
Una strana intervista ad uno strano personaggio e stravagante personaggio italiano come Roberto D'agostino.

Stravagante anche nel look. A 67 anni lo si nota per la sua barba "modello capra".
Molto propabilmente per compensare la perdita del pelo into a' capa.

Colpiscono le sue dita, quando và dalla Gruber, tutte tatuate. Cosa vorrà comunicare con tutte le dita tatuate?

Già capisco poco la deturpazione dei giovani corpi tutti tatuati.

Ma questo dinosauro con tutte le dita tutte tatuate non capisco cosa ci voglia comunicare.


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Roberto D’Agostino: “Il sedicente marchese del Grillo Renzi Matteo? Il potere in Italia non è quello che ipotizza lui”
di Malcom Pagani

"Ho incontrato il premier qualche tempo fa, era mosso da presunzione e inadeguatezza - ha detto il fondatore di Dagospia al Fatto Quotidiano - Credo che adesso prevalgano improvvisazione e spaesamento. Basta notare come abbia occupato in maniera sfacciatissima tutti i posti del potere, dalla Cassa Depositi e Prestiti alla Rai, dall’Eni all’Enel". Tra politica, giornalismo, Jovanotti, Moana Pozzi e Michele Serra, D'Agostino si racconta: "L'Italia è un paese che sconta le proprie pene spiando"
di Malcom Pagani | 26 luglio 2015




C’è chi non lo ama e chi lo detesta: “Pazienza. Già mi sembra un miracolo da tuffo nella piscina di Lourdes contare su 4 amici 4.

Se poi non ricevo un invito in pubblico stappo una bottiglia.

Sarò più libero di raccontare lo stato del nostro Guitto Potere”. Tra un trash e un flash, Roberto D’Agostino apparecchia metamorfosi, abissi, scalate sociali, geopolitica e compiacimenti grotteschi da 15 anni.

Ne ha compiuti 67 e lavora anche di domenica “perché l’astinenza fa male”. Dalla prima schermata di Dagospia: “La notizia di una querela ricevuta da Striscia” a oggi ha fatto in tempo a diventare esperto in materia di guai giudiziari: “Nella mia vita ho sposato quell’aforisma di Samuel Beckett che dice: ‘’Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò ancora. Fallirò meglio” e “dopo aver cambiato mille vite e tanti mestieri” a definire il proprio: “Mi sento a capo di una portineria elettronica. Uno al cui citofono suonano in tanti.

E se la storia che ascolto mi attira e mi attizza, la metto in rete”. Vestito come si conviene a un adepto di Keith Richards, osservando lo skyline del Vaticano all’orizzonte, D’Agostino si diverte a far suonare il sacro e il profano “la bella volgarità e i brutti conformismi in barba a somaraggine e leccaculismi”.
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Più la notizia è trash più contatti ci sono?

Magari! Non si dura 15 anni e non si va da nessuna parte solo a colpi di “monnezza”. Vi piace pensarlo, ma non è vero. Se pubblico un articolo cazzuto del Financial Times, una lettera di Bonami sulla Biennale o un Mughini sulle ipocrisie socio-politiche, i risultati arrivano comunque. Anche senza tette & culi. Ciò che la Rete con il suo tempo reale e con il suo stare sulla notizia ha imposto è il rimescolamento continuo delle priorità. Cronaca, esteri, politica, sesso, spettacoli. Non esistono gerarchie prefissate come sui quotidiani cartacei.

In un paese serio, ha detto, Dagospia non esisterebbe.
I giornaloni, con il loro esercito di giornalisti, possono fare tranquillamente 10, 100, 1000 Dagospia al giorno. Ma Corriere della Sera, Repubblica e Stampa, con i loro capitani d’industria in continuo e incestuoso rapporto con uno Stato da cui elemosinare concessioni, questo lusso non se lo possono concedere. Tra una centrale elettrica, una fabbrica di scarpe e una banca, puoi metterti davvero contro Palazzo Chigi? E poi molti paperoni, all’indomani di Tangentopoli, sono entrati nell’editoria per timore della magistratura. Un quotidiano rimane sempre un’ottima arma di offesa e di difesa.

Come nasce Dagospia?

Avevo una rubrica di maldicenze su L’Espresso chiamata “Spia”. Me la tolsero per aver scritto male dell’Avvocato. Lupi e Agnelli. Una storia vecchia come il mondo.

Perso l’Espresso decise di fondare Dagospia?

Molti anni prima, nel 1986, avevo scritto con Renzo Arbore Il peggio di Novella 2000. Era un libro incentrato sul gossip tabloid. Con la rivoluzione informatica il mondo era davvero diventato un villaggio globale e, come nei villaggi di una volta quando per scambiarsi le notizie si bussava alla porta del portiere o ci si incontrava in piazza, il pettegolezzo era di nuovo la principale fonte di comunicazione.

Argomenti?
Chi aveva scopato fuori dal matrimonio, chi era insolvente, chi era scappato di casa con la cognata in calore. Le persone vogliono sapere le stesse cose di ieri, ma vivendo connessi per 15 ore al giorno, le trovano cliccando. Del resto, non c’è comunicazione sociale né cultura alta che non nasca e proliferi sul racconto dei cazzi degli altri. Di più: il pettegolezzo è il fondamento di qualunque società civile.

Nella pratica sente di eccellere?

Faccio quel che posso. L’Italia è un paese che sconta le proprie pene spiando. I fatti degli altri, naturalmente. Dopodiché, massimo cinismo e minimo riserbo. “Dimmi tutto, sarò una tomba!”. Attenzione, però. Da Novella 2000 si è passati alla Buona Novella. Oggi potere e conoscenza coincidono, anche se forse nessuno aveva pensato che questa coincidenza avrebbe fatto del gossip la risorsa strategica della comunicazione post-politica. Del resto, la letteratura è sempre stato un settore molto fortunato del gossip. Da mille portinaie nasce un Proust o un Arbasino, non viceversa. “Ciò che vediamo in Tolstoj, Flaubert, Dickens o Proust”, ha scritto Mary McCarthy, “è la voce di un vicino che racconta l’ultimo pettegolezzo”. E poi, quando invecchiano, i pettegolezzi diventano miti.

Nel suo sito ha raccontato ascese e cadute. I portinai sanno essere cattivi. Ha mai goduto per le disgrazie di qualcuno?
Certo. Per il crollo di quelli che mi hanno portato via tempo e quattrini, sicuramente ho alzato un calice e ballato sulle doppie punte dei capelli. Il tempo è galantuomo. Non vivo nel rancore e mi ricordo tutto. Facendo la somma, mi è andata bene, ma talmente bene che non oso lamentarmi. Come dice Jovanotti, sono un ragazzo fortunato.

Lei lo ha conosciuto bene.

Ai tempi in cui facevo la prefazione dei suoi libri e lui era trattato come lo scemo con il microfono da Michele Serra e compagnia comiziante, eravamo amici. Jovanotti era molto simpatico. Disperato, me lo aveva portato Claudio Cecchetto: “Aiutiamolo”. Dissi sì. Poi un po’ scemo Jovanotti è diventato veramente.

Prego?
Lo ha colto la deriva di Madre Teresa, di Guevara, del messaggio e della lezioncina fabiofazista. Cohen e Dylan non si sono mai azzardati a parlare di politica in maniera diretta. Facevano poesia. In Italia invece la politica è stata un equivoco per para-guru. C’era gente che pensava di farla (franca) alzando un pugnetto chiuso e cantando slogan al ritmo degli Inti Illimani o come li chiamavamo allora, più congruamente, gli Unti alle mani.

Eravamo a Jovanotti.
Sembrava che studiasse per diventare un Battisti da discoteca, è diventato un “celentanino” tromboneggiante le consuete opinioni generosamente generiche, ingenuamente ideologiche, ovviamente sentenziose che ci aspettiamo e che temiamo. “Siate buoni, se potete”. “Vogliatevi bene”. E visto che ci siamo, vogliatene anche agli extracomunitari. Jovanotti era più onesto all’epoca di È qui la festa, Un, due, tre, casino! o Gimme five. Ora è banale, ma almeno ha fatto pace con Serra.

Serra con lei ridisegnò i confini: “D’Agostino è tutto quello che io non sono. Lui ama il look, io la bellezza”.
Sostenevo il tramonto di quei pretesi grandi ideali che funestarono gli Anni 70: quella voglia di terrorismo che armò la penna di Toni Negri. Scrisse che quando si calava il passamontagna e prendeva la P38, si riempiva di “un’emozione febbrile, come aspettando l’amata”. La cosiddetta “democrazia del frivolo” degli Anni 80 riconciliava la tecnologia con il gioco, il potere politico con la seduzione, il sesso con il piacere, il divertimento con la vita. Tutto ciò fece impazzire Serra e quelli come lui. Gridavano al sacrilegio. Mi davano dell’idiota. Trattavano estetica e look come sterco del demonio. Io sono libertino e libertario. Per me ognuno può credere alle stronzate che preferisce.

Anche Serra ovviamente.
Ovviamente. Diciamo che il passaggio epocale dall’universo della parola scritta a quello dell’apparenza lo ha colto impreparato. Sono stati sordi dalle sue parti. Alteri. Lenti. Sprezzanti.

La lentezza è un problema?
Lo diventa se ti muovi in un pianeta che ha sostituito il gettone telefonico con il telefonino, la lettera con la mail, la vita sociale con Facebook. Puoi serenamente pensare che la vita debba essere inchiostro, calamaio e penna d’oca e tenere Marx e Sartre sul comodino, ma non puoi negare che il mondo vada da un’altra parte. A sinistra si sono ripetutamente negati la realtà dei fatti e sono rimasti spiazzati. Gridavano alle anime belle di una parte soltanto e hanno scoperto che i partiti, a iniziare dal loro, erano diventati dei comitati d’affari.

Quanti soldi si muovono nelle cene descritte nei Cafonal di Dagospia?

Prenda Capalbio 2015. La piccola Atene si è trasformata in una Piazza Affari on the rocks. C’erano due renziani da lustrare con la lingua. Il factotum Marco Carrai, star della festa dell’ereditiera Jacaranda Falck Caracciolo e Davide Serra, er mejo fico del bigoncio di quella organizzata dal finanziere Massimo Tosato. Tutto cambia e si trasforma. Anche Capalbio, dove in un’epoca recente non si muoveva nuvola che non volesse il partito Repubblica riunito sotto gli ombrelloni blu dell’“Ultima Spiaggia”, oggi bacia il fondotinta di Barbara D’Urso, purissimo prodotto berlusconiano, folleggiante in casa Caracciolo.

Renzi che potere gestisce?
Ha fatto il maramaldo da bar-sport tra le macerie: rottamare Bersani e D’Alema gli è costato fatica relativa. Erano già arrivati al Fernet. Il cazzone toscano si è illuso di essere in cima al potere ed è stato suonato come una zampogna. Ha mandato affanculo magistratura e quadri intermedi dello Stato. È stato un tragico errore perché adesso quelli si stanno liberando di lui. Purtroppo il potere in Italia non è quella cosa ipotizzata dal sedicente marchese del Grillo Renzi Matteo (Io so’ io e voi nun siete un caXXo). È concertazione, attovagliamento, condivisione. A Renzi l’ho anche detto.

Vi siete incontrati?

È successo molto tempo fa. Gli dava fastidio l’atteggiamento sarcastico del mio sito nei suoi confronti. “Non puoi pensare che il potere romano – gli spiegai – scompaia all’improvviso o si faccia da parte perché è arrivato da Firenze il figliol prodigio che si rifiuta di essere prodigo. Quelli ti fanno un culo così”. Mi ha detto che non gli importava. Che se avesse fallito avrebbe fatto un altro mestiere.

Era mosso da idealismo?

Da presunzione e inadeguatezza. Credo che adesso prevalgano improvvisazione e spaesamento. Basta notare come abbia occupato in maniera sfacciatissima tutti i posti del potere, dalla Cassa Depositi e Prestiti alla Rai, dall’Eni all’Enel. L’avesse fatto Berlusconi, sai i girotondi intorno a Palazzo Chigi? Ma si può governare un paese con due amichetti toscani del calibro della Boschi e di Lotti? Ora Pitti-bullo e i suoi hanno paura di Roma. Tremano all’idea di finire nei salotti de’ noantri, però poi imbarcano un Verdini per salvare il culo del governo in Senato. Forse è arrivato il momento di tornare a giocare a flipper nel bar di Rignano sull’Arno.

Farsi definitivamente da parte?

Non puoi scambiare la demagogia con la democrazia, altrimenti fai la fine della Grecia. In Italia, tra una inutile riforma del Senato e un regalo da 80 euro in modalità Achille Lauro, che direzione abbia preso davvero la rivoluzione renziana l’hanno capito tutti. Fuori dai confini poi, lasciamo perdere. La sua unica fortuna è di vivere in una situazione anche globalmente disastrata. Campa sulle disgrazie altrui, ma non potrà contare sulla Mummia Sicula Mattarella. Se Renzi cade, si va a votare. Napolitano lo impedì, mise al comando Monti e finalmente abbiamo anche capito perché. La Troika era alle porte di Roma.

Napolitano fece bene?

Certo, ma è stato pavido. Tra un discorso alla Nazione e un monito, un secondo per dirci che stiamo sul baratro con le pezze al culo Bellanapoli avrebbe dovuto trovarlo. Ormai è superfluo. L’Euro ci ha tolto non solo la lira e Bankitalia, ma anche la sovranità. Siamo sudditi, e giustamente. Non si può avere la moglie drogata e la siringa piena, una moneta forte e fare come caXXo ci pare. Mi sembra il finale più giusto, quello dello strapotere economico sulla politica, per un’età che ha visto la vera rivoluzione della seconda metà del 900 avverarsi grazie a due pillole. Altro che capitalismo e comunismo. Una semplice operazione di farmacia.

Parla del Viagra?

Del Viagra e della pillola anticoncezionale. La farmacia ha cambiato davvero la nostra vita, altro che euro e Bce. I 70, con la pillola, sono gli anni della scopata senza cerniera. Negli 80 abbiamo assistito al delirio, nemmeno i tubi erano Innocenti. Poi è arrivato l’Aids e oggi, malgrado internet, osservo una grande regressione del desiderio.

Perché malgrado Internet? Sul sito – dicono i critici – ci sono più nudi che notizie.
Moana Pozzi, sapiente come una antropologa, mi disse in un’intervista: “La difficoltà del nostro tempo non è tanto quella di scongiurare l’osceno, quanto piuttosto di alimentarlo, farlo fiorire”. YouPorn rende visibili le fantasie nascoste e permette a chi ieri si vergognava di condividere le proprie, di uscire dalla grotta e scambiarle con il partner ritrovando coraggio. Secondo me il sesso o è porno o non è sesso.

In che senso?
Nel senso che la fantasia è il centro di ogni autorealizzazione erotica e alla fine, che tu ti nasconda o meno, i sogni ti aggrediscono. Riprendono possesso di te. Sempre la Beata Moana diceva: “Il sesso è anche nero, contorto, corrosivo; non è sempre una cosa solare, gioiosa. A me piace l’oscenità; mi annoia invece la volgarità, che è cattivo gusto e basta. L’osceno è ‘il’ sublime”. Comunque, l’euforia sessuale di ieri non tornerà più. La notte, a differenza del giorno, era eroticamente un’istigazione a delinquere. Rimini degli Anni 80 era cento volte più porca dell’Ibiza di oggi. Volevamo vivere solo di notte, con voracità. E in notti come quelle accadeva di tutto.

Cosa accadeva a Rimini?

Non si può raccontare.

Ci dia una Polaroid allora.
Una volta partii per andare a trovare una fidanzata. Lei si era calata un acido. “Roberto scusami, non mi reggo in piedi”. Mi incazzai: “Ho fatto 400 chilometri e ti fai trovare sprofondata come una Citroen parcheggiata?”. Mi presentò un’amica: “Tranquillo, c’è lei”. Andammo a letto. Ecco cos’erano gli Anni 80, un tempo estraneo alla follia masochistica del senso del possesso. Che caXXo vuoi possedere? Le catene vanno bene per le ruote dell’auto. Quando nevica.

Da Il Fatto Quotidiano del 26 luglio 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... i/1907865/

Re: Top News

Inviato: 29/07/2015, 9:29
da iospero
Gli scienziati: "Stop ai Terminator, con i robot-killer l'umanità è a rischio"


Hawking, Wozniak e Chomsky firmano un appello contro le armi che uccidono da sole: "Al bando prima che diventino realtà"


FERMIAMO i Terminator. È l'appello di oltre mille scienziati di tutto il mondo che chiedono di frenare, prima che sia troppo tardi, la corsa alle armi programmate per prendere da sole la decisione di uccidere. Le stesse appena prospettate da un report del Pentagono intitolato "Visualizzare il campo di battaglia tattico del 2050", raccontato da Repubblica . Intelligenze artificiali prive di etica o empatia, robot che obbediscono solo ai ciechi algoritmi impostati da programmatori militari. Droni, missili e quant'altro, incapaci di fermarsi proprio come i Terminator della saga cinematografica di James Cameron.

http://www.repubblica.it/tecnologia/sic ... 120014911/

Immagine

Re: Top News

Inviato: 03/08/2015, 15:22
da camillobenso
Alimentazione
L’ acqua non solo disseta ma può migliorare anche il nostro umore
La disidratazione sembra minacciare l’integrità dei neuroni e causare stati di depressione

di Carla Favaro (nutrizionista)


http://www.corriere.it/salute/nutrizion ... 1363.shtml

Re: Top News

Inviato: 12/08/2015, 8:30
da flaviomob

Re: Top News

Inviato: 15/08/2015, 20:50
da camillobenso
CINGHIALI ROM E CRETINI DA SPIAGGIA
(Antonio Padellaro)

15/08/2015 di triskel182

La new entry: il renziano “in incognito”.
Ferragosto Scene dal litorale romano: diatribe su animali da incubo padano, molestatori da salotto e renziani sotto mentite spoglie.

Giorni fa, in una spiaggia vicino Roma, dei miei vicini di sdraio parlavano dell’“emergenza cinghiali” (dicevano proprio così). Una signora, a suo dire, molto informata sui fatti sosteneva che se l’italica razza dei pacifici zannuti sta generando belve assetate di sangue umano, la colpa è dell’invasione degli aggressivi cinghiali rumeni, per non parlare di quelli albanesi, con cui si sono incrociati dando vita a dei m o s t r u o s i frankenstein ungulati. E mentre gli astanti di ombrellone annuivano impressionati, ho temuto che nella calura della controra si materializzasse la canotta di Matteo Salvini con su scritto “Cinghiali a casa loro”. Lo ammetto, chiudere gli occhi e ascoltare le altrui stronzate accarezzato dalla brezza marina mi fa scivolare in un’anestesia intellettuale ai limiti della beatitudine.

L’estate cretina (che segue le estati dei calippi supercafoni e le estati imbecilli delle rombanti moto d’acqua e delle rocce sarde martellate per farne souvenir) ha il pregio di immergerti e cullarti nella ossessività demenziale dei (finti) incubi leghisti da talk show, diventati senso comune da arenile. Per cui se mi parlassero di un’invasione di salamandre rom ascolterei rapito non osando interferire con la fiction “dei piazzisti da bar” (monsignor Galanti-no) che ha sostituito la realtà,e il naufragar m’e dolce in questo mare. La situazione è tale che seduto a un bar mentre qualcuno si accalorava nel difendere il sacrosanto diritto di essere salvati se in procinto di annegare con centinaia di altri disperati, volevo correre ad abbracciarlo quando mi è sembrato di vedere nel tavolino accanto la Santanchè scuotere la testolina e fare no, no, no… , come la Bambolina di Michel Polnareff, in un’estate dei ruggenti ‘70. NELLE CHIACCHIERE sulla sabbia disponiamo,fortunatamente, di evergreen intramontabili.Le future suocere che sparlano delle future nuore e viceversa (“Quella se magna delle capresi lunghe un chilometro e manco sparecchia”: sentito con le mie orecchie). Il febbrile animatore di partite di calcetto (“Una cosa tra amici per muoversi un poco”), che generalmente s’incarogniscono con entrate assassine e tibie spezzate, veri e propri regolamenti di conti. La strafiga fatta e rifatta, con catenina d’ordinanza alla caviglia che sevizia i venditori di cianfrusaglie extracomunitari e p e r s t r a p p a r e un paio di euro in meno e poi dice “porelli vanno aiutati”,come la Ferilli in Ferie d’agosto di Virzì. Il separato-divorziato, intrattenitore assillante di sbuffanti figli adolescenti a carico, che invariabilmente chiama Picchio o Chicca. Quest’anno però rifiorisce un genere che si alterna con l’intellettuale sfigato (“fuori per un soffio dalla cinquina Strega”), come nella rotazione del grano con i legumi: il cretino rampante. Costui presidia f i n d a l l ’ a p p r o s s i m a r s i dell’alba le spiagge, da Sabaudia a Capalbio, frequentate dalla nomenclatura Rai e/o da devoti trasversali del Nazareno (che poi sono la stessa cosa), e nell’individuare a colpo sicuro i soggetti da tafanare sembra dotato dei dispositivi di puntamento a infrarossi usato dai Marines a Falluja. È accaduto che la mia presenza a bordo piscina ne abbia eccitato uno in appostamento, forse in assenza di altre fonti di calore.Da quando ho lasciato la direzione del Fatto sono stato oggetto (chissà perché ) di varie forme di sentite condoglianze. C’è chi abbassando gli occhi ha biascicato un sofferto “mi dispiace”, mentre le commosse s t r e t t e d i m a n o (qualcuno ha cercato di slogarmi affettuosamente un braccio) mi facevano sentire, comunque, come il parente più stretto al mio funerale. IL CRETINO in questione calato dal cielo come un elicottero Apache mi ha chiesto a bruciapelo: “Ma ora tu che fai tutto il giorno?”. In quell’“ora” c’era un tale senso di fallimento, inutilità, irrilevanza che fui tentato di rispondergli: “Sono andato a letto presto”,come De Niro nel film di Sergio Leone, ma mi sembrò abusato.

Articolo intero su il Fatto Quotidiano del 15/08/2015.

Re: Top News

Inviato: 16/08/2015, 20:18
da camillobenso
O tropp cot,.......o mal levà- (o troppo cotto o levato prima -scotto, dal dialetto milanese)

In altre parole, mai una via di mezzo.




Dopo le piogge arriva Troy "Così si porterà via l'estate"

Un vero assaggio d'autunno con temperature in calo anche di 10 gradi
Mario Valenza - Dom, 16/08/2015 - 08:42

Un vero assaggio d'autunno con temperature in calo anche di 10 gradi. La torrida estate, la più torrida da oltre duecento anni sarebbe al suo termine e pronta ad entrare negli annali.


E' in arrivo Troy, ciclone travestito da cavallo di Troia l'assassino delll'estate. Non si è ancora palesato appieno ma nei prossimi giorni si fara' sentire. Anche oggi ci sono state delle vere bombe d'acqua, come stamani su Roma ed in altre località del centro sud. "Finora siamo stati sotto la protezione dell’anticiclone africano, perché quello delle Azzorre che ci portava le belle estati calde di giorno e piene di brezza la sera è praticamente sparito. E la differenza non è da poco: quando l’aria che viene dall’Africa scorre sulla superficie del mare Mediterraneo si carica di umidità e invece del secco del Sahara ci arriva l’umido insopportabile che abbiamo subito in queste settimane”, afferma in un'intervista all'Huffpost il meteorologo Antonio Sanò, fondatore di ilmeteo.it.

Il meteo per la prossima settimana - Da lunedì ampie schiarite su tutto il settentrione, ma con rinnovati annuvolamenti nelle ore centrali della giornata su tutto il settore alpino e prealpino dove arriveranno dei rovesci e degli isolati temporali nelle ore pomeridiane. Nubi che tenderanno ad aumentare nuovamente anche sull'appennino e sul levante ligure, con possibilità di qualche breve piovasco. Nel tardo pomeriggio e nella serata isolati temporali potranno raggiungere anche le zone pianeggianti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Centro e Sardegna: nubi sparse nelle prime ore del giorno sulla Toscana e sull'Umbria, con possibilità di isolati rovesci o temporali cui però seguiranno delle schiarite. Cielo sereno o poco nuvoloso sul resto del centro peninsulare, ma con sviluppo di nubi sui rilievi nelle ore centrali della giornata e con isolati rovesci pomeridiani. Nubi irregolari e isolate piogge sulla Sardegna occidentale, con prevalenza di schiarite invece sul settore orientale dell'isola.

Sud e Sicilia: nuvolosità variabile sul basso versante tirrenico, con qualche rovescio a ridosso dei monti più prossimi alla linea di costa. Poche nubi sul resto del sud, ma con addensamenti a tratti più consistenti sulla Puglia, dove saranno possibili ancora delle piogge nelle prime ore della giornata e, più in generale, sulle zone appenniniche, dove nelle ore calde del giorno torneranno a svilupparsi delle nubi imponenti, localmente all'origine di rovesci o temporali pomeridiani. Martedì invece si registrerà un' instabilità al nord, con rischio di pioggia inizialmente limitato ai monti ma poi esteso anche alla pianura ed alle coste nel pomeriggio e nella serata. Tempo più stabile e con soleggiamento più diffuso sulle regioni centrali e meridionali, pur con passaggio di velature e con annuvolamenti in area appenninica. Temperature in aumento, venti mediamente occidentali e moto ondoso più accentuato per i mari ad ovest della penisola. Mercoledì ancora tempo incerto per le regioni settentrionali, pur con piogge limitate alla mattinata e con successivo miglioramento nel pomeriggio. Tornano ad aumentare le nubi e le probabilità di pioggia anche per le regioni centrali e meridionali, specie tra Toscana, Lazio, Sicilia e Calabria. Temperature stazionarie o in locale diminuzione; venti occidentali o meridionali e moto ondoso ancora generalmente più consistente per i bacini occidentali. Infine condizioni di spiccata variabilità, con probabilità di pioggia più elevate al centro-sud per la giornata di giovedì e sulle regioni di nord-est per quella di venerdì.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 60615.html

Re: Top News

Inviato: 24/08/2015, 17:40
da camillobenso
E

Re: Top News

Inviato: 24/08/2015, 17:42
da camillobenso
E

Re: Top News

Inviato: 01/09/2015, 17:58
da camillobenso
il manifesto 1.9.15
Il gas egiziano sgonfia le ambizioni di Israele
La scoperta di un imponente giacimento di gas naturale davanti alle coste egiziane manda in fumo i piani di dominio energetico di Tel Aviv nel Mediterraneo orientale
di Michele Giorgio


GERUSALEMME Ampiamente annunciato, il crollo in Borsa delle compagnie responsabili dello sfruttamento dei giacimenti israeliani di gas Tamar e Leviathan, è puntualmente avvenuto ieri e si è trascinato dietro tutto il settore energetico. Era inevitabile dopo l’annuncio fatto domenica dall’Eni della scoperta, al largo della costa egiziana, del più grande giacimento di gas naturale nel Mediterraneo. Annuncio giunto, peraltro, pochi giorni dopo la conferma del rallentamento ben oltre le previsioni della crescita economica israeliana. Senza dimenticare le tensioni e le proteste andate avanti per mesi per le decisioni prese dal governo Netanyahu in merito allo sfruttamento dei giacimenti di gas, sfavorevoli ai consumatori locali e mirate a fare la fortuna dei giganti dell’energia e delle casse dello Stato.
In un attimo è cambiato lo scenario strategico ed energetico emerso in questi ultimi anni nel Mediterraneo orientale. Israele, sicuro di avere le riserve di gas più consistenti, credeva di poter valere la sua legge e di dettare il livello dei prezzi. Non solo. Tel Aviv, sullo sfruttamento e la protezione del gas, ha anche imbastito una serie di alleanze, in particolare con Cipro, che contemplano pattugliamenti della Marina militare israeliana in aree sensibili, a contatto ravvicinato con unità da guerra turche. Potrebbe cambiare tutto o quasi. La scoperta fatta dall’Eni – secondo indiscrezioni avvenuta da tempo ma annunciata soltanto domenica per ragioni oscure – significa l’immissione sul mercato, forse già tra due anni, di imponenti forniture di gas egiziano con conseguenze sui prezzi. I danni maggiori rischiano di subirli i gestori del giacimento Leviathan con clienti che ora diventano più incerti e con l’Egitto che, avendo a disposizione tanto gas, non ha più bisogno di comprare quello israeliano. Pericoli in vista anche per l’altro giacimento, Tamar. Secondo un esperto israeliano, Eran Unger, Tamar vedrà le sue esportazioni decrescere e dovrà fare i conti con la politica dei prezzi bassi che, ci sono pochi dubbi, praticherà il Cairo. Unger prevede inoltre che Leviathan avrà “piccoli clienti”, di fatto solo Israele e Giordania. Da domenica perciò nello Stato ebraico si parla della doccia fredda energetica e gli analisti non fanno che delineare i cambiamenti di uno scenario dove Israele riteneva di fare la parte del leone. E tremano anche i regnanti del Qatar, nano con la forza di un gigante grazie anche alla vendita delle sue ingenti riserve di gas. Anche Doha dovrà fare i conti con il gas egiziano nel giro di due-tre anni, in una fase in cui le relazioni tra i due Paesi sono difficili.
Il giacimento egiziano, battezzato Zohr, rappresenta una delle maggiori scoperte di gas a livello mondiale. Presenta un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto (equivalenti a 5,5 miliardi di barili di petrolio) e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati. Soddisferà la domanda egiziana per decenni. Zohr presenta anche un potenziale a maggiore profondità, che sarà investigato in futuro dall’Eni attraverso un pozzo dedicato. Al Cairo suonano in queste ore le trombe della vittoria e i giornalisti megafono del regime di Abdel Fattah al Sisi, che appena qualche settimana fa aveva gridato al trionfo per l’apertura di un secondo canale a Suez, parlano della scoperta fatta dall’Eni come se fosse un pozzo inesauribile di ricchezza per tutti gli egiziani. Pur sapendo che, in ogni caso, non sarà così. Secondo l’economista Ahmed Abul Wafa, giornalista economico dell’agenzia di stampa statale Mena «La scoperta permetterà la riapertura di molte imprese in Egitto che negli anni passati si sono trovate a chiudere i battenti…ridarà fiato alla nostra industria…i guadagni ricavati dallo sfruttamento del gas potranno essere dirottati per sviluppare le regioni povere dell’Alto Egitto…saremo in grado di risanare il debito nei confronti delle compagnie straniere e ridare fiducia al nostro governo». Ad arricchire questo scenario paradisiaco sono giunte le previsioni di Khaled Abu Bakr, presidente di una compagnia di energia araba, convinto che il nuovo giacimento di gas cambierà completamente gli assetti geopolitici dell’Egitto che, a suo dire, spinto a vendere gas ai grandi Paesi industrializzati dell’Oriente, come il Giappone, si aprirà a nuovi mercati con risultati spettacolari.
Gli stessi sogni cullati da Israele che nelle riserve di gas, fino a tre giorni fa, vedeva un’arma economica altrettanto potente di quelle vere che si trovano nei suoi arsenali. Leviathan era stato scoperto dalla compagnia Noble a 130 km nord-ovest dalla città di Haifa e prima di esso erano stato trovato i più piccoli Dalit e Tamar. Israele, che si era accaparrato lo sfruttamento totale del Leviathan nonostante parte del bacino si trovi in acque libanesi e siriane, quindi escludendo Beirut e Damasco dalla spartizione della torta, contava di assicurarsi l’autonomia energetica per almeno 20 anni e di esportare la sua richezza a un prezzo vantaggioso. E altrettanto sognava Cipro che, oltre a escludere dallo sfruttamento delle sue riserve l’avversaria Repubblica di Cipro del Nord e la Turchia, pianificava di esportare il suo tesoro verso i mercati europei. Tutto è ancora possibile ma l’enorme giacimento egiziano avrà comunque riflessi importanti sulle strategie, non solo energetiche, di Israele e dei suoi alleati.

Re: Top News

Inviato: 09/09/2015, 19:33
da camillobenso
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Elezioni Usa 2016, Trump: “Amo l’Italia. Berlusconi? Una brava persona, mi piace”

Politica

L'endorsement "al contrario" del candidato impegnato nelle primarie repubblicane: "Amo l'Italia" ha aggiunto l'imprenditore americano
di F. Q. | 9 settembre 2015



“Berlusconi mi piace, è una brava persona”: l’endorsement al leader di Forza Italia arriva dal candidato alle primarie del Partito repubblicano Donald Trump, rintracciato dalle telecamere di SkyTg24 a una partita dello Us Open di tennis. Mentre usciva dallo stadio Trump ha anche aggiunto: “Amo l’Italia, amo il vostro Paese”. Un sostegno che appare intempestivo, ora che la stella dell’ex presidente del Consiglio sembra un po’ spegnersi e ora che – dopo la condanna definitiva del 2013 – Berlusconi è indagato e imputato in diversi processi. Difficile paragonare le due figure, ma punti di contatto ce ne sono: l’uso del “mito” del self-made-man al momento dell’impegno, le uscite polemiche su temi delicati, il legame con la tv anche se Trump è stato “solo” protagonista di un programma (“The apprentice”) e invece Berlusconi ha fondato un gruppo industriale nel settore della comunicazione.

E chissà se Berlusconi, in Italia, possa avere un erede. Di certo, per il momento, non sarà Flavio Briatore: la politica “non fa per me” ha detto l’imprenditore ai giornalisti che, a margine del Business forum con il Kenya a Milano, gli hanno chiesto se non lo tentasse una discesa in campo, magari guardando proprio a Trump. Per Briatore la politica “è una roba dove uno non può incidere e io voglio fare le robe che al mattino io decido se una cosa deve essere rossa o blu, in politica dopo 8 anni stai ancora lì a parlare”. Infine, a chi gli ha domandato se ha consigli di comunicazione da dare al presidente del Consiglio Matteo Renzi per affrontare la fase delle riforme, ha risposto che “di comunicazione a Renzi non bisogna dare nessun consiglio, Matteo in comunicazione è il numero uno al mondo”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... a/2020886/